Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Un articolo pubblicato lo scorso martedì da Reuters evidenzia un trend di utilizzo della rete sostanzialmente stabile in termini di frequentazione ma con una maggiore dinamicità per quanto riguarda l’impiego. Ottimi risultati per iTunes.
"Pronostici rispettati per l'Internet italiano a dicembre 2005: il trend stagionale ha visto un'audience sostanzialmente stabile (19,7 milioni di individui connessi da casa o dall'ufficio) che per via delle festività ha parzialmente ridotto le frequentazioni in rete ma che si è dimostrata molto dinamica in alcune attività digitali", dice il comunicato.
Lo shopping online, rileva NetRating, ha interessato circa 9,9 milioni di navigatori.
"Trainanti si sono rivelati i siti di aste e di annunci: eBay ha superato i 6,2 milioni di utilizzatori (+400 mila da novembre), ed un contributo importante viene anche dalla crescita di AnnunciGratuiti.it, canale di Secondamano: + 47%, 267 mila visitatori unici nel mese", spiega la nota.
Quasi 3 milioni di utenti si sono scambiati cartoline virtuali per farsi gli auguri prima e durante le feste di fine anno, mentre i siti di cucina hanno aumentato le visite del 20% rispetto a un mese prima. E secondo NetRating, in questo caso la maggioranza dei navigatori è composta da uomini, con il 55% .
Tra i siti più visitati per il download musicale, iTunes, con 1,1 milioni di visitatori, con una crescita del 30% rispetto a novembre.
Al costo non proprio trascurabile di 7 milioni e 270 mila Euro il ministro per l’innovazione Lucio Stanca si accinge a varare quella che il nostro premier definisce “La seconda alfabetizzazione storica degli italiani”.A partire dal prossimo 28 gennaio, al ritmo di 1 milione di invii al giorno, sedici milioni di famiglie italiane riceveranno un opuscolo di 48 pagine, denominato “L’evoluzione digitale per le famiglie”. I capitoli che lo compongono sono cinque e comprendono una descrizione degli incentivi per acquistare un pc, gli strumenti a disposizione del cittadino, una guida all’utilizzo delle nuove tecnologie, i nuovi servizi per le famiglie e la guida ai diritti del cittadino digitale.All’interno delle pagine, illustrate da vignette di Giorgio Forattini, si parla di argomenti di attualità come la posta elettronica certificata, la firma digitale, il digitale terrestre interattivo e la carta nazionale dei servizi. Prescindendo dal periodo scelto per l’invio, che qualcuno potrebbe definire pre-elettorale, si tratta di un’iniziativa molto importante, che una volta tanto ci fa essere all’avanguardia in Europa. I tassi di utilizzo di internet in Italia sono infatti in crescita, ma ancora lontani da quelli che contraddistinguono i Paesi più evoluti.Il grafico che segue, su dati elaborati da clickz, mostra il numero di utenti di 13 Paesi espresso in milioni.
Con i suoi 20 milioni di utenti, una percentuale pari al 35% della popolazione, l’Italia ha registrato nel corso del 2005 un incremento dell’8% dei navigatori attivi e potenziali. Oltre il 74% degli utenti sono laureati o persone con livello di istruzione superiore, con una forte concentrazione del target nelle fasce socioculturali medio-alte: internet rimane insomma in buona parte appannaggio di un’elite numericamente limitata.
Oltre a costituire, nella sua accezione più scontata, un utile strumento per passare il tempo, la rete ha in realtà rivoluzionato il modo di comunicare e lavorare di molte persone, con un profondo impatto sul nostro stile di vita. Garantisce quotidianamente l’accesso ad una quantità virtualmente illimitata di informazioni, ma anche la possibilità di mantenere contatti con una moltitudine di persone, di effettuare convenienti acquisti di prodotti e servizi a prezzi spesso competitivi, di esprimere il proprio pensiero con immediatezza ed efficacia.
Anche i rapporti con la Pubblica Amministrazione possono trarre sostanziali benefici dalla rete: la possibilità di accedere ad una serie crescente di servizi elettronicamente dal proprio domicilio o luogo di lavoro si traduce in una semplificazione degli iter burocratici, tempi di arresa inferiori, maggiore comodità e soprattutto un migliore rapporto tra il cittadino-utente e le varie istituzioni.
