Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
I contenuti video si guardano sempre attraverso la rete. Youtube, Netflix e poi tutti quei servizi 'on-demand' delle televisioni free e a pagamento. 'In diretta' resta ancora molto poco da guardare, anche perchè le persone hanno sempre meno tempo di adattare il proprio tempo libero alla tv e, piuttosto, è la tv che deve adattarsi ai telespettatori. Negli Stati Uniti,e una ricerca commissionata da Google a Nielsen ha messo in luce che la piattaforma YouTube ha gia' superato la televisione per numero di spettatori. Solo su smartphone e tablet, Youtube raggiunge più 18-49enni di qualsiasi emittente televisiva: in prima serata viene raggiunto su YouTube più pubblico che i primi 10 programmi tv messi insieme, ha spiegato il ceo della piattaforma, Susan Wojcicki, durante l'annuale incontro con i principali inserzionisti pubblicitari. In un periodo in cui le reti televisive perdono aaudience, YouTube cresce in tutto il mondo e su ogni tipo di schermo. Google ha fatto diventare YouTube un fenomeno culturale, che attira più di un miliardo di utenti ogni mese. Tuttavia, YouTube non è diventato un business redditizio. E' quanto ha scritto il Wall Street Journal lo scorso anno, riportando le indiscrezioni di due persone a conoscenza dei dati finanziari della piattaforma di Google. Youtube ha realizzato un fatturato di 4 miliardi di dollari nel 2014, contro i 3 miliardi di dollari dell'anno precedente, grazie a una maggiore raccolta pubblicitaria, scrive il WSJ. Ma mentre YouTube ha rappresentato circa il 6% delle vendite complessive di Google nel 2014, non ha contribuito sul fronte dei guadagni. Al netto delle spese per i contenuti e l'infrastruttura tecnologica, in fondo YouTube va "circa in pareggio". In confronto, Facebook ha generato più di 12 miliardi di dollari di fatturato, e quasi 3 miliardi di dollari di profitto, dai suoi 1,3 miliardi di utenti nel 2014. I risultati riflettono le lotte di YouTube per ampliare il suo pubblico di base oltre gli adolescenti e i preadolescenti. La maggior parte degli utenti di YouTube considerano il sito come un archivio di video a cui accedere da link diretti o dai player incorporati nelle pagine web, piuttosto che visitare YouTube.com quotidianamente per scoprire nuovi contenuti per interesse personale. I dirigenti di Google vogliono cambiare questa situazione, e far diventare YouTube un sito a cui gli utenti vogliono accedere per vedere 'cosa c'è di nuovo', come in televisione quando si fa zapping e ci si sintonizza su un canale, quindi dove possono aspettarsi di trovare diversi "canali" di intrattenimento. Questo è un problema che sta cercando di affrontare il veterano capo esecutivo di Google, Susan Wojcicki, mentre inizia il suo terzo anno consecutivo a capo di YouTube. E la concorrenza è sempre più agguerrita. Facebook e Twitter, che abitualmente reindirizzano il traffico dei video su YouTube, stanno costruendo le proprie piattaforme di video, integrate nei loro siti. Nel frattempo, Amazon.com e Netflix stanno cambiando la concezione di "video online" sia mediante l'offerta legale di contenuti prodotti da Hollywood che attraverso la creazione di programmi originali. "C'è un sacco di spazzatura" su YouTube, dice l'analista di Pivotal Research Brian Weiser. "Se vogliono fare business hanno bisogno di investire in contenuti televisivi." Robert Kyncl, responsabile delle operazioni commerciali e dei contenuti di YouTube, dice che il mondo dei video online è sul punto di un picco di crescita, proprio come la televisione via cavo 30 anni fa. Dice che ha più senso per YouTube investire in "creatori nativi di Internet" piuttosto che nel portare i programmi televisivi tradizionali nella piattaforma. Via PianetaCellulare
