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  mymarketing.it: l'isola nell'oceano del marketing... di Admin
 
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Errare è umano, ma per incasinare davvero tutto è necessario un computer.

Arthur Bloch
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\\ : Storico : Media (inverti l'ordine)
Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
Di Altri Autori (del 28/11/2007 @ 07:05:28, in Media, linkato 2235 volte)

Sono sempre più diffuse le attività di socializzazione tramite cellulare: oltre un milione di italiani, infatti, utilizzano le applicazioni di chat, Instant Messaging e push to talk del proprio dispositivo. Se gli uomini preferiscono strumenti diretti e veloci come la chat via sms (75%) e l’Instant Messaging (74%), le donne prediligono strumenti più orientati alla conversazione come il push to talk (54%), opzione che permette di parlare a tariffe vantaggiose con altri utenti dello stesso operatore, e alla creazione di contenuti auto-prodotti (54%), come i blog e i video.

In generale, tale fenomeno si concentra nella fascia di età 20 ed i 44 anni, con alcune distinzioni: la funzionalità push to talk è maggiormente apprezzata dai più giovani (20-24 anni), la chat via sms così come l’Instant Messaging dai giovani adulti (35-44 anni) . Il Sud Italia e le Isole rappresentano senza dubbio la parte della penisola che ha accolto più favorevolmente tali applicazioni (45%).

Questi alcuni risultati che emergono dalla rilevazione del mese di settembre di Mobile Next, l’indagine continuativa relativa al comportamento nell’uso del telefono cellulare e del suo profilo d’uso dei VAS e TV mobile realizzata da Nextplora, istituto di ricerca e analisi di mercato. L’indagine è stata condotta su 2300 individui rappresentativi della popolazione italiana per genere, età, livello sociale e distribuzione geografica.

Relativamente alle applicazioni e funzionalità del cellulare, il fenomeno delle attività di socializzazione, ancorché nuovo e limitato ai dispositivi di ultima generazione, ha una penetrazione del 3%. Più in generale, l’applicazione più diffusa è sempre quella relativa all’invio di sms (71%), seguita dalla possibilità di scattare fotografie (36%) e quindi di inviarle (21%). Se l’invio e ricezione di mms ha una penetrazione del 20%, resta ancora limitata la possibilità di effettuare videochiamate (7%). Rimane stabile l’utilizzo del cellulare per la navigazione Wap (6%), l’impiego del telefonino come modem (4%) e per il controllo della posta elettronica (4%), sia di lavoro sia personale.

Per quanto riguardano i contenuti e servizi per il cellulare, i più apprezzati dagli italiani sono il download e lo scambio di loghi e suonerie (14%) e l’utilizzo di giochi per cellulare (14%), sia quelli residenti sul dispositivo sia scaricati. Seguono gli sms, mms e video cosiddetti premuim (13%) e l’ascolto di musica e radio (11%). Interessante la penetrazione delle attività legate alle donazioni via cellulare (10%) e la partecipazione a concorsi a premi (6%). Ancora limitate, ma in crescita, le attività dispositive e di prenotazione (5%), come il mobile banking e mobile commerce.

Via LaStampa.it

 
Di Altri Autori (del 10/01/2008 @ 07:54:23, in Media, linkato 2345 volte)

Nel sesto bimestre 2007 la radio sfonda quota 39 milioni nel giorno medio e cresce dell’1,8% rispetto al quinto bimestre. Radio Uno Rai guida con 7,2 milioni la classifica generale, migliora molto Isoradio (+10,5%), ma tra i dati più ‘sensibili’ c’è quello di DeeJay (+8,6%) che risorpassa Rtl 102,5 e, a quota 5,8 milioni, riconquista la testa tra le commerciali. Radio 24 (+9,8%) sfonda il muro dei due milioni, mentre Kiss Kiss (+7,8%) quello dei due e mezzo. Bene le altre radio Manzoni (Capital +4%, m2o +4,8%), appare in lieve crescita Radio Due (+1,1%) mentre sono stabili R101 e Rismi. Se risultano in lieve flessione (-1,9%) Radio 3 e Rete105, calano più sensibilmente RMC (-6%) e Rds (-5,8%).

