Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Non è nuovo l'interesse di Google di offrire gratuitamente l'accesso Wi-Fi alla citta' di San Francisco, tanto che lo scorso aprile, Google aveva lanciato un hotspot wi-fi in partnership con Feeva proprio nel centro di San Francisco.
Nuova pero' è la proposta di alleanza strategica tra Google ed Earthlink, uno dei maggiori ISP (internet service provider) negli USA, volta ad offrire a tutta la città californiana un libero accesso ad internet per tutti. Come si dice l'unione fa la forza. Secondo la proposta di alleanza, Google si occuperebbe di offrire il servizio Wi-Fi all'intera Frisco, mentre Earthlink ricoprirebbe il ruolo di Internet Service Provider.
Come ha dichiarato Google lo scorso mercoledi in un comunicato:
"We have submitted this proposal because at Google we're focused on creating new technologies that make it easier for people to quickly access the world's information. It is also a way for Google to support the local community."
Dichiarazioni anche da parte di Donald Berryman, presidente della Earthlink's municipal networks unit, sulla partnership strategica con il Googleplex:
"This proposal presents a unique opportunity for both companies. By coming together to leverage the strengths of both companies, we will be able to offer services to different customers on the network that fit with their own individual needs and wants."
Proprio di recente Yahoo! ha lanciato la versione Beta della sua webmail.
Il confronto con Gmail è ovvio considerando la strategicità dei servizi email per i portali, e Google è ormai un portale, anche se i servizi, tool e quant'altro vengono mascherati da versione Beta, Lab Google etc...
Salta subito all'occhio che la webmail di Yahoo! è stata progettata per gli utenti (dicesi anche consumatori), mentre Gmail rimane cmq la webmail degli smanettoni (con tutto il rispetto per gli smanettoni!! Il termine è usato per indicar i tecnici più geniali, incredibili, ma poco attenti agli aspetti markettari dei prodotti su cui lavorano).
Mi spiego. Ci sono dei comandi o dei servizi che possono non sembrare utili, ma per l'utente comune sono comodi.
Troppo spesso Gmail è grezza, semplice a tal punto da non essere comoda (salvo l'antispamming che è fantastico!!).
Il prodotto di Yahoo! si vede che è stato progettato per creare un prodotto da vendere ai consumatori.
Ed è questo un elemento fondamentale della lotta tra Google e le altre internet company.
Google possiede il metodo e il pensiero innovativo per progettare, soprattutto sa sfruttare molto bene la nuova architettura Ajax.
Gli altri sanno progettare prodotti da vendere.
Quanto durerà la favole di Google contro vecchi volponi come MSN, Yahoo!, l'ermegente Ask Jeeves (che si muove però con molta accortezza)?
Se guardiamo attentamente i prodotti di Google non sono all'altezza dei medesimi offerti dai competitor.
Un altro esempio? Il Messenger di MSN. Il fatto che non venga usato il protocollo jabber, non implica che "il prodotto" messenger di MSN sia inferiore.
Sono piani diversi.
La grande sfida di Google è far maturare l'opensource in termini di marketing, ricerche del consumatore e tutto quello che serve per "fare" un prodotto da vendere.
PS. chi scrive usa la combinazione: Gmail.com come filtro per l'antispamming e Yahoo! come interfaccia di webmail)
Amica Chips, azienda alimentare Mantovana, già da tempo si era fatta notare per il claim “La patata tira” che, senza grossi sforzi di immaginazione richiamava alla mente un gioco di parole decisamente allusivo.L’atteggiamento scanzonato utilizzato per reclamizzare ha comunque finora prodotