Immagine
  mymarketing.it: perchè interagire è meglio!... di Admin
 
"
Errare è umano, ma per incasinare davvero tutto è necessario un computer.

Arthur Bloch
"
 
\\ : Storico per mese (inverti l'ordine)
Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Altri Autori (del 31/01/2011 @ 07:14:04, in Mobile, linkato 2267 volte)

Le aziende italiane si stanno facendo mobili. E’ quanto emerge dall’indagine svolta dalla School of Management del Politecnico di Milano nel 2010, secondo la quale gli investimenti in mobile marketing, in particolare in mobile advertising, hanno visto una crescita del 15% rispetto al 2009.

A incoraggiare lo sviluppo del settore sono stati i formati innovativi: + 200% per il mobile display advertising su applicativi e +100% per il mobile display adv su portali ottimizzati per smartphone. Rilevante anche il contributo dato dal formato Sms, primo a imporsi e ancora capace di attirare l’interesse degli investitori grazie ai progressi fatti dai programmi di geolocalizzazione.

L’analisi sottolinea come le applicazioni stiano vivendo un momento particolarmente felice: tra i primi 100 top spender italiani in advertising, 41 hanno sviluppato almeno un’Applicazione Mobile Brandizzata, per un totale di 58 App nei diversi store e con una crescita del 176% rispetto al 2009. Quello che manca, sottolineano gli analisti del Politecnico, è una strategia che permetta di ottimizzare gli investimenti nel canale.

Via Quo Media

Articolo (p)Link   Storico Storico  Stampa Stampa
 
Di Altri Autori (del 28/01/2011 @ 07:58:14, in Social Networks, linkato 2346 volte)

Facebook credits" è la moneta digitale del social network da un anno. Gli utenti acquistano oggetti da utilizzare in giochi che, per esempio, simulano la vita in una fattoria o in una città. Dove comprano semi, materiali da costruzione, trattori: possono spendere i punti guadagnati nel gioco oppure i "credits", pagati con transazioni elettroniche. E da luglio diventeranno la valuta unica nei giochi e in altre applicazioni.

Per Facebook la moneta digitale è ancora un esperimento: trattiene il 30% su ogni transazione, secondo il modello di iTunes, il software della Apple per gestire le canzoni su ipod. Finora i beni digitali hanno avuto successo soprattutto in Estremo Oriente, per esempio nella chat cinese QQ e nel social network giapponese Gree. Diventano una fonte di ricavi alternativa alle inserzioni pubblicitarie che appaiono nei profili degli utenti, ma in Europa e negli Stati Uniti sono ancora agli esordi. È un mercato stimato globalmente in 835 milioni di dollari l'anno scorso dalla società d'analisi Inside Network.

Alcuni giochi hanno superato le aspettative: in due mesi dal lancio, per esempio, CityVille ha raggiunto cento milioni di utenti. È una sorta di monopoli dove i partecipanti costruiscono una città passo dopo passo. E riuniscono un pubblico di potenziali utenti interessati alle "monete digitali". Sono in corso progetti anche per applicazioni nel commercio elettronico.

La macchina da soldi, però, resta nella pubblicità: l'anno scorso Facebook ha guadagnato dalle inserzioni commerciali 1,86 miliardi di dollari, secondo le stime di eMarketer, spesi soprattutto da piccole e medie imprese. E adesso punta sull'integrazione dei messaggi promozionali con la rete sociale online. Ha appena varato il programma Sponsored Stories: , ad esempio, gli utenti possono vedere nei riquadri pubblicitari (spazi grandi quanto un francobollo accanto ai loro profili) se un amico ha segnalato il suo ingresso in un caffè di Starbucks.

di Luca Dello Iacovo su IlSole24ORE.com

Articolo (p)Link   Storico Storico  Stampa Stampa
 
Di Altri Autori (del 27/01/2011 @ 07:24:34, in Social Networks, linkato 1925 volte)

Twitter è in crescita e conquista utenti, soprattutto negli Stati Uniti. Un’indagine di Experian Simmons DataStream svela che, nonostante gli internauti adulti d’Oltreoceano rappresentino solo una piccola parte degli iscritti al social network, sono comunque i più attivi e propositivi. Twitter, insomma, è un gioco per adulti. Le visite degli over21 al sito di micro-blogging sono aumentate del 37% nel mese di novembre, arrivando a 10 pro capite.