Rtl 102,5 (-2,2%) perde la leadership nel giorno medio ma mantiene quella nei sette giorni superando i 15 milioni e precedendo, in questa graduatoria, Dee Jay e Radio Uno Rai. Il sesto ciclo 2007 di Audiradio chiude il primo anno di rilevazioni effettuate con il nuovo metodo dei sei cicli confrontati secchi uno sull’altro, senza le vecchie medie mobili, più stabili. Ecco i commenti di alcuni editori radiofonici sui propri risultati. Da Rtl 102.5 fanno notare come l’emittente superi, per la prima volta, i 15 milioni di ascoltatori nei 7 giorni (+3,2% sul quinto bimestre), mantenendo il primato in questa classifica (dove però Radio Deejay, seconda, si avvicina). Nel giorno medio, però, Rtl cala del 2,2%, tornando nuovamente terza sotto Radio Deejay. Radio Kiss Kiss, che cresce nel giorno medio arrivando a 2,5 milioni (+7,8%) sottolinea però anche la crescita del 19,9% registrata confrontando il secondo bimestre 2007 (dato risultante dalla media degli ultmi tre bimestri) con l’omologo periodo dell’anno precedente. Mette in evidenza la crescita del 17,1% fra il secondo semestre 2007 e lo stesso semestre del 2006 anche Mario Volanti, presidente di Radio Italia, che nel giorno medio è restata stabile (-0,1%) guadagnando però una posizione per il calo di R105. “E’ sempre più vicino il traguardo dei 4 milioni”, aggiunge Volanti. Massimo Soleri, direttore commerciale di Radio e Reti, concessionaria sia di Kiss Kiss che di Radio Italia, dichiara: “Ottima e costante per tutto l’anno la crescita per le nostre reti nazionali, Radio Italia solomusicaitaliana e Radio Kiss Kiss, e clamoroso risultato di Radio Subasio: una grande radio areale che supera Rmc e Radio 24, tallonando da vicino Radio 101”.

Radio 24 festeggia invece il suo record storico dei due milioni di ascoltatori (+9,8%), che le permette di posizionarsi al decimo posto nella classifica. Rds invece perde il 5,8%, pur restando al quarto posto in classifica. Il suo presidente Eduardo Montefusco preferisce però parlare da presidente dell’associazione di editori radiofonici Rna: “Il 40% dei 39 milioni di ascoltatori è saldamente in mano alle prime tre radio commerciali del nostro Paese. La leadership nelle rilevazioni, invece, rimarrà almeno per qualche tempo ancora una sorta di scommessa da giocarsi ad ogni bimestre a seconda anche degli investimenti effettuati sul brand”. Infine Carlo Mandelli, ad di Monradio Mondadori, si dichiara soddisfatto dei risultati di R101, ormai stabile sui 2 milioni di ascoltatori. “Abbiamo registrato la miglior crescita, +40%, fra il 2006 e il 2007”.

Via Pubblicità Italia

 
Di Altri Autori (del 06/02/2008 @ 07:39:42, in Media, linkato 6799 volte)

Radio 105 è il primo network radiofonico italiano ad avere aperto un proprio canale video su YouTube, la video community più popolare al mondo.

Da oggi, infatti, all'indirizzo: http://www.youtube.com/radio105networkhttp://www.youtube.com/radio105network, sarà possibile accedere ad un canale tematico personalizzato che permetterà a 105.net di mostrare  tutta la sua  produzione settimanale di video dei  dj, vip, cantanti, attori, backstage e molto altro.

"Questa iniziativa realizzata in collaborazione con YouTube" dice Edoardo Hazan, Direttore dei siti web del Gruppo Finelco "rafforzerà non solo  la popolarità di Radio 105 e dei suoi dj, ma permetterà anche di vedere il backstage della vita di tutti i giorni di una emittente come la nostra per soddisfare la curiosità di tanti fedelissimi che potranno gustarsi le immagini , quasi in tempo reale, anche di cantanti,attori, vip e sportivi che settimanalmente ci fanno visita. E contribuirà ulteriormente alla già esponenziale crescita di 105.net , che nel corso del 2007 ha conseguito un aumento del 73% di visitatori unici e che nel 2008 punta al primato italiano fra le radio" 

I video, interamente prodotti da 105.net, proporranno le esilaranti esibizioni dello Zoo con Leone di Lernia, fra i più richiesti in assoluto, tutto il backstage dello Zoo, Di Tutto Esaurito, Ylenia, Alvin, Ringo.