Non sapere utilizzare in maniera sufficientemente adeguata un pc rappresenta a mio parere un handicap per molte persone, che si trovano tagliate fuori da una parte di mondo che sembra andare ad una velocità superiore e non ha tempo e voglia di adeguarsi ai tempi di chi questa rivoluzione, per scelta o impossibilità, non si trova a cavalcarla o quantomeno a seguirla a rispettosa distanza.
Ben vengano allora iniziative come quella descritta, se serviranno ad accorciare le distanze tra la relativa minoranza technology-wise e la massa digiuna di conoscenze digitali. Una società più informata e consapevole è sicuramente un grosso vantaggio per tutti quelli che ne fanno parte.
Se il mercato dei giochi per cellulare sembra una possibile fonte di ricavi particolarmente interessante per molti operatori di telefonia mobile e produttori di contenuti sembra ragionevole interrogarsi se la diffusione di queste applicazioni possa rivelarsi un nuovo e utile strumento di marketing.eMarketer ha recentemente pubblicato una serie di statistiche sul potenziale del settore del mobile gaming, prendendo in considerazione il periodo 2004-2009.
Secondo James Belcher, Senior Analyst di Marketer, le maggiori opportunità di sviluppo sono legate ai giochi multiplayer localizzati dal punto di vista territoriale, il che permetterebbe a molti advertiser di interagire in maniera più precisa con i propri prospects. Così come già avviene per i videogiochi anche queste applicazioni potrebbero contenere sponsorizzazioni, o essere l’advertiser stesso a regalare un gioco brandizzato all’utente, assicurandosi la possibilità di raggiungere un pubblico particolarmente vasto, soprattutto in Europa dove i cellulari sono diffusissimi. Per non dovere affrontare i costi di distribuzione derivanti dall’intermediazione degli operatori di telefonia mobile un possibile canale potrebbe essere il Bluetooth, come fatto da Nike a Barcellona.
Via Adverblog
Recentemente ho letto con interesse un articolo di Walter Casini apparso su "Grow Up", una delle newslwtter gratuite di Buongiorno. Il tema affrontato è a mio parere molto stimolante: tutti noi ci occupiamo quotidianamente di vendere i prodotti e servizi della nostra azienda, ma siamo in gradi di proporre efficacemente noi stessi?Si è diplomato-laureato con il massimo dei voti, è una persona volenterosa, efficiente e degna di fiducia, tuttavia non possiede un lavoro corrispondente alle proprie reali potenzialità o non lo possiede affatto. Gli uomini di marketing sanno che non basta avere un buon prodotto per venderlo. D'altro canto, non sempre i prodotti più venduti sono i migliori offerti dal mercato, certamente sono quelli supportati dalla migliore campagna pubblicitaria, sono quelli che possiedono un marchio forte e riconoscibile. Allo stesso modo, le persone che emergono nel mondo del lavoro sono quelle capaci di affermare il proprio marchio, la propria personalità, quelle che non aspettano che qualcuno prima o poi scopra i propri talenti, ma curano la propria immagine quanto la preparazione tecnica e culturale, insomma applicano costantemente il selfmarketing. Fare selfmarketing significa applicare su di sé quelle che Philip Kotler ha definito le 4 P del marketing mix: Prodotto, Prezzo, Posto, Promozione. Se dovessimo paragonarci ad un “prodotto” con quale prodotto ci identificheremmo? Una Ferrari o una cinquecento? Quali capacità, conoscenze ed esperienze siamo capaci di mettere in campo? Quali i nostri obiettivi? Siamo forse Ferrari travestite da cinquecento? La "confezione" ha la sua importanza. È importante prestare attenzione al proprio aspetto fisico, all'abbigliamento e ad altri dettagli che possono fare la differenza come il tono di voce, il modo di gesticolare ecc. Avere l’esatta percezione del proprio valore Il valore di un professionista è determinato da una serie di fattori: titolo di studio, esperienza, competenze e valore medio del mercato. Naturalmente non basta sapere quanto si vale, è necessario che anche gli altri lo sappiano. Individuare con cura il proprio settore di impiego L'errore più comune delle persone che cercano lavoro è quello di non delimitare bene il proprio territorio di ricerca. Molti pensano che basti disseminare qua e là il proprio curriculum per trovare presto un lavoro, il più delle volte accade così di trovare un lavoro qualsiasi. Per delimitare il territorio di caccia è opportuno porsi preventivamente alcune domande fondamentali: dove (zona geografica), in quale settore, in quale ambiente fisico, emozionale voglio lavorare? Più si è capaci di delimitare il proprio territorio, maggiori probabilità si avranno di ottenere il posto di lavoro desiderato e non uno qualsiasi.
