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  mymarketing.it: l'isola nell'oceano del marketing... di Admin
 
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Errare è umano, ma per incasinare davvero tutto è necessario un computer.

Arthur Bloch
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\\ : Storico : Internet (inverti l'ordine)
Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
Di Altri Autori (del 24/09/2013 @ 07:44:03, in Internet, linkato 1761 volte)

Il mondo web è sempre più ricco e potente, tanto che molti personaggi della rete sono considerati tra i più influenti al mondo. A ulteriore dimostrazione di ciò, la classifica degli under40 più potenti stilata da Fortune: il podio è tutto appannaggio dell’hi-tech digitale.

In testa alla graduatoria si trova Marissa Meyer, classe 1975, che in un anno è riuscita nella non facile impresa di resuscitare il fascino (e soprattutto i conti) di un colosso come Yahoo!, con 22 acquisizioni e innovazioni sparse. Prima di lei, la compagnia aveva vissuto un quinquennio di oblio, dopo i fasti degli albori della net economy

Alle sue spalle, il duo dei social network: Jack Dorsey, nato nel 1976 e ceo di Twitter, e Mark Zuckerberg, fondatore di Facebook e decisamente il più giovane del lotto, con i suoi 29 anni. Il primo prepara l’arrivo a Wall Street della sua creatura, che conta sempre più utenti e ha rivoluzionato l’informazione online, il secondo si gode la sua creatura, ormai diffusa ovunque e usata da chiunque. I tre prodigi dell’informatica e della tecnica guidano una realtà sempre più web dipendente: il potere, oggi, è internet.

Via Quo Media

 
Di Altri Autori (del 15/10/2013 @ 08:04:53, in Internet, linkato 1796 volte)

Google ha reso pubblici qualche giorno fa, precisamente l’11 ottobre, i nuovi termini di servizio per un migliore utilizzo della piattaforma e dei suoi servizi che verranno attivati il prossimo 11 novembre.

Accedendo alla home page del motore di ricerca, non si può non notare, tra la vastità di bianco che predomina la pagina, una barra blu in alto a sinistra. È qui che si può, cliccando, venire a conoscenza delle nuove regole dettate dal colosso del web. Sempre “attento” alle esigenze degli utenti, Google specifica che ci sono ben due pagine da poter consultare: una per i più esperti di terminologia legale, l’altra per i comuni mortali (“Dato che molti utenti sono allergici ai testi legali, per comodità è disponibile un riepilogo in un linguaggio semplice.”).

In realtà, i nuovi termini del servizio non sono altro che un aggiornamento di quelli precedenti con l’aggiunta di tre cambiamenti che riguardano in sostanza un chiarimento su come il nome e la foto del profilo potrebbero apparire nei prodotti Google; un promemoria relativo all’utilizzo sicuro dei dispositivi mobili; dettagli sull’importanza di mantenere riservata la password.

Tra le tre novità, quella che suscita più clamore è senz’altro la possibilità di vedere a breve la propria faccia e il proprio nome su un annuncio pubblicitario messo in evidenza tra i risultati di ricerca di Google. Come si apprende dal comunicato, infatti, “se l’utente dispone di un account Google, il nome e la foto del profilo nonché le operazioni effettuate su Google o tramite applicazioni di terze parti collegate all’account Google (come fare “+1″, scrivere recensioni e pubblicare commenti) potranno essere visualizzate da Google nei propri Servizi, inclusa la visualizzazione in annunci e in altri contesti commerciali”.

Questo significa che, se un utente cliccherà sul “+1″ o commenterà sulla pagina della sua pasticceria preferita, ci saranno molte probabilità che quello stesso utente vedrà la sua immagine ed il suo nome sponsorizzare un eventuale annuncio che la pasticceria ha pubblicato sul sito. Il cambiamento, però, riguarda tutti i servizi offerti: dalle ricerche online a Maps, dallo store Play ad Adwords.

googleTale modifica che, secondo il colosso del web “consente di risparmiare tempo e di migliorare i risultati per l’utente e per i suoi amici in tutti i servizi Google”, ad un primo impatto è sicuramente una novità che può spaventare i più affezionati alle regole della privacy. Per far fronte ad eventuali proteste da parte dei consumatori, però, il motore di ricerca si guarda bene dallo specificare che “gli utenti hanno il controllo di ciò che condividono”. Nello specifico Google puntualizza, innanzitutto, che le uniche persone in grado di vedere il profilo di un utente su una pubblicità saranno solo quelle che si hanno tra i contatti; in secondo luogo, per quanto riguardo le cosiddette “conferme condivise” negli annunci (ovvero i consigli che gli utenti darebbero con i loro “+1″ e commenti), si assicura all’utente di avere la possibilità di modificare in qualunque momento le impostazioni che riguardano la gestione di tali informazioni. Ciò significa che, se qualcuno non volesse “prestare la faccia” per un annuncio pubblicitario, potrebbe facilmente disattivare l’opzione nell’apposita pagina “Conferme condivise”.

