Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Grazie a Play the Lab, un laboratorio creativo ideato per sperimentare nuove forme di comunicazione legate all’utilizzo dei nuovi cellulari multimediali, Nokia ha trovato un ottimo modo per promuovere efficacemente uno dei propri modelli di punta, l’ormai famoso N90.Questo telefono, che presenta funzionalità particolarmente avanzate per quanto riguarda la possibilità di realizzare fotografie ma anche veri e proprio filmati, è al centro di questa interessante iniziativa che vede coinvolti registi, professionisti, studiosi di nuovi media ma anche semplici appassionati.Play the Lab è un concorso che coinvolge registi cinematografici, creativi e pubblicitari, i quali sono stati invitati a realizzare filmati utilizzando il Nokia N90 per le riprese, mettendo in gioco le proprie capacità creative. Gli aspiranti partecipanti hanno potuto iscriversi sul sito www.playthelab.it, e i 60 estratti hanno avuto la possibilità di realizzare il proprio corto d’autore.Sponsor dell’iniziativa, che prevede a gennaio tre workshop a Milano, Roma e Napoli, sono Mikado, Medusa, Cinema, Opus Media, ADCI (Art Director Club Italia) e Air3 (Associazione Italiana Registi).L’aspetto più interessante, dal punto di vista del marketing, è l’aver creato molto interesse attorno a questo prodotto, promuovendo un concorso ad hoc teso a esaltarne le capacità di ripresa video. Personalmente non ho ancora visto un videoclip realizzato con questo telefono, ma le mie precedenti esperienze con altri cellulari mi portano a pensare che ci vorrà ancora qualche anno perché questi dispositivi possano porsi come reale alternativa ad una videocamera.In ogni caso Nokia ha dato grande visibilità al proprio prodotto, ricorrendo anche a importanti testimonial e spingendo i partecipanti a lanciarsi in un vero e proprio tryadvertising. Il coinvolgimento di associazioni e aziende legate al cinema nell’iniziativa amplifica ulteriormente le aspettative in termini di qualità del prodotto finale.
Innanzitutto tanti auguri di cuore a tutti. In questi sei mesi abbiamo collezionato ben 255 articoli, una media di quattrocento visitatori al giorno e oltre milleduecento commenti, dati che ci rendono molto orgogliosi e dei quali vi siamo grati.Il post di oggi non può che essere dedicato al Natale, analizzando dal punto di vista del marketing il suo testimonial più famoso, il mitico Babbo Natale.Vi piacerebbe coinvolgerlo in una campagna di marketing così importante da far pensare a molti che si tratti di un personaggio di vostra invenzione? Non è una cosa da tutti, certo, ma se vi chiamate Coca Cola con un pò di fortuna la cosa potrebbe anche accadere.Il vero antenato di Babbo Natale è un personaggio storico realmente esistito nel IV secolo, il vescovo Nicola di Mira della città di Myra (una città antica dell'odierna Turchia). San Nicola deve parte della propria fama alle proprie generose elargizioni a favore dei poveri e la sua leggenda è alla base della festa olandese di Sinterklaas, da cui il mito di Santa Claus ha tratto origini.L'origine del personaggio come lo intendiamo noi è frutto della fantasia del caricaturista american Thomas Nast, che nel 1860 illustrò una vignetta su di un giornale americano nella quale Babbo Natale appariva come un anziano e panciuto signore con un vestito tutto rosso e la residenza al Polo Nord.Tuttavia la fama raggiunse il simpatico vecchietto solo parecchio tempo dopo. Nel 1931 la Coca Cola si trovava in difficoltà per via di una legge le proibiva di pubblicizzare il proprio prodotto utilizzando immagini di bambini, a causa del contenuto di caffeina presente nella bibita.
