Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Il verdetto della rete internet sui brand dell’Automotive non lascia scampo. E’ il marchio Fiat il più discusso in assoluto, una supremazia che si esplica anche su Twitter con il profilo dell’azienda guidata da Marchionne primo per numero di follower. Se dai brand passiamo ai modelli, la musica non cambia, l’antica e immarcescibile Alfa Romeo Giulietta non conosce rivali sul web, mentre su Facebook la pagina che performa meglio porta la firma di Audi Italia. E sempre su Twitter va segnalata l’impresa di Peugeot Italia, primo per interazioni ricevute. Il marchio Fiat è quindi al centro delle discussioni degli utenti online, ma non sempre le citazioni le sono favorevoli. Sotto questo aspetto i brand più apprezzati sono quelli asiatici, Hyundai e Kia. Sono queste le evidenze più significative che emergono dall’indagine firmata da Blogmeter attraverso la piattaforma proprietaria Online Reputation.
L’indagine, che ha preso in considerazione i primi tre mesi del 2014, ha analizzato le discussioni online su 40 brand, 350 modelli e 11 tematiche legate al mondo dell’automotive, per un totale di oltre 950 mila messaggi pubblicati su più di 6.600 fonti tra social network, forum, blog, siti di news, ecc. Tramite il motore proprietario di analisi semantica (Text Mining) di cui sono provviste le piattaforme Blogmeter, sono state individuate oltre 300 mila espressioni di sentiment, positive o negative, legate ad un brand o ad un modello oggetto dell’analisi. Inoltre, grazie alla piattaforma proprietaria Social Analytics sono stati analizzati 65 profili social (pagine Facebook o profili Twitter) gestiti dai brand, per un totale di oltre 2 milioni e 700 mila interazioni tra like, post, commenti, condivisioni, tweet, retweet, favorite e follow. E’ interessante notare che il 50% del buzz complessivo legato al settore proviene dai social network, il 34% dai forum (qui si concentrano maggiormente le discussioni a carattere tecnico), mentre i blog producono più contenuti rispetto ai siti di news (oltre il 6% delle discussioni complessive), ma questi ultimi raccolgono più commenti (in media un post su un sito di news viene commentato 5 volte di più rispetto ad un blog).
Come anticipato all’inizio, Fiat si laurea come il brand più discusso in assoluto con quasi 190 mila citazioni nel trimestre. La maggior parte dei messaggi (circa il 70%) hanno riguardato temi corporate, primo fra tutti la fusione con l’americana Chrysler che ha portato alla nascita di un nuovo gruppo, la Fiat Chrysler Automobiles, settimo produttore mondiale di automobili. Ma proprio questa importante operazione ha diviso gli utenti italiani della rete: in particolare hanno suscitato una certa criticità la dismissione, da parte di Fiat, della catena produttiva italiana e il cambio della sede legale e fiscale, due aspetti che alla fine hanno portato la Casa del Lingotto a diventare il brand meno apprezzato del campione con il 52% delle espressioni di sentiment negative. Il secondo brand automotive più discusso in Italia, con oltre 73 mila citazioni, è BMW, mentre al terzo posto, con 66 mila citazioni, troviamo Volkswagen. I brand più apprezzati sono però quelli coreani: Hyundai, con il 77% di opinioni positive e Kia con il 73%. Ambedue sono apprezzati per la garanzia di 5 e 7 anni, il favorevole rapporto tra qualità e prezzo e il design sportivo dei SUV.