Tale possibilità è consentita, però, solo per quanto riguarda gli annunci. Questo significa che non verrà disattivata la comparsa dei propri dati (nome e foto) dagli altri servizi come il Google Play.

Le altre novità inserite nei termini di servizio riguardano, come accennato, l’utilizzo sicuro dei dispositivi mobile e la sicurezza delle password. In questo caso si tratta solo di due “consigli”: il primo relativo alla sicurezza fisica dell’utente, si invitano le persone a non utilizzare i servizi di Google mentre si sta compiendo azioni importanti come guidare; il secondo consiglio riguarda, invece, la sicurezza delle proprie password che non devono mai essere cedute ad altri. A  riguardo si può beneficiare di strumenti come la verifica in due passaggi o la generazione di codici specifici per le singole applicazioni in modo da incrementare la sicurezza delle proprie informazioni personali.

Via Tech Economy

 
Di Altri Autori (del 17/10/2013 @ 07:18:17, in Internet, linkato 2131 volte)

Sono 13,2 milioni gli italiani che hanno scelto l’online per i loro acquisti nell’ultimo trimestre, con una stima di oltre un miliardo di euro spesi con cadenza mensile nel corso del 2013. Questi alcuni dei dati salienti dell’ultima indagine condotta da Human Highway per Netcomm, il Consorzio del Commercio Elettronico Italiano e presentata nel corso del Digital Fashion.

Gli eShopper si dividono in due  categorie: 5,1 milioni sono acquirenti sporadici, mentre 8,1 milioni sono acquirenti abituali con tre o più beni comprati negli ultimi tre mesi. Gli sporadici hanno al loro attivo uno o due acquisti nel trimestre, hanno effettuato complessivamente 6,5 milioni di acquisti (il 14% del totale) e hanno generato 680 milioni di euro nel trimestre (16% del totale). Gli abituali, invece, hanno realizzato tre o più acquisti nel trimestre, hanno compiuto 40,1 milioni di acquisti e hanno generato 3.540 milioni di euro nel trimestre. Proprio questi ultimi – gli acquirenti online abituali – guidano la crescita dell’ecommerce nel nostro Paese, generando l’86% del valore totale delle transazioni.

In particolare, nell’approfondimento dedicato agli acquisti online di prodotti “fashion” i consumatori che hanno comprato un prodotto di moda almeno una volta nella vita sono cresciuti di 1 milione di unità (1,1 milioni) nell’ultimo anno, arrivando a sfiorare quota 9 milioni di individui, con un incremento del 14,5% rispetto all’ottobre 2012.  Inoltre, nei primi 8 mesi del 2013 gli acquisti online di prodotti di abbigliamento hanno generato transazioni per un valore superiore del 25,5% rispetto allo stesso periodo del 2012 (dati dell’Osservatorio CartaSì).

Numeri incoraggianti che mostrano anche come il web entri sempre più da protagonista nel processo di scelta e acquisto dei consumatori, senza dimenticare la dimensione fisica dello shopping: “sondando più in profondità i comportamenti di chi ha fatto esperienza sia della modalità di acquisto online nella moda (web o via mobile/app) sia di acquisto in negozio tradizionale – spiega Roberto Liscia, Presidente di Netcomm – Consorzio del Commercio Elettronico Italiano - osserviamo che si preferisce compare sulla rete perché il catalogo è più ampio, per una maggiore convenienza e perché si trova sempre quel che si cerca. Sul canale tradizionale ci cerca ancora assistenza e servizio al cliente, a dimostrazione di come proprio nell’integrazione multicanale i brand del fashion possano trovare la vera ricetta per competere”.

