Immagine
  mymarketing.it: l'isola nell'oceano del marketing... di Admin
 
"
Errare è umano, ma per incasinare davvero tutto è necessario un computer.

Arthur Bloch
"
 
\\ : Storico : Internet (inverti l'ordine)
Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
Di Altri Autori (del 31/08/2011 @ 07:02:20, in Internet, linkato 2087 volte)

22 minuti al giorno su Youtube a guardare cosa?
Video musicali, trailer di film in uscita nelle sale cinematografiche e informazioni sui videogiochi. Sono i contenuti più amati dagli utenti di Youtube secondo una ricerca realizzata da ComScore. Contenuti leggeri, che relegano fuori dal podio temi come la politica e le news.

Nessuno come Vevo
Il primato assoluto spetta a Vevo (59,7 milioni di utenti unici al mese), iniziativa Web avviata poco più di due anni fa da tre delle principali case discografiche a livello mondiale (Sony, Universal e Abu Dhabi Media Company) che propone video musicali e backstage degli stessi, esibizioni dal vivo e interviste alle star musicali. Un boom di accessi è stato registrato lo scorso 23 marzo, quando Vevo ha proposto in esclusiva un concerto dei Duran Duran, con la regia di David Lynch. La piazza d'onore spetta alla Warner Music (31,2 milioni di utenti unici), mentre sul gradino basso del podio si piazza un nome poco noto ai più, Machinima (16,9 milioni al mese). Un neologismo generato dalla crasi tra i termini "machine" e "animation", che ha aperto una nuova epoca nel mondo dei cortometraggi, puntando a realizzare film attraverso attori virtuali e motori grafici di videogame e simulatori. Così il rendering può avvenire utilizzando un semplice pc al posto del ben più complesso motore 3D.

I contenuti più amati prendono forma
Al quarto posto si piazza Demand Media (15,2 milioni di utenti unici), vero fenomeno Internet, il cui segreto del successo è tutto nel motto: "Publishing What the World Wants to Know & Share" (come a dire che trasforma i desiderata degli utenti in contenuti). In sostanza, la piattaforma si avvale di un algoritmo che identifica gli argomenti con un maggiore potenziale pubblicitario basandosi sui dati delle ricerche effettuate su Google. Quindi propone queste informazioni a una platea di migliaia di free-lance, che producono articoli e video in quantità industriale, che vengono poi distribuiti sulle pagine dei siti che utilizzano il software. Una capacità di immedesimazione con i gusti dei navigatori che è valso alla società un boom di richieste in sede di Ipo (avvenuta a gennaio), tanto da schizzare subito del 34% superando la capitalizzazione del New York Times.

La top five è completata dal creatore di contenuti multimediali Maker Studios (11,45 milioni di utenti unici mensili). Una realtà che è nata (e vive) su Youtube aggregando alcuni tra i migliori talenti emersi proprio sul sito di file sharing.

Dalle tv Web alle news, ma i numeri restano piccoli
Seguono due network con un palinsesto di programmi pensati appositamente per il Web - Revision3 (7,6 milioni di utenti al mese) e Clevvertz (7,3 milioni) -, l'agenzia di stampa Associated Press (6,6 milioni), Ign con le ultime novità dai videogiochi (5,8), con Newxt New Networks (4,7) a chiudere la top ten con le sue news a getto continuo.
Infine una conclusione si ricava chiaramente dalla ricerca: gli utenti Internet passano mediamente 22 minuti e mezzo sui primi venti canali della classifica stilata da ComScore. Un dato che cresce di anno in anno, ma resta comunque molto lontano dall'audience della tv tradizionale.

di Luigi dell'Olio su IlSole24ORE.com

 
Di Altri Autori (del 01/09/2011 @ 07:56:11, in Internet, linkato 1677 volte)

Il commercio online o, meglio, le piattaforme per gli acquisti in offerta, sembrano patire il caldo estivo. Primo segnale d’allarme è la chiusura, a soli quattro mesi dall’esordio ufficiale, di Facebook Deals. Il servizio, che permetteva ai negozi presenti in rete di proporre offerte speciali agli iscritti al sito, non ha sfondato nel difficile mercato dell’e-commerce, nonostante un’utenza potenziale di 700 milioni di persone.