Per quanto riguarda invece il modello più discusso in assoluto, l’Alfa Romeo Giulietta si impone con oltre 24 mila citazioni, seguita dalla Volkswagen Golf a quota 20 mila e dalla Fiat 500 con 19 mila citazioni; mentre quelli più apprezzati sono due nuovi modelli prodotti da Peugeot e Nissan, rispettivamente la 308 (con il 74% di opinioni positive) e la Qashqai (69% di sentiment positivo). Su Facebook è la pagina di Audi Italia quella che performa meglio grazie al seguito maggiore dell’intero panel (circa 850 mila fan) e con il maggior numero di interazioni ricevute nel periodo di analisi: oltre 400 mila. Citroen Italia si posiziona al secondo posto sia per engagement (più di 182 mila interazioni complessive nel trimestre) che per numero di fan (768 mila), ed è anche la pagina che ha pubblicato più contenuti (589 post nei tre mesi). Volkswagen Italia è invece la pagina che cresce di più con oltre 82 mila fan acquisiti nel trimestre esaminato e anche quella che produce i post più engaging del periodo.
Su Twitter infine, ritroviamo ancora il brand Fiat, il cui profilo registra più follower in assoluto (oltre 48 mila), ma va specificato che è l’unico del panel ad essere internazionale in quanto viene gestito in doppia lingua (italiano/inglese). Se invece cerchiamo il profilo italiano più seguito in assoluto il palmares va attribuito a quello di Seat Italia con oltre 22 mila follower, mentre sul versante engaging svetta Peugeot Italia con più di 5.200 interazioni ricevute tra citazioni spontanee, retweet, reply e favorite. I due tweet più engaging del periodo sono stati però pubblicati da Renault Italia, il brand più loquace dell’intero panel con 748 tweet pubblicati nel periodo d’analisi.
Via Spot and Web
Il marchio che vale di più è Google: 159 miliardi di dollari, il 40% in più dal 2007. Mountain View batte così Apple, relegata al secondo posto con un valore di di 148 miliardi di dollari. A scattarle fotografia dei marchi mondiali è Millward Brown Optimor, la società che compila l'annuale classifica dei primi 100 brand al mondo, BrandZ.
I 10 maggiori marchi americani, dell'Europa Continentale e del Regno Unito hanno registrato un aumento del proprio valore negli ultimi 12 mesi, mentre quelli delle economie emergenti hanno rallentato. Nessun marchio indiano compare in classifica, e solo uno africano, in calo anche i brand cinesi rispetto al 2013. Prima invece in classifica per Twitter e LinkedIn, che conquistano rispettivamente la 71/ma e la 78/ma posizione con valori di 13,8 miliardi di dollari e 12,4 miliardi di dollari.
Complessivamente il valore totale dei primi 100 marchi al mondo è di 2.900 miliardi di dollari, il 12% in più rispetto all'anno scorso. Un aumento che mostra un'accelerazione rispetto alla media annuale del 9% registrata dal 2006, quando per la prima volta è stata stilata la classifica.
Via Quo Media
Un sondaggio di Forrester Research evidenzia la poca soddisfazione dei clienti del nostro Paese con le multinazionali. Buoni i rapporti con Ikea, Apple e Amazon. Deludono Mediaset Bancoposta, Unicredit e Tim Italiani chiedono troppo? O sono le grandi aziende che non riescono a rispondere alle esigenze dei loro consumatori? Sta di fatto che il rapporto dei cittadini del nostro Paese con alcuni dei più grandi brand italiani e internazionali non è mai eccellente, nel migliore dei casi rasenta un livello accettabile. Secondo un sondaggio condotto da Forrester Research – The Customer Experience Index, Italy 2014 – e riportato da la Repubblica, in Europa gli italiani sono quelli che lamentano il peggiore trattamento come clienti alle prese con noti marchi.
In fondo alla classifica Mediaset, con un punteggio di 39 su 100, seguita da Bancoposta (40 punti), Unicredit (41), Tim (41), 3 Italia (42), Alitalia (43), Fastweb (44) Sky (46), Intesa Sanpaolo (la migliore tra le banche, con 46), Vodafone (46).
La classifica su la Repubblica
In testa alla classifica alcuni dei più grandi brand stranieri: su tutti Ikea (75), seguita da Apple (74), Amazon (74), eBay (69), Decathlon (69), Google (68). Le migliori aziende italiane sono Bottega Verde e Feltrinelli, entrambe con 64. Secondo Forrester, le aziende italiane dovrebbero ascoltarli i clienti per capire i principali errori e lacune: coinvolgendoli nel processo di “re-design” dell'esperienza di acquisto, per esempio. È la "experience co-creation": terminologia anglosassone per descrivere qualcosa che all'estero comincia a diffondersi tra i principali marchi ma che in Italia appare ancora fantascienza.
