Immagine
 mymarketing.it: e tu cosa ne pensi?... di Admin
 
"
Errare è umano, ma per incasinare davvero tutto è necessario un computer.

Arthur Bloch
"
 
\\ : Storico (inverti l'ordine)
Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Roberto Venturini (del 20/03/2009 @ 07:19:53, in Internet, linkato 2477 volte)

Sappiamo benissimo quanto siano critici i motori di ricerca come fonte di traffico per i nostri siti - e normalmente ci siamo abituati a pensare immediatamente a Google in primis e al resto poi.

Secondo quanto riporta la società di ricerche Hitwise, però, per una serie di siti ha portato recentemente più traffico Facebook che non Google. Anche grazie a un uso intelligente del mezzo, alla creazione di "fan pages", a strategie che vanno a monetizzare i circa 180 milioni di utenti che sono li' su FB a passare il tempo...; - )

Da seguire con attenzione l'evolvere del comportamento dei naviganti - non è da escludere in un prossimo futuro una revisione (piccola o grande ) delle strategie di Search Marketing di molti player importanti e dei relativi investimenti...

Articolo (p)Link   Storico Storico  Stampa Stampa
 
Di Altri Autori (del 19/03/2009 @ 07:50:24, in Media, linkato 3222 volte)

Cala la diffusione dei quotidiani italiani. Nel febbraio 2009, rispetto a dodici mesi prima, Rcs vede il Corriere della Sera scendere a 590.375 copie (-8,5%, ma comunque il primato di giornale più letto d’Italia) e la Gazzetta dello Sport a 337.642 (-4%).

La Repubblica, che non viene più distribuita nelle scuole, cala a 505.957 (-19%), ma il Gruppo Espresso dice di aver reinvestito nella testata online. Scende il Sole 24 Ore: 321.428 e -3,2%.

Male anche Il Giornale, che si assesta a quota 170 mila, registrando un calo del 9,8%. Fa eccezione La Stampa, che cresce dello 0,9% e, grazie agli abbonamenti nel nord-ovest, raggiunge le 309 mila copie mensili.

Via Quo Media

Articolo (p)Link   Storico Storico  Stampa Stampa
 
Di Gianluigi Zarantonello (del 16/03/2009 @ 08:00:00, in Internet, linkato 2981 volte)

Il mondo dei social media si sta manifestando in maniera sempre più dirompente e sta iniziando a contagiare, in termini di interesse, anche le aziende brick & mortar lontane dalla tecnologia web.
Resta però piuttosto difficile trovare chi, in azienda, conosca e padroneggi questi mezzi e sia in grado di affrontarli con un approccio strategico.

Ecco dunque alcune riflessioni sul tema prese da alcuni siti di riferimento, essenziali per cercare di realizzare una prima stesura della propria strategia.

Su Social Media Marketing ad esempio qualche giorno Enzo Santagata ha pubblicato questi utili e semplici consigli:

1. Non parlare ai consumatori. Non vogliono ascoltarti, vogliono essere ascoltati.
2. Offri una ragione per partecipare. Se le persone non percepiscono di ottenere un valore aggiunto dal condividere le loro opinioni, non verranno da te (magari vanno dal tuo diretto concorrente, che ha saputo soddisfarli meglio).
3. Resisti alla tentazione di vendere a tutti i costi.
4. Sperimenta e tieniti aggiornato. Ma soprattutto sperimenta, e se sbagli sperimenta ancora.
5. Ascolta le conversazioni che avvengono anche al di fuori del tuo sito. E partecipa anche lì indicando chiaramente chi sei e perché stai partecipando. Chi ha provato a fare il furbo è stato smascherato prima che potesse rendersene conto.
6. Cedi il controllo della comunicazione. Non aver paura di aprire le tue porte alle critiche. Quando una community si sente controllata e forzata verso una direzione a senso unico imposta dall’azienda, non dura molto.
7. Fai in modo che nella tua organizzazione ci siano quante più persone possibili che abbiano un background composto dal pensiero pragmatico da uomo di marketing, dalla curiosità incosciente di un sociologo e che siano grandi appassionati di social network.

