Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Si sente parlare sempre più spesso di Enterprise 2.0, ossia quello che Wikipedia definisce un insieme di approcci organizzativi e tecnologici orientati all’abilitazione di nuovi modelli organizzativi basati sul coinvolgimento diffuso, la collaborazione emergente, la condivisione della conoscenza e lo sviluppo e valorizzazione di reti sociali interne ed esterne all’organizzazione.
Una modalità di lavorare e progettare che nasce dall’esperienza del web 2.0 e che si avvale di molte delle tecnologie nate in quest’ambito, come blog, wiki, rss, tagging. Anche le infrastrutture di rete basate su SOA e BPM sono ormai mature e si stanno diffondendo in ambito aziendale e si stanno affermando molti software collaborativi pensati per le più varie esigenze d’impresa (per una panoramica visitate l’ottimo http://www.softwaresociale.com).
Le tecnologie dunque ci sono e hanno costi sempre più bassi, dal mio punto di vista però c’è un tema che non va sottovalutato: le persone sono pronte a collaborare? E fino a che punto?
E’ un’altra faccia della medaglia dell’approccio strategico ai social media: bisogna capire prima chi sono gli intercolocutori e quali obiettivi si vogliono raggiungere e solo poi si può approcciare una tecnologia.
L’enterprise 2.0 dunque è prima di tutto un approccio organizzativo, che passa per la corretta comprensione della valenza del lavoro collaborativo, dei principi della delega e della cultura di un approccio win-win per tutti gli enti e le persone coinvolte.
Le aziende ne sono consapevoli? E la mentalità lavorativa degli italiani è pronta con le dirigienze in grado di accompagnare il cambiamento?
Vedremo, certo la tecnologia senza le persone non serve a nulla…
Gianluigi Zarantonello via http://webspecialist.wordpress.com
Tra Blackberry, iPhone, netbook, notebook e navigatori l'estate degli italiani si prospetta tutt'altro che rilassante. Stando a un'indagine di Doxa commissionata da TomTom, i cittadini dello Stivale non hanno alcuna intenzione di separarsi dai loro gingilli tecnologici durante le vacanze estive: l'apparecchio tecnologico ritenuto più utile in vacanza è il navigatore (per il 37,3% degli intervistati), un accessorio che ha conquistato uomini (41,4%) e donne (33,4%) e persone di tutte le età (compreso il 25,6% - in pratica uno su quattro - di over 55, di solito i più restii alle innovazioni tecnologiche). Al secondo posto viene l'iPod (28%) che conquista il 51,7% degli under 34 ma appena l'8,2% degli over 55. Terzo posto per netbook e pc portatili in genere (26%), quarto per Blackberry e smartphone (9,9%), quinto per le console di videogiochi portatili (8,8%).
Via Quo Media
Il Belpaese scivola al 45esimo posto nella classifica delle nazioni capofila del settore nuove tecnologie e comunicazione.
L’Italia perde terreno e mostra i propri deficit in quanto a nuove tecnologie e comunicazione. Lo stivale occupa il 45esimo posto (su 127) nella speciale classifica stilata dal Global Information Technology Report 2008-2009.
La lista, basata sul Networked Readiness Index che misura la propensione dei paesi a sfruttare efficacemente le Ict, vede in testa Danimarca e Svezia, seguite dagli Stati Uniti (in salita di due posti).
Singapore e Svizzera si aggiudicano la quarta e la quinta piazza. A chiudere l’ottava edizione del report sono invece Zimbabwe, Timor Est e Ciad.
Nel mezzo, senza infamia e senza lode i piazzamenti del Giappone (17esimo), della Francia (19esima) e della Germania (20esima). Tutti i paesi del G7 precedono l’Italia, che nell’ultimo anno ha perso altre tre posizioni e si è vista sopravanzare anche da Tunisia (38esima) e Giordania (44esima).
