Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Ennesimo annuncio clamoroso di Google in questi giorni: l'azienda di Mountain View si impegnerà a promuovere e distribuire Java e OpenOffice. Molti prodotti Sun, dal canto loro, offriranno la possibilità di scaricare anche la Toolbar di Google. Scopo di quest’intesa sembrerebbe essere combattere ad armi pari lo strapotere di Microsoft, che nel 2004 ha guadagnato oltre 11 miliardi di dollari grazie alle sole vendite di Office.L’alleanza consentirà di opporre Java a .Net, OpenOffice a Microsoft Office e i servizi Google a quelli proposti attraverso Msn. Le due società infatti collaboreranno n termini di ricerca e marketing, allo scopo di sviluppare OpenSolaris e il formato OpenDocument.Ma il grosso cambiamento che potrebbe derivare da questa intesa è legato agli sviluppi futuri, con lo scopo di spostare le applicazioni dai pc desktop ai server centrali affidando a internet il ruolo di piattaforma base per la distribuzione del software.Continua quindi la politica delle alleanze di Google, che non rinuncia ad intraprendere una nuova avventura i cui sviluppi potrebbero essere davvero interessanti.
eBay, dopo la recente acquisizione di Skype ha annunciato di voler investire nel settore dei servizi di sicurezza per siti, acquistando VeriSign.VeriSign, che nel 2004 ha gestito transazioni per oltre circa 40 miliardi di dollari, sarà acquisita entro la fine del 2005 e costerà ad eBay circa 370 milioni di dollari, tra contanti e azioni.eBay, che con PayPal è l’attuale attuale leader mondiale dei servizi per i pagamenti on line, grazie a questa integrazione potrà procedere con lo sviluppo di soluzioni integrate per pagamenti e operazioni di ecommerce.Vista la tipologia di acquisizione probabile che PayPal voglia estendere la propria sfera di influenza anche ai servizi di pagamento dedicati alle aziende, rendendo la sua piattaforma disponibile a decine di migliaia di nuove società medio-piccole che operano online.
Proprio in questi giorni leggo su Reuters che Yahoo! ha ufficialmente annunciato che renderà disponibile nelle ricerche il lavoro autopubblicato dei blogger sul web oltre a quello tradizionale giornalistico, sfumando le distinzioni tra le due fonti di informazione. L’utilizzo di questa nuova modalità di ricerca potrà dare visibilità a certe informazioni che non sono pubblicate dai canali ufficiali perché ritenute poco significative ma che invece, per comunità ristrette, possono essere molto rilevanti. Per questo motivo la scelta di abbinare le news pubblicate da professionisti e i commenti della gente comune sembra in gradi di arricchire il flusso di informazioni sull’attualità. I livelli di ricerca saranno quindi tre: il primo presenterà i tradizionali link ai siti più popolari mentre in una seconda pagina sarà possibile accedere a due sezioni che mostrano rispettivamente le news provenienti da 6.500 fonti tradizionali e centinaia di link a blog. Questa iniziativa mostra l’importanza assunta dai canali di comunicazione “non-ufficiali”, che spesso per rapidità nell’anticipare i rumors e per rigore nell’informazione fornita si collocano in competizione se non al di sopra del siti tradizionali. D’altro canto, così come è democraticamente in grado di dare libertà di parola a tutti, internet rende a volte difficile la verifica dell’attendibilità delle informazioni fornite, specialmente quanto pubblicate nei blog. Le informazioni così reperite, inoltre, non sono soggette ad alcun controllo, e potrebbero quindi rivelarsi offensive o volutamente fuorvianti. In ogni caso mi sembra un primo passo interessante verso una comunicazione più libera e globale, spostando in parte il monopolio dell’informazione da pochi eletti a chiunque sia armato di pc e buona volontà.
A breve l'interazione tra i due noti networks di messaggeria istantanea sarà resa possibile grazie ad un apposito accordo. Gli utenti di Msn e di Yahoo, mantenendo il proprio indirizzo, potranno scambiarsi files e comunicare tramite messaggi o voce.