L’autopromozione Per avere un marchio forte è necessario far parlare di sé, mettere da parte la timidezza e lanciare di tanto in tanto il proprio spot pubblicitario, meglio se ciò avviene in presenza di persone che contino. La quinta P Alle 4 P di Philip Kotler aggiungiamo quella di Purple Cow, la “mucca viola”, questo è il titolo di un divertente, oltre che interessante libro scritto da Seth Godin dove la mucca viola sta per straordinario. Distinguersi dagli altri prodotti per ottenere visibilità.
Una ricerca effettuata da Assocomunicazione afferma che il mercato mostra una sostanziale tenuta: questo da un lato, riflette il periodo di congiuntura non favorevole e, dall'altro, pone il comparto in una situazione sensibilmente più positiva rispetto al mondo dei servizi di marketing. L'analisi delle tre macro-aree in cui si articola il mercato evidenzia alcune peculiarità in termini di incidenza e trend: 1) La promozione al consumo contribuisce per il 51% alla costruzione del mercato; presenta un calo del 5% nel 2003 e una crescita stimata del 7% nel 2004. 2) I servizi di marketing operativo valgono il 21% e il trend è analogo a quello delle promozioni; -4% nel 2003, + 8% nel 2004 3) Le incentivazioni vendite rappresentano il 28% del mercato, con un incremento sia nel 2003 (+9%) sia nel 2004 (+3%). Nell'ambito delle differenti tipologie di target si confermano come main spender , i settori dell' alimentare (28%), dell' editoria/ media (28%) seguiti dai servizi / affari (14%) e dai mezzi di trasporto / energia (13%). Rispetto al biennio precedente, gli investimenti risultano in incremento sensibile nell'area servizi e affari , a testimonianza del progressivo avvicinamento alle tecniche di marketing da parte del mondo bancario, assicurativo, finanziario; sostanzialmente stabili nei settori alimentare, editoria/ media, mezzi di trasporto / energia, mass market non food; in sensibile diminuzione nell'arredamento/ abbigliamento/ tempo libero, che hanno risentito della congiuntura del mercato.
Per poter comunicare al meglio, la strategia è essenziale: dall'ufficio stampa alla pianificazione dei mezzi fino alla campagna pubblicitaria, dalla creazione di un sito internet alla scelta degli omaggi da distribuire ai partecipanti.
Relazioni con la stampa
Chi non possiede un ufficio per i contatti con i media è difficile che possa fare una logica e necessaria programmazione per una buona riuscita di un evento. Comunicati stampa da inviare via mail, via fax o meglio ancora accompagnati da una telefonata per esporre il profilo dell'azienda, il genere di evento, una scelta di prodotti da sponsorizzare etc...
E' buona norma preparare una cartella stampa per poter far sviluppare un buon articolo e per illustrare al giornalista le logiche dell'evento in questione; migliora notevolmente il risultato la dove si indice una vera e propria conferenza stampa, all'interno dell'evento con un apposito spazio riservato ai media ove poter esporre sponsor ed organizzazione.
Campagna Pubblicitaria
Sempre per una buona riuscita di un evento bisogna poter sostenere una campagna pubblicitaria su Tv, Stampa e Radio ricordandosi di comunicare orari, luoghi e programma. E' necessario determinare le capacità, le garanzie di copertura del mezzo, il target da colpire, il messaggio da veicolare e la tipologia di evento che si intende promuovere. Disponibilità degli spazi, costi, tempi di realizzazione del materiale son fattori di indiscutibile rilevanza per consentire una scelta ad HOC.
