Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Con il passare degli anni il web diventa sempre più al femminile: sono in aumento le donne che si dilettano navigando sul web. Pur non essendo ancora una percentuale schiacciante quella delle internaute, a oggi il 35% delle donne utilizza regolarmente internet per svolgere attività di vario tipo.
A dirlo è stata una ricerca condotta dall’associazione Donneuropee-Federcasalinghe, Esperya.com e La Feltrinelli.it, che hanno confrontato i dati Istat e Nielsen con quelli contenuti all’interno del proprio database.
Nel 2007 il 31,7% delle donne utilizzava internet in modo regolare, mentre gli uomini erano il 42,3%. Pur non essendo frequentatrici assidue della rete è interessante constatare che l’85% degli accessi “rosa” sono da ricollegarsi ad attività sociali come mandare e ricevere email (72,6%), ricercare informazioni (58,9%), apprendere nozioni varie (53,2%), cercare offerte di viaggi (43,3%), leggere giornali (39,3%).
A collegarsi alla rete sono comunque donne di età compresa tra i 18 e 20 anni (73,3%), segue la fascia tra i 15 e i 17 anni (72,2%), quella tra i 20 e i 24 (69,8%) e infine quella tra i 25 e i 34 anni (53,6%). Per quanto riguarda l’attività professionale, utilizza abitualmente internet il 40,3% delle donne lavoratrici, il 18,6% delle studentesse e l’8% delle casalinghe. Il fenomeno dell’e-commerce nel 2007 aveva un valore di 4,868 miliardi di euro così distribuiti: turismo (48,7%), tempo libero (15,4%) e elettronica di consumo (13,4%).
In Italia sono stati eseguiti circa 23 milioni di ordini online: il 22,7% degli italiani nel 2007 ha utilizzato la rete per acquistare merci o servizi per uso privato, di cui il 27,2% uomini e il 17,2% donne.
La carta di credito rimane lo strumento di pagamento preferito per gli acquisti online con circa il 43% degli intervistati. Rispetto allo scorso anno, la tendenza vede un aumento del pagamento alla consegna (30%, rispetto al 24% dello scorso anno).
Tra i motivi della sfiducia verso il pagamento con carta: la preferenza ad acquistare di persona (52,3%), l'assenza di bisogno (43,8%), i problemi di sicurezza legati alla carta di credito (23,1%), la mancanza di fiducia (14,8%).
Via Quo Media
La televisione, in formato Web beninteso, si guarda con il Messenger, con il sistema di messaggistica targato Microsoft. Ed è un nuovo canale tv che parte già con 12,5 milioni di utenti. Il colosso di Redmond ha lanciato in Europa la Messenger Tv che abbina la visione dei video e le conversazioni su Windows Live Messenger. Il progetto, è bene sottolinearlo, nasce dalla creatività del team italiano.
Gli di utenti italiani di Windows Live Messenger avranno la possibilità di guardare e commentare i loro video preferiti "in compagnia" dei loro contatti: una nuova modalità di interazione e condivisione. L'offerta di contenuti comprende l'intero catalogo di clip di Mns Video, il canale gratuito di video del portale Msn. Per l'occasione, inoltre, Microsoft ha stretto una partnership con Mtv Italia: gli utenti avranno così a disposizione i migliori programmi locali del canale musicale più amato dai giovani di tutto il mondo, da "Very Victoria" a "Loveline", fino al nuovissimo "Stasera niente Mtv" con Ambra Angiolini.
Oltre a Mtv, la nuova Messenger tv beneficerà delle altre partnership di qualità strette da MsnVideo. Grazie al recente accordo con Mediaset.it sarà, infatti, possibile guardare i migliori programmi di Canale 5, Italia 1 e Rete 4 mentre la collaborazione con Sony Bmg offrirà i video musicali dei più famosi artisti della scena mondiale. E ancora le notizie di Ansa e Agr , i contenuti cinematografici di Coming Soon, le notizie sportive di Sportal e i video di altri partner eccellenti nelle diverse categorie, che renderanno ricca e avvincente l'offerta della nuova TV di Messenger.
