Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Il trend crescente che vede Pinterest come un social network particolarmente gradito all’universo femminile, sta rapidamente spingendo il mondo del business online a studiare nuove ed efficaci soluzioni per stimolare la parte “in rosa” dei social network. Soprattutto quella di coloro che, attraverso la condivisione di contenuti digitali (soprattutto foto e video), racconta e promuove esperienze di prodotto.
Ecco perché in poco tempo ha preso piede una startup come Boutine.com, che consente alle donne di creare la propria boutique online, ed attraverso il mix e la rielaborazione di prodotti e contenuti preesistenti, ”creare collezioni” o caricare le proprie produzioni. Pur non essendo l’unico in questo settore (Polyvore propone una soluzione simile), prevede in realtà un’opzione in più: la possibilità di fare del portale una piattaforma di mediazione per la compravendita dei prodotti realizzati o promossi dagli utenti.
In questo modo, boutine.com non è più soltanto un portale di condivisione, ma ha le potenzialità per divenire una vera e propria piattaforma di e-commerce. Un aspetto che sarebbe facilitato nella crescita business dall’esperienza del suo fondatore Prahmod Dabir, che era un professionista specializzato in investment banking.
Dabir e il suo Boutine.com puntano a raccogliere “l’ispirazione nella moda dalle utenti”, anche attraverso fenomeni di curation, ma sfruttandoli per potenziare i possibili business connessi all’e-commerce. Boutine.com infatti, organizza e presenta i pezzi che possono essere combinati tra loro dagli utenti per creare la proria “linea” di abiti e accessori e, tra quelli selezionabili, ci sono capi direttamente in vendita attraverso la piattaforma. Si tratta di più di 2mila singole voci tra borse, vestiti, gioielli ed altri accessori; con un prezzo medio di 150 dollari, attentamente selezionati e inseriti online da 75 designers.
Gli utenti possono anche caricare le proprie foto da Instagram, relative a “proprie collezioni” d’abbigliamento, così da poter individuare online i prodotti che siano abbinabili agli abiti e gli accessori che già si possiedono. Ogni collezione completa può essere condivisa con gli amici su tutte le principali piattaforme di social networking (Twitter, Pinterest, Facebook), oppure sul proprio blog sia attraverso i codici da incorporare sia con l’apposito plugin per WordPress. Quando un utente decide di acquistare un prodotto, la compravendita avviene direttamente tramite il portale, senza altri intermediari. È in quest’aspetto la formula di remunerazione del sito: boutine.com trattiene per se una commissione del 20% sui prodotti venduti, il resto va agli “stilisti” (cioè le utenti che hanno contribuito ad assemblare il set o a realizzare i prodotti) decurtato delle spese e di una provvigione pari al 10% che va alla titolare della boutique online che ha venduto il capo. Boutine si incarica inoltre di distribuire equamente un compenso, tra tutti coloro che hanno aiutato a portare a termine l’affare: blogger, stilisti e appassionati di moda (che rappresentano poi la vera parte attiva della piattaforma e generano “le collezioni” in vendita).
Il sito è oramai uscito dalla fase beta e si sta rapidamente diffondendo, facendo emergere già alcuni dati sui tempi d’impiego: mediamente 25 minuti a visita, con una media di 3 o 4 visite al mese per utente.
Segnali interessanti per un trend che potrebbe rapidamente attrarre anche brand, o settori della moda, ancora non coinvolti nelle realtà più ampie o di retail online come Yoox; oggi sempre più forte sul mercato grazie alle nuove partnership.
Via Tech Economy
D’ora in avanti sarà possibile giocare d’azzardo su Facebook. Il social network ha aperto le porte a Bingo Friendzy, applicazione che offre la possibilità di vincere premi in denaro, almeno agli utenti britannici.
