Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Vi segnalo una notizia curiosa che ho scoperto pochi minuti fa leggendo il San Francisco Chronicle. Ci si aspetta che sfogliando un giornale della Silicon Valley si parli di Google, e di sua qualche nuova invenzione che rivoluzionerà nuovamente il mondo. Questa volta però poiuttosto che il Googleplex, la notizia coinvolge più direttamente Sergey Brin e Larry Page.
I due fondatori di Google andranno a produrre (con poco meno di un milione di dollari) un piccolo film indipendente dal titolo Broken Arrows scritto e diretto dal loro vecchio amico Reid Gershbein.
La trama del film:
A story of love and a struggle over the virtues of free will versus destiny. It follows the journey of Reese, who becomes a hitman after he loses his wife and unborn child, as he confronts the forces of love, faith, and destiny.
Per i curiosi questo il link di download del trailer.
Sicuramente tutti voi ricorderete il servizio Google Print e tutte le paure, le polemiche (nonchè le questioni legali) che tale servizio ha generato relativamente ai problemi di copyright.
Bene, proprio a questo proposito vi riporto un post di Steve Rubel in merito ad una falla (a mio avviso di rilevanza non indifferente) nel sistema di Google Print:
I am taking a break from my 2006 trends series tonight because a) I found an awesome hack I just had to share, b) I am lazy this week and c) I am in the mood to get Digged.
O'Reilly publishes a great series of books called the Hacks series. I have wasted spent several afternoons in the bookstore soaking up these hacks. I am too cheap to buy the books (even online) because I know they'll be outdated tomorrow.
Anyway, I have found a way to read most of their terrific hacks for free using Google Book Search - at least for now. This trick, by the way, works for lots of books, like travel guides. See the end of this post for how I hacked the Frommer's travel series. Here's how it's done...
(Update 1 based on reader comments: This post is in no way meant to slight O'Reilly, Frommers or their authors. It is meant to identify a significant hole nuance in the way publishers can opt to list their books on Google Book Search. that puts millions of books at risk - including these publishers who graciously opted into their program. This hole needs to be addressed and fast.)
(Update 2: Danny Sullivan points out here that this is a feature of Google Book Search, not really a hole. I've updated my post. Further, if someone from Google wants to weigh in, it would be welcome.)
Step 1: Find Your Book on Google Book Search
This step is easy. Simply go to Google Book Search and search for the title you're interested in. For example, Podcasting Hacks.
Step 2: Access the Book's Table of Contents
Simply choose the Hacks book you want to “read” and then click the “Table of Contents” on the left hand side navigation bar.
Step 3: Find Your Hack
Using the back and forth arrows, you can peruse the book's table of contents to view all of the different hacks in the book. When you find one you like, note its exact title and then search the book for this phrase in quotes. For example, let's say I want to read the hack #28 in this list - Build a Great Sports Podcast. I would then enter “great sports podcast” in the box at the top of the page and click “Search this book.” Be sure to note the page number (in this case, page 167).
Step #4: Read Your Hack
If you're lucky, you will get a page that looks like this that lists each page that references the specific phrase. Simply click on the page noted in the table of contents (in this case page 167) and you can read the entire section! I find this works for about 70% of the hacks in a given book. The shorter the hack, the more likely it is to work because Google blocks some pages.
So there you have it. By the way, this trick doesn't just work for the O'Reilly series. The hack can be used - for now - on virtually any book that publishes bits of information in series of say three to five pages. For example, here's a link to all of the books in Google Book Search from the Frommer's travel guide. One of the books listed is their 2004 Seattle guide. Well, darn it, when yo go to Seattle you have to go to the Snoqualmie Falls. Using Google Book Search, I found the section of the Frommer's book that features just the part on the attraction!
If you like this trick, be sure to add Google Book Search to your Firefox search plugins. Just hit this page to install it.
In ogni casa italiana c'è almeno una televisione a colori e almeno l'80% degli italiani ha un telefonino cellulare. Ma oltre la metà delle famiglie italiane ancora non ha il computer nella propria abitazione né l'accesso a Internet.
Sono alcuni dei dati che emergono dall'indagine "Aspetti della vita quotidiana", condotta dall'Istituto nazionale di statistica (Istat) su un campione di circa 20 mila famiglie, ovvero un totale di 55 mila persone. L'indagine, pubblicata oggi e definita "multiscopo", rileva i comportamenti e alcuni aspetti specifici della vita quotidiana degli famiglie italiane, in particolar modo la disponibilità e l'utilizzo delle tecnologie dell'informazione.