La bevanda, inizialmente fatta con l'estratto di noce di cola, non poteva infatti avvalersi per il proprio advertising di bambini di età inferiore ai 12 anni. Per questo motivo si era reso necessario ricorrere ad una nuova figura in grado di conquistare le simpatie di grandi e piccini, nel rispetto però della normativa vigente.A qualcuno venne in mente che questo personaggio avrebbe potuto essere Santa Claus, che divenne in breve tempo il protagonista della pubblicità natalizia dell'azienda. Il suo disegnatore, lo svedese Haddon Sundblom, pare si sia ispirato ad un suo simpatico vicino di casa, che venne prontamente rivestito di rosso e bianco, in modo da indossare i colori dell'azienda.Questo riscoperto Babbo Natale riscosse un successo inaspettato e planetario, tanto da far credere a molti che l'invenzione di Santa Claus fosse opera della Coca Cola. La stessa azienda continuò ad utilizzare il testimonial per moltissimi anni, contribuendo ad alimentare la diceria. Nelle pubblicità, il protagonista, gioviale e instancabile, veniva sempre colto in flagrante a gustarsi un gustosa Coca Cola al termine di una lunga notte passata sui tetti a distribuire i giocattoli.Quella ideata dalla Coca Cola è diventata quindi la raffigurazione ufficiale di Babbo Natale, che hanno dopo anno è puntualmente riproposta, entrando ormai nell'immaginario collettivo.
Bisogna riconoscere che l'immagine di Babbo Natale così come noi tutti lo conosciamo è sicuramente frutto ed opera della Coca Cola e, anche se ormai viene abitualmente utilizzato in tutti gli altri contesti legati alla festività, il nonno preferito dai bambini di tutto il mondo continua a mostrarsi con il suo proverbiale pancione, la folta barba e il vestito rosso e bianco, cioè con i colori ufficiali della Coca Cola.
L’ampia diffusione dei cellulari in tutta Europa spinge un numero crescente di aziende ad utilizzare anche il canale mobile per offrire servizi ad i propri clienti. Secondo Brandweek anche British Airways sta pianificando l’utilizzo di sms per attività di marketing ma anche di customer service, e ha recentemente affidato all’azienda di mobile marketing Incentivated lo sviluppo di una piattaforma in grado di gestire tutte queste attività.Un primo utilizzo previsto è legato alle notifiche ai viaggiatori via sms di eventuali ritardi o problemi tecnici, ma anche le comunicazioni interne tra i membri dello staff si baseranno in parte anche su questa tecnologia.In un secondo tempo l’azienda pensa di estendere progressivamente l’impiego di questi messaggi, in modo da aggiornare regolarmente i viaggiatori sui nuovi servizi offerti e le novità riguardanti i voli. Per questo motivo sono stati fatti nel corso di quest’anno numerosi sondaggi per valutare la disponibilità degli utenti a fornire il loro numero di cellulare attraverso il sito web della compagnia per ricevere informazioni via sms.Se i primi test daranno esito positivo l’azienda pensa di estendere a questo canale un numero progressivamente crescente di servizi in modo da garantire ai viaggiatori un flusso informativo regolare e costante.Il settore del trasporto aereo è caratterizzato ormai da anni da una fortissima competizione che si manifesta nella maggior parte dei casi in una forte pressione sui prezzi. Compagnie come Ryanair e Nome offrono tariffe scontatissime, mettendo in difficoltà i vettori tradizionali che scontano una minore flessibilità e maggiori costi di struttura e gestione.Poiché molte grosse compagnie non possono essere così competitive sui costi né affidarsi unicamente agli spostamenti del settore business per garantirsi la sopravvivenza è ragionevole che cerchino di differenziarsi puntando su un maggiore livello di servizio, per accaparrarsi la fedeltà di chi preferisce spendere qualcosa in più per il viaggio a patto di avere uno scalo più comodo e servizi aggiuntivi.La mossa di British Airways sembra quindi un passo nella giusta direzione: il puntuale recapito sul cellulare dell’utente di informazioni sul volo che sta per prendere ma anche su nuovi servizi che, in base al profilo specifico, possono essere graditi, è un buon modo per stabilire un flusso informativo con il proprio pubblico, fidelizzando e offrendo un motivo in più per utilizzare i servizi di un vettore piuttosto che di un altro.