La ricerca si basa sul monitoraggio di 30mila utenti. Secondo gli analisti, la maggior frequenza delle visite sta a dimostrare la necessità di contatti rapidi e ricerche mirate dei post e degli amici interessanti, a sfavore delle lunghe sessioni di navigazione. Il tempo medio speso ad ogni accesso dagli internauti su Twitter.com è sceso a 13 minuti e 12 secondi, due minuti in meno rispetto al novembre 2009.

Un dato in linea con l’uso sempre più rapido e spezzettato della rete dovuto agli accessi dai smartphone e tablet. Secondo il Ceo Dick Costolo, il 40% dei messaggi su Twitter è postato da dispositivi mobili.

Via Quo Media

Articolo (p)Link   Storico Storico  Stampa Stampa
 
Di Altri Autori (del 26/01/2011 @ 07:17:59, in Social Networks, linkato 2021 volte)

È il social network che ha inventato la "pubblicità haiku": gli utenti di Twitter ricevono messaggi promozionali più brevi di un sms. E gli inserzionisti investiranno entro l'anno circa 150 milioni di dollari, secondo le previsioni della società d'analisi eMarketer. A utilizzare i microtesti, per adesso, sono soprattutto colossi come Nissan, Hp e Starbucks che hanno già sperimentato campagne sulle reti sociali online: gli utenti che leggono i messaggi e cliccano sui link che rimandano a vetrine online, blog e forum. Ma twitter punta ad ampliare l'investimento nelle inserzioni da parte di piccole e medie imprese: su Facebook, per esempio, il 60% della pubblicità arriva da aziende locali.
 
Il social network delle comunicazioni simili a post-it ha già vinto molte sfide. Partito appena cinque anni fa, ha convinto anche i fondi di venture capital: ha ottenuto di recente un finanziamento da Kleiner Perkins di 200 milioni di dollari. E ormai da due anni ha conquistato le cronache internazionali durante proteste di piazza, catastrofi naturali, campagne elettorali: i suoi iscritti segnalano in diretta notizie, opinioni, risorse online. E costruiscono su internet uno spazio pubblico che interessa anche la diplomazia.

Philip Crowley è il portavoce del Dipartimento di Stato. Scrive in tempo reale le sue osservazioni con i messaggi telegrafici di Twitter, per esempio: «Ora che i tunisini cercano un futuro differente, la stabilità sociale e politica sono ingredienti essenziali per elezioni credibili». E ancora: «Quella tunisina non è una rivoluzione Wiki. I tunisini sapevano della corruzione da molto tempo. Sono soltanto loro il catalizzatore di un dramma che si sta svolgendo». La protesta nel paese africano è iniziata in dicembre: secondo la rivista online Huffington Post, Twitter ha aiutato la diffusione delle informazioni soprattutto tra gli emigranti che hanno condiviso su internet notizie e link. Catalizzando l'attenzione dei media internazionali. Anche la Corea del Nord ha aperto un canale ufficiale su Twitter: è stato un raro passo verso la comunicazione da parte del regime di Pyongyang e Crowley è intervenuto tra i primi per aprire una conversazione sul microblog.

L'avvio della "Twitterdiplomacy" risale a due anni fa. Durante l'estate del 2009 Jared Cohen lavora al Dipartimento di Stato: gli studenti in Iran scendono in piazza per protestare contro i brogli elettorali e si moltiplicano i "messaggi haiku" che descrivono le manifestazioni in corso. Ma il social network ha in programma di sospendere il servizio per manutenzione tecnologica: ad agosto è una scelta frequente tra le piattaforme software perché, in genere, il traffico online diminuisce. Cohen invia un email allo staff di Twitter: chiede di rimandare gli interventi. In questo modo, il passaparola online tra gli utenti può funzionare senza interruzioni.

