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L'hi-tech visto dal Mit: fra start up emergenti e nuovo boom economico
Di Altri Autori (del 13/08/2008 @ 07:55:56, in Tecnologie, linkato 3245 volte)

Al Massachusetts Institute of Technology di Boston si inventa e si sperimenta (le innovazioni) e anche si studia. Cosa? In particolare i fenomeni che caratterizzano il vivere quotidiano di privati individui e grandi multinazionali in relazione alla disponibilità e all'utilizzo delle nuove tecnologie. E così facendo i ricercatori del Mit, fra cui non mancano vari docenti italiani, hanno disegnato a più mani quello che potrebbe essere il futuro prossimo che ci circonda mettendo sotto la lente di ingrandimento protagonisti emergenti e scenari macroeconomici.

Le Google di domani

Dieci start up hi-tech: qualcuna di loro potrebbe in futuro dare battaglia a Google o dare fastidio a Microsoft e questo perché, a detta del Mit, sono le più promettenti del panorama tecnologico mondiale, le società che potrebbero (come ha fatto la compagnia californiana) rivoluzionare lo scacchiere del Web. La classifica pubblicata sulla rivista "Technology Review" edita dal prestigioso istituto americano mette al primo posto tale Pinger, una piccola società californiana che ha sviluppato un software open source per poter comunicare via voce tramite i messaggi (una sorta di sistema di e-mail vocale evoluta) senza fare telefonate e ascoltarli tramite cellulare o computer. Altra candidata a un futuro radioso è Pownce, la cui tecnologia permette di mettere in comunicazione i servizi di microblogging (di cui Twitter, utilizzato anche da Barak Obama in campagna elettorale, è il più noto) - o di instant messaging con piattaforme capaci di condividere contenuti molto più voluminosi. Alle spalle delle prime due, nella lista del Mit c'è Qik, start up che ha creato un programma per abilitare la trasmissione in diretta di dati da telefoni cellulari in formato Flash, dando l'opportunità a chi è collegato in Rete di comunicare via sms con chi sta inviando i filmati.
A quelle citate fanno quindi compagnia altre "sette sorelle" non meno meritevoli di attenzioni – sempre che sopravvivano alle difficoltà di un mercato sempre più pressante – e fra queste vi sono realtà (come Peer39.com) che si dedicano a tool per gestire la pubblicità sui siti Web semantici o altre (Anagran.com) che invece si sono focalizzate sullo studio di sistemi per monitorare e razionalizzare il percorso che le informazioni compiono on line (viaggiando per esempio in streaming sulle reti a banda larga) da una parte all'altra del mondo. Il futuro del cyberspazio, secondo il Mit, avrà anche la loro firma.

Una nuova net "economy" all'orizzonte, all'insegna dei robot e del green tech

La storia recente dell'economia americana dice che in concomitanza della nascita di tecnologie innovative anche consumi e Pil hanno registrato un salto in avanti non indifferente. È successo, l'ultima volta, agli inizi degli anni '90, con il Web che iniziava a farsi prepotentemente largo e gettare le basi di quella che tutti abbiamo conosciuto come "net economy". Visti i tempi grami in cui versa l'economia Usa, le previsioni elaborate da un gruppo di ricercatori del Mit (raccolte nella collana di scritti "Hope on the horizon" fanno ben sperare un po' tutti, all'insegna di tecnologie che potrebbero fare da scintilla a nuovo boom. Una di queste è quella che guida e muove i robot. Secondo il visionario professore di robotica al Mit (nonché Chief technology officer di iRobot) Rodney Brook le macchine trasformeranno le nostre vite domestiche nei prossimi 25 anni, in quanto diventeranno dei concreti aiuti fra le mura domestiche a prezzi accessibili a molti. Già oggi, sottolinea il professore, di robot con funzionalità di vario genere al servizio dell'esercito americano e delle famiglie americane ve ne sono migliaia e migliaia.

Città intelligenti , cellule solari low-cost e tecnologie da indossare

La visione di William Mitchell, invece, è qualcosa di molto più prossimo ai nostri tempi: una città in cui le persone si muovono con auto elettriche comunicanti fra loro in modalità wireless per evitare incidenti e ingorghi di traffico e che genera e distribuisce energia "pulita" per i propri abitanti. Il tutto grazie a sensori che inviano informazioni operative a sistemi e apparati in funzione dei cambiamenti climatici. Le reti intelligenti e ubique di nuova generazione saranno quindi il valore aggiunto di una nuova fase di (ri)costruzione delle città, votate al verbo della totale sostenibilità ambientale e più vicine alle mutate esigenze dei suoi abitanti.
Shuguang Zhang, che di mestiere fa l'Associate director del Center for Biomedical Engineering al Mit, ha invece una ricetta in tema di tecnologie "verdi": ridurre il costo dei pannelli solari sarà essenziale per assicurare il futuro della produzione energetica. E lui ci sta mettendo del suo lavorando allo sviluppo di cellule fotovoltaiche biologiche (basate cioè sui principi che regolano la fotosintesi di alghe, piante e batteri) a bassissimo costo, nano strutture ad alta conduzione adatte a essere prodotte facilmente su scale industriale anche dai Paesi emergenti.

L'orizzonte hi-tech tracciato dai ricercatori del Mit è inoltre costellato da ulteriori innovazioni più o meno già intraviste. Quella dell'hi-tech da indossare, per esempio, è una rivoluzione annunciata (e toccata con mano) da tempo ma ciò a cui hanno pensato Michael Strano e il suo staff è effettivamente qualcosa di nuovo. E cioè abiti e fogli elettronici flessibili che cambieranno il modo attraverso il quale ogni persona potrà ricevere informazioni personalizzate, grazie ad oggetti e indumenti capaci di rilevare e controllare temperature, luci e rumori che caratterizzano l'ambiente di vita di un singolo individuo. Oggetti che riempiranno le nostre case e che (diamolo per sottointeso) farà guadagnare milioni di dollari a chi li venderà con i panni del "market leader".

di Gianni Rusconi su ILSOLE24ORE.COM