Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
D’ora in avanti sarà possibile giocare d’azzardo su Facebook. Il social network ha aperto le porte a Bingo Friendzy, applicazione che offre la possibilità di vincere premi in denaro, almeno agli utenti britannici.
Negli Stati Uniti una app simile sarebbe illegale, quindi Zuckerberg e soci hanno deciso di concentrare le loro attenzioni sul Regno Unito, più permissivo in fatto di scommesse e azzardo online. Il gioco web non ha nemmeno l’autorizzazione dei Monopoli si Stato italiani.
Bingo Friendzy, ovviamente vietato ai minori di 18 anni, offre la possibilità di giocare al bingo e a una serie di mini-giochi a esso affiancati. Tra i progetti di Gamesys, società che gestisce l’applicazione, anche una collaborazione con Zynga per creare una CityVille dell’azzardo, con soldi reali a condire l’universo 2.0.
Via Quo Media
Il trend crescente che vede Pinterest come un social network particolarmente gradito all’universo femminile, sta rapidamente spingendo il mondo del business online a studiare nuove ed efficaci soluzioni per stimolare la parte “in rosa” dei social network. Soprattutto quella di coloro che, attraverso la condivisione di contenuti digitali (soprattutto foto e video), racconta e promuove esperienze di prodotto.
Ecco perché in poco tempo ha preso piede una startup come Boutine.com, che consente alle donne di creare la propria boutique online, ed attraverso il mix e la rielaborazione di prodotti e contenuti preesistenti, ”creare collezioni” o caricare le proprie produzioni. Pur non essendo l’unico in questo settore (Polyvore propone una soluzione simile), prevede in realtà un’opzione in più: la possibilità di fare del portale una piattaforma di mediazione per la compravendita dei prodotti realizzati o promossi dagli utenti.
In questo modo, boutine.com non è più soltanto un portale di condivisione, ma ha le potenzialità per divenire una vera e propria piattaforma di e-commerce. Un aspetto che sarebbe facilitato nella crescita business dall’esperienza del suo fondatore Prahmod Dabir, che era un professionista specializzato in investment banking.
Dabir e il suo Boutine.com puntano a raccogliere “l’ispirazione nella moda dalle utenti”, anche attraverso fenomeni di curation, ma sfruttandoli per potenziare i possibili business connessi all’e-commerce. Boutine.com infatti, organizza e presenta i pezzi che possono essere combinati tra loro dagli utenti per creare la proria “linea” di abiti e accessori e, tra quelli selezionabili, ci sono capi direttamente in vendita attraverso la piattaforma. Si tratta di più di 2mila singole voci tra borse, vestiti, gioielli ed altri accessori; con un prezzo medio di 150 dollari, attentamente selezionati e inseriti online da 75 designers.
Gli utenti possono anche caricare le proprie foto da Instagram, relative a “proprie collezioni” d’abbigliamento, così da poter individuare online i prodotti che siano abbinabili agli abiti e gli accessori che già si possiedono. Ogni collezione completa può essere condivisa con gli amici su tutte le principali piattaforme di social networking (Twitter, Pinterest, Facebook), oppure sul proprio blog sia attraverso i codici da incorporare sia con l’apposito plugin per WordPress. Quando un utente decide di acquistare un prodotto, la compravendita avviene direttamente tramite il portale, senza altri intermediari. È in quest’aspetto la formula di remunerazione del sito: boutine.com trattiene per se una commissione del 20% sui prodotti venduti, il resto va agli “stilisti” (cioè le utenti che hanno contribuito ad assemblare il set o a realizzare i prodotti) decurtato delle spese e di una provvigione pari al 10% che va alla titolare della boutique online che ha venduto il capo. Boutine si incarica inoltre di distribuire equamente un compenso, tra tutti coloro che hanno aiutato a portare a termine l’affare: blogger, stilisti e appassionati di moda (che rappresentano poi la vera parte attiva della piattaforma e generano “le collezioni” in vendita).