Di recente un ricercatore dell'Università di Stanford, Evgeny Morozov, ha ricordato nel suo libro “The Net Delusion" che gli iraniani registrati sui microblog erano pochissimi. Ma ha sottolineato, però, l'impatto nelle discussioni internazionali su stampa, radio e televisioni, alimentate dai messaggi diffusi con i social network.

Crowley dichiara: «Non siamo utopisti sulla tecnologia: comprendiamo che è soltanto uno strumento. Comunque, se si vuole essere rilevanti nel 2011, bisogna comprendere come adoperare il potere della tecnologia».

di Luca Dello Iacovo su IlSole24ORE.com

Articolo (p)Link   Storico Storico  Stampa Stampa
 
Di Altri Autori (del 25/01/2011 @ 07:07:23, in Aziende, linkato 2072 volte)

Un passaggio di consegne inatteso ma nella natura delle cose. E quindi, all'apparenza almeno, logico. Comprensibile. Alcuni analisti americani hanno sintetizzato così la notizia rimbalzata ieri sera da Mountain View (insieme ai dati di una trimestrale ancora una volta molto buona) che vedrà sedersi sulla poltrona di Ceo, a partire dal prossimo 4 aprile, uno dei co-fondatori di Google, il 38enne Larry Page.

Il rimpasto delle alte cariche - l'attuale amministratore delegato Eric Schmidt (55 anni) assumerà la carica di presidente esecutivo, mentre l'altra mente del colosso californiano, Sergey Brin (37 anni), si dedicherà allo sviluppo di nuovi prodotti e soluzioni strategiche – è stato motivato con l'intento di semplificare la struttura manageriale della compagnia, al fine di accelerare il processo decisionale. Il che non significa, almeno questo il messaggio espresso pubblicamente (via Twitter, rimandando al blog ufficiale) da Schmidt, che Page avrà la totale responsabilità delle sorti future di Google. I tre continueranno a concordare le scelte più importanti ma è chiaro anche che, d'ora in poi, la ripartizione dei ruoli al vertice sarà più netta, con il nuovo Ceo chiamato ad occuparsi del "day by day" operativo.

Schmidt, in tal senso, ha dispensato massima fiducia nelle capacità del suo successore - "Larry è pronto", la sua investitura ufficiale - ma fra gli analisti c'è chi si chiede se quest'ultimo abbia realmente i requisiti per guidare un colosso da oltre 24mila dipendenti che oggi spazia a 360 gradi nell'universo delle tecnologie e che fattura oltre 30 miliardi di dollari l'anno. Qualcuno ha sollevato scetticismi anche sulla scarsa capacità di Page di intrattenere grandi platee, come successe per esempio all'edizione 2006 del Ces di Las Vegas, segno forse di una personalità non (ancora) adatta a reggere l'impatto del confronto pubblico e predisposta a sfruttare le fondamentali regole del marketing mediatico. Lo stesso Page è però stato capace di farsi notare e bene quando presentò in anteprima il servizio Street View guidando per le strade di Palo Alto e ripreso da una telecamera installata all'esterno della sua auto.

Le priorità sul suo tavolo sono tante e la prima sembra essere proprio quella di dare continuità a un business che, dal 2004 a oggi (da quando Google è sbarcata a Wall Street), ha conosciuto un crescendo inarrestabile basandosi sull'attività che ha marchiato indelebilmente l'evoluzione del Web: e cioè la pubblicità abbinata ai motori di ricerca. Oggi il titolo della società vale 635 dollari sui listini del Nasdaq e l'obiettivo è ovviamente quello di portarlo a livelli ancora superiori, considerando anche che nel 2010 l'azione ha perso il 4,2%. Page dovrà quindi cavarsela con la finanza e non solo guardarsi da Facebook, la vera grande rivale sul fronte Internet e social media e da Apple, il principale oppositore della casa di Mountain View in campo mobile (smartphone, sistemi operativi e application store). Giocando sulle sfide che attendono l'ex studente modello della Stanford University c'è ovviamente chi si chiede se saprà emulare il suo predecessore, capace di reggere - o per meglio dire vincere - il duello sul fronte dei servizi on line con Yahoo! e Microsoft e catturare la fetta più grande (anche grazie ad acquisizioni mirate come quelle di DoubleClick e AdMob) del business miliardario del Web e mobile advertising.