Via ILSOLE24ORE.COM
Una maggioranza schiacciante dei circa cinque milioni di navigatori italiani che hanno fatto almeno una volta shopping online stanno diventando degli habitué del commercio elettronico, che considerano sicuro e affidabile. La restante parte dei 18 milioni di italiani che frequentano il web rifuggono l'e-commerce, perché, guarda un po', lo considerano insicuro e inaffidabile. Una cosa unisce il popolo del web: l'infocommerce, che viene considerato utile, anzi utilissimo, tanto da incidere profondamente nelle abitudini di acquisto.
Tutto questo, ed altro, si legge in due ricerche che aiutano a capire presente e futuro dell'e-commerce in Italia, realizzate da Netcomm e Gfk Eurisko la prima, e da Netcomm e Università Bocconi la seconda. Sono state presentate nell'ambito della terza edizione dell'e-commerce Forum che si svolge a Fieramilanocity il 14 e il 15 maggio organizzato da Netcomm, l'associazione delle società italiane di e-commerce. Dalla prima ricerca risulta che più del 90% degli intervistati (il campione intero comprende un migliaio di utenti internet) intende ripetere l'acquisto online, quasi il 100% degli acquirenti esprime un giudizio più che positivo dell'esperienza. Però, c'è ancora moltissima gente che non ha mai fatto shopping online, ad alcuni addirittura non passa manco per la testa di fare l'esperienza.
Come mai? Non sarà mica "colpa" delle aziende di e-commerce, incapaci di interpretare le esigenze dei consumatori? Tutto lascia pensare a una frattura tra domanda e offerta. Ed ecco allora l'altra ricerca, quella in collaborazione con Bocconi, che si pone l'obiettivo di capire meglio le ragioni del gap, nella convinzione che ridurlo o eliminarlo consente ai fornitori di dare le risposte giuste al mercato. Che le potenzialità del mezzo siano enormi e che le abitudini di spesa degli italiano stiano cambiando, lo si capisce anche dalla continua espansione dell'info-commerce, quella affascinante attività che consiste nel cercare sul web i prodotti desiderati, confrontare prezzi e modalità di pagamento, per procedere poi all'acquisto su internet o, più spesso, sui canali tradizionali.
Ma vediamo più da vicino alcuni dati delle due ricerche. Secondo la ricerca di Netcomm–GfK Eurisko, a fronte di un numero di utenti internet (che hanno navigato negli ultimi tre mesi) di circa 18 milioni, gli acquirenti che almeno una volta in Italia hanno fatto un acquisto online sono poco più di 5 milioni. Diventano circa 4,5 milioni coloro che hanno fatto un acquisto negli ultimi 12 mesi, e 2,7 milioni quelli che l'hanno fatto negli ultimi tre mesi. La qualità del servizio è valutata molto buona (70%) o buona (30%). Più che buone anche le valutazioni su prodotti, siti, sistemi di pagamento, spedizioni e, un vero e proprio plus dell'e-commerce, la comodità. Il 92% degli intervistati esprime l'intenzione di fare altri acquisti su Internet. Acquisti molto ben ponderati, visto che il tempo medio passato online prima di comprare è di circa 3 ore. Grazie alle precedenti attività di info-commerce, l'acquirente arriva molto preparato, addirittura nel 53% dei casi sa già tutto del prodotto da acquistare. Il 77% degli intervistati compra per sé , il 20% per la famiglia. L'indagine rileva una forte ripetizione di acquisto delle stesse merceologie (il 70% dei casi), e stessi siti (40%). In generale, la decisione di acquisto è autonoma nel 76% dei casi, mentre arriva dal passaparola con membri della famiglia nel 23%, per il 16,9% dal web, solo per il 3% dalla pubblicità tradizionale. Le ragioni che spingono ad acquistare online sono soprattutto la convenienza economica (22%), la comodità (17%), l'apertura del "negozio" 24 ore su 24 (11%). Le fonti sono sul web nell'82% dei casi: 49% motori di ricerca, 41% sito del produttore, 28% sito di commercio elettronico, 28% sito specializzato, 23% comparatore. Il passaparola pesa per il 46%. L'utilità percepita è