Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Continua a crescere il numero degli internauti in Cina. Secondo gli ultimi dati pubblicati dall’Ufficio informazioni del Consiglio di Stato, sono oggi 500 milioni gli abitanti della Repubblica popolare ad avere accesso al web (circa il 40% totale della popolazione). Un numero impressionante che costituisce il mercato virtuale più importante al mondo.
Via Quo Media
Dati significativi emergono da una ricerca che fotografa il ruolo degli smartphone nella vita degli italiani elaborata da Ipsos MediaCT in collaborazione con Google, il colosso del web sempre più interessato al mondo mobile come dimostra il recente acquisto di Motorola.
Andando nello specifico, la ricerca evidenzia che ben oltre la metà dei 20 milioni di utilizzatori difficilmente si separa dal proprio smartphone e lo utilizza ovunque: in casa, fuori casa e in ufficio.
E spesso lo consulta in parallelo con altri media: mentre ascolta musica (47%) o guarda la tv (32%) e nel 30% dei casi persino quando naviga su Internet con un altro dispositivo. Che rapporto lega gli italiani alle app? Secondo l’indagine, quelli dotati di smartphone possiedono in media 19 applicazioni, di cui 4 sono state acquistate. Ogni mese ne utilizzano 7 con una certa frequenza e il trend è in crescita: il 39% degli intervistati è convinto infatti che incrementerà l’utilizzo nei prossimi 12 mesi.
Altro dato è quello, incredibile, relativo al volume di ricerca con un +224% sul 2010. Il 53% degli intervistati effettua quotidianamente ricerche dal proprio smartphone, il 29% ogni settimana. Lo smartphone sta inoltre diventando sempre più centrale del processo d’acquisto, tanto che si vanno sempre più intensificando le sperimentazioni di pagamento con questo mezzo. Secondo i dati, il 23% dei possessori ha dichiarato di aver già effettuato un acquisto via mobile. Un dato non troppo distante da quello registrato negli Stati Uniti, Gran Bretagna e Germania e superiore alla media
Via Quo Media
Che cosa sta diventando Facebook? Le più grandi novità del social network, che ormai conta tra i suoi iscritti quasi 800 milioni di persone, da qualche anno vengono annunciate durante l'F8 di San Francisco da Mark Zuckerberg. Studente con la felpa quando nel 2003 in una stanza di Harvard ha messo online la bozza di quello che sarebbe rapidamente diventato un fenomeno planetario; imprenditore, leader e miliardario, sempre con la felpa, oggi.
Come capacità di creare attesa e suscitare riflessioni sulle conseguenze dei suoi annunci Facebook, oggi, è seconda soltanto a Apple. Le ultime novità introdotte da Zuckerberg continuano un percorso evolutivo che in pochi anni ha avuto enorme successo, trovando la formula per aumentare oltre ogni previsione le iscrizioni.
Il social network è riuscito nell'impresa di uscire da Harvard, arrivare nelle università americane, poi europee e così via fino a diventare quasi un dato di fatto per ogni giovane in mezzo mondo. Per coinvolgere sempre più persone ha fatto in modo che le occasioni di aggiornamento sugli altri fossero sempre di più. Prima le notizie, sulla propria bacheca, poi lo status, le foto, i video. Molte di queste modifiche, una volta introdotte, hanno suscitato minacce di abbandono da parte degli utenti.
Così non è stato. L'introduzione delle foto in particolare ha fatto fare un salto di iscrizioni senza precedenti. Tutti potevano vedere dov'era l'amico in vacanza e scrivere un commento sotto la foto. Lo sviluppo della tecnologia mobile ha permesso di essere sempre connessi e una piattaforma dove aggiornare chiunque in tempo reale è una tentazione troppo forte.
Il percorso è proseguito con Open Graph ad aprile 2010. E' stata una vera svolta e ha gettato il seme delle novità introdotte da Zuckerberg giovedì. Il "grafo aperto", in parole povere, è l'estensione della piattaforma e della rete di contatti di Facebook fuori da Facebook. Ce ne siamo accorti quando milioni di pulsanti "Like" sono usciti dal social network addobbando altrettante pagine web. Per diverse settimane è montata una violenta polemica sul modo in cui venivano trattati i dati personali. Si è parlato di abbandono in massa, ma in quei giorni gli iscritti erano 400 milioni, oggi sono quasi il doppio.
Il cuore del progetto di Zuckerberg è la piattaforma. La timeline - una delle novità appena annunciate - permetterà di avere la storia della propria vita in digitale. Sostituisce l'anteprima delle foto che troviamo oggi su ogni profilo. Inserisce la memoria grazie a un software. E dai primi commenti in rete sembra piacere agli utenti. Ma soprattutto, l'arrivo di applicazioni di ogni natura (fino a oggi erano soprattutto giochi), musica, film, giornali, con la possibilità di vedere in tempo reale non solo che cosa piace, ma anche che cosa ascolta, che cosa legge, e così via, un nostro amico.