Con oltre 226 negozi in Europa, Asia, Australia e Stati Uniti Ikea è leader nell’arredamento di design a basso costo e ogni anno vende a oltre 410 milioni di acquirenti l’anno.L’apertura di ogni nuovo negozio è ormai un evento e la recente inaugurazione di un punto vendita a Londra ha richiamato otre 6.000 persone, sancendo il forte interesse del grande pubblico per la catena svedese che ormai ha raggiunto il ruolo di brand di culto.Ma quali sono i punti di forza dell’offerta Ikea? Innanzitutto l’azzeccato mix tra design, ultima moda e costi contenuti. L’azienda riesce a mantenere un soddisfacente livello di profitti anche riducendo anno dopo anno i prezzi. Secondo gli esperti di Business Week, Ikea riesce ad avere margini operativi di circa il 10%, tra i più alti del settore dei mobili per casa. Nei Paesi nei quali è presente ha tra il 5 e il 10% del mercato, con ulteriori margini di crescita. Proprio per questo l’azienda sta aprendo rapidamente nuovi punti vendita e l’obiettivo è quello di inaugurarne 19 entro la fine del prossimo anno, puntando sui mercati che presentano i più interessanti tassi di crescita, che sono gli USA, la Russia e la Cina.Un altro aspetto importante è l’entusiasmo e la disponibilità della forza lavoro, che vengono coltivati concedendo ai dipendenti ampia autonomia e un ambiente informale. L’attenzione al cliente è giudicata fondamentale, tanto che anche i dirigenti devono lavorare alla cassa o in magazzino per brevi periodi nel corso dell’anno in modo da avere una visione personale delle esigenze della clientela.Attenzione al consumatore: questo si riflette nella struttura dei negozi, che offrono anche bar, ristoranti, aree dedicate ai bambini e in piccoli dettagli che però sono graditi, come matita gratis e metro di carta. Ikea non propone solo oggetti di arredamento, ma uno stile di vita, che abbraccia consumatori in tutto il mondo.Convenienza: architetti e designer sono sfidati anno dopo anno ad offrire soluzioni sempre più convenienti senza sacrificare design e stile. Uno degli obiettivi è ridurre i prezzi del 2-3% ogni anno, puntando allo stesso tempo sulle novità e l’assortimento del portafoglio prodotti, con oltre 1.300 fornitori nei 5 continenti.Ikea punta sull’uniformità dei negozi, che sono riprodotti in maniera simile in tutto il modo, con una superficie media di 27 mila metri quadrati e un assortimento di oltre 7.000 prodotti,che spazia dalle cucine alle candele e alle piante da appartamento. Anche i best seller sono globali, visto che si tratta della libreria Billy e del tavolo pieghevole Lack. Anche il target tipico di Ikea è globale, si tratta di consumatori con un potere medio di spesa che sono attenti in ugual misura al design e al prezzo, che ama oggetti trendy ma che allo stesso tempo è attenta al valore degli oggetti che acquista.