Leonardo Bellini invece sul suo blog cita il libro Groundswell di Charlene Li e Josh Benoff (in edizione italiana, L’onda anomala, edito da ETAS) ed il loro approccio riassunto nell’acronimo POST.

P sono le persone. Non avviate una strategia Social senza aver compreso le reali capacità, conoscenza ed utilizzo delle tecnologie social da parte della vostra audience.
O sta per Obiettivi. Quali obiettivi vi potete realisticamente aspettare di raggiungere con il vostro target di riferimento?
S è la strategia. Come pensate di raggiungere questi obiettivi?
T sta per tecnologia. Una community. Una wiki, Un blog o 100 blog.

In entrambi gli approcci è comunque evidente la necessità dello studio e della pianificazione, spesso trascurati sul web (e in particolare sui social media).

A questo si lega anche il problema della misurazione dei risultati, uno dei temi più caldi rispetto al web 2.0 su cui ho scritto su queste pagine pochi giorni fa.
Credo infatti che aldilà delle indubbie difficoltà di rilevazione e valutazione ci sia un problema di fondo nei KPI utilizzati per misurare la redditività degli investimenti.

La prospettiva corretta infatti è quella della costruzione di relazioni, di fiducia e di reciproco scambio di informazioni e collaborazioni.
E’ necessario perciò predisporre strumenti che ci consentano di capire che cosa si dice di noi in rete, per essere consapevoli della nostra reale reputazione, e ascoltare molto, anche fuori dal nostro circuito di siti posseduti o di quelli di settore.

Si possono poi utilizzare software pensati appositamente per la gestione delle campagne social che ci permettono di svolgere queste attività in modo ordinato e pianificato.

Il messaggio di fondo che possono sentirmi di lanciare in conclusione è quello di affrontare i social media preparati e con l’aiuto di persone esperte, consapevoli delle particolarità del web 2.0 e pronti a reagire alle novità continue di questo magmatico mondo.

Siete pronti?

Gianluigi Zarantonello via http://webspecialist.wordpress.com/

Articolo (p)Link   Storico Storico  Stampa Stampa
 
Di Roberto Venturini (del 13/03/2009 @ 07:59:37, in Internet, linkato 2444 volte)

Intelligente Case History.

Kogi è... come definirlo... diciamo che in estrema sintesi sono due furgoni che vendono BBQ Coreano avvolti in un taco nella zona di Los Angeles. Un bel misto, non c'è che dire.

Sotto comunque c'è una precisa idea istintiva di marca - basata sull'irriverenza, sulla comunicazione molto diretta, molto "one of us", molto simpatia... insomma guardatevi il sito - in realtà è un blog - fin qui nulla di radicalmente nuovo anche se l'esecuzione è ben fatta.

La genialata, dato che i due furgoni sono ovviamente mobili, è di segnalare su un canale Twitter dove sono in ogni momento questi ristoranti in movimento, in modo che i fan sappiano dove convergere o siano avvisati quando uno di questi è nei loro pressi (e, ovviamente, i fan possono interagire su Twitter con il team sul furgone...)
La cosa, per banale che possa sembrare, funziona alla grande: per ogni stop annunciato, si ritrovano tra i 300 e gli 800 clienti (scusate, followers di quello che sta diventando un culto virale) - e scusate se è poco per un furgoncino di un'impresa che non avrà tanti soldi per comunicare ma che comunque ha portato a bordo un "New Media Team".

A quando i furgoni dei porchettari notturni su FriendFeed?

Articolo (p)Link   Storico Storico  Stampa Stampa
 
Di Altri Autori (del 12/03/2009 @ 07:09:08, in Internet, linkato 2620 volte)

Una ricerca di Sapient Interactive rivela che il 41% degli investitori e degli analisti dichiara di non capire a pieno i social media, limitando così i propri investimenti (soprattutto pubblicitari) nel mercato specifico.

Il 19% degli interpellati giustifica la propria diffidenza con il fatto che non ci sono chiari criteri di misurazione per il successo o meno degli investimenti nei social network, mentre un altro 17% dice che si è ancora in una fase di studio e sperimentazione del mezzo. Un’altra ragione della scarsa fiducia verso questo mercato è l’eccesso di informazione e possibilità (come dice il 14% del campione).