Via Tech Economy

 
Di Altri Autori (del 07/11/2013 @ 07:18:13, in Internet, linkato 1693 volte)

YouTube meglio di Facebook tra i teenager statunitensi. Secondo l’indagine di The Future Company, società che si occupa di ricerca e sondaggi, il 50% degli intervistati (compresi tra i 13 e i 20 anni) ha eletto il sito video di Google come il suo preferito, mentre il 45,2% ha scelto il social network di Mark Zuckerberg.

Il dato, anche se parziale, conferma la perdita di fascino di Facebook presso i minorenni, motivo per cui il sito ha deciso di rivedere le norme sulla condivisione dei contenuti e l’accessibilità alla sua rete da parte degli utenti tra i 13 e i 17 anni.

Con le ultime modifiche, che rendono di fatto i profili dei più giovani visibili a tutti (equiparandoli a quelli di un iscritto adulto), Facebook vorrebbe ripopolare il suo traffico di teenager, segmento molto ambito dai pubblicitari che investono nel social network e ne garantiscono i ricchi guadagni.

Via Quo Media

 
Di Altri Autori (del 02/12/2013 @ 07:45:22, in Internet, linkato 1817 volte)

Nuovi dati pubblicati quest’anno dimostrano uno sconvolgimento degli stereotipi legati ad internet e alla tecnologia in Italia. A quanto pare, ci stiamo lentamente portando al passo con gli altri paesi europei per consumo e modo d’uso. Se fino a qualche anno fa l’iPhone era una prerogativa degli under 18 e la politica un argomento da Bar Sport, nel 2013 vediamo un’espansione della fascia anagrafica e sempre più giovani che si informano, privilegiando la rete come mezzo per restare aggiornati. In tutto questo, una constante: la TV e l’intrattenimento video. Non riusciamo a farne a meno e ci guardiamo video di gattini e programmi TV anche con lo smartphone.

Di seguito cercherò di smentire alcuni degli stereotipi digital legati al nostro Paese:

Internet è un gioco per ragazzi
Non proprio. Una ricerca effettuata da Audiweb mostra che il segmento demografico più attivo è quello dei professionisti tra i 35 e i 54 anni. Quasi la metà del totale, 48.1%, è da collocarsi in questa fascia d’età.

Nel mese di luglio 2013 questo target ha usato giornalmente internet più di ogni altro segmento, incluso i giovanissimi (18-24), il 9.9% del flusso quotidiano sul web. Persino i Silver Surfer (55-74) sono più attivi, arrivando a rappresentare il 16.9%. Tra le fasce anagrafiche i più giovani battono il record per durata delle loro attività su internet, si connettono meno giornalmente ma complessivamente 15 minuti più a lungo degli altri.

Ai giovani non interessa la politica
Mica vero. ComScore rivela che i siti che trattano di politica hanno registrato quasi 3.1 milioni di visitatori unici durante gennaio 2013, un incremento del 46% rispetto a gennaio 2012. Ma è la fascia anagrafica 15 – 24 a mostrare maggiore interesse, con un incremento del 145% nel corso dell’anno.


Siamo sempre incollati alla TV
Sempre ComScore ci dice che non piace a nessuno rinunciare alla TV, ma non per questo significa che l’italiano medio vegeti sul sofà ogni giorno. Dopo la Germania, l’Italia si qualifica seconda per uso di smartphone per vedere TV o video. Questo si traduce in un incremento del 124% rispetto allo scorso anno.

Stiamo realmente cambiando?
Per continuare nel cambiamento manca un’adeguata infrastruttura (connessione 3G, internet Adsl) che al momento è limitata, solo 2.5 milioni di Italiani hanno la fibra ottica installata nelle proprie abitazioni o aziende (Fonte: Wikipedia).
Anche l’amministrazione pubblica dovrà stare al passo con la richiesta sempre maggiore di digitalizzazione (7 milioni di italiani hanno visitato siti istituzionali nell’agosto 2013 solamente, Fonte: ComScore).

Quindi, il cambiamento c’è, ma ci vorrà del tempo per vederne i risultati.

