Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Una crescita che sfiora il 2% ed un profitto di 1,58 miliardi di dollari: questi i dati diffusi ieri da Apple che, comunicando i risultati, mostra un’azienda che non teme la crisi ma anzi la supera con buoni risultati e liquidità per il primo trimestre 2009 chiusosi il 27 dicembre 2008.
Nonostante Apple abbia perso terreno negli Stati Uniti (-19%), le vendite mancate nei negozi statunitensi sono state compensate da quelle effettuate nei negozi europei e giapponesi, che hanno visto una crescita rispettiva del 30 e del 27%.
Il successo è stato reso possibile dalla vendita di 2 milioni e mezzo di computer Mac (effettuata per buona parte da nuovi acquirenti nel mondo Apple, dato molto significativo per le previsioni future), ma soprattutto dal record di vendite iPod che ha raggiunto quasi i 23 milioni per questo primo trimestre, facendo riconfermare Apple quale re incontrastato sul mercato dei lettori musicali, mentre l’iPhone, che comunque continua ad andare bene con 4 milioni e 363 mila unità vendute, ha perso lo slancio iniziale. Jobs conferma i dati dichiarando che “Questo trimestre si rivela il migliore della storia di Apple”.
Il settore iTunes , su base annua, cresce del 25% e, rispetto al trimestre precedente, cala del 4%.
Come confermato da Cook, Apple non fa compromessi di prezzo per andare in contro alla crisi economica: “Non è la nostra identità e non è per questo che siamo qui…Il nostro obiettivo non è fare molti telefoni, ma il miglior telefono sul mercato.”
Riflettendo anche sui netbook inferiori ai 500 dollari, Cook aggiunge che “Stiamo osservando il settore, ma i prodotti attuali sono poco potenti e poco ergonomici. Il nostro attore in quel settore è iPhone, che permette di fare quello che fa un notebook, e sta in una tasca”.
Mentre Apple si gode i successi ottenuti, la Sec apre un fascicolo sulla salute di Jobs, per verificare se le comunicazioni riguardo al suo stato di salute siano state fatte in ritardo, al fine di non allarmare gli investitori.
Via Quo Media
A riportare il dato la società di analisi Morgan Stanley, che riferisce di un calo di vendite iPhone negli Usa del 24% nell’ultimo trimestre.
Apple ha venduto complessivamente, nel trimestre considerato, 1,75 milioni di iPhone, dato nettamente inferiore rispetto ai 2,3 milioni venduti nel trimestre di settembre.
C’è di buono che, nonostante il rallentamento delle vendite di iPhone, Apple riesca comunque a realizzare buoni utili rispetto ad altre società, e soprattutto resta superiore rispetto ad Android con un rapporto di 6 a 1.
Via Quo Media
Nel 2008, quaranta miliardi di file musicali, il 95 per cento di tutti i download musicali, sono stati "piratati" dal web e condivisi sul web. Le cifre sono pubblicate dall'Ifpi (international federation of the phonographic industry), associazione industriale che riunisce più di 1400 etichette in 72 paesi del mondo. Tutto questo nonostante il lancio massiccio di piattaforme di musica digitale del tutto legale. Come dire, gratis piace sempre di più a uno zoccolo duro di imperterriti downloader.
A quanto pare, la pirateria impatta negativamente soprattutto sul repertorio di artisti locali; un fenomeno che assume caratteristiche rilevanti in Francia e in Spagna. Il tutto, si inserisce in un contesto di mercato che registra una crescita molto forte, intorno al 25%, del business della musica online, che porta il fatturato mondiale del mercato legale a 3,7 miliardi di dollari. Per la cronaca, si tratta in termini percentuali di ricavi maggiori realizzati dall'industria editoriale in generale. In questo senso, la musica è la frontiera della rivoluzione online e mobile.