Negli Stati Uniti una app simile sarebbe illegale, quindi Zuckerberg e soci hanno deciso di concentrare le loro attenzioni sul Regno Unito, più permissivo in fatto di scommesse e azzardo online. Il gioco web non ha nemmeno l’autorizzazione dei Monopoli si Stato italiani.
Bingo Friendzy, ovviamente vietato ai minori di 18 anni, offre la possibilità di giocare al bingo e a una serie di mini-giochi a esso affiancati. Tra i progetti di Gamesys, società che gestisce l’applicazione, anche una collaborazione con Zynga per creare una CityVille dell’azzardo, con soldi reali a condire l’universo 2.0.
Via Quo Media
La fedeltà ad un brand rappresenta uno dei suoi asset principali e può essere quantificata in termini economici. La lealtà dei consumatori Apple è cosa ben nota, ma un’analisi della banca d’affari Goldman Sachs, ne ha stimato il valore. Secondo l’analista di mercato Bill Shope, complessivamente il valore dei fedeli possessori di iPhone e iPad, è pari a 295 miliardi di dollari.
Ogni singolo consumatore Apple vale in media 1053 dollari, “questo implica – stando a quanto scritto da Shope in una nota agli investitori di Venerdì – un valore complessivo per la base clienti iOS attuale di quasi 295 miliardi dollari, senza alcuna considerazione per le entrate provenienti da contenuti, servizi o periferiche, o per il potenziale di crescita della piattaforma.”
La stima è stata effettuata tenendo conto, del prezzo medio di un device Apple ($535 a Giugno), dei costi da sostenere per cambiare piattaforma mobile, e dei risultati di un’inchiesta effettuata dalla banca d’affari tra i clienti Apple (1000) per valutarne la fedeltà al brand e la disponibilità a cambiare ecosistema mobile.
I consumatori Apple, nella stragrande maggioranza dei casi, sono propensi a confermare la propria preferenza per i device della società, particolarmente quelli che posseggono due device mobili. I tre quarti (75%) di questi ritiene, infatti, fortemente probabile che il prossimo device acquistato sarà ancora una volta Apple.
Tra i consumatori possessori di un unico device la percentuale è leggermente minore, ma comunque molto alta (62%). Quasi nessun consumatore ritiene improbabile (1%) o fortemente improbabile (0%) l’acquisto di un altro device della società.
Lealtà al brand davvero consistente, se si considera anche che il 21% dei clienti non sarebbe disposto a cambiare piattaforma, neanche in presenza di sconti di qualsiasi entità. Tra quelli disposti a cambiare dispositivo e brand in caso di sconti, più della metà lo farebbe solo nel caso fossero superiori al 30%.
Un simile rapporto con i propri clienti rappresenta un asset economico davvero significativo per la società.
Via Tech Economy
La quotazione in borsa deludente rispetto alle aspettative non ferma la strategia di espansione ed acquisti di Facebook. Ieri, poco dopo la chiusura dei mercati finanziari, il social network ha annunciato l’acquista di un’altra compagnia del mercato mobile, Karma.
Karma sviluppa un’app di social gift, che permette alle persone di inviare regali fisici connessi a cartoline di auguri digitali. Probabilmente, l’acquisto mira ad incrementare le entrate, integrando alle forme di monetizzazione attuali una fonte aggiuntiva di guadagni in forte crescita nell’ultimo anno; e all’acquisizione di expertise prezioso nel settore mobile, critico per il futuro di Facebook.
Un portavoce del social network ha, infatti, fatto sapere che il team di Karma, guidato dai fondatori Lee Linden e Ben Lewis, si unirà al gigante social e continuerà a sviluppare ed espandere i servizi.
I dettagli dell’acquisizione non sono stati resi noti, ma attraverso il blog di Karma i due fondatori si sono detti eccitati e convinti che l’integrazione nella piattaforma Facebook apporterà forti benefici per gli utenti. Via Tech Economy
Apple è l’azienda del comparto telefonia mobile (smartphone + cellulari) con un migliore rapporto fatturato-profitti e la quota maggiore di utili. Le concorrenti al contrario ricavano in proporzione utili molto minori dalla propria quota di mercato.