Ma ci saranno anche video clip usicali, trailers di film, gli attori più popolari dei film in uscita, con Raoul Bova protagonista del film “Scusa se ti chiamo amore”, prima super-chicca .E prossimamente sono previsti anche dei video contest che coinvolgeranno bands e dj.

I video saranno aggiornati settimanalmente e potranno essere commentati e votati.

“Con questo branded channel perfezioneremo e aumenteremo ulteriormente la grandissima interazione che già abbiamo con i nostri utenti”, conclude Edoardo Hazan “rafforzando ulteriormente la nostra leadership nel web 2.0”

 “YouTube si dimostra ogni giorno di più uno strumento di informazione, intrattenimento ed interazione multi-canale” – afferma Claudio Zamboni, Industry Leader Entertainment& Telecommunications, Google Italia. “Il branded channel realizzato da Radio 105 su YouTube è prova infatti di come i contenuti radiofonici possano integrarsi perfettamente con il mezzo video per fornire agli utenti Internet contenuti sempre aggiornati ed estremamente interessanti su ciò che accade nel mondo della radio”.

Con il canale YouTube di Radio 105, la radio va in onda anche su Internet e permette alla community di utenti YouTube di votare e commentare ogni singolo video, interagendo così ancora più da vicino con i personaggi più amati di Radio 105.

Radio 105 fa parte del Gruppo Finelco proprietaria anche di Radio Monte Carlo e Virgin Radio ma ora prepotentemente sul mercato anche on-line.

Via Marketing Journal

 
Di Altri Autori (del 20/02/2008 @ 07:51:56, in Media, linkato 2988 volte)

Datamonitor ha previsto che le emittenti di tutto il mondo vedranno, a partire dall’anno in corso, una sensibile crescita delle entrate: dai 284,1 miliardi di dollari del 2007 si passerà a 326,2 miliardi nel 2010.
 
Il consiglio dell’istituto di ricerca alle emittenti tradizionali è quello di concentrarsi sulla diffusione multipiattaforma per tenere alto l’interesse dell’audience.
 
Il rapporto ha precisato che l’adozione della tv digitale, nello specifico l’Iptv e i servizi via cavo, crescerà in ugual  modo negli Stati Uniti e in Europa occidentale: saranno 149,5 milioni le abitazioni a sottoscrivere un contratto di questo tipo nelle due regioni. Di tutte le abitazioni connesse a un segnale digitale il 32% ha scelto un collegamento via cavo, il 43% il satellite, il 22% il Ddt e il 3% l’Iptv.

In termini di crescita assoluta, a guadagnare le quote di mercato più sensibili saranno il Dtt e il cavo, a raggiungere, rispettivamente, 13,3 milioni e 14,5 milioni di abitazioni.

Via Quo Media

 
Di Roberto Venturini (del 13/06/2008 @ 07:53:37, in Media, linkato 2655 volte)

Che la TV non sia un mezzo, come dire, in rampante ascesa, lo sappiamo. E sappiamo anche che la pubblicità in TV non funziona più come una volta.

Se da un lato altri media meno "convenzionali" (primo fra tutti l'onine - e si vede dalla raccolta pubblicitaria) attirano l'interesse degli investitori, dall'altro lato i proprietari di catene televisive si spremono il cervello per riguadagnare gli spazi perduti. O almeno garantirsi un futuro.

Fox, negli USA, tenta una carta ad alto rischio. E riduce la quantità di pubblicità inserita nella sua programmazione.

Mentra da noi la quantità di spot infilati nei programmi sembra crescere continuamente (non è proprio così...) e si usano modi sempre più intrusivi per raggiungerci mentre guardiamo il nostro telefilm preferito, la Fox fa il contrario.

