Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Microsoft si prepara all’esordio in grande stile nel mercato delle application per telefoni cellulari, e per questo ha siglato un accordo con più partner legati alla rete, per avere un pacchetto di software più competitivo possibile.
Tra i nome dei nuovi alleati della casa di Redmond compaiono il servizio di musica sul web Pandora, l'editore di videogiochi Electronic Arts, il social network Facebook.
L'azienda ha fatto sapere che prevede di discutere queste alleanze ed effettuare dimostrazioni delle potenzialità degli accordi sul proprio app store (il cui lancio è previsto entro quest'anno) nei prossimi giorni, alla fiera del wireless di Las Vegas.
Il mese scorso, Microsoft aveva svelato i piani per un Windows Marketplace for Mobile, vero e proprio negozio online dedicato ai software per smartphone et similia, in competizione con altri specialisti del settore come l’AppStore di Apple, che consente di potenziare e personalizzare gli iPhone.
Alcuni analisti sono però scettici del fatto che i concorrenti della Mela siano in grado di generare altrettanto interesse tra i consumatori e gli sviluppatori, anche se, con una lista di alleati iniziali, Microsoft dice di prevedere di voler estendere le partnership e di puntare decisamente su questo mercato specifico.
Via Quo Media
Charmin, la carta Igienica di Procter & Gamble, colpisce ancora - con le sue strategie di comunicazione innovative.
Già nota per le sue operazioni di "Ambient" (ovvero la costruzione di spaziali cessi pubblici a NY durante la stagione natalizia, ma anche in altre location/occasioni), per comunicare in modo slegato dalla stagionalità e agli eventi locali si sono inventati un ricorso all'Internet Mobile (mezzo che a breve temo diventerà obbligatorio un po' per tutti...)
Hanno quindi sviluppato un'applicazione con SitOrSquat, nato inizialmente come blog personale e poi diventato un database di bagni pubblici - e si sono fatti sostenitori dello sviluppo di un'applicazione per iPhone e BlackBerry che non solo, attraverso la geolocalizzazione, ti segnala il bagno pubblico più vicino ma ne fornisce anche il "rating".
Usando il GPS incorporato, si può trovare il bagno pubblico più vicino e/o aggiungere un nuovo "sito", categoria, dare un voto e fornirne una descrizione, in modo che gli altri utenti sappiano a cosa si va incontro.
Si usa quindi il valore della publicity per generare download dell'applicazione e "buzz" .
L'uso dell'applicazione in un momento di bisogno serve a dare equity alla marca in area problem-solving, quindi gratitudine, affetto... insomma una carta igienica che non solo è morbida ma che davvero si interessa a te e risolve i tuoi problemi quando più ne hai bisogno....una roba del genere, insomma.
L'applicazione essendo disponibile anche per noi poveri utenti italiani, ne ho fatto un rapido test (Versione iPhone).
L'applicazione richiede una registrazione e successivamente un sign-in...ma intelligentemente, se uno è in emergenza questo passo può venire saltato, per avere il più rapido accesso possibile al bagno più prossimo (potemmo vederlo come un brutto caso di "interruption marketing" - letteralmente, in caso contrario).
La registrazione ovviamente crea database, da usare per scopi di marketing...(se poi mi manderanno email interessanti vi terrò aggiornato).
A Milano per ora ci sono solo 2 bagni registrati ma potrei farmi convoncere, ascoltando la mia etica "communitaria", ad aggiungerne qualce altro e a trasformarmi in recensore di bagni (btw l'idea di pubbliciazioni che recensiscano le toilette è da un po' che è in giro in varie forme).
Una volta individuato il bagno più prossimo (vengono indicate le distanze) si può accedere alla mappa Google, e farsi guidare dal GPS verso il luogo del desiderio.