Via Republic+Queen Magazine

 
Di Altri Autori (del 06/12/2013 @ 07:57:08, in Internet, linkato 2090 volte)

Il fenomeno Bitcoin continua a crescere: stando a quanto riportato da ventureBeat, il valore del singolo Bitcoin oggi  ha raggiunto l’impressionante valore di 1.000 dollari, lì dove un anno fa era fermo a 10 dollari. A trainare il boom ci sarebbe l’adozione in massa della cripto moneta in Cina, lì dove si stanno registrando i tassi di adozione ed utilizzo più elevati, seguita dagli Stati uniti dove il Congresso discute addirittura la possibilità di renderla una moneta virtuale ufficiale. I Bitcoin permettono di acquistare beni e servizi reali in tutto il mondo, assicurando la validità delle transazioni con un complicato sistema di crittografia e trasferendo il denaro virtuale attraverso la tecnologia peer-to-peer.

Tuttavia per gli osservatori ci sarebbero anche altre forze al lavoro. Virgin Galactic, ad esempio, ha di recente annunciato che avrebbe accettato Bitcoin per i voli spaziali, e il primo Bitcoin bancomat in Canada ha fatto quasi $ 1.000.000 in operazioni in meno di un mese. Senza contare che anche il limite di non poter usare Bitcoin nel mondo reale, sta progressivamente cambiando. In occasione del famoso Black Friday in Usa, ovvero del giorno successivo alla festa del ringraziamento che dà l’avvio allo shopping natalizio, sono 250 i retailer che si stanno organizzando con il Bitcoin Black Friday, per offrire ai clienti la possibilità di pagare con la cyber moneta.

Un insieme di fattori, dunque, che fungerebbero da volano per il Bitcoin. Intanto i numeri parlano chiaro: il controvalore totale dell’economia Bitcoin, calcolato a dicembre 2012, era di circa 140 milioni di dollari statunitensi, in aprile 2013 1,4 miliardi di dollari, agli inizi di novembre di questo anno, con un cambio 1Bitcoin=540USD, il controvalore sale ancora a più di 6 miliardi di dollari. Adesso, è di 14 miliardi di dollari.

Via Tech Economy

 
Di Altri Autori (del 27/12/2013 @ 07:25:35, in Internet, linkato 2043 volte)

Diffusi da Audiweb i nuovi dati di audience online del mese di novembre 2013: in base alla rilevazione si calcola che sono stati 27,5 milioni gli utenti online collegati almeno una volta da un computer con un’audience online da PC che, nel giorno medio, e’ rappresentata da 13,4 milioni di utenti collegati in media per 1 ora e 17 minuti.

In base ai dati socio-demografici di novembre, la popolazione online nel giorno medio e’ composta dal 44% di donne (5,9 milioni) e dal 56% di uomini (7,5 milioni). La maggior parte degli utenti online, il 48% (6,4 milioni) ha tra i 35 e i 54 anni e spende in media 1 ora e 19 minuti su internet, seguiti dai 25-34enni che rappresentano il 18,2% della popolazione online (pari a 2,4 milioni), collegati in media per 1 ora e 26 minuti.

Sul fronte della provenienza geografica, la popolazione online nel giorno medio risulta composta da utenti dell’area Sud e Isole nel 29,7% dei casi (circa 4 milioni), dell’area Nord-Ovest nel 26% dei casi (3,5 milioni), dell’area Centro nel 17,3% (2,3 milioni) e dall’area Nord Est nel 14,8% (circa 2 milioni).

Audiweb dà anche conto della fruizione dei contenuti video online nel mese di novembre:  49,3 milioni stream views, con 6 milioni di utenti che hanno visualizzato almeno un contenuto video su uno dei siti degli editori iscritti al servizio Audiweb Objects Video, con una media di 29 minuti e 10 secondi di tempo speso per persona.

Via Tech Economy

 
Di Gianluigi Zarantonello (del 28/01/2014 @ 09:00:00, in Internet, linkato 4606 volte)

Ci sono diversi tipi di strumenti e di tecnologie che hanno cambiato il modo di lavorare e di vivere:Internet prima di tutto, poi i social media, gli smartphone, la cloud e molto altro.
In tutti questi casi parliamo, giustamente, di rivoluzioni digitali perché il loro effetto è stato dirompente.

Fonte Brian Solis

Fonte Brian Solis

Spesso però i dati sono contraddittori e le attese (soprattutto delle aziende) sono deluse: i social media sono visti in modo altalenante, sono svariati anni che si attende “l’anno del mobile“, le logiche collaborative corporate sono piuttosto all’inizio e le stesse professioni digital sono da alcuni esaltate e da altri viste come fuffa di passaggio.