E riduce, a partire dalla prossima stagione del 50% (la metà!) il numero di commercials che verranno messi in onda durante due dei suoi più promettenti serial (si tratta quindi di un test, of course), portando quindi a quasi 50 minuti ogni ora la porzione dedicata la contenuto e non all'advertising.

Cercando quindi di minimizzare l'effetto zapping e di contrastare l'effetto di fastidio che è stato oggettivamente registrato negli utenti televisivi della catena per l'eccessivo affollamento.

E di aumentare l'efficacia dei messaggi pubblicitari diffusi - il che potrebbe permettere di aumentare i prezzi degli spazi e recuperare in questo modo i fatturati persi riducendo il numero di spot in vendita.

Per ora le reazioni degli operatori del settori (tipo agenzie media e investitori, è positiva. Tocca vedere come reagiranno le audience...).

 
Di Altri Autori (del 27/06/2008 @ 07:19:20, in Media, linkato 2239 volte)

Risultati di una ricerca EIAA (European Interactive Advertising Association): i media digitali stanno rapidamente diventando il media preferito dagli appassionati di sport; più di un terzo degli utenti europei ha l'abitudine di visitare siti sportivi .

Gli "sportivi" hanno inoltre una maggiore propensione ad usare contemporaneamente TV e online per godersi meglio l'evento sportivo, esattamente il doppio rispetto alla media (32% contro il 16%). Stesso raddoppio per quello che riguarda la fruizione di video dal cellulare (12%)

Il 36% degli utenti Internet europei visita regolarmente siti sportivi - passandoci anche più di 10 ore la settimana.

 
Di Altri Autori (del 01/07/2008 @ 07:41:55, in Media, linkato 1859 volte)

Anche la Tv italiana sta iniziando a cambiare pelle, diventando lentamente ma progressivamente meno generalista - e cioè accessibile a tutti ma preconfezionata in palinsesti decisi dalle reti televisive - e più aperta a contenuti on demand. Alcuni dei quali gratuiti e la maggior parte a pagamento. Con la televisione digitale i limiti di tempo e di luogo del modello lineare broadcast vengono annullati; l'autorità di trasmettere come e quando il broadcaster voleva si trasferisce sempre più verso l'utente, che decide quali contenuti vedere a determinati orari, in diretta o in differita. Il modello multicanale americano, quello in cui convivono le grandi emittenti e gli operatori via cavo, sta quindi mettendo radici anche da noi seppur con tutte le differenze del caso e fra le modalità di fruizione dei canali "premium" la tecnologia streaming su protocollo Ip è quella che offre le maggiori opportunità. L'IpTV comunemente detta è quindi il media per eccellenza della nuova frontiera digitale, in quanto abilita come nessun altro la ricezione dei canali della Pay per view e i contenuti (anche generati dagli stessi utenti) disponibili nella categoria video on demand. Quelli sopra esposti sono i messaggi sostanziali contenuti in uno studio compiuto per conto di Tiscali dall'Isimm (istituto fra i più autorevoli in materia di media e multimedialità) in collaborazione con l'Università Roma Tre.