Creazione di un sito internet
Nell'organizzazione di un evento il sito dedicato si dimostra un supporto indispensabile sia per la segreteria organizzaztiva sia per la clientela. Esistono alcune caratteristiche e dati essenziali che il sito deve mantenere: Home page di presentazione, contenuti del'evento, programma, orari, sponsor, l'elenco degli sponsor dell'evento, piante stradali, mezzi pubblici per raggiungere la destinazione e parcheggi in zona; meglio se tutto ha una buona animazione in flash, rende molto di più l'idea di dinamicità dell'evento. La ciliegina sulla torta la stabilisce la capacità che si ha di saper raggiungere in tempi record ed in modo incisivo il maggior numero di utenti.
Gadget per i partecipanti
L'omaggio ai partecipanti magari corredato di personalizzazione è sempre ben visto, oltre ad essere naturalmente un richiamo all'evento è sempre gradito dal partecipante. In questo fattore il budget a disposizione è una delle note principali, poichè viene considerato per le realizzazioni uno dei fattori secondari, anche se non sono pienamente d'accordo. Il partecipante ha bisogno di essere "coccolato" come uno sponsor: un evento senza partecipanti non è un evento, e allettare il pubblico con idee nuove di gadget, meglio ancora se utili, si è dimostrata sempre una buona strategia. Nota importante per il giornalista occorrerà studiare un presente ad HOC, nulla però di troppo pretenzioso.
Ingegno, qualità dei prodotti, stile, coerenza del target, immagini di qualità eccellente, uno staff di persone qualificate e di indiscussa praticità nell'attuazione delle idee, ed un po' di megalomania sono indubbiamente fattori determinanti per una buona riuscita di un evento. [marketing-crazy]
Una recente notizia diffusa dal Sole 24 Ore informa che "il Comitato di sorveglianza del Ministero delle Attività Produttive ha dato parere favorevole all'offerta della compagnia di bandiera per il vettore low cost travolto dal crack. Per l'ufficialità manca ancora la firma del ministro Claudio Scajola, che dovrà emanare un apposito decreto in arrivo nei prossimi giorni". Alla gara hanno partecipato anche Meridiana-Eurofly,Radici, Windjet e AirOne.
Proprio quest'ultima ha optato per un ricorso al TAR del Lazio per denunciare alcune presunte irregolarità nello svolgimento dell'asta. Secondo i legali di AirOne, Alitalia non era legittimata a partecipare alla gara perché il bando escludeva espressamente la partecipazione di aziende in stato di crisi; Alitalia infatti ha usufruito di alcuni fondi della Ue( e non solo!) per colmare appunto la sua grave situazione finanziaria. Ulteriori problemi potrebbero giungere dall'Antitrust visto che con questa acquisizione, Alitalia salirebbe al 55% degli slot controllati a Linate e le potrebbe essere opposto un abuso di posizione dominante.
Aspettando gli esiti di queste azioni, si possono dare per certi alcuni dati; il costo dell'operazione che Alitalia sosterrà sarà pari a 38 mln di euro, contro i 29 mln offerti da AirOne. L'anno scorso Volare è stata sottoposta ad amministrazione straordinaria e l'asta è stata proposta dal commissario straordinario Carlo Rinaldini. Ormai è certo che Volare diventerà il vettore low cost di Alitalia, la quale fino ad oggi non è stata in grado di rispondere alle offensive sferrate con strategie aggressive da parte di RyanAir, EasyJet, Virgin,etc.. le quali hanno messo in crisi la maggior parte delle tradizionali compagnie europee. Ma Alitalia oltre ad aver subito così nettamente l'avvento delle low cost, non è riuscita ad offrire un servizio competitivo neanche rispetto alle altre compagnie di bandiera; sembra non aver trovato una sua posizione, un suo ruolo definito all'interno del mercato del trasporto aereo.
In questi giorni si è evidenziato su tutti gli orani di informazione il periodo delicato che Alitalia sta attraversando; anche in relazione a questo la critica si interroga sulla bontà di un'operazione così onerosa in un momento in cui i liquidi scarseggiano, sulla reale capacità di farsi carico dei 700 dipendenti di Volare e sulla capacità di ristrutturare efficientemente oltre che se stessa anche un'ulteriore azienda che essendo sotto amministrazione straordinaria richiederà notevoli sforzi in termini di idee e di finanze.
