Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Il noto marchio di alta moda londinese Burberry ha deciso di virare verso l’utilizzo smart della tecnologia a radio frequenze. In occasione del London Fashion Week di questi giorni, la casa di moda ha deciso di implementare nei suoi capi dei microchip a radio frequenze capaci di sbloccare contenuti gratuiti sui cellulari degli utenti presenti in sala per la sfilata di moda.
Sugli smartphone dei presenti in sala compariranno, al passaggio della modella, dei contenuti video che illustreranno come quegli stessi capi sono stati creati, dagli schizzi sino alla passerella.
L’applicazione è stata creata principalmente per permettere agli utenti di pre-ordinare i capi osservati e di comprarli direttamente dal proprio dispositivo mobile. È per questo che nei video proposti, verrà illustrato anche il modo in cui i capi desiderati saranno personalizzati con delle targhette che riportano il nome del cliente che li acquista.
Il chip non funzionerà soltanto durante la sfilata ma potrà essere attivato anche nei negozi rivenditori ufficiali del brand che metteranno a disposizione degli specchi che fungeranno da monitor sui quali, avvicinandosi, manderanno le immagini video della storia del capo d’abbigliamento indossato in quel momento.
La strategia di Burberry non si ferma all’utilizzo della nuova tecnologia, ma continua sui social media. Il giorno dopo la sfilata, infatti, la casa di moda inviterà tutti i follower di Twitter a postare messaggi con l’hashtag #madefor, in modo da poter ricevere immagini personalizzate della propria targhetta.
L’evento sarà inoltre fruibile tramite il live streaming sul canale Twitter di Burberry, sul web e nello store londinese di Regent Street. Altri accessi potranno essere fatti da due account Instagram: all’indirizzo @Burberry si condivideranno immagini dal backstage, dalla passerella e dal red carpet; da @Burberry_Live, invece, verranno condivise immagini più dettagliate della collezione.
Via Tech Economy
Ed ecco a voi la mappa social, crowdsourced e stampata su carta di KLM.
A occhio, direi che KLM è una delle aziende europee che credono maggiormente nei social, che ci tengono a fare delle cose ben fatte - o almeno delle cose che facciano rumore positivo, generino ammirazione, rispetto e il senso di una marca smart.
Molto personalmente, la mia percezione di KLM negli ultimi anni è parecchio cambiata - anche se non ho avuto molte occasioni di volare con loro (o senza). Ma una certa preference sono riusciti a innescarmela.
L'operazione è: se devi andare in una città, crea una mappa di carta (che ha sempre il suo bel perché) con le cose da fare, i migliori "tips" posizionati sulla mappa. E chiedi ai tuoi amici di collaborare, inserendo sulla carta le loro raccomandazioni. Dato che i migliori "tips" sono quelli degli amici. Speriamo.
Nulla che non si possa fare con Tripadvisor e Foursquare - salvo la migliore ergonomia della carta che pieghi, ficchi in tasca e non ha bisogno di pile ne' di Wi-Fi. Ovviamente, per non fare una cosa sfigata e darti un triste pdf, KLM si preoccupa di stampare in bella la mappa e di recapitarla a casa
Operazione attiva in 24 nazioni e per le prime 20.000 mappe.
Così nel frattempo, avete coinvolto tutti i vostri amici con un'azione di "engagement", e magari ci sono pure stati,al gioco...
Sotto, il video di spiega
Il futuro dell’auto non sembra roseo, ma una delle vie per tentare il rilancio del mercato è quella dell’informatizzazione. Così General Motors, dopo aver rischiato il fallimento ha annunciato che nel 2014 inizierà a installare sistemi internet 4G sui modelli destinati a Canada e Stati Uniti.
Gli automobilisti potranno scegliere un tipo di abbonamento e connettersi al web direttamente dall’abitacolo, con schermi digitali che forniranno servizi specifici (mappe, previsioni meteo, traffico). Le tecnologie 4G saranno disponibili sui marchi Chevrolet, Buick, Gmc, Cadillac, Opel e Vauxhall.
A fornire la connessione, in entrambi i paesi dove sarà disponibile, sarà l’operatore At&t.
Via Quo Media
Facebook è davvero prossima al lancio di un servizio di messaggistica per cellulari. Sms gratis o a prezzo ridotto per gli iscritti, attraverso operatori di telefonia mobile, in quattordici Paesi nel mondo, tra cui l’Italia. La conferma alle voci che circolavano da tempo è arrivata attraverso il blog ufficiale della compagnia californiana.
“Grazie a questa promozione - si legge nel comunicato - nei prossimi mesi sarà possibile inviare messaggi da telefonini con sistema operativo Android o iOs e da ogni telefono ottimizzato per la chat di Facebook”.
In Italia sarà H3g a garantire il servizio. Mark Zuckerberg & Co. sperano così di rimpolpare il bilancio del social network, finora quasi esclusivamente fondato sulla pubblicità, e di incrementare ancora di più il traffico sul sito, che conta circa 900 milioni di accessi unici al mese.
