Di Max Da Via' (del 15/04/2020 @ 10:37:30, in Mercati, linkato 1460 volte)
Sono molte le aziende che si stanno impegnando socialmente per far fronte all'emergenza COVID-19. Un senso di responsabilità che si è inizialmente espresso grazie allosmart working, come soluzione per le imprese impiegate nel settore dei servizi. Anche molte compagnie che non avevano mai previsto il lavoro da casa si sono adoperate per garantire la salute e il benessere dei propri dipendenti.
Altri hanno optato per non chiudere il luogo di lavoro, prevedendo però unaquotidiana sanificazione degli impianti, unaturnazione del personaleper rispettare le distanze di sicurezza e l’acquisto di prodotti per la protezione individuale.
Numerosi gliaiuti economiciarrivati da parte delle aziende e degli stessi imprenditori e manager,in favore di ospedali, Croce Rossa e Protezione Civile. La maggior parte di queste offerte sono state utilizzate per comprare macchinari o per riadattare le strutture all'emergenza.
Non dimentichiamo che alcune fabbriche hanno deciso di interrompere la produzione di beni non necessari percambiareo accelerare la produzione di materiali essenziali per contrastare il virus.
Se da anni si parla ormai di come le aziende debbano avere uno scopo sociale e rispondere a un insieme di valori, o di quanto abbiano a cuore i loro dipendenti e gli altri stakeholder, ora è il momento di portare avanti questo impegno. Le persone credono veramente che la loro azienda abbia uno scopo e dei valori chiari solo quando vedono il management prendereuna decisione che sacrifica la redditività a breve termine per aderire a quei valori.
Gli esempi più significativi di Corporate Social Responsibility
Moda
Gucciinvita tutti i suoi follower a diventare#GucciCommunty, dando un contributo economico per combattere la situazione di crisi che stiamo affrontando, attraversodue campagne di crowdfunding.
Una dedicata al nostro paese, a sostegno dellaProtezione Civile“per sostenere il servizio sanitario italiano e la creazione di nuovi posti letto nelle terapie intensive”. È possibile partecipare allaraccolta fondiattraverso la piattaforma diIntesa SanPaolo ForFundingo tramite la story salvata sul profilo Instagram del brand.
L’altra campagna esorta a fare una donazione alFondo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, sempre grazie alla funzione “donate” nella IG Stories del canalewww.instagram.com/Gucci.
Al momento del lancio,Gucciha devoluto 1 milione di euroin favore della campagnaper l’Italiae unaltro milione alCOVID-19 Solidarietà Response Funddella fondazione delle Nazioni Unite. L’obiettivo finale è di arrivare a raccogliere 10 milioni per entrambi i progetti. Facebook si impegnerà a doppiare la cifra complessiva delle donazioni.
L’iniziativa fa seguito al progetto del gruppo Kering (di cuiGuccifa parte), ossia produrre oltre 1 milione di maschere e camici per il personale sanitario, in risposta all’appello della regione toscana.
Questa pandemiaci chiama a un compito inaspettato, ma è una chiamata alla quale rispondiamo condecisione, supportando il lavoro straordinario del personale sanitario, dei medici e degli infermieri che sono ogni giorno in prima linea nella lotta contro l’epidemiadi Covid-19, inItaliae nel resto del mondo. Sostenendoci a vicenda saremo in grado di superare questa crisi: uniti, ancora più di prima.
Queste le parole diAlessandro Michele, direttore creativo diGucci, eMarco Bizzarri, Presidente e CEO.
Bizzarri, inoltre, ha donato100 mila euro a favore dell’azienda sanitaria di Reggio Emilia, sua città d’origine.
Dalle misure rivolte ai dipendenti, alle raccolte fondi, sino alle riconversioni, la Corporate Social Responsibility si esprime in tanti modi al tempo del Coronavirus
Le persone credono veramente che la loro azienda abbia uno scopo e dei valori chiari quando il management sacrifica la redditività a breve termine per aderire a quei valori.
