Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
I videogame, si avvicinano sempre più al mondo dei social network. Sony sta approntando l’integrazione di Facebook con la sua Playstation 3, come già ha fatto Microsoft con la sua Xbox, capace di interagire anche con Twitter e Last.fm. L’intento è quello di promuovere il prodotto attraverso la formazione di comunità di giocatori online che sfruttino il network di amicizie e contatti di Facebook e affini, nonché di ampliare le funzioni delle console.
Via Quo Media
Il rapporto annuale Eurispes-Telefono Azzurro evidenzia alcune nuove abitudini dei bambini e adolescenti del nostro paese. I ragazzini si dimostrano degli ottimi spettatori e degli utenti privilegiati di telefonini di ogni sorta.
In generale, la fascia dei più giovani abitanti dello Stivale appare piuttosto sensibile alle nuove tecnologie. In Italia solo 4 bambini su cento non guardano la televisione, contro il 25% rilevato per il pc, il 26,7% per il lettore dvd, il 41,1% per la Playstation/Psp, il 42,9% per Internet, il 50% per il lettore mp3 e il 55,1% per il cellulare. Per quanto riguarda le ore trascorse davanti al televisore, l’8% dei bambini guarda la tv per più di 4 ore al giorno, il 44,7% la segue da 1 a 2 ore, mentre il 37,4% ne usufruisce solo per un’ora.
Nel settore telefonini il 53,7% dei bambini dai 7 agli 11 anni possiede un cellulare, il 5,4% un videofonino, l’1,8% uno smartphone. Il 68,2% dichiara di non portare il telefonino a scuola o di tenerlo spento durante le ore di lezione (13%). Il 3,9% ammette di accenderlo solo fuori dall’orario scolastico, mentre l’1,6% lo tiene acceso senza suoneria. I ragazzini usano il cellulare, in prevalenza, per essere chiamati dai genitori (88,2%), ma il 72,6% lo usa anche per fotografare e il 69,6% lo utilizza per tenersi in contatto con gli amici.
Decisamente gettonato l'utilizzo di internet: quasi nove adolescenti su dieci usano internet e il pc viene impiegato con un ampio range di attività: per scrivere testi (98%), cercare informazioni su Internet (97,5%), giocare (97,2%) e stampare (96,9%). Estremamente diffuse risultano l'abitudine di guardare filmati su YouTube (85,8%) e quella di cercare materiale per lo studio (83,2%), seguite da quella di comunicare via chat (79,9%) e di scaricare musica/film/giochi/video (76,1%). La maggioranza degli adolescenti comunica tramite posta elettronica (58,3%). Il 46,8 legge un blog, il 45,5% gioca con videogiochi online. Su internet ci sono anche situazioni rischiose: il 41,4% è entrato in un sito dove c'era scritto "accesso vietato ai minorenni", il 39,8% si è sentito chiedere almeno una volta un incontro dal vivo da uno sconosciuto in Rete. La netta maggioranza dei ragazzi manifesta un atteggiamento di chiusura nei confronti di chi li infastidisce in rete: nel 31,6% dei casi se questa persona li cerca ancora non le rispondono; il 24,7% dei ragazzi dice al molestatore che non deve più dar loro fastidio; il 24,1% per troncare ogni contatto con questa persona evita la chat/ forum/ sito dove l'ha incontrata. Solo una minoranza esprime un atteggiamento meno accorto: il 4,3% pensa che non gli possa succedere niente, l'1,7% è incuriosito e continua a comunicare.
Nutrita la percentuale dei social network-addicted: il 71% degli adolescenti tra i 12 e i 19 anni ha un profilo su Facebook. Il 29% lo usa per rimanere in contatto con gli amici di sempre, il 24% per ritrovare quelli vecchi. Snobbate le altre piattafome: My Space viene scelto dal 17,1% e Habbo dal 10,4%. Twitter invece attrae soltanto il 2,5%.
Giovani, digitalizzati e con le idee chiare.