In realtà, secondo me, i fatti sono un po’ più complessi: in tutte le rivoluzioni, come ricorda ancheGianni Riotta nel suo recente libro su Internet, il cambiamento è più lento e in parte imprevedibile nei suoi esiti e chi cerca di vedere solo fenomeni eclatanti o di seguire l’ultima grande moda rischia la delusione.

Prendiamo il mobile: in molti si affannano a realizzare applicazioni da valore aggiunto limitato e ci si focalizza spesso su tecnologie “wow” ma ancora poco facili da usare, come la realtà aumentata. Nella maggior parte dei casi i ritorni sono modesti e la verità è che invece la navigazione su Internet su cellulare è accessibile da anni ma solo progressivamente la gente ha cominciato a usarla, premiando chi ha lavorato sui siti mobile ready, ossia alla prosecuzione naturale del servizio offerto già in precedenza con le pagine web su desktop, o chi ha pensato applicazioni che davvero danno un beneficio a chi le usa.

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Lo stesso discorso vale per la penetrazione dei social network, che come ho scritto in passato parte da lontano e da una serie di fattori che solo ad un certo punto diventano così chiari da creare l’hype mediatico. Anche qui però gli utilizzi da parte delle aziende sono poco efficaci perché agiscono sulla parte più spettacolare e visibile del processo, e non sul misurare quelle correnti profondedove però sta il valore.

Ed è proprio al valore che occorre guardare in un’epoca che Brian Solis definisce ”digital Darwinism, a time when technology and society are evolving faster than the ability of many organizations to adapt. It is for this reason (along with a myriad of other problems of course) that in fact killed Borders, Blockbuster, Polaroid and the like.”

Fonte Brian Solis via Flickr

Fonte Brian Solis via Flickr


Per questo ogni progetto di marketing (che ormai è per forza digital) deve oggi guardare più in profondità, leggere nelle pieghe dei numeri, capire davvero i clienti e non essere solo cosmetico.
Ciò richiede un’attenta capacità di ascolto e, alla fine, si deve tornare a guardare a quelli che sono ibisogni che le persone soddisfano con ciò che ogni azienda offre.

In questo il digital è una leva fondamentale ma non basta da solo se non si parte dalla prima domanda:perché stiamo facendo questo e quale è il significato profondo del nostro proporre prodotti e servizi al mercato?

Gianluigi Zarantonello via Internetmanagerblog.com

 

Il 2013 e’ stato per molti un anno di conferme. Poche sono state le realtà che hanno veramente sconvolto il mondo del digital, mentre le molte acquisizioni da parte dei giganti del web ci hanno fatto immaginare che il 2013 fosse anche un anno di tanti nuovi inizi e trend che troveranno poi conferma nel 2014. Per quanto mi riguarda, ho passato gli ultimi mesi del 2013 ad analizzare i trend digitali per TechEconomy e vorrei ora tirare le somme di quello che è stato l’anno appena concluso per gli italiani online in quanto utenti, ma anche consumatori.  Per farlo guarderò ai dati paragonando gli ultimi quarti del 2012 e del 2013 per evitare di includere fenomeni dovuti alla stagionalità.

Siamo invecchiati un po’!
E’ vero che la popolazione italiana fa fatica a ringiovanirsi in generale ma, soprattutto online, sembra che ci sia stata un’emorragia tra i più giovani che pare abbiano perso l’interesse per la rete. Il segmento di popolazione tra i 16-24 anni è calato notevolmente in percentuale relativa rispetto allo scorso anno, passando dal 23% al 19%. Per la prima volta, il quarto trimestre del 2013 ha visto un calo piuttosto consistente anche nel numero assoluto di giovani online, mentre sono in deciso aumento degli utenti compresi nella fascia di età  35-44. Sembra, quindi, esserci un maggiore interessamento nella rete da parte di coloro che inizialmente l’avevano trascurata, come anche da parte degli utenti over 50. Inoltre l’avvento del mobile/tablet ha reso ancora più intuitivo e flessibile l’utilizzo dei device di accesso, chiudendo gradualmente quel divide che si frapponeva tra chi sapeva maneggiare gli strumenti di accesso e chi no.  Inoltre Internet è diventato sempre più uno strumento in mano ai professionisti di ogni ambito lavorativo riuscendo a penetrare anche tra quegli ambienti che erano inizialmente restii alla sua adozione.