Via Business People
Secondo la classifica di Eurobrand, la società produttrice degli iPhone ha un "brand value" di oltre 113 miliardi di euro, quasi il doppio di Google che con un balzo del 23% sorpassa la bevanda sul podio. Dominano gli Usa nei primi dieci posti, "dimenticata" la FerrariNel 2014 Apple, con un 'brand value' di 113,165 miliardi di euro, resta il primo marchio a livello mondiale. Segue Google (67,471 miliardi) che nel 2014 supera Coca-Cola (64,775 miliardi) che si colloca al terzo posto. Microsoft (62,309 mld) si conferma al quarto posto. E' quanto emerge dalla classifica 'Global Top 100' stillata da Eurobrand nella quale nei primi cento posti non figurano marchi italiani.
Nei primi dieci posti si trovano solo marchi Usa. Al quinto posto, infatti, si conferma Ibm (54,436 mld). Al sesto posto si colloca McDonald's (48,058 mld) come nel 2013. Al settimo si conferma Procter & Gamble (47,768 mld), all'ottavo Johnson & Johnson (47,218 mld) che conquista un posto, al nono At&t (44,968 mld) che conquista due posti e al decimo Philip Morris che perde due posti.
All'undicesimo posto si colloca l'operatore cinese China Mobile (43,929 mld) che perde un posto rispetto al 2013 mentre al dodicesimo posto il gruppo di lusso francese Lvmh (39,351 mld). Nestlé (33,049 mld) si colloca al 18esimo posto e perde tre posti rispetto al 2013. Volkswagen (25,611 mld) guadagna due posti e si colloca al 21esimo posto nel 2014.
La classifica completa dei 100 marchi
Le classifiche sulla "forza" dei marchi sono variegate. Nel caso di Eurobrand, si parla di valorizzazione monetaria del simbolo delle maggiori case internazionali. In una diversa graduatoria, quella di Brand Finance, il Cavallino Rampante "è immediatamente riconoscibile in tutto il mondo anche dove non ci sono ancora le strade" e per questo è definito il più "influente" del globo. La sua valorizzazione, però, di 4 miliardi lo proietta fuori dalla top 100 di Eurobrand, che pone in fondo al gruppone il marchio BhpBilliton da 9,8 miliardi.
Via Repubblica.it
Un marchio forte, si sa, è un bene estremamente prezioso. Le aziende di consumo, in particolare, dedicano molto tempo e risorse al consolidamento del proprio marchio. Secondo la ricerca annuale condotta da Forbes sui marchi più importanti del mondo, Apple si guadagna il primo posto con un valore di 124,2 miliardi di dollari , il doppio rispetto alla seconda classificata Microsoft con i suoi 63 miliardi di dollari.
Il valore di Apple è cresciuto del 19% rispetto all’anno precedente, confermando la forza guadagnata nel tempo dal colosso su alcuni settori strategici: telefonia, tablet, lettori mp3 e musica. Si appresta ora ad aggredire nuovi mercati come quello degli smartwatches con Apple Watch e dei pagamenti attraverso Apple Pay. Apple ha venduto 39,3 milioni di iPhone nell’ultimo trimestre e 12,3 milioni di iPad, generando un margine di profitto superiore del 33% rispetto all’anno precedente .
