Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Un secco botta e risposta e nessuno spazio alle domande dei presenti. Si è consumato con queste modalità l’intervento di Mark Zuckerberg al Cannes Lions International Advertising Festival.
Il giovane Ceo di Facebook, che ha tradito anche in questa occasione un leggero nervosismo, è stato premiato durante la manifestazione come Media Person of the Year e, vista la platea alla quale si stava rivolgendo, ha dato qualche dettaglio in più sull’approccio del social network al mondo della pubblicità.
La community che raccoglie una popolazione di 500 milioni di utenti è, secondo Zuckerberg, il luogo ideale per le aziende che intendono targhettizzare i loro prodotti e la comunicazione degli stessi. Un luogo, Facebook appunto, dove gli internauti esprimono pareri e si scambiano opinioni è un pozzo di desideri per chiunque voglia indirizzare la propria offerta.
Il gruppo, ha spiegato Zuckerberg, è appena uscito dalla fase di sperimentazione per ciò che concerne l’adv e necessita di una piattaforma interna di gestione della pubblicità. Il Ceo del gruppo di Palo Alto ha citato i casi di Nike, con la sponsorizzazione della World Cup, e di Disney/Pixar, per la comunicazione legata a Toy Story 3, per dimostrare il valore aggiunto di Facebook nella pianificazione di campagne e ha manifestato l’intenzione di insistere in questa direzione.
Che la macchina, pubblicitaria e non, abbia già iniziato a girare è stato lampante qualche giorno fa, quando fonti vicine al sito blu hanno parlato di 800 milioni di ricavi nel 2009. I nuovi traguardi, ha specificato Zuckerberg a Cannes, sono dietro l’angolo: con la conquista di Russia, Giappone e Cina si può puntare al miliardo di utenti. Sul sempre rovente, nonostante le modifiche recentemente applicate, tema della privacy il Ceo del social newtork ha dichiarato di aver tratto vantaggio dal dialogo con gli utenti e sottolineato come sia stato naturale dover fronteggiare una serie di problemi.
Un ruolo sempre più importante nel quotidiano del popolo di Facebook è stato assunto dai giochi. L’aspetto, sottolineato a Cannes, è stato affrontato da Zuckerberg anche nell’intervista rilasciata a Inside Facebook, durante la quale ha auspicato l’utilizzo di un unico sistema di pagamento per tutti i giochi e assicurato che le intenzioni del gruppo sono di creare un ‘ecosistema’ di business unico all’interno del quale gli sviluppatori possono proporre i loro prodotti.
Anche in questo caso, dunque, la linea di Facebook è quella di portare all’interno della struttura le fila dell’intero sistema generatosi e che si sta progressivamente generando.
Via Marketing Journal
Venti di ripresa per la pubblicità online a livello mondiale, dopo il timido +2% del 2009. Gli analisti prevedono che quest’anno l’online crescerà del 12%.
Lo rendono noto gli analisti di eMarketer, secondo cui la spesa mondiale per la pubblicità online tornerà a registrare una crescita a doppia cifra, facendo registrare nel 2010 un incremento dell’11,9% degli investimenti per la promozione su internet, raggiungendo quota 61,8 miliardi di dollari.
La società di ricerca prevede che il trend positivo continuerà fino al 2014 con tassi di crescita di oltre il 10% ogni anno. “Fra cinque anni - afferma l’analista Jared Jenks - gli investimenti ammonteranno a 96,8 miliardi di dollari, crescendo a un tasso annuo composto dell’11,9%, nonostante la lenta, irregolare e fragile ripresa economica. Questi tassi di crescita resteranno ineguagliati dagli altri media”.
Via Marketing Journal
Iniziano a vedersi i primi timidi passi di come potrebbero essere i nuovi formati di advertising sulle nuove piattaforme, iPad in primis.
I nuovi banner, caratterizzati da più interattività e quindi da un approccio relazionale diverso mi sembrano un (piccolo) interessante passo.
Interessante anche il fatto che la "Interruption" è moderata, l'adv resta sempre all'interno della parte editoriale del giornale (in questo caso il NYTimes).
Da meditarci un po' su, di nuovi formati efficaci ce ne sarebbe un gran bisogno, dato che non è per niente vero che la pubblicità è morta e che i Socialcosi sono la risposta finale per qualsiasi cosa...