Sono molte le aziende che si stanno impegnando socialmente per far fronte all'emergenza COVID-19. Un senso di responsabilità che si è inizialmente espresso grazie allosmart working, come soluzione per le imprese impiegate nel settore dei servizi. Anche molte compagnie che non avevano mai previsto il lavoro da casa si sono adoperate per garantire la salute e il benessere dei propri dipendenti.
Altri hanno optato per non chiudere il luogo di lavoro, prevedendo però unaquotidiana sanificazione degli impianti, unaturnazione del personaleper rispettare le distanze di sicurezza e l’acquisto di prodotti per la protezione individuale.
Numerosi gliaiuti economiciarrivati da parte delle aziende e degli stessi imprenditori e manager,in favore di ospedali, Croce Rossa e Protezione Civile. La maggior parte di queste offerte sono state utilizzate per comprare macchinari o per riadattare le strutture all'emergenza.
Non dimentichiamo che alcune fabbriche hanno deciso di interrompere la produzione di beni non necessari percambiareo accelerare la produzione di materiali essenziali per contrastare il virus.
Se da anni si parla ormai di come le aziende debbano avere uno scopo sociale e rispondere a un insieme di valori, o di quanto abbiano a cuore i loro dipendenti e gli altri stakeholder, ora è il momento di portare avanti questo impegno. Le persone credono veramente che la loro azienda abbia uno scopo e dei valori chiari solo quando vedono il management prendereuna decisione che sacrifica la redditività a breve termine per aderire a quei valori.
Gli esempi più significativi di Corporate Social Responsibility
Moda
Gucciinvita tutti i suoi follower a diventare#GucciCommunty, dando un contributo economico per combattere la situazione di crisi che stiamo affrontando, attraversodue campagne di crowdfunding.
Una dedicata al nostro paese, a sostegno dellaProtezione Civile“per sostenere il servizio sanitario italiano e la creazione di nuovi posti letto nelle terapie intensive”. È possibile partecipare allaraccolta fondiattraverso la piattaforma diIntesa SanPaolo ForFundingo tramite la story salvata sul profilo Instagram del brand.
L’altra campagna esorta a fare una donazione alFondo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, sempre grazie alla funzione “donate” nella IG Stories del canalewww.instagram.com/Gucci.
Al momento del lancio,Gucciha devoluto 1 milione di euroin favore della campagnaper l’Italiae unaltro milione alCOVID-19 Solidarietà Response Funddella fondazione delle Nazioni Unite. L’obiettivo finale è di arrivare a raccogliere 10 milioni per entrambi i progetti. Facebook si impegnerà a doppiare la cifra complessiva delle donazioni.
L’iniziativa fa seguito al progetto del gruppo Kering (di cuiGuccifa parte), ossia produrre oltre 1 milione di maschere e camici per il personale sanitario, in risposta all’appello della regione toscana.
Questa pandemiaci chiama a un compito inaspettato, ma è una chiamata alla quale rispondiamo condecisione, supportando il lavoro straordinario del personale sanitario, dei medici e degli infermieri che sono ogni giorno in prima linea nella lotta contro l’epidemiadi Covid-19, inItaliae nel resto del mondo. Sostenendoci a vicenda saremo in grado di superare questa crisi: uniti, ancora più di prima.
Queste le parole diAlessandro Michele, direttore creativo diGucci, eMarco Bizzarri, Presidente e CEO.
Bizzarri, inoltre, ha donato100 mila euro a favore dell’azienda sanitaria di Reggio Emilia, sua città d’0rigine.
Giorgio Armaniè stato il primo a riconoscere la gravità del problema, decidendo disfilare a porte chiuse. In principio con aiuti in favore della Protezione Civile e degli ospedali di Milano, Roma, Bergamo, Piacenza e Versilia, per un valore complessivo di2 milioni di euro. A partire dal 26 marzo tutti i suoi stabilimenti produttivi italiani hanno iniziato a produrrecamici per il personale sanitario. È così che lo stilista piacentino decide di rimane vicino al nostro paese.
Monclerha offerto10 milioniper mettere in moto il progetto promosso dalla Regione Lombardia. Realizzare unpolo ospedaliero con 400 posti di rianimazionenell’ex Fiera di Milano.
