Di Max Da Via' (del 30/03/2018 @ 07:27:12, in Aziende, linkato 1437 volte)
Con ogni probabilità, le 39 mila persone che hanno partecipato alla votazione, erano all’oscuro dell’aumento dell’abbonamento per Amazon Prime. Per comprendere se i 36 euro annuale rispetti ai precedenti 19,99 euro influiranno sulla reputazione del marchio Amazon, bisognerà aspettare il prossimo anno. Nel frattempo, la celebre piattaforma di e-commerce torna a essere il brand più amato dagli italiani aggiudicandosi ilPop Award 2018, riconoscimento assegnato da Superbrands, in collaborazione con Radio Italia, attraverso il coinvolgimento di ascoltatori e fan sui social media.
Marchi più amati: in Italia Amazon davanti a Nutella e Apple
Amazon,già vincente nel 2016, è il brand che ha rivoluzionato il modo di acquistare prodotti e servizi con la sua piattaforma di e-commerce. Non solo ha capito come le persone vogliono acquistare (da casa, quando vogliono, in un click), ma ha saputo fare dell’eccellenza della customer experience il fattore critico del suo successo. Al secondo posto Nutelladi Ferrero, prima lo scorso anno, seguita daApple.
Già dal podio si piazzaKinder, un altro brand Ferrero, seguito dalMulino Bianco,Bottega Verde,Disney,Coca-Cola,Samsung eThun. Il Superbrands Pop Award sarà consegnato ad Amazon nell’ambito della cerimonia dei Superbrands Awardsil 27 settembre all’Auditorium di Radio Italia, l’occasione in cui saranno celebrati tutti i marchi che hanno ottenuto lostatus di Superbrands 2018.
Di Max Da Via' (del 06/03/2018 @ 07:51:23, in Aziende, linkato 1383 volte)
Amazon.comvuole creare un prodotto finanziario capace di sostituire il conto bancarioe abilitare i pagamenti per chi fa shopping sul suo sito: l’indiscrezione arriva dalWall Street Journalche chiarisce cheAmazon sta cercando la collaborazione dei big del settore bancario americano, tra cui JPMorgan Chase, e che le trattative sono solo agli inizi e potrebbero non avere esito positivo. Tuttavia, la notizia è bastata a far perdere punti in Borsa alle azioni delle grandi banche Usa: “Quando i giornali scrivono cheAmazonprepara un’offerta di checking account conJPMorgan, gli investitori prima vendono e poi cercano di capire che cosa succederà”, ha commentato Adam Sarhan, Ceo di 50 Park Investments.
PerAmazonil progetto rientra in una decisastrategia di diversificazione del businessculminata quest’anno in due annunci: l’ingresso nel settore sanitario e il potenziamento di quello dei prestiti per le piccole imprese.
A gennaio, infatti,Amazonha formatouna società congiunta con Berkshire Hathaway e JPMorgan per fornire assistenza sanitariaa costi inferiori per i dipendenti delle tre aziende (e, potenzialmente, a tutti gli americani). I dettagli di questa venture non sono ancora stati svelati ma le tre partner hanno detto di esersi alleate per dare vita a una società “indipendente” il cui scopo è ridurre i costi delle prestazioni sanitarie e semplificare il sistema dell’healthcare tramite le tecnologie digitali.
A febbraioAmazonha anche annunciato unpotenziamento della sua offerta Amazon Lending, divisione lanciata nel 2011 per erogare denaro alle piccole aziende che già vendono prodotti o servizi attraverso la sua piattaforma di e-commerce; per l’espansione nel mondo dei prestiti il colosso guidato da Jeff Bezos si è alleato con la seconda banca americana per numero di clienti,Bank of America.
Il prodotto che oraAmazonvorrebbe creare ora conJPMorgano altri istituti finanziari americani servirebbe adattrarre la fascia di consumatori più giovaniche ancora non hanno un conto in banca, sottolinea il WSJ, e non implica cheAmazondiventi a sua volta una banca. Tuttavia le vendite in Borsa dei titoli bancari sembrano suggerire che molti investitori temono che il colosso dell’e-commerce passerà presto dal ruolo di alleato a quello di temibile concorrente per le banche: lo dimostrerebbe il fatto che l’azienda di Bezos sta pensando di portare il suo prodottoAmazon Pay nei negozi fisici, a partire da quelli della neo acquisita Whole Foods.