Nell'applicazione possiamo memorizzare i nostri cessi preferiti, cercare i bagni che abbiano uno spazio dedicato al cambio dei pannolini dei pupi, cercare quelli che sono aperti in questo momento e per l'appunto aggiungere nuove location (con relative foto!). C'è infine una parte di news pensata come un micro blog (sull'applicazione, non sui bagni. Almeno per ora).
Altro dettaglio, l'applicazione mobile prevede uno spazio a disposizione per la pubblicità - nella logica che una mobile app è anche un media, per quanto alternativo, e spesso molto "contestuale"...
La presenza della marca è discreta - solo nella schermata iniziale e sotto la forma di "Sponsored by".
Torno ancora sul tema dei social media (ma di fatto anche del web in genere) per una riflessione semplice ma essenziale: che tecnologia scegliere.
La risposta è tanto semplice quanto poco considerata: dipende.
Dipende da che cosa?
a) Dai vostri clienti: se il vostro consumatore tipo è molto attivo sui forum è lì che dovete andare ad agire, se invece è un lettore di feed rss che non scrive mai nulla ma consulta molti siti dovrete dargli news e aggiornamenti. E così via.
b) Dai vostri obiettivi: se state facendo un progetto sul web dovete capire, sulla base di chi sono i vostri clienti, che potete pensare ragionevolmente di ottenre.
c) Dalla strategia che mettete in campo per raggiungere i vostri obiettivi.
Solo a questo punto potete scegliere la tecnologia, secondo l’approccio POST del libro “L’onda anomala” di cui parlavo anche in un recente intervento su questo blog.
Il percorso tipo delle aziende è invece quello di costruire i progetti attorno da una tecnologia, restandone poi prigionieria.
Inoltre sul web gli strumenti evolvono velocemente e passano, mentre le relazioni restano.
Tutte le tecnologie, secondo il noto ciclo di Hype, vivono un momento di euforia che poi porta ad una disillusion ed un assestamento, non bisogna quindi affidare solo agli strumenti lo sviluppo delle relazioni ma bisogna servisi di essi per sviluppare reali e proficui rapporti.
Le relazoni infatti sono il nuovo vantaggio competitivo e saranno in grado di passare da una piattaforma all’altra traendo il meglio da ciascuna (ricordiamoci che il networking precede, in termini temporali, il web 2.0).
Voi che ne pensate?
Gianluigi Zarantonello via http://webspecialist.wordpress.com
I media digitali traineranno la crescita degli investimenti pubblicitari anche nell’anno 2009. A confermarlo Iab Italia che, in seguito all’andamento del primo trimestre 2009 dell’advertising online registrato dalle rilevazioni Fcp Assointernet e Nielsen Media Research, prevede entrate per 931 milioni di euro, vale a dire il 13,7% in più rispetto al 2008.
Nel dettaglio, il settore Display dovrebbe crescere del 10% per 355,3 milioni di euro e quello Search del 20% raggiungendo i 342 milioni di euro. La stima per classified/directories è in aumento del 12% fino a 190,4 milioni di euro, mentre l’email marketing dovrebbe salire del 5% fino a 22,05 milioni di euro.
Anche l’advertising mobile dovrebbe registrare nel 2009 un andamento positivo in crescita dell’8% fino a 21,6 milioni di euro. Crescita rispetto all’anno scorso, ma rallentamento netto rispetto agli anni passati.
Il commento di Layla Pavone, presidente Iab Italia manager director Isobar: “Internet è ormai una realtà che coinvolge 21 milioni di italiani e, come tale, rappresenta un’enorme opportunità di comunicazione per le aziende… A fronte della crisi economica in atto, le previsioni di crescita dell’advertising online per il 2009 traducono la fiducia che gli attori di questo mercato riconoscono sempre più al potenziale innovativo dei media digitali rispetto ai media classici, sia in termini di valore sia di efficacia. Siamo ottimisti nell’augurarci che questo trend positivo trovi conferma nel corso dei mesi a venire”.