Facebook come leva per far crescere il proprio business. Sono ben 50 milioni le imprese che nel mondo hanno scelto il social network come vetrina per far conoscere i propri prodotti e servizi. Di queste, già 3 milioni stanno investendo in pubblicità sulla piattaforma; un numero ancora esiguo, ma con tassi di crescita sorprendenti (+50% anno su anno). Sono solo alcuni dei dati forniti dal Country Manager di Facebook Luca Colombo nel corso della tappa italiana di Boost Your Business, progetto formativo promosso e organizzato dalla stessa Facebook per spiegare alle pmi le potenzialità di business offerte dalla piattaforma e da Instagram. IMPRESE ITALIANE SU FACEBOOK. Le imprese italiane sono tra le più attive al mondo su Facebook, sono quelle che investono di più per raggiungere il proprio pubblico. “In Italia”, spiega Colombo, “l’87% dei presenti su Facebook, 23 milioni al giorno, ha una connessione con una pmi. CI sono grandi opportunità che dobbiamo sfruttare”. Via Business People
Pc superato, tablet bocciato: i millennial scelgono lo smartphonePer i millennial lo smartphone ha già superato il Pc. Stando infatti a uno studio di Global Web Index condotto su ragazzi la cui età è compresa tra i 18 e i 32 anni, è lo smartphone il device più utilizzato per accedere a Internet. Lo usano 4 millennial su 10, per un percentuale pari al 43%. Il divario rispetto agli altri supporti è notevole: i computer portatili vengono utilizzati dal 31% degli intervistati, mentre il Pc desktop, la cui percentuale è pari al 23%, si deve accontentare del terzo gradino del podio. In caduta libera il tablet: lo sceglie appena il 3% del campione. EUROPEI “FEDELI” AL NOTEBOOK. In Nord Africa e Medio Oriente (Mena) la percentuale dello smartphone sfiora il 50%: in queste aree il 49% dei millennial lo preferiscono a Pc e portatili (30%). In America Latina, invece, viene prediletto da quattro ragazzi su dieci. Le uniche “roccaforti” del computer ancora esistenti sono il Nord America e l’Europa: qui il device più usato resta il Pc portatile. Più precisamente, in Europa il laptop è usato dal 38% degli intervistati, mentre lo smartphone dal 32%. Nel Nord America lo scarto è, rispettivamente, del 44% contro il 31%. Via Business People
L'economia dei beni di seconda mano in Italia vale 18 miliardi di euro e il 38% di questo giro d'affari arriva dalle compravendite via Internet. I numeri dell'Osservatorio 2015 “Second Hand Economy” di Doxa parlano chiaro: quello dell'usato è un settore che “tira” (vi contribuisce, stando ai dati campione, il 50% della popolazione italiana sotto i 45 anni) e che ha nel canale digitale un elemento vitale. Circa 6,8 miliardi di euro sono generati infatti attraverso il Web. L'economia dell'usato gode quindi di ottima salute e la velocità e la praticità d'uso di Internet stanno contribuendo in modo decisivo al suo sviluppo. Soprattutto in alcuni mercati verticali. Delle quattro categorie di prodotti più gettonate - in ordine di importanza elettronica, sport e hobby, veicoli, casa e persona - le auto sono di gran lunga, con 4,2 miliardi di euro, il primo segmento per fatturato sviluppato online; seguono l'arredamento e gli elettrodomestici con 980 milioni, la moda con 360 milioni e l'elettronica con 340 milioni. Proprio dal mondo delle quattro ruote arriva la conferma di come la “second hand economy”, e quella dei segmenti verticali legati all'e-commerce più in generale, possa essere un terreno florido anche per le startup. Della scorsa settimana è la notizia della chiusura del primo round di seed capital di GoodBuyAuto, il primo mobile marketplace garantito di auto usate in Europa continentale, che inizia la propria avventura con 1,5 milioni di euro raccolti interamente in Italia. Lo spazio per affermarsi in questo ecosistema, insomma, c'è. «Le piccole imprese innovative - spiega Roberto Liscia, Presidente di Netcomm - sono chiamate a trovare modelli distintivi in termini di offerta di prodotto o di servizio all'interno di una nicchia specifica. Ad oggi il nostro Consorzio conta circa 15 startup, fra cui aziende come Lanieri che crea abiti da uomo su misura o Il Pescatore Online che consegna pesce fresco entro le 24 ore. Altre startup basano invece il proprio modello di business sulla predittività dei comportamenti del cliente, sfruttando strumenti di Big Data analysis e algoritmi per calibrare il prezzo e la varietà dell'offerta in base alla domanda». Via IlSole24ORE.com