Milano è una città che ha regalato a tutti noi un presente straordinario. Non possiamo e non vogliamo abbandonarla. È un dovere di tutti restituire alla città ciò che fino ad ora ci ha dato.
Pronuncia con orgoglioRemo Ruffini, presidente e amministratore delegato dell’azienda tessile.
In tanti hanno elargito ingenti somme di denaro e convertito la produzione delle loro fabbriche in materiali essenziali per contrastare il virus. Dalle mascherine, ai camici, fino agli igienizzanti per le mani. Valentino, Versace, Trussardi, Dolce & Gabbana, Bulgari,Prada, Gruppo Miroglio, Geox, Calzendonia eThe Ferragnez, solo per citarne alcuni.
C'è chi comeTrussardiha deciso di destinare anche il100% dei ricavi dell'eCommerce all'acquisto di respiratori e ventilatori polmonari.
Auto e trasporti
FCA e Ferrari, insieme aMarelli, metteranno i loro impianti e dipendenti a disposizione di Siare Engineering International, leader nella progettazione e produzione di apparecchiature medicali a livello mondiale.
L'obiettivo è lafabbricazione di nuovi respiratori polmonari per i pazienti.
Dalle misure rivolte ai dipendenti, alle raccolte fondi, sino alle riconversioni, la Corporate Social Responsibility si esprime in tanti modi al tempo del Coronavirus
Le persone credono veramente che la loro azienda abbia uno scopo e dei valori chiari quando il management sacrifica la redditività a breve termine per aderire a quei valori.
Sono molte le aziende che si stanno impegnando socialmente per far fronte all'emergenza COVID-19. Un senso di responsabilità che si è inizialmente espresso grazie allosmart working, come soluzione per le imprese impiegate nel settore dei servizi. Anche molte compagnie che non avevano mai previsto il lavoro da casa si sono adoperate per garantire la salute e il benessere dei propri dipendenti.
Altri hanno optato per non chiudere il luogo di lavoro, prevedendo però unaquotidiana sanificazione degli impianti, unaturnazione del personaleper rispettare le distanze di sicurezza e l’acquisto di prodotti per la protezione individuale.
Numerosi gliaiuti economiciarrivati da parte delle aziende e degli stessi imprenditori e manager,in favore di ospedali, Croce Rossa e Protezione Civile. La maggior parte di queste offerte sono state utilizzate per comprare macchinari o per riadattare le strutture all'emergenza.
Non dimentichiamo che alcune fabbriche hanno deciso di interrompere la produzione di beni non necessari percambiareo accelerare la produzione di materiali essenziali per contrastare il virus.
Se da anni si parla ormai di come le aziende debbano avere uno scopo sociale e rispondere a un insieme di valori, o di quanto abbiano a cuore i loro dipendenti e gli altri stakeholder, ora è il momento di portare avanti questo impegno. Le persone credono veramente che la loro azienda abbia uno scopo e dei valori chiari solo quando vedono il management prendereuna decisione che sacrifica la redditività a breve termine per aderire a quei valori.
Gli esempi più significativi di Corporate Social Responsibility
Moda
Gucciinvita tutti i suoi follower a diventare#GucciCommunty, dando un contributo economico per combattere la situazione di crisi che stiamo affrontando, attraversodue campagne di crowdfunding.
Una dedicata al nostro paese, a sostegno dellaProtezione Civile“per sostenere il servizio sanitario italiano e la creazione di nuovi posti letto nelle terapie intensive”. È possibile partecipare allaraccolta fondiattraverso la piattaforma diIntesa SanPaolo ForFundingo tramite la story salvata sul profilo Instagram del brand.
L’altra campagna esorta a fare una donazione alFondo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, sempre grazie alla funzione “donate” nella IG Stories del canalewww.instagram.com/Gucci.
Al momento del lancio,Gucciha devoluto 1 milione di euroin favore della campagnaper l’Italiae unaltro milione alCOVID-19 Solidarietà Response Funddella fondazione delle Nazioni Unite. L’obiettivo finale è di arrivare a raccogliere 10 milioni per entrambi i progetti. Facebook si impegnerà a doppiare la cifra complessiva delle donazioni.