Via Quo Media
Community online e reti sociali, oltre che luogo virtuale per incontri e scambi d’idee stanno diventando anche spazi attraverso cui diffondere contenuti strutturati e articolati come apposite sit-com.
E’ il caso di Coop, per esempio, che debutta con Casa Coop (su casacoop.net), una serie di sketch pensata appositamente per il web. La mini serie di sei puntata è interpretata tra gli altri da Andrea Tidona (La meglio gioventù) e Sergio Sgrilli (Zelig), e racconta storie divertenti ambientate tra un condominio in zona Prati a Roma e un supermercato. Si parla di risparmio energetico, di raccolta differenziata ma anche di musica, scuola, amicizia tra i condomini come fossero una famiglia allargata.
Iniziativa ancor più particolare quella intrapresa da Justin Halpern, giovane scrittore americano che da qualche mese posta sul suo account le battute del padre. Il network Cbs gli ha offerto un contratto per ottenere i diritti di Shitmydadsays, la pagina di Twitter che propone quotidianamente gli involontari aforismi paterni. La rete televisiva americana ha intenzione di produrre una sit-com basata sulle stringhe a 140 caratteri, da cui verrà tratto anche un libro (edito da HarperCollins).
Evoluzioni impreviste del social networking.
Via Quo Media
Riprendo da questo servizio di Journal du Net (in francese) la classifica dei 10 operatori che fanno la top ten dell'e-com in Italia (in termini di visite, non di fatturati...).
1. eBay.it: a Giugno, secondo Comscore, avrebbe avuto 9,4 milioni di Visitatori Unici.
2. Expedia.it, 2,6 milioni; ma se ebay ha fatto nel mondo dei profitti, expedia ha fatto delle perdite, quest'anno...
3. Apple.it 1.8 milioni di visitatori unici e dei bei fatturati.
4. Sorpresa, il primo operatore italiano è... Ferrovie dello Stato, con 1.8 milioni di visitatori.
5. Mi aspettavo di trovare un po' più in alto Amazon, con 1.2 milioni di visitatori.
6. Grandi complimenti a Olivero.it - sito italiano che fa gli stessi numeri di Amazon (abbigliamento sportivo etc), emanazione di un negozio "fisico" dalla storia trentennale che è sbarcato sull'e-com nel 2009; 1.2 milioni, appunto
7. 3Suisses.it - dal gruppo Otto, il leader mondiale della vendita per corrispondenza, 1.2 milioni.
8. HP, con 1.1 milioni.
9. Altro Italiano, Internetbookshop, 1.1 milioni (se sommiamo ibs e Amazon ci rendiamo conto che la cultura vende...
10. Priceline / Booking.it con 1 milione di visitatori.
Nel momento di mettere mano al portafoglio, solo il 33% delle persone si affida ai social network mentre il 23% dice di non crederci affatto.
A stabilirlo è una ricerca condotta dalla Lightspeed Research per conto della rivista Marketing. Il 68% si affida ad altre risorse online, come le recensioni, per un buon consiglio. Internet sta prendendo il posto di amici e famiglia.
Via Quo Media
Google stringe la presa sulla pubblicità digitale in mobilità grazie all'accordo per l'acquisto di AdMob, la start-up americana che fornisce tecnologia per pubblicità sui telefoni cellulari, per 750 milioni di dollari in azioni.
L'operazione permetterà al motore di ricerca di farsi spazio nel segmento più promettente del mercato pubblicitario online. Il colosso americano crede inoltre che l'acquisizione possa aiutare la compagnia a introdursi nel proficuo mercato dei telefoni cellulari. "Consideriamo la tecnologia mobile come una grande opportunità di crescita per la nostra azienda", ha dichiarato Susan Wojcicki, vicepresidente del management dei prodotti Google.
AdMob è uno dei principali venditori di banner per applicazioni iPhone e pagine web che possono essere diffuse su cellulari. Nel mese di settembre ha diffuso 10,2 miliardi di messaggi, più del doppio dell'anno scorso.