Le riserve persistono, nonostante il 50% degli analisti creda che il 2009 sarà l’anno del social networking, forti anche del fatto che la metà degli intervistati ha lavorato a una campagna per/su Facebook et similia negli ultimi 6 mesi (campagne spesso legate al marketing o alla promozione tramite community online).

“I social network dovrebbero essere il sogno degli investitori - dice Nigel Vaz, vice preseidente di Sapient Interactive - Il tempo speso su questi siti è in crescita, l’utenza è aumentata e maturata, ma c’è ancora molta confusione su come analisti e investitori abbraccino il mercato del social networking, se con campagne indipendenti o come un ramo delle campagne marketing”.

Quel che è certo è l’utilizzo dei social network anche da parte degli scettici del mercato: nell’ultimo anno il 60% degli intervistati dalla ricerca ha aperto un account Flickr o Twitter, o ha aperto un proprio blog.


“Crediamo stia tutto nel creare una social experience che personifichi il proprio brand - continua Nigel Vaz - Segmentazione e contenuto sono le chiavi. Se non si ragiona in questi termini, si fallisce”.

Via Quo Media

Articolo (p)Link   Storico Storico  Stampa Stampa
 
Di Altri Autori (del 11/03/2009 @ 07:12:50, in Internet, linkato 3485 volte)

Circa 765 milioni di euro. A tanto ammonta il giro d'affari dei prodotti tecnologici di consumo – Tv, computer, telefonini, dispositivi multimediali e grandi e piccoli elettrodomestici - acquistati via Internet in Italia nel 2008. Il dato, reso noto nel corso della terza edizione del convegno annuale dedicato alle tendenze del canale on line organizzato da GfK Retail & Technology e Andec (Associazione Nazionale Importatori e Produttori di Elettronica Civile aderente a Confcommercio), è in leggero rialzo rispetto all'anno precedente (+5%) e quel che più conta di segno opposto a quello registrato dai canali tradizionali (-2,2%).

Lo shopping via Web regge, seppur con ritmi di crescita modesti, in un momento di generalizzata recessione e tutti gli acquisti effettuati in Rete hanno alla fine pesato per il 4,8% sulle vendite totali del settore.  Bene i computer portatili e le Tv flat, in ribasso i telefonini. Informatica (8,7%), fotografia digitale (7,3%) ed elettronica di consumo (5,5%) si confermano i settori per cui il canale telematico gioca (anche su scala europea) un ruolo particolarmente significativo, almeno a detta degli oltre 320 merchant che compongono il campione esaminato da Gfk. Più nel dettaglio, il cosiddetto mercato del "Technical Consumer Equipment" (elettrodomestici quindi esclusi) ha sviluppato in Italia nel 2008 un fatturato (in flessione dell'1,2%) di quasi 12 miliardi di euro e di questi il 5,9% è transitato attraverso Internet. Nell'economia del business di Tv & Co., il Web vale quindi parecchio – poco meno di 700 milioni di euro nel complesso – e tale cifra sarebbe stata anche superiore se non fosse sopraggiunta la crisi, che ha causato un forte rallentamento delle vendite soprattutto nei telefonini (per cui il peso del canale on line è sceso al 3%). Computer portatili e televisori a schermo piatto, manco a dirlo, sono stati i "best seller" del 2008 mentre ottimi risultati hanno prodotti categorie marginali in termine di valore, come i grandi elettrodomestici, i cui acquisti sono cresciuti su Internet dell'11,8% a fronte invece di una flessione registrata dalle vendite dei negozi fisici.