“Abbiamo imparato molto da questa sperimentazione e continueremo a cercare il sistema migliore per offrire un buon servizio agli imprenditori locali”, hanno dichiarato i responsabili di Facebook, che dovranno comunque tener conto di questo pesante passo falso per prossimi investimenti in materia.

Il (temporaneo?) fallimento del network diretto da Mark Zuckerberg dovrebbe favorire Groupon, già leader mondiale tra i siti per offerte commerciali. La compagnia americana, però, non riesce ancora a realizzare utili. Nel primo semestre dell’anno, nonostante i 600 milioni di dollari d’introiti, la società ha registrato un rosso di circa 100 milioni. La tanto attesa quotazione in borsa potrebbe aiutare a Groupon, che ha in pratica inventato un nuovo modello di business online, a uscire dalle sabbie mobili. Dovrà però fare attenzione alla concorrenza di LivingSocial, che in estate ha incrementato il proprio traffico web del 27% e ora vuole rimpolpare in maniera altrettanto cospicua il proprio giro d’affari.

Via Quo Media

 
Di Altri Autori (del 06/09/2011 @ 07:19:01, in Internet, linkato 1535 volte)

L’internet italiana prosegue nella sua crescita. Anche un mese estivo come luglio mantiene la doppia cifra con il 10% di crescita e 26,2 milioni di utenti che si sono collegati alla rete almeno una volta tramite computer. Questi sono i dati emersi dalle rilevazioni di Audiweb per il mese di luglio. Cresce del 12,8% anche l’audience nel giorno medio, con 12,2 milioni di utenti attivi che hanno trascorso online in media 1 ora e 13 minuti al giorno, consultando 128 pagine per persona.

Per quanto riguarda più in dettaglio il profilo degli utenti attivi nel mese di luglio, risultano online nel giorno medio il 24,8% degli uomini e il 19,7% delle donne, più di 5 milioni. In particolare i giovani tra i 25 e i 34 anni, il 32,4% della popolazione, seguita dai 35-54enni: il 31,4% della popolazione che è anche quella più rappresentata online con il 47,3% degli utenti attivi nel giorno medio.

Il 31,5% della popolazione online nel giorno medio proviene dall’area Sud e Isole, 3,8 milioni di utenti attivi, il 30% dal Nord-Ovest, il 17,8% dal Centro e il 15,7% dall’area Nord-Est.


Via Quo Media

 
Di Altri Autori (del 30/09/2011 @ 07:28:11, in Internet, linkato 1890 volte)

Continua a crescere il numero degli internauti in Cina. Secondo gli ultimi dati pubblicati dall’Ufficio informazioni del Consiglio di Stato, sono oggi 500 milioni gli abitanti della Repubblica popolare ad avere accesso al web (circa il 40% totale della popolazione). Un numero impressionante che costituisce il mercato virtuale più importante al mondo.

Via Quo Media

 
Di Gianluigi Zarantonello (del 19/10/2011 @ 08:55:27, in internet, linkato 2088 volte)

Mi piace molto seguire Twitter e, in misura minore Facebook, durante le trasmissioni di approfondimento o in corrispondenza di fatti di cronaca clamorosi, perché sono lo specchio degli umori di una parte della popolazione, in tempo reale.

Tuttavia questa vivacità si riduce spesso ad una critica, a volte molto ironica, alle volte rabbiosa e un po’ volgare, di tutto ciò che succede in giro senza grandi proposte alternative.

Molto italiano, non trovate? E non mi dite che è il mezzo, perché in altri paesi con i social media ci hanno fatto la rivoluzione! <img src=" class="wp-smiley" />

Beh, con un veloce parallelismo lo stesso capita anche quando si parla di web e social media marketing: per ogni cosa che un brand o un altro soggetto si sforzi di fare c’è sempre e subito pronta una frotta di commentatori dall’”epic fail” facile.

E per di più molto permalosi se poi si discute del tema in generale e lo si fa in modo un po’ semplicistico e divulgativo, come accade nelle rare occasioni televisive.

Per tutte queste persone, heavy user dei social network, sembra inconcepibile che le aziende non siano pronte ad affidarsi in tutto e per tutto a loro, che li traghetteranno verso un radioso futuro.

Ma quanta esperienza hanno costoro delle aziende, delle loro esigenze e delle loro fenomenologie organizzative? Poca temo, così come d’altra parte le aziende non hanno l’umiltà di ascoltare nuove idee e paradigmi, come dovrebbero fare almeno quando gli spunti non siano posti in modo ingenuo.

