Se avete seguito le attività comunicazionali oltreoceano di Microsoft vi sarete goduti la curiosa saga TV che vede protagonisti il popolarissimo Jerry Seinfeld e lo stesso Bill Gates (ex presidente di MS) , impegnati come attori in una serie di semi medio metraggi dal tono virale - che potete ovviamente trovare su YouTube.
Comunicazione simpatica... e comunque fa impressione vedere l'uomo più ricco del mondo o giu' di li' fare l'attore vestendo i panni della persona "normale" (quale pare in effetti Bill sia).
La saga è stata poi sostituita dalla campagna "I'm a PC" in cui MS controbatte alla campagna Apple, negando la stereotipazione del PC attraverso la diversità dei suoi utenti - usando btw lo stesso attore che faceva "il PC" nella campagna Apple.
Budget di advertising sui 300 milioni di dollari...
Secondo un report di Visible Measures, che fa il monitoraggio delle visioni di video in rete, i materiali di entrambe le campagne sono stati molto visionati su YouTube etc, ma la campagna Seinfel/Gates ha avuto 4.3 milioni di visioni in piu' rispetto all'altra, e comunque, anche dopo qualche settimana di presenza, la campagna coi testimonial continua a fare un 700,000 visioni al giorno contro i 50,000 dell'altra.
Prima però di criticare, meglio pensarci: in realtà l'azione ha un senso - creare buzz con un messaggio che non parla di prodotto, riposizionare almeno in parte la percezione di MS... e poi fare lo switch ad una comunicazione un po' piu' di prodotto che razionalizza in pratica la vision e da' motivi concreti per preferire MS rispetto ad Apple (da melista convinto, devo dire che la vedo un po' dura...
L’e-mail marketing stenta a decollare. Colpa della legge sulla privacy e di poca cultura. Il punto da uno dei maggiori esperti del settore.
L’insopportabile boing che accompagna l’arrivo di decine di messaggi di posta indesiderati stimola in noi un riflesso quasi pavloviano. Di ciò è vittima un settore del marketing che in molti paesi è invece un volano del successo delle imprese, soprattutto in alcuni settori: l’e-mail marketing. In Italia la situazione è resa complessa dalla legge sulla privacy che tutela fortemente i dati personali, e quindi li rende indisponibili per chi opera nel settore. Il risultato è che avendo scarsa profilazione si massificano gli invii ottenendo un disastroso effetto spamming.
Ma soprattutto manca la cultura di questo mezzo. Pochi libri, scarsi incontri divulgativi dedicati ai manager di singoli settori merceologici, atteggiamento ostile spesso anche da parte dei mezzi di informazione. Nel mondo ideale le e-mail che arrivano ci interessano tutte. Chi ce le invia sa cosa desideriamo e si fa da garante che non ci arrivino quelle che potrebbero disturbarci.
Questo l’obiettivo dei professionisti del settore che affogano in un mare frammentato di operatori che puntano solo al volume. Una situazione che non fa bene a nessuno e di cui abbiamo parlato con Gianni Lombardi, per tre anni segretario generale dello IAB, l’Interactive Advertising Bureau, per sette dell’Art Director Club, e ora consulente di internet marketing.
Lombardi, lo ammetta, che noia spesso il boing della posta. Non c’è da stupirsi che poi buttiamo via le cose senza leggerle. Non si abusa del mezzo? “Consideri che per l’Italia non abbiamo nemmeno dati attendibili sull’utilizzo dell’e-mail marketing. Solo l’impressione di mercato e le statistiche sul traffico, che è in costante aumento. Però dobbiamo distinguere bene e subito la differenza tra e-mail marketing e lo spamming”. Ce la spieghi. “Lo spamming si basa sulla quantità, e sul fatto che è poco costoso spedire la posta. Se mando un milione di e-mail e le risposte sono poche unità mi è convenuto ugualmente. In sostanza spedisco un messaggio a tutti gli indirizzi su cui riesco a mettere le mani. L’e-mail marketing è una vera e propria professione, usato per spedire messaggi a clienti e potenziali clienti ben identificati”.