Negli ultimi 8 anni gli italiani sono diventati sempre più tecnologici, riuscendo a colmare anche il divario territoriale tra Nord e Sud del Paese. Sono cresciuti gli utilizzi del telefono cellulare (dal 27,3% nel 1997 all'80,8% nel 2005), e dell'antenna parabolica (dal 12,2% nel 1997 al 23,6 nel 2005).
Aumenta anche l'utilizzo del computer, dal 16,7% nel 1997 al 43,9% nell'anno in corso. Ma rimangono ancora senza computer a casa oltre la metà degli italiani, ossia il 56,1%. E un numero ancora maggiore non accede a Internet (65,5%). Tra le motivazioni per cui non si naviga sul Web da casa, gli intervistati indicano innanzitutto uno scarso interesse (il 40,4% lo considera "inutile e non interessante"), mentre al secondo posto si colloca la mancanza di capacità (31,2%) e i rimanenti o vi accedono da altro luogo, oppure ritengono "costosi gli strumenti necessari per connettersi o il collegamento".
E gli utilizzatori di computer diventano sempre più giovani: quasi il 40% dei bambini che ha almeno 3 anni usa regolarmente il pc, mentre il 31,8% delle persone dai 6 anni in su naviga su Internet.
Tra la metà degli italiani che usa il computer il picco di utilizzo, con il 75%, si ha tra gli 11 e i 19 anni e per Internet tra i 15 e i 24 anni, per poi decrescere rapidamente con l'aumentare dell'età.
Le differenze di genere sono influenzate dall'età, ma rimangono comunque contenute fino ai 34 anni: per esempio usano il computer il 54,5% delle bambine tra i sei e i dieci anni ma solo il 16,2% delle donne di età compresa tra i 55-59 anni contro il 33,7% dei loro coetanei uomini.
Le famiglie con un minorenne sono le più tecnologiche mentre all'estremo opposto si collocano le famiglie composte di soli anziani, che continuano a esser praticamente escluse dalla tecnologia. Incidono sull'uso dell'hi-tech anche le differenze culturali ed economiche presenti tra le diverse famiglie di intervistati. [fonte Reuters]
di Camilla Lai
Le vie dell'advertising sono (quasi) infinite. E, soprattutto in questi anni di profondo cambiamento della comunicazione, non smettono di aprirsi nuovi percorsi. Logico quindi che fra tante vecchie e nuove rotte, si finisca per avere a che fare anche con la cartellonistica stradale.
Al punto da rinominare le città. Per esempio Riccione, mecca giovanile, fino al 30 Settembre si è chiamata RicC1one. Brillante idea di Citroen per lanciare la nuova compatta C1, iscrivendola nel toponimo di uno dei centri di villeggiatura più amati e frequentati dal target naturale della nuova vettura, appunto i giovani freschi di patente e dintorni. Nell'operazione saranno coinvolti anche luoghi e strade del centro.
E' una forma di comunicazione nuovissima, originale e creativa, che non disturba , pertanto poco invasiva, e che si fa notare moltissimo. L' approccio alla innovativa tecnica di marketing si è basato sullo studio "dal basso" della psicologia del target, dello spazio in cui si muove, dei codici che ne regolano il comportamento utilizzando un mezzo(il cartello di segnaletica stradale) che spontaneamente si guarda. Citroen ha centrato l'obiettivo in linea con il suo claim: "Il primo passo verso un mondo migliore".
Ma di questi passi tutte le strade (della pubblicità) portano a Riccione. Fra i tanti cambiamenti di marketing e pubblicità un solo punto fermo: le belle ragazze. Come la madrina dell'evento, Federica Fellini, cognome caro e alla Romagna.
