Visible Measures, che si definisce “an Internet video measurement firm”, in collaborazione con Advertising Age rilascia una classifica delle video campagne virali più efficaci. La classifica si basa su un indice, True Reach, costruito attraverso una serie complessa di dati ed analisi. A differenza di altre classifiche, tiene conto anche delle visioni generate da video ricaricati dagli utenti e delle loro rielaborazioni. La Sentiment analysis, analizza i commenti delle audience e aiuta a capire, poi, le reazioni emotive alla campagna.
La The Top 10 Viral Video Ads Chart, aggiornata ad oggi:
1)The Bark Side | Volkswagen | Deutsch (Los Angeles)
True Reach: 7.139.665
2) Motorcycle vs. Car Drift Battle 2 | Icon
True Reach: 3.786.225
3) Megaupload Song | Megaupload
True Reach: 2.125.926
4) Smell is Power | Old Spice | Wieden + Kennedy (Portland)
True Reach: 999.431
5) Chromebook: Fix Dad’s Computer | Google | BBH (New York) / Google Creative Lab
True Reach: 990.237
6) Dating Rules From My Future Self | Biore / Ford / Revlon / Schick
Quali sono i 10 filmati più virali di tutti i tempi? La risposta la trovate su Advertising Age, ma anche qui.
Da un monitoraggio sulle visioni, risulta la seguente classifica:
1. Blendtec (will it blend?) con oltre 134 milioni (!!) di views 2. Evian (bimbi coi pattini) 3. Old Spice (quello di cui tutti parlano adesso) 4. Pepsi (Gladiator) 5. Microsoft (Project Natal) 6. Dove (Evolution) 7. T-Mobile (dance) 8. Doritos (Superbowl 2010) 9. Old Spice 10. DC Shoes.
Il Viral di Doritos e il premio di 250.000 $ In testa alle classifiche dei filmati Viral di Advertising Age c'è questo film di Doritos... che in realtà è la pubblicità ad un'operazione promozionale / User Generated Content.
A trovare un nuovo nome per un prodotto e a farci un video c'è da guadagnare un quarto di milione di dollari. Il tutto raccontato con una tecnica di sovraimpressione tra realtà e sovraimpressione che ricorda certi vecchi cartoni animati ( e fa un po' impressione).
La seconda serie di video virali che combinano Mentos e Coca-Cola Light è condivisa su Google Video. Gli incassi pubblicitari saranno equamente divisi tra gli pseudo scienziati e il colosso di Mountain View.
Roma - Svolta nella net television? Google ha deciso di pagare due autori di un celebre corto che ha avuto una enorme popolarità in rete e li prenota per la loro prossima fatica. Una novità che dà il quadro del rilievo assunto dai contributi video degli utenti e dalla promozione dei contenuti più popolari. Questo è quanto sta accadendo a Fritz Grobe e Stephen Voltz, autori del cosiddetto Mentos Experiment, video che ha fatto il giro della rete grazie ad un sapiente uso delle celebri mentine immerse nelle più popolari bevande gassate per ottenere una vistosa reazione.
Ora quello zampillare di Coca-Cola, quasi fosse la Fontana Magica di Barcellona, è uno zampillare di guadagni per i due pseudoscienziati di quel celebre video, profitti che spartiscono con Google, che ospita i loro clip ufficiali.
La seconda serie dei Mentos Experiment comincia a diffondersi in Rete sotto il titolo di The Domino Effect, una monumentale reazione a catena, con ancora più Mentos e ancora più litri di Coca-Cola Light. Monumentali saranno anche gli incassi pubblicitari, si presume. Tra i top 100 di Google Video, il secondo giorno della messa in Rete, Mentos Experiment è balzato al terzo posto nella classifica, popolarità in crescita, quasi cinque stelline di rating e migliaia di visite.
La prima serie di video era stata ospitata da Revver, la prima piattaforma a consentire ai "filmmaker" di far fruttare i loro video con la pubblicità. I Mentos Experiment, infatti, in alcune loro versioni, terminavano con un link alla pagina di chi aveva acquistato lo spazio pubblicitario. Le entrate si dividevano tra la piattaforma ospitante e i due astuti "scienziati". Ora è Google ad approfittare dell'opportunità pubblicitaria. E le rendite per Grobe e Voltz potrebbero aumentare esponenzialmente, data la popolarità già raggiunta dagli esperimenti, vista la notorietà della piattaforma. Si prevede un redditizio riscontro anche per BigG, dato che il clip, conosciuto, almeno per sentito dire, anche da coloro che non amano sollazzarsi fra video-amenità amatoriali, potrebbe attirare migliaia di visitatori, a cui somministrare "pubblicità by Google".