Le vendite di iPhone rappresentavano a metà 2010 il 3% del mercato complessivo. L’incremento di quasi il 6% ottenuto in un anno e mezzo, porta la quota di mercato dello smartphone della mela all’8,7% a fine 2011, con un fatturato che rappresenta il 39% dei ricavi totali del comparto. Nello stesso periodo la quota di profitti della compagnia è passata, secondo dati elaborati dall’analista di mercato Horace Dediu, dal 39% degli utili dell’intero mercato al 75%. Apple riesce, quindi, ad ottenere i tre quarti dei profitti del settore con meno di un decimo dei dispositivi venduti. La multinazionale di Cupertino ha un tasso di profitto davvero invidiabile.
Solo cinque compagnie, tra le maggiori otto del comparto, ottengono profitti. Samsung ottiene il 16% dei profitti del settore, con il 25% del fatturato. Apple e Samsung da sole rappresentano il 91% degli utili, lasciando agli altri le briciole. RIM incassa l’8% del fatturato complessivo e ricava profitti per il 3.7% (quarta per fatturato, terza per profitti). HTC a fine anno è terza per utili (3.0%) e quinta per fatturato (5,5%). Nokia è seconda per fatturato 12,6%, ma con tasso di profitto non positivo quinta per profitti (1.8%). Motorola, LG e Sony sono in rosso e registrano perdite.
Via Tech Economy
Sono nati tra il 1980 e il 2000, sempre connessi anche in mobilità, utilizzano internet per cercare informazioni, scambiarsi idee e relazionarsi con i propri coetanei. Sono cresciuti a contatto con culture diverse e hanno una naturale predisposizione a lavorare in team, purché all’interno di contesti lavorativi aperti, partecipativi e non troppo ingessati.
E’ il ritratto dei Millennials, la nuova generazione che si appresta ad entrare nel mondo del lavoro, portando degli inevitabili cambiamenti nelle organizzazioni e nel modo di lavorare e di fare business all’interno delle aziende.
I Millennials, così come William Strauss e Neil Howe per primi definirono già nel 1991 questa generazione, hanno un’attitudine molto marcata al multitasking, ricercano un continuo feedback da parte dei superiori sul proprio lavoro e si aspettano di poter fare esperienze in settori diversi all’interno delle organizzazioni.
Ricercano la leadership, ma si aspettano che i manager e i colleghi più anziani siano pronti ad ascoltare e a rispettare le loro idee. Hanno bisogno di sfide con cui misurarsi, ma anche di rendersi conto di quali siano le opportunità e i percorsi di carriera.
Al tempo stesso però danno grande importanza al worklife balance e richiedono flessibilità nell’organizzazione del lavoro perché tendono a mettere la famiglia e gli amici prima della carriera. Sono inoltre molto attenti alla reputazione dell’azienda nella quale lavorano e si aspettano di dare un contributo in termini di responsabilità sociale.
I Millennials sono la generazione più collegata in rete della storia e si aspettano di ritrovare anche nel contesto lavorativo gli stessi strumenti che usano abitualmente per la gestione delle proprie relazioni interpersonali. Facebook, Twitter, Youtube non sono per loro fantastiche innovazioni dell’era digitale, ma parti della loro quotidiana vita sociale e di relazione.
Sono naturalmente propensi al multitasking, all’uso di più strumenti tecnologici e applicazioni con un approccio aperto alle nuove tecnologie per comunicare e condividere idee, pensieri e passioni.
Di conseguenza chiedono e si aspettano che all’interno delle aziende vi siano standard elevati di prestazione di rete e la possibilità di utilizzo degli stessi strumenti di connessione e condivisione, anche in mobilità, adottati abitualmente nella vita privata.