Age breakdown1

Siamo un po’ meno social!
Puoò sembrare sorprendente, me ne rendo conto. Vediamo gente ad ogni angolo della strada e di tutte le età ormai aggiornare i propri status su Facebook, o Twittare o Instagrammare etc.  Ma  il trend non cresce piu come prima. Sono ora il 67% degli utenti internet in Italia, quelli che affermano di aver aggiornato i loro profili Social almeno una volta nell’ultimo mese, nonostante sia ben il 92% degli utenti ad avere un account su almeno una piattaforma social. Sembra quindi che siamo arrivati a un punto di fondamentale saturazione. Facebook ha visto il numero di utenti attivi crollare rispetto all’anno scorso (GlobalWebIndex – Sondaggi svolti su popolazione Internet italiana 16-64), rispecchiando quel trend che ha investito quasi tutti gli early adopter nel mondo. Sicuramente un segnale significativo ma anche fisiologico, dato il proliferare di piattaforme concorrenti. Alcuni ricercatori  hanno anche individuato negli andamenti dei trend di Facebook, dei pattern molto simili a quelli di una malattia infettiva prevedendone l’estinzione a breve. Conclusione sicuramente avventata, Facebook non si estinguerà a breve, ma ha semplicemente subito un calo che provocherà non pochi grattacapi, ma che, ripeto, è da considerarsi assolutamente fisiologico. Anche Twitter e Google Plus e non sembrano passarsela benissimo e, al momento, non sembra esserci una nuova piattaforma capace di trainare più persone di quelle che ci siano nel fantastico mondo dei social. Certo che se riuscissimo a colmare il digital divide con gli altri paesi europei (attualmente l’Italia è 50esima nel mondo, dietro le Barbados), forse le cose cambierebbero, ma non ne sono così convinto. I trend in tutto il mondo occidentale dimostrano che i social media hanno già raggiunto un picco che difficilmente verrà superato negli anni. Il mobile certo è in crescita, ma all’aumentare della penetrazione di dispositivi mobili, le percentuali di utenti che postano sui social non e’ aumentata significativamente. Come a dire che chi utilizza compulsivamente i social da mobile è probabilmente la stessa persona che lo faceva prima dal pc. Solo che ora può farlo ovunque e in qualsiasi momento.

Social media active user

Siamo più “mobile”
E di molto, anche! Siamo passati dal 45% degli utenti totali al 59%, per quanto riguarda gli smartphone, e dal 16% al 29% per i tablet. Rispettivamente da 9.66 a 12.69 milioni e da 3.52 a 5.82 milioni dall’ultimo trimestre del 2012 all’ultimo del 2013, mentre calano gli utenti che prediligono il PC per accedere alla rete. Un dato su tutti dovrebbe farci capire la portata del fenomeno: il 74% dei ragazzi tra i 16 e i 24 anni ora accede alla rete tramite smartphone. Se e’ vero quindi che sono meno i giovani che utilizzano la rete rispetto ad un anno fa, sono invece aumentati moltissimo quelli che lo fanno tramite mobile. Come dire che chi non ha uno smartphone, tra i giovanissimi, utilizza meno la rete rispetto a chi invece ha un punto di accesso piu diretto e personale.

La rivoluzione mobile è iniziata da tempo in Italia, ma mai come nel 2013 questo fenomeno ha preso piede. E siamo ancora lontani dai livelli di saturazione. Come a dire che toccherà proprio ai nuovi dispositivi colmare quel digital divide di cui parlavo sopra. Dispositivi che utilizziamo soprattutto per guardare video e caricare foto, ma che rispetto al 2012 usiamo di più per l’internet banking e per acquistare prodotti online (vedi mio precedente articolo sull’andamento dell’e-commerce in Italia), ma meno….per telefonare e mandare sms.

In generale il 2013 ha visto la rete giocare ancora di più una parte fondamentale nella vita di oltre 17 milioni di italiani che la utilizzano attivamente, sia per socializzare che per divertimento, ma sempre di più  anche per fare affari. Sebbene i social media abbiano raggiunto quasi la saturazione, il calo e’ stato in parte bilanciato dalla forte e costante crescita del mobile. Ad esempio utilizziamo molto di piu gli smarthpone e i tablet in congiunzione con la televisione come second screen, limitando gli effetti di isolamento di cui il mezzo televisivo è sempre stato accusato. Sono i dispositivi mobile che assumono sempre di piu il ruolo di Personal Computer, inteso come strumento di accesso prediletto alla rete e quindi personale, non condiviso. Il ruolo del vecchio PC fisso o laptop sta gradualmente tornando ad essere quello di strumento di lavoro mentre per l’intrattenimento, le attività social e l’utilizzo domestico, ci affidiamo al nostro vero strumento personale, lo smartphone, ponendoci di fronte alla necessita’ di ridefinire gli argomenti della discussione.