I due pseudoscienziati, con la prima serie di "esperimenti", hanno guadagnato più di 35mila dollari, già divisi fifty-fifty con Revver. Dal 31 maggio, quando il video è stato pubblicato sulla piattaforma, è stato visto più di cinque milioni di volte. E società come Microsoft, Time Warner, General Electric e Universal Pictures avevano fiutato l'affare ed avevano acquistato il famigerato frame pubblicitario del video, prevedendo che il meccanismo virale, con i suoi rilanci e le condivisioni, potesse far considerare ben spesi i soldi investiti. Ma è diventata Mentos l'esclusiva proprietaria degli spazi, ha lanciato il Mentos Geyser Video Contest, ritenendo che i video fossero, nonostante la preoccupante reazione chimica innescata fra Coca-Cola e la loro caramella, un buon investimento per consolidare l'awareness presso il pubblico. Mentos ha stimato che il valore del passaparola online si aggiri attorno ai dieci milioni di dollari, fra i video originali e gli oltre ottocento emuli di Grobe e Voltz.
Anche Coca-Cola, primo marchio per valore al mondo secondo la classifica di Interbrand, ha approfittato della popolarità del clip e offerto ai due pseudoscienziati di diventare testimonial e di partecipare ad eventi in cui sfoggiare la loro "opera di ingegneria idraulica". Inoltre Coca-Cola, come Mentos, ha invitato i consumatori a mandare i loro video per partecipare al Poetry In Motion Challenge: una mossa astuta, che consente di risparmiare sulle pubblicità create dai prezzolati copywriters, ottenendo video amatoriali che interpretano e aderiscono ai gusti del target.
I video virali assumono sempre più le sembianze di un affare: lo dimostra anche l'iniziativa di Metacafe, un'altra piattaforma che ospita video amatoriali, una delle prime dieci. Ha annunciato pochi giorni fa che offrirà a ogni filmmaker cinque dollari per ogni mille visite al suo video.
I viral video appaiono anche una fucina di giovani filmmaker: United Talent Agency, sta per lanciare una campagna di talent scouting, per rastrellare giovani registi e attori emergenti dal Web.
Il fenomeno dei viral video, e più in generale del viral marketing, sta esplodendo, ed è appiccicoso e persistente quanto l'intruglio aspartamizzato dei Mentos Experiment. Si veda l'esempio del redditizio fenomeno del Numa Numa Boy, che ha iniziato a monetizzare la sua disinvoltura nello scatenarsi nelle danze.
Dalle campagne teaser per la promozione dei film, ai video pubblicitari su Internet, rilanciati anche in tv come pubblicità (celebre il clip ripreso da Kinder, ideato dall'animatore Pierre Coffin) o come fenomeno che emerge della Rete, dagli advergame al blog marketing, questa forma di pubblicità, più di quelle tradizionali, si fonda sul passaparola. Un modo economico ed efficace per incuriosire, per consolidare l'awareness, per conferire alla marca un'aura familiare e ammiccare all'utente, col quale condivide l'uso innovativo dei media.
Non è dato però sapere se il marketing virale in Rete calzi su misura gli intenti delle grandi aziende, e quanto possa durare l'uso di una strategia che, se diventasse di uso comune, forse perderebbe parte del suo appeal.
Di Eli (del 05/11/2006 @ 11:24:03, in Viral Marketing, linkato 3185 volte)
Un altro divertente video virale legato al mondo della birra. Questa volta si tratta della neozelandese Tiger Beer. Il video è stato realizzato da Saatchi & Saatchi New Zealand.
Sempre a proposito di marketing virale e birra vi segnalo questo spettacolare filmato della Bud che, come testimonato dai vari video virali che girano in rete, sembra puntare molto su quesi strumenti.
Via Fluido leggo di questo interessante post sul viral marketing in merito a diversi settori merceologici. Millward Brown ha appena rilasciato uno studio che analizza quali sono i brand “più discussi” tra i consumatori.
La ricerca è stata condotta su un campione di 190.000 consumatori in 21 nazioni diverse, ha per oggetto 2.000 brand globali appartenenti ai seguenti settori di mercato:
birra
fast food
automobili
carburanti
banche
carte di credito
assicurazioni.