L’utilizzo dei social media e del digitale nel suo insieme è a sua volta non ancora strutturato: si fanno tante iniziative slegate fra loro e senza nessi con posizionamento, obiettivi e target, rincorrendo magari l’ultima tecnologia del momento sulla scia dei suggerimenti di qualcuno di questi “esperti”.

Quello che vorrei dire dunque, in modo costruttivo e non polemico, è che serve una maturazione del settore dopo l’entusiasmo dei primi tempi, e che non basta twittare tutti i giorni per essere un guru dei nuovi media, in grado di giudicare dall’alto ciò che fanno le aziende.

In altri paesi l’ecosistema digitale è misurato in termini di ROI, integrato e gestito con piena consapevolezza e con i mezzi (anche economici) che servono, da figure manageriali di livello ed esperienza.

Certo, sui social da noi un ragazzo smaliziato ha molto più know how di un veterano del marketing offline, e bisogna dunque fare cultura, finché però gli eventi di settore saranno solo un simposio di addetti ai lavori, senza nemmeno un dirigente d’azienda (ma li invitiamo o no? e gli diamo contenuti comprensibili?), temo che continueremo a sentire belle citazioni sui mercati come conversazioni. Mi chiedo ad esempio quanti marketing manager (non digitali) ci fossero all’ultimo, interessante IAB Forum…

Infine invito tutti i colleghi e sopratutto gli aspiranti tali a non perdere mai di vista la reale conoscenza degli strumenti da parte delle persone comuni, che non è la nostra (lo sarà tra 5-10 anni e dovremo essere già pronti con il salto di qualità).

Che ne dite? Spero di essere stato chiaro e non polemico, perché la mia intenzione era tutt’altra. Aspetto feedback!

Gianluigi Zarantonello via Internetmanagerblog.com

 
Di Altri Autori (del 20/10/2011 @ 07:22:25, in Internet, linkato 2137 volte)

Meglio tardi che mai. In Italia il web continua a diffondersi e, secondo il rapporto nazionale sui media digitali, coinvolge ormai il 53% della popolazione. Una percentuale in aumento rispetto al 2009, quando a connettersi alla rete erano 47 italiani su cento.

La ricerca curata da Gianpietro Mazzoleni, Giulio Vigevani e Sergio Splendore mostra come la presenza di internet nello Stivale sia sempre più tangibile, con le attività di e-commerce, ad esempio, ma anche con il traffico dei siti d’informazione.

Il mondo digitale, inoltre, non è più una cosa per giovani (il 53% dei cittadini tra i 14 e i 29 è utente abituale) ma un fenomeno omogeneo.

Via Quo Media

 
Di Gianluigi Zarantonello (del 27/10/2011 @ 07:00:00, in internet, linkato 1831 volte)

Ho letto con piacere un bell’articolo su Mashable.com, dal titolo 5 Reasons You’re Consuming More Mobile Content, che mi ha dato l’ispirazione per questo post.

Nell’articolo infatti si illustrano alcune ragioni del successo del mobile content, un tema che mi è caro e di cui mi sono occupato recentemente parlando dell’importanza dei contenuti nella multicanalità.

La prima ragione riportata nel testo è la disponibilità sempre maggiore di buone connessioni 3g e, prossimamente, 4g che abilitano una navigazione affidabile e veloce, con il plus di accessi alternativi come il wi-fi pubblico. Una tendenza in atto anche in Italia, nonostante i costi alti di navigazione in mobilità e la scarsità di reti wireless accessibili.

L’altro elemento che in passato (al tempo del wap) era mancato sono dei buoni contenuti digitali, video compresi, che oggi sono offerti da una molteplicità di provider e che godono dello streaming html che presto sarà protagonista anche sul web da pc.

Ancora, molti editori (e aziende) iniziano a pensare ai propri contenuti con una formattazione che li renda facilmente fruibili dal maggior numero di device possibili, sfruttando alcuni ottimi strumenti come Flipboard, di cui ho parlato recentemente proprio pensando a questa tendenza.

Infine nell’articolo si citano i social network come grandi driver di sviluppo del web da mobile e da tablet, grazie alla loro piena compatibilità con il modello delle application e per la loro naturale coerenza con l’utilizzo in mobilità.