Resta il danno grave che la pirateria arreca al mondo delle sette note. Quale la risposta del settore ai downloader incalliti? Più che puntare su misure repressive (che pure ci sono), l'industria discografica risponde con nuovi modelli di business, con l'obiettivo di offrire ai consumatori una scelta più ampia di servizi nuovi, realizzati con partner tecnologici di prima grandezza, la collaborazione con Isp e fornitori di banda larga, l'avvento di nuovi servizi in abbonamento (Music phone di Nokia, PlayNow plus di Sony Ericsson, per esempio), servizi à-la-carte music, il sorgere di nuovi canali. In questo contesto, non può che far bene l'avvento del web 2.0, con le sue reti sociali e i suoi blog.
di Pino Fondati su ILSOLE24ORE.COM
Ho visto con piacere nei giorni scorsi in televisione e sul web la campagna sociale “Posta con la testa” che invita i giovani, e non solo, ad usare prudenza nel caricare materiali personali in rete.
Sento spesso parlare infatti dei rischi per la privacy insiti nei social network ed in generale sugli strumenti del web 2.0, preoccupazione certamente non priva di ragioni che però nasce da un problema di fondo: la mancanza di cultura e consapevolezza del mezzo.
Infatti ritengo vi sia una reale assenza di percezione di ciò che avviene davvero quando, ad esempio, si posta una foto in rete: di fatto la nostra immagine diventa disponibile al mondo intero su di una macchina server da cui può essere scaricata in un istante e ricopiata in infiniti altri luoghi, senza possibilità reale di bloccarne la diffusione.
Nulla di male se ci sta bene così, un po’ meno se invece si trattava di qualcosa di riservato. Lo stesso vale, potenziato, per i profili dei social network: scrivere delle sbornie o delle avventure di una sera in un posto potenzialmente accessibile a tutti non sembrerebbe una buona idea offline, mentre sul web lo si fa con assoluta disinvoltura.
Con ciò non voglio difendere a tutti i costi i social network: la possibilità, ad esempio, di postare foto o commenti sui profili altrui sicuramente è qualcosa che lede il diritto alla privacy di ciascuno.
Anche sotto questo punto di vista tuttavia, escludendo i casi di malafede, ancora una volta torniamo al problema della mancanza di cultura: non vorremmo mai così male ad un amico da dire che tradisce la moglie davanti all’interessata, eppure lo facciamo sul suo profilo (pubblico) di Facebook.
Ancora, sempre restando su Facebook, quante persone che conoscete non hanno chiara la differenza fra messaggio (privato) e bacheca (pubblica) nello scrivervi qualcosa?
Ecco dunque che si pone il problema della consapevolezza delle conseguenze delle proprie azioni, cui si aggiunge la mancata comprensione di un fattore chiave: nel nuovo web ci si mette la faccia.
E’ finito infatti il tempo dell’anonimato assoluto dietro un nickname, ora quando siamo in rete facciamo, come ho scritto recentemente, del personal branding, ossia presentiamo noi stessi al mondo. Sono certo che la pensiamo così saremo più attenti nei comportamenti e, magari daremo una mano anche ai più giovani a capire meglio come vanno davvero le cose (con un po’ di buon esempio).
Mi piacerebbe, al solito, conoscere la vostra opinione.
Gianluigi Zarantonello via http://webspecialist.wordpress.com/
I siti di social network, generalmente sfruttati dai più giovani per tenersi in contatto con vecchi e nuovi amici, stanno diventando punto d’incontro irrinunciabile anche per gli over 35.
E’ quanto emerso da una ricerca del Pew Research Center, che ha rivelato che il 35% della popolazione adulta statunitense non può più fare a meno di MySpace, preferito dal 50% del campione intervistato, e affini (Facebook, 22% e Linkedin, 6%). A conquistare questo bacino d’utenza è la possibilità fornita dai portali di social network di rimanere in contatto con gli amici di vecchia data (89%), il desiderio di fare progetti con loro (57%) e la voglia di stringere nuove amicizie (49%). A farla da padrone sono quindi gli interessi privati rispetto a quelli professionali, come accade nel caso degli utenti più giovani
Via Quo Media
Il 2008 è stato per eBay l’anno degli acquisti online. Le categorie di prodotti tipicamente venduti e acquistati nel mercato virtuale sono riconfermate dal primato di accessori e ricambi per auto e moto (rispettivamente +73 e + 72%) e di videogiochi e console con Sony PlayStation 3 (+272%) e Nintendo Wii (+195%).
