Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
I media inglesi si sono appellati alle autorità invocando un atteggiamento più morbido rispetto alla strategia del product placement, attaccata dal segretario alla Cultura Andy Burnham che sostiene che pubblicizzare marchi all’interno di un programma lo contamini e diminuisca la fiducia degli spettatori. Secondo le stime del regolatore Ofcom, questo tipo di sponsorizzazione procurerebbe all’industria dei media ricavi annuali per 100 milioni di sterline. In via ufficiosa fonti vicine a Itv avrebbero espresso il loro disappunto rispetto alla linea dura adottata da Burnham: “Siamo lieti che la comunità europea abbia avviato il processo di consultazione per confrontarsi sul tema, parteciperemo attivamente al dibattito e ci auguriamo che tutti partecipanti assumano un atteggiamento di apertura”.
Via Quo Media
Il gigante nel noleggio di video Blockbuster aprirà dei punti vendita sperimentali presso i quali i clienti potranno scaricare film su dispositivi portatili. L’azienda è ancora in trattativa con le major per la scelta dei contenuti da rendere disponibili, ovviamente si tratterà di un’offerta limitata. Per quanto riguarda la struttura dei “chioschi”, la loro prima versione, progettata da Ncr, permetterà di scaricare le pellicole in soli 30 secondi; i fruitori potranno anche guardare i trailer del film.
L’acquisto o il noleggio avverrà tramite carta di credito o attraverso carta prepagata Blockbuster. Il progetto partirà con l’apertura di due rivenditori di home video presso la contea di Dallas dove saranno installati dispositivi Archos. Il presidente e amministratore delegato dell’azienda, James Keyes, ha annunciato l’intenzione di ampliare la gamma dei servizi offerti all’interno dei nuovi store, attraverso l’inserimento, per esempio, di videogiochi.
Via Quo Media
I clienti chiedono di fare operazioni finanziarie sul telefonino e le istituzioni bancarie si preparano a lanciare nuovi servizi.
Il mobile banking comincia a prendere sempre più piede. Una ricerca di Loudhouse Research commissionata da Sybase 365 rivela che quasi un terzo di tutte le più grandi banche mondiali prevede di lanciare servizi di mobile banking entro i prossimi 12-24 mesi.
Europa e la regione Asia-Pacifico dimostrano di essere più avanti per quanto riguarda l’utilizzo dei servizi, ma la crescita più importante toccherà gli Stati Uniti dove il 53% delle banche interpellate intende sviluppare i nuovo servizi di mobile banking entro i prossimi due anni.
Il 33% dei consumatori ha espresso il desiderio di trattare con le proprie finanze anche quando si è in movimento. Per Matthew Talbot, vice president di Sybase 365, gli obiettivi delle banche non devono essere solo commerciali perché “il mobile banking offre opportunità uniche per l’interazione con il cliente e la sua fidelizzazione”.
Via Quo Media
Bellissima idea creativa. Porre sui nastri dei ristoranti giapponesi (sushi train, o kaiten-zushi) delle piccole repliche della Polo, con un semplice messaggio: fino a 1100 km con un pieno. E già che ci siamo aggiungere un concorso. Detto questo e fatti i complimenti per la creatività, permettetemi di farmi venire qualche dubbio. Non posso credere esistano dei veri e propri circuiti di ristoranti giapponesi, acquistabili per piazzare la propria pubblicità (anche se esistono invece i sushi consultants, mestiere che in una prossima vita non mi dispiacerebbe fare). Ergo, per fare un rollout di questo tipo di eventi sul territorio bisogna faticosamente andare a farsi i ristoranti uno per uno, prendendo appuntamento, negoziando con proprietario e così via. Ora, per chi non è del mestiere sembrerà poco, ma significa che per fare un 20 ristoranti si rischia di metterci un mese o più (un tempo enorme), e di avere un elevato investimento di ore-uomo per un