A tutti questi argomenti mi permetto di aggiungere una citazione di quello che è il grande tema dell’ipertestualità diffusa, concessa da strumenti come i QR Code, la realtà aumentata e, presto, l’Rfid e l’NFC.

Infatti, anche se oggi per certi versi manca ancora un vero anello di congiunzione universale tra la realtà fisica e il mondo digitale, io credo che il consumatore del futuro si aspetti sempre di più un’esperienza continua e fluida fra tutti i punti di contatto con l’azienda.

E voi che cosa ne pensate? Cosa aggiungereste?

Gianluigi Zarantonello via Internetmanagerblog.com

 

Per molti anni le aziende che hanno avuto a che fare con i media si sono confrontate con editori che vendevano loro spazi pubblicitari, e dunque non hanno avuto alcun controllo su di essi se non per quanto riguarda quanto acquistato su questi paid media.

In un secondo momento poi alcune imprese hanno iniziato a sviluppare media propri, i cosiddetti owned media, su cui avere il pieno controllo, fenomeno che si è democraticizzato con l’avvento del web e dei siti aziendali.

Infine, soprattutto grazie all’avvento del social web, è arrivata a maturazione una nuova categoria, gli earned media, ossia quei particolari mezzi in cui la visibilità si conquista con il word of mounth e dove l’acquisto di spazi, dove presente, è complementare.

Quest’ultima categoria ha dunque suscitato, non senza ragione, grande entusiasmo e attenzione, sia per gli indubbi vantaggi di un approccio più dialogico con il consumatore sia (soprattutto?) per il risparmio monetario.

Non entro qui in tutti i temi del corretto approccio al social media marketing, mi preme però evidenziare un tema banale e dimenticato: come dice il nome gli earned media non sono mezzi propri, anche dove riteniamo di avere il pieno controllo, come ad esempio nel caso delle pagine Facebook.

Il servizio infatti potrebbe cessare il qualsiasi momento, come da contratto, in più a moltissime aziende sfugge il fondamentale particolare che i lead degli utenti dei social, a meno di specifiche attività, restano dei vari Facebook e Twitter. Ossia non si sa quasi nulla di loro e in caso di chiusura del servizio sono a tutti gli effetti persi.

D’altra parte il traffico che può essere intercettato su questi mezzi è difficilmente riproducibile su siti e strumenti propri, senza contare i costi di sviluppo, gestione ed evoluzione di certe feature social da parte di chi non ne abbia il know how. É il dilemma dei social media, di cui mi sono già occupato: meglio inventare ogni giorno la ruota o consegnare ad altri i nostri clienti?

Una risposta c’è, e sta nel non facile equilibrio tra un’attiva ma intelligente presenza sugli earned media focalizzata però ad un percorso graduale di acquisizione sugli owned media, che vada da una semplice registrazione al sito alla sottoscrizione di una loyalty card fino a tutti i gradi del crowdsourcing e della co-creazione.

Dal mio punto di vista è questo percorso strategico che finora è mancato nell’approccio ai nuovi media, siano essi paid o earned, con molte aziende che hanno progressivamente abbandonato il presidio del proprio sito e di altri canali di comunicazione a favore delle più facili pagine social.

Io ritengo invece che quello dei nuovi media (meglio, dei media e basta) sia un ecosistema complesso che richiede una visione strategica di insieme, dove ogni elemento è funzionale a un percorso.

I tempi e gli strumenti invece sono maturi per consentire ad ogni azienda di costruire i propri mezzi attraverso cui comunicare ai propri clienti, risparmiando anche budget da reinvestire in adv e in social media marketing, con lo scopo di incrementare ancora il circolo virtuoso della relazione.
E in questo i social media sono importanti ma da soli non bastano.

Resta poi molto importante la costruzione di metriche adeguate, in combinazione con la capacità e la volontà di leggere i dati che gli strumenti digitali sono in grado di fornirci.

Ho la percezione che queste logiche stiano iniziando solo ora ad affermarsi nelle aziende più illuminate, ma la progressiva necessità di misurare il ROI dei nuovi media porterà, almeno così mi auguro, sempre più imprese a ragionare seriamente su questi temi.

Voi che ne dite?

Gianluigi Zarantonello via Internetmanagerblog.com

 
Di Altri Autori (del 02/11/2011 @ 13:21:41, in Internet, linkato 1463 volte)

Si è aperta a Londra la Conferenza internazionale sul cyberspace che vede la partecipazione dei rappresentanti di 60 Paesi del mondo, oltre ai maggiori operatori del mercato internet.