Via Quo Media
Il matrimonio fra la televisione e Internet è tutt'altro che una novità e la riprova la si è avuta all'ultima edizione del Ces 2009 di Las Vegas, a inizio gennaio. In quell'occasione alcuni big delle "flat Tv" (Sony e Samsung per inciso) portarono in vetrina una nuova generazione di apparecchi dotati di un "add on" particolare, e cioè "widget" con la specifica funzione di collegare l'utente alle pagine Web di portali di informazione (Yahoo! Finance e Yahoo! News nello specifico) e a siti di social network. Anche Lg Electronics non fu da meno con i primi televisori a cristalli liquidi e al plasma equipaggiati con un sistema, "NetCast Entertainment Access", concepito per entrare direttamente in Rete per visualizzare e interagire con i widget di Yahoo! e i contenuti di Flickr. Quello delle Tv "multimediali", predisposte e pensate per offrire ai consumatori un'ampia disponibilità di contenuti digitali (musica, video, foto) presenti sul Web, è infatti uno dei temi più caldi dell'industria televisiva per il 2009 e anche Philips, con l'annuncio odierno di Net Tv, ha deciso di sfruttarne le opportunità.
La proposta della casa olandese è una soluzione che permette l'accesso diretto dallo schermo del televisore al telecomando del televisore - senza bisogno di set-top box aggiuntivi, di abbonamenti a particolari servizi né del collegamento a un computer portatile - a una nutrita lista di siti Web di informazione e intrattenimento. I partner che Philips ha coinvolto per il lancio (previsto a breve) dei modelli serie 8000, 9000 e Cinema 21:9 dotati di Net Tv sono fra gli altri YouTube, TomTom, eBay, MeteoGroup, MyAlbum (servizio Web gratuito per la condivisione di foto), Funspot (giochi per la Tv on line) e Netlog (sito di social network). L'unica raccomandazione per gli utenti è quella di collegare l'apparecchio a Internet con un cavo Ethernet o via Wi-Fi (opzione disponibile di serie per la serie 9000 e il modello Cinema 21:9) e la pagina d'avvio di Net TV verrà visualizzata automaticamente attivando lo specifico tasto presente sul telecomando. In aggiunta all'offerta di contenuti di cui sopra, Philips ha inoltre pensato per Net Tv anche a una selezionata gamma di siti Internet locali (nella lingua del Paese di pertinenza), debitamente ottimizzati a livello tecnico per essere visualizzati sullo schermo televisivo.
Per la casa olandese – di cui spesso si parla relativamente al presunto prossimo suo abbandono del mercato delle Tv – è quindi una nuova scommessa da vincere in un mercato sempre più difficile e nel quale i grandi costruttori asiatici hanno già fatto la loro prima mossa per quanto riguarda la convergenza fra televisione e Internet. Des Power, Senior Vice President Marketing Television di Philips Consumer Lifestyle, sembra comunque fiducioso: "siamo fieri di poter garantire ai nostri clienti la massima semplicità possibile. Ora, con Net Tv, ci si potrà accomodare in salotto e utilizzare il telecomando per consultare e interagire con i propri siti preferiti". Se il servizio in oggetto impatterà positivamente sulle vendite è però ancora presto per dirlo.
di Gianni Rusconi su ILSOLE24ORE.COM
Crisi o non crisi la tecnologia continua a fare passi da gigante. Anche nel 2008 le innovazioni nei prodotti destinati al grande pubblico non sono mancate, nel campo del software come in quello dell'hardware, nei dispositivi mobili come in quelli votati all'alta definizione. Molte di queste "new entry" del firmamento hi-tech, praticamente tutte, giocheranno un ruolo importante anche nel 2009 e negli anni a venire condizionando le abitudini quotidiane di milioni di persone, siano esse semplici consumatori o figure di business. E non sono neppure mancate novità importanti nel campo della ricerca, sotto forma di nano tecnologie e nuovi materiali per realizzare i microchip e di transistor (progettati dagli Hp Labs) che sostituiranno in futuro le attuali memorie Dram (Dynamic random access memory) su prodotti in commercio entro i prossimi cinque anni. La ventata di novità ha toccato anche mondi sempre più pervasi dalle tecnologie come lo sport, con il rivoluzionario costume da bagno prodotto da Speedo in collaborazione con la Nasa. L'innovazione, come sentenzia una delle bibbie della tecnologia, Wired, è in altre parole viva e vegeta e pure in ottima salute, anche se i venti della recessione si fanno sentire eccome. Proprio la prestigiosa testata americana ha stilato come di consueto la classifica delle 10 tecnologie a suo avviso più importanti, "le "Top Technology Breakthroughs of 2008". Di questa classifica diamo di seguito alcuni esempi in ordine (crescente) di rilevanza.