Via Il Mondo e BusinessWeek
Se in Inghilterra i viaggiatori potranno avere gli aggiornamenti sui voli British Airways via sms in Italia qualcosa cambierà per chi ha deciso di muoversi in treno.Vodafone e Trenitalia hanno recentemente siglato un accordo grazie al quale gli utenti Vodafone potranno accedere a informazioni su partenze, arrivi e coincidenze dei treni programmando i propri spostamenti, in maniera simile a quanto attualmente avviene sul portale di Trenitalia. Il tutto nella sezione Notizie & Promozioni, all’interno della rubrica Città e Viaggi del portale Vodafone Live!.Il servizio è sicuramente utile e viene incontro in modo particolare a chi è spesso in movimento e ha la necessità di consultare gli orari senza potersi sempre collegare con il computer. Io stesso, non trovandomi a casa, ho provato ripetutamente a utilizzarlo, ma sempre senza successo. Dopo aver inserito i dati su partenza, destinazione e orario non sono riuscito a ottenere i risultati della mia ricerca e quindi non ho neppure potuto verificare se si tratta di un servizio gratuito o a pagamento.Considerando che il portale Vodafone Live! è accessibile con tariffa flat pari a 19 centesimi ma offre ben pochi servizi gratuiti, l’offerta a costo zero degli orari ferroviari potrebbe da questo punto di vista rappresentare un’utile novità per il cliente Vodafone.Anche per Trenitalia si tratta di un’iniziativa interessante: migliora l’immagine percepita dagli utenti - che avranno un’ulteriore modalità di accesso agli orari - e nello stesso tempo l’azienda potrà approfittare del citato spazio Notizie & Promozioni per effettuare campagne di marketing e presentare le ultime novità.
Dopo 37 anni Intel, leader mondiale nel settore dei chip per computer, ha deciso di differenziare l’offerta rispetto all’originale core business iniziando ad operare nel settore dell’elettronica di largo consumo e conseguentemente ha messo in moto una imponente campagna di rebranding che la porterà a cambiare anche il proprio famosissimo logo.Il nuovo logo includerà la tipica fascia ovale e la scritta "intel" sarà più squadrata. E la “e”, che finora risultava più in basso rispetto alle altre lettere, sarà allineata alle altre lettere che compongono il nome dell’azienda. Il brand Pentium, altrettanto famoso, sarà abbandonato, a favore della locuzione “Core”.Anche il pay-off cambierà: al posto dell’arcinoto "Intel Inside" che, detto per inciso, ha un valore stimato da Interbrand di oltre 36 miliardi di dollari, comparirà "Leap Ahead" (un salto in avanti), giudicato più in linea con il nuovo business aziendale. Intel presenterà queste novità nel corso del prossimo Consumer Electronics Show (CES) di Las Vegas, dove sarà anche illustrato il nuovo posizionamento.Quando un’azienda decide di riposizionarsi nel mercato, diversificando e arricchendo la propria linea di offerta, tra le proprie strategie di marketing deve prevedere cambiamenti anche a livello di immagine. Sembra quindi coerente la scelta di cambiare logo e pay-off, di successo ma strettamente legati al business dei processori per pc che adesso non rappresenta che una parte delle attività dell’azienda.Operazione necessaria ma decisamente ambiziosa: saranno necessari molti sforzi per riuscire a recuperare lo stesso brand value raggiunto finora e addirittura ampliarlo.
Che Armani sia uno dei brand più apprezzati nell’area lusso e si rivolga a un pubblico di nicchia era chiaro da anni. Che il Re Giorgio abbia anche intenzione di “occupare” ogni ambito della vita dei suoi abituali o potenziali clienti lo dimostra l’intensa attività di diversificazione che il nostro ha intrapreso negli ultimi tempi.
Dalla moda all’arredamento, dal ristorante ai fiori e ai dolci. Così, oltre alle collezioni in passerella – che restano il core business della marca – abbiamo visto l’apertura del grande spazio Armani di via Manzoni a Milano, con le ultime tendenze dello stile “casa”, del ristorante Nobu, dove poter gustare la più raffinata cucina giapponese, di Armani Fiori e di Armani Dolci, ultimo spazio creato all’interno del centro del lusso milanese. Praline di cioccolato (al latte, fondente, bianco, beige), monoporzioni di mousse e di dolci al cucchiaio, tè esotici, caffè di piantagioni lontane, marmellate... Naturalmente in confezioni sofisticate con fiori come sigilli e fialette che mantengono il fresco. Il tutto nell’inconfondibile stile Armani, che oramai copre tutti i sensi.A differenza di azioni di diversificazione di marchi di largo consumo (si pensi alla Giochi Preziosi, che è diventata Auguri Preziosi per la stationery e Dolci Preziosi con le uova di cioccolato), il caso Armani mette in luce una diversa ottica e differenti obiettivi.