La portata di questa intesa è ampissima coinvolgendo ad oggi quasi 50 milioni di persone per una quota che si aggira intorno al 44% del mercato. Cosa ne penseranno quelli di AOL che fino ad oggi controllavano il settore con un (non più) rassicurante 55%? Ma oltre a minacciare così da vicino AOL, questa mossa potrebbe essere stata pensata anche per prendere subito le distanze dal recente servizio di instant messaging Google Talk, che pur potendo contare solo su una quota dell' 1%, rimane sempre un componente della famiglia Google e come tale da non sottovalutare.
Qualche giorno fa Alessandro ha pubblicato un articolo che riguardava uno studente di nome Alex Tew che, messo alle strette dal costo delle tasse universitarie, ha deciso di offrire spazio per pubblicità su una sua home page appositamente creata, raccogliendo centinaia di migliaia di dollari vendendo i singoli pixel che la componevano.L’aspetto a mio parere più interessante è capire come questa iniziativa, che sarebbe potuta passare tranquillamente inosservata come la maggior parte trovate bizzarre pubblicate sulla rete, abbia invece potuto rivelarsi una miniera d’oro.Sembra che, come nella migliore tradizione internettiana, sia partita con un passaparola tra i vari blog, che si è poi tramutato in un vero e proprio ciclone non appena anche i media tradizionali hanno cominciato ad occuparsene.La copertura mediatica infatti ha garantito al nostro Alex una media di oltre 200 mila visitatori alla settimana, e una crescente popolarità del sito che ha spinto molti investitori a piazzare i propri banner. Qualche dubbio legato al progetto ci può anche essere: man mano che aumenta il numero di sponsor la pagina diventa praticamente illeggibile, riducendo la visibilità dei singoli banner. Nonostante questo ad oggi sono già stati venduti pixel per 406.400 $, sufficienti per garantire ad Alex di continuare i suoi studi.
Ormai potremmo dedicare un blog solo ai movimenti che rivoluzionano la competizione sul web. Non molto tempo fa aveva fatto scalpore la notizia che Microsoft volesse acquisire da Time Warner Aol, per integrare l’elevato numero di utenti di quest’ultima all’interno della sua offerta di servizi.
Queste previsioni sono state recentemente smentite dall’annuncio che la società di Bill Gates aveva fatto un accordo strategico con Yahoo! per quanto riguarda l’interoperabilità tra i propri sistemi di instant messaging. Messi assieme i due big player hanno un numero complessivo di 275 milioni di persone che utilizzano i loro servizi e costituiscono la più grande comunità di utenti del mondo.
Ma a Google come sappiamo non piace stare alla finestra e, in accordo con Comcast, una società di comunicazioni via cavo , ha avviato le trattative con Time Warner per dare vita ad una nuova società per una spesa totale di poco meno di 5 miliardi di dollari. Quest’alleanza consentirebbe a Google e Comcast di accedere ai contenuti del portale di Aol, che negli Stati Uniti, anche se in declino, è il secondo internet provider in termini di visitatori con ricavi che nel 2004 hanno sfiorato i 9 miliardi di dollari. L’accordo inoltre cementerebbe ulteriormente le relazioni tra Google e Aol. Il primo infatti ricava ingenti profitti dall’adwords derivante dalle ricerche sul portale, e nel 2004 ha pagato ad Aol una quota di ricavi pari a oltre 300 milioni di dollari.
I numerosi servizi di Google, i contenuti informativi di Aol e le connessioni ad alta velocità di Comcast, potrebbero creare un network integrato un grado di garantire a Yahoo! e Microsoft più di un grattacapo. Qualche altra novità in vista?
Parlando di iniziative di marketing interessanti in campo motociclistico vi segnalo il sito myaprilia.com, dedicato a tutti i possessori di moto Aprilia nel mondo. Elisabetta aveva già parlato dell’esistenza di questo progetto in un precedente articolo, ma io proprio oggi ho avuto occasione di visitarlo nuovamente, rimanendone positivamente impressionato. Il sito infatti sviluppa in maniera intelligente il concetto di Community, offrendo a tutti i visitatori, che evidentemente hanno in comune una forte passione per la due ruote, di raccontarsi le proprie esperienze, consigli, organizzare motoraduni, creare una propria home page personale e molto altro ancora.