La televisione generalista rimane al palo, i giovani adulti spingono sul digitale
L'ascesa della televisione digitale in Italia nelle sue diverse forme (satellite, digitale terrestre, Tv mobile a tecnologia Dvb-H e IpTv) sarà secondo lo studio in questione sempre più marcata anche in termini di market share e fra i diversi modelli l'Internet television è quello che oggi vanta le maggiori possibilità di crescita in futuro. Perché rispetto alle altre piattaforme può mettere in campo a parità di numero di programmi disponibili un superiore livello di interattività dei contenuti proposti e perché incarna (in quanto media Internet) più delle altre il processo di "indipendenza" degli utenti, sempre più propensi cioè a personalizzare tempi e modi di accesso ai contenuti in formato digitale preferiti. La visione lineare della Tv, dicono ancora i ricercatori di Isimm, sta infatti perdendo il suo ruolo predominante a favore di quella digitale (meno vincolata a limiti di tempo e di luogo) e di pari passo sta cambiando anche il significato di audience: un canale digitale non si distinguerà mai per i picchi di ascolto ma per la qualità del suo pubblico profilato e fidelizzato. E quest'ultimo è un parametro che agli occhi degli inserzionisti pubblicitari non passa certo inosservato.
Il media che più ha condizionato lo sviluppo economico e sociale del Paese si appresta quindi a registrare un passaggio "epocale". La Tv generalista, pur essendo ancora centrale nel sistema dei media, difficilmente potrà competere adeguatamente sul mercato (su scala nazionale e tanto più a livello internazionale) dei prodotti audiovisivi. E fra i tanti, stando allo studio Isimm, per un motivo molto chiaro: non esprime più lo spirito del tempo e non interpreta in modo significativo le istanze innovative e giovanili del mezzo, le diverse modalità di fruizione dei contenuti da essa proponibili. Il pubblico pagante chiede oggi maggiore segmentazione dei palinsesti e la possibilità di accedervi secondo criteri del tutto personalizzati. E le piattaforme digitali sono nate cavalcando questa logica, che ispira una nuova filosofia di consumo, ormai radicata nel pubblico giovane adulto (dai 25 ai 40 anni) e in quello della fascia di età compresa fra i 18-25 anni. Questi ultimi, in particolare, sono i principali destinatari della rivoluzione televisiva all'insegna del digitale, perché abituati a relazionarsi all'insegna di media interattivi, a comunicare via Internet, a intrattenersi con videogiochi e a utilizzare in modo massivo dispositivi multimediali portatili.

IpTV: 3,5 milioni di utenti in Europa, 300mila in Italia
Sebbene la banda larga sia tutt'altro che diffusa ovunque (e ancor meno offerta in modo omogeneo nelle aree non metropolitane dai principali Internet provider) il fatto che raggiunga milioni di famiglie con una capacità di trasporto dati ormai mediamente superiore ai 4 Mbit al secondo è un volano non indifferente (per lo meno sulla carta) formidabile per i servizi di IpTV. Lo studio Isimm conferma come vi sia un'elevata correlazione tra la domanda di televisione avanzata e la diffusione di Internet e dei collegamenti veloci e il fatto che il Bel Paese non brilli per penetrazione delle reti broadband lascia intuire quali siano ancora i limiti allo sviluppo del fenomeno. La fotografia d'insieme della penetrazione dell'Internet television in Europa presenta in comunque sostanziali diversità e non solo imputabili alla presenza o meno delle linee Internet ad alta velocità. A fine 2007 in Francia erano oltre 2,6 milioni di famiglie abbonate a questi servizi; be altre cifre descrivono la portata del fenomeno in Spagna (500.000 utenti), Italia (300.000), Regno Unito (160.000) e Germania (120.000). Negli Stati Uniti i due maggiori operatori telco del Paese, AT&T e Verizon, hanno lanciato i rispettivi servizi di Iptv nel 2006 e dopo un lento avvio stanno ora riscuotendo un successo notevole con tassi di crescita che, nei primi mesi del 2008, raggiungono rispettivamente il 240% e il 113%.

di Gianni Rusconi su Il Sole 24 ORE.com

 
Di Altri Autori (del 08/07/2008 @ 07:51:35, in Media, linkato 1812 volte)

Il commissario europeo per la società di Informazione e Media, Viviane Reding, ha incontrato nove direttori che, rappresentando alcune delle principali testate europee (come “Le Monde” e “Lidové Noviny”), si sono riuniti per discutere sull’attuale stato della stampa e sul futuro della comunicazione cartacea nell’era digitale. 

Numerosi sono stati i quesiti a cui si è tentato di dare una risposta: molti hanno riguardato proprio il rapporto e la concorrenza tra informazione online e stampa tradizionale. Durante il colloquio è stato affrontato anche il tema del pluralismo dei media, dell’ impatto sulla politica di redazione del passaggio dalla carta stampata al web e degli effetti che i nuovi modelli digitali provocano sulle regole giornalistiche.
 
Nel corso della riunione, la Reding ha ribadito uno dei principi fondamentali della politica europea in materia di giornalismo: “Non dovrebbe esserci nessun limite che possa creare grave scompenso, specie alla carta stampata”.
 