Non c’è dubbio, quindi, che il web abbia sconvolto la maniera in cui viviamo la vita di tutti i giorni e che il 2013 sia stato la conferma dei trend che avevamo visto l’anno precedente, con la sola eccezione del fatto che nessuno si sarebbe aspettato la saturazione dei social media già dopo soli 7 anni dal boom di Facebook in Italia.

Le previsioni per il 2014 sono un po’ ovunque, a voi scegliere la più interessante ed accurata. Dal canto mio spero, piuttosto, che in Italia riusciremo a fare un utilizzo più maturo della rete arrivando finalmente a comprenderne le potenzialità sia per l’intrattenimento (canali streaming), che per il business (e-commerce / m-commerce), che per l’informazione (pluralismo / filtro delle informazioni). Se la politica deciderà di intervenire, come è previsto, per attuare le modifiche normative necessarie ad un evoluzione del sistema allora il 2014 potrà davvero essere l’anno della maturità.

Via Tech Economy

 

Cosa comprano gli italiani online? Questa volta è il colosso dell’e-commerce eBay che prova a rispondere stilando una classifica dei 10 top trend di consumo del 2013 registrati sulla piattaforma. Ed emerge che, su eBay.it, si cercano principalmente oggetti nuovi, di marca, con una media di un oggetto venduto ogni secondo.

Al primo posto troviamo acquisti relativi alla Telefonia con 1 acquisto ogni 4 secondi, a conferma che gli italiani non vogliono rinunciare all’ultimo modello di cellulare o smartphone, e che tendono a personalizzarlo con cover, custodie ed altri accessori: sottocategoria che infatti supera di oltre il 700% il totale di vendite di device. L’intera categoria Tecnologia ha ruolo cruciale su eBay.it con la vendita di un prodotto ogni 2 secondi con un trend in crescita rispetto al 2012 del +228%.

Al secondo posto c’è il settore Informatico – soprattutto per l’acquisto di iPad e tablet – che vede 1 prodotto venduto su eBay.it ogni 9 secondi, e al terzo si piazza il comparto musicale, con 1 vendita ogni 10 secondi, sia che si tratti di semplici lettori Mp3 o di veri e propri Hifi Home Theatre. Debutta al quarto posto la categoria bellezza e salute, con 1 prodotto venduto ogni 15 secondi relativo alla cura delle mani e delle unghie, seguita dalla cura del corpo e dei capelli. Al quinto posto della classifica eBay segnala il Gardening come l’hobby piuÌ in voga, con 1 articolo venduto ogni 32 secondi seguito dalla gastronomia, un settore molto trattato su eBay.it, dove si registra 1 vendita al minuto.

L’abbigliamento, contrariamente a quanto si possa immaginare, è solo settimo con il “capo” di abbigliamento piuÌ acquistato rappresentato dalle calzature, che registrano 1 vendita ogni minuto e mezzo e segnano l’ingresso della categoria Fashion in classifica. L’intero settore abbigliamento e accessori registra una vendita ogni 8 secondi! E qui curiosamente eÌ l’abbigliamento maschile a registrare il maggior numero di acquisti (+ 13% rispetto a quello femminile).

All’ottavo posto la compagnia di un animale domestico si conferma un must per gli italiani, che spendono grandi cifre per viziare i loro  amici (1 articolo per animali venduto su eBay.it ogni minuto e mezzo) e al nono posto troviamo gli articoli per l’infanzia e premaman venduto ogni 2 minuti.

Chiudono la classifica gli acquisti per la casa, soprattutto accessori per la cucina come pentole, piccoli elettrodomestici e forni. Nel complesso su eBay.it, il settore casa, arredamento e bricolage eÌ in crescita esponenziale negli ultimi anni (+ 140% rispetto al 2012), con un acquisto effettuato ogni 5 secondi.

Via Tech Economy

 
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