Display flessibili Se ne parla da parecchio tempo e diventeranno realtà, nel senso di un loro impiego su larga scala, entro il 2010 o al più tardi il 2011. Cellulari, computer portatili ed e-book si doteranno infatti progressivamente di schermi flessibili, arrotolabili su se stessi, come una sorta di antica pergamena. Quest'anno significativi sviluppi in questa direzione si sono registrati in seno all'attività dell'Arizona State University o di vere e propri specialisti della materia come Plastic Logic ed E-Ink. Samsung, fra i produttori di telefonini, è stata la prima a mettere in mostra (esemplificativo questo video apparso su YouTube) un prototipo di display flessibile destinato agli apparecchi mobili che si ripiega alla stregua di un libro. Quanto immaginato in "Minority Report" non è quindi più così lontano.
Memorie allo stato solido Apple, con gli iPod, ha aperto la strada. Oggi e più che mai nei mesi a venire le memorie flash saranno ben più di un'alternativa ai classici hard disk nell'equipaggiamento di base di una moltitudine di dispositivi elettronici portatili, dai notebook ultraportatili alle macchine fotografiche digitali. Ora i grandi produttori di sistemi di archiviazione, fra cui Emc, Sun Microsystems e Hitachi stanno testando questa tecnologia per le grandi utenze aziendali. Una rivoluzione annunciata nel segno di migliori prestazioni (tempi di risposta) e di una maggiore efficienza energetica (minori consumi) rispetto ai tradizionali supporti di memoria. I prezzi dei dischi Ssd (solid state disk) è in costante flessione e questo ne faciliterà l'adozione a volumi già nel 2009 nei data center. Per i prodotti hi-tech che riempiono le case, ormai, è già tempo di dire "goodbye" ai vecchi hard disk.
Gps La tecnologia in sé è datata 1978, quando furono rese operative le prime trasmissioni di dati su tecnologia Global Positioning System. Dal 1993 è iniziata la commercializzazione al grande pubblico, inizialmente per una ristretta categoria di utenti e veicoli, e nel 2008 i Gps hanno toccato l'apice della popolarità diventando un "add on" irrinunciabile per smartphone, lettori multimediali e computer portatili. Il futuro di questa tecnologia è tutta in una parola: servizi. Di geolocalizzazione e geotagging, perfettamente integrati con i software che comandano telefonini e gadget hi-tech e sotto il segno del Web 2.0.
Video ad alta definizione sulle reflex La fotografia sposa il video e questo grazie al superamento di un limite tecnologico che ha segnato la storia recente della macchine digitali reflex a lente singola. Nikon e Canon, per prime, hanno lanciato sul mercato apparecchi Slr (Single-lens reflex) dotati di un apposito chip in grado di registrare filmati in alta definizione. Il che significa mettere nelle mani dei cultori delle arti grafiche e visive, nonché ai fotografi professionisti, dispositivi in grado di soppiantare le funzionalità delle classiche videocamere, aprendo le porte a un mercato dalle enormi potenzialità di sviluppo.
Usb 3.0 Alzi la mano chi non è mai ricorso a una chiavetta Usb per copiare file o documenti particolarmente pesanti da un computer a un dispositivo digitale o viceversa. La tecnologia Universal Serial Bus è ormai uno standard mondiale affermato e consolidato e a partire da metà 2009 avrà un'ulteriore accelerazione con l'avvento dei primi dispositivi dotati di interfacce Usb 3.0. La velocità di trasmissione dati sarà 10 volte più veloce della tecnologia attuale (la 2.0) e toccherà la punta di 4,8 megabit per secondo, agevolando di conseguenza il download e l'upload di contenuti digitali da e verso il Web. Ma non solo. Utilizzato come fonte di alimentazione, un cavo Usb 3.0 sarà capace di distribuire una quantità di energia elettrica nove volte superiore a quella trasportata oggi, con evidenti benefici sui tempi di ricarica di smartphone e dispositivi digitali in genere. Android É la scommessa di alcuni big della telefonia mobile, Motorola in testa. Lo sbarco negli Usa a fine ottobre del G1, il primo googlefonino - prodotto da Htc per T-Mobile – a vedere il mercato è stato solo l'inizio dell'avventura di Android. I circa 1,5 milioni di smartphone venduti con il sistema operativo open source voluto da Google non sono un dato eclatante se paragonato ai tre milioni di iphone che Apple ha consegnato al mercato nei primi due mesi di vita del melafonino. Le pecche del primo cellulare androide sono parse evidenti soprattutto alle voci batteria e display ma le prospettive di crescita per Android sono grandi. Il numero di operatori e produttori (Samsung, Sony Ericsson, Asus, Huawey e addirittura Lenovo con China Mobile) che hanno abbracciato la Open Handset Alliance è lunga come è lungo l'elenco degli annunci imminenti. Per l'industria mobile si annuncia un'altra rivoluzione e questa volta arriva non da un terminale ma da un software, da una piattaforma operativa aperta che potrebbe attirare a sé moltissimi sviluppatori di applicazioni. Mettendo pressione sugli altri Os dell'universo smartphone, da Symbian a Windows Mobile passando naturalmente per quello caricato a bordo dell'iPhone.