In Rete si spende mediamente di più
Il cosiddetto l'e-commerce B2C (business to consumer) regala in sostanza qualche sorriso ai grandi nomi (e non solo a loro) dell'elettronica di consumo e la tendenza fotografata in Italia è comune a tutto il resto d'Europa, dove nel complesso il canale on line ha rappresenta mediamente il 10,2% dell'intero mercato dei prodotti hi-tech. Che si suo si presenta in ribasso del 4,2% per un fatturato complessivo (il dato si riferisce alle vendite in Italia, Germania, Regno Unito, Francia e Spagna) di poco più di 102 miliardi di euro. Tornando alla situazione del Bel Paese, "il Web – lo ha detto esplicitamente Maurizio Iorio, Presidente di Andec - non sostituisce il canale distributivo tradizionale ma è bensì visto dagli operatori come un canale integrativo". Sta di fatto che, per alcune categorie di beni di consumo, Internet si comporta addirittura meglio. Secondo Silvestre Bertolini, amministratore delegato di GfK Retail and Technology Italia, "per alcuni specifici fattori competitivi caratteristici del mezzo digitale: disponibilità immediata dei prodotti lanciati recentemente, trasparente ed immediata comparabilità dei prezzi, superamento dei limiti geografici ed efficienza nel tempo dedicato alle scelte. Pur con un numero medio di modelli offerti inferiore ai canali tradizionali, le vendite sono fortemente concentrate su prodotti nuovi, innovativi e di alta gamma".

Dunque non è la caccia al prodotto "low cost" a far crescere la dimensione dello shopping via Internet quanto la possibilità per i consumatori di acquistare beni con meno di sei mesi di vita (caratteristica alla base di oltre il 40% degli acquisti di dispositivi tecnologici in tutta Europa nello scorso dicembre) e quindi tendenzialmente fra i più cari (tanto che la spesa media per acquisto risulta essere superiore a quella dei canali tradizionali). In media, ed è questo il dato su cui riflettere, ogni 100 euro spesi oggi dai consumatori europei per prodotti di elettronica di consumo, 10 vengono destinati allo shopping via computer o via telefonino. E che il fenomeno sia in parte favorevolmente condizionato dalle influenze del Web 2.0 – community, blog, forum ei in misura minore siti di social network – è praticamente un fatto acquisto. Come quello secondo cui on line si risparmia: Gfk ha infatti rilevato che il prezzo di listino dei prodotti tecnologici è del 5% al 20% inferiore rispetto a quello dei canali tradizionali.

di Gianni Rusconi su ILSOLE24ORE.COM

Articolo (p)Link   Storico Storico  Stampa Stampa
 
Di Gianluigi Zarantonello (del 09/03/2009 @ 08:00:00, in Internet, linkato 1675 volte)

Uno dei temi caldi rispetto ai social media e al web 2.0 è quello della profittabilità e della misurazione del ROI.

Se lato consumer infatti il successo di tali strumenti continua a crescere è invece sempre molto difficile trovare dei modelli di business che consentano alle aziende di trarre benefici dal loro utilizzo.

Di sicuro la natura individuale e relazionale di questi mezzi pone delle barriere all’entrata per le aziende, soprattutto se esse usano un approccio pubblicitario pensando di fare della tradizionale comunicazione push sul mezzo.

Credo però che aldilà di tali indubbie difficoltà ci sia un problema di fondo nei KPI utilizzati per misurare la redditività degli investimenti.

La prospettiva corretta infatti è quella della costruzione di relazioni, di fiducia e di reciproco scambio di informazioni e collaborazioni.

Scrive Jeremy Rifkin: “Il reale valore nel terzo millennio delle aziende e dei manager che le dirigono, non sarà il fatturato che essi producono, bensì il numero e la qualità delle relazioni da essi instaurati con i propri target interlocutori e di riferimento interni ed esterni“

Come misurare tutto ciò?

Intanto è necessario predisporre strumenti che ci consentano di capire che cosa si dice di noi in rete, per essere consapevoli della nostra reale reputazione.

In seguito ad attività sui social media poi un parametro di valutazione potrebbe essere quello delle conversazioni che si generano nelle community di riferimento e alla quantità di nostri contenuti oggetto di sharing (accompagnati da commenti positivi) da parte degli utenti.

Ancora, in caso di iniziative in cui si chiede agli utenti un parere o una forma di collaborazione, è corretto monitorare non solo la quantità di feedback ma anche la qualità e soprattutto la ricorrenza nel tempo di forme di interazione con le medesime persone.