La novità però non sta nell’aumento delle vendite di questi prodotti, ma nell’incremento di categorie nuove per quel che riguarda la lista della spesa classica eBay: scopriamo infatti dall’indagine effettuata dal sito di e-commerce che i prodotti eno-gastronomici hanno avuto un incremento del 62% con alti picchi per dolci, biscotti, tè, caffè e birra.
Scopriamo inoltre che il regno della casa è diventato sempre più prezioso per gli italiani che non perdono occasione per proteggerlo ed ornarlo come meglio possono: la vendita di antifurti e sistemi di sicurezza è arrivata al +55%, mentre quella di prodotti per l’allestimento del giardino ha raggiunto il +53%. In tempi di crisi gli italiani si sono rifugiati negli hobby creativi che hanno fatto aumentare le vendite del 58%, mentre i prodotti di cura e bellezza, con particolare attenzione a quelli da erboristeria, sfiorano il +24%.
Via Quo Media
Questo Natale i consumatori italiani hanno risparmiato, fra le altre cose, sugli acquisti di prodotti tecnologici. E’ quanto emerso dalle rilevazioni di GfK Retail & Technology nelle ultime cinque settimane del 2008. A subire maggiormente la contrazione che ha colpito il mercato, sono stati i lettori mp3. iPod e affini hanno visto uno flessione del 48% delle vendite rispetto al Natale scorso (-66% in termini di valore).
Decisamente poco rosea anche la situazione dei navigatori satellitari che, dopo la crescita vista nel 2008, hanno visto una battuta d’arresto del 19% (quantità) e del 33% (valore). Trend negativo anche per le telecamere (-17% quantità, - 27% valore) e per le stampanti (-46% quantità, -44% valore).
Pochi i prodotti che hanno chiuso il periodo natalizio in positivo: primi fra tutti pc portatili (+39% a quantità e +5% a valore) flat tv (+15% a quantità e -9% a valore), lettori video digitali MP4 (+11% a quantità e -18% a valore), fotocamere digitali (+5% a quantità e -8% a valore).
Per quanto riguarda i computer il periodo natalizio conferma le tendenze registrate nel corso dell’anno: flessione dei desktop (-18% a quantità e -24% a valore) e positivi i risultati dei portatili.
In particolare, per quanto riguarda portatili, il fatto che la crescita a valore è più contenuta di quella a quantità conferma che gli acquisti si sono spostati verso prodotti a prezzo medio più basso. Ciò avviene non solo a causa della generalizzata riduzione dei prezzi medi, ma anche in funzione dell’introduzione del nuovo segmento dei notebook, con prezzi medi nettamente inferiori.
Gli acquisti si sono comunque differenziati durante le settimane del periodo Natalizio: nelle prime 4 settimane infatti gli acquisti sono stati inferiori a quelli dello stesso periodo nel 2007, mentre si registra una ripresa nell’ultima settimana di rilevazione comune a tutti i prodotti in esame ad eccezione dei desktop, sempre negativi.
Questa crescita concentrata nell’ultima settimana assume maggiore importanza alla luce del fatto che nel 2008 l’ultima settimana non includeva il week-end pre-natalizio. Di conseguenza nel mese di dicembre i consumatori, rispetto al 2007, hanno avuto a disposizione un week-end in meno per gli acquisti dell’ultima ora.
Prendendo invece in esame le ultime due settimane di rilevazione (dal 15 al 28 Dicembre 2008) le vendite dei beni tecnologici di consumo mostrano un +2,4% a quantità, a fronte del quale si registra comunque un -7,8% a valore.
Le ultime due settimane confermano la performance positiva di flat tv, mp4, fotocamere digitali e laptop ppc a cui si aggiungono le Mfd in recupero nell’ultima settimana. D’altra parte si conferma comunque una flessione degli acquisti a valore, con unica eccezione per i laptop pc (+11% a valore a fronte di + 52% a volume).
Via Quo Media
Ormai il social networking è diventata un’attività, e anche forse una moda, estremamente diffusa nel nostro paese. La maggiore esperienza diretta sta portando molti a chiedersi quale sia il modo migliore per utilizzare questi strumenti, specie in ottica business, e quale sia il migliore approccio nella gestione delle proprie reti.