Via ILSOLE24ORE.COM
Pare aver trovato finalmente una conclusione lo scontro tra il sito di vendite online eBay e i fondatori di Skype.
eBay ha annunciato che il gruppo di investitori guidati da Silver Lake, che aveva firmato un contratto per acquisire una quota di maggioranza in Skype, ha raggiunto un accordo con Joltid Limited e Joost N.V. che concede a Skype la proprietà dei software su cui Joltid aveva dato la licenza.
I fondatori di Joltid e Skype diventeranno investitori con una cospicua quota di capitale in cambio del 14% della partecipazione in Skype e contribuendo così allo sviluppo del software Joltid. eBay deterrà il 30%di Skype e riceverà 1,9 miliardi di dollari in contanti.
Via Quo Media
Il numero di Dicembre di GQ, quello dedicato all'"uomo dell'anno", vedrà la luce anche come applicazione iPhone - al modico costo di 2.99 $ (mi sa solo per gli americani: sull'appstore italiano non ce n'è traccia).
Interessante tentativo di far passare un pay per content - che sul PC fa fatica - attraverso il mobile. Che è in realtà una piattaforma molto più pratica (e usata, sopratutto in prospettiva futura) per fruire di contenuti informativo/testuali...
Si tratterà di una copia fedele dell'edizione cartacea, una versione della rivista che invece di essere acquistata in edicola si compra su iTunes... e rappresenta probabilmente un test per capire se e come andare avanti su questa strada.
Su questo tema interessante anche quanto fatto (app a pagamento) da Men's Health - ho scritto una cosa in merito su Apogeo, che potete leggere qui.
Intanto una versione iPhone di Wired a me non dispiacerebbe...
(Approfondimento sul blog del Wall Street Journal).
eBay.it si rinnova, ridisegna la home page e lancia gli annunci locali gratuiti per i suoi utenti. Nella pagina d’apertura di eBay.it si potrà dunque scegliere un percorso ‘Classico’, per quale vendere o acquistare oggetti a prezzo fisso e su aste on line, oppure cliccare su ‘Annunci’, per postare o leggere inserzioni locali, offerte di prodotti e opportunità di lavoro. Per lo sviluppo della nuova area del portale è stata preziosa l’esperienza di Kijiji, sito di annunci tra i più capillari in Italia.
Via Quo Media
L’apertura della 7° edizione dello IAB Forum ha messo drammaticamente in evidenza lo stato delle cose: Internet cresce di anno in anno, di mese in mese e quasi di giorno in giorno, ma il potere politico, economico e mediatico che potrebbe sfruttare questa crescita come volano per una ripresa del paese e un’accelerazione del tasso di innovazione dell’intero ‘Sistema Italia’ sembra non accorgersene.
Nella prima parte del suo intervento di apertura dei lavori, Layla Pavone (nella foto), presidente di IAB Italia, ha mostrato attraverso una serie di numeri e fatti incontrovertibili lo sviluppo di un mercato che, unico fra i suoi pari, continua a conquistare terreno, a crescere e a erodere quote ai competitor.
Provocatorio fin dall’apertura, lo speech si è domandato - e ha domandato alle oltre 7.000 persone iscritte online all’evento che si tiene in questi due giorni a Milano -, se Internet possa veramente risollevare le sorti dell’economia italiana.
La prima risposta è nella fotografia del popolo del web: quasi 23 milioni di utenti, pari al 43% della popolazione, concentrati al 55% nella fascia fra i 25 e i 54 anni (quindi non così giovani come si dice, o almeno non soltanto), all’88% collegati in banda larga per 50 ore al mese e 102 minuti al giorno nella fascia oraria fra le 8 del mattino e le 11 di sera.
La presidente di IAB ha quindi sottolineato “Il ruolo crescente e centrale di Internet nella ricerca di informazioni su prodotti e servizi da parte di utenti sempre più multitasking - proprio perché l’uso del web è complementare a quello degli altri media e in particolare della tv - ma al tempo stesso più volubili nelle proprie scelte d’acquisto”.