Di Max Da Via' (del 14/02/2018 @ 07:01:56, in Aziende, linkato 1519 volte)
La coppia Amazon-Whole Foods (formalmente: papà Amazon e figlio adottivo Whole Foods) ci regala le prime sinergie intra-business. E finalmente iniziamo a capire meglio le intenzioni che hanno portatoil colosso dell'eCommerce ad acquisire lo scorso anno la catena di supermercatispecializzata in grocery di qualità fresca e green.
Già nella prima campagna di comunicazione post acquisizione lanciata a febbraio 2018 vediamo comparire "lo zampino di Amazon". Il tone of voice di Whole Foods è infatti cambiato e si indirizzaa consumatori giovani e un po' eccentrici. Ora, l'ultima notizia è cheil servizio di consegna rapida (1-2 ore) Amazon Prime Now è entrato ufficialmente da Whole Foodsa partire dalle città statunitensi di Austin (che è dove il retailer ha la propria sede), Dallas, Cincinnati e Virginia Beach (quila landing page ufficiale).
Il gigante di Seattle conferma così il proprio interesse per un ulteriore sviluppo nel grocery in modo integrato e con sguardo rivolto a un più ampio pubblico. Secondo il Wall Street Journal si tratta forse delprimo step davvero importante nella sfida ai competitor dell'alimentare.
Non solo. Stando gli esperti si tratta del più grande passo verso quello che molti analisti si aspettavano che Amazon facesse con la sua nuova catena retail, ovvero: utilizzare Whole Foods e il suo inventario di generi alimentari come un'estensione della propria rete di magazzini. Un'ipotesi avallata dalla ferma volontà di sviluppare il servizio Prime Now oltre i primi store-pilota, come confermato da Stephenie Landry, vicepresidente di Prime Now. L'obiettivo sarebbero tutti gli Usa.
Le esistenti relazioni tra Whole Foods e altri servizi di consegna a domicilio come Instacart per il momento non subiranno tuttavia modifiche, come espressamente specificato da Landry. La vicepresidente ha inoltre evidenziato il potenziale ancora tutto da sfruttare che alcune categorie merceologiche come acqua, banane e carta igienica, già molto apprezzate per l'online delivery, hanno in ambito di consegna rapida. Una recente ricerca di Walker Sands conferma tra l'altro che il 33% degli americani acquisterebbe più grocery online se i tempi di consegna fossero migliori.
La partnership tra Amazon e Whole Foods su Prime Now consentirebbe inoltre al colosso dell'online, come sottolineato sempre da Landry, di trarre vantaggio dall'expertise del retailer nelle in-store operations(per ora sono gli addetti in negozio a prendere dagli scaffali la merce ordinata online).
"Ci vedrete fare ancora un sacco di cose insieme", preannuncia Landry.
Di Max Da Via' (del 02/10/2017 @ 07:23:36, in Aziende, linkato 1565 volte)
Facebookapre alle news a pagamento dopo le pressioni da parte degli editori in questo senso. A confermarlo è stata la società nel corso di un appuntamento ieri a Milano. Il tema è stato al centro del dibattito interno all’industry mediatica negli ultimi mesi: ora l’azienda americana introdurrà contenuti pay con dieci partner mondiali, europei e italiani. Come riporta l’ANSA i test su formule e modalità di abbonamenti alle notizie partiranno “a breve”, sicuramente entro quest’anno.
Due modelli pay
Due i modelli di pagamento che saranno testati, a partire dal formato degliInstant Articles. Il primo prevede un paywall che consentirà di leggere gratis fino a un certo numero di articoli. Il secondo è la modalità “freemium”, in base alla quale saranno gli editori a decidere quali contenuti offrire gratis sul social network e quali a pagamento. La transazione economica non avverrà sul social e il 100% dei ricavi andrà agli editori.
Il tema fake news
Facebook, col suo pubblico potenziale di due miliardi di lettori, tende così la mano agli editori e lo fa anche sul versante ‘fake news’. Su questo fronte, assicura la piattaforma, in Italia sarà presto più facile e immediato segnalare eventuali bufale condivise. Ma occorre ancora aspettare per avere novità in merito a un partner italiano per la verifica delle notizie, il ‘fact checking’, sulla scia di esperimenti come quelli già attivati in Stati Uniti e Francia.