Il sito è oramai uscito dalla fase beta e si sta rapidamente diffondendo, facendo emergere già alcuni dati sui tempi d’impiego: mediamente 25 minuti a visita, con una media di 3 o 4 visite al mese per utente.
Segnali interessanti per un trend che potrebbe rapidamente attrarre anche brand, o settori della moda, ancora non coinvolti nelle realtà più ampie o di retail online come Yoox; oggi sempre più forte sul mercato grazie alle nuove partnership.
Via Tech Economy
Come molte altre Web Company, anche Yahoo ha deciso di dedicarsi alla creazione di contenuti, mettendosi in gioco su un nuovo fronte commerciale. L’idea di Yahoo è stata annunciata in questi giorni: si tratta di un “social talk show” multimediale.
Il nome del talk show online è #HashOut, condotto da alcuni vip come Arnold Schwarzenegger, la ex moglie e giornalista Maria Shriver, la professoressa di Princeton Anne-Marie Slaughter; con loro anche il co-ideatore della celebre serie “Lost”, Damon Lindelof, e molti altri ancora.
Sarà, secondo gli ideatori di Yahoo, un “nuovo modo di raccontare le notizie” e soprattutto “il primo talk show interamente ideato e condotto sui social media”. Uno spettacolo che ospiterà, tra gli altri, nel suo salotto virtuale celebri autori americani: come Gary Shteyngart, la fondatrice di Jezebel Anna Holmes e il comico Baratunde Thurston.
La data di lancio ufficiale dell’innovativo progetto di Yahoo è ancora top secret e per ora dall’azienda invitano ad iscriversi alla mailing list dedicata per essere avvisati in tempo dell’uscita della puntata pilota.
Il progetto di Yahoo #HashOut arriva al momento giusto visto che altre aziende di video streaming e di e-commerce come Netflix, Amazon e Hulu, e addirittura Twitter, stanno lavorando anch’esse a nuovi progetti similari.
Via Tech Economy
Sarà inoltre disponibile anche Regno Unito, in Germania, Francia e Spagna offrendo così ai clienti europei “l’accesso alla vasta scelta di applicazioni Android con la comodità degli acquisti su Amazon dai loro telefoni e tablet Android“, spiega l’azienda in un comunicato ufficiale. Il suo negozio online di app è nato negli Usa a marzo del 2011. L’Appstore di Amazon, proprio come il più noto di Apple, offre una vasta selezione di applicazioni e giochi, tra cui ‘Skyscanner’, ‘Fruit Ninjà e le app di marchi come Rovio, l’azienda che ha ideato il famoso game Angry Birds.
Per l’Italia c’è anche l’app del popolare sito ilMeteo.it. “I clienti negli Stati Uniti hanno acquistato milioni di applicazioni e giochi dalla data del lancio, siamo lieti di estendere questa esperienza ai nostri clienti europei“, spiega Jim Adkins, Vice Presidente di Amazon Appstore. Insieme al negozio virtuale i clienti europei avranno accesso anche a funzionalità come il ‘Free App of the Day’, che offre ogni giorno, gratis, una app solitamente a pagamento. Ma pure alle altre funzionalità di Amazon, come i suggerimenti personalizzati, le recensioni scritte dai clienti e l’opzione di pagamento 1-Click. In Germania, Francia e Italia lo store Amazon si chiama App-Shop, in Spagna Apps Tienda, mentre nel Regno Unito è Amazon Appstore per Android.
Via Tech Economy
Amazon lancia un nuovo servizio per brand e aziende. La compagnia, sulla scia del successo di simili iniziative nei social media, ha introdotto le Amazon Pages, un servizio molto simile alle brand page di Facebook ma con la marcia in più dell’integrazione completa nei servizi della popolare piattaforma di e-commerce.
Le pagine dovrebbero servire come strumento di marketing e relazione con i consumatori, “una destinazione personalizzata” all’interno del sito di e-commerce (www.amazon.com/brandname).
La possibilità di inserire post e integrarli facilmente in Facebook fa leva, inoltre, sulla tendenza emergente del social commerce. La forte focalizzazione sull’immagini sembra tentare di replicare il successo di social visivi come Pinterest, legandolo strettamente ad obiettivi di vendita grazie all’“Add to Cart” integrato nelle rappresentazioni dei prodotti delle aziende. Gli strumenti analitici permettono poi di misurare i risultati raggiunti.