Via Quo Media
L'azienda della Mela acquisisce la startup WiFiSLAM per sviluppare un'app che individui la posizione anche dove il GPS non arriva. La localizzazione al chiuso - che interessa ricercatori universitari e aziende come Sony o Cambridge Consultants- sembra essere la nuova frontiera dei servizi di mappe: se per caso ancora qualcuno dubitasse di ciò, l'ultima acquisizione di Apple dovrebbe convincerlo definitivamente.
Sborsando 20 milioni di dollari (la cifra, rivelata dal Wall Street Journal, non è stata ufficialmente confermata dall'azienda di Cupertino), Apple si è infatti impadronita della startup WiFiSLAM.
Fondata un paio d'anni fa, WiFiSLAM si occupa proprio di servizi di localizzazione al chiuso, dove la tecnologia GPS non arriva ma sono invece presenti segnali Wi-Fi.
Grazie a queste onde elettromagnetiche il software sviluppato da WiFiSLAM promette di consentire al proprietario di uno smartphone di individuare la propria posizione all'interno di un edificio con un margine d'errore di 2,5 metri.
Google fa già qualcosa del genere limitatamente ad alcuni aeroporti e zone commerciali negli USA, dei quali fornisce le mappe, e questo pare proprio essere il prossimo terreno di scontro tra le due aziende.
D'altra parte, la posta in gioco è potenzialmente alta, poiché un'app che rileva la posizione, per esempio, in un centro commerciale permette agli inserzionisti di inviare offerte mirate, buoni sconto e via di seguito.
Da un punto di vista meno commerciale si potrebbero sviluppare applicazioni che aiutano a orientarsi all'interno di stazioni o aeroporti, o magari guide museali virtuali che accompagnano passo passo i visitatori, raccontando le opere d'arte direttamente dallo smartphone.
Ovviamente sono già spuntate le prime preoccupazioni circa le nuove potenziali minacce alla privacy che tutto ciò potrebbe portare con sé: se prima Apple - è il ragionamento - sapeva soltanto quando i propri utenti si spostavano all'aperto, presto potrebbe sapere anche quando vanno dal bagno alla cucina.
Via Zeus News
Dopo le indiscrezioni trapelate in rete nelle ultime settimane, Youtube ha finalmente lanciato il suo servizio di video streaming a pagamento. Ad annunciarlo è la stessa azienda su un post ufficiale, nel quale, dopo una premessa in cui si ripercorre brevemente la storia della piattaforma, si fa riferimento a quella che è la richiesta più frequente dei creatori di contenuti che pubblicano sul canale, ovvero “maggiore flessibilità nella monetizzazione e nella distribuzione dei propri contenuti”. “Ci abbiamo lavorato e vogliamo accontentarvi”, riferisce il post.
La comunicazione fa riferimento al lancio del nuovo servizio pilota, attivo da oggi, che permetterà ad un ristretto gruppo di partner di distribuire i propri contenuti facendo pagare agli utenti un abbonamento di 99 centesimi per la loro visione. Ogni canale avrà un periodo di 14 giorni di prova con previsione di sconti negli anni a venire. Il servizio pilota include diverse decine di canali a pagamento, con altri che verranno aggiunti in seguito. L’elenco è vario e comprende “Sesame Street”, il canale di arti marziali e lotta UFC, Comedy.TV, Baby first Plus e tanti altri presenti in una lista rilasciata da Youtube.
Il servizio di abbonamento sarà multipiattaforma, ciò vuol dire che, una volta sottoscritto l’abbonamento, che per ora fanno sapere è possibile effettuare solo tramite pc, i contenuti potranno essere fruiti da qualsiasi dispositivo mobile, con la possibilità a breve di potersi iscrivere al servizio anche tramite gli altri dispositivi. E come riportato nel post, “questo è solo l’inizio”.
Via Tech Economy
Google unisce le esperienze del servizio di posta elettronica Gmail con quelle di Google Wallet. Nel prossimo futuro sarà possibile trasferire facilmente e rapidamente somme di denaro allegandole ad una e-mail.
Google proprio in questi giorni sta preparando il terreno per il proprio futuro illustrando novità e progetti a coloro che partecipano alla conferenza dedicata agli sviluppatori, il Google I/O corso a San Francisco. Tra le varie novità di oggi ne figura una annunciata però sul blog ufficiale di Google Commerce e che riguarda due dei suoi servizi più importanti Gmail e Wallet.
Gmail e Wallet uniti Il servizio di posta elettronica Gmail ha bisogno di poche descrizioni. L’altro, Google Wallet, è uno dei servizi della compagnia di Mountain View pensato principalmente per dispositivi mobile che unisce in un unico account carte di credito e debito per effettuare rapidi pagamenti sia virtuali che presso punti vendita abilitati.
A breve le strade di questi due servizi si incroceranno e sarà possibile, per gli intestatari di account Google, inviare somme di denaro attraverso le e-mail. I riceventi non dovranno necessariamente possedere un account Gmail a loro volta e potranno riversare la somma nel proprio Wallet o, alternativamente, sul proprio conto corrente. Costi e limiti
Google naturalmente limiterà la possibilità di utilizzare questo metodo di trasferimento agli utenti con più di 18 anni. Allo stesso modo continueranno ad esistere dei limiti alle transazioni effettuabili che avranno un tetto massimo di 10.000$ ed un limite di danaro trasferibile in 5 giorni di 50.000$.