Grande attenzione a internet nell'ultima grande campagna di comunicazione lanciata dalla catena della grande distribuzione Carrefour per promuovere il progetto “Carrefour batte l’inflazione”.Protagonista della promozione è un advergame ispirato al vintage-game anni 80 Puzzle Bubble raggiungibile all’indirizzo play.carrefour.it.Dopo una breve registrazione, il giocatore sceglie il proprio personaggio – Mone-Tina e Sol-Dino – che combattera’ a colpi di bolle contro le preoccupazioni del consumatore moderno: dal finanziamento ad alti tassi al carovita, dal rincaro della benzina alla perdita del potere di acquisto.Ogni giorno i concorrenti con i migliori punteggi verranno premiati con un paniere di prodotti della linea “Terre d’Italia” Carrefour, mentre il giocatore con la piu’ alta somma di punti finale si aggiundichera’ una settimana di vacanza per due persone in Trentino.Se però l'utente web si sposta anche sul punto vendita, il concorso si fa più interessante, e il premio finale è un'automobile.Credo si tratti di un ottimo esempio di campagna integrata e intelligente: con pochi saldi elementi e un semplice giochino si raggiungono gli obiettivi di fidelizzare degli utenti già registrati al sito, acquisirne di nuovi e spostare le persone dal web al punto vendita e viceversa (non a caso, il modulo di iscrizione al gioco online ti chiede di indicare qual è l'ipermercato più vicino!).
Grazie a un nuovo browser, è ora possibile avere un primo assaggio di ciò che sarà l’Internet del prossimo futuro. Un piccolo team di sviluppatori californiani ha lanciato infatti Flock, una soluzione basata sul browser Firefox e dotata delle più moderne tecnologie web, tra cui feed RSS, blog, condivisione dei preferiti e photo-sharing. A capo del manipolo di sviluppatori c’è Bart Decrem, famoso nel mondo dell’open source per il suo impegno in Mozilla Foundation e la sua esperienza in Eazel, una start-up nata nel 1999 – e fallita nel 2001 – che mirava a offrire maggior usabilità agli utenti di desktop Linux. "E’ giunto il momento", scrive nel suo blog Geoffrey Arone, uno dei fondatori di Flock. "Ci stiamo attrezzando per offrire download aperti e illimitati del browser Flock nel giro di un paio d’ore. Vi prego di ricordare però che per ora si tratta solo di un’anteprima tecnica, ancora piena di bug, molti dei quali peraltro già conosciuti". Il debutto ufficiale giunge così a pochi giorni di distanza dall’invio di una e-mail da parte di Decrem a un gruppo selezionato di destinatari, registratisi presso il sito. Nel messaggio, si invitano i destinatari a provare il nuovo software – è il terzo invito di questo tipo spedito nel corso delle varie fasi di sviluppo del prodotto. Le nuove funzioni del browser si basano sulle più recenti tecnologie web, che registrano una costante ascesa presso gli utenti Internet e rappresentano uno dei vari aspetti di un movimento conosciuto come Web 2.0. Per esempio, il tradizionale menu dei Preferiti è stato sostituito dall’integrazione con “del.icio.us”, un servizio online che consente di archiviare i link e condividerli con altri utenti. Il team di Flock, inoltre, ha tenuto conto della crescente mania per i blog e lo standard Really Simple Syndication (RSS), che consente di sapere immediatamente quando un sito è stato aggiornato. Flock comprende un lettore RSS integrato, che consente all’utente di leggere tutti i blog in un unico posto, senza dover navigare dall’uno all’altro. Vari siti web e programmi forniscono già funzionalità simili, ma Flock è il primo a integrarla in un browser La soluzione facilita anche il blogging, grazie al pulsante "Inserisci un post nel blog", presente nella barra di navigazione principale. Il pulsante lancia un sofisticato tool di blogging che si integra a livello drag-and-drop con Flickr, un servizio di gestione e condivisione online di foto e immagini digitali, acquisito recentemente da Yahoo. Flock si integra inoltre con numerosi servizi di blogging, tra cui Wordpress, Six Apart e Blogger. Si tratta insomma di funzioni che riflettono sia le tendenze in atto presso gli appassionati più accaniti di tecnologie web, sia il crescente desiderio di maggior collaborazione nella navigazione online. Proprio per questo, Decrem