Un approccio alla comunicazione più emozionale può portare vantaggi concreti ad un brand? Roberto Venturini analizza le implicazioni del Lovemark.Nel mondo delle agenzie di comunicazione, è corrente cercare di costruirsi awareness, credibilitá e differenziazione attraverso lo sviluppo di filosofie innovative, destinate (secondo gli autori) a rivoluzionare il mercatoIn molti casi il tutto si riduce a un certo quantitativo di aria fritta impacchettato con una accattivante "buzzword", confezionato da addetti ai lavori che devono trovare una giustificazione per la propria esistenza o per gli elevati costi del servizio.Il caso del Lovemark, approccio propugnato da Kevin Roberts (CEO di Saatchi & Saatchi), può essere guardato con maggiore attenzione, non foss'altro che per l'impressionante curriculum in campo marketing dell'autore.L’affermazione che Roberts fa è piuttosto forte: le Marche hanno finito la benzina. Ed è necessario guardare ad un futuro oltre le marche (ma attenzione: non un futuro senza le marche - ma un domani con delle “supermarche”…).Identifica nella creazione di un rapporto fortemente emozionale e di lunga durata la chiave per far prosperare la marca. Stabilendo, grazie proprio all'Amore una connessione più profonda con i consumatori.Questo tipo di approccio emozionale è condiviso da un gran numero di addetti ai lavori che riconoscono le difficoltà del marketing del secolo passato, in un mondo in cui le performance di prodotto sono ormai (giustamente) date per scontate e dove prodotti molto economici sono in grado di competere funzionalmente con prodotti ben più "nobili" e di prezzo elevato.Il Lovemark trascende la "semplice" marca. Offre un’esperienza che sorpassa le aspettative di superior performance del consumatore.Come le marche si basa su un forte rispetto da parte del mercato - ma a differenza delle marche più blande, il Lovemark dovrebbe arrivare diretto al cuore, creando una relazione tanto forte da creare una dipendenza affettiva.La ricetta segreta per la costruzione di un Lovemark (oltre, ovviamente, partire dall’assegnazione di un corposo budget alla sua agenzia) si basa su tre ingredienti magici: Il Mistero, la Sensualità e l’Intimità.Una marca un po’ misteriosa, una marca in grado di ricatturare periodicamente la nostra attenzione, sorpassando il rumore di fondo della comunicazione di massa, tenendo elevata la nostra curiosità e la voglia di scoprire le cose che ancora non sappiamo o che possono essere dietro l’angolo.La seconda componente da costruire è quella della sensualità e dell’uso quindi di approcci multisensoriali, disegnando nei prodotti e servizi delle “firme” sensoriali.Passando all’intimità, questa si esplica nella capacità della marca di mettersi in strettissima relazione con le aspirazioni personali e le ispirazioni dei consumatori. Di creare dunque un senso di vicinanza affettiva propria del rapporto di innamoramento umano.Una marca in grado di costruire di se’ un profilo contraddistinto da impegno, da empatia e passione – per poter generare nel cliente (o adepto o, più propriamente, innamorato) una “lealtà al di là della ragione”.In questo senso, una marca così carica di attributi affettivi dovrebbe essere in grado di passare oltre all'inerzia del consumatore, al punto che dovrebbe essere il target stesso a richiedere la comunicazione, entrando nell’ottica dell’Attraction Marketing.Tutto questo dunque si traduce nella capacità di articolare la comunicazione su toni e soprattutto strategie altamente emozionali: lavorare a fondo sulle storie che si devono raccontare, storie chiaramente non “one shot” legate al singolo commercial ma alla comunicazione di lungo termine della marca.E’ grazie a questi elementi che, secondo Kevin Roberts, si riescono a costruire queste supermarche terribilmente attraeneti e in grado di suscitare una fedeltà che rasenta il fanatismo.Funzionerà nella nostra cultura? Ah, saperlo... la teoria (contenuta nel libro “Lovemarks: The Future Beyond Brands" e nel sito www.lovemarks.com) appare interessante, anche se presta il fianco a molte critiche – basandosi sostanzialmente sull’assunto che il consumatore sia pronto ad innamorarsi acriticamente di una marca… ipotesi che in molti paesi (in cui il consumatore si rivela sempre più critico, smailiziato e cinico) direi sara' messa a dura prova.Roberto Venturini