Il mittente sarà inoltre soggetto ad un costo di commissione fisso del 2,9% nel caso di un trasferimento avvenuto da una carta di credito o di debito – tariffa molto simile a quella di altri servizi come PayPal. I trasferimenti da conto corrente saranno gratuiti.
Via Blogo.it
Apple è quasi pronta a lanciare iRadio, il suo servizio di musica in streaming via internet, che avrà un impianto pubblicitario simile a quello del rivale Spotify, ovvero con annunci sonori ogni tre o quattro canzoni ascoltate dall’utente.
Stando alle ultime indiscrezioni trapelate sul web, gli spot saranno venduti attraverso iAd, piattaforma pubblicitaria mobile di Apple, che così dovrebbe essere in grado di pagare i diritti alle case discografiche che metteranno a disposizione degli iscritti i propri cataloghi.
Con ogni probabilità, iRadio sarà integrato a iTunes, il negozio digitale della compagnia di Cupertino, che conta oltre mezzo miliardo di iscritti e dovrebbe garantire al nuovo servizio di ingranare rapidamente. Difficile invece capire se Apple proporrà una versione premium - a pagamento e senza pubblicità - della sua radio, come già fanno i concorrenti. Per chiarire i dubbi potrebbero bastare pochi giorni: iRadio potrebbe essere svelata al pubblico la prossima settimana.
Via Quo Media
Google Uber alles e i tedeschi non ce ne vogliano. Google Ventures, la branch di Big G dedita agli investimenti, crede in Uber, il servizio di trasporto privato che – anche in Italia – ha fatto imbestialire i tassisti e che, in diverse città del mondo, ha costretto le autorità comunali a scrivere o riscrivere appositi regolamenti.
É facile ipotizzare che siano almeno due gli elementi capaci di convincere Google Ventures ad investire in un singolo progetto una somma vicina ai 250milioni di dollari dei 300 che ogni anno vengono messi a budget. Il primo è la facilità con cui Uber riesce ad incrementare i propri guadagni (si parla di una crescita mensile del 18%) il secondo è il valore dell'azienda che, round dopo round, è valutata 3,5 miliardi di dollari e accarezza l'idea di affacciarsi alla borsa, forte anche dell'esperienza accumulata da alcuni degli investitori tra i quali spiccano, oltre a Google, anche Menlo Ventures e Goldman Sachs. Abbiamo raggiunto al telefono Benedetta Arese Lucini, General Manager di Uber Italia: ha confermato l'investimento di Google Ventures ma, in assenza di comunicati ufficiali, non ha rilasciato nessun'altra dichiarazione.
Il valore ancora non espresso Lo scorso 18 luglio a New York Uber ha fatto un test travestito da trovata pubblicitaria. Tramite l'applicazione per iPhone, e per un giorno solo, i clienti hanno potuto chiamare un camioncino dei gelati che ha raggiunto così i quartieri che ne hanno fatto richiesta. Uber come Amazon
È facile immaginare che Uber impiegherà i fondi raccolti per ampliare il numero di città coperte e anche la natura dei servizi offerti. Uno di questi può essere la fornitura on demand di prodotti, così come paventato da alcuni analisti che vedono in Uber un notevole potenziale. Gli investimenti per queste metamorfosi sono un altro indizio che rende l'ipotesi IPO meno fantasiosa.
Via IlSole24Ore.com
Addio venti di scontento, Facebook si conferma una delle compagnie più floride non solo di internet, ma dell’intero mercato azionario: la società vale ora più di 100 miliardi di dollari, nuovo massimo storico toccato lunedì 26 agosto alla chiusura di Wall Street, quanto il titolo valeva 41,34 dollari.
Il picco di ventiquattro ore fa riporta il social network in linea con l’altissima quotazione di lancio del 18 maggio 2012, quando all’approdo in Borsa le azioni furono vendute al prezzo di 45 dollari l’una. Una cifra elevatissima, che innescò l’incessante discesa dei mesi successivi, quando il titolo scese anche a 28 dollari. Nell’ultimo semestre, però, la creatura di Mark Zuckerberg è tornata a correre, a Wall Street e non solo.
I bilanci societari scoppiano di salute, con guadagni in forte crescita, ricavi superiori alle attese e un mucchio di investimenti pubblicitari: tra aprile e giugno, Facebook ha registrato utili netti pari a 333 milioni di dollari (contro i 157 milioni del 2012 nello stesso periodo), mentre i ricavi complessivi ammontano a 1,81 miliardi. L’adv vale 1,60 miliardi di dollari ed è in crescita del 41% su base annua. Il sito in blu sta sbancando soprattutto in ambito mobile, con traffico in ascesa dagli smartphone e dai tablet. Facebook vale ancora oro, a dirlo - oggi come non mai - sono i listini di Borsa.
Via Quo Media
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