Tutti questi elementi insieme avranno un inevitabile impatto all’interno delle aziende rivoluzionando l’organizzazione del lavoro. Secondo un recente studio di Accenture sull’uso della tecnologia da parte del Millennials, le organizzazioni che non saranno in grado di venire incontro alla cultura digitale e di compartecipazione di questa generazione rischiano di perdere la capacità di attrarre e trattenere i nuovi assunti.
Questo vuole anche dire che HR e CIO saranno chiamati ad una maggiore collaborazione per riuscire a guadagnare un vantaggio competitivo nei confronti di competitor meno attenti alle dinamiche generazionali non solo in tema di recruiting e di retention ma anche per tutto quello che afferisce all’innovazione e alla crescita del business aziendale.
Via Tech Economy
Google nell'ultimo anno ha varato una vasta campagna di acquisizioni: da gennaio gli investimenti confermati in modo ufficiale o segnalati nei documenti presentati alla Sec, l'equivalente della Consob negli Stati Uniti, ammontano a 13,16 miliardi di dollari per quattro accordi.
L'operazione principale riguarda Motorola Mobility (12,5 miliardi di dollari), un trampolino di lancio dove avviare l'integrazione con cellulari, tablet e dispositivi per la televisione (set-top-box). Segue la società di marketing e promozione pubblicitaria Admeld (400 milioni). Poi Zagat (151 milioni), editore delle storiche guide gastronomiche, e Daily Deal (114 milioni), una startup tedesca specializzata nel commercio elettronico.
Per altri ventidue accordi, invece, le cifre reali non sono state rivelate, ma portano alla luce alcune direzioni di sviluppo di "Big G" per competere con i rivali. A partire dai social network: durante l'anno ha inglobato cinque tra startup e aziende specializzate nell'analisi e nella gestione delle reti sociali online (fflick, PostRank, Fridge, SocialGrapple, Katango). Un altro settore dove ha allargato i suoi confini è l'ecommerce, attraverso BeatThatQuote e Sparkbuy. Insegue inoltre Siri, il software Apple capace di capire i comandi vocali: Google prova a recuperare terreno con SayNow per le tecnologie di riconoscimento audio e poi con Clever Sense nei suggerimenti agli utenti.
Facebook non è ancora quotato in Borsa, ma il suo ingresso nel listino è previsto per la primavera dell'anno prossimo. Dall'inizio del 2012 ha portato nel suo recinto undici acquisizioni. Non sono noti, però, i termini degli accordi. I costi trapelati riguardano Gowalla (circa dieci milioni di dollari) e Beluga: secondo le stime più cautelative sarebbe costata attorno ai 40 milioni di dollari. Non è mistero l'interesse di Facebook per l'espansione su cellulari e tablet in vista del traguardo annunciato di un miliardo di utenti: per accelerare il passo nei Paesi in via di sviluppo ha bisogno di aumentare gli utenti soprattutto attraverso la telefonia mobile che in molte nazioni in Africa e nel Sudest asiatico diventa una porta di accesso alle fasce povere della popolazione locale. La startup Digital Staircase, invece, è una delle ultime scommesse: abilita le modifiche di fotografie e video in tempo reale sui cellulari. E diventa un tassello importante nella competizione con Instagram, un'applicazione software per la condivisione di immagini che ha raggiunto 15 milioni di utenti.
Luca Dello Iacovo su IlSole24ORE.com
Le azioni della casa produttrice di Blackberry sono salite dell'11% dopo le voci di possibili acquisizioni. I nomi dei compratori sono Microsoft e Nokia (in joint venture) ma si parla anche del colosso dell'e-commerce Amazon.