Vantaggi socio-economici, sicurezza e affidabilità dell'accesso, cyber-crimine e sicurezza internazionale, sono gli argomenti oggetto della due giorni di conferenze fortemente voluta dal ministro degli esteri britannico, William Hague. Alla due giorni londinese partecipano rappresentanti provenienti da Stati Uniti, Russia, India e Cina, personalità della rete come Jimmy Wales di Wikipedia o Joanna Shields di Facebook.

Via Quo Media

 
Di Altri Autori (del 10/11/2011 @ 07:26:48, in Internet, linkato 1582 volte)

C'è un'Italia che snobba gli odiosi rallenty della politica e tira dritto sulla strada dell'innovazione. E' il Paese dell'economia digitale e in particolare dell'ecommerce, un business sempre più solido che, secondo l'Osservatorio della School of Management del Politecnico di Milano (in collaborazione con Netcomm), nel 2011 varrà 8,141 miliardi di euro, +20% sull'anno precedente, quando la crescita 2010 sul 2009 era stata già di un buon 17 per cento (scarica qui report sull'ecommerce).

Numeri sui quali gli esperti non sono sempre d'accordo, ma comunque un boom sostenuto dalla “moltiplicazione” degli internauti, che nella fascia 18-64 anni hanno superato i 25 milioni, con il 35% di questi che ha fatto un acquisto online negli ultimi tre mesi. Parlando di settori, crescono bene tutti i comparti merceologici, con l'abbigliamento in pole position (+38%) grazie all'ottima performance di piattaforme come yoox.com. Seguono editoria, musica e audiovisivi (+35%), trainati da big come Amazon ma anche da merchant nostrani come Bol, Ibs.it e Feltrinelli. Per avere un'idea più precisa dei settori, degli 8 miliardi e cento la metà è fatta dagli acquisti online di viaggi (49%), il 10% dall'elettronica, il 10% dall'abbigliamento, il 9% dalle assicurazioni, il 3% dall'editoria e dalla musica, l'1% dai generi alimentari (grocery), mentre il rimanente 18%, classificato come “altro”, include servizi come le ricariche telefoniche, il couponing e i biglietti online.

Tutto molto bello, se non fosse che siamo ancora “piccoli”: il commercio elettronico italiano vale un sesto di quello inglese (51 miliardi di euro, +10% nel 2011), un quarto di quello tedesco (34 miliardi, +10%) e meno della metà di quello francese (20 miliardi, +12%).

di Daniele Lepido su IlSole24ORE.com

 
Ci sono 1895 persone collegate

< novembre 2024 >
L
M
M
G
V
S
D
    
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
25
26
27
28
29
30
 
             

Cerca per parola chiave
 

Titolo
Advertising (109)
AI (2)
Aziende (142)
Blog (11)
Brand (39)
Comarketing (2)
Comunicazione (9)
dBlog (1)
Digitale (36)
eCommerce (45)
Grande Distribuzione (7)
Internet (550)
Marketing (305)
Marketing Ambientale (3)
Marketing non convenzionale (62)
Media (102)
Mercati (84)
Mobile (210)
Permission Marketing (1)
Prodotti (95)
Pubblicità (32)
Pubblicità (88)
Retail (12)
Segnalazioni (45)
Social Networks (379)
Startup (1)
Strategie (59)
Tecnologie (77)
Trade Marketing (1)
Viral Marketing (40)
Web 3.0 (5)