Come conferma l’84% degli intervistati, la birra si presta ad essere la tipologia di brand piu’ consigliato agli amici, seguono di poco i prodotti di bellezza per la cura della pelle e del corpo.
Tuttavia dal sondaggio emerge anche che i consumatori non solo discutono dei lati positivi dei brand ma anche di quelli negativi. Ad esempio, Heineken in Inghilterra, occupa una posizione vulnerabile, solo il 25% dei suoi clienti ne parla bene (contro il 40% dei bevitori di tutti i tipi di birra), e più del doppio dei suoi clienti rispetto alle altre marche di birra non la raccomanderebbe.
Le assicurazioni hanno un tasso di “talkability” del 62%, le carte di credito del 55%. Il settore bancario (tradizionale) e quello assicurativo sono quelli che si prestano maggiormente ad essere bersagliati dai commenti negativi della gente, spesso per la scarsa qualità dei loro servizi e prodotti. L’eccezione, in questo settore, è rappresentate dalle banche on-line, che per convenienza, qualità del servizio e orario continuato sono raccomandate positivamente dal 56% dei clienti. (contro il 23% dei clienti di banche tradizionali)
In Giappone, Toyota è raccomandata per qualità e sicurezza dal 65% dei consumatori, Mitsubishi solo dal 2%.
In Germania, Italia, Spagna e Taiwan, Nokia è il brand di cui più si “discute” tra i consumatori.
Le prime 10 word of mouth brands in inghilterra sono: Pret A Manger, Toyota, Café Direct, Monsoon, Douwe Egberts, Samsung, Carte Noire, Virgin Mobile, Nokia.
Un viral video può dirsi vincente nel momento in cui raggiunge almeno la soglia di contagio che viene prestabilita in origine. Per questo motivo gli autori che hanno interesse a rendere efficiente il loro viral video si concentrano su tutti quei fattori che ne incrementano la potenziale diffusione presso il pubblico. Alcuni di questi elementi sono la capacità di destare curiosità, il riferimento a cose, luoghi o persone di particolare interesse, le caratteristiche tecniche del filmato, il fine del video, i soggetti che inizieranno a divulgare il video e la sua reperibilità.
La natura del video è una caratteristica che influenza non poco la sorte dell'intero progetto. Una comunicazione simpatica ma con dichiarati intenti pubblicitari probabilmente tende ad essere meno simpatica, meno interessante e quindi meno efficace di un video che nasce con il solo scopo di far divertire. A riguardo propongo un video ideato e prodotto da Scott Kelby con la partecipazione dell'Associazione Nazionale dei Professionisti di Photoshop senza fini commerciali che riguarda un nuovo modello di iPod, l'iPod flea... Questa divertente parodia ha avuto un enorme successo; per rendersene conto e per comprendere le grandi potenzialità del passaparola è sufficiente digitare "iPod flea" su un qualsiasi motore di ricerca. Il termine iPod flea è un'invenzione dei produttori di questo filmato e tutto ciò che si trova in rete a riguardo è dovuto dalla buona riuscita di questa azione virale. Oltre il fine no-profit dell'iniziativa, il successo è stato determinato anche dal protagonista del messaggio: l'iPod. Tra le parole più cercate su Google nel 2005, oggetto del desiderio per tutti i più o meno giovani d'Occidente, uno degli apparecchi hi-tech più venduti, artefice di aver creato una vera e propria mania, non può che essere lui il soggetto giusto per generare interesse e viralità intorno ad un video. Una scelta simile a quella di Nike con Ronaldinho nel recente spot delle quattro traverse. Se il video è divertente e ben fatto, inseririre un soggetto che riscuote l'interesse di una nutrita cerchia di individui non può che aumentare il numero delle persone che troveranno interessante il video.
Un altro fattore chiave è la strategia di distribuzione, per dirla in termini tradizionali. Bisogna decidere dove inserire i video, e quindi a chi affidare lo sviluppo, almeno iniziale, del passaparola. Il canale dovrà permettere una facile reperibilità al target principale senza però rendere troppo difficoltoso l'eventule accesso ad ulteriori gruppi di utenti. Gli elementi determinanti perchè il video sia percepito positivamente sono la reputazione di cui godono i primi siti, forum o blog in cui comparirà il video ed i primi commenti che accoglieranno il filmato in rete.