Apple App Store Per alcuni addetti ai lavori è la vera scommessa vinta da Steve Jobs con il lancio dell'iPhone. E questo perché la guerra per il predominio negli smartphone si giocherà soprattutto sul fronte delle applicazioni che vi girano sopra: aprire un negozio virtuale per offrirle – gratuitamente alcune, a pagamento la maggior parte – agli utenti è stata una strada che Apple ha imboccato per prima e il suo App Store ha generato non a caso numeri molto ma molto importanti. Con il suo negozio la casa della Mela ha cambiato un modello statico di distribuzione di programmi (soprattutto di entertainment) per i cellulari rendendolo altamente dinamico, oltreché semplificato. Nella scia dell'App Store Google ha creato il suo Android Market, Research in Motion ha dato vita all'Application Storefront per i milioni di clienti dei suoi BlackBerry, Microsoft e Symbian sono prossime a dare il là ai propri marketplace di applicazioni. Android ha rafforzato un concetto: per migliaia di programmatori il cellulare è il nuovo pc, un device personalizzato su misura per tutto ciò che concerne strumenti di lavoro, giochi e tool di varia natura.
di Gianni Rusconi su ILSOLE24ORE.COM
Dopo i dati Istat, arrivano quelli Eurispes e lo scenario è sempre lo stesso: i bambini e gli adolescenti di oggi sono definibili come una generazione di "iperconnessi tecnoager". Il 57,5% dei bambini possiede un cellulare e il 73,4% un pc. Percentuali in netto aumento tra gli under 20, dove il computer è alla portata del 93% degli intervistati e il telefonino del 96,2 per cento. Questi alcuni dei dati del 9° Rapporto Nazionale sulla Condizione dell'Infanzia e dell'Adolescenza, presentata in collaborazione con Telefono azzurro.
"Tv, telefonino, consolle, lettore mp3 e Internet fanno parte della dotazione hi-tech di base delle nuove generazioni che, approfittando della semplicità di accesso e dei costi relativamente contenuti che caratterizzano queste apparecchiature, li hanno trasformati in porte di accesso sul mondo e insieme strumenti privilegiati nella fruizione del tempo libero", si legge nel rapporto.
Basti pensare che quanti non possiedono un cellulare rappresentano ormai "una sparuta minoranza" e che tre ragazzi su 10 lo usano per più di 4 ore al giorno. Parte consistente della giornata viene poi dedicata a navigare su internet: nel 26,5% dei casi fino ad un'ora al giorno, nel 22,5% da 1 a 2 ore, nel 16,5% da 2 a 4 ore e nel 12,9% per più di 4 ore al giorno.
L'utilizzo più diffuso di internet fra gli adolescenti concerne la ricerca di informazioni di proprio interesse (90,5%) e di materiale per lo studio (80%). Sono tuttavia estremamente diffusi il download di musica, film, giochi o video (72,5%) e la fruizione di filmati su Youtube (69%).
Mutano i linguaggi, osserva Eurispes, tanto che parlare fa rima ormai con chattare: sette adolescenti su dieci fanno nuove conoscenze oppure coltivano quelle preesistenti in chat, che scalza la "vecchia" posta elettronica come strumento privilegiato del "dialogare-scrivendo"
"La conquista tecnologica offre continuamente nuove possibilità di comunicazione e di espressione, accorcia le distanze, offre un mondo alternativo a quello reale che forse in questo momento storico appare agli occhi dei giovani meno interessante e meno stimolante", continua lo studio.