Approfondimento: http://www.mobilemarketer.com/cms/news/advertising/6492.html
La spesa per il mobile advertising negli Stati Uniti crescerà del 50% nei prossimi dodici mesi, raggiungendo quota 1 miliardo di dollari nel 2011.
A dirlo è uno studio di eMarketer, che ha incrementato le previsioni di sviluppo in seguito all’acquisizione di AdMob da parte di Google e dell’introduzione di iAd da parte di Apple. La pubblicità su dispositivi mobili, dunque, cresce più in fretta di quella sui social media (prevista al +20,3% a 1,68 miliardi di dollari).
All’interno del mercato mobile, eMarketer prevede l’esplosione degli spot video, mentre il marketing via sms perderà presto l’attuale ruolo di forma promozionale privilegiata.
Via Quo Media
Nel 2011 la pubblicità online in Italia supererà la raccolta dei quotidiani e quella dei periodici. La svolta, già avvenuta in diversi paese europei e non, darà il là alla nuova era del marketing.
A fare da Cassandra per la carta stampata è Nielsen che, analizzando gli investimenti delle 22 concessionarie pubblicitarie più importanti del web - dati poi rielaborati dal Sole 24 Ore -, ha previsto introiti di circa 780 milioni di euro per l’online advertising, ben cento milioni in più rispetto all’anno in corso (+15%). I magazine si fermeranno a 740 milioni, mentre i quotidiani scenderanno a 715.
Via Quo Media
Nel 2010 è sensibilmente cresciuto il numero di agenzie pubblicitarie e di marketing che hanno sondato il mercato delle applicazioni web, in qualità di sviluppatori.
Secondo il rapporto di Mellennial Media, i pubblicitari hanno programmato 83 app nei soli Stati Uniti, con un incremento su base annua del 1.975%. Contestualmente, il numero delle agenzie statunitensi che non ha curato nemmeno un’applicazione, nel 2010 è sceso del 42%, da diciannove a undici. Android e iPad sono le piattaforme più sfruttate.
Via Quo Media
Il mercato pubblicitario britannico si sposta su tablet e cellulari. I dati riguardanti il 2011 parlano chiaro: l’adv mobile ha fruttato 203 milioni di sterline, crescendo del 157% rispetto all’anno precedente. Lo dicono i dati di Iab Uk.
Superata la fatidica quota dei duecento milioni, il settore sembra godere di ottima salute e non patire i venti di crisi che nell’ultimo triennio hanno prostrato prima la stampa, poi gli altri media.
L’esplosione dei tablet e la penetrazione sempre maggiore degli smartphone, con l’incremento dell’accesso a internet in mobilità e la diffusione delle app aziendali, hanno rapidamente incrementato il valore della pubblicità mobile. La spesa delle compagnie nel settore è quintuplicata dal 2008 a oggi, e il trend positivo dovrebbe continuare nel prossimo triennio.
Via Quo Media
L’advertising mobile è in una fase di forte crescita e attira forti investimenti da parte dei maggiori player del settore, che lottano soprattutto per offrire servizi sempre più in linea con la modalità di comunicazione, personalizzati in base ai dati del consumatore ed adatti al contesto ed al momento di recezione.
Google, proprio al fine di incrementare la rilevanza e la personalizzazione degli annunci, starebbe sviluppando una tecnologia che sfrutta i rumori di sfondo e altre condizioni ambientali per offrire mobile ads maggiormente adatti alla situazione.
La società ha ottenuto un brevetto per “advertising basato sulle condizioni ambientali”. Il documento relativo al brevetto recita: “Un web browser o un motore di ricerca localizzato dove si trova l’utente potrebbe ottenere informazioni dai sensori sull’ambiente (es. temperatura, umidità, luce, suono, composizione dell’aria). Gli inserzionisti potrebbero specificare che gli annunci vengano mostrati agli utenti in ambienti che corrispondono a certi criteri.”
I fattori ambientali, inoltre, potrebbero essere utilizzati sia in modo indipendente che integrati con altre informazioni come la ricerca per parole chiave.
Tra gli esempi di applicazioni di questa tipologia di tecnologia, Google inserisce: l’invio di ads sui condizionatori d’aria a persone in ambienti con temperatura al di sopra di quella stabilità dall’inserzionista o di spot su abbigliamento pesante quando la temperatura è, al contrario, molto bassa. Il nuovo brevetto potrebbe utilizzare il rilevamento del rumore del traffico e la posizione dell’utente per inviare ads di servizi informativi sulla viabilità stradale. O dal rumore ambientale di uno stadio, il sistema potrebbe dedurre, in base all’elenco degli eventi in corso, di quale sport si tratti ed inviare ads interessanti per un fan dello stesso.