Con oltre 226 negozi in Europa, Asia, Australia e Stati Uniti Ikea è leader nell’arredamento di design a basso costo e ogni anno vende a oltre 410 milioni di acquirenti l’anno.L’apertura di ogni nuovo negozio è ormai un evento e la recente inaugurazione di un punto vendita a Londra ha richiamato otre 6.000 persone, sancendo il forte interesse del grande pubblico per la catena svedese che ormai ha raggiunto il ruolo di brand di culto.Ma quali sono i punti di forza dell’offerta Ikea? Innanzitutto l’azzeccato mix tra design, ultima moda e costi contenuti. L’azienda riesce a mantenere un soddisfacente livello di profitti anche riducendo anno dopo anno i prezzi. Secondo gli esperti di Business Week, Ikea riesce ad avere margini operativi di circa il 10%, tra i più alti del settore dei mobili per casa. Nei Paesi nei quali è presente ha tra il 5 e il 10% del mercato, con ulteriori margini di crescita. Proprio per questo l’azienda sta aprendo rapidamente nuovi punti vendita e l’obiettivo è quello di inaugurarne 19 entro la fine del prossimo anno, puntando sui mercati che presentano i più interessanti tassi di crescita, che sono gli USA, la Russia e la Cina.Un altro aspetto importante è l’entusiasmo e la disponibilità della forza lavoro, che vengono coltivati concedendo ai dipendenti ampia autonomia e un ambiente informale. L’attenzione al cliente è giudicata fondamentale, tanto che anche i dirigenti devono lavorare alla cassa o in magazzino per brevi periodi nel corso dell’anno in modo da avere una visione personale delle esigenze della clientela.Attenzione al consumatore: questo si riflette nella struttura dei negozi, che offrono anche bar, ristoranti, aree dedicate ai bambini e in piccoli dettagli che però sono graditi, come matita gratis e metro di carta. Ikea non propone solo oggetti di arredamento, ma uno stile di vita, che abbraccia consumatori in tutto il mondo.Convenienza: architetti e designer sono sfidati anno dopo anno ad offrire soluzioni sempre più convenienti senza sacrificare design e stile. Uno degli obiettivi è ridurre i prezzi del 2-3% ogni anno, puntando allo stesso tempo sulle novità e l’assortimento del portafoglio prodotti, con oltre 1.300 fornitori nei 5 continenti.Ikea punta sull’uniformità dei negozi, che sono riprodotti in maniera simile in tutto il modo, con una superficie media di 27 mila metri quadrati e un assortimento di oltre 7.000 prodotti,che spazia dalle cucine alle candele e alle piante da appartamento. Anche i best seller sono globali, visto che si tratta della libreria Billy e del tavolo pieghevole Lack. Anche il target tipico di Ikea è globale, si tratta di consumatori con un potere medio di spesa che sono attenti in ugual misura al design e al prezzo, che ama oggetti trendy ma che allo stesso tempo è attenta al valore degli oggetti che acquista.
Via Il Mondo e BusinessWeek
Torno volentieri a parlare di Google, ed in particolar modo per segnalarvi un'iniziativa tutto sommato positiva e condivisibile. Sto parlando di Google Grants, ossia pubblicità gratis per le organizzazioni no-profit.
Google Grants e' un servizio di pubblicita' gratuita dedicato alle associazioni no profit italiane classificate come Onlus, e registrate presso l'apposita anagrafe unica delle Onlus previa approvazione del Ministero delle Finanze. Il programma ha consentito di usufruire dei vantaggi della pubblicità AdWords a centinaia di gruppi non profit qualificati, la cui missione va dall'assistenza agli animali alla letteratura, dal sostegno ai bambini senzatetto alla promozione dell'educazione sull'AIDS.
I destinatari del programma utilizzano la pubblicità AdWords gratuita su Google.it per incrementare la consapevolezza e il traffico.
Qualora siate interessati a maggiori info, vi rimando alla pagina delle FAQ.
[fonte Internet Marketing Blog]
Nella guerra tra i motori di ricerca MSN ha deciso di giocarsi una nuova carta: invece che tenersi tutti i ricavi derivanti dalla pubblicità on-line una parte di questi sarà condivisa, secondo varie modalità, con gli utenti. Questa la novità che nei giorni scorsi Bill Gates ha annunciato al Microsoft Ready Launch Tour 2005 in India.Si tratta quindi di un modello di revenue sharing all’interno del quale gli utenti, in funzione dell’effettivo utilizzo, potranno decidere se ricevere denaro, accedere a contenuti particolari o applicazioni non commercializzate.Scopo dell’iniziativa è dirottare più traffico su MSN Search, con evidenti ricadute sull’interesse degli inserzionisti per apparire in posizioni strategiche all’interno dei risultati delle ricerche. Nonostante i recenti sforzi e i nuovi servizi lanciati infatti MSN rimane sensibilmente distanziato dal leader Google per il numero di ricerche effettuate. Nielsen NetRatings ha stimato che lo scorso settembre negli Stati Uniti solo il 12% del totale delle ricerche siano state fatte con MSN Search, contro il 45% di Google.Il mercato della pubblicità on-line è ricco: recenti statistiche evidenziano come dopo l’email la ricerca di informazioni attraverso i motori di ricerca sia la seconda funzionalità più utilizzata su internet e questo spiega l’interesse dei vari competitor per spingere verso l’utilizzo del proprio motore di ricerca.Il progetto della Microsoft conferma l’importanza strategica di imporsi come leader nella ricerca ed è una soluzione che altri siti come GoodSearch e iWon hanno già sperimentato con risultati soddisfacenti.Rimane però qualche dubbio sull’efficacia di queste iniziative: il traffico potrebbe effettivamente intensificarsi, ma come unica conseguenza dei bonus forniti. Questo non implica necessariamente una maggiore attenzione ai messaggi pubblicitari e ai prodotti presentati e di conseguenza un reale vantaggio per gli investitori.