Eppure, tra le numerose potenzialità espressive offerte dalle tecnologie, avverte il rapporto, "si annidano nuove forme di violenza e di sopraffazione, come il cyberbullismo, ma anche il pericolo di abusi".
L'11,5% degli adolescenti intervistati è stato molestato o comunque ha dichiarato di aver ricevuto proposte oscene da un coetaneo; nel 7,7% dei casi l'autore delle molestie era invece un adulto conosciuto online. È capitato, inoltre, all'8% degli adolescenti di aver incontrato in chat un adulto che, simulando identità diverse, si dichiarava suo coetaneo.
Una delle più recenti novità nell'ambito del web, segnala inoltre Eurispes, è rappresentata dal commercio delle cosiddette "droghe sonore", frequenze scaricabili da internet a basso costo che agiscono sul cervello sollecitando l'attività cerebrale in modo simile alle sostanze stupefacenti.
Un altro fenomeno tra i giovani in internet è la diffusione di siti, blog e forum di persone accomunate dalla stessa ossessione per il cibo e affette dall'anoressia e dalla bulimia. "Se dalle righe dei loro scritti emerge il vissuto di sofferenza che accompagna i disturbi del comportamento alimentare, è pur vero che sono molti i siti in cui le autrici "postano" regole e strategie per non mangiare, per evitare di destare sospetti, vere e proprie istigazioni all'anoressia e alla bulimia".
"Le caratteristiche della rete sono dunque contraddittorie", conclude il rapporto. "Se da un lato è lo spazio dello scambio, della conoscenza, dell'incontro, dall'altro rischia di essere un luogo di solitudine, di persone che sole stanno davanti al proprio pc o al display del telefonino"
"Se negli anni Sessanta e Settanta - ha dichiarato Gian Maria Fara, Presidente dell'Eurispes - si è assistito ad una rivoluzione di pensiero e di costume, oggi ci troviamo di fronte ad una rivoluzione 'liquida' degli strumenti e dei modi di comunicare". Consapevoli del fatto che i genitori non conoscono Internet, i giovani trovano nella Rete uno spazio "a prova di adulto", una zona franca interdetta ai grandi. Diffidenti nei confronti dei mezzi di comunicazione tradizionali, o piuttosto dei contenuti da essi proposti, "i giovani si allontanano da un certo tipo di informazione eterodiretta e vanno a formare, all'interno di quella che è ormai una opinione pubblica reticolare, una estensione parallela. Un gruppo di pressione nella nuova agorà virtuale che segna il passaggio dalla piazza alla rete, che si fa portatore, attraverso il confronto, delle istanze e dei cambiamenti propri di una delle eta' piu' creative, sofferte e partecipate della vita", ha concluso Fara.
"Dobbiamo considerare che questa generazione di bambini non percepisce la maggior parte dei cambiamenti come novità, avendo imparato a conviverci fin dalla nascita - ha dichiarato Ernesto Caffo, Presidente di Telefono Azzurro - parliamo di bambini abituati a viaggiare, ad andare sulla rete, a comunicare in modo nuovo, a incontrare anche a scuola persone provenienti da altri Paesi. I bambini invece avrebbero bisogno di adulti mediatori, soprattutto a fronte di cio' che non possono comprendere fino in fondo e soprattutto a fronte delle emergenze che possono destabilizzare o mettere in pericolo la loro infanzia".
Via Quo Media
Al Massachusetts Institute of Technology di Boston si inventa e si sperimenta (le innovazioni) e anche si studia. Cosa? In particolare i fenomeni che caratterizzano il vivere quotidiano di privati individui e grandi multinazionali in relazione alla disponibilità e all'utilizzo delle nuove tecnologie. E così facendo i ricercatori del Mit, fra cui non mancano vari docenti italiani, hanno disegnato a più mani quello che potrebbe essere il futuro prossimo che ci circonda mettendo sotto la lente di ingrandimento protagonisti emergenti e scenari macroeconomici.