La differenza dunque è nella conoscenza dei destinatari? “L’azienda che fa e-mail marketing registra diligentemente tutti i dati dei suoi clienti e potenziali clienti con cui entra in contatto, si fa rilasciare autorizzazione per conservarli e li usa per informarli di cose che li interessano.
Quali sono i costi? “I costi tecnici sono trascurabili, però bisogna investire in formazione delle persone che se ne occupano e nella scrittura di testi efficaci”. Poi ci sono le aziende specializzate... “In Italia per chi fa questo mestiere è difficile lavorare per via della legge sulla privacy. Quasi nessuno che gestisce o vende indirizzi è realmente in regola. Quello che si fa solitamente è noleggiare la lista ed è il proprietario della lista che lo invia”.
La qualità dei nomi e della profilazione? “In genere le liste sono di bassa qualità. Negli Stati Uniti, in Germania e in Francia il mercato è più voluto. Negli Usa ad esempio le persone si abbonano molto ai giornali e l’incrocio dei temi trattati dalle riviste a cui sono abbonati permette di avere delle profilazioni anche molto precise. In Italia questo non si può fare, perché gli abbonati sono pochi e gli editori gelosi dei dati che hanno”. Le aziende hanno le competenze per utilizzare l’e-mail marketing? “Generalmente no, manca la cultura, le opportunità sono molto sottovalutate”.
I giornali come trattano l’argomento? “In modo superficiale, è poco compreso, confuso con lo spamming. I giornali potrebbero diventare degli evangelizzatori dell’e-mail marketing e incrementare la loro base abbonati a pagamento”. Quali sono secondo lei le aziende più attive nel settore? “E’ un mercato molto frazionato, nel quale operano sia aziende di e-mail marketing puro, sia banche dati o editori online. Non ci sono dei veri leader”. Meglio aziende italiane o internazionali? “La competenza internazionale è sicuramente utile perché in molti paesi sono più avanti di noi, hanno più esperienza su più mercati. Talvolta le particolarità italiane sono mitizzate. E’ vero che spesso c’è un diverso metodo di lavoro degli imprenditori, per cui bisogna sapersi adattare anche a un po’ di improvvisazione”. In quali settori è più efficace? “Ad esempio nel found raising. L’e-mail marketing credo che oggi sia il modo principale per raccogliere soldi. Questo vale un po’ per tutto il terzo settore, soggetti che in teoria sono i più lontani dal marketing e dall’orientamento commerciale. Ma in realtà tutti ne possono trarre beneficio”.
Davvero tutti? “Ci sono molti pregiudizi. L’e-mail marketing viene visto da tanti imprenditori come l’arte del fumo e dell’inganno. Invece è la scienza di comunicare in modo efficace i vantaggi del proprio prodotto o servizio al mercato, indispensabile per chiunque”.
Per chi vuole studiare e imparare tutto sull’e-mail marketing cosa suggerisce? “Oltre ai miei libri segnalo un volume intitolato proprio “E-mail marketing” che è appena uscito, molto aggiornato, scritto da Rioberto Ghislandi”. Per formarsi attraverso convegni, eventi? Al prossimo Iab di Milano ci saranno delle sessioni su questo tema. Sarà un momento di confronto importante. Poi ci sono eventi più occasionali distribuiti sul territorio”.
A quanto pare ci siamo, la sfida fra iPhone e 'Googlefonino' entra nel vivo: oggi infatti apre Android Market, il negozio online della applicazioni per il nuovo sistema operativo mobile di Google.
Dunque gli sviluppatori potranno iniziare a mettere in vetrina i propri software, allo stesso modo di quanto già fanno sull'analogo spazio di Apple.
Al momento le prime applicazioni (secondo il Sole 24 Ore circa una cinquantina) saranno disponibili gratuitamente, mentre a seguire ci saranno quelle a pagamento. Analogo il modello di revenue sharing per i programmatori, che prevede per loro il 70% dei ricavi delle vendite.
Non mancano le differenze: prima fra tutte è la modalità di caricamento delle applicazioni, che nel caso di Google non prevede alcuna approvazione previo pagamento di 25 dollari da parte del programmatore. Inoltre il 30% residuo dei ricavi andrà all'operatore mobile che vende lo smarphone.