Un viral video può dirsi vincente nel momento in cui raggiunge almeno la soglia di contagio che viene prestabilita in origine. Per questo motivo gli autori che hanno interesse a rendere efficiente il loro viral video si concentrano su tutti quei fattori che ne incrementano la potenziale diffusione presso il pubblico. Alcuni di questi elementi sono la capacità di destare curiosità, il riferimento a cose, luoghi o persone di particolare interesse, le caratteristiche tecniche del filmato, il fine del video, i soggetti che inizieranno a divulgare il video e la sua reperibilità.
La natura del video è una caratteristica che influenza non poco la sorte dell'intero progetto. Una comunicazione simpatica ma con dichiarati intenti pubblicitari probabilmente tende ad essere meno simpatica, meno interessante e quindi meno efficace di un video che nasce con il solo scopo di far divertire. A riguardo propongo un video ideato e prodotto da Scott Kelby con la partecipazione dell'Associazione Nazionale dei Professionisti di Photoshop senza fini commerciali che riguarda un nuovo modello di iPod, l'iPod flea... Questa divertente parodia ha avuto un enorme successo; per rendersene conto e per comprendere le grandi potenzialità del passaparola è sufficiente digitare "iPod flea" su un qualsiasi motore di ricerca. Il termine iPod flea è un'invenzione dei produttori di questo filmato e tutto ciò che si trova in rete a riguardo è dovuto dalla buona riuscita di questa azione virale. Oltre il fine no-profit dell'iniziativa, il successo è stato determinato anche dal protagonista del messaggio: l'iPod. Tra le parole più cercate su Google nel 2005, oggetto del desiderio per tutti i più o meno giovani d'Occidente, uno degli apparecchi hi-tech più venduti, artefice di aver creato una vera e propria mania, non può che essere lui il soggetto giusto per generare interesse e viralità intorno ad un video. Una scelta simile a quella di Nike con Ronaldinho nel recente spot delle quattro traverse. Se il video è divertente e ben fatto, inseririre un soggetto che riscuote l'interesse di una nutrita cerchia di individui non può che aumentare il numero delle persone che troveranno interessante il video.
Un altro fattore chiave è la strategia di distribuzione, per dirla in termini tradizionali. Bisogna decidere dove inserire i video, e quindi a chi affidare lo sviluppo, almeno iniziale, del passaparola. Il canale dovrà permettere una facile reperibilità al target principale senza però rendere troppo difficoltoso l'eventule accesso ad ulteriori gruppi di utenti. Gli elementi determinanti perchè il video sia percepito positivamente sono la reputazione di cui godono i primi siti, forum o blog in cui comparirà il video ed i primi commenti che accoglieranno il filmato in rete.
L’ampia diffusione dei cellulari in tutta Europa spinge un numero crescente di aziende ad utilizzare anche il canale mobile per offrire servizi ad i propri clienti. Secondo Brandweek anche British Airways sta pianificando l’utilizzo di sms per attività di marketing ma anche di customer service, e ha recentemente affidato all’azienda di mobile marketing Incentivated lo sviluppo di una piattaforma in grado di gestire tutte queste attività.Un primo utilizzo previsto è legato alle notifiche ai viaggiatori via sms di eventuali ritardi o problemi tecnici, ma anche le comunicazioni interne tra i membri dello staff si baseranno in parte anche su questa tecnologia.In un secondo tempo l’azienda pensa di estendere progressivamente l’impiego di questi messaggi, in modo da aggiornare regolarmente i viaggiatori sui nuovi servizi offerti e le novità riguardanti i voli. Per questo motivo sono stati fatti nel corso di quest’anno numerosi sondaggi per valutare la disponibilità degli utenti a fornire il loro numero di cellulare attraverso il sito web della compagnia per ricevere informazioni via sms.Se i primi test daranno esito positivo l’azienda pensa di estendere a questo canale un numero progressivamente crescente di servizi in modo da garantire ai viaggiatori un flusso informativo regolare e costante.Il settore del trasporto aereo è caratterizzato ormai da anni da una fortissima competizione che si manifesta nella maggior parte dei casi in una forte pressione sui prezzi. Compagnie come Ryanair e Nome offrono tariffe scontatissime, mettendo in difficoltà i vettori tradizionali che scontano una minore flessibilità e maggiori costi di struttura e gestione.Poiché molte grosse compagnie non possono essere così competitive sui costi né affidarsi unicamente agli spostamenti del settore business per garantirsi la sopravvivenza è ragionevole che cerchino di differenziarsi puntando su un maggiore livello di servizio, per accaparrarsi la fedeltà di chi preferisce spendere qualcosa in più per il viaggio a patto di avere uno scalo più comodo e servizi aggiuntivi.La mossa di British Airways sembra quindi un passo nella giusta direzione: il puntuale recapito sul cellulare dell’utente di informazioni sul volo che sta per prendere ma anche su nuovi servizi che, in base al profilo specifico, possono essere graditi, è un buon modo per stabilire un flusso informativo con il proprio pubblico, fidelizzando e offrendo un motivo in più per utilizzare i servizi di un vettore piuttosto che di un altro.