Amazon permetteva già ad alcuni brand come Levi’s e Sony di gestire un proprio Brand Stores all’interno del proprio sito. Le pagine, quindi, a maggior ragione sembrano aver maggiormente come scopo la comunicazione, per quanto strettamente connessa alla distribuzione-vendita, e l’interazione con i consumatori. E, probabilmente, tentano di impedire l’emersione di forti concorrenti nel mercato dell’e-commerce, provenienti dal campo variegato dei social media. L’emersione del social commerce potrebbe, infatti, creare grosse opportunità per servizi come Pinterest, The Fancy, o addirittura Facebook. Amazon tenta di restringere, probabilmente, queste possibilità offrendo ai brand la possibilità di inserire contenuti e di stimolare dinamiche social.
Via Tech Economy
L’anno di Apple è cominciato con le indiscrezioni sulla prossima nascita di un iPhone Mini, per struttura e prezzo. Voci che si fanno sempre più insistenti e che portano addirittura a pensare che il Melafonino low cost arriverà sugli scaffali prima della fine di questo 2013, ricco di progetti per gli ingegneri di Cupertino.
Apple non si limita ad allungare le mani sul mercato degli smartphone di media gamma con iPhone Mini, ma è pronta a entrare nel campo dell’orologeria con iWatch, anticipando Google e Samsung, che a loro volta stanno progettando un orologio hi-tech. iWatch punterebbe a rendere indossabili il web, i social network e alcuni contenuti digitali (la musica su tutti). Una versione da polso di iPod Touch, praticamente, con annessa versione leggera di iOs.
Il sistema operativo della Mela potrà contare su una nuova evoluzione: iOs 7 dovrebbe essere presentato a giugno, a supporto delle prossime versioni dei dispositivi della linea iPhone e iPad. I tablet saranno aggiornati entri fine anno, così come i computer Mac Pro. Ma il pezzo forte è iTv, che però potrebbe arrivare a inizio 2014. Con la televisione interattiva, Apple vorrebbe raccogliere web e intrattenimento, iTunes e divertimento da salotto. La sfida è a tutto campo, il 2013 è appena cominciato.
Via Quo Media
Amazon ha introdotto un’interessante novità per i propri clienti. Amazon AutoRip, il nuovo servizio lanciato dal gigante dell’e-commerce, permetterà a tutte le persone che hanno acquistato CD musicali sulla piattaforma, sin dall’apertura del Music Store nel 1998, di ricevere gratuitamente una versione MP3 delle canzoni che verrà conservata nell’account Amazon Cloud Player del cliente.
La multinazionale americana punta ancora più decisamente sulla digital music permettendo ai clienti una più semplice ed economica adozione dei sistemi musicali digitali, attraverso la conversione gratuita delle collezioni già possedute; ovviamente se acquistate su Amazon. L’iniziativa potrebbe contemporaneamente incentivare l’acquisto, almeno da parte dei più appassionati, dei CD, permettendo il possesso, con un’unica transazione, sia dei comodi MP3 che dei supporti fisici, in alcuni casi delle vere e proprie opere d’arte.
AutoRip, al momento, sarà disponibile per circa 50000 album presenti su Amazon.com, ma presto l’offerta sarà ampliata sia per i brani già presenti nel catalogo che per i nuovi. La multinazionale offre il servizio grazie ad un accordo con le tre maggiori società mondiali (EMI-Universal, Sony e Warner) e numerose etichette indipendenti. Il nuovo servizio funzionerà in automatico senza richiedere nessun intervento da parte dell’utente, la copia digitale sarà messa a disposizione automaticamente nell’account Cloud Player, anche se il cliente non lo ha mai utilizzato. Un’email segnalerà la disponibilità del file digitale.