molto positiva per motori di ricerca, siti dei produttori, comparatori di prezzo, portali, recensioni sul web e passaparola. Risulta invece bassa per i negozi, i call center, i numeri verdi e la pubblicità fuori dal web. L'acquisto avviene prevalentemente dai siti di vendita specializzati. (38%), seguiti dai siti dei produttori (24%) e dalle piattaforme di e-commerce (21%). L'altra ricerca, quella di Netcomm-Università Bocconi, è di tipo più qualitativo, basata com'è sulla comparazione delle percezioni tra manager e clienti. La ricerca è stata condotta su 52 principali operatori del commercio elettronico che coprono oltre l'85% del traffico sui siti di commercio elettronico censito da Nielsen Online, con la sola esclusione del comparto finanziario/assicurativo, musicale e delle ricariche telefoniche, e sui consumatori online attraverso un pop up su quattro siti campione. In questo contesto, emergono alcune divergenze. Per esempio, i manager tendono a sopravvalutare gli investimenti in pubblicità e a sottovalutare l'assortimento dell'offerta. Da parte loro, i consumatori tendono a dare più importanza ad aspetti come l'efficienza della logistica, la competizione a livello di prezzo e l'efficacia dei pagamenti. C'è sostanziale accordo tra manager e consumatori sull'importanza del ruolo che assumono le funzionalità del sito e le garanzie legate alla transazione, e di quello, ritenuto meno importante, della presenza di community e di servizi di customer care. Marginale il numero dei casi di recesso da parte dei clienti dopo l'acquisto (appena il 4%). I clienti abbandonano nel 38,8% dei casi dopo aver ricercato informazioni (qui si vede la forza dell'impatto dell'info-commerce), nel 16,8% dei casi nel corso della registrazione, nel 24% dei casi durante l'acquisto, e nel 16,4% nel corso delle procedure di pagamento.
di Pino Fondati su ILSOLE24ORE.COM
Secondo una recente ricerca svolta dalle agenzie Aerodeon e Millward Brown, tre utenti di internet mobile su cinque, sono inclini ad acquistare prodotti di marche pubblicizzate sui dispositivi mobili. L’analisi svolta dall’agenzia di pubblicità mobile, in collaborazione con l’ istituto di ricerca su 1.000 internauti inglesi tra i 18 e i 64 anni, rappresenta il primo tentativo di monitoraggio degli atteggiamenti degli utenti rispetto alla pubblicità diffusa attraverso i cellulari. Quasi la metà dei fruitori utilizzano la rete per cercare e valutare prevalentemente offerte relative all’acquisto di automobili e pacchetti vacanze. Risulta ancora difficile l’acquisizione di compratori che non usano il web.
Più della metà di coloro che si collegano al web tramite pc hanno confidenza anche con l’internet mobile, nella fascia di età compresa tra i 18 e i 24 anni, la percentuale aumenta al 77%; un utente su tre si collega a internet almeno una volta alla settimana. Secondo il 17% degli intervistati la navigazione nel web ridurrebbe il tempo dedicato alla lettura. Lo studio è stato sponsorizzato da grandi nomi del del mercato della pubblicità digitale tra cui Peugeot, Diageo, Sky, Nestle, More Th>n, Procter & Gamble e Orange.
Via Quo Media
Sul mercato statunitense le vendite di hardware e software di videogame in aprile sono aumentate del 47% rispetto allo stesso mese dell'anno precedente: ai primi posti della classifica dei più venduti ci sono la console Wii di Nintendo e il videogioco "Grand Theft Auto 4", di Take-Two Interactive Software. Il successo del gioco avrebbe messo pesantemente in crisi il primato detenuto da tempo dalla console Xbox360 di Microsoft e dalla PS3 di Sony.
Secondo i dati forniti dalla società di ricerche di mercato Npd, ad aprile i consumatori statunitensi hanno comprato 188.000 Xbox 360 e 187.000 PS3; le vendite a marzo ammontavano rispettivamente a 262.000 e 257.000 esemplari. "Grand Theft Auto 4" è uscito negli Usa il 29 aprile e ha venduto quasi 2,9 milioni di copie solo nei primi cinque giorni.