Viene spinta l'interazione in tempo reale. E fatto un passo in più verso una trasformazione della rete di cui si parla da tempo. Il web semantico. E cioè il passaggio dalle informazioni cercate con un algoritmo, sul modello di Google, a una ricerca che contempli anche il significato. Lo sviluppo del web sociale rende il concetto di semantico molto legato al significato che le informazioni hanno per la persona che "avvia" la ricerca. Il mondo di Facebook, così come annunciato da Zuckerberg, è un mondo digitale dove vedi il film perchè in quel momento lo sta guardando un tuo amico, magari uno con cui condividi la stessa passione. E' un informazione piena di valore per l'utente.
Di tanto in tanto ci si chiede se Facebook sia una moda passeggera o qualcosa di più. Nel digitale cambia tutto alla velocità della luce, ma sembra che la risposta sia la seconda. Google ha capito che l'universo esplorato da Zuckerberg non può essere trascurato e, dopo alcuni goffi tentativi, con Google Plus ha lanciato una sfida che ha tutte le caratteristiche per essere seria. Solo che trovare un motivo per uscire da Facebook sta diventando davvero difficile.
di Luca Salvioli su IlSole24ORE.com
Una sola versione per tablet e smartphone. È questo il messaggio chiave che Google sta lanciando alla community degli sviluppatori in vista del prossimo rilascio del software development Kit della prossima versione di Android, conosciuta col nome di Ice Cream Sandwich.
Sul blog dedicato proprio agli sviluppatori della piattaforma Android si legge infatti che Ice Cream Sandwich supporterà schermi grandi, schermi piccoli e tutto quanto sta nel mezzo e manterrà la stessa versione qualunque sia la dimensione dello schermo.
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Burberry si associa con Twitter per creare la prima sfilata Tweetwalk mai realizzata, dove verrà presentata in anteprima la collezione Primavera/Estate 2012 con immagini dal backstage in diretta da Hyde Park a Londra. Ogni look sarà condiviso prima che le modelle salgano in passerella, consentendo ai follower di vedere i momenti della collezione prima di chiunque altro.
“Siamo emozionati per la creazione della prima sfilata Tweetwalk mai realizzata in partnership con Twitter” ha commentato Christopher Bailey, chief creative officer di Burberry. “Twitter è istantaneo, e a me piace l'idea che si possa trasmettere una sfilata in streaming in molti modi diversi”. Le immagini potranno essere visualizzate completamente utilizzando la nuova funzionalità media gallery photo di Twitter.
Via Quo Media
Nel mese di giugno gli utenti di internet hanno visto su Facebook mille miliardi di pagine. Diventa una cifra difficile da immaginare: per esempio, avrebbero impiegato 16 miliardi di minuti se avessero dedicato soltanto un secondo per visualizzare ogni pagina. È l'equivalente della visione di circa 133 milioni di film da due ore nell'arco di un mese. E supera di dieci volte la cineteca online di YouTube dove sono accessibili video di musica, film e spettacoli televisivi. A rilevarlo è stato il network AdPlanner di Google attraverso i suoi strumenti per la gestione di campagne promozionali.
Ma tra i primi dieci in lista emergono altre piattaforme dove l'interazione tra le persone alimenta la condivisione di filmati, immagini, testi, idee. È quinta l'enciclopedia Wikipedia costruita a partire dalla collaborazione tra gli utenti che nella "top ten" risalta come l'unica a non essere associata con strumenti per generare ricavi economici, ad esempio la pubblicità: viene finanziata attraverso donazioni e supportata da volontari.
articoli correlatiIl trading di oggi è social: si impara su Facebook, Twitter e Youtube La chat Msn, invece, è al sesto posto con 18 miliardi di pagine viste in un mese, seguita da Blogspot dove gli utenti scrivono post e alimentano discussioni. Raggiunge la decima posizione la chat QQ, dedicata soprattutto a iscritti di lingua cinese: diventa un ponte digitale tra Pechino e le sue comunità nel mondo. Assente dalle rilevazioni, invece, il motore di ricerca Google.
di Luca Dello Iacovo su IlSole24ORE.com
Da qualche settimana è disponibile The Sim Social, versione Facebook del ben noto videogioco The Sims. EA Games, gli stessi produttori del gioco originale hanno pensato di realizzare la versione social del gioco, permettendo ai giocatori di interagire con i contatti di Facebook per creare interazioni sociali decisamente avvincenti.
Stando ai dati di ieri diffusi da AppData, The Sim Social è il secondo gioco per numero di giocatori su Facebook, con 9,3 milioni di utenti. Davanti in classifica ha City Ville di Zynga, che abitualmente ha 14 milioni di giocatori, mentre ha superato Farm Ville. The Sim Social rimane il gioco con la più alta crescita di giocatori nell’ultima settimana, e secondo molti a breve avverrà il sorpasso in vetta alla classifica.