Via Tech Economy
YouTube continua a investire sui canali sviluppati in partnership. Secondo informazioni raccolte da All Things D, la società starebbe per comprare una quota di minoranza del sito musicale Vevo. L’accordo tra le due compagnie sarebbe stato già raggiunto ma non finalizzato. Vevo distribuisce video musicali, grazie ad una joint venture tra due dei maggiori detentori di diritti musicali, Universal Music e Sony Music, e al supporto di importanti investitori esterni come Abu Dhabi Media.
Google, proprietario di YouTube, ha già investito fortemente, l’anno scorso in Machinima, altro servizio/canale che utilizza la piattaforma per distribuire contenuti video, in questo caso relativi ai video game.
Entrambi gli investimenti rispondo alla precisa strategia, chiarita a fine anno, di investire in maniera maggiormente focalizzata rispetto ai tentativi iniziali. Molte società d’analisi hanno, infatti, confermato che tra i canali finanziati sono un numero ristretto quelli che generano la maggioranza delle visualizzazioni. Machinima, a Dicembre, risultava il quinto canale per numero di visualizzazioni negli USA (più di 26 milioni di visitatori unici) e quello capace di generare maggiore engagement (68.1 minuti per visitatore unico). Vevo è da tempo il primo canale per visualizzazioni (circa 50.5 milioni di visitatori unici a Dicembre negli USA) e ha un livello di engagement tra i più alti, se anche minore di quello di Machinima (quasi 38 minuti).
Via Quo Media
Si attestano a 74 gli oggetti venduti al minuto, contro i 60 del 2011. Ma l’anno scorso è stato anche l’anno dell’m-commerce, il commercio via dispositivi mobili. L’e-commerce nel 2012 registra un incremento delle compere via smartphone: ogni 17,5 secondi, contro i 34 del 2011, avviene una transazione via mobile. Lo shopping online sta rivestendo un ruolo importante nel risparmio, diventando il motore principale degli acquisti degli italiani, sia da cc che da mobile.
eBay che, forte delle 6.700 categorie merceologiche, offre un osservatorio per studiare le abitudini d’acquisto degli italiani. La tecnologia è la categoria più gettonata dai suoi utenti. Ammontano a 26 acquisti all’ora i prodotti tecnologici. Questa categoria sta galoppando di gran lena, visto che nel 2009 trascorrevano 4 secondi fra un acquisto e l’altro, che ora si sono assottigliati ad appena 2,3 secondi.
Gli oggetti più comprati dagli appassionati di hi-tech sono gli accessori: vengono comprati al ritmo di uno ogni 41 secondi, e conquistano la palma d’oro cover e custodie, seguite da proteggi schermo per i dispositivi touch screen che registrano un acquisti ogni minuto. Apple, Samsung e Nokia sono i brand più richiesti.
Via Quo Media
L’anno di Apple è cominciato con le indiscrezioni sulla prossima nascita di un iPhone Mini, per struttura e prezzo. Voci che si fanno sempre più insistenti e che portano addirittura a pensare che il Melafonino low cost arriverà sugli scaffali prima della fine di questo 2013, ricco di progetti per gli ingegneri di Cupertino.
Apple non si limita ad allungare le mani sul mercato degli smartphone di media gamma con iPhone Mini, ma è pronta a entrare nel campo dell’orologeria con iWatch, anticipando Google e Samsung, che a loro volta stanno progettando un orologio hi-tech. iWatch punterebbe a rendere indossabili il web, i social network e alcuni contenuti digitali (la musica su tutti). Una versione da polso di iPod Touch, praticamente, con annessa versione leggera di iOs.
Il sistema operativo della Mela potrà contare su una nuova evoluzione: iOs 7 dovrebbe essere presentato a giugno, a supporto delle prossime versioni dei dispositivi della linea iPhone e iPad. I tablet saranno aggiornati entri fine anno, così come i computer Mac Pro. Ma il pezzo forte è iTv, che però potrebbe arrivare a inizio 2014. Con la televisione interattiva, Apple vorrebbe raccogliere web e intrattenimento, iTunes e divertimento da salotto. La sfida è a tutto campo, il 2013 è appena cominciato.
Via Quo Media
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