In un mondo in cui i dispositivi mobili sono sempre più presenti nella vita quotidiana delle persone, il mobile commerce rappresenta ormai un canale stabile di vendita per il mercato B2C. Ad affermarlo è Criteo che ha rilasciato un nuovo report dedicato proprio al mobile commerce identificando alcuni elementi importanti di cambiamento avvenuti nell’ultimo periodo. Uno degli aspetti più rilevanti è che i rivenditori di punta stanno constatando una crescita del 100% della quota di transazioni da mobile rispetto alla media dell’anno precedente, arrivando quasi ad eguagliare le transazioni effettuate via desktop. Per rendere l’idea delle proporzioni attuali, basti pensare che circa quattro acquisti online su dieci sono stati effettuati tramite mobile. A CHE PUNTO SIAMO Giappone, Regno Unito e Corea del Sud sono attualmente i primi tre Paesi in cui il mobile commerce è più forte rispetto agli altri, e guidano il mercato. In rapporto allo stesso periodo dell’anno precedente molti altri paesi, partiti da uno stato di arretratezza, stanno cercando di recuperare terreno; anche i vertici della classifica hanno rilevato qualche cambiamento in corsa, l’Australia ha recuperato ben cinque posizioni posizionandosi come quarta. Gli Stati Uniti, sorprendentemente, si attestano in posizione centrale insieme a Germania, Francia e Spagna. Inoltre, nella maggioranza dei paesi analizzati, la gran parte delle transazioni mobile, contrariamente a quanto si pensi in genere, è effettuata attraverso gli smartphone. Questa tendenza scardina l’ipotesi secondo la quale è il tablet il device preferito per il mobile commerce ed è resa più evidente in Giappone e in Corea del Sud. Uniche eccezioni sono il Regno Unito, i Paesi Bassi e la Russia, che registrano un primato (anche se minimo) nella preferenza d’uso del tablet. Nel corso di questo 2016 e per gli anni successivi è ragionevole pensare che assisteremo ad una crescita esponenziale degli acquisti effettuati via smartphone: ad incidere saranno gli schermi più grandi, l’arrivo della banda ultra-larga e le maggiori integrazioni tra app e web. I device mobili colmeranno in poco tempo il divario con gli acquisti via desktop, in particolare grazie al ruolo delle app, che attualmente incidono sempre di più sui tassi di conversione. LE 4 RACCOMANDAZIONI DI CRITEO PER I RETAILER Alla luce di questi dati, quali sono le best practice e le azioni che i retailer dovranno mettere in campo per poter ottimizzare il proprio mobile commerce? Alla luce dei dati raccolti sul comportamento degli utenti nell’ultimo trimestre del 2015, Criteo ne individua quattro: Assicurarsi che i canali mobile vengano progettati per tutti i tipi di utenti, rendendoli facilmente navigabili da tutti i device, da tutti i browser e da tutti i sistemi operativi; Personalizzare l’esperienza di shopping mobile secondo i bisogni del singolo utente e secondo le necessità del retailer. In sintesi, bisogna creare un ecosistema che non abbia troppe barriere, che non presenti un numero eccessivo di passaggi per arrivare al pagamento, che possa memorizzare le opzioni di pagamento preferite e che metta in evidenza i prodotti di punta; Sfruttare la tecnologia di identificazione cross-device per avere una profilazione più approfondita degli utenti. Le transazioni cross-device hanno rappresentato il 37% di tutti gli acquisti effettuati nel corso del quarto trimestre del 2015, rendendo evidente che uno stesso cliente sceglie e acquista i prodotti attraverso dispositivi diversi; Utilizzare l’app mobile per ridurre gli ostacoli alla transazione e per rendere ancora più personalizzata l’esperienza di scelta e di acquisto. Le applicazioni per smartphone non sono un semplice showroom o una ripetizione del web mobile, ma uno strumento potente di fidelizzazione e di vendita in grado di convertire anche di più del PC desktop. In conclusione, secondo Criteo, il 2016 sarà l’anno in cui la maggior parte delle aziende realizzerà strategie consapevoli e strutturate per il proprio mobile commerce, ponendo al centro le necessità e le aspettative dei clienti. Entro la fine dell’anno sarà assolutamente lecito aspettarsi sempre più da parte dei retailer l’utilizzo di dati e device mobili per relazionarsi con gli utenti, incidendo in modo significativo sul fatturato, fidelizzando clienti e personalizzando le esperienze d’acquisto. Via Tech Economy