L’iniziativa fa seguito al progetto del gruppo Kering (di cuiGuccifa parte), ossia produrre oltre 1 milione di maschere e camici per il personale sanitario, in risposta all’appello della regione toscana.
Questa pandemiaci chiama a un compito inaspettato, ma è una chiamata alla quale rispondiamo condecisione, supportando il lavoro straordinario del personale sanitario, dei medici e degli infermieri che sono ogni giorno in prima linea nella lotta contro l’epidemiadi Covid-19, inItaliae nel resto del mondo. Sostenendoci a vicenda saremo in grado di superare questa crisi: uniti, ancora più di prima.
Queste le parole diAlessandro Michele, direttore creativo diGucci, eMarco Bizzarri, Presidente e CEO.
Bizzarri, inoltre, ha donato100 mila euro a favore dell’azienda sanitaria di Reggio Emilia, sua città d’origine.
Giorgio Armaniè stato il primo a riconoscere la gravità del problema, decidendo disfilare a porte chiuse. In principio con aiuti in favore della Protezione Civile e degli ospedali di Milano, Roma, Bergamo, Piacenza e Versilia, per un valore complessivo di2 milioni di euro. A partire dal 26 marzo tutti i suoi stabilimenti produttivi italiani hanno iniziato a produrrecamici per il personale sanitario. È così che lo stilista piacentino decide di rimane vicino al nostro paese.
Monclerha offerto10 milioniper mettere in moto il progetto promosso dalla Regione Lombardia. Realizzare unpolo ospedaliero con 400 posti di rianimazionenell’ex Fiera di Milano.
Milano è una città che ha regalato a tutti noi un presente straordinario. Non possiamo e non vogliamo abbandonarla. È un dovere di tutti restituire alla città ciò che fino ad ora ci ha dato.
Pronuncia con orgoglioRemo Ruffini, presidente e amministratore delegato dell’azienda tessile.
In tanti hanno elargito ingenti somme di denaro e convertito la produzione delle loro fabbriche in materiali essenziali per contrastare il virus. Dalle mascherine, ai camici, fino agli igienizzanti per le mani. Valentino, Versace, Trussardi, Dolce & Gabbana, Bulgari,Prada, Gruppo Miroglio, Geox, Calzendonia eThe Ferragnez, solo per citarne alcuni.
C'è chi comeTrussardiha deciso di destinare anche il100% dei ricavi dell'eCommerce all'acquisto di respiratori e ventilatori polmonari.
Auto e trasporti
FCA e Ferrari, insieme aMarelli, metteranno i loro impianti e dipendenti a disposizione di Siare Engineering International, leader nella progettazione e produzione di apparecchiature medicali a livello mondiale.
L'obiettivo è lafabbricazione di nuovi respiratori polmonari per i pazienti.
Pirelli, grazie alla collaborazione con China Construction Bank, ha deciso di donare65 ventilatoriper la terapia intensiva,5.000 tute protettiveper chi lavora negli ospedali e20.000 mascherinealla Lombardia.
In un momento di così grande difficoltà, vogliamo stare vicini alla nostra regione e al nostro paese. Dobbiamo dunque ringraziare tutti i nostri partner che ci hanno aiutati in questa iniziativa, per supportare il sistema sanitario in modo rapido ed efficace.
Il gruppoApontesegue le orme della Gnv Splendid, ovvero la "nave ospedale" ferma a Genova, offrendo ladisponibilità di stazionare al porto di Palermo una nave MSC. Un piano B per la quarantena di coloro che risultano positivi al tampone o per i casi confermati di COVID-19.
Settore farmaceutico
LaBayerdona 1 milione di euro agli ospedali della Lombardiaper acquistare macchinari per la terapia intensiva.
Menariniha prodottotonnellate di gel disinfettante da offrire agli ospedali.
La Rochesi impegna afornire gratuitamente il suo farmaco contro l’artrite, per il tempo necessario e a tutte le Regioni che lo richiedono. Infatti secondo la comunità scientifica questo prodotto sembra migliorare la capacità respiratoria nei pazienti positivi al virus.
Intrattenimento
C’è un tempo per ogni cosa, e questo per tutti è il tempo per restare a casa, per essere responsabili, per proteggere noi stessi, i nostri cari, le persone più deboli, il Paese.