Fondamentale anche il quadro delle attività online degli italiani: 13,1 milioni (il 57% degli utenti di Internet) si informano e leggono news - e molti di loro non sono lettori abituali di carta stampata; 17,6 milioni (il 77%) partecipano ai social network e intrattengono relazioni interpersonali con i propri amici in una logica peer to peer; 18,3 milioni (l’80%) adoperano il web per intrattenimento.
“Tutto ciò - ha ribadito Pavone - richiede una riflessione approfondita sui concetti di qualità e autorevolezza dei contenuti”.
E ancora: 13,5 milioni sono gli unique viewers dei video online, un audience a tutti gli effetti di dimensioni televisive, e 11,8 milioni sono gli utilizzatori di smartphone (il 27% dei quali usa il web in mobilità, mentre il 20% utilizza la mail sul suo dispositivo).
Pavone ha quindi disegnato uno scenario ‘virtuoso’ caratterizzabile e riassumibile attraverso 7 fenomeni: la crescita del consumo dei media; la frammentazione delle audience; la partecipazione; la personalizzazione; l’evoluzione delle tecnologie; il cambiamento generazionale; e per finire, lo sviluppo di nuovi modelli di business e nuove fonti di revenue.
Di più, nel momento in cui tutte le piattaforme saranno finalmente integrate - dal pc al satellite, dal digitale terrestre televisivo fino all’Iptv - idealmente attraverso un unico set-top box, si apriranno le porte al salto successivo,
“Quello del behavioural targeting, che consentirà di seguire le persone non dipendendo dalle piattaforme ma in funzione delle loro abitudini e dei loro bisogni”.
Un’integrazione che, peraltro, sta già avvenendo sul fronte mobile.
Per quanto riguarda il 2009, Pavone conferma la stima elaborata lo scorso giugno insieme ad Assocomunicazione per un tasso di crescita del 10,5% rispetto all’anno scorso.
“Oggi siamo al +6%, ma sono convinta che l’ultimo trimestre ci permetterà di risalire e recuperare” ha detto Pavone, che non ha del resto alcun dubbio sul fatto che la crescita continuerà anche in futuro: “In particolare, grazie al sempre maggiore impatto dei rich media, misurato e certificato dalle indagini sul ricordo, potrà e dovrà crescere la quota di investimenti dedicata al branding rispetto a quanto si investe oggi nell’area del direct response.
Sarebbe anche ora di superare il luogo comune secondo il quale il clickthrough è l’unico indicatore della performance di una campagna online, cominciando piuttosto a ragionare - salvo casi specifici e particolari - in termini di acquisizione dei clienti”.
E ha proposto una metafora: come nessuno di noi vorrebbe vivere esclusivamente in una sola stanza di casa, così le aziende dovrebbero essere presenti in tutte le “stanze” del web, quella (guidata dalla distribuzione) dei portali, della search e dell’advertising online, ma anche quella (guidata dal brand) dei siti web aziendali, e quella (guidata dai consumatori) dei social network, dei blog e degli UGC…
E l’Italia resta a guardare La parte finale del discorso, partita ancora una volta da dati reali e fatti concreti, è stata rivolta a una questione squisitamente “politica”.
“Poco più di un mese fa - ha ricordato il presidente di IAB Italia -, in Gran Bretagna si è assistito a un fenomeno storico: gli investimenti web hanno superato quelli televisivi.
Certo il mercato è diverso, ci sono meno reti tv generaliste e la BBC non accetta pubblicità, ma il dato rimane importante è va letto in termini di trend.
I fattori chiave di quel successo sono molti: lo sviluppo di nuovi formati, l’interattività, il boom dell’e-commerce e dell’offerta di prodotti e servizi online, la banda larga disponibile al 92% della popolazione e la sua penetrazione, al 76%, fra i navigatori…
Ma soprattutto una cultura che ha portato, nel maggio di quest’anno, al Digital Britain Act di Gordon Brown, che fissa proprio nella Rete e nella digitalizzazione infrastrutturale del paese le linee guida per il suo sviluppo futuro”.
Via Marketing Journal
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