Non si tratta di allargare il business né tantomeno di aumentare il fatturato. Si tratta di “creare valore”, di “occupare spazi di mente” dei consumatori, diventare il più qualificato e il sempre presente interlocutore del cliente nelle sue occasioni più importanti e soprattutto continuare ad essere il rappresentante dello stile e dell’eleganza anche al di là dei capi di abbigliamento.
In una recente ricerca commissionata da AssoComunicazione viene analizzato l’approccio al Marketing Relazionale da parte dei 1.000 principali top spender italiani. La presentazione completa può essere scaricata qui.Ricorso al Marketing Relazionale presso le "Top 1.000"Nel corso dell'ultimo anno fiscale, il 97% delle aziende ha utilizzato almeno una leva del Marketing Relazionale, in questa percentuale: promozioni 80%, eventi 71%, direct marketing 63%, web/digital mktg 70%.Investimenti presso le "Top 1.000"3.870 milioni di euro di investimenti in Marketing Relazionale, con un incremento del 4% rispetto al 2004, così ripartiti: 2.512 milioni in promozioni (+2% rispetto al 2004), 698 milioni in eventi (+ 4%), 427 in direct mktg (+10%), 233 milioni in web mktg (+15%), contro i 6.654 milioni di euro di investimenti pubblicitari. Nel Marketing Relazionale è possibile individuare aree già affermate (promozioni ed eventi) e aree con potenzialità espansive (direct e web marketing).- Promozioni: Strumenti più utilizzati nell'ultimo anno fiscale: merchandising 75%, in-store promotion 67%, trade promotion 61%.- Eventi: Tipologie più utilizzate nell'ultimo anno fiscale: fiere 85%, sportivi 33%, culturali 31%.- Direct Marketing: Strumenti più utilizzati nell'ultimo anno fiscale: directmail 87%, internet/e-mail 60%, telemarketing in-bound/out-bound 60%.- Web/Digital Marketing: Strumenti più utilizzati nell'ultimo anno fiscale: sito web 96%, newsletter/communities 56%, banner/spazi elettronici 55%.Obiettivi principali raggiunti dalle aziende con gli strumenti del Marketing relazionalePromozioni : vendita/incremento delle vendite 47%, fidelizzazione 12%, notorietà di marca 11%. Eventi : immagine di marca 29%, notorietà di marca 22%, vendita/incremento delle vendite 12%. Direct mktg : vendita/incremento delle vendite 30%, fidelizzazione 19%, notorietà di marca 15%. Web/digital mktg : notorietà di marca 24%, immagine di marca 23%, vendita/incremento delle vendite e fidelizzazione 12%.Principali canali del Marketing RelazionaleIl canale più utilizzato nell'ultimo anno fiscale è il punto vendita (74%, per un investimento totale di 1.517.000.000 euro), seguito da internet (65%, investimento di 278.000.000 euro) e da mailing/posta cartacea (53%, investimento di 292.000.000 euro).Definizione del budget in aziendaIl budget annuale stanziato in advertising e in Marketing Relazionale prevede nel 55% dei casi un budget separato e nel 41% un budget unitario.Le strutture/risorse interne ed esterne del Marketing RelazionaleNella maggior parte dei casi, gli investitori hanno fatto ricorso sia a strutture esterne che a risorse interne (il 56% nelle promozioni, il 52% negli eventi, il 36% nel direct e il 47% nel web/digital). Per quanto riguarda gli operatori esterni, il grosso della domanda si è rivolta a operatori specializzati sullo strumento (il 54% nelle promozioni, il 76% negli eventi, il 53% nel direct e il 75% nel web/digital).Le risorse interne nella realizzazione di attività di Marketing Relazionale hanno avuto per le aziende un ruolo principalmente strategico (75%) e propositivo (72%) e, con netto distacco, un ruolo operativo (60%) e creativo/ideativo (47%).Le risorse esterne nella realizzazione, al contrario, hanno avuto per le aziende un ruolo principalmente operativo (70%) e creativo/ideativo (48%) e, in misura minore, propositivo (41%) e strategico (8%). Il ruolo atteso verso gli operatori esterni, però, è più orientato sulla funzione strategica (22%) e propositiva (57%) che su quella operativa (40%) e creativo/ideativa (48%). Facendo un confronto tra ruolo effettivo e atteso per le risorse esterne, quindi, si può dire che le aziende "osino" poco. Nonostante il desiderio di vedere nella struttura esterna anche un consulente strategico, cioè, le aziende stesse continuano a delegare alle agenzie la parte creativa e operativa, preferendo mantenere all'interno la funzione propositiva e strategica.