Queste sono le prime parole del comunicato stampa diSkydel 17 marzo.
L’emittente mostra la sua vicinanza agli italiani e il suo incoraggiamento a stare in casa tramite unaprogrammazione aperta a tutti gli abbonati(nessun limite di pacchetto), senza costi aggiuntivi elancia una campagna diraccolta fondiper sostenere la Protezione Civile.
Per ora non si sa con certezza fino a quando l’offerta rimarrà valida, l’unico aggiornamento è che dal 4 aprile ci sarannodue nuovi canalicreati ad hoc.Sky CinemaIoRestoACasa 1, con film per tutta la famiglia eSky CinemaIoRestoACasa 2,indirizzato a un pubblico più adulto.
Infinity, la piattaforma streaming on demand del Gruppo Mediaset, offredue mesi gratuitiper provare il servizio.
MYmoviesmette a disposizione (fino al 5 aprile e a costo zero)50 filmda visionaretramite la prenotazione di posti digitali nelle sale web.
In un momento così difficile per l’Italia,destiniamo alla ricerca sul Covid-19 un milione di euro, una misura che si aggiunge alle donazioni alla sanità nazionale, al sostegno economico a privati e imprese, a iniziative diraccolta fondiper progetti meritori.
"Insieme ce la faremo!" è lo slogan con cuiBanca Mediolanum, in collaborazione con ClassCNBC, ha presentato l'iniziativa che si è tenuta il 19 marzo. Un approfondimento circa le previsioni economiche e finanziarie della crisi, grazie ai commenti di esperti del settore. Inoltre la Banca ha effettuatodonazioni per l'emergenzasanitaria e organizzato unaraccolta fondi.
UBI Bancaha devoluto5 milioni di euro a istituti ospedalieri e centri di ricercadirettamente impegnati nella gestione dell'emergenza.
Sport
La Romaha raccolto50 mila eurograzie alla fondazioneRomaCares, il presidentePallotta ha donato altri 50 mila euroe il club ha aperto una pagina su GoFundMe (piattaforma di crowdfunding americana) per laraccolta fondiin favore dell'Istituto Spallanzani di Roma.
Anche altre società comeInter, Milan e Parmasi sono impegnate conimportanti donazioni, senza dimenticare gliaiuti economici daparte dei singoligiocatoritra cui DyBala, Pazzini, Balotelli, Donnarumma, Ilicice allenatoricome Filippo Inzaghi.
L'ex calciatoreinvita i suoi follower ad agire tutti insieme, ognuno in base alla proprie possibilità.
Il valore della Corporate Social Responsibility
Questi sono solo alcuni esempi di Corporate Social Responsibility nel nostro paese.
Dall'attenzione ai dipendenti, a chi combatte in prima linea negli ospedali, a ogni singolo cittadino chiamato a stare in casa per proteggere se stesso e gli altri. Alle aziende che davanti a difficoltà come questa non si fermano. Ciò che non va dimenticato è che in questo momento così critico, le imprese hanno la possibilità dimostrare l'autenticità dei propri valorie in tante lo stanno facendo nel modo giusto, nel modo che non sarà facile dimenticare.
Di Max Da Via' (del 07/05/2020 @ 06:56:25, in Mercati, linkato 1322 volte)
Confcommercionon smette di esprimere preoccupazione per l'attuale scenario economico di settore e, dopoil parere fortemente negativo espresso sul posticipo della data di riapertura, torna a parlare di consumi e stime 2020 in base alle nuove ipotesi di calendario. Come si legge nella relativa nota: "mantenendo la data del primo ottobre come la più realistica per il ritorno a una fase di totale normalità, seppure con l’attivazione di protocolli di sicurezza che modificheranno i comportamenti di famiglie e imprese, si stimaper il 2020 un crollo dei consumi pari a quasi 84 miliardi di euro(-8% rispetto al 2019)".