pugno di contatti; ore-uomo che il cliente deve pagare, aumentando il costo dell'operazione (ad un punto in cui 1% sono costi di produzione e 99% costi per pensarla e metterla sul territorio). Il tutto per raggiungere qualche migliaio di persone. Che magari non sono nemmeno perfettamente in target con il prodotto (non vedo grosse correlazioni tra il japanese food e la Polo, non riesco a pensare che il ristorante giapponese di suo selezioni target alto consumanti questa vettura...). Conclusione: a pensar male si fa peccato ma raramente si sbaglia. E non mi sembra proprio che questa idea, pur creativamente molto bella, abbia le gambe lunghe per farsi vedere in maniera convincente, su un numero di persone sufficientemente elevato, a costi per contatto ragionevoli. Il Guerilla / Ambient etc è bello, ma se non genera un buzz resta una pirlatina fatta fra amici A pensar male mi viene da dire che se va bene l’operazione Sushi VW è stata messa in pista in uno o due ristoranti, fotografata e mandata ai vari premi internazionali... la classica creatività fatta solo per i premi e non per il business? (queste cose si vedono continuamente)… se non altro, non andando in TV non si sono fatti spendere a vuoto dei gran soldi al cliente. Anzi, no, fosse andata in TV qualcuno l’avrebbe vista.. I dati rilasciato parlano di 20.000 persone che hanno prenotato online un test drive. Ora io ho forti dubbi arrivino tutti dai ristoranti giapponesi... Concludendo - se qualcuno ha evidenze contrarie me lo comunichi - ma a me pare proprio uno di quei progetti che servono più a chi li fa, che a far vendere i prodotti... (però l'idea mi è piaciuta un casino).
Durante il primo trimestre dell’anno i ricavi legati alle strategie di product placement applicate a 11 tra network televisivi e canali di tv via cavo nella fascia del primetime, sono aumentati del 6%. Nello specifico: le forme di pubblicità indiretta sono aumentate del 39% sulle emittenti nazionali, mentre sui canali via cavo sono diminuite dell’1%. Secondo l’indagine svolta da Nielsen product placement service, le apparizioni televisive di marchi famosi sono state 117.976: la strategia più utilizzata per la sponsorizzazione ‘occulta’ è quella del ‘foreground’, presente nel 35% dei casi. Per quanto riguarda la tv via cavo, è più facile trovare prodotti di marca esposti in ‘wardrobe’, che rappresentano il 32%. All’interno dei 10 programmi più seguiti delle 11 reti, i piazzamenti di merci griffate sono stati 15.404, quasi il doppio rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il programma meno sfruttato da questo punto di vista è stato “The biggest loser” 3.977 esposizioni.
I 10 marchi più esposti hanno guadagnato il 52% salendo da 4.253 presenze nel 2007 a 6.453. Il marchio Coca Cola, grazie all’accordo con il talent show “America idol”, si conferma regina di tutti gli sponsor, registrando 2.380 comparse. In testa alla classifica dei prodotti più utilizzati nella pubblicità indirette, troviamo le bevande analcoliche, capitanate da Coca Cola, a seguire gli indumenti (Nike è uno dei brand più diffusi), i centri /club di fitness, le squadre di calcio e le attrezzature sportive.
Via Quo Media
L'economia va male, i consumi latitano, eppure le famiglie italiane non rinunciano ai videogiochi, anzi ne comprano di più, nel 2007 addirittura il 40% in più rispetto al 2006. Una sorpresa solo all'apparenza, visto che si conferma la tendenza alla crescita registrata negli ultimi anni, e che il 2007 ha visto arrivare sul mercato una schiera di console di nuova generazione che hanno riscontrato un grande successo, soprattutto Nintendo Wii e Playstation 3. Questo, ed altro, si legge nel rapporto annuale 2007 sullo stato dell'industria videoludica in Italia, presentato oggi a Milano dall'Aesvi, l'associazione editori software videoludico italiano.