Via ADVexpress
A dispetto delle numerose voci che davano per imminente l’entrata di Google nel settore dell’elettronica di consumo con una serie di pc a basso costo il colosso di Mountain View ha annunciato a sorpresa un accordo strategico triennale con la Motorola per dotare alcuni modelli di alta gamma di funzionalità avanzate per la ricerca e la gestione della posta oltre ad una serie di nuovi servizi appositamente ideati per la clientela mobile.Gli apparecchi frutto di questa collaborazione avranno un tasto che consentirà un agevole accesso a ricerche sia tradizionali che localizzate (settore decisamente rilevante se si pensa al possibile utilizzo degli strumenti da parte di un’utenza mobile) e, in base alle future richieste degli utenti, potranno in seguito essere arricchiti con ulteriori funzionalità.Ma Motorola, in attesa dell’affermazione definitiva della telefonia di terza generazione, per l’anno in corso ha un ulteriore asso nella manica, rappresentato da un agreement decennale con Kodak, grazie al quale svilupperà nuovi camera phone che saranno lanciati sul mercato all’inizio del 2007. Il punto di forza di questi modelli sarà l’elevata qualità delle fotografie ottenibili, in grado di rivaleggiare con i modelli di punta del leader di mercato Nokia e del suo pubblicizzato N90.Proprio grazie a questi progetti Motorola conta di insidiare la leadership del rivale finlandese, che nel 2005 si è imposto con una market share del 32,6% secondo gli analisti di Gartner. Ma le distanze non sembrano più incolmabili: nel corso dello scorso anno la quota di mercato del produttore americano è salita dal 13,5% registrato a fine 2004 ad un importante 18,8%, imponendosi come il più accreditato sfidante al trono della regina Nokia.
l futuro delle imprese italiane passa, oggi più che mai, attraverso la valorizzazione del fattore umano. La società in cui viviamo, figlia della civiltà industriale e post-industriale, è la società dei servizi caratterizzata da una forte cultura umanistica in cui l'elemento chiave dell'eccellenza e della competitività è il capitale intellettuale. L'eccellenza organizzativa di un'azienda parte, dunque, dall'innovazione comportamentale, dal rispetto e dalla valorizzazione di quel "sapere interno" che non può essere delegato all'estero ma che va rispettato e messo in risalto quotidianamente. Come sostiene l'economista americano Richard Florida, ciò che decide le sorti di un Paese nella sfida della competitività è la disponibilità di "valore immateriale" ossia di capitale umano, di idee, di capacità innovative, cioè di persone istruite, preparate, volitive. Quattro le parole il cui intreccio virtuoso racchiude la formula del comportamento di successo degli individui e delle organizzazioni: talento, know how, passione e creatività.