Si tratta solo di considerazioni a livello molto generale che però portano all’individuazione di un criterio di base: il vero ROI dei social media consiste nella qualità e nel numero di persone con cui l’azienda riesce a stabilire qualche forma di dialogo e di collaborazione continuativa nel tempo.

Diffidate quindi del solo volume immediato di traffico che vi viene portato e cercate invece di capirne la qualità: anche uno scandalo o una protesta contro un vostro intervento in un social media infatti faranno salire le visite al vostro sito ma non credo che lo possiate considerare un successo…

Gianluigi Zarantonello via http://webspecialist.wordpress.com/

Articolo (p)Link   Storico Storico  Stampa Stampa
 
Di Altri Autori (del 06/03/2009 @ 07:22:03, in Internet, linkato 1673 volte)

Secondo quanto anticipato dal Wall Street Journal, Google, YouTube e Universal Music stanno discutendo una possibile partnership che consentirebbe la creazione di un nuovo hub online per video musicali.

YouTube provvederebbe, oltre che a fornire la piattaforma tecnologica, anche alla vendita degli spazi pubblicitari che aiuteranno la distribuzione dei filmati Universal ad altri siti web del genere.

La collaborazione sarebbe per YouTube un notevole passo in avanti verso la presentazione di materiale ufficiale, che consentirebbe l’incremento degli introiti pubblicitari.

I dettagli dell’accordo, che ancora non è stato chiuso, restano tuttavia misteriosi. Si conosce solo il nome del nuovo progetto, che al momento è Vevo.

Nessuno dei rappresentanti delle società coinvolte ha voluto rilasciare commenti a riguardo.

Certo è che una partnership tra questi attori protagonisti del web segnerebbe un nuovo stadio della distribuzione di contenuti video ufficiali su internet. Sia YouTube sia le case di produzione stanno fronteggiando l’instabilità della crisi finanziaria, e hanno bisogno di massimizzare i profitti pubblicitari.

In dicembre, Warner Music ha rimosso i suoi video da YouTube, mentre Sony ha da poco rinnovato l’accordo: una lotta tra colossi andrebbe a danneggiare ulteriormente il mercato di entrambe le parti.

Dopo la rivoluzione Mtv e la nascita del video musicale popolare, negli anni ottanta, e dopo la novità internet (tra peer to peer e video online) dei novanta, ecco un altro terreno di scontro e conquista per le major musicali.

Via Quo Media

Articolo (p)Link   Storico Storico  Stampa Stampa
 
Di Altri Autori (del 03/03/2009 @ 07:23:32, in Internet, linkato 1625 volte)

Il computer è diventato un mezzo presente nella quotidianità delle giornate degli adolescenti e da qualche hanno la sua presenza si è imposta anche nella vita dei bambini: il computer viene utilizzato in Italia dal 44,9% della popolazione dai 3 anni in su, con una frequenza di utilizzo giornaliera del 24,2%, mentre l’accesso a internet avviene per il 40,2% della popolazione dai 6 anni in su con frequenza giornaliera del 17,7%.

La crescita di utilizzo del pc più significativa si è registrata nella fascia d’età che va dai 15 ai 19 anni con l’80% e per internet tra i 15 e i 24 anni per il 71%. Per le persone più adulte tra i 35 e i 44 anni l’uso del pc è più contenuto, del 58,6% e per internet del 53,8%.

La fascia di età tra i 60 e i 64 anni registra un uso del pc del 20,5% e di internet del 18%. Rispetto agli anni scorsi il divario tra le diverse fasce di età si è accentuato sia per l’uso del computer che per quello di internet, così come è cresciuta la differenza tra i generi: il 50,4% degli uomini a fronte del 39,7% delle donne usano il pc e il 45,8% degli uomini  a fronte del 35% delle donne navigano su internet.

Via Quo Media

Articolo (p)Link   Storico Storico  Stampa Stampa
 
Di Gianluigi Zarantonello (del 02/03/2009 @ 08:00:00, in Internet, linkato 1641 volte)
La popolarità dei social network ormai non è più in discussione, nemmeno in Italia dove il fenomeno Facebook ha ridotto il gap con gli altri paesi.

