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Come approcciare in modo corretto (e strategico) i social media?
Di Gianluigi Zarantonello (del 16/03/2009 @ 08:00:00, in Internet, linkato 2983 volte)

Il mondo dei social media si sta manifestando in maniera sempre più dirompente e sta iniziando a contagiare, in termini di interesse, anche le aziende brick & mortar lontane dalla tecnologia web.
Resta però piuttosto difficile trovare chi, in azienda, conosca e padroneggi questi mezzi e sia in grado di affrontarli con un approccio strategico.

Ecco dunque alcune riflessioni sul tema prese da alcuni siti di riferimento, essenziali per cercare di realizzare una prima stesura della propria strategia.

Su Social Media Marketing ad esempio qualche giorno Enzo Santagata ha pubblicato questi utili e semplici consigli:

1. Non parlare ai consumatori. Non vogliono ascoltarti, vogliono essere ascoltati.
2. Offri una ragione per partecipare. Se le persone non percepiscono di ottenere un valore aggiunto dal condividere le loro opinioni, non verranno da te (magari vanno dal tuo diretto concorrente, che ha saputo soddisfarli meglio).
3. Resisti alla tentazione di vendere a tutti i costi.
4. Sperimenta e tieniti aggiornato. Ma soprattutto sperimenta, e se sbagli sperimenta ancora.
5. Ascolta le conversazioni che avvengono anche al di fuori del tuo sito. E partecipa anche lì indicando chiaramente chi sei e perché stai partecipando. Chi ha provato a fare il furbo è stato smascherato prima che potesse rendersene conto.
6. Cedi il controllo della comunicazione. Non aver paura di aprire le tue porte alle critiche. Quando una community si sente controllata e forzata verso una direzione a senso unico imposta dall’azienda, non dura molto.
7. Fai in modo che nella tua organizzazione ci siano quante più persone possibili che abbiano un background composto dal pensiero pragmatico da uomo di marketing, dalla curiosità incosciente di un sociologo e che siano grandi appassionati di social network.

Leonardo Bellini invece sul suo blog cita il libro Groundswell di Charlene Li e Josh Benoff (in edizione italiana, L’onda anomala, edito da ETAS) ed il loro approccio riassunto nell’acronimo POST.

P sono le persone. Non avviate una strategia Social senza aver compreso le reali capacità, conoscenza ed utilizzo delle tecnologie social da parte della vostra audience.
O sta per Obiettivi. Quali obiettivi vi potete realisticamente aspettare di raggiungere con il vostro target di riferimento?
S è la strategia. Come pensate di raggiungere questi obiettivi?
T sta per tecnologia. Una community. Una wiki, Un blog o 100 blog.

In entrambi gli approcci è comunque evidente la necessità dello studio e della pianificazione, spesso trascurati sul web (e in particolare sui social media).

A questo si lega anche il problema della misurazione dei risultati, uno dei temi più caldi rispetto al web 2.0 su cui ho scritto su queste pagine pochi giorni fa.
Credo infatti che aldilà delle indubbie difficoltà di rilevazione e valutazione ci sia un problema di fondo nei KPI utilizzati per misurare la redditività degli investimenti.

La prospettiva corretta infatti è quella della costruzione di relazioni, di fiducia e di reciproco scambio di informazioni e collaborazioni.
E’ necessario perciò predisporre strumenti che ci consentano di capire che cosa si dice di noi in rete, per essere consapevoli della nostra reale reputazione, e ascoltare molto, anche fuori dal nostro circuito di siti posseduti o di quelli di settore.

Si possono poi utilizzare software pensati appositamente per la gestione delle campagne social che ci permettono di svolgere queste attività in modo ordinato e pianificato.

Il messaggio di fondo che possono sentirmi di lanciare in conclusione è quello di affrontare i social media preparati e con l’aiuto di persone esperte, consapevoli delle particolarità del web 2.0 e pronti a reagire alle novità continue di questo magmatico mondo.

Siete pronti?

Gianluigi Zarantonello via http://webspecialist.wordpress.com/