Ma che cos'è la creatività? Sembra assomigliare all'araba fenice: tutti la invocano e nessuno sa dov'è! Insieme al lemma innovazione è il vocabolo più usato ed abusato nel lessico del management, del marketing e della comunicazione.
E' come il barbiere di Siviglia: tutti la cercano, tutti la vogliono ...Creatività è la massima espressione del pensiero umano. E' quel quid che distingue l'uomo normale dall'uomo geniale. E l'uomo di genio sa che la sola creatività non è sufficiente. Per sostenere le proprie idee, talvolta avverse ai più e non condivise dalla comunità, forse perchè troppo innovative, non figlie dei tempi correnti, ma precocemente all'avanguardia, è necessario avere il consenso e la fiducia degli altri. La condivisione del sapere ed il riconoscimento delle proprie opinioni si ottiene sia con il tempo, sia con la perseveranza, sia con il confronto, sia dando l'esempio, afrontando i contrasti in modo creativo. Ma soprattutto si ottiene generando relazioni interpersonali, sociali, pubbliche, esterne, interne che ci permettano di getire meglio il contrasto, il conflitto , il "diverso". Diventa indispensabile allacciare nuove relazioni che si possano definire relazioni creative: utili e piacevoli, nelle quali i nostri interlocutori ( colleghi, clienti, fornitori, consumatori, amici etc...) si riconoscano e si sentano riconosciuti, che attestino la loro appartenenza ad un gruppo privilegiato, nel quale si condividano passioni e valori, idee e pensieri, azioni ed iniziative.
Una relazione a due vie, basata sulla reciprocità ed il dialogo, in cui si apprenda e si insegni, si parli e si ascolti. Una relazione insomma, bidirezionale, nella quale è possibile interagire ed affermare le proprie individualità, conoscere e farsi conoscere, vendere e comprare, costruire rapporti, occasioni ed opportunità, stimolare la fantasia, accumulare esperienza, implementare la redditività, evolvere crescere e migliorare. Una relazione dal mix più creativo e ragionevole, che permetta di conversare(i mercati sono conversazioni recitava il Cluetrain Manifesto) per raggiungere le aspettative proprie ed altrui, soddisfare i desideri bisogni, interpretare i bisogni ed ottenere risultati ottimali con consapevolezza e con visione d'insieme in modo sia tradizionale sia alternativo e non convenzionale.
Seneca nella “La tranquillità dell'animo” sosteneva che: "Bisogna concedere una distensione allo spirito: una volta riposato, si riprenderà migliore e rinfrancato. Come non si deve pretendere troppo da un campo fertile, così non si deve spezzare, con la tensione incessante, lo slancio dell'animo". E così noi tutti, dopo la pausa natalizia, distesi nello spirito, riposati nel corpo e rinfrancati nell'animo possiamo far seguire le azioni alle idee. L'importante e necessario è, per lo meno, averle.
La creatività, le relazioni e l'innovavazione sono i temi del momento: tutti ne parlano, spesso anche in modo strumentale e a sproposito, molti teorizzano e danno ricette infallibili, ma in pochi si danno alla pratica. Dominano a parole ma sono impalpabili nei fatti, travolte da diatribe ed inerzie. E intanto la competitività dell'Italia, inesorabilmente, cala. E dunque non comportiamoci come i disertori in tempo di guerra che furbescamente asserivano: "Armiamoci e partite!". Armiamoci davvero della acclamata genialità nazionale, del proverbiale spirito innovativo tricolore e del bagaglio di relazioni personali e professionali che da sempre è un tratto caratteristico della personalità dell'italiano, per far risorgere l'Italia dal limbo economico nel quale è scivolata e risollevandola da quel vergognoso 47° posto al pari del Botswana, nella classifica mondiale del tasso di investibilità delle nazioni del Globo.
PENSARE (con creatività) ed AGIRE (con entusiasmo) per ESSERE e DIVENIRE è il modus operandi al quale tutti dovremmo tendere.
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