II dato si riferisce a uno studio condotto su scala internazionale che non ha contemplato l'esperienza dei consumatori italiani ma è comunque un interessante parametro per capire come, in linea generale, stanno cambiando le abitudini degli utenti per ciò che concerne l'intrattenimento con il "piccolo" schermo. Ebbene se l'80% del campione di 400 milioni di persone consultate dal "TV & Video Consumer Trend Report 2011" elaborato dal ConsumerLab di Ericsson continua a fruire della televisione tradizionale più di una volta a settimana, oltre il 44% ha dichiarato di guardare con la stessa frequenza programmi televisivi on demand, direttamente sul Web.
L'assunto di come la fruizione di contenuti televisivi sia oggetto di una trasformazione non ipotizzabile fino a un decennio fa arriva da Anders Erlandsson, Senior Advisor del centro di ricerca della società svedese: "i consumatori accedono sempre più spesso sia all'offerta tradizionale che a quella proposta via Internet on demand. La Rete non ha avuto quindi un impatto negativo sulla Tv e il video come invece è accaduto per la carta stampata, ma ha semplicemente dato la possibilità di accedere a contenuti televisivi attraverso modalità nuove". Il Web, in altre parole non ha ucciso la Tv ma ne sta condizionando il ruolo di strumento di entertainment, soprattutto per quelle classi di utenza (i giovanissimi per esempio) che hanno un rapporto molto stretto con Internet.
Non a caso, dice ancora lo studio Ericsson, l'utilizzo dei social media sta influenzando il modo in cui i consumatori guardano la televisione e nello specifico supera il 40% la percentuale di intervistati che ha affermato di consultare Facebook, Twitter e simili durante la fruizione di programmi Tv attraverso smartphone e tablet. E non sono pochi coloro che durante la visione inviano Sms o pubblicano post e commenti in Rete aventi per oggetto reality show o eventi sportivi. L'intrattenimento televisivo assume quindi forme diverse e complementari fra loro, spinge in direzione di una qualità visiva superiore - aspettativa che, a detta dello studio, risulta più importante della disponibilità del 3D e dell'accesso alle applicazioni - e soprattutto di una maggiore capacità di interazione fra l'utente e il dispositivo.
Il desiderio di personalizzare il proprio palinsesto, argomento sul quale spingono molto tanto i broadcaster quanto i produttori di televisori dotati di piattaforme "smart tv, si conferma essere in crescita in considerazione del fatto che i consumatori hanno mostrato una maggiore propensione rispetto al passato a pagare per contenuti inediti, come per esempio, la possibilità di accedere attraverso la Tv ai film in prima visione presenti ancora nelle sale cinematografiche.
L'idea di vivere l'esperienza del cinema a casa sembra essere in definitiva più radicata, e la prevista diffusione delle Tv 3D dentro le case non farà altro che accelerare questa tendenza. Certo ci saranno sempre differenze di abitudini da Paese a Paese. Oggi, tanto per fare un esempio, il tempo speso dagli utenti per fruire di contenuti televisivi e video in genere supera le 25 ore settimanali ma solo il 28% dei programmi visti è on demand; in Spagna, per contro, i contenuti on-demand rappresentano il 44% del totale dei programmi fruiti.
di Gianni Rusconi su IlSole24ORE.com