Il commissario ha inoltre dichiarato che: “Gli europei cercano sempre di garantire l’alta qualità della stampa, sebbene in questi ultimi anni la competitività sia mutata. Stampa e riviste online sono chiamate a confrontarsi con l’aspra concorrenza di altre testate come quelle dei distributori online e anche con le attività via web dei broadcaster che spesso beneficiano di fondi pubblici. In Europa abbiamo bisogno di una stampa pluralista che sia non solo forte, ma anche capace di verificare le nuove possibilità offerte dal mondo online.
 
Gli stati membri dovrebbero cercare in particolare di non alterare la concorrenza col denaro dei contribuenti a svantaggio della carta stampata, per esempio finanziando attività online che riguardano la carta stampata”.

Via Quo Media

 
Di Roberto Venturini (del 11/07/2008 @ 07:04:01, in Media, linkato 2634 volte)

Il futuro della TV... meno spot...?

Che la TV non sia un mezzo, come dire, in rampante ascesa, lo sappiamo. E sappiamo anche che la pubblicità in TV non funziona più come una volta.

Se da un lato altri media meno "convenzionali" (primo fra tutti l'onine - e si vede dalla raccolta pubblicitaria) attirano l'interesse degli investitori, dall'altro lato i proprietari di catene televisive si spremono il cervello per riguadagnare gli spazi perduti. O almeno garantirsi un futuro.

Fox, negli USA, tenta una carta ad alto rischio. E riduce la quantità di pubblicità inserita nella sua programmazione.

Mentra da noi la quantità di spot infilati nei programmi sembra crescere continuamente (non è proprio così...) e si usano modi sempre più intrusivi per raggiungerci mentre guardiamo il nostro telefilm preferito, la Fox fa il contrario.

E riduce, a partire dalla prossima stagione del 50% (la metà!) il numero di commercials che verranno messi in onda durante due dei suoi più promettenti serial (si tratta quindi di un test, of course), portando quindi a quasi 50 minuti ogni ora la porzione dedicata la contenuto e non all'advertising.

Cercando quindi di minimizzare l'effetto zapping e di contrastare l'effetto di fastidio che è stato oggettivamente registrato negli utenti televisivi della catena per l'eccessivo affollamento.

E di aumentare l'efficacia dei messaggi pubblicitari diffusi - il che potrebbe permettere di aumentare i prezzi degli spazi e recuperare in questo modo i fatturati persi riducendo il numero di spot in vendita.

Per ora le reazioni degli operatori del settori (tipo agenzie media e investitori, è positiva. Tocca vedere come reagiranno le audience...).

 
Di Altri Autori (del 06/10/2008 @ 07:17:55, in Media, linkato 1922 volte)

Si conclude oggi a Madrid il primo congresso internazionale della free press, presente in 58 paesi del mondo con 230 testate e 43 milioni di esemplari. Il congresso di Madrid si è aperto martedì 30 settembre in un contesto internazionale segnato dalla crisi economica, che sta comportando anche per il settore della stampa gratuita un calo degli introiti pubblicitari. “In base ai dati di cui dispongo, registriamo un calo delle entrate pubblicitarie inferiore al 20%”, ha affermato il direttore di 20 Minutos, il più diffuso quotidiano spagnolo, letto ogni giorno da circa 2,9 milioni di persone. Il settore, ha sottolineato nella tavola rotonda di apertura del congresso Piet Bakker, docente dell'università di Amsterdam ed esperto della stampa gratuita, “è molto vulnerabile alla recessione”. L'anno scorso 23 testate, circa il 10% di quelle esistenti, hanno dovuto chiudere, seguite dall'inizio di quest'anno da altre 12, ha precisato Bakker. “Se avete solo la pubblicità quale fonte di reddito, ha detto, allora avete davvero un problema”. Nati negli anni Novanta, i giornali gratuiti occupano ora in Europa una quota di mercato del 23%, secondo Bakker, con 120 testate presenti in 32 paesi. Al termine dei lavori sarà diffusa una dichiarazione pubblica (‘Il manifesto di Madrid’) sui principi e i valori che governano la free press.

Via Pubblicità Italia

 
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