Quello che invece sta emergendo con forza è il successo di questi siti in versione mobile: secondo le stime di una ricerca di Informa per Buongiorno in Europa si passerà dai 26,7 milioni di utilizzatori nel 2008 ai 45,2 milioni nel 2009, per arrivare a circa 134 milioni di utenti nel 2012.
In altri termini, considerando il numero di coloro che possiedono un cellulare, uno su cinque utilizzerà sul device un social network.

Un’altra ricerca di ComScore parla di una crescita nel 2008 del 152% medio in Europa occidentale, con un tasso di penetrazione sugli utenti complessivi di telefonia del 5,4%.

Perché tanto successo?

Il mobile web sicuramente ha dei vantaggi:

  • Disponibilità (in qualsiasi posto e in qualsiasi momento)
  • Posizione specifica (mi trovo in un luogo sempre diverso e localizzabile)
  • Consente di impegnarsi in attività interstiziali (si usa in momenti in cui non penseresti mai di aprire il pc).

I social network infine sono un modo di sviluppare e governare relazioni e rappresentano un’estensione della nostra personalità, proprio come i cellulari.

Ecco dunque perché questi siti sono ideali per il mobile web: esprimono noi stessi e ci consentono di mantenere relazioni ovunque noi siamo, anche nei ritagli di tempo.

Certo in questa evoluzione  ci sono ancora degli ostacoli, come i pericoli per la privacy legati alla localizzazione del device, le piattaforme proprietarie e le tariffe di navigazione alte, tuttavia i social network sembrano sicuramente destinati ad alimentare la diffusione della navigazione in mobilità.

Voi che ne pensate?

Gianluigi Zarantonello via http://webspecialist.wordpress.com/

sul tema vedi anche http://www.slideshare.net/gzarantonello/mobile-social-network

 
 
Articolo (p)Link   Storico Storico  Stampa Stampa
 
Ci sono 2439 persone collegate

< novembre 2024 >
L
M
M
G
V
S
D
    
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
25
26
27
28
29
30
 
             

Cerca per parola chiave
 

Titolo
Advertising (109)
AI (2)
Aziende (142)
Blog (11)
Brand (39)
Comarketing (2)
Comunicazione (9)
dBlog (1)
Digitale (36)
eCommerce (45)
Grande Distribuzione (7)
Internet (550)
Marketing (305)
Marketing Ambientale (3)
Marketing non convenzionale (62)
Media (102)
Mercati (84)
Mobile (210)
Permission Marketing (1)
Prodotti (95)
Pubblicità (32)
Pubblicità (88)
Retail (12)
Segnalazioni (45)
Social Networks (379)
Startup (1)
Strategie (59)
Tecnologie (77)
Trade Marketing (1)
Viral Marketing (40)
Web 3.0 (5)