Le Google di domani
Dieci start up hi-tech: qualcuna di loro potrebbe in futuro dare battaglia a Google o dare fastidio a Microsoft e questo perché, a detta del Mit, sono le più promettenti del panorama tecnologico mondiale, le società che potrebbero (come ha fatto la compagnia californiana) rivoluzionare lo scacchiere del Web. La classifica pubblicata sulla rivista "Technology Review" edita dal prestigioso istituto americano mette al primo posto tale Pinger, una piccola società californiana che ha sviluppato un software open source per poter comunicare via voce tramite i messaggi (una sorta di sistema di e-mail vocale evoluta) senza fare telefonate e ascoltarli tramite cellulare o computer. Altra candidata a un futuro radioso è Pownce, la cui tecnologia permette di mettere in comunicazione i servizi di microblogging (di cui Twitter, utilizzato anche da Barak Obama in campagna elettorale, è il più noto) - o di instant messaging con piattaforme capaci di condividere contenuti molto più voluminosi. Alle spalle delle prime due, nella lista del Mit c'è Qik, start up che ha creato un programma per abilitare la trasmissione in diretta di dati da telefoni cellulari in formato Flash, dando l'opportunità a chi è collegato in Rete di comunicare via sms con chi sta inviando i filmati. A quelle citate fanno quindi compagnia altre "sette sorelle" non meno meritevoli di attenzioni – sempre che sopravvivano alle difficoltà di un mercato sempre più pressante – e fra queste vi sono realtà (come Peer39.com) che si dedicano a tool per gestire la pubblicità sui siti Web semantici o altre (Anagran.com) che invece si sono focalizzate sullo studio di sistemi per monitorare e razionalizzare il percorso che le informazioni compiono on line (viaggiando per esempio in streaming sulle reti a banda larga) da una parte all'altra del mondo. Il futuro del cyberspazio, secondo il Mit, avrà anche la loro firma.
Una nuova net "economy" all'orizzonte, all'insegna dei robot e del green tech
La storia recente dell'economia americana dice che in concomitanza della nascita di tecnologie innovative anche consumi e Pil hanno registrato un salto in avanti non indifferente. È successo, l'ultima volta, agli inizi degli anni '90, con il Web che iniziava a farsi prepotentemente largo e gettare le basi di quella che tutti abbiamo conosciuto come "net economy". Visti i tempi grami in cui versa l'economia Usa, le previsioni elaborate da un gruppo di ricercatori del Mit (raccolte nella collana di scritti "Hope on the horizon" fanno ben sperare un po' tutti, all'insegna di tecnologie che potrebbero fare da scintilla a nuovo boom. Una di queste è quella che guida e muove i robot. Secondo il visionario professore di robotica al Mit (nonché Chief technology officer di iRobot) Rodney Brook le macchine trasformeranno le nostre vite domestiche nei prossimi 25 anni, in quanto diventeranno dei concreti aiuti fra le mura domestiche a prezzi accessibili a molti. Già oggi, sottolinea il professore, di robot con funzionalità di vario genere al servizio dell'esercito americano e delle famiglie americane ve ne sono migliaia e migliaia.
Città intelligenti , cellule solari low-cost e tecnologie da indossare
La visione di William Mitchell, invece, è qualcosa di molto più prossimo ai nostri tempi: una città in cui le persone si muovono con auto elettriche comunicanti fra loro in modalità wireless per evitare incidenti e ingorghi di traffico e che genera e distribuisce energia "pulita" per i propri abitanti. Il tutto grazie a sensori che inviano informazioni operative a sistemi e apparati in funzione dei cambiamenti climatici. Le reti intelligenti e ubique di nuova generazione saranno quindi il valore aggiunto di una nuova fase di (ri)costruzione delle città, votate al verbo della totale sostenibilità ambientale e più vicine alle mutate esigenze dei suoi abitanti. Shuguang Zhang, che di mestiere fa l'Associate director del Center for Biomedical Engineering al Mit, ha invece una ricetta in tema di tecnologie "verdi": ridurre il costo dei pannelli solari sarà essenziale per assicurare il futuro della produzione energetica. E lui ci sta mettendo del suo lavorando allo sviluppo di cellule fotovoltaiche biologiche (basate cioè sui principi che regolano la fotosintesi di alghe, piante e batteri) a bassissimo costo, nano strutture ad alta conduzione adatte a essere prodotte facilmente su scale industriale anche dai Paesi emergenti.