Android, invece, rappresenta una sorta di prova di maturità per Page. Il sistema operativo che tutti osannano al rango di piattaforma di riferimento prossima ventura in campo smartphone ha già regalato a Google grandi soddisfazioni. Ha superato per numero di utenti gli iPhone negli Stati Uniti accaparrandosi il 26% del mercato (contro il 25% di Apple e il 33% dei BlackBerry di Research In Motion), è considerato la prima scelta da vari produttori di telefonini e tablet (Samsung in testa) e sta pian piano entrando in settori, vedi l'automotive, dove l'hi-tech sta registrando una grandissima crescita. Più Android sarà diffuso, anche nelle Tv (anche se il progetto di Google è partito zoppicando) e nei dispositivi consumer, più Google dovrà essere capace di seguire i produttori, gli sviluppatori, gli utenti e non perdere di vista i margini di profitto in un mercato che si fa sempre più competitivo sotto il profilo dei prezzi (dei prodotti) al consumo. E simile discorso che vale anche per le soluzioni cloud della divisione Enterprise, area dove la società deve dare ulteriore sostanza alle sue velleità di concreta alternativa a Microsoft per ciò che concerne sistema operativi per pc (Chrome Os) e soluzioni di produttività per i professionisti (Google Apps).

Fino a oggi, questo comunque il punto focale della questione, la forza di una società "non convenzionale" (definizione data alla compagnia nel 2004 dallo stesso Page) come Google è stata quella di crescere grazie all'armoniosa co-gestione del triumvirato dirigente. Con Schmidt che si è fatto parzialmente da parte, le cose cambiano e con esse anche il ruolo e le responsabilità (anche di natura finanziaria e legale) di Page. Essere innovatori ed eccellere nello sviluppo dei prodotti è una cosa, tessere le relazioni con il mondo esterno (clienti, istituzioni, partner, governi, si pensi alla questione cinese) è tutta un'altra. E non meno importante sarà un altro compito segnato in agenda, e cioè le scelte di medio e lungo periodo inerenti l'organizzazione operativa della compagnia e la scelta delle figure cui affidare i business strategici. Senza dimenticare un aspetto che non poco ha contribuito a portare Google dove è ora: la capacità di attrarre talenti e di farli convivere al meglio nell'ottica degli obiettivi aziendali. E senza farli scappare alla concorrenza.

di Gianni Rusconi su IlSole24ORE.com

Articolo (p)Link   Storico Storico  Stampa Stampa
 
Di Gianluigi Zarantonello (del 24/01/2011 @ 08:00:00, in internet, linkato 2163 volte)

In questi giorni sto facendo qualche esperimento sull’IPad per capire al meglio le potenzialità dello strumento e una delle prime cose che ho installato è stata l’applicazione Flipboard, che mi avevano consigliato in molti.

Si tratta in sostanza di uno strumento che permettere di organizzare (benissimo) un magazine composto dalle nostre fonti preferite (compresi Facebook e Twitter), sfogliandole, aprendo multimedia, guardando chi le ha condivise e unendosi al volo alla conversazione su Twitter.

La cosa che mi ha colpito molto è che in realtà i contenuti sono quelli già esistenti in altre forme ma la modalità di fruizione li rende completamente diversi in termini di esperienza, rafforzando molto il loro lato social.

Questo mi ha dato alcuni spunti che vorrei condividere con voi:

1) Presupponendo che il web sia morto come dice Anderson questo di tipo di apps confermano l’importanza della costruzione dei propri contenuti e della facilità di messa a disposizione verso terze parti.

2) E’ importante concentrarsi sullo sviluppo di applicazioni proprie (se dotate di valore aggiunto) ma non vanno trascurate le possibilità di trovare spazio all’interno di quelle più ben fatte (e diffuse) di altri. Se non ci saremo noi ci entrerà qualcun altro.