“E' una sorpresa non vedere un aumento delle vendite di Xbox 360 e PS3 dopo l'uscita di GTA IV” ha spiegato l'analista Anita Frazier di Npd. “Comunque, siccome il gioco è stato in commercio solo 5 giorni nel periodo analizzato, le vendite potrebbero salire in maggio”.
Via Quo Media
La Apple spopola da una parte all’altra del globo con il suo iPhone, che presto sbarcherà anche nel nostro paese, ma non si dimentica del primo amore: la musica. iPod e iTunes hanno infatti permesso alla casa della mela di diventare un marchio di riferimento per il grande pubblico. Il prossimo passo a ritmo di musica (digitale) sarù quello di trovare accordi con le più importanti case discografiche per ampliare l’offerta delle suonerie e di altri servizi musicali per l’iPhone 3G di prossima uscita. La notizia è stata riportata dal “New York Times”. L'annuncio dell'accordo, per ora confidenziale secondo il quotidiano americano, a tutela delle trattative attualmente in corso, avverrà probabilmente dopo il 9 giugno, data in cui è prevista la presentazione dei nuovi modelli da parte di Steve Jobs. Le suonerie, attualmente in vendita a 99 centesimi di dollaro, sono uno dei servizi più redditizi legati all'iPhone. Il loro prezzo è equivalente a quello di un brano musicale, anche se si tratta solo di una parte della canzone, ripetuto a rotazione. Non tutte la melodie disponibili nel catalogo Apple però sono convertibili in suoneria: questo è uno dei punti su cui la società di Cupertino sta lavorando, puntando ad ampliare il proprio archivio. Le etichette vorrebbero differenziare i prezzi delle hit da quelli dei brani più vecchi. Universal Music vorrebbe che Apple vendesse, per iPhone e iPod, pacchetti che comprendano un abbonamento mensile o annuale. Il cliente potrebbe così scaricare e ascoltare tutti i brani di un'etichetta nell'arco della durata dell'abbonamento. In discussione anche il metodo di vendita: Apple deve decidere se consentire agli utenti di scaricare i nuovi servizi direttamente da iTunes. E anche in questo caso le case discografiche vorrebbero differenziare il prezzo a seconda che il download avvenga con un collegamento internet tradizionale o direttamente attraverso la connettività ad alte velocità 3G.
Via Quo Media
Il servizio di musica digitale Napster ha inaugurato il più grande negozio virtuale di download di Mp3 al mondo, aprendo una sfida con il colosso iTunes di Apple.
Il catalogo del nuovo punto vendita conterrà più di sei milioni di brani musicali, appartenenti a tutte le più grosse etichette discografiche e a migliaia di etichette indipendenti. Il formato Mp3 sarà compatibile con la maggior parte di dispositivi e telefonini, compresi iPod e iPhone.
Il nuovo servizio vuole arginare il dominio di Apple offrendo agli utenti più canzoni senza la protezione delle copie, grazie al digital rights management (Drm), che previene la possibilità di far girare lo stesso brano su più dispositivi. La maggior parte dei brani sarà disponibile al prezzo di 99 centesimi l'uno, mentre un album costerà 9,95 dollari.
Via Quo Media
Nessun dubbio che Internet continui la sua fase crescente come raccoglitore di pubblicità.
Secondo gli ultimi dati Nielsen Media Research, nel primo trimestre 2008 la raccolta publicitaria dell'online cresce quasi del 31% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso - mentre il totale pubblicità sale del 2.2%.
Rallenta il tasso di crescita ma è ovvio, più si cresce più si va verso cifre serie, dove un aumento di qualche punto sono soldi veri...
Anno su anno cresce pochino (meno del 2%) la TV, scende un pochino la stampa, particolarmente i quotidiani a pagamento.
Mentre i consumatori si stanno godendo le prestazioni di iPod, iPhone e iMac, Forrester Research pensa al futuro e si chiede cosa sarà capace di inventarsi la Apple per stimolare l’interesse dei consumatori durante i prossimi cinque anni.