Certo, l'Italia resta fanalino di coda rispetto ai maggiori paesi europei, a causa di certi "pregiudizi" culturali e della presunta arretratezza tecnologica di alcune fasce della popolazione, ma continuando di questo passo è presumibile che il distacco possa essere colmato nei prossimi anni. I dati parlano di esplosione del mercato dell'hardware: nel 2007 sono state vendute 2,4 milioni circa di console, per un fatturato che ha superato abbondantemente i 480 milioni di euro; il tutto è pari a un incremento del 48% in volumi e dell'80% in valore. Le famiglie italiane che possiedono una console sono ormai quasi 8 milioni, new entry nel 2007 ben 1,4 milioni di famiglie, che mai avevano posseduto una console. Qui ci sono ampi margini di miglioramento, visto che solo nel 54% delle case italiane c'è un Pc, contro il 90% di alcuni paesi europei. Danno una mano al buon andamento accessori e controller, che offrono al videogiocatore la possibilità di personalizzare l'esperienza di gioco. La console guida anche il mercato del software per console, che cresce dell'80%, mentre scende quello per Pc: -5,2% in volume, addirittura meno 10,4% in valore, a causa soprattutto della presenza dei titoli di catalogo offerti a prezzo sempre più basso e a politiche promozionali sempre più aggressive. Per quel che riguarda l'età dei giocatori, si confermano più o meno i dati del 2006: 8 videogiochi su 10 continuano ad appartenere alle classificazioni Pegi 3+ (3 anni e oltre, 33%), Pegi 7+ (7 anni e oltre, 23%) e Pegi 12+ (12 anni e oltre,28%), mentre il Pegi 18+, 4%), quella degli adulti, resta una fascia residuale del mercato. Tra i titoli, spopolano il calcio, ma anche i titoli legati cinema, tv e fumetti (Spiderman, in primis, e poi Harry Potter, Pirates of Caribbean, Shrek terzo, e via elencando).
Si affermano sempre più titoli dedicati ai titoli femminili: nel 2007, grande il successo di Cooking Mama e la serie Giulia. Il titolo più venduto in assoluto è "Pro evolution soccer 2008). Buone le performance del mercato del mobile gaming, che da solo sviluppa un fatturato di 94 milioni di euro. E avanza il videogioco per cellulare, ben 19 milioni contro i quasi 18 milioni di videogiochi per Pc e console, con una forte specializzazione dell'offerta su ciascuno dei quattro portali Wap. Dove si compra la console? Soprattutto nei negozi di elettronica di consumo (53,8%), in quelli specializzati nell'home entertainment (24,7%), e nella grande distribuzione organizzata (21,4%). La stessa classifica, con qualche variazione in percentuale, per le vendite di software.
di Pino Fondati su ILSOLE24ORE.COM
Offrire gratis chiamate e servizi chiedendo in cambio all'utente di vedere spot pubblicitari: è un modello di business innovativo che, mutuato dal mondo del web, nel 2008 approderà anche sui cellulari. Lo mostrano i tanti annunci fatti a Barcellona. Per esempio cresce Blyk: il primo operatore mobile (virtuale) a offrire chiamate gratis in cambio di pubblicità. Opera nel Regno Unito ma sta per arrivare in Olanda e «contiamo di sbarcare in Italia entro fine anno», dice Timo Ahopelto, head of strategy and business development di Blyk. Ha annunciato anche l'ingresso di nuovi investitori, tra cui Goldman Sachs. «I nostri utenti hanno tra i 16 e i 24 anni. Contiamo di conquistarne centinaia di migliaia entro settembre», aggiunge.
Sperimenta questo modello di business anche Silverback Media, una delle più grandi aziende di mobile marketing al mondo: «Bisogna ancora capire se la pubblicità può coprire il costo di tutti i contenuti – dice Paul Amsellem, il ceo –. Sarà così con i servizi di intrattenimento, come giochi e programmi tv su cellulare». «Per esempio – continua – da quest'estate stiamo sperimentando, con Bouygues Telecom, l'offerta di giochi gratis in cambio di pubblicità inserita al loro interno. Banner a fondo campo in una partita di tennis».
Ma c'è spazio anche per altre idee: «Da febbraio tutti gli operatori francesi permettono di sfogliare gratis le pagine gialle, sul cellulare, via internet; da giugno vi aggiungeranno, con la nostra partnership, pubblicità geolocalizzata. Apparirà per esempio quella della pizzeria che si trova vicino a dov'è l'utente in quel momento, mentre sfoglia le pagine gialle», dice Amsellem. Un'altra idea viene da Funambol, mobile e-mail provider, che a Barcellona ha presentato un servizio di posta elettronica gratuita su cellulare, sovvenzionata dalla pubblicità. Include una tecnologia che fa apparire i banner degli sponsor all'interno dell'e-mail.