Walt Disney, azienda leader nel settore dell’entertainment, ha annunciato ufficialmente l’intenzione di voler acquistare Pixar Animation per una cifra che si aggira sui 7,4 miliardi di dollari.Le due aziende hanno convissuto, tra alti e bassi, a partire dal 1991, dando vita a una nutrita serie di blockbuster cinematografici, con titoli come Toy Story e Alla ricerca di Nemo e più recentemente con Gli Incredibili e il prossimo Cars, in programmazione a partire dal prossimo giugno e che, stando agli ultimi accordi siglati, è il lungometraggio che avrebbe dovuto sancire la fine di questa proficua alleanza.La Pixar, il cui a.d. è un certo Steve Jobs - a capo anche della Apple - rappresenta una vera e propria success story. Acquistata nel 1986 per 10 milioni di dollari, quando era ancora la divisione di computer grafica di Lucasfilm Ltd, nell’arco di pochi anni ha saputo imporsi nel mercato del cinema d’animazione prima americano e poi mondiale creando, assieme alla rivale Dreamworks recentemente acquistata dalla Paramount Pictures, un vero e proprio genere di grande successo.
Solo grazie alla partnership con la Disney però, con la sua esperienza nello story telling e soprattutto nella distribuzione cinematografica, la capacità creativa della piccola casa di Jobs ha potuto raggiungere il successo che oggi la contraddistingue. Dopo 2 diversi accordi e una chiusura che ormai sembrava definitiva, ora i rispettivi consigli di amministrazione hanno approvato un accordo che prevede l’emissione di 2,3 azioni Disney per ogni azione Pixar e l'ingresso di Jobs nel management del gigante dell’entertainment.I capi creativi di Pixar avrebbero inoltre il controllo del famoso studio di animazione della Disney, che ha prodotto le fiabe di animazione più amate in tutto il mondo, e la direzione del Walt Disney Imagineering Group, la divisione specializzata nella progettazione dei parchi tematici.La decisione di procedere con l’acquisizione si spiega con l’importanza crescente assunta dall’animazione computerizzata, che ha in buona parte sostituito i lungometraggi realizzati con le tecniche tradizionali. Si tratta di un settore nel quale la Pixar si sicuramente mossa per prima e nel quale è saputa rimanere leader indiscussa, con ottimi risultati in termini di remunerazione delle produzioni, nonostante gli attacchi della concorrenza.Per questo motivo l’a.d. di Disney, Robert Iger, ha deciso di mantenere una stabile relazione anche con la compagnia di Jobs, che ha visto nell’arco di pochi anni crescere esponenzialmente il proprio valore. Solo nel corso dell’ultimo mese infatti le azioni della Pixar sono cresciute del 12%.Il primo passo tra Iger e Jobs era già stato fatto qualche mese fa, quando la Disney strinse un agreement con iTunes per la distribuzione di alcune serie di successo di proprietà dell’ABC. E c’è già chi pensa che questo ulteriore avvicinamento potrebbe portare ad ulteriori sinergie legate alle nuove tecnologie, come ad esempio alla distribuzione di contenuti in streaming.
Grazie ad Apple sarà possibile assistere alle lezioni universitarie comodamente da casa. Il Guardian ha annunciato che per la prossima primavera sarà sperimantato in alcune università europee una nuova tecnologia a dir poco rivoluzionaria; si tratta di Quick Time 2 Really Simple Syndication, il quale permetterà agli studenti di vedere la registrazione del prof mentre spiega l'argomento desiderato quasi in tempo reale. Le università che accoglieranno la novità dovranno munirsi di un Mac e di un sistema di registrazione audio-video mentre gli universitari potranno reperire la lezione mediante appositi podcast nell'I-Tunes Music Store per rivederle direttamente sul proprio pc o addirittura attraverso l'iPod. Attualmente alcuni atenei già hanno intrapreso questa strada in via sperimentale, ma in futuro il loro numero sarà destinato a crescere. Per un esempio visitate il sito della Standford University on iTunes.
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