La sfida dunque è iniziata ed il business è ricco di interesse se anche Rim, che produce i BlackBerry, ha appena dichiarato che a marzo aprirà un suo store analogo, a questo punto restano solo da vedere le mosse dei due giganti Symbian e Windows Mobile.
Riusciranno tuttavia gli altri operatori a fronteggiare la quantità di sviluppi che Android sembra promettere, visto che è quasi completamente Open Source?
Ma di che cosa parliamo sui blog? L'impressione che ho è che una vasta parte del contenuto proposto sui vari blog non sia che una riproposizione di materiale pubblicato da altri blog, che a loro volta l'hanno preso da altri blog che a loro volta...
Questo fenomeno metacomunicativo (e metà copia incolla), da' da pensare.
Si tratta di fenomeni di amplificazione, che permettono ad un contenuto "buono" di essere ripreso e ridiffuso oltre i limiti del singolo mezzo / testata... si tratta di un fenomeno di scarsa fantasia e creatività, si tratta di appropriarsi del contenuto di altri per generare pageviews e quindi income pubblicitarie...
Si tratta di un po' di tutto questo ed è un fenomeno che mi fa riflettere anche rispetto al mio, di blog , dove anch'io riprendo content da terze parti, anzi, la ripresa costituisce forse la maggior parte del contenuto. Ma quello che cerco sempre di fare è riprendere e commentare, dare valore aggiunto, addizionare un contributo originale.
Ad ogni modo, il fenomeno non è strettamente legato solo ai blog o ai siti; arriva anche sui media tradizionali, in un circolo che porta il content dall'on all'off o dall'off ad un altro offline.
Cito infatto la notizia, a titolo di esempio, del lancio di una nuova testata-"Distill", un bimestrale londinese che raccoglie il meglio (ovviamente....) del materiale pubblicato da riviste di moda anche di nicchia e di limitata circolazione, per raccogliere in un unico punto un'informazione dispersa in rivoletti in mille parti del mondo, con (ovviamente) il tentativo di dare un valore aggiunto rispetto alla semplice antologia, attraverso commenti di autorevoli opinionisti.
Insomma, anche sulla carta, stiamo mungendo il content, cercando di ottenere dal nostro ma sopratutto da quello degli altri la massima monetizzazione. Da un certo punto di vista criticabile ma, d'altra parte, bisogna ammettere che con tutto il content disperso e quindi difficilmente scopribile / raggiungibile, una certa collazione ed amplificazione puo' avere il suo senso...
Per la sessione plenaria del 5 mattina, ad aprire i lavori l'intervento “ Il ruolo di internet nell'economia italiana ” di Layla Pavone , Presidente IAB Italia , Managing Director Isobar Communication; si passa poi a Internet, opportunità per l'Italia, con uno scenario di riferimento e numeri con Paolo Duranti , Managing Director Nielsen Media Research ; Roberto Binaghi , CEO Omd e Presidente Centro Studi AssAPServizi di AssoComunicazione ; Marco Vernocchi , Managing Director – M&E Europe/Africa/Latin America Accenture ; Alison Fennah , Executive Director, European Interactive Advertising Association .
Alle 11,30 interverrà poi On. Paolo Romani , Sottosegretario allo Sviluppo Economico con delega alle Comunicazioni; poi Marco Roveda , Fondatore LifeGate “Internet fa bene all'ambiente” e Marco Montemagno , Co-fondatore Codice Internet , curatore conduttore SKY Tg24 Reporter Diffuso che ci parlerà di Internet, economia e società.
Nel pomeriggio sono previsti i workshop: quello sulla Cross medialità a cura di: tg|adv con lo speech " Internet e l'influenza sulla realizzazione di nuove soluzioni cross mediali " di Alberto Gugliada, Chief of tg|adv; " L'evoluzione dell'offerta Internet " di Cristina Pianura, AD Pixel Advertising SPA; " Digitalia '08: le nuove frontiere per la pubblicità digitale " di Yves Confalonieri, Vice Presidente Digitalia '08 ; " Pianificare sull'Audience " di Massimo Fontana, Country Manager CPX Interactive Italia ; introduce Rob Rasko, President & COO CPX Interactive Doubleclick e " Multi-Channel Integration ROI: come analizzare il contributo di ogni singolo canale on line al successo di una campagna " di Luca Di Cesare, Territory Sales Manager, Italy DoubleClick , modera Alessandro Cederle, AD Reed Business Information.