È l’azienda che sta rivoluzionando il nostro modo di acquistare online e in Italia sta facendo parlare di sé grazie a un piano di investimenti e, soprattutto, al servizio PrimeNow che, partito da Milano, si diffonderà a breve anche nel resto del Paese. Anche per questo Amazon si impone nell’edizione 2016 dei Suprebrands Pop Award, il riconoscimento dedicato alla marchio più amato dagli italiani. Ad assegnare il premio, promosso da Superbrands in collaborazione con Radio Italia e CheBanca!, sono stati oltre 15 mila utenti che hanno espresso le loro preferenze sui social network dell’emittente radiofonica. Sul podio, insieme ad Amazon, anche Apple (2°) e Bmw (3°), che quest’anno celebra i suoi primi 100 anni di storia. Quarta in classifica e prima tra le marche italiane (scalzata anche la Nutella), è Esselunga, un’eccellenza della distribuzione che ha saputo costruire un rapporto di grande fiducia coi suoi clienti e ha sviluppato un’offerta commerciale in grado di conquistare sempre più consensi. Quinto posto per Nutella, seguita da Samsung (una new entry della classifica) e Google. Chiudono la top ten Coca Cola (ottava); H&M e, al decimo posto, Mulino Bianco. Una menzione speciale per Bottega Verde che conquista il premio per il brand che ha scalato più posizioni in classifica e si afferma come Superbrands “best jumper” 2016. “Siamo rimasti sorpresi di quante persone abbiano voluto dimostrare la loro passione per i brand che amano esprimendo i loro voti e premiando quelli che hanno saputo costruire con loro una relazione ricca e coinvolgente”, commenta Sergio Tonfi, Editor di Superbrands. “Un brand oggi deve entrare nei cuori della gente per essere davvero super e la classifica Pop celebra chi è andato al di là delle performance di prodotto o servizio per donarci emozioni ed esperienze che sono entrate per sempre nelle nostre vite“ . Il Superbrands Pop Award sarà consegnato ad Amazon nell’ambito della cerimonia di consegna dei prestigiosi Superbrands Awards il 23 giugno all’auditorium di Radio Italia, l’occasione in cui saranno celebrati tutti i brand che avranno ottenuto la qualifica di Superbrands 2016. Via Business People
La 55° edizione del Salone Internazionale del Mobile si rivela un enorme successo anche sui social media. Dall’indagine svolta da Blogmeter – che ha monitorato attraverso il proprio tool di Social Listening il buzz online relativo al Salone del Mobile e al Fuorisalone, parallelamente alle performance sui social network dei profili ufficiali della manifestazione e dei brand di design coinvolti nell’evento – sono risultati complessivamente oltre 113mila messaggi online per un totale di 51mila autori unici. Un risultato rilevante se si pensa che è stato ottenuto in soli sei giorni di manifestazione. La maggior parte delle citazioni, quasi 49.000 pari al 42% del totale, sono state raccolte su Instagram, rivelatosi il social più apprezzato dagli utenti per condividere immagini e momenti relativi all’esposizione in Fiera e ai numerosi eventi che si sono tenuti con il Fuori Salone. La seconda fonte di maggiore traffico è stata Twitter con circa 39mila messaggi, seguita da Facebook che ha registrato circa 19mila citazioni. Il picco di conversazioni si è ottenuto il 13 aprile, con un passaparola online di circa 20mila messaggi, giorno in cui la Torre Velasca si è colorata di rosso, in occasione dell’evento Audi City Lab e le strade di Milano si sono affollate per il Design Pride promosso dal brand Seletti. Gli hashtag più utilizzati sono stati quelli ufficiali della manifestazione #FuoriSalone2016 e #SaloneDelMobile con rispettivamente 22.400 e 18.300 citazioni, ma ottiene un buon numero di citazioni anche il #BreraDesignDistrict (2.100). Tra i temi più discussi sul web troviamo le nuove collezioni relative al mondo del design, il made in Italy, ma anche la Triennale di Milano che quest’anno ospita la XXI Esibizione internazionale dal titolo “Design After Design”. Da segnalare che l’inaugurazione del grande centro commerciale di Arese con l’attesissima apertura del primo store in Italia di Primark, ha generato