Via Quo Media
Un settore che nell'arco di tre anni ha raddoppiato il suo valore, arrivando a fine 2008 a generare un fatturato complessivo di oltre 1,2 miliardi di euro, e che dimostra di reggere assai bene ai venti della crisi economica. Il settore in questione è quello dei videogiochi e il suo assai confortante stato di salute lo ha illustrato l'Aesvi (Associazione Editori Software Videoludico Italiana) presentando oggi il suo rapporto annuale 2008 (realizzato da GfK Retail and Technology). Stando al rapporto, il bilancio di fine anno si è chiuso in forte attivo in virtù di una crescita in valore rispetto al 2007 del 21,6%, un trend che ha confermato l'Italia quale quinto mercato in Europa dopo Gran Bretagna, Francia, Germania e Spagna. Le due macro componenti di questa industria - console e altri dispositivi utili per giocare da una parte e titoli dall'altra – hanno risposto bene alle sollecitazioni di un mercato (quello dei beni di consumo durevoli) non propriamente entusiasmante e nella fattispecie il software ha prodotto un giro d'affari di circa 670 milioni di euro (in salita del 20,3%), mentre l'hardware ha superato quota 590 milioni di euro (+23,2%) grazie ai quasi 2,9 milioni di pezzi venduti. Di questi poco meno della metà sono console tradizionali (per un fatturato di 363 milioni di euro) e quindi la sfida a volumi sugli scaffali se la sono aggiudica le piattaforme portatili (come la Wii di Nintendo), che hanno raccolto il 50,6% della domanda e sviluppato un business (in crescita del 17,9%) da 230 milioni di euro.
Molto significativo anche il dato specifico che fotografa le vendite di accessori (in particolare i cosiddetti "game controller" e "joypad"), che hanno registrato nel 2008 un incremento del 42,6% a volume (per un totale di oltre 4,4 milioni) e del 46,1% a valore per un fatturato complessivo di oltre 92 milioni di euro. Dati che fanno ovviamente piacere alle aziende che dominano il settore – Sony, Microsoft, Nintendo, Logitech e via dicendo – ma che vanno comunque rapportati alle dinamiche, ben più corpose, del resto d'Europa, verso cui l'Italia paga dazio in fatto di penetrazione delle console, cresciuta di solo quattro punti percentuali dal 2007 per arrivare al 38%, e dei personal computer, ferma al 54%. Sul fronte del software e quindi dei titoli veri e propri, la parte del leone l'hanno fatta nel 2008 i videogiochi per console accaparrandosi l'85,8% del venduto in unità - pari a oltre 19,6 milioni di pezzi - e ben il 91,8% delle entrate. A fronte di una crescita molto sostenuta (15,9% in volume e 24,6% in valore) degli acquisti di Dvd per XBox e Playstation fa invece eco la perdurante flessione della domanda dei videogiochi per pc, in discesa nel 2008 sia alla voce fatturato (-13,3%) sia per quanto riguarda i pezzi commercializzati a scaffale (-18,9%). Quanto alla tipologia dei titoli venduti, le serie calcistiche PES e FIFA si confermano prodotti "best seller" ma anche altre categorie ("salute e benessere", "cucina", "musica", "cinema", "azione e simulazione") hanno avuto buoni riscontri.
Quanto, infine, ai canali di vendita, il rapporto Aesvi mette in evidenza come nel 2008 le vendite di console siano state trainate dalle catene specializzate in elettronica di consumo (che hanno assorbito il 55,8% della domanda) e come anche il canale Internet abbia finalmente dato un interessante contributo. Sul Web le vendite sono cresciute del 43% rispetto al 2007 – 660mila i titoli software acquistati in Rete - per un giro d'affari complessivo della componente hardware di 63 milioni di euro.
