Nel 2019 gli italiani che hanno navigato in rete almeno una volta al mese sono stati 41,6 milioni, per un tempo medio a persona di oltre 104 ore. Nel giorno medio gli utenti connessi sono stati 33,3 milioni per 4 ore e 18 minuti. Questi sono i datiAudiweb powered by Nielsendai quali parto per analizzare l’utenza dei social media (qui i dati dell’anno scorso). L’analisi considera la Total Digital Audience, ossia le persone che accedono da desktop e mobile (smartphone e tablet) al netto delle sovrapposizioni. L’universo riguarda i maggiori di 2 anni per l’audience da Pc e la fascia 18-74 anni per quella da mobile. Dunque è probabile una sottovalutazione dell’impatto dei servizi usati prevalentemente in mobilità dagli under 18.
Utenti dei social media in Italia
A dicembre 2019 la piattaforma social preferita dagli italiani è stataYouTubeche ha raggiunto 36,173 milioni di persone. Naturalmente la tv non lineare di Google non prevede registrazioni quindi è più accessibile rispetto, ad esempio, aFacebook. Nello stesso mese il social network di Zuckerberg ha catturato 35,906 milioni di connazionali. Entrambi in leggero miglioramento, 2,7 punti, rispetto a 12 mesi fa.
Stabile in terza posizioneInstagramche continua a crescere, ma ad un ritmo meno intenso del passato. Riesce a coinvolgere 27,073 milioni di italiani, 15,6% in più anno su anno.
SegueLinkedIncon un’audience di 18,781 milioni di persone(+13,5% in un anno). Un miglioramenteo di tutto rispetto che però, come vedremo, si accompagna ai soliti, irrisolti, problemi di permanenza sul sito.
Ottima performance perPinterestche per il secondo anno consecutivo, e senza clamore, riesce a incrementare il suo pubblico. A dicembre è stato di16,642 milioni di persone, più 35% rispetto al 2018.
La stella nascente èTikTokche ha conquistato in pochi mesi 3,6 milioni di persone, con un tasso di crescita annuale del 388%. Naturalmente si tratta di dati sottostimati perché non comprendono l’audience tipica del servizio ossia i minorenni che lo usano da dispositivi mobili.
Secondo Audiweb cresce ancheTwitterarrivando a superare i 10 milioni (+9%) eSnapchatcon oltre 2,7 milioni (+14%). Anche in quest’ultimo caso ci potrebbe essere una sottostima dovuta alla peculiarità della sua audience. L’unico social in apparente caduta libera èTumblrche registra 2 milioni di visitatori, in calo del 23,5%, a causa della “mala gestio” di questi anni.
Tempo di utilizzo dei social media in Italia
Il social utilizzato per più tempo dagli italiani è Facebook che a dicembre ha toccato le 16 ore e 24 minuti al mese per persona. Segue Instagram che è stato usato in media per circa 7 ore e YouTube che cattura l’attenzione per 6 ore. E’ evidente che gli stimoli che si hanno in un social network simmetrico come Facebook sono la chiave dell’incremento dell’engagement.
Sorprendono per la loro crescita Twitter, con 3 ore e 48 minuti, e TikTok con 2 ore e 45 minuti.
Leggermente sopra i 60 minuti di utilizzo si piazza Tumblr, mentre di poco sotto troviamo Pinterest (53 minuti e 5 secondi) e Snapchat (52 minuti e 45 secondi). La pecora nera dell’engagement è LinkedIn che è stato utilizzato per 37 minuti al mese. Per porre rimedio a questa bassa permanenza sono stati assunti, anche nel nostro paese, due giornalisti col compito di selezionare le notizie quotidiane da mettere in evidenza.
Dando un’occhiata alle modalità di fruizione dei social media emergono due grosse famiglie: i social che sono usati prevalentemente da smartphone e quelli che vengono fruiti anche da desktop (dati medi del 2019 per utenti di età 18-74 anni). Quelli che presentano oltre il 90% di fruzione in mobilità sono Instagram (97%), Twitter (92%), Snapchat (92%), TikTok (91,5%). Quelli con l’utilizzo più alto da desktop sono YouTube (25%), Pinterest (19%) e Tumblr (18%).
In attesa dei vostri commenti vi consiglio, per non perdervi i prossimi aggiornamenti iscrivendovi allanewsletter, di consultare la pagina dell’Osservatorio Social Mediaper le statistiche italiane, la paginaSocial Media Statisticsper le straniere.
Con l’esplosione del web e dei social media, la realtà quotidiana ha ceduto sempre di più il passo alla dimensione virtuale e“finzionale”delle Instagram stories, dei feed Facebook o delle web serie su Youtube.
Stabilire una connessione con audience sempre più distratte, far breccia nel flusso perpetuo delcontent continuumè un’impresa spaventosa persino per il marketer più temerario.