Se non si può regalare qualcosa all'utente mobile, in cambio di pubblicità, almeno non bisogna infastidirlo: è il concetto dietro alla piattaforma di advertising (rivolta agli operatori) presentata da Comverse. Mette la pubblicità in vari formati, ma sempre opt-in: con il consenso dell'utente e in modo non invadente. Il messaggio vocale pubblicitario può essergli inviato anche come ringback tone, cioè dopo che si è composto il numero e prima che l'altro utente risponda. Un passo avanti verso la maturitá viene anche dalla nascita, questa settimana, del Nokia advertising network, che include 70 tra editori e operatori di primo piano. La soluzione permette di mettere pubblicitá sulle loro pagine (accessibili via cellulare) e su prodotti Nokia.
Il succo è che i gestori mobili stanno guardando con più fiducia a un modello di business tipico di internet, prima snobbato: contenuti gratis finanziati dalla pubblicità. È successo che il mercato della pubblicità online si è sbloccato e ha cominciato a fare gola agli operatori, che d'altra parte sono sempre alla ricerca di modi per potenziare le fonti di entrate alternative ai servizi voce (i cui margini continuano a calare).
Formula tutta da provare, certo, ma qualche operatore ci crede, e non solo in Francia. In Italia c'è Tim, che a Barcellona ha presentato una piattaforma, in collaborazione con Prim'Vision, per portare la pubblicità nei cellulari attraverso un chip. «È un chip, che i produttori potrebbero integrare nei propri cellulari. Scarica via internet mobile e memorizza al proprio interno la pubblicità. L'utente che accetta il servizio può quindi vedere su schermo la pubblicità prima di scaricare un gioco o fare una telefonata, che avranno in cambio un prezzo ridotto o persino gratuito», spiega Paolo Paganucci, VP scouting & benchmarking di Telecom Italia, che spera di fare un pre-lancio del servizio prima dell'estate. Il chip consente anche di tracciare il comportamento dell'utente, di rilevare quante volte ha visto la pubblicità e come vi ha interagito. Si propone quindi anche come piattaforma di misurazione.
«A oggi manca uno standard per misurare l'efficacia della campagna. È uno dei motivi per cui il mercato della pubblicità mobile via internet cresce piano e varrà solo 1,3 miliardi di euro nel 2012, in Europa; di conseguenza, nel medio periodo gli sms resteranno il veicolo pubblicitario principe per raggiungere la grande massa degli utenti», dice Thomas Husson, analista di Jupiter Research. Oggi ad avere successo è infatti Tim Spot, un servizio basato su sms. È stato sottoscritto da 9 milioni di utenti. Permette di ricevere sms gratis di informazioni in cambio di pubblicità.
Via ILSOLE24ORE.com
Interessante intervista sul sito della CNN con Howard Schultz, l'uomo che ha creato la catena Starbucks e che ora ritorna come CEO, per cercare di riportare in auge l'azienda
Come qualcuno saprà, la più nota catena di caffetterie del mondo sembra avere qualche prolemino...
Alla radice del problema, a quanto dice ... sta (guarda un po') il fatto che l'azienda a perso nel tempo la sua focalizzazione su cliente.
Non solo: ha anche trascurato gli aspetti di fidelizzazione.
Teniamo conto che Starbucks ha visto negli anni crescere la concorrenza da parte di catene analoghe (a noi generalmente ignote) ma forse più agguerrite, che hanno anche capitalizzato sulla formazione di una certa opinione negativa verso Starbucks... se non altro per l'usuale fenomeno che quando una azienda / catena diventa grande e di successo c'è sempre chi inizia a vederla male...).
Ed ha anche trascurato la customer experience ("We spent time on efficiency rather than the experience")
C'è poi da tener presente che McDonalds ha recentemente annunciato la sua entrata nel business del caffe'...
Tra le novità che possiamo apsettarci nei prossimo futuro da Starbucks:
1) Dare un taglio alla "burocrazia" e alla centralizzazione
2) Mettere a posto il business negli US e potenziare qello internazionale, su cui ritengono ci sia ancora moltissimo da fare
3) Focalizzarsi maggiormente sui clienti, come dico spesso, mettersi nei loro panni... e lo dice anche Schultz: " We need to put ourselves in the shoes of our customers. That is my new battle cry. Live and breathe Starbucks the way our customers do."