Catalogati per mese:
Novembre 2005
Dicembre 2005
Gennaio 2006
Febbraio 2006
Marzo 2006
Aprile 2006
Maggio 2006
Giugno 2006
Luglio 2006
Agosto 2006
Settembre 2006
Ottobre 2006
Novembre 2006
Dicembre 2006
Gennaio 2007
Febbraio 2007
Marzo 2007
Aprile 2007
Maggio 2007
Giugno 2007
Luglio 2007
Agosto 2007
Settembre 2007
Ottobre 2007
Novembre 2007
Dicembre 2007
Gennaio 2008
Febbraio 2008
Marzo 2008
Aprile 2008
Maggio 2008
Giugno 2008
Luglio 2008
Agosto 2008
Settembre 2008
Ottobre 2008
Novembre 2008
Dicembre 2008
Gennaio 2009
Febbraio 2009
Marzo 2009
Aprile 2009
Maggio 2009
Giugno 2009
Luglio 2009
Agosto 2009
Settembre 2009
Ottobre 2009
Novembre 2009
Dicembre 2009
Gennaio 2010
Febbraio 2010
Marzo 2010
Aprile 2010
Maggio 2010
Giugno 2010
Luglio 2010
Agosto 2010
Settembre 2010
Ottobre 2010
Novembre 2010
Dicembre 2010
Gennaio 2011
Febbraio 2011
Marzo 2011
Aprile 2011
Maggio 2011
Giugno 2011
Luglio 2011
Agosto 2011
Settembre 2011
Ottobre 2011
Novembre 2011
Dicembre 2011
Gennaio 2012
Febbraio 2012
Marzo 2012
Aprile 2012
Maggio 2012
Giugno 2012
Luglio 2012
Agosto 2012
Settembre 2012
Ottobre 2012
Novembre 2012
Dicembre 2012
Gennaio 2013
Febbraio 2013
Marzo 2013
Aprile 2013
Maggio 2013
Giugno 2013
Luglio 2013
Agosto 2013
Settembre 2013
Ottobre 2013
Novembre 2013
Dicembre 2013
Gennaio 2014
Febbraio 2014
Marzo 2014
Aprile 2014
Maggio 2014
Giugno 2014
Luglio 2014
Agosto 2014
Settembre 2014
Ottobre 2014
Novembre 2014
Dicembre 2014
Gennaio 2015
Febbraio 2015
Marzo 2015
Aprile 2015
Maggio 2015
Giugno 2015
Luglio 2015
Agosto 2015
Settembre 2015
Ottobre 2015
Novembre 2015
Dicembre 2015
Gennaio 2016
Febbraio 2016
Marzo 2016
Aprile 2016
Maggio 2016
Giugno 2016
Luglio 2016
Agosto 2016
Settembre 2016
Ottobre 2016
Novembre 2016
Dicembre 2016
Gennaio 2017
Febbraio 2017
Marzo 2017
Aprile 2017
Maggio 2017
Giugno 2017
Luglio 2017
Agosto 2017
Settembre 2017
Ottobre 2017
Novembre 2017
Dicembre 2017
Gennaio 2018
Febbraio 2018
Marzo 2018
Aprile 2018
Maggio 2018
Giugno 2018
Luglio 2018
Agosto 2018
Settembre 2018
Ottobre 2018
Novembre 2018
Dicembre 2018
Gennaio 2019
Febbraio 2019
Marzo 2019
Aprile 2019
Maggio 2019
Giugno 2019
Luglio 2019
Agosto 2019
Settembre 2019
Ottobre 2019
Novembre 2019
Dicembre 2019
Gennaio 2020
Febbraio 2020
Marzo 2020
Aprile 2020
Maggio 2020
Giugno 2020
Luglio 2020
Agosto 2020
Settembre 2020
Ottobre 2020
Novembre 2020
Dicembre 2020
Gennaio 2021
Febbraio 2021
Marzo 2021
Aprile 2021
Maggio 2021
Giugno 2021
Luglio 2021
Agosto 2021
Settembre 2021
Ottobre 2021
Novembre 2021
Dicembre 2021
Gennaio 2022
Febbraio 2022
Marzo 2022
Aprile 2022
Maggio 2022
Giugno 2022
Luglio 2022
Agosto 2022
Settembre 2022
Ottobre 2022
Novembre 2022
Dicembre 2022
Gennaio 2023
Febbraio 2023
Marzo 2023
Aprile 2023
Maggio 2023
Giugno 2023
Luglio 2023
Agosto 2023
Settembre 2023
Ottobre 2023
Novembre 2023
Dicembre 2023
Gennaio 2024
Febbraio 2024
Marzo 2024
Aprile 2024
Maggio 2024
Giugno 2024
Luglio 2024
Agosto 2024
Settembre 2024
Ottobre 2024
Novembre 2024

Gli interventi più cliccati

Titolo
Automobili (2)
Bianco e nero (1)
Comarketing (1)
Home (4)
Internet (4)
Prodotti (5)
Pubblicità (5)

Le fotografie più cliccate


Titolo

< /p>


Subscribe to my feed


Google
Reader or Homepage

Add to netvibes



Creative Commons License




21/11/2024 @ 17:13:28
script eseguito in 188 ms