Un settore che nell'arco di tre anni ha raddoppiato il suo valore, arrivando a fine 2008 a generare un fatturato complessivo di oltre 1,2 miliardi di euro, e che dimostra di reggere assai bene ai venti della crisi economica.
Il settore in questione è quello dei videogiochi e il suo assai confortante stato di salute lo ha illustrato l'Aesvi (Associazione Editori Software Videoludico Italiana) presentando oggi il suo rapporto annuale 2008 (realizzato da GfK Retail and Technology). Stando al rapporto, il bilancio di fine anno si è chiuso in forte attivo in virtù di una crescita in valore rispetto al 2007 del 21,6%, un trend che ha confermato l'Italia quale quinto mercato in Europa dopo Gran Bretagna, Francia, Germania e Spagna.
Le due macro componenti di questa industria - console e altri dispositivi utili per giocare da una parte e titoli dall'altra – hanno risposto bene alle sollecitazioni di un mercato (quello dei beni di consumo durevoli) non propriamente entusiasmante e nella fattispecie il software ha prodotto un giro d'affari di circa 670 milioni di euro (in salita del 20,3%), mentre l'hardware ha superato quota 590 milioni di euro (+23,2%) grazie ai quasi 2,9 milioni di pezzi venduti. Di questi poco meno della metà sono console tradizionali (per un fatturato di 363 milioni di euro) e quindi la sfida a volumi sugli scaffali se la sono aggiudica le piattaforme portatili (come la Wii di Nintendo), che hanno raccolto il 50,6% della domanda e sviluppato un business (in crescita del 17,9%) da 230 milioni di euro.
Molto significativo anche il dato specifico che fotografa le vendite di accessori (in particolare i cosiddetti "game controller" e "joypad"), che hanno registrato nel 2008 un incremento del 42,6% a volume (per un totale di oltre 4,4 milioni) e del 46,1% a valore per un fatturato complessivo di oltre 92 milioni di euro. Dati che fanno ovviamente piacere alle aziende che dominano il settore – Sony, Microsoft, Nintendo, Logitech e via dicendo – ma che vanno comunque rapportati alle dinamiche, ben più corpose, del resto d'Europa, verso cui l'Italia paga dazio in fatto di penetrazione delle console, cresciuta di solo quattro punti percentuali dal 2007 per arrivare al 38%, e dei personal computer, ferma al 54%.
Sul fronte del software e quindi dei titoli veri e propri, la parte del leone l'hanno fatta nel 2008 i videogiochi per console accaparrandosi l'85,8% del venduto in unità - pari a oltre 19,6 milioni di pezzi - e ben il 91,8% delle entrate. A fronte di una crescita molto sostenuta (15,9% in volume e 24,6% in valore) degli acquisti di Dvd per XBox e Playstation fa invece eco la perdurante flessione della domanda dei videogiochi per pc, in discesa nel 2008 sia alla voce fatturato (-13,3%) sia per quanto riguarda i pezzi commercializzati a scaffale (-18,9%). Quanto alla tipologia dei titoli venduti, le serie calcistiche PES e FIFA si confermano prodotti "best seller" ma anche altre categorie ("salute e benessere", "cucina", "musica", "cinema", "azione e simulazione") hanno avuto buoni riscontri.
Quanto, infine, ai canali di vendita, il rapporto Aesvi mette in evidenza come nel 2008 le vendite di console siano state trainate dalle catene specializzate in elettronica
di consumo (che hanno assorbito il 55,8% della domanda) e come anche il canale Internet abbia finalmente dato un interessante contributo. Sul Web le vendite sono cresciute del 43% rispetto al 2007 – 660mila i titoli software acquistati in Rete - per un giro d'affari complessivo della componente hardware di 63 milioni di euro.
di Gianni Rusconi su ILSOLE24ORE.COM