Le applicazioni possibili sono davvero molte e puntano essenzialmente a utilizzare in modo integrato le informazione ricavate dall’ambiente e dall’utilizzo dei device da parte degli utenti per offrire servi di adversiting più soddisfacenti e targettizzati per gli inserzionisti ed utili per i consumatori.
Via Tech Economy
L’offerta pubblicitaria sul web è tanto vasta quanto dispersiva, ed anche se i principali attori di rilievo dell’advertising online sono pochi, rimangono sempre molti dubbi quando si sceglie a quale piattaforma affidare la propria campagna, e quanto può essere conveniente puntare su una soluzione rispetto ad un’altra simile.
A conferma della diversità sostanziale nelle offerte pubblicitarie sul web, WordStream ha condotto un confronto in questo senso tra la proposta di Google e quella di Facebook, stabilendo che l’advertising sul social network di Zuckerberg è molto meno efficace rispetto a quello di Google, raccogliendo tutti i dati in questa infografica.
La quota di click-through per un annuncio su internet è in media solo dello 0,1 per cento. Sul celebre social network è ancora più bassa, raggiungendo appena lo 0,051%, mentre le inserzioni pubblicitarie di Google raggiungono un risultato quattro volte superiore alla media, registrando uno 0,4 per cento.
Un altro degli attuali limiti della piattaforma pubblicitaria di Facebook è rappresentato dalla scarsa varietà dei formati disponibili e dalla loro rigidità strutturale, mentre l’offerta di Mountain View è molto più variegata ed adattabile alle esigenze specifiche del committente.
“Finora, la piattaforma pubblicitaria di Facebook non ha tenuto il passo con la crescita esplosiva del social network, e resta da vedere se il CEO Mark Zuckerberg vuole mettere tra i punti centrali delle sue strategie future la pubblicità come principale fonte di entrate. Nella sua lettera agli azionisti, rilasciata questo mese, ha citato la pubblicità solo una volta”, conclude Larry Kim, fondatore e CTO di WordStream.
Via Tech Economy
General Motors ha deciso di non comprare più spazi pubblicitari su Facebook. La società continuerà, però, a mantenere una pagina sul social network. La decisione, secondo una fonte vicina alla compagnia riportata da The Wall Street Journal, nasce dal fatto che il produttore di autoveicoli ritiene che la pubblicità su Facebook abbia poco impatto sui consumatori.
GM, terzo inserzionista pubblicitario negli USA dopo Procter & Gamble e AT&T, ha speso lo scorso anno 1.1 miliardi di dollari in advertising, di cui $271 milioni in online display e search, budget succulento da cui Facebook verrebbe escluso.
La mossa di GM, più di tutto però, sottolinea e rende evidenti dubbi, già circolati, sulla strategia economica di Facebook, a breve distanza dall’IPO, e le incertezze sulla reale efficacia degli ad sul social network. “Mette in risalto quello su cui stavamo discutendo, la pericolosità dell’intero business model di Facebook.” ha commentato Brian Wieser, analista Internet e media presso Pivotal Research Group.
GM non è l’unica compagnia a nutrire dubbi. Un dirigente di un’altra azienda produttrice di un prodotto di largo consumo avrebbe affermato che è difficile capire se gli ad valgono i soldi spesi. “È solo un nuovo brillante oggetto, o una reale proposta di valore?”.
I pareri non sono unanimi e Ford, ad esempio, sta incrementando la propria spesa su Facebook. Scott Monty , portavoce della società, ha spiegato che il punto è cosa si fa nel social network e come. “Non si può comprare l’ingresso in Facebook. Si deve avere una credibile presenza e fare cose innovative.”
Michael McHale, portavoce Subaru, è altrettanto entusiasta dei risultati. “Advertising più contenuti equivale a più click al nostro sito web, il che ci piace.”
“GM è un colpo di avvertimento” secondo John Battelle, presidente del network di advertising Internet Federated Media. Battelle ritiene che Facebook debba investire di più nella costruzione di relazioni con i principali inserzionisti e sviluppare un’offerta di advertising più ricca e personalizzabile.
Facebook si è rifiutata di commentare. Di certo la vicenda getta ombre sul futuro della compagnia e rischia di influenzare l’imminente quotazione in borsa.
Via Tech Economy
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