Via Quo Media
II dato si riferisce a uno studio condotto su scala internazionale che non ha contemplato l'esperienza dei consumatori italiani ma è comunque un interessante parametro per capire come, in linea generale, stanno cambiando le abitudini degli utenti per ciò che concerne l'intrattenimento con il "piccolo" schermo. Ebbene se l'80% del campione di 400 milioni di persone consultate dal "TV & Video Consumer Trend Report 2011" elaborato dal ConsumerLab di Ericsson continua a fruire della televisione tradizionale più di una volta a settimana, oltre il 44% ha dichiarato di guardare con la stessa frequenza programmi televisivi on demand, direttamente sul Web.
L'assunto di come la fruizione di contenuti televisivi sia oggetto di una trasformazione non ipotizzabile fino a un decennio fa arriva da Anders Erlandsson, Senior Advisor del centro di ricerca della società svedese: "i consumatori accedono sempre più spesso sia all'offerta tradizionale che a quella proposta via Internet on demand. La Rete non ha avuto quindi un impatto negativo sulla Tv e il video come invece è accaduto per la carta stampata, ma ha semplicemente dato la possibilità di accedere a contenuti televisivi attraverso modalità nuove". Il Web, in altre parole non ha ucciso la Tv ma ne sta condizionando il ruolo di strumento di entertainment, soprattutto per quelle classi di utenza (i giovanissimi per esempio) che hanno un rapporto molto stretto con Internet.
Non a caso, dice ancora lo studio Ericsson, l'utilizzo dei social media sta influenzando il modo in cui i consumatori guardano la televisione e nello specifico supera il 40% la percentuale di intervistati che ha affermato di consultare Facebook, Twitter e simili durante la fruizione di programmi Tv attraverso smartphone e tablet. E non sono pochi coloro che durante la visione inviano Sms o pubblicano post e commenti in Rete aventi per oggetto reality show o eventi sportivi. L'intrattenimento televisivo assume quindi forme diverse e complementari fra loro, spinge in direzione di una qualità visiva superiore - aspettativa che, a detta dello studio, risulta più importante della disponibilità del 3D e dell'accesso alle applicazioni - e soprattutto di una maggiore capacità di interazione fra l'utente e il dispositivo.
Il desiderio di personalizzare il proprio palinsesto, argomento sul quale spingono molto tanto i broadcaster quanto i produttori di televisori dotati di piattaforme "smart tv, si conferma essere in crescita in considerazione del fatto che i consumatori hanno mostrato una maggiore propensione rispetto al passato a pagare per contenuti inediti, come per esempio, la possibilità di accedere attraverso la Tv ai film in prima visione presenti ancora nelle sale cinematografiche.
L'idea di vivere l'esperienza del cinema a casa sembra essere in definitiva più radicata, e la prevista diffusione delle Tv 3D dentro le case non farà altro che accelerare questa tendenza. Certo ci saranno sempre differenze di abitudini da Paese a Paese. Oggi, tanto per fare un esempio, il tempo speso dagli utenti per fruire di contenuti televisivi e video in genere supera le 25 ore settimanali ma solo il 28% dei programmi visti è on demand; in Spagna, per contro, i contenuti on-demand rappresentano il 44% del totale dei programmi fruiti.
di Gianni Rusconi su IlSole24ORE.com
Fino a ieri c’era il cellulare, buono solo per telefonare, mandare messaggi e – tutt’al più – scattare foto. Poi venne lo smartphone e l’utente medio capì che poteva chiedere molto, molto di più al suo prezioso alleato digitale.
Già, ma quanto di più? Forse un po’ troppo. Una ricerca condotta da Compuware, società che si occupa di soluzioni It aziendali, rivela che le aspettative degli utenti rispetto alla nuova generazione di dispositivi mobili sono forse superiori alle reali opportunità.
Lo studio, intitolato What Users Want from Mobile, ovvero Cosa vogliono gli utenti dalla mobilità, mette in luce un dato su tutti: l’esperienza Web in mobilità non è ancora paragonabile a quella offerta sul PC.
È soprattutto sul piano prestazionale che gli utenti si dichiarano poco soddisfatti: quasi la metà degli intervistati (il 46%) rivela infatti di accedere molto più lentamente al Web dai propri telefonini.
Una vera delusione, considerato che chi si avvicina al mondo dei cellulari di nuova generazione lo fa con ben altre speranze: quasi il 60% degli utenti dichiara di aspettarsi di accedere a un sito dal proprio dispositivo mobile in tre secondi o meno e il 74% di essi sono disposti ad aspettare 5 secondi (o meno) per l’apertura di una pagina web, prima di abbandonare il sito.