Il secondo workshop previsto è dedicato all' e-mail marketing , a cura di Magnews con l'intervento " L'emozione nel messaggio: biofeedback e eyetracking applicati all'analisi del messaggio " di Maurizio Fionda, Responsabile Strategia & Sviluppo MagNews e Francesco Gallucci, Ordinario di Sociologia della Comunicazione presso il Politecnico di Torino; e ancora " E-card Marketing: naturalmente virale! " di Matteo Calandriello, Presidente di Gate2000.com srl ; " Le tue email nello spambox, i tuoi soldi nel cestino (e spesso non te ne accorgi neanche): cosa fare ?" di Massimo Fubini, CEO Contactlab ; " Le tendenze dell'Email Marketing: spunti e riflessioni dall'analisi dei Clienti MailUp negli USA " di Nazzareno Gorni, Business Development di MailUp e " Strategie Email-Marketing 2009 – I trend da seguire per il successo garantito " del Dott. Lars Woessner - Managing Director eCircle Italia , il tutto moderato da Roberto Ghislandi, Consulente Web ed Email Marketing.
Per i workshop personalizzati: " Google for Branding " con Luciano Cantoni, Industry Head Technology (Google Italia); Christina Lundari, Sales Business Development Manager (Google Italia) e Eliana Pedriali,Agency Product Specialist ( Google Italia ). Per RAI-SIPRA : " Rethinking the TV Experience " con Piero Gaffuri, Direttore Nuovi Media Rai e Amministratore Delegato Rai Net; Federico Casalegno, Direttore Mobile Experience Laboratory e Direttore Associato Design Laboratory del MIT di Boston modera Edoardo Fleischer, Giornalista e Docente Nuovi Media e Comunicazione presso l'Università Statale di Milano. Adobe Systems Italia " L'advertising e la comunicazione interattiva @ adobe.com " con Andrea Amadeo, Business Development Manager Digital Video & Web Solutions Adobe Systems Italia S.r.l; mentre Dada " Adv digitale prêt-à-porter: dal dominio al click " con Paolo Barberis - Presidente e Fondatore di Dada S.p.A., e diversi personaggi del mondo dell'adv digitale parteciperanno a una tavola rotonda. Infine Interwoven: " Il Marketing on-line non è mai stato così efficace, grazie ad Interwoven Optimost ". Dal mercato un esempio concreto di 'web user experience' a 5 stelle con Carlo Sarugeri, Country Manager Interwoven Italia e testimonianza cliente Interwoven.
Di seguito l'agenda del 6 Novembre, dove il tema della sessione plenaria della mattinata è "Internet: cuore della comunicazione e della pubblicità". Ad aprire i lavori Layla Pavone , Presidente IAB Italia, Managing Director Isobar Communication, a seguire l'intervento di Enrico Gasperini, Presidente Audiweb ; mentre i "New media lo scenario europeo" è lo speech di Alain Heureux, Presidente IAB Europe.
Sempre nella sessione plenaria sono previste " Due ore con UPA " che ci illustra le case Historydi grandi clienti che raccontano le loro iniziative di successo con i media digitali. Poi è la volta delle grandi aziende che raccontano le loro esperienze in un colloquio aperto, con la partecipazione di: Giovanna Maggioni, Direttore Generale Upa; Layla Pavone, Presidente IAB Italia; Alberto Coperchini, Global Media Director Barilla; Andrea Airoldi, Digital Asset Specialist Coca-Cola; Silvia Fellegara, Responsabile Pubblicità e New Media Enel; Francesca Benati, Direttore Marketing Expedia; Ermanno Gomma Guarneri, Responsabile Redazione Web & Web Coordinator Feltrinelli; Giovanni Perosino, Direttore Comunicazione Gruppo Fiat e Antony Strianese, PM Paris Studio L'Oréal. Modera Salvatore Sagone, Presidente di ADC Agenzia della Comunicazione e Direttore Responsabile NC e ADVExpress.