L’istituto di ricerca ha previsto che nel 2013 la casa della mela sarà tutta concentrata sull’ambiente casalingo, con lo sviluppo di dispositive integrati che permettano di interagire contemporaneamente con dispositive futuristici.
Qualche esempio? Pannelli digitali a muro sincronizzati con il computer per la trasmissione di immagini e video in connessione wireless. Sveglie in grado di diffondere musica e altri media mediante un collegamento home network, oppure un telecomando universale dotato di touch-screen che ha reso l’iPhone tanto popolare. I due competitor di Apple più accreditati alla conquista delle abitazioni sono, secondo l’analisi stilata da Forrester Research, l’eterno rivale Microsoft e Hewlett-Packard.
via Quo Media
I ragazzi del muretto hanno smesso di incontrarsi al solito posto, da una certa ora in poi. Il loro spazio se lo sono ritagliato sul web. E così hanno fatto trionfare quello che gli americani chiamano social networking che in Italia è diventato sinonimo di MySpace. Maggio è il mese in cui il portale festeggia il primo anno di attività della sede di Milano, per ora l'unica nel nostro Paese. «Non che prima MySpace fosse sconosciuto, ma le dimensioni della rete si sono notevolmente ampliate nell'arco di questo anno. L'incremento degli utenti unici è stato del 70% e oggi sono due milioni e 200mila ogni mese», spiega il country manager Francesco Barbarani. Un milione e 470mila sono invece coloro che si sono costruiti uno spazio su questa rete molto amata da artisti, musicisti, designer, fotografi. Ogni 20 secondi sul network viene inserito un nuovo profilo e così l'Italia risulta il Paese con la crescita maggiore in Europa.
Sulla scia dell'apprezzamento dei suoi giovani user - «il 61% hanno tra i 16 e i 35 anni», aggiunge Barbarani - il portale americano, acquisito da Rupert Murdoch per 580 milioni di dollari nel 2005, ha deciso di rafforzare la sede in Italia. Così due mesi fa è arrivato Barbarani insieme a Stefano Rocco che è il nuovo marketing and country editor. Pur non volendo fornire dati finanziari, la società sta conoscendo una crescita rapidissima, anche grazie alla presenza tra gli user di molte celebrities, da Eros Ramazzotti a Laura Pausini, dallo scrittore Roberto Saviano al dj Claudio Coccoluto. C'è chi è già famoso, ma anche chi ha raggiunto la celebrità con Myspace. È il caso del gruppo dei Melody Fall, i giovanissimi artisti che quest'anno hanno partecipato a Sanremo. «Hanno messo un demo su MySpace e così si sono creati una fan base – racconta Rocco –. Strano ma vero, sono piaciuti soprattutto in Giappone dove nel giro di pochissimo tempo hanno raggiunto migliaia e migliaia di giovani, vendendo altrettanti dischi. Adesso hanno partecipato a Sanremo e soprattutto dal nulla hanno un contratto con una major discografica». Una storia che, in piccolo certo, ricorda quella del cantante inglese Mika che ha venduto molti milioni di copie e conserva ancora uno spazio su MySpace a cui si può accedere anche dall'icona sul suo sito ufficiale.
Molta musica se si guarda al passato, ma anche altri nuovi contenuti, se si guarda al futuro. Fra questi ci sono il calcio, soprattutto adesso che siamo a ridosso degli Europei, la moda, il design, la televisione e il cinema. «Da poco abbiamo lanciato la MySpace Tv, che è il secondo video site del mondo, con 50 milioni di unique stream al mese, circa 80mila video caricati ogni giorno», continua Barbarani. Ma il futuro del social networking in Italia saranno anche MySpace developer platform, che consentirà di realizzare applicazioni di nuova generazione che interagiscano direttamente con gli utenti, Post to MySpace che consente ai siti partner di veicolare il proprio contenuto attraverso MySpace, controllandone la diffusione e infine Data availability che consentirà di condividere il proprio profilo MySpace su altri siti partner. La piattaforma insomma socializzerà attraverso tutto il web.
di Cristina Casadei su ILSOLE24ORE.com
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