3) La componente sociale che si lega ai nostri contenuti non è più trascurabile: Flipboard a lato di ogni articolo mostra subito tutte le conversazioni e gli sharing generati dallo stesso, non essere in questo dialogo, anche solo per ascoltare, può risultare estremamente pericoloso.

4) E’ impensabile ormai considerare i propri contenuti solo come residenti sui nostri siti e applicazioni: il contenuto deve sempre partire da noi e a noi riportare (non chiudiamo le nostre proprietà!) ma con pochi click chiunque lo può inserire in un altro contesto (reader, Flipboard, Netvibes, iGoogle etc.), senza poi contare laquestione dell’ipertestualità diffusa anche offline. Tanto vale rendere il nostro contenuto già il più bello e facilmente fruibile possibile.

Che cosa ne dite? Certo in Italia siamo ancora un po’ indietro ma non per questo io non guarderei ancora più in là nel futuro…

Gianluigi Zarantonello via internetmanagerblog.com

Articolo (p)Link   Storico Storico  Stampa Stampa
 
Di Roberto Venturini (del 20/01/2011 @ 07:12:52, in Internet, linkato 2286 volte)

A grande richiesta (di quelli che erano in sala) ho pubblicato su Slideshare la mia presentazione fatta in ISTAT allo Statcamp.

Si parla di quanti sono  gli italiani in Rete, incrociando un po' acrobaticamente i numeri con i dati sull'alfabetizzazione e gli skills culturali della popolazione.

Di che farsi venire qualche dubbio sulla matrice (solo) tecnologica del Digital Divide.
Una provocazione, se volete... ma qualche pensiero magari lo fa venire.

(nota: in parte è una traduzione del mio articolo su Apogeo sullo stesso tema, con qualche aggiunta sul tema della "democrazia" della Rete, quindi può essere interessante anche lato e-gov... e politica)

Articolo (p)Link   Storico Storico  Stampa Stampa
 
Di Altri Autori (del 19/01/2011 @ 07:23:55, in Mobile, linkato 2037 volte)

Le app sono ormai una realtà consolidata nell’economia di internet, ma il fenomeno, legato all’espansione del mercato degli smartphone, assumerà proporzioni sempre più grandi. Le applicazioni di ogni genere nel 2010 hanno fruttato 6,8 miliardi di dollari ai negozi digitali, ma nel 2015 genereranno un giro d’affari di 25 miliardi della stessa valuta. Secondo una ricerca di MarketstandMarkets, il settore è in continuo sviluppo e nel prossimo quinquennio diverrà una delle più importanti fonti di guadagno nell’universo e-commerce.

Grande mattatore è Apple, che guida il settore con il suo App Store e i leader di mercato iPhone e iPad. Il negozio online della Mela può contare attualmente sul 20,5% del market share ma, stando alle previsioni, dovrebbe raggiungere il 29,6% nel 2014. La app piacciono, dunque, soprattutto in Nord America, dove si concentra il 41,6% dei guadagni derivati dalla vendita dei software per dispositivi mobili. Ma l’Asia cresce velocemente, e già conta il 36% dei download.

Via Quo Media

Articolo (p)Link   Storico Storico  Stampa Stampa
 
Di Altri Autori (del 18/01/2011 @ 07:28:07, in Internet, linkato 1925 volte)

Stando ai dati raccolti da Nielsen, in Italia il 40% degli internauti di età superiore ai 14 anni si dichiara disponibile a pagare l’accesso ai contenuti di qualità presenti in rete. La percentuale dei favorevoli a film, musica e, in maniera minore, news e programmi tv a pagamento sale al 50% nella fascia 14-44 anni. Si tratta di circa 11,5 milioni di persone.

La ricerca evidenzia il legame diretto tra la crescente propensione alla spesa per i contenuti digitali e un’offerta di contenuti sempre più capillare e con un basso valore unitario. I consumatori preferiscono l’acquisto mirato di contenuti di interesse specifico attraverso micro transazioni.