Una "valutazione prudenziale che, non si esclude, potrebbe anche peggiorare. Oltre tre quarti della perdita dei consumi – prosegue la nota – sono concentrati in pochi settori di spesa:vestiario e calzature, automobili e moto, servizi ricreativi e culturali, alberghi, bar e ristoranti. Questi ultimi due, in particolare, sono i comparti che registrano le cadute più pesanti: -48,5% per i servizi di alloggio e -33,3% per bar e ristoranti. Per questi due importanti settori le stime sono molto prudenziali: le cadute potrebbero risultare a consuntivo decisamente più gravi se il ritorno alla 'nuova' normalità sarà particolarmente lento".
"E’ evidente che con un crollo della domanda così pesante la sopravvivenza stessa di questi comparti di attività economica è messa a serio rischio.Molto dipenderà dall’efficacia dei provvedimenti del Governo di sostegno alla produzione e al consumo, sia quelli già adottati sia quelli futuri. La strategia più logica e immediata di sostegno si riassume nella trasformazione delle perdite di reddito del settore privato, causate dalla chiusura forzata per il lockdown, in maggiore debito pubblico. Questo pilastro dei trasferimenti a fondo perduto a famiglie e imprese sembra in via di rafforzamento, e ciò offre qualche speranza per la ripresa".
Di Max Da Via' (del 06/10/2020 @ 07:48:22, in Mercati, linkato 1852 volte)
Erano gli anni 90 quando Dragon lanciò sul mercato il primo software che permetteva di scrivere testi usando la voce. O dovrei dire prometteva, perché di quella esperienza ricordo solo la frustrazione dopo i primi tentativi. Bisognerà aspettare Siri, nel 2011, e poi Google Now, nel 2012, per intuire che i tempi erano maturi. Ora parlare con un assistente personale è diventata un’abitudine per molti. Merito anche di Amazon che, dal 2014, ha infilato il suo Alexa in decine di oggetti poco costosi, aprendo il mercato deglismart speaker.
Oggi gli assistenti vocali si trovano ovunque, in elettrodomestici, orologi, cuffie, televisori, automobili. La loro caratteristica è di usare, più o meno estesamente, qualche algoritmo diintelligenza artificiale: comprendono la voce umana (Speech Recognition e Natural Language Understanding), raccolgono dati (preferenze e di contesto) ed eseguono funzioni più o meno elaborate. L’utilizzo più comune degli assistenti inseriti neglismart speakerè la diffusione di musica, seguito dalle informazioni meteorologiche. Mentre gli assistenti degli smartphone vengono usati principalmente per fare domande, poi per rispondere a chiamate e per individuare percorsi. A quelli delle auto ci si affida solo per fare chiamate e trovare destinazioni.
Il mercato di assistenti e smart speaker
Il mercato degli assistenti vocali è guidato dalle aziende che controllano gli oggetti intelligenti più diffusi, gli smartphone. Sistimache Google Assistant abbia 500 milioni di utenti attivi mensili, Siri 374 milioni. In termini di installazioni Cortana di Microsoft e DuerOS di Badu sono presenti in oltre 400 milioni di oggetti, Alexa in oltre 200 milioni e Bixby di Samsung in oltre 160 milioni.
Se invece guardiamo al solomercato degli smart speakerAmazon emerge con il 23%, seguito da Google al 19%, da Baidu (14%), Alibaba (13%) e Xiaomi (11%). In coda Apple consolo il 5% del mercato. La situazione è ancora diversa se si restringe lo sguardo al mercato statunitense dove le casse acustiche intelligenti di Amazon hanno il 53% del mercato (-20 punti rispetto al 2018), mentre quelle di Google hanno il 31% (+13 punti). Il resto dei consumatori si rivolge a Sonos (4,7%), Apple (2,8%) e ai produttori cinesi.
Il fenomeno è globale, con peculiarità da paese a paese. La Cina rappresenta ben il 30%/40% delle vendite di smart speaker. Qui i protagonisti sono Alibaba (AliGenie), Baidu (DuerOS), Xiaomi (Xiao AI) e Tencent (Xiaowe). In Russia il leader incontrastato è Alice di Yandex, l’azienda che produce il più usato motore di ricerca. Poi ci sono i paesi in cui ad emergere sono gli assistenti degli operatori telefonici: in Germania c’è Magenta di Deutsche Telekom, in Francia Djingo di Orange, in Spagna Aura di Telefonica.