Al secondo posto tra le aziende con più alto valore troviamo Microsoft, in crescita dell’11% dopo tre anni di stasi ed una strategia volta a conquistare il mercato del mobile. Grande successo anche grazie alla scelta di fornire licenze di utilizzo del software in ambiente cloud. Microsoft sta puntando inoltre sulle sponsorizzazioni, come dimostra l’accordo da 400 milioni di dollari firmato nel 2013 con la NFL – National Footbal League, con il marchio Surface a bordo campo e l’uso di tablet Microsoft per l’instant replay. Medaglia di bronzo a Google con un valore di 56,6 miliardi di dollari, in crescita del 19% rispetto all’anno precedente. Negli ultimi 12 mesi ha generato utili per 16 miliardi di dollari ed è uno dei più grandi spender pubblicitari in tecnologia con 2,8 miliardi nel 2013.
Per determinare i most valuable brands Forbes ha analizzato oltre 200 marchi globali, ponendo come requisito la presenza negli Stati Uniti, eliminando dalla classifica aziende multinazionali come Vodafone o China Mobile. L’analisi è realizzata sugli utili degli ultimi 3 anni, assegnando un punteggio percentuale in base al settore (alto per i beni di lusso e bevande, basso per compagnie aeree e petrolifere). I 100 marchi più prestigiosi coprono 15 paesi in 20 settori industriali. I marchi di aziende con sede negli Stati Uniti costituiscono poco più della metà della lista, seguiti da Germania (9 marchi), Francia (7) e Giappone (5). Le aziende del settore tecnologico dominano la lista con 16 marchi in totale, di cui 5 tra le prime 10 e 11 tra le prime 25. Seguono le aziende automobilistiche con 16 marchi nella top 100, guidate da Toyota al nono posto con un valore di 31,3 miliardi di dollari. IBM con un valore di 47,9 miliardi di dollari in calo del 5% rispetto all’anno precedente si piazza al quinto posto tra due colossi del settore alimentare Coca Cola, al quarto posto con un valore di 56,1 miliardi di dollari in crescita del 2%, e McDonald’s al sesto con un valore di 39,9 miliardi di dollari, in crescita dell’1%.
Il miglior risultato tra tutti i valuable brandes di Forbes lo ottiene Facebook, classificato al diciottesimo posto ma con un aumento del 74% rispetto all’anno precedente e un valore di 23,7 miliardi di dollari. Buoni risultati anche per Amazon al 24° posto con un aumento del 45% ed un valore di 21,4 miliardi di dollari.
I numeri di Forbes rafforzano quanto già sostenuto da Eurobrand agli inizi di ottobre.
Via Tech Economy
Potrà anche soffrire la concorrenza dei competitor, ma nessuno al mondo sa sfruttare il proprio marchio come Apple. La conferma arriva dall’ultima classifica Best Global Brands 2015 dove Interbrand assegna al marchio del produttore di iPhone e iPad un valore di ben 170,276 miliardi di dollari. Ma a sorprendere è anche il tasso di crescita del valore del marchio Apple: in un solo anno è cresciuto di ben il 43%; solo Facebook (23°) ha registrato un tasso di crescita migliore.
RESISTE GOOGLE, SCENDE COCA-COLA. Sul podio si confermano Google e Coca-Cola, ma, mentre il marchio di Mountain View cresce e si attesta a 120,314 miliardi di dollari, quello dell’azienda regina dei soft drink cala del 4% . Secondo quanto affermato sulle pagine di Corriere Economia da Manfredi Ricca, Managing Director di Interband Italia, negli anni s è passati “dalle vecchie categorie merceologiche al dominio delle competenze, che hanno portato a disegnare le nuove leadership, fondate da chi è stato capace di creare un nuovo ecosistema per i propri clienti. Il caso di Apple e Google è evidente: sono due marchi che stanno prendendo il largo rispetto a tutti gli altri. Ma non sono soli sulla strada della creazione dell’ecosistema, pensate a quanto sta facendo (da 15° a 10° posto, ndr) per la propria clientela…”.
NEW ENTRY, C’È ANCHE LEGO. Per la classifica completa – per conoscere chi ha aumentato o chi ha perso il proprio valore (nella Top 100 solo un marchio ha mantenuto esattamente la sua valutazione del 2014, riuscite a trovarlo?) – vi rimandiamo a questo link. Segnaliamo soltanto i nuovi ingressi in classifica, che hanno preso il posto di Duracell, Pizza Hut, Nokia, Gap e Nintendo: si tratta di Lenovo, Moët & Chandon, Mini, Pay Pal e Lego. Il brand dei mattoncini ha scalato la classifica finendo addirittura in 82° posizione con un valore di 5,362 miliardi.