Secondo un recentestudio Ipsos, gli utenti ignorano più della metà degli ads online e impiegano circa tre secondi per decidere se i contenuti proposti siano o meno di loro interesse. Hai più probabilità di far colpo durante uno speed date, insomma.
Ma cosa fa il tuo pubblico quando non ti sta ascoltando?
eCommerce: il lato positivo
Per avere un’idea, è sufficiente prendere in considerazioneun minuto qualsiasi del 2019 su internet: ebbene, in un solo minuto sono stati mandati 41,8 milioni di messaggi Whatsapp/Messenger, guardati 4.5 milioni di video Youtube, creati 2,1 milioni di Snaps etc.
Soprattutto,ed è qui che vediamo spuntare una luce in fondo al tunnel,in quello stesso minuto sono stati spesi 996.956 dollari online, (per un valore annuo di transazioni pari a 693,35 miliardi).
Ora,come fare in modo che i tuoi prodotti facciano parte della metà fortunata chegli utenti notano e magari decidono di comprare?
Un’ottima mossa è "camminare sulle spalle dei giganti", ovvero analizzare le strategie di marketing delle aziende che cavalcano la rivoluzione eCommerce, per comprendere quali sono quelle più adatte alle tue esigenze e ai tuoi obiettivi di business.
Scopriamole insieme.
Integrazione della piattaforma eCommerce con Google Shopping
A meno che tu non sia Coca-Cola, Netflix o Mc Donald’s, è molto probabile che gli utenti siano atterrati sul tuo sito partendo da Google. Quindi, per dare maggiore visibilità ai tuoi articoli online, una buona strategia potrebbe essere quella diintegrare la piattaforma di e-commerce conGoogle Shopping.
Le schede di Google Shopping mettono i tuoi prodotti in cima alle SERP di Google (le pagine dei risultati dei motori di ricerca) consentendoti di raggiungere più facilmente il pubblico target attraverso i PLA (product listing ads),mostrando i tuoi articoli prima ancora che gli utenti abbiano visitato il tuo sito.
AR and VR nelle vendite online
Una delle più grandi barriere all’acquisto dei prodotti online rimane il fatto che i tuoi i clienti non possano vedere o provare gli articoli prima di comprarli.Questo rende difficile, ad esempio, vendere make-up, complementi d’arredo, occhiali e altri accessori. Prodotti per cui le persone hanno bisogno di una “preview” prima di sciogliere ogni indugio.
La realtà virtuale (VR) e quella aumentata (AR) si stanno rivelando i migliori alleati dei brand per superare questa sfida. AziendecomeWarby ParkereSephorahanno lanciato delle app che, attraverso l’AR, consentono ai loro clienti di provare occhiali e make up.
AncheAmazon eIkea usano una tecnologia simile per dare agli shopper la possibilità di testare come i mobili proposti online armonizzerebbero nelle loro case.
Opzioni di pagamento flessibili nell'eCommerce
Se vendi beni di lusso o comunque articoli piuttosto costosi, gli utenti potrebbero essere scoraggiati a finalizzare la conversione per questioni di prezzo. Per scongiurare questo rischio, la tendenza eCommerce più diffusa è quella dioffrire opzioni di pagamento flessibiliattraversosistemi comeAfterpay, Final eAffirm.
Questi servizi frazionano automaticamente il costo degli articoli in più mesi, ammortizzando l’esborso economico dei clienti. In particolare,i rivenditori che offronoAfterpayhanno vistoaumentare i tassi di conversione tra il 20% e il 30%.
Il fattore green nello shopping online
L’87% dei consumatoridichiara d’essere molto più propenso a comprare prodotti e servizi da aziende che dimostrano di tenere in considerazione l’impatto ambientale della loro attività durante ogni fase del ciclo di produzione e distribuzione.
Per venire incontro a questa istanza, negli ultimi tempi, molti brand eCommerce hanno scatenato tutta la propria creatività perridurre gli sprechi del packaging, utilizzando materiali riciclabili. Tra queste, c’èReformationche invia i prodotti in confezioni 100% vegetali e compostabili, invece di utilizzare la plastica.
Molti utenti, cercano già i prodotti di cui hanno bisogno sui social media e magari ricevono feedback dalla loro cerchia online per farsi guidare lungo il processo d’acquisto.
Parliamo diSocial Commerce, una tra le più importanti tendenze future dell’eCommerce.
Gli italiani si confermano sempre più connessi e "maturi" nell'approccio al mondo digitale, con un trend di adozione in crescita per quanto riguarda sia internet in senso ampio, sia le piattaforme social, sia le nuove tecnologie. Questo quanto emerge dal Report Digital 2020 diWe are sociale confermato anche dagliultimi dati Audiweb relativi alla total digital audience 2019.