Uno dei temi sicuramente più caldi è quello delle connessioni, meglio averne tante oppure è bene essere selettivi negli inviti e nell’accettare richieste di contatto?
Provo a fare qualche mia considerazione relativa solo all’ambito dei business social network che frequentiamo per motivi di lavoro o di interesse professionale.
Negli studi sociali il numero di Dumbar ci dice che possiamo ragionevolmente intrattenere rapporti di reale conoscenza al massimo con circa 150 persone: dunque secondo questa visione tutti i numeri superiori di connessioni non sarebbero veri contatti.
Dall’altra parte però troviamo le riflessioni di Anderson sul web come mercato a coda lunga: rispetto alle reti sociali offline con pochi click e utilizzando dei filtri come settore di attività, ruolo, area geografica possiamo velocemente selezionare dei contatti interessanti in una quantità virtualmente illimitata di possibili connessioni.
E dunque? La personale visione mi porta a dire questo:
1) E’ bene selezionare con cura i nostri contatti seguendo una certa linea di operato: ad esempio potremmo cercare di contattare nuove connessioni ragionando su di un tipo di ruolo in un determinato settore. Avere troppi contatti disparati è una fonte di ‘rumore’ che ci impedisce di percepire i nostri reali interessi.
2) Per contro sono propenso ad accettare le richieste di connessione: sono pur sempre frutto di una manifestazione di interesse e ci possono aprire, a livello di contatti di secondo livello, un mondo di possibili relazioni utili.
3) La gestione delle relazioni è un lavoro lungo: se non gestiamo con impegno i nostri network e siamo passivi non ne trarremo nulla (i contatti interessanti non arrivano da soli). Inoltre connessioni che oggi ci sembrano inutili potrebbero tornare preziose un giorno, per cui non precludiamoci opportunità a priori trascurandole del tutto.
4) Come tutti i mercati a coda lunga anche quello delle connessioni è governato dai filtri: dunque nel profilo cerchiamo di dare le informazioni giuste su di noi e casomai proviamo a frequentare qualche gruppo che ci interessa veramente, dove poter trovare persone che condividono i nostri interessi.
Le mie naturalmente sono riflessioni brevi e credo che questo sia un tema interessante e ricco di spunti, per cui dopo aver lanciato il sasso sarei curioso ora di sentire le vostre opinioni.
Gianluigi Zarantonello via http://webspecialist.wordpress.com
Il solo annuncio del Times ha fatto tremare i media in Giappone. La Nintendo ha intenzione di lanciare, in una prima fase solo nel territorio nipponico, la propria televisione.
Sfruttando la rete e il grande numero di console vendute, la Wii avrà un proprio canale televisivo. Per adesso non si sa molto sul palinsesto e i titoli in programmazione, si dovrebbe trattare di un canale orientato alle famiglie: trasmissioni di cucina, cartoni animati e quiz ispirati a videogiochi di grande successo come "Brain training".
Il nome di questa nuova tv sarà Wiinoma, l'importante agenzia di comunicazione Dentsu si occuperà dei contenuti e anche della vendita pubblicitaria. Buona parte dei contenuti sarà disponibile in maniera gratuita, mentre le trasmissioni on demand potranno essere acquistate tramite i Wii points.
Dopo il test in Giappone previsto per questa primavera, dovrebbe sbarcare negli Usa e per ultimo in Europa. Un test decisivo non solo per la qualità di questo canale, ma soprattutto per i pubblicitari che cercano nuovi mezzi per raggiungere un pubblico sempre più lontano dalla televisione tradizionale. Sarà l'enorme comunità della Wii a decretare il successo di questa tv. Dopo aver lanciato un canale di news e un canale di meteo sulla consolle, la Nintendo superato l'effetto sorpresa della Wii, continua a puntare su contenuti multimediali di largo consumo. Sarà curioso vedere quali nuove mosse attueranno i concorrenti per mantenere il passo nelle vendite. Questo inverno la Microsoft ha rilanciato tutta l'interfaccia della propria Xbox 360, mentre Sony ha lanciato Home, una sorta di Second Life per i possessori di Playstation 3 con una grafica di alto livello.
di Leonard Catacchio su ILSOLE24ORE.COM
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