Classifica completa
Via Business People
È l’azienda che sta rivoluzionando il nostro modo di acquistare online e in Italia sta facendo parlare di sé grazie a un piano di investimenti e, soprattutto, al servizio PrimeNow che, partito da Milano, si diffonderà a breve anche nel resto del Paese. Anche per questo Amazon si impone nell’edizione 2016 dei Suprebrands Pop Award, il riconoscimento dedicato alla marchio più amato dagli italiani. Ad assegnare il premio, promosso da Superbrands in collaborazione con Radio Italia e CheBanca!, sono stati oltre 15 mila utenti che hanno espresso le loro preferenze sui social network dell’emittente radiofonica. Sul podio, insieme ad Amazon, anche Apple (2°) e Bmw (3°), che quest’anno celebra i suoi primi 100 anni di storia. Quarta in classifica e prima tra le marche italiane (scalzata anche la Nutella), è Esselunga, un’eccellenza della distribuzione che ha saputo costruire un rapporto di grande fiducia coi suoi clienti e ha sviluppato un’offerta commerciale in grado di conquistare sempre più consensi. Quinto posto per Nutella, seguita da Samsung (una new entry della classifica) e Google. Chiudono la top ten Coca Cola (ottava); H&M e, al decimo posto, Mulino Bianco. Una menzione speciale per Bottega Verde che conquista il premio per il brand che ha scalato più posizioni in classifica e si afferma come Superbrands “best jumper” 2016. “Siamo rimasti sorpresi di quante persone abbiano voluto dimostrare la loro passione per i brand che amano esprimendo i loro voti e premiando quelli che hanno saputo costruire con loro una relazione ricca e coinvolgente”, commenta Sergio Tonfi, Editor di Superbrands. “Un brand oggi deve entrare nei cuori della gente per essere davvero super e la classifica Pop celebra chi è andato al di là delle performance di prodotto o servizio per donarci emozioni ed esperienze che sono entrate per sempre nelle nostre vite“ . Il Superbrands Pop Award sarà consegnato ad Amazon nell’ambito della cerimonia di consegna dei prestigiosi Superbrands Awards il 23 giugno all’auditorium di Radio Italia, l’occasione in cui saranno celebrati tutti i brand che avranno ottenuto la qualifica di Superbrands 2016. Via Business People
Secondo lo studio The Love Index 2016 pubblicato da Accenture Interactive e Fjord, la unit di Accenture specializzata in service design e innovation, Apple, Microsoft, Netflix sono i brand più amati in Usa. Seguono, a ruota, Samsung, Sony, Google, Amazon, Fitbit, Facebook e Walmart. Si tratta di brand che hanno saputo costruire una customer experience innovativa, definendo un nuovo standard di interazione con i consumatori, alzando le loro aspettative nei confronti di prodotti e servizi in maniera trasversale, impattando di fatto tutti i settori industriali. Siamo di fronte a un fenomeno, trainato dal digitale, che Accenture Interactive e Fjord chiamano “aspettative liquide”.
Un approccio “fresh”
Le caratteristiche che rendono un brand più o meno amato sono state riportate in un modello a cinque dimensioni, descritte dall’acronimo “FRESH”, a ciascuna viene attribuito un punteggio:
- Fun – Divertente, cattura la mia attenzione in maniera simpatica
- Relevant – Interessante, offre informazioni chiare e personalizzate dove e quando voglio
- Engaging – Coinvolgente, si identifica con i miei bisogni e i miei desideri
- Social – Social, mi aiuta a connettermi con gli altri
- Helpful – Utile, è efficiente, semplice e si adatta nel tempo.