grande entusiasmo tra gli utenti di internet, distogliendo per qualche ora l’attenzione dall’evento milanese. I brand più performanti La Milano Design Week è stata un’edizione molto social anche dal punto di vista delle performance dei brand di design su Facebook, Twitter e Instagram, a dimostrazione di come anche il mondo del design si sia aperto alle svariate possibilità che i canali social offrono per comunicare con la propria audience. Partendo dagli account ufficiali del Salone del Mobile, notiamo che il più coinvolgente è stato quello di Instagram con oltre 13.300 interazioni totali, a fronte di Facebook (4.600 interazioni) e Twitter (7.700). Il contenuto che ha generato più engagement è stato il post di lancio dell’evento. Anche i brand di design hanno ottenuto numeri importanti, sebbene emergano delle discrepanze evidenti tra i brand più noti a livello internazionale e i brand conosciuti e diffusi solo a livello locale. Su Facebook, a dominare per engagement durante l’intera settimana è Kartell con oltre 25mila interazioni ottenute grazie ai 160 post, con cui ha promosso i suoi numerosi progetti e la nuova linea di prodotti Kartell Kids dedicata ai bambini. Al secondo posto per engagement, troviamo la pagina Facebook di Ikea Italia, mentre la pagina che ha acquisito il maggior numero di nuovi fan nel periodo di riferimento (quasi 16mila ) è Scavolini. Rispetto a Facebook, i numeri di Twitter sono decisamente più contenuti ma pur sempre significativi: in termini di unique impression, la Top 3 è costituita da Moroso, Natuzzi e Foscarini, mentre il tweet più coinvolgente appartiene ancora a Kartell. A concentrare le performance migliori, tuttavia, è Instagram dove oltre agli account di Ikea e Kartell, con rispettivamente 36.500 e 32.000 interazioni, emerge l’account di Muuto Nordic che colleziona oltre 19.000 interazioni in sette giorni, mentre a incrementare maggiormente la propria community è Vitra con 5.600 nuovi follower. Via Spot and Web
L’influenza dei social network sui consumatori italiani non è mai stata così forte. Secondo il report Total Retail Survey 2016 di Pwc, l’84% del campione intervistato (il 14% in più rispetto all’anno precedente) è stato condizionato dall’utilizzo dei social media nelle proprie scelte in fatto di shopping. Una percentuale molto più alta della media globale (che si attesta al 78%) e che dimostra una grande opportunità per i retailer attivi sul mercato nazionale. Inoltre, questa volta in linea con i dati globali, gli italiani hanno dichiarato che nel 50% dei casi la ricezione di offerte promozionali tramite social media ha influenzato il loro comportamento di acquisto online. Il 47% degli intervistati invece sostiene che un forte fattore di influenza negli acquisti sia stato leggere review, commenti e feedback sui canali social media. Il rapporto della società di consulenza inglese ha inoltre evidenziato una crescita significativa per l’utilizzo dello smartphone negli acquisti online: il 23% (+7% rispetto all’anno precedente) dei consumatori italiani afferma di aver fatto un acquisto tramite questo mezzo negli ultimi 30 giorni. Via PambiancoNews
Una ‘personal chat’ per guidare lo shopping attraverso gli smartphone. Messenger, app di messaggistica legata a Facebook, ha annunciato martedì il lancio di una api (application programming interface) legata al servizio di e-commerce Spring (il primo solo su smartphone) che permette di interfacciarsi direttamente con ciascuno dei suoi oltre 900 milioni di iscritti. Facebook ha chiamato il servizio ‘conversational commerce’ perché permette all’utente di conversare direttamente con l’e-commerce opzionando genere, categoria merceologica e fascia di prezzo in chat private. Il sistema permette di scegliere attraverso le proposte di oltre 800 brand tra cui Uniqlo e Marc Jacobs oltre a servizi extra settore. Spring è in grado di memorizzare gli acquisti effettuati così da facilitare le scelte future. Il successo della app cinese WeChat sembra aver spianato la strada per shopping experience simili, sempre più personalizzate includendo anche servizi come prenotare un taxi o inviare un mazzo di fiori attraverso un’intricata rete di accordi commerciali. Via PambiancoNews