di Gianni Rusconi su ILSOLE24ORE.COM
Ho letto recentemente su NC un bell'articolo dove Massimo Giordani, ceo di Time&Mind, esprimeva un concetto molto interessante, quello di information cloud. In sostanza oggi tutti noi saremmo immersi in una nuvola di informazioni e conoscenze, basate sulla rete, accessibile in qualsiasi momento grazie ai pc, alle connessioni mobili, al wi-fi, agli smartphone. Una porta su cui si innesta un sesto senso digitale, non sempre percepito esplicitamente, che fa sì che un qualsiasi digital native (coloro che sono nati dopo la diffusione del web) trovi naturale e automatico ricercare informazioni e contatti online in ogni momento, con vari device. Che cosa implica questo? La presenza sul web è indispensabile per comunicare con il cliente ma non sarà presto più sufficiente: bisognerà essere in grado di essere reperibili e, soprattutto, fruibili sui device più diversi: desktop (widget), mobile (sito .mobi), aggregatori (feed rss, webslice), social netowork e siti di social sharing. Dunque sarà necessario concenpire siti e strumenti online in grado di essere flssibili, portabili, adattabili senza perdere l'esperienza e l'engagement del web tradizionale. E con gli stessi contenuti. Questa sfida richiede competenze sempre più specifiche all'interno dell'azienda e un lavoro di progettazione attento e con una visione di lungo periodo. Se saprete investire un po' tempo e risorse in più all'inizio però avrete la possibilità di sviluppare la vostra comunicazione e i vostri servizi in modo semplice e relativamente economico, su tutti i nuovi media che si presenteranno. Senza riprogettare ogni volta e con una forte componente di automatismo negli aggiornamenti dei vari device. Ne sentirete ancora parlare, voi vi state preparando? Che ne pensate? Gianluigi Zarantonellovia http://webspecialist.wordpress.com
Sony sfida Apple. La casa giapponese prova a riconquistare il terreno perduto nel campo della ‘musica portatile’ lanciando un nuovo Walkman Touch Screen e allungando così la lista degli sfidanti di iPod.
Presentato oggi nel quartier generale di Tokyo, l’Nw-x1000 (questo il nome del lettore) presenta uno schermo panoramico da 3 pollici, un sistema wifi e un’antenna per ricevere la tv mobile digitale, oltre a uno speciale amplificatore che promette un’elevata qualità di riproduzione audio.
I prezzi del dispositivo portatile oscillano tra i 300 e i 375 euro, a secondo della capacità di memoria (16 0 32 gigabyte), mentre la prima serie, che sarà disponibile in Europa e Stati Uniti dalla prossima estate, è prevista in due colori, nero e rosso.
L’Nw di Sony è uno dei primi nel suo genere a offrire per lo schermo l’avanzata tecnologia Oled, che, basandosi sull’utilizzo di materiale organico elettroluminescente, permette di diminuire sensibilmente i consumi energetici e migliorare la qualità delle immagini.
La compagnia giapponese, dopo il flop anni Novanta del mini-disc, prova così a rinverdire i fasti degli Ottanta, in cui i suoi walkman per cassette magnetiche dominavano il mercato della musica da tasca. Ma il dominio di Apple e iPod sembra lontano dal termine.
Via Quo Media
Google consolida la sua posizione di dominio nel mercato dei motori di ricerca degli Stati Uniti. Secondo la ricerca svolta da comScore, nel mese di marzo 2009 la compagnia di Mountain View si è aggiudicata il 63,7% delle interrogazioni online d’oltreoceano.
Il dato costituisce un nuovo record per il colosso di internet. Le concorrenti arrancano: Yahoo! ha visto la sua quota in lieve calo rispetto al mese di febbraio, assestandosi al 20,5% del mercato, così come Ask e Aol, rispettivamente al 3,8% e al 3,7%.
L’unico motore di ricerca con indice positivo è Msn di Microsoft, in crescita dello 0,1% (8,3% delle interrogazioni). Le ricerche online Usa nel mese scorso sono aumentate del 9%. E intanto si discute di un accordo tra Microsoft e Yahoo!.