Con la diffusione di massa è arrivata anche la differenziazione, per cui oggi esistono diverse tipologie di soluzioni:
piattaforme generaliste, come Amazon Alexa e Google Assistant, le cui funzioni (skill o action) sono estensibili da sviluppatori di terze parti, per cui le aziende possono creare “branded app” che le sfruttano;
piattaforme di nicchia, comeAider, che offrono soprattutto un supporto di back-office alle aziende. Connettendovi le applicazioni aziendali è possibile sfruttare la piattaforma per offrire un servizio di assistenza clienti via voce o messaggi, automatizzare alcune funzioni di business, analizzare le performance web e le vendite, ottenere suggerimenti e stime previsionali;
soluzioni personalizzate dai brand per rendere intelligenti prodotti specifici come quelle offerte da BBC, BMW, Mercedes-Benz;
soluzioni in white label comeHoundifyche permette di semplificare l’aggiunta di un assistente vocale intelligente a qualsiasi prodotto.
Dal brand di fiducia all’assistente di fiducia
È indubbio che gli assistenti vocali stiano diventando unnuovo diaframma tra desiderio e consumo. Un canale di assistenza, vendita e promozione che potrebbe avere un notevole impatto su tre livelli: acquisizione dei clienti, soddisfazione e fidelizzazione. L’assistente personale, oggi controllato da Amazon, Apple, Google, potrebbe guadagnare la fiducia dei consumatori se diventerà il centro delle abitudini, la memoria storica delle preferenze, il motore instancabile di suggerimenti. Se le sue risposte risultassero sufficientemente utili ed in grado di eliminare gli ostacoli all’acquisto, potrebbero favorire alcuni brand anziché altri.
Ciò potrebbe determinare l’indebolimento del brand a favore della piattaforma tecnologica preferita, sempre vicina, intimamente connessa alla vita delle persone. Si realizzerà il passaggio datrusted brandsatrusted AI assistantcome sostiene il professor Niraj Dawal sull’Harvard Business Review?
In ogni casoci sarà da immaginare un nuovo marketing che tenga conto di queste macchine intelligenti e del loro modo di “ragionare”, un marketing rivolto alle macchine e non solo alle persone. I marketer saranno costretti a concentrarsi sull’ottimizzazione della posizione del brand sulle piattaforme di intelligenza artificiale e/o a costruire una propria identità vocale. A interrogarsi sulla necessità di aggiungere una interfaccia vocale all’esperienza utente o di creare un assistente personale per i propri prodotti, tenendo ben presente che un’esperienza vocale povera non si dimentica facilmente.
Di Max Da Via' (del 22/10/2020 @ 07:09:49, in Mercati, linkato 1360 volte)
Erano gli anni 90 quando Dragon lanciò sul mercato il primo software che permetteva di scrivere testi usando la voce. O dovrei dire prometteva, perché di quella esperienza ricordo solo la frustrazione dopo i primi tentativi. Bisognerà aspettare Siri, nel 2011, e poi Google Now, nel 2012, per intuire che i tempi erano maturi. Ora parlare con un assistente personale è diventata un’abitudine per molti. Merito anche di Amazon che, dal 2014, ha infilato il suo Alexa in decine di oggetti poco costosi, aprendo il mercato deglismart speaker.
Oggi gli assistenti vocali si trovano ovunque, in elettrodomestici, orologi, cuffie, televisori, automobili. La loro caratteristica è di usare, più o meno estesamente, qualche algoritmo diintelligenza artificiale: comprendono la voce umana (Speech Recognition e Natural Language Understanding), raccolgono dati (preferenze e di contesto) ed eseguono funzioni più o meno elaborate. L’utilizzo più comune degli assistenti inseriti neglismart speakerè la diffusione di musica, seguito dalle informazioni meteorologiche. Mentre gli assistenti degli smartphone vengono usati principalmente per fare domande, poi per rispondere a chiamate e per individuare percorsi. A quelli delle auto ci si affida solo per fare chiamate e trovare destinazioni.