Via Quo Media

Articolo (p)Link   Storico Storico  Stampa Stampa
 
Di Gianluigi Zarantonello (del 17/01/2011 @ 08:00:00, in Internet, linkato 1813 volte)

In questi ultimi mesi mi sono già occupato varie volte di nuovi paradigmi tecnologici e della loro influenza sul business e sulla società.
In particolare in questi giorni poi ho letto varie notizie che mi hanno portato a tornare su di un tema che avevo toccato qualche tempo fa in più momenti (ad esempio qui e qui), ossia il cloud computing, inteso sia come tecnologia sia come logica.

immagine tratta da Sevensheaven.nl

Trovo molto attuale e affascinante il concetto di poter accedere a dati, applicazioni e contenuti in modo indifferente dal supporto e dal luogo in cui ci troviamo e molti fattori mi sembrano agevolare la diffusione di questo paradigmache per gli addetti ai lavori e’ già realtà.

Un primo fattore e’ senza dubbio losviluppo delle reti mobili e l’abbattimento (finalmente!) deiprezzi per la connessione, unito alcrollo dei costi di storage dei dati (vi ricordate Gratis di Chris Anderson e questa mia presentazione?).

Su questo si innestano le nuove generazioni di dispositivi sempre connessi e le tecnologie che consentono l’ipertestualita’ dei luoghi fisici.
Applicazioni come Dropbox e Evernote rendono poi sempre più vicino e familiare ai consumatori finali il concetto di sincronizzazione di tutti i propri dispositivi.

Il mercato non sta a guardare naturalmente, e l’ultimo esempio in termini di tempo e’ la sfida nel mondo dei libri fraeBooks di Google e Kindle for the web di Amazon, tutta svolta in punta di nuvole.

Se dunque vogliamo dare per morto il web così come lo abbiamo conosciuto e’ in questa direzione che dobbiamo guardare e, per le aziende, il marketing e la tecnologia devono esser pronti alla sfida.
Il nuovo mondo che si svolge sulle nuvole sta per entrare nella vita di tutti, con buona pace di chi pensa che sia ancora presto, certo si deve ragionare seriamente sulla sicurezza ma la via e’ tracciata.
Secondo voi le nostre aziende italiane sono pronte?

Gianluigi Zarantonello via Internetmanagerblog.com

Articolo (p)Link   Storico Storico  Stampa Stampa
 
Pagine: 1 2
Ci sono 2643 persone collegate

< maggio 2024 >
L
M
M
G
V
S
D
  
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
25
26
27
28
29
30
31
   
             

Cerca per parola chiave
 

Titolo
Advertising (109)
Aziende (142)
Blog (11)
Brand (39)
Comarketing (2)
Comunicazione (9)
dBlog (1)
Digitale (36)
eCommerce (45)
Grande Distribuzione (7)
Internet (550)
Marketing (305)
Marketing Ambientale (3)
Marketing non convenzionale (62)
Media (102)
Mercati (84)
Mobile (210)
Permission Marketing (1)
Prodotti (95)
Pubblicità (32)
Pubblicità (88)
Retail (12)
Segnalazioni (45)
Social Networks (379)
Startup (1)
Strategie (59)
Tecnologie (77)
Trade Marketing (1)
Viral Marketing (40)
Web 3.0 (5)