Stando all'analisi sono infatti quasi50 milioni le persone onlinenel nostro Paese su base regolare, e 35 milioni quelle presenti ed attive sui canali social. In entrambi i casi, si registra un aumento rispetto alla rilevazione del 2019. A seguire un identikit approfondito.
Non è solamente la quantità di persone presenti ed attive a crescere, ma anche il tempo che si sceglie di passare online: spendiamo6 ore connessi ad internet ogni giorno, e 1 ora e 57 minuti sui social, in aumento rispetto al dato rilevato nel 2019, che si era fermato a 1 ora e 51 minuti.
Maturità tecnologica Guardando al livello di "maturità" rispetto alle nuove funzionalità/tecnologie, cresce di 5 punti percentuali rispetto allo scorso anno l'utilizzo diassistenti vocali da mobile o device dedicati(dal 30% al 35%). Un italiano su 12 possiede invece device per lasmart home, mentre triplica (dal 5% al 15%) la penetrazione della categoria deiwearables, siano essi smartwatch o altri dispositivi per il tracciamento dell'attività fisica o della salute in senso ampio. Più indietro, ma forse meno del previsto, l'adozione di dispositivi per larealtà virtuale, in mano al 3% degli italiani.
Privacy e fruizione Più consapevolezza anche su dati temi: più di una persona su due ha infatti espresso preoccupazione per le fake news (52%) e in relazione al trattamento dei dati personali (59%) da parte delle piattaforme e delle aziende. Cresce contestualmente l'utilizzo di strumenti di ad-blocking (dal 35% del 2019 al 40%). Anche se il dato è alla prima rilevazione, inoltre, si riscontrano risultati importanti per quanto riguarda la regolare cancellazione dei cookies (54%) e l’utilizzo di sistemi/app per il tracciamento dello “screen time” sui dispositivi mobili (15%).
Interazione e utilizzo Senza sorpresa, il 98% degli utenti social si connette da dispositivi mobili, ma al netto dei volumi è interessante un dato più qualitativo: siamo infatti anche più coinvolti, in virtù dell'aumento degli utenti che contribuiscono attivamente al dialogo, in crescita dal 74% all'81%.
Se si guarda alle app più usate (a seguire) non è solo il desiderio di rimanere connessi con amici, colleghi, brand preferiti e fonti di ispirazione che tiene gli italiani attaccati ai telefoni, ma anche un'evidente ricerca disvago ed intrattenimento. Guardare video online, seguire vlog, l'ascolto di musica, radio online e podcast sono tutte attività che incrociano intrattenimento edesiderio di crescita personale. A conferma di questo desiderio anche la top 10 delle categorie di app più utilizzate dagli italiani: 5 categorie delle prime 7 sono infatti ascrivibili alla sfera dei social e dell'intrattenimento.
Le piattaforme preferite Nessuno scossone rispetto a quanto riportato l'anno scorso, con YouTube e la famiglia di app di Facebook (WhatsApp, Facebook, Instagram e Messenger, nell'ordine) saldamente nella top 5. Ed è proprio Instagram la piattaforma che registra la crescita più evidente, dal 55% al 64%. In forze anche Pinterest, che vede un salto dal 24% al 29% anche in Italia, in parallelo ad una crescita globale anche in virtù di una serie di migliorie. Crescono di un paio di punti percentuali ciascuno anche Snapchat, Twitter, WeChat, Reddit: sono tutte piattaforme molto diverse tra loro ed è interessante notare come la crescita sia diffusa, indicatore di “salute generale” della categoria e non solo di alcune nicchie specifiche.
Qual è l'approccio alla gestione del denaro da parte dei giovaninativi digitali(Generazione Z o "Greta" che dir si voglia) e degli ormai sempre più adultiMillennial(o Generazione Y che dir si voglia)? A rispondere è un'analisi effettuata dall’Ufficio Studi diHype, la soluzione di banking digitale, che ha messo a confronto i due cluster su questi temi sulla base dei propri dati (70mila clienti under 18 e 500mila Millennial).
Monitoraggio costante via mobile. Primo dato significativo è la frequenza giornaliera di accesso all’app: 0,68 volte al giorno per i giovanissimi della Generazione Z e 0,57 volte per i Millennial. Una differenza che pare infinitesimale, ma che in realtà fa da chiaro indicatore di come i giovanissimi ricorrano con maggiore naturalezza alla propria mobile bank.