Di Max Da Via' (del 05/09/2017 @ 07:18:12, in Aziende, linkato 1586 volte)
LaTv onlineesocialdiFacebookha iniziato le sue "trasmissioni". La scorsa settimana, per ora solo negli Stati Uniti, il nuovo prodotto di casaZuckerbergchiamatoFacebook Watchha lanciato la sua sfida aYouTube,Netflixe tutte le altre piattaforme rivali, broadcaster tradizionali compresi, non solo a colpi di audience ma di introiti pubblicitari. E' nelvideo online, infatti, che si dirigono sempre più i soldi della pubblicitàdigitale, come osserva in una notaCCS Insight.
Watch, cui si accede da web browser, app mobile e app persmart TvdiFacebook, non è il primo tentativo dell'azienda diMark Zuckerbergdi affermarsi nel mondo delvideo: ilsocialnetwork ha lanciato negli Usa l'anno scorso un apposito tab o bottone su cui cliccare per trovare facilmente tutto il materialevideopresente suFacebook.
Watchoffrevideodi ogni genere e durata, dalle serie Tv agli spettacoli live con ospiti che rispondono in tempo reale alle domande degli spettatori fino agli eventi sportivi, baseball compreso. Il servizio diFacebookaccoglie contenuti che arrivano da aziende del digitale comeBuzzFeedma anche da gruppi dei media più tradizionali comeA&E(network televisivo via cavo). Tra gli show di punta c'è il dietro le quinte sul Real Madrid raccontato dall'attore Orlando Bloom - segno cheZuckerbergnon sta risparmiando sull'investimento.
Facebooksostiene cheWatchè diverso dalle offerte rivali: la marcia in più è la caratteristica personale, community-oriented, che la renderebbero la più compiuta dellesocial Tv.Facebookpuò infatti suggerire ivideoda seguire in base agli interessi dell'utente e gli amici possono condividere i loro commenti mentre guardano unvideoo partecipano a gruppi dedicati a un determinato show. Ivideodi qualità, con storie sceneggiate da autori accreditati, sono considerati daFacebooklo strumento giusto per attrarre quei giovani spettatori cui laTvtradizionale non interessa più. I dati sugli show più seguiti aiuteranno l'azienda a tarare e personalizzare ulteriormente la sua offerta.
Gli analisti diCCS Insightsi aspettano che nei prossimi anni le aziende deldigitaleentrate nell'arena delvideoprofessionale -Facebook,Amazon,Netflix,Apple, e così via - investiranno miliardi di dollari per avere contenuti dai grandi studios di Hollywood o per produrre serie esclusive.Watchnon fa che aumentare la pressione sulle piattaforme rivali a migliorare la propria offerta.
Questo non significa dare per scontato il successo della "Tv online" diFacebook.Facebookha la forza di un pubblico gigantesco e una capacità unica nel mondosocial, tuttavia dovrà dimostrare di essere un canale credibile per chi produce o possiede contenuti. Gli analisti si aspettano inoltre cheWatchresti per lo più una piattaforma gratuita e finanziata dalla pubblicità: un ottimo modo per moltiplicare gli spettatori ma non sempre efficace per generare guadagni. Senza contare cheFacebooksta perdendo appeal fra i giovani: l'ultimo studio dieMarketerha confermato un trend che rischia di compromettere la crescita della piattaforma diZuckerberga scapito diSnapchateInstagram, più forti nel permettere la comunicazione per immagini chiesta dai teenager. Col potenziamento dell'offertavideoFacebookcercherà probabilmente anche di colmare questo gap.
I numeri di telefono degli esercizi commerciali saranno accompagnati da un simbolo di autenticità. Un'occasione per agevolare la comunicazione con i clienti o un altro strumento di telemarketing asfissiante?
WhatsApp viene incontro alle esigenze delle aziende con iprofili verificati. La piattaforma di messaggistica istantanea associerà un simbolo di autenticità dei numeri di telefono che fanno capo a negozi, esercizi commerciali e brand. Attraverso questinumeri verificati le imprese possano entrare direttamente in comunicazione con ilmiliardo di utenti che usa WhatsApp. Resta da capire se questi sarannoutilizzati per una comunicazione più efficaceo solo per nuove iniziative ditelemarketing.