Innanzitutto tanti auguri di cuore a tutti. In questi sei mesi abbiamo collezionato ben 255 articoli, una media di quattrocento visitatori al giorno e oltre milleduecento commenti, dati che ci rendono molto orgogliosi e dei quali vi siamo grati.Il post di oggi non può che essere dedicato al Natale, analizzando dal punto di vista del marketing il suo testimonial più famoso, il mitico Babbo Natale.Vi piacerebbe coinvolgerlo in una campagna di marketing così importante da far pensare a molti che si tratti di un personaggio di vostra invenzione? Non è una cosa da tutti, certo, ma se vi chiamate Coca Cola con un pò di fortuna la cosa potrebbe anche accadere.Il vero antenato di Babbo Natale è un personaggio storico realmente esistito nel IV secolo, il vescovo Nicola di Mira della città di Myra (una città antica dell'odierna Turchia). San Nicola deve parte della propria fama alle proprie generose elargizioni a favore dei poveri e la sua leggenda è alla base della festa olandese di Sinterklaas, da cui il mito di Santa Claus ha tratto origini.L'origine del personaggio come lo intendiamo noi è frutto della fantasia del caricaturista american Thomas Nast, che nel 1860 illustrò una vignetta su di un giornale americano nella quale Babbo Natale appariva come un anziano e panciuto signore con un vestito tutto rosso e la residenza al Polo Nord.Tuttavia la fama raggiunse il simpatico vecchietto solo parecchio tempo dopo. Nel 1931 la Coca Cola si trovava in difficoltà per via di una legge le proibiva di pubblicizzare il proprio prodotto utilizzando immagini di bambini, a causa del contenuto di caffeina presente nella bibita.
La bevanda, inizialmente fatta con l'estratto di noce di cola, non poteva infatti avvalersi per il proprio advertising di bambini di età inferiore ai 12 anni. Per questo motivo si era reso necessario ricorrere ad una nuova figura in grado di conquistare le simpatie di grandi e piccini, nel rispetto però della normativa vigente.A qualcuno venne in mente che questo personaggio avrebbe potuto essere Santa Claus, che divenne in breve tempo il protagonista della pubblicità natalizia dell'azienda. Il suo disegnatore, lo svedese Haddon Sundblom, pare si sia ispirato ad un suo simpatico vicino di casa, che venne prontamente rivestito di rosso e bianco, in modo da indossare i colori dell'azienda.Questo riscoperto Babbo Natale riscosse un successo inaspettato e planetario, tanto da far credere a molti che l'invenzione di Santa Claus fosse opera della Coca Cola. La stessa azienda continuò ad utilizzare il testimonial per moltissimi anni, contribuendo ad alimentare la diceria. Nelle pubblicità, il protagonista, gioviale e instancabile, veniva sempre colto in flagrante a gustarsi un gustosa Coca Cola al termine di una lunga notte passata sui tetti a distribuire i giocattoli.Quella ideata dalla Coca Cola è diventata quindi la raffigurazione ufficiale di Babbo Natale, che hanno dopo anno è puntualmente riproposta, entrando ormai nell'immaginario collettivo.
Bisogna riconoscere che l'immagine di Babbo Natale così come noi tutti lo conosciamo è sicuramente frutto ed opera della Coca Cola e, anche se ormai viene abitualmente utilizzato in tutti gli altri contesti legati alla festività, il nonno preferito dai bambini di tutto il mondo continua a mostrarsi con il suo proverbiale pancione, la folta barba e il vestito rosso e bianco, cioè con i colori ufficiali della Coca Cola.
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