Gli italiani sono sempre più connessi. Nell’arco del 2015 è cresciuta del 18% la fruizione del web in modalità “multipiattaforma”, e del 36% l’accesso al web esclusivamente tramite mobile (smartphone e/o tablet). Ma mentre i possessori di smartphone dichiarano di accedere alla rete via smartphone tramite App in percentuale maggiore rispetto al browser, si assiste nel contempo a una forte concentrazione nell’utilizzo di App. WhatsApp, Google e Facebook viaggiano ognuna tra il 50% ed il 60% di penetrazione sulla popolazione utilizzatrice di smartphone. Sempre più connessi. Con sempre più dispositivi A gennaio 2016 sono stati rilevati in Italia 37,5 milioni di utenti connessi al web, per la maggior parte in modalità Multipiattaforma (oltre il 45%). Gli utenti che hanno effettuato l’accesso alla rete con utilizzo contestuale sia da dispositivi mobili che da PC risultano in crescita (+18%). In maniera analoga cresce la fruizione del web in modalità esclusivamente Mobile: con un incremento annuo del 36%, interessa una quota prossima agli 8 milioni di utenti unici mensili. A cedere il passo è la navigazione esclusiva da PC, che pur confermandosi come il metodo di accesso al web per oltre 12 milioni di utenti unici, ha subito un calo dell’11% in un anno. La navigazione tramite App supera quella da browser Secondo i dati della ricerca Mobilens di comScore, nel mese di gennaio 2016 l’87% di chi ha navigato in rete da uno smartphone dichiara di averlo fatto attraverso una App, mentre la modalità di navigazione tramite browsing si attesta all’83%. “Lo spostamento della navigazione da browser ad app rende cruciale l’implementazione di sistemi di misurazione in grado di riattribuire agli editori il cosiddetto traffico “in app browser” (ovvero il traffico sui siti degli editori proveniente da app di terzi)” afferma Fabrizio Angelini, CEO di Sensemakers e rappresentante per l’Italia di comScore “attività che comScore realizza regolarmente in diversi paesi nel mondo cosi come in Italia. Con la stessa logica e dato l’elevato grado di concentrazione del traffico mobile siamo in grado di riattribuire agli editori il traffico generato da soluzioni quali Instant Articles e Google AMP”. L’utilizzo delle App risulta inoltre molto concentrato. La lotta per monopolizzare i servizi di messaging, social network ed email premia i leader del mercato. Il 60% dei possessori di smartphone dichiara infatti di aver usato WhatsApp, mentre il 50% ha usato le app di Google o quelle di Facebook. Considerando le variazioni anno su anno, cresce il numero di italiani che dichiarano di avere utilizzato almeno una App nel corso del mese precedente, attestandosi sui 27 milioni di utenti, con un incremento del 19% rispetto allo stesso mese del 2015. In merito alle performance delle singole App, i “soliti noti” fanno registrare crescite percentuali a doppia cifra, con +19% per WhatsApp e Google (entrambe oltre i 15 milioni di utenti) e +12% per Facebook per proseguire con Skype ed Outlook.com, entrambe sopra quota 5 milioni e con tassi di crescita rispettivamente del 17% e del 12%. Sono tre App profondamente diverse tra loro quelle ad aver fatto registrare i più ampi tassi di crescita nel corso dell’ultimo anno. Instagram evidenzia una crescita del 27%, quasi pareggiando gli utenti di Outlook, mentre Amazon si conferma il nome di punta per l’eCommerce anche per le App (oltre quota 4 milioni, +37%). La crescita più consistente (+43%) riguarda Libero.it, che ha saputo raccogliere le preferenze di oltre 3 milioni di utenti collegando ai propri servizi di e-mail contenuti relativi a news, intrattenimento, informazione e meteo. “Il mercato ADV è chiamato quindi a un’evoluzione” conclude Fabrizio Angelini “oggi è fondamentale sviluppare la misurazione dell’efficacia dell’adv mobile e a tal fine abbiamo appena rilasciato la rilevazione della viewability in app e realizzato una dashboard di analisi delle campagna che evidenzia le differenti performance di mobile, desktop e fornisce un dato cumulato di Total Digital Audience”. Via Spot and Web
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