Per i workshop del pomeriggio sono previsti quello dedicato al WEB 2.0 a cura di ag Advertising sul tema del "Blog Advertising" con Giusy Cappiello, Direttore Vendite Tag Advertising ; mentre il web 2.0 di Yahoo! ci porta alla scoperta di Yahoo! Answers Italia: un caso di successo dove conoscenza, comunicazione commerciale, persone e brand crescono insieme con Lorenzo Montagna, Commercial Director Yahoo! Italia . E si chiude con Myspace: "Social Network: nuovi scenari per comunicare con gli utenti" a cura di Francesco Barbarani, Country Manager Myspace.com . Modera Daniele Bologna, Presidente Ediforum.
Il secondo workshop è dedicato alla WEB ANALYTICS a cura di Trackset con lo speech di Alessio Semoli, Managing Director Trackset , mentre ci parla di "Ottimizzare il Business Online con WebTrends Marketing Lab 2" Giovanni Vernia, Consultant WebTrends per l'Italia, "Misurare l'usabilità. L'efficacia oggettiva dell'usabilità in Jacuzzi Europe e Findomestic Banca." è invece a cura di Luca Schibuola, Usability Director About User . Della "Navigazione da Mobile: analisi dei trend sul network ShinyStat" è a cura di Andrea Samaja, Partner PricewaterhouseCoopers Advisory e infine le Web Analytics Strategies di Giovanni Lorenzoni, CEO BitBang e Country Manager Web Analytics Association . Modera Cosimo Accoto, Ricercatore, Speaker e Autore di "Misurare le audience in internet".
Il terzo workshop è dedicato al SEARCH ENGINE a cura di Webranking, con lo speech "Search, il crocevia dell'evoluzione" di Nereo Sciutto, Presidente WebRanking , mentre "il Search Marketing oggi: da "primi su Google" a consulenza strategica per la costruzione di relazioni" è a cura di Miriam Bertoli, Search Marketing Director TSW . Lo "User Generated Content: quanto la presenza nelle ricerche influenza la user experience" a cura di Nicola Tanzini, Managing Director Intarget.net . Modera Salvatore Sagone, Presidente di ADC Agenzia della Comunicazione e Direttore Responsabile NC.
Per i Workshop Personalizzati a cura di Promodigital si parla di "Buzz marketing: come scatenare il passaparola online" con Andrea Febbraio, CEO PromoDigital (Il buzz online); Roberto Di Nicola, Brand Manager ROC Johnson & Johnson (Product seeding e buzz marketing per il lancio di ROC Retin-OX); Gregory Pouy, Head of Communication BuzzParadise (Il buzz oltre i confini italiani) e Emma Mandini, Direzione Marketing - CRM & e-business (Il buzz nel settore automotive). Admaiora ci parla di come "Aumentare la visibilità, la credibilità e i risultati delle aziende attraverso i contenuti, valorizzando i "digital assets" a cura di Mauro Lupi, Presidente Ad Maiora. Infine Microsoft ci parla dei "vantaggi di un partner unico per l'advertising: casi concreti" con Salvatore Ippolito, Sales Director Microsoft Advertising.
Un noto slogan di qualche tempo fa – «Time is what you make of it» (Il tempo è rappresentato da ciò che ne si fa) – si adatta molto bene alla realtà di Facebook, il social network di cui gli italiani sembrano oggi essersi innamorati. In poco più di sette settimane gli iscritti sono triplicati e si avviano in queste ore a superare i due milioni, con circa 35mila nuove registrazioni al giorno. Numeri non ancora straordinari, se paragonati con altre community già consolidate come Virgilio, Libero o MySpace, ma indicativi di un nuovo modo di vivere internet, da protagonisti.
Considerando le fasce d'età rappresentate, con una lieve predominanza giovanile in via di dissolvimento, e il profilo professionale, Facebook è quanto di più trasversale visto finora. Con un ritardo imputabile alla non conoscenza delle lingue straniere – Facebook italiano è arrivato solo la primavera scorsa – e alla scarsa dimestichezza con le tecnologie, gli italiani sono risaliti così al decimo posto nella classifica globale dei Paesi più attivi, molto lontani però dai cugini francesi, già oltre i quattro milioni.