Via Quo Media
Uno dei limiti che molte aziende hanno sperimentato negli ultimi anni è stato quello di non avere al proprio interno una persona esperta del web, con un profilo a cavallo tra un tecnico, un uomo di comunicazione e un project manager.
Infatti nessuno ormai si sottrae ad un utilizzo più o meno intensivo di Internet come strumento aziendale e nel fare questo spesso l’azienda si scontra con la difficoltà di utilizzare al meglio e con costi sostenibili tutte le soluzioni offerte dal mezzo. A questo problema sta progressivamente ponendo rimedio l’inserimento di figure competenti di web che però non abbiano un profilo troppo tecnico, che sappiano dialogare con tutti i tipi di interlocutore e che riescano a fare da interpreti tra informatici e manager.
Dal mio punto di vista questa tendenza non potrà che potenziarsi, per alcune ragioni:
1) Internet è sempre più complesso e ricco di strumenti non paragonabili a nessuno di quelli che li hanno preceduti, come l’insieme delle tecnologie del web 2.0; 2) Le skills tecniche necessarie ad un lavoro su tutti i possibili strumenti non sono più possedibili in toto in azienda, occorre dunque lavorare sempre più con parti terze da selezionare e coordinare sulla base di una forte e ampia competenza di Internet; 3) A chi lavora sul web sul piano strategico è chiesta una visione sempre più ampia e ‘umanistica’: costruzione di relazioni, scelta di linguaggi e creazione di progetti multicanale; 4) Le aziende che sanno indirizzare correttamente l’uso del web 2.0 e dei social media sono ancora poche e ciò garantisce un grandissimo vantaggio competitivo a chi li approccia in modo strategico.
Tutto ciò non può prescindere, almeno per le aziende più grandi ed esposte al pubblico, da una figura interna che si occupi esclusivamente del mondo di Internet e delle nuove tecnologie, con confidenza con la parte tecnica ma anche con gli strumenti (e la mentalità) del manager.
Sicuramente un profilo ancora difficile da trovare ma che è destinato a emergere dall’insieme dei professionisti oggi esistenti, sia della tecnologia sia del marketing.
Voi che cosa ne dite?
Gianluigi Zarantonello via http://webspecialist.wordpress.com
Facebook ha lanciato lo scorso fine settimana un referendum tra i propri utenti per decidere se optare o meno per delle nuove regole riguardanti la privacy delle sue pagine (tra cui la possibilità di cancellare completamente i propri dati dal network, una volta chiuso il proprio account). Gli iscritti al social network potranno votare fino al 23 aprile.
Il progetto è una delle variabili del Facebook Governance, un sistema che concede agli utenti di consigliare i gestori sulle innovazioni del sito attraverso una sorta di referendum. L’idea di dare spazio e voce ai suggerimenti come alle lamentele degli utenti è stata presa a inizio anno, dopo le polemiche che seguirono il restyling del sito, poco gradito agli internauti, che hanno protestato in massa.
Ma a bloccare il nuovo corso ‘democratico’ della comunità online sono i dubbi sulla validità dei voti: le consultazioni saranno vincolanti solo se parteciperà almeno il 30% degli utenti attivi al momento della divulgazione ufficiale di una votazione. Un utente è considerato attivo se ha effettuato l’accesso negli ultimi 30 giorni. La soglia fissata da Facebook, decisamente alta e perciò difficile da raggiungere, scoraggerebbe infatti molti dall’esprimere la propria opinione.
Altre proteste all’orizzonte, dunque.
Il malcontento della rete nei confronti del suo social network più popolare continua, nonostante il sito resti tra i più visitati e utilizzati, con un numero di iscritti in continua crescita, che ha da poco superato l’incredibile numero di 200 milioni, e una diffusione sempre più capillare.
Via Quo Media
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