L'orizzonte hi-tech tracciato dai ricercatori del Mit è inoltre costellato da ulteriori innovazioni più o meno già intraviste. Quella dell'hi-tech da indossare, per esempio, è una rivoluzione annunciata (e toccata con mano) da tempo ma ciò a cui hanno pensato Michael Strano e il suo staff è effettivamente qualcosa di nuovo. E cioè abiti e fogli elettronici flessibili che cambieranno il modo attraverso il quale ogni persona potrà ricevere informazioni personalizzate, grazie ad oggetti e indumenti capaci di rilevare e controllare temperature, luci e rumori che caratterizzano l'ambiente di vita di un singolo individuo. Oggetti che riempiranno le nostre case e che (diamolo per sottointeso) farà guadagnare milioni di dollari a chi li venderà con i panni del "market leader".
di Gianni Rusconi su ILSOLE24ORE.COM
L'editore Scribner and Simon & Schuster Digital ha siglato una partnership con Marvel Entertainment e CBS Mobile per offrire l'inedito "N" come sotto forma di 25 episodi video da vedere su cellulare o web.
Ogni episodio dura circa due minuti e non costerà nulla agli urenti mobili. Sul web è possibile acquistare blocchi di cinque episodi su CBS Audience Network e NisHere.com 0,99 centesimi oppure acquistare l'intera stagione a 3,99.
"Mi sono sempre interessato ai nuovi sistemi di distribuzione per i racconti - spiega King - e sono sempre stato curioso su come funzionano questi sistemi con la realtà del raccontare storie. Secondo me questa funziona estremamente bene".
Via Quo Media
La moda del social networking sta imperversando da tempo, ultimamente però la piattaforma privilegiata per questo genere di attività sembra essere il cellulare: a dirlo è uno studio condotto da Nielsen Mobile, il settore dell’istituto di ricerca Nielsen Company, secondo il quale in Europa il 30% degli utenti di telefonia mobile e iscritto ad almeno un social network, usa il cellulare per accedere ovunque ai network, inviare messaggi, guardare immagini e aggiungere amici alle proprie liste.
La percentuale di utenti che accede ai propri account tramite telefonino varia a seconda del Paese: in una classifica ideale, prendendo in considerazione gli iscritti ai siti sociali, troviamo in vetta la Spagna con il 50%, mentre in Germania la percentuale si abbassa al 15%.
Il primato europeo, se consideriamo invece gli utenti di telefonia mobile, è detenuto dalla Gran Bretagna dove l’incidenza di fruitori mobili di social network è simile a quella degli Stati Uniti dove l'1,6% degli utenti di telefonia mobile (equivalente a 4,1 milioni di persone) si collega al web per fare social networking.L'Italia si posiziona al quarto posto con lo 0,6%, preceduta dalla Spagna (0,8%).
“Il social networking è già un fenomeno globale e l'approdo al cellulare segna l'inizio di un nuovo importante capitolo; nel Regno Unito e negli Stati Uniti in modo particolare, milioni di utenti già accedono a MySpace.com, Facebook e altri social network interagendo con questi spazi virtuali ovunque si trovino” ha affermato Jeff Herrmann, vicepresidente di mobile media di Nielsen Mobile. “La domanda di questo tipo di servizi da parte dei consumatori può avere notevole peso nella strutturazione dei piani di abbonamento” ha aggiunto Herrmann.
Viao Quo Media
YouTube è l’ultimo provider di video ad arricchire l’offerta del servizio online di video link offerto da Bravia tv di Sony. I contenuti d’intrattenimento, oltre a film e show, ora comprenderanno anche video di YouTube. Il provider si unisce ad altri partner già attivi nel progetto come Yahoo, Aol, Sports Illustrated, blip.tv, Style.com, Men.Style.com, Epicurious, Concierge.com e Crackle. Il modulo video link è disponibile per 300 dollari.
“Sony è stata la prima a portare il servizio di video streaming da internet in tv. Grazie a questa iniziativa è possibile accedere al servizio di video online attraverso Bravia tv” ha commentato Randy Waynick, vicepresidente senior della divisione home products di Sony.
Via Quo Media
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