La novità sostanziale del fenomeno è l'arrivo sulle piattaforme di social networking di centinaia di migliaia di persone, mai iscritte prima a simili servizi, in larga parte a digiuno di blog e Web 2.0. Un passaparola intergenerazionale che ha innescato un circolo virtuoso, stuzzicando l'interesse dei media, già colpiti dai numeri di Facebook – globalmente il network ha oltre 110 milioni di membri – e dalle sue potenzialità economiche: circa un anno fa Microsoft attribuì al l'azienda un valore di 15 miliardi di dollari.
Grazie a un restyling lanciato negli ultimi mesi, con una interfaccia immediata, ancor più semplice da usare, Facebook è l'ambiente ideale in cui chiunque può riallacciare contatti lontani nel tempo – non è così insolito essere tirati dentro da compagni di scuola o dell'università – e replicare la propria rete sociale, con cui si passano fine settimana e tempo libero. Niente a che vedere con i mondi virtuali e l'isolamento sociale – presunto – di cui internet sarebbe responsabile: per trarne i maggiori benefici, Facebook invita gli utenti a iscriversi con il proprio vero nome, riducendo l'anonimato e i suoi effetti a percentuali irrilevanti.
Rispetto a network quali Badoo, in cui la componente dominante è costituita dallo stringere nuove relazioni tra sconosciuti – come sostiene Fabio Giglietto, Università di Urbino, in una ricerca presentata recentemente alla conferenze IR 9.0 a Copenhagen – su Facebook si rintracciano vecchi amici e se ne attivano di nuovi, per promuovere attività comuni dentro e fuori la rete. Un ambiente abilitante quindi, in cui l'organizzazione di movimenti informali, di protesta, come i ricercatori precari riuniti sotto il gruppo PrecaRicerca, o di informazione, gode di un livello di accesso elementare. Elisa Delaini racconta il suo "sdoppiamento di personalità": da un lato lo strumento le permette di aggiornare gli amici con nuove foto – Facebook dichiara di ospitarne 10 miliardi (!) – e dall'altro di promuovere la propria attività professionale.
Il confine tra pubblico e privato diventa labile e, senza un uso consapevole, l'effetto può essere dirompente. Alcuni utenti più evoluti hanno cominciato a dichiarare proprie regole per l'accettazione di nuovi amici. Simone Tornabene ne individua due categorie: i conservatori, attenti a replicare la propria rete online senza ulteriori aggiunte, e i progressisti, aperti a nuovi contatti in un'ottica di integrazione tra mondo online e offline. La diffusione di informazioni strettamente personali o la pubblicazione di immagini compromettenti, senza un settaggio adeguato dei livelli di privacy, può raggiungere chi meno te l'aspetti: efficace in tal senso la recente decisione dei Garanti della privacy europei di chiedere ai gestori di rendere invisibili i profili ai motori di ricerca, salvo diversa decisione degli utenti.
Superata la fase iniziale di entusiasmo prende forma una seconda fase di assestamento, se non in alcuni casi di rigetto dello strumento, a causa degli eccessivi solleciti ai quali l'utente è sottoposto e in altri casi alla dispersione di tempo che la gestione dei contatti può provocare. L'amicizia diventa inoltre una relazione dal valore mutabile: alcuni aggiungono al proprio network solo chi hanno già conosciuto personalmente, altri si aprono a qualsiasi opportunità di nuova conoscenza, senza porsi alcun problema di riservatezza. Quale l'approccio più corretto? Probabilmente la risposta cambia con il variare dell'uso dello strumento: chi lo prende seriamente, pubblicando dati sensibili, accetterà solo legami forti, a differenza di chi vuole esplorare nuovi territori, barattando informazioni personali in cambio di opportunità imprevedibili. Ciò che è più importante è mantenere il controllo di ciò che si pubblica, senza pentirsi quando è già troppo tardi. Che persino Facebook sia destinato a un rapido tramonto, terminata la crescita esponenziale, pronto a lasciare il passo alla prossima moda? L'importante, per ora, è che se ne continui a parlare. Domani, è un altro giorno.