“Lo stato delle negoziazioni” con Microsoft e Nokia “non è chiaro ma il fatto che ci siano state evidenzia che Rim si trovi in difficoltà” scrive il Wall Street Journal. I risultati trimestrali deludenti hanno fatto affondare il titolo della società negli ultimi giorni e spinto gli investitori a chiedere cambi ai vertici o una vendita. I co-amministratori delegati Jim Balsillie e Mike Lazaridis hanno cercato di rassicurare gli azionisti sostenendo che avrebbero esplorato varie alternative. Rassicurazioni che, però, non hanno avuto il risultato sperato, con il titolo in caduta libera.
I manager di Rim, Microsoft e Nokia si sarebbe incontrati di frequente negli ultimi mesi per discutere. La società produttrice del Blackberry sarebbe stata avvicinata anche da Samsung e Htc per accordi sulla licenza del nuovo sistema operativo della società.
Via Quo Media
Si chiama eBay Christmas Boutique il primo tentativo di eBay di passare dalle vendite online ai negozi tradizionali. Nel West End di Londra è aperto un temporary shop gestito dal sito dell’aste e delle vendite online, in cui circa 350 oggetti sono stati messi in vendita dai PowerSeller londinesi.
Le modalità d'acquisto sono un po' particolari: occorre essere attrezzati con uno smartphone che permetta di decifrare i codici Qr posti vicino a ogni articolo. L'acquisto prosegue quindi online, dando vita a una sorta di esperienza ibrida che da un lato permette a chi è ancora diffidente verso il mondo degli acquisti online di avvicinarvisi senza troppi traumi, dall'altro consente a eBay di sondare una nuova modalità di proporsi ai potenziali acquirenti.
L'esperienza dell'eBay Christmas Boutique, infatti, per quanto passeggera non è destinata a restare unica: se il progetto avrà successo, altri negozi appariranno nelle varie città del mondo
Via Quo Media
Non può certo dormire sonni tranquilli Groupon che vede l'entrata, in mercato dove è leader quasi assoluto, di un solido e pericoloso concorrente. Un mercato, quello del couponing o altrimenti detto social commerce in continua crescita e che mette sul piatto un giro d'affari di parecchi milioni di euro. Ed è con questo intento che Seat PG e Glamoo hanno stretto un accordo che prevede, entro Natale, l'arrivo di nuovi servizi di couponing che saranno di beneficio alle aziende italiane e ai consumatori. Forte di circa 500 mila clienti italiani, Seate PG garantirà la presenza di un ampio e differenziato bacino di aziende, artigiani ed esercizi commerciali su tutto il territorio italiano. E' chiaro che tale forza porterà agli utenti offerte in categorie merceologiche non ancora presenti in questo mercato, che neanche Groupon può vantare.
Sarà poi compito di Glamoo, tramite la App Glamoo e il sito web www.glamoo.com mettere a disposizione all'oltre milione di utenti fidelizzati e a quanti si vorranno iscrivere al servizio, le varie offerte tramite una piattaforma tecnologica innovativa, fortemente orientata al mobile e della geolocalizzazione. E sarà proprio sul canale mobile, facile da usare sempre e dovunque, che farà leva l'offerta di Seat PG e Glamoo. Infatti gli iscritti potranno "geolocalizzare" le offerte che saranno quindi sempre "a portata di mano" in qualsiasi momento e qualsiasi sia la zona in cui si trovano. "La nostra strategia prevede l'ingresso nel mercato del couponing nel momento in cui ha assunto dimensioni rilevanti anche in Italia in termini di giro d'affari e utenti. Le potenzialità derivanti dalla nostra capillarità sul territorio sarà una grande opportunità per aziende, esercizi commerciali e artigiani italiani che vorranno aprirsi nuovi canali di vendita e promozione", ha dichiarato Alberto Cappellini, Amministratore Delegato di Seat PG." Questo mercato inoltre, – continua Cappellini- rappresenta una nuova revenue stream per Seat PG". Non a caso l'accordo prevede infatti un opzione d'acquisto di Seat PG su Glamoo entro un anno da oggi, se il mercato risponderà alle aspettative dell'azienda.
di Danilo Loda su IlSole24ORE.com
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