Accredito e pagamento abituali.Cresce del +214% il numero dei Millennial che ha accreditato il proprio stipendio su Hype nel 2019 rispetto all’anno precedente, mentre la Generazione Z, pur non avendo un’entrata fissa, presumibilmente ricorre all’app per ricevere la «paghetta» dai propri genitori. Il 70% degli under 18 utilizza infatti l’app per ricevere abitualmente denaro. Le principali voci di utilizzo di Hype mostrano come entrambe le generazioni abbiano comportamenti simili, con una spiccata propensione all’utilizzo della soluzione come abituale strumento di pagamento.
Le voci di spesa principali. A far la parte del leone per entrambi i target sono gli acquisti pressoi negozi al dettaglio. Spicca l’importante peso specifico degli acquisti relativi ad abbigliamento ed accessori, che caratterizza maggiormente il cluster della Generazione Z (11,8% della spesa, rispetto a un più limitato 5,78% dei Millennials). Al secondo posto si posizionano gli acquisti relativi alfood, che evidenziano una significativa differenza di comportamento tra generazioni, in linea con le diverse età: mentre i giovanissimi della Generazione Z mostrano una maggiore propensione al consumo di cibo fuori casa (spendono l’8,71% in ristoranti, il 3,78% in fast food), la Generazione Y sceglie sì in maniera significativa la ristorazione (7,39% ristoranti), ma bilanciata da un 6% di spesa per alimentari in gdo (la Generazione Z si ferma a 3,43%).
Per cosa si risparmia. Guardando al “salvadanaio virtuale” dell'app, che consente l’accantonamento progressivo di cifre destinate ad una finalità preimpostata, emergono come diametralmente opposte, tra i due target, le finalità legate agli accantonamenti a medio termine. Per la Generazione Z il principale obiettivo di risparmio riguarda l’acquisto diprodotti elettronici o software, quindi un investimento sul patrimonio tecnologico personale, mentre i Millennial sono più orientati verso il consumo “analogico”, presentando come principale voce di risparmio la categoria“veicoli e trasporti”, con un peso relativamente significativo anche della voce “viaggi e vacanze”. Questo dato può essere spiegato dalla maggiore autonomia e libertà di movimento dei Millennial, ma anche da un loro forte desiderio di svago off-line, mentre la Generazione Z tende sempre più a far rientrare nell’orbita della tecnologia anche il proprio tempo libero.
Sono passati circa 6 mesi da quandoInstagramin Italia ha deciso di sperimentare la "sparizione dei like", ovvero ha scelto di nascondere agli utenti la possibilità via mobile (non da pc) di visualizzare il numero di "cuoricini" guadagnato dai post altrui. Un'iniziativa che almeno in parte ha lo scopo dispingere le persone a pubblicare più contenuti, evitando l'effetto "scoraggiamento" derivante dal basso consenso pubblico (come avviene invece probabilmente su Facebook, dove i contenuti privati sono calati dai tempi d'oro).
Ma quali sarebbero state, ad oggi, le conseguenze di tale decisione?Prova a rispondere con un'analisi Buzzoole nel suo Osservatorio sull’influencer marketing. Ecco a seguire i risultati.
Cresce il numero di interazioni medie L'Osservatorio ha considerato due intervalli temporali, il primo dal 15 maggio al 15 luglio 2019 (prima dell’oscuramento) e il secondo dal 25 settembre al 25 novembre 2019. Il campione di post analizzati è di utenti italiani che nei due periodi hanno utilizzato gli hashtag della trasparenza (#ad, #sponsored, #fornitoda ecc…). Nel primo arco temporale sono state registrati 20,7 milioni di like prodotti da 15 mila contenuti, mentre nel secondo 56,4 milioni con 36 mila post. Per poter comparare i dati dei due periodi si è optato di utilizzare l’indice like per post così da avere il dato medio per post. Contrariamente alle attese, il risultato è stato un aumento di interazioni medie del 13,68%.
Le differenze per settore L'Osservatorio ha posto l’attenzione su quattro settori che fanno molto leva sull’influencer marketing: fashion, beauty, accessories e food. Sono stati etichettati i primi 200 post con più engagement per ogni categoria, assegnando ad ognuno un tag in base al settore di competenza. I due settori più attivi,l’abbigliamento e la cosmesi, non hanno subito alcuna ripercussionein termini di engagement dal test. In particolare, sui post dei fashion influencer sono stati riscontrati in media 3.600 like per post in più, un incremento del 6,33%. Più basso l’incremento dei beauty creator 3,2% con 1.400 cuori in più rispetto al periodo precedente. Tutt’altro trend per i post dei settoriaccessories e foodche vedono unleggero decremento delle prestazioni medie. Il maggior calo di performance si ha dai post che sponsorizzano accessori (-2,98% ossia -1700 like per post), e alimenti (-1,77% pari a 871 interazioni medie).
Non resta che da attendere un ulteriore sviluppo e monitoraggio del trend, che per il marketing per ora sembrerebbe non aver avuto conseguenze significativamente negative.