Il mercato di assistenti e smart speaker
Il mercato degli assistenti vocali è guidato dalle aziende che controllano gli oggetti intelligenti più diffusi, gli smartphone. Sistimache Google Assistant abbia 500 milioni di utenti attivi mensili, Siri 374 milioni. In termini di installazioni Cortana di Microsoft e DuerOS di Badu sono presenti in oltre 400 milioni di oggetti, Alexa in oltre 200 milioni e Bixby di Samsung in oltre 160 milioni.
Se invece guardiamo al solomercato degli smart speakerAmazon emerge con il 23%, seguito da Google al 19%, da Baidu (14%), Alibaba (13%) e Xiaomi (11%). In coda Apple consolo il 5% del mercato. La situazione è ancora diversa se si restringe lo sguardo al mercato statunitense dove le casse acustiche intelligenti di Amazon hanno il 53% del mercato (-20 punti rispetto al 2018), mentre quelle di Google hanno il 31% (+13 punti). Il resto dei consumatori si rivolge a Sonos (4,7%), Apple (2,8%) e ai produttori cinesi.
Il fenomeno è globale, con peculiarità da paese a paese. La Cina rappresenta ben il 30%/40% delle vendite di smart speaker. Qui i protagonisti sono Alibaba (AliGenie), Baidu (DuerOS), Xiaomi (Xiao AI) e Tencent (Xiaowe). In Russia il leader incontrastato è Alice di Yandex, l’azienda che produce il più usato motore di ricerca. Poi ci sono i paesi in cui ad emergere sono gli assistenti degli operatori telefonici: in Germania c’è Magenta di Deutsche Telekom, in Francia Djingo di Orange, in Spagna Aura di Telefonica.
Con la diffusione di massa è arrivata anche la differenziazione, per cui oggi esistono diverse tipologie di soluzioni:
piattaforme generaliste, come Amazon Alexa e Google Assistant, le cui funzioni (skill o action) sono estensibili da sviluppatori di terze parti, per cui le aziende possono creare “branded app” che le sfruttano;
piattaforme di nicchia, comeAider, che offrono soprattutto un supporto di back-office alle aziende. Connettendovi le applicazioni aziendali è possibile sfruttare la piattaforma per offrire un servizio di assistenza clienti via voce o messaggi, automatizzare alcune funzioni di business, analizzare le performance web e le vendite, ottenere suggerimenti e stime previsionali;
soluzioni personalizzate dai brand per rendere intelligenti prodotti specifici come quelle offerte da BBC, BMW, Mercedes-Benz;
soluzioni in white label comeHoundifyche permette di semplificare l’aggiunta di un assistente vocale intelligente a qualsiasi prodotto.
Dal brand di fiducia all’assistente di fiducia
È indubbio che gli assistenti vocali stiano diventando unnuovo diaframma tra desiderio e consumo. Un canale di assistenza, vendita e promozione che potrebbe avere un notevole impatto su tre livelli: acquisizione dei clienti, soddisfazione e fidelizzazione. L’assistente personale, oggi controllato da Amazon, Apple, Google, potrebbe guadagnare la fiducia dei consumatori se diventerà il centro delle abitudini, la memoria storica delle preferenze, il motore instancabile di suggerimenti. Se le sue risposte risultassero sufficientemente utili ed in grado di eliminare gli ostacoli all’acquisto, potrebbero favorire alcuni brand anziché altri.
Ciò potrebbe determinare l’indebolimento del brand a favore della piattaforma tecnologica preferita, sempre vicina, intimamente connessa alla vita delle persone. Si realizzerà il passaggio datrusted brandsatrusted AI assistantcome sostiene il professor Niraj Dawal sull’Harvard Business Review?
In ogni casoci sarà da immaginare un nuovo marketing che tenga conto di queste macchine intelligenti e del loro modo di “ragionare”, un marketing rivolto alle macchine e non solo alle persone. I marketer saranno costretti a concentrarsi sull’ottimizzazione della posizione del brand sulle piattaforme di intelligenza artificiale e/o a costruire una propria identità vocale. A interrogarsi sulla necessità di aggiungere una interfaccia vocale all’esperienza utente o di creare un assistente personale per i propri prodotti, tenendo ben presente che un’esperienza vocale povera non si dimentica facilmente.