ha lanciato recentemente alcuni segnali alla comunità Mozilla, cercando di convincerla che il nuovo progetto non mira a rendere obsoleto il diffuso browser Firefox. "Sono fermamente convinto delle potenzialità del modello di sviluppo open source", ha scritto infatti Decrem. "Per me, quindi, è sempre stato ovvio che Flock dovrebbe influenzare le altre tecnologie open source e offrire la maggior parte delle nostre innovazioni sotto licenza open source". Flock, del resto, non intende causare problemi creando codici diversi da quello di Firefox. "Realizzando l’architettura, i sistemi e le fasi di progettazione, abbiamo tenuto in grande conto le opzioni che ci permettessero di far evolvere il nostro codice accanto a quello di Mozilla". "Naturalmente”, prosegue Decrem, “sarà solo il tempo a dire se saremo riusciti a evitare inutili divergenze tra il codice di Flock e quello di Mozilla. In ultima analisi, ciò dipende dalle migliaia di decisioni di progettazione che saranno compiute nei prossimi mesi e anni, ma anche dai nostri rapporti con la comunità Mozilla". E aggiunge: "Da parte nostra, intendiamo partecipare attivamente alla vita della comunità, già a partire dall’immediato futuro. Siamo disponibili anche a collaborare con gli sviluppatori di Mozilla Foundation, Mozilla Corporation e con chiunque altro intenda ridurre al minimo i rischi di divergenza tra piattaforme". Decrem ha affrontato anche il tema della profittabilità delle soluzioni gratuite. Pur ammettendo che la maggior parte dei browser è disponibile gratuitamente, Decrem ricorda che varie aziende, tra cui la stessa Mozilla Corporation e Opera, sono riuscite trarre profitti dall’integrazione tra i loro software e servizi come i motori di ricerca. "Il CEO di Opera ha spiegato che la sua società è riuscita a rilasciare un browser gratis grazie all’espansione dell’accordo di sponsorizzazione con Google. Anche Mozilla Foundation ha puntato su accordi legati alle ricerche online, e ha creato una filiale a scopo di lucro", afferma Decrem. "Insomma, siamo convinti che, ottenendo un numero ragguardevole di utenti, potremo continuare con il nostro progetto senza violare la privacy degli utenti o comprometterne le performance di navigazione".
[Fonte Virgilio]
Erano state annunciate da tutti ed ecco le imitazioni più o meno sfacciate dell'homepage che di recente ha fatto notizia in tutto il mondo.
Copiato alla perfezione, il giovane Alex potrebbe addirittura pensare di trovarsi sul suo sito quando cliccherà su http://millioneur.50webs.com/ e potrebbe spaventarsi quando vedrà che i pixel sono spariti ma capirà immediatamente che si tratta solo di una imitazione per ora poco fortunata. Oltretutto in questo sito i pixel vengono venduti ad un decimo del prezzo imposto da Alex, quindi il pacchetto base 10x10 è acquistabile a soli 10 euro. Esaminando il sito di questa "Homepage da 10000 euro" ho notato inoltre che l'indirizzo di posta a cui inviare eventuali richieste d'acquisto è un "tiscali.it" e che quindi molto probabilimente il pronto imitatore è un nostro connazionale.
Cliccando invece su http://blogwall.50webs.com/ si potrà visitare un'homepage strutturata come le precedenti ma con la differenza che è specializzata in promozioni di blog. Per ora sono presenti solo due blog ma siamo davanti alla prima diversificazione, almeno riguardo il contenuto, dell'esemplare originale. Il sito dovrebbe essere no-profit accogliendo comunque eventuali donazioni per mantenere viva l'iniziativa.
Sul sito www.webmasterpoint.org si può invece notare in alto all'homepage un banner alto tre quadretti e lungo tutto lo schermo. Le modalità di vendita sono più o meno le stesse della "milliondollar", salvo possibilità di prezzi più vantggiosi per pacchetti più grandi, una minor durata dell'inserzione ma una visibilità certamente assicurata in quanto il sito in questione viene visionato quotidianamente da chi vuole aggiornarsi su tematiche vicine all'ICT.
Quest'ultima iniziativa è riuscita ad affiancare all'idea che a detta di molti deve il proprio successo esclusivamente alla novità che rappresenta, un concreto feedback per chi si pubblicizza assicurando così continui visitatori.
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