L’indice ha identificato per ciascuna di queste dimensioni il brand che ne è il leader: Negli USA, Netflix è il leader esperienziale per eccellenza nella categoria Fun; Fitbit per la dimensione “Relevant”; Amazon per “Helpful”; Apple per “Engaging”; Facebook per “Social”.
Effetto Netflix
Netflix è il marchio più amato nei tre mercati (Usa, Uk e Brasile), secondo lo studio. Gli americani, i britannici e i brasiliani hanno assegnato alla società di streaming il primo posto per la dimensione “Fun” e uno dei primi tre posti in tutte le altre dimensioni. “Piaccia o meno, gli altri marchi – indipendentemente dal settore – saranno giudicati con riferimento all’esperienza che Netflix offre ai suoi clienti”, ha commentato Alessandro Diana, managing director Accenture Interactive. “Questa è quello che intendiamo per “aspettative liquide”: i consumatori, abituati ad uno standard da un brand, ricercano la stessa esperienza positiva anche in altri ambiti.”
Dare forma all’opportunità
Love Index indica che ogni settore ha una sua rappresentazione caratteristica che riflette le dimensioni più importanti per i consumatori in quel mercato. Per esempio, per i brand in ambito retail, i consumatori ritengono fondamentali le dimensioni “Relevant”, “Engaging” e “Helpful”, anche se bisogna considerare che queste riflessioni sono il frutto di decenni di esperienza di shopping in cui i brand stessi hanno influenzato il mercato. Un retailer tradizionale con punti di vendita fisici o una start-up che volesse differenziarsi potrebbe, ad esempio, ridefinire l’esperienza di shopping introducendo nuove modalità di connessione tra le persone (social) in modo forte e coinvolgente (fun), online o nel punto vendita.
Via DailyOnline
La società leader di consulenza strategica e valutazione degli asset intangibili Brand Finance, ha analizzato anche quest’anno centinaia di brand italiani basandosi sui bilanci e i dati di marketing, disponibili a novembre 2016, per stilare la Brand Finance Italy 50 2017, la classifica dei principali brand (non delle imprese) italiani ordinati per valore monetario e per la forza con la quale influenzano le scelte dei clienti, rispetto alla media del proprio segmento a livello internazionale.
Le marche italiane più forti sono soprattutto quelle del lusso, sia moda sia auto. Tra queste Gucci e, soprattutto, Ferrari dominano. Questo indica che rispetto alla media dei brand del lusso, gli italiani sono ben posizionati. Ferrari pare aver trovato il giusto equilibrio tra utilizzo commerciale e protezione della propria brand equity. Infatti il Brand value è cresciuto del 35% a €5,5 miliardi e anche la forza del brand è aumentata fino a giungere ad un BSI score di 91.9. Confermata anche l’estrema forza di ENEL, che ha sostanzialmente lo stesso score di Gucci. Generali - cui valori degli scorsi anni sono stati ricalcolati in seguito ad una sovrastima delle previsioni di fatturato – è la marca la cui forza quest’anno cresce maggiormente.
Complessivamente le 50 maggiori marche italiane valgono €94 miliardi. Le prime 10 marche valgono oltre la metà dell’intera classifica. Le marche più influenti valgono oltre un terzo della classifica; quelle relativamente meno influenti sono in classifica perché hanno la capacità di produrre fatturati elevati. La moda è il settore con più valore in classifica. ENI è la marca italiana che vale di più, infatti questo asset vale oltre €10 miliardi; seguono ENEL e poi Gucci. Il valore monetario delle marche ENI, Ferrari e Gucci è cresciuto più di tutti gli altri brand italiani.
Come lo scorso anno, nella Brand Finance Italy 50 2017, le top 10 marche Italiane crescono in valore monetario anche grazie alla forza con la quale influenzano i clienti. Tutt’altra musica per le marche oltre il 10° posto che perdono mediamente il 10% in valore. Complessivamente le marche italiane hanno avuto crescita zero, diversamente le 500 top marche mondiali hanno avuto una buona crescita.