4) Lavorare sulla relazione e la experience
5) Rivedere il design del punto vendita
6) Rivedere le strategie di fidelizzazione /( anche tenendo conto che il 15% degli acquisti sono fatti attraverso la Starbucks card)
7) Introdurre nuovi prodotti e ripensare alla parte "food"
La battaglia è anche sul fronte della qualità percepita.. ma non tanto del prodotto quando dell'esperienza.
Se si deve pagare caro un caffè... e basta, ci si ritrova in un business di nicchia, da intenditori... o meglio da amatori dei beveroni.
I 5 dollari (o quel che sono) che dai a Starbucks non sono solo per una bevanda calda ma per un complesso di cose (a mio avviso, basandomi sulle mie ottime esperienze spagnole con catena, ad esempio per avere un posto accogliente dove leggere, lavorare, socializzare, studiare o fare riunioni di lavoro)
Per approfondimenti, ecco l'intervista con Schultz
Vista la relativa abbondanza (percentuale) di nudisti fra i tedeschi c'era da aspettarselo; qualcuno ha individuato in loro un bel target...
Il ragionamento fatto non fa una grinza: quand'è che un nudista da pienamente sfogo al suo stile di vita? Ovviamenrte in vacanza - non vede quindi l'ora di levarsi i vestiti.
Bene, allora aiutiamolo a farlo prima.
Di qui l'idea dell'agenzia di viaggi tedesca OssiUrlaub.de di organizzare un volo (sperimentale?) da Erfurt a Usedom (un resort baltico... ma non farà un po' troppo freddino per mettersi nudi?) per il 5 Luglio.
Si arriva in aereo vestiti e si sbarca vestiti. Ci si spoglia in mezzo. Mi perplimo leggermente, ma non essendo nudista...
Interessante il prezzo: quasi 500 Euro, motivati col fatto che l'aereo è intimo (55 passeggeri).
Magari se l'operazione va a regime i prezzi potrebbero scendere - anche considerando che il target viaggia leggero, con poca roba in valigia e quindi fa spendere di meno in carburante rispetto alla media dei vacanzieri.
Il mobile marketing, nato in paesi come Giappone e Sud Corea, è decollato anche in Europa Occidentale e sta inziiando a crescere in Nord America. Mentre i consumatori passano ai piani tariffari flat sui dati e adottano la messaggistica mobile, ed emergono nuove piattaforme per le ricerche mobili supportati dalla pubblicità, servizi video e di gaming, il mobile marketing dovrebbe infatti arrivare a un giro di affari di oltre 24 miliardi di dollari a livello mondiale nel 2013, rispetto a 1,8 miliardi del 2007: "La chiara differenza di questo mercato negli ultimi 12 mesi è stato l'accoglienza del mobile marketing come una parte integrante delle campagne di branding cross-media", spiega Michael Wolf, direttore di ABI Research . "Il mobile non è più off-limit nella mente degli inserzionisti, e viene visto come un modo molto personale per raggiungere i consumatori che possono essere motivati attraverso servizi di informazione e contenuti convincenti, così come attraverso messaggi più rilevanti e mirati".
Il mercato, tuttavia, è ancora molto un ambiente "selvaggio" e necessita di tempo per svilupparsi. Sono emersi già molti fornitori di piattaforme di mobile marketing e player più grandi hanno fatto significativi investimenti in questo comparto in rapido cambiamento. Attori emergenti nello spazio ad network e software stanno d'altro canto affermandosi come nuovi importanti player in un mercato che è simile a quello della corsa all'oro della pubblicità internet della fine degli anni '90.
"In queste prime fasi, molti dei fonitori di piattaforma tecnologica si stanno anche proponendo come agenzie interattive per i grandi marchi", nota Wolf. "Tuttavia, vediamo anche grosse agenzie publicitarie e le rispettive divisioni interattive o partner sempre più lavorare con i fornitori di piattaforme chiave con i ruoli che diventano più definiti".
Via cwi.it
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