Catalogati per mese:
Novembre 2005
Dicembre 2005
Gennaio 2006
Febbraio 2006
Marzo 2006
Aprile 2006
Maggio 2006
Giugno 2006
Luglio 2006
Agosto 2006
Settembre 2006
Ottobre 2006
Novembre 2006
Dicembre 2006
Gennaio 2007
Febbraio 2007
Marzo 2007
Aprile 2007
Maggio 2007
Giugno 2007
Luglio 2007
Agosto 2007
Settembre 2007
Ottobre 2007
Novembre 2007
Dicembre 2007
Gennaio 2008
Febbraio 2008
Marzo 2008
Aprile 2008
Maggio 2008
Giugno 2008
Luglio 2008
Agosto 2008
Settembre 2008
Ottobre 2008
Novembre 2008
Dicembre 2008
Gennaio 2009
Febbraio 2009
Marzo 2009
Aprile 2009
Maggio 2009
Giugno 2009
Luglio 2009
Agosto 2009
Settembre 2009
Ottobre 2009
Novembre 2009
Dicembre 2009
Gennaio 2010
Febbraio 2010
Marzo 2010
Aprile 2010
Maggio 2010
Giugno 2010
Luglio 2010
Agosto 2010
Settembre 2010
Ottobre 2010
Novembre 2010
Dicembre 2010
Gennaio 2011
Febbraio 2011
Marzo 2011
Aprile 2011
Maggio 2011
Giugno 2011
Luglio 2011
Agosto 2011
Settembre 2011
Ottobre 2011
Novembre 2011
Dicembre 2011
Gennaio 2012
Febbraio 2012
Marzo 2012
Aprile 2012
Maggio 2012
Giugno 2012
Luglio 2012
Agosto 2012
Settembre 2012
Ottobre 2012
Novembre 2012
Dicembre 2012
Gennaio 2013
Febbraio 2013
Marzo 2013
Aprile 2013
Maggio 2013
Giugno 2013
Luglio 2013
Agosto 2013
Settembre 2013
Ottobre 2013
Novembre 2013
Dicembre 2013
Gennaio 2014
Febbraio 2014
Marzo 2014
Aprile 2014
Maggio 2014
Giugno 2014
Luglio 2014
Agosto 2014
Settembre 2014
Ottobre 2014
Novembre 2014
Dicembre 2014
Gennaio 2015
Febbraio 2015
Marzo 2015
Aprile 2015
Maggio 2015
Giugno 2015
Luglio 2015
Agosto 2015
Settembre 2015
Ottobre 2015
Novembre 2015
Dicembre 2015
Gennaio 2016
Febbraio 2016
Marzo 2016
Aprile 2016
Maggio 2016
Giugno 2016
Luglio 2016
Agosto 2016
Settembre 2016
Ottobre 2016
Novembre 2016
Dicembre 2016
Gennaio 2017
Febbraio 2017
Marzo 2017
Aprile 2017
Maggio 2017
Giugno 2017
Luglio 2017
Agosto 2017
Settembre 2017
Ottobre 2017
Novembre 2017
Dicembre 2017
Gennaio 2018
Febbraio 2018
Marzo 2018
Aprile 2018
Maggio 2018
Giugno 2018
Luglio 2018
Agosto 2018
Settembre 2018
Ottobre 2018
Novembre 2018
Dicembre 2018
Gennaio 2019
Febbraio 2019
Marzo 2019
Aprile 2019
Maggio 2019
Giugno 2019
Luglio 2019
Agosto 2019
Settembre 2019
Ottobre 2019
Novembre 2019
Dicembre 2019
Gennaio 2020
Febbraio 2020
Marzo 2020
Aprile 2020
Maggio 2020
Giugno 2020
Luglio 2020
Agosto 2020
Settembre 2020
Ottobre 2020
Novembre 2020
Dicembre 2020
Gennaio 2021
Febbraio 2021
Marzo 2021
Aprile 2021
Maggio 2021
Giugno 2021
Luglio 2021
Agosto 2021
Settembre 2021
Ottobre 2021
Novembre 2021
Dicembre 2021
Gennaio 2022
Febbraio 2022
Marzo 2022
Aprile 2022
Maggio 2022
Giugno 2022
Luglio 2022
Agosto 2022
Settembre 2022
Ottobre 2022
Novembre 2022
Dicembre 2022
Gennaio 2023
Febbraio 2023
Marzo 2023
Aprile 2023
Maggio 2023
Giugno 2023
Luglio 2023
Agosto 2023
Settembre 2023
Ottobre 2023
Novembre 2023
Dicembre 2023
Gennaio 2024
Febbraio 2024
Marzo 2024
Aprile 2024
Maggio 2024

Gli interventi più cliccati

Titolo
Automobili (2)
Bianco e nero (1)
Comarketing (1)
Home (4)
Internet (4)
Prodotti (5)
Pubblicità (5)

Le fotografie più cliccate


Titolo

< /p>


Subscribe to my feed


Google
Reader or Homepage

Add to netvibes



Creative Commons License




02/05/2024 @ 12:28:55
script eseguito in 417 ms