“La ragione della stagnazione italiana è chiaramente individuabile anche nella relativa debolezza delle nostre marche nell’influenzare i clienti, rispetto alla concorrenza internazionale” - afferma Massimo Pizzo managing director Italia di Brand Finance. Infatti mediamente le 50 principali marche italiane risultano il 5% meno forti di quelli di Spagna, Francia, Germania e Regno Unito. La differenza non è ampia, ma nel momento della vendita il cliente sceglie il brand più forte, cioè quello con i fattori emozionali e funzionali che lo attraggono di più. Diversamente, se le imprese italiane avessero rafforzato anche solo del 5% in più le proprie marche, a pari condizioni, si sarebbero ritrovate un asset con un valore del 5% superiore a quello attuale, quindi mediamente con €100 milioni in più di valore a brand.
Via Mark Up
Quali sono i brand che influenzano di più i consumatori nel nostro Paese? Che differenze ci sono se si confrontano le due generazioni Millennials (21-35 anni) e Boomers (53-71 anni)? Risponde l'indagine annuale di Ipsos Italia, che ha analizzato il tema dell’influenza attraverso un indice che considera numerosi parametri, dall’engagement alla credibilità.
A livello nazionale, i brand più influenti sono questi:
Il primato assoluto è del mondo tech e di coloro che hanno cambiato il nostro modo di informarci, di comunicare, di condividere la nostra quotidianità e di fare acquisti. A fare da eccezione come esponente dell'alimentare è il marchio numero uno di Ferrero.
Nutella non è solo una crema spalmabile, è una compagna di vita, quasi un membro della famiglia cresciuto con noi e nelle case di tutti a prescindere dalle generazioni - Daniele Destefanis, senior brand manager di Nutella
Tra le new entry nel ranking 2017 c'è Mastercard, che “è riuscita ad avvicinarsi sempre di più alle abitudini e allo stile di vita dei consumatori, creando una relazione e dando l’opportunità di vivere esperienze esclusive anche grazie all’apporto dell’innovazione digitale. Una vittoria di prossimità”, spiega Silvia Brugnara di Mastercard.
Riconferma invece per Facebook, che resta al vertice grazie “a una capacità di innovazione costante, che è il nostro valore numero uno”, sottolinea Sylvain Querne, head of marketing di Facebook: “Segue in seconda posizione la fiducia, ovvero la promessa al consumatore di poter scegliere con chi condividere le informazioni”.
Millennials e Boomers: due target diversi
Gli asset che determinano l’influenza di un brand variano e pesano diversamente se guardiamo ai due target Millennial e Boomer. La fiducia, ad esempio, è un asset fondamentale per ambo le generazioni (rispettivamente 71% e 73% della rilevanza), ma per i Boomers è il driver principale.
Il Boomer premia di più il valore del brand, la solidità che affonda le radici nella tradizione italiana (Parmigiano Reggiano, Coop, ma anche Lavazza e Mutti), mentre al Millennials del marchio attrae maggiormente l’orientamento all’innovazione (Ryanair), ma anche la capacità di coinvolgere emotivamente e fare tendenza (Campari, H&M).
“Abbiamo risposto all’esigenza di connessione dei Millennials materializzandola nella dimensione fisica”, sottolinea John F. Alborante, Sales & Marketing Manager Ryanair Italy. Vediamo allora nel dettaglio la top 10 dei marchi più influenti su base generazionale.
Come emerge dal confronto, ci sono marchi come WhatsApp che riescono a posizionarsi contemporaneamente vicino a Millennials e Boomers grazie alla loro forza trasversale. La ricerca evidenzia inoltre che a questi si aggiungono anche Nike, Booking e Huawei.
Come spiega Valeria Raffa di Cabiria, “uno degli asset principali dei marchi di maggiore successo è l’identità visiva. Sembrerà banale, ma un brand che non riconosciamo non esiste. Lo swoosh di Nike non a caso è l’antesignano dei pittogrammi, vero e proprio simbolo iconico cross-generazionale”.
Via Mark Up
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