Catalogati per mese:
Novembre 2005
Dicembre 2005
Gennaio 2006
Febbraio 2006
Marzo 2006
Aprile 2006
Maggio 2006
Giugno 2006
Luglio 2006
Agosto 2006
Settembre 2006
Ottobre 2006
Novembre 2006
Dicembre 2006
Gennaio 2007
Febbraio 2007
Marzo 2007
Aprile 2007
Maggio 2007
Giugno 2007
Luglio 2007
Agosto 2007
Settembre 2007
Ottobre 2007
Novembre 2007
Dicembre 2007
Gennaio 2008
Febbraio 2008
Marzo 2008
Aprile 2008
Maggio 2008
Giugno 2008
Luglio 2008
Agosto 2008
Settembre 2008
Ottobre 2008
Novembre 2008
Dicembre 2008
Gennaio 2009
Febbraio 2009
Marzo 2009
Aprile 2009
Maggio 2009
Giugno 2009
Luglio 2009
Agosto 2009
Settembre 2009
Ottobre 2009
Novembre 2009
Dicembre 2009
Gennaio 2010
Febbraio 2010
Marzo 2010
Aprile 2010
Maggio 2010
Giugno 2010
Luglio 2010
Agosto 2010
Settembre 2010
Ottobre 2010
Novembre 2010
Dicembre 2010
Gennaio 2011
Febbraio 2011
Marzo 2011
Aprile 2011
Maggio 2011
Giugno 2011
Luglio 2011
Agosto 2011
Settembre 2011
Ottobre 2011
Novembre 2011
Dicembre 2011
Gennaio 2012
Febbraio 2012
Marzo 2012
Aprile 2012
Maggio 2012
Giugno 2012
Luglio 2012
Agosto 2012
Settembre 2012
Ottobre 2012
Novembre 2012
Dicembre 2012
Gennaio 2013
Febbraio 2013
Marzo 2013
Aprile 2013
Maggio 2013
Giugno 2013
Luglio 2013
Agosto 2013
Settembre 2013
Ottobre 2013
Novembre 2013
Dicembre 2013
Gennaio 2014
Febbraio 2014
Marzo 2014
Aprile 2014
Maggio 2014
Giugno 2014
Luglio 2014
Agosto 2014
Settembre 2014
Ottobre 2014
Novembre 2014
Dicembre 2014
Gennaio 2015
Febbraio 2015
Marzo 2015
Aprile 2015
Maggio 2015
Giugno 2015
Luglio 2015
Agosto 2015
Settembre 2015
Ottobre 2015
Novembre 2015
Dicembre 2015
Gennaio 2016
Febbraio 2016
Marzo 2016
Aprile 2016
Maggio 2016
Giugno 2016
Luglio 2016
Agosto 2016
Settembre 2016
Ottobre 2016
Novembre 2016
Dicembre 2016
Gennaio 2017
Febbraio 2017
Marzo 2017
Aprile 2017
Maggio 2017
Giugno 2017
Luglio 2017
Agosto 2017
Settembre 2017
Ottobre 2017
Novembre 2017
Dicembre 2017
Gennaio 2018
Febbraio 2018
Marzo 2018
Aprile 2018
Maggio 2018
Giugno 2018
Luglio 2018
Agosto 2018
Settembre 2018
Ottobre 2018
Novembre 2018
Dicembre 2018
Gennaio 2019
Febbraio 2019
Marzo 2019
Aprile 2019
Maggio 2019
Giugno 2019
Luglio 2019
Agosto 2019
Settembre 2019
Ottobre 2019
Novembre 2019
Dicembre 2019
Gennaio 2020
Febbraio 2020
Marzo 2020
Aprile 2020
Maggio 2020
Giugno 2020
Luglio 2020
Agosto 2020
Settembre 2020
Ottobre 2020
Novembre 2020
Dicembre 2020
Gennaio 2021
Febbraio 2021
Marzo 2021
Aprile 2021
Maggio 2021
Giugno 2021
Luglio 2021
Agosto 2021
Settembre 2021
Ottobre 2021
Novembre 2021
Dicembre 2021
Gennaio 2022
Febbraio 2022
Marzo 2022
Aprile 2022
Maggio 2022
Giugno 2022
Luglio 2022
Agosto 2022
Settembre 2022
Ottobre 2022
Novembre 2022
Dicembre 2022
Gennaio 2023
Febbraio 2023
Marzo 2023
Aprile 2023
Maggio 2023
Giugno 2023
Luglio 2023
Agosto 2023
Settembre 2023
Ottobre 2023
Novembre 2023
Dicembre 2023
Gennaio 2024
Febbraio 2024
Marzo 2024
Aprile 2024
Maggio 2024
Giugno 2024
Luglio 2024
Agosto 2024
Settembre 2024
Ottobre 2024
Novembre 2024

Gli interventi più cliccati

Titolo
Automobili (2)
Bianco e nero (1)
Comarketing (1)
Home (4)
Internet (4)
Prodotti (5)
Pubblicità (5)

Le fotografie più cliccate


Titolo

< /p>


Subscribe to my feed


Google
Reader or Homepage

Add to netvibes



Creative Commons License




23/11/2024 @ 09:05:32
script eseguito in 246 ms