Non va meglio sul versante delle applicazioni: il 50% di chi le usa è disposto ad attendere solo 5 secondi prima di mollare il colpo.
La colpa, se di colpa si può parlare, non è ovviamente solo dei dispositivi in quanto tali, ma di tutto l’ecosistema della mobilità che comprende al suo interno le reti e le strategie aziendali. Su quest’ultimo fronte, in particolare, c’è in molti casi una scarsa consapevolezza dei rischi cui vanno incontro le società che trascurano la loro “vetrina mobile”.
Gli utenti, sottolinea la ricerca, non sono disposti ad accedere per due volte consecutive a un sito (il 78%) o a un’applicazione (ben l’80%) che non funzionino al primo colpo sul proprio smartphone; in quel caso, un terzo di loro andrà sul sito di un concorrente.
di Roberto Catania su Panorama.it
Più di mezzo secolo di tubo catodico e poi in 10 anni plasma, Lcd e Led. In meno di cinque, televisori Hd ready poi Full Hd e dall'anno scorso 3D come se piovesse. Una accelerazione tecnologica, un'invasione di sigle e promesse che può stordire, anzi che ha stordito. In primis i consumatori che ancora oggi non hanno capito bene la differenza tra Hd e Full Hd e prima di indossare occhialini per il 3D vogliono quantomeno sapere cosa potranno apprezzare in tre dimensioni.
Poi i produttori di contenuti a cui viene chiesto di investire in attrezzatura per la stereoscopia e competenze senza la garanzia di sicuri canali di sbocco. In passato, funzionava così: prima arrivavano il nuovo hardware, i televisori con le novità tecnologiche (ad esempio i primi tv a colori o gli schermi per l'alta definizione), il battesimo veniva affidato al grande evento (Mondiali oppure Olimpiadi) e a seguire sarebbero arrivati film, trasmissioni e giochi a premi. Nel caso del 3D i tempi sono stati troppo stretti e la crisi dei consumi mai come quest'anno si è fatta sentire. Secondo Gfk, in Europa le vendite sono calate nei primi sei mesi dell'anno del 14 per cento. A fine anno la flessione potrebbe peggiorare, anche perché il 2010 è stato un anno fuori dall'ordinario.
Senza Mondiali di calcio, incentivi e contenuti in 3D di livello, sarà impossibile bissare i risultati dell'anno scorso. Eppure, i produttori dicono di crederci. Secondo Francesco Leveque, marketing manager Tv di Samsung Electronics Italia, «il 3D, si sta allargando anche a videoproiettori, fotocamere, videocamere e non risulta più cosa "strana" agli occhi dei consumatori. Molti anzi si aspettano questa funzionalità in prodotti ad alto contenuto tecnologico». Ottimista anche il numero uno di Lg: «La carenza di contenuti 3D ha influito negativamente nella vendita di tv, ma le nostre previsioni sulle vendite di tv 3D confermano questa tendenza, con un incremento medio annuo del 52% fino al 2015».
Oggi però il 3D, per quanto in crescita, in Italia rappresenta il 4% delle vendite (il 10% in valore). Una nicchia, quindi. Migliori le prospettive per il nuovo mantra santificato all'Ifa di Berlino come e quanto il 3D: la smart tv, cioè internet dentro i televisori. L'idea è di portare sullo schermo casalingo quell'internet che da alcuni anni toglie minuti alla tv generalista. Da qui, l'intuizione di portare YouTube, Facebook, Twitter, app store e contenuti on demand. Ma anche in questo caso i contenuti anche se non sembra sono da inventare. Ad esempio è tutta da dimostrare l'appeal di una condivisione familiare dei social network. Aprire Facebook in salotto davanti a mamma e papà potrebbe creare qualche imbarazzo.
Così come non è affatto detto che YouTube abbia tempi e ritmi per un consumo pubblico. Su internet siamo multitasking e poco avvezzi ai compromessi. Diverso il discorso per le applicazioni che hanno contribuito al successo di smartphone e tablet. Qui c'è un tema di interfaccia che ancora deve essere affrontato. Parte del successo delle app è legato alla fruizione tattile. Interagire con il telecomando non è immaginabile. Esistono penne e funzioni touch, qualche produttore spinge per tastiere wireless, Lg ha inventato un dispositivo (Magic motion) simile al controller della Wii che trasmette i movimenti sul video. Ma probabilmente anche per le app serviranno contenuti nuovi e adatti alla tv.
E sopratutto uno standard comune. Sharp, Lg, Philips e Loewe sono d'accordo per sviluppare insieme una piattaforma. Samsung che è il leader di mercato corre da sola con oltre un migliaio di app. Il rischio è l'ennesima guerra di standard che terrà inchiodati questa volta solo gli sviluppatori di software.
di Luca Tremolada su IlSole24ORE.com
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