PROFILI VERIFICATI DI WHATSAPP AL SERVIZIO DELLE AZIENDE
Scrivendo a un numero verificato, evidenziato da una spunta bianca su fondo verde, nella chatapparirà automaticamente il nome del negozio o dell'azienda, anche se questi non sono registrati in rubrica. Nei piani di WhatsApp, che stasperimentando questa funzionalità su un numero ristretto di attività, questa funzione è pensata soprattutto per i negozi localiche potranno usare i messaggini per contattare i clienti o proporre sconti. Per prevenire gli abusi, le aziende più "insistenti" potranno essere bloccate come avviene con qualsiasi contatto. Anche igrandi brand potranno sfruttare questa funzionalità, creand oun canale diverso dalle normali pagineFacebook eInstagram.
Di Max Da Via' (del 28/08/2017 @ 07:17:11, in Aziende, linkato 1398 volte)
Dopo l'acquisizione diWhole Foodsda parte diAmazona metà giugno, un'operazione da 13,7 miliardi di dollari, ecco la risposta di Google e Walmart, con un'alleanza che porterà i prodotti del retailer a portata diGoogle Assistant.
Alleanza Google e Walmart
La partnership è stata annunciata sul sito del colosso statunitense, attraverso una dichiarazione del presidente e CeoMarc Loree partirà di fatto a fine settembre, quando sarà possibile acquistare i prodotti Walmart attraverso l'assistente vocale di Google. Per quanto riguarda Google Assistant, Lore dichiara che si tratterà del numero maggiore di prodotti messi a disposizione da un singolo retailer su questa piattaforma.
La carrello della spesa più facile
Grazie alla alleanza Google e Walmart possono incrociare le tecnologie a vantaggio degli utenti. Tra le possibilità aggiuntive offerte c'è per esempio quella di costruire il carrello della spesa di ciascun utente basandosi su prodotti acquistati in precedenza, e che fanno parte di quella base di acquisto che ciascuno di noi tende a ripetere, perché sono prodotti essenziali. La funzione si attiva grazie all'integrazione profonda tra la funzioneEasy Reorderdi Walmart, che fino ad oggi ha venduto online esclusivamente attraverso il proprio sito, e Google Express.
Easy Reorder di Walmart è già un mezzo potente, perché integrando online e negozi fisici è in grado di riconoscere il cliente e gli acquisti di ciascuno, indipendentemente dal
canale. Questo permette di riconoscere coerentemente le abitudini d'acquisto, ovvero con una visione d'insieme e non parcellizzata dai canali di vendita. Lato utente, significa semplificare in modo notevole gli acquisti più ripetitivi: è già tutto nella app Walmart. L'utente che sceglie di collegare il proprio account Walmart a Google Express trasferisce questo risparmio di tempo direttamente sul servizio di Google.
Sviluppi prossimi
Il Ceo Marc Lore annuncia a breve sviluppi del servizio coinvolgendo i 4.700 punti vendita Walmart e la logistica. "Creeremo una customer experience che ad oggi nessuno offre, nel campo dell'acquisto tramite comando vocale -precisaLore-, per esempio la possibilità di scegliere se prelevare la spesa in negozio, con uno sconto, o di usare i comandi vocali per acquistare prodotti freschi in tutti gli Stati Uniti. Le nuove possibilità di voice shopping, abbinate all'offerta distintiva dell'insegna, che per esempio include la consegna gratuita in due giorni e lo sconto per il pickup instore, offrirà ai nostri clienti una nuova e avvincente maniera di ottenere ciò che desiderano a prezzi bassi".
Perché una alleanza Google e Walmart
La scelta di allearsi con Google va nella direzione della semplificazione degli acquisti lato consumatori. Walmart valuta positivamente gli investimenti e gli sforzi di Google su
intelligenza artificiale ed elaborazione del linguaggio naturale, quindi crede che la tecnologia sia all'altezza delle aspettative. "Sappiamo -prosegue il CeoMarc Lore-che questo implica che Walmart verrà reso direttamente confrontabile con altri retailer, e crediamo che sia giusto così. Un universo di acquisto aperto e trasparente è la cosa migliore per i clienti".
Di Max Da Via' (del 20/07/2017 @ 07:37:30, in Aziende, linkato 1520 volte)
Google lancia il guanto di sfida a Facebook & Co. sul suo terreno, quello dei flussi di news ritagliate "su misura". Il nuovo servizio apparirà sulla app "Google" per dispositivi mobili che girano su Android o iOs e fornirà articoli, video e altri contenuti selezionati in base alle enormi masse di dati provenienti dalla cronologia delle ricerche effettuate e degli argomenti prevalentemente cercati. A differenza del criterio con cui Facebook e gli altri social selezionano news e post - le connessioni con amici e amici di amici - Google farà perno sui profili degli utenti elaborati grazie al search. Addirittura "anticipando" desideri e ricerche.
La posta in gioco è contendere utenti alle app mobili dei social rendendo la app "Google" una tappa obbligata per chi naviga su smartphone.
Il flusso di notizie inizialmente sarà disponibile solo tramite app mobile per poi sbarcare anche su desktop, annuncia Ben Gomes vp Engineering. Il flusso è concepito per offrire notizie e informazioni attinenti agli interessi dell’utente, in base alle ricerche effettuate, addirittura anticipando quello che "potrebbe" essere cercato. Qualcosa di simile a quanto sperimentato da Yahoo nei primi temp della gestione cui Marissa Mayer.
“Il tentativo non è nuovo” annota infatti Greg Sterling, analista specializzato in motori di ricerca. Si tratta per Google di spostare il focus sui device mobili in un momento in cui sta cambiando la modalità di ricerca da parte degli utenti. “Il nuovo flusso sarà davvero costruito sugli interessi dell'utente – dice Gomes – e non su quello che interessa agli amici o agli amici degli amici, come invece accade con le altre news feed". Gli executive di Google dicono che verranno utilizzare le stesse tecniche usate dalla compagnia per prevenire la creazione di “bolla da filtro”, ovvero il rischio che le persone si trovino davanti solo informazioni "omogenee", che rafforzano la propria visione del mondo. Il nuovo servizio è un’estensione di Google Now, progettato per anticipare la necessità dell’utente di avere informazioni.
Di Max Da Via' (del 19/07/2017 @ 07:49:30, in Aziende, linkato 1548 volte)
Amazonha lanciato ieri, per ora solo negli Stati Uniti, una nuova feature dedicata ai membri del servizioPrime, attraverso cui è possibile postare propri contenuti come in tutti i più comuni social network. ChiamataAmazon Spark, la piattaforma si compone di un feed fotografico – molti notano la somiglianza conInstagram– in cui sono presenti immagini pubblicate dagli abbonati Prime insieme ai prodotti acquistati sul sito di ecommerce.
SecondoTechCrunch, che per primo ha riportato la notizia, i non abbonati possono scorrere il feed senza però pubblicare contenuti. Agli utentiPrimesarà invece consentito di interagire attivamente con le fotografie, commentandole o reagendo con unosmile, che poi è la controparte del like diFacebook.
Amazon Spark
Amazon Sparkpermette anche un certo grado di personalizzazione: avviando la funzione appaiono alcuni interessi come Libri, Film, Moda, Idee regalo, che è possibile selezionare per rendere più coinvolgente l’esperienza di fruizione. La soluzione pare un’estensione delle recensioni dei prodotti, già popolate da numerose immagini.
La novità ha un potenziale enorme:i membri di Prime negli Stati Unitihanno raggiunto quota 85 milioni e la società starebbe lavorando adAnytime,una applicazione di messaggisticainterattiva per le tante persone nel mondo che navigano sulla piattaforma. L’obiettivo? Creare un ecosistema di servizi in cui mantenere elevata l’attenzione delle persone, attirandole con incentivi quali musica, film, sconti dedicati e persinola trasmissione degli incontri di NFL.
Di Max Da Via' (del 30/05/2017 @ 07:19:05, in Aziende, linkato 1619 volte)
Se ne era già parlato, ma ora è arrivata la conferma del direttore advertising Sridhar Ramaswamy nel corso dellaGoogle Marketing Next. Il colosso dell'online implementerà le funzionalità pubblicitarie all'interno della sezione home, dove le aziende potranno comparire via spot, ma anche tra i consigli d'acquisto.
Questi ultimi verranno forniti sulla base della ricerca e delle richieste degli utenti, effettuabili attraverso ilcomando vocale. Un modello di business ancora tutto in fase di sviluppo per Google, che si muove con cautela sulla scia di quanto implementato daAmazon con Echo. Tra i suggerimenti anche un aggancio diretto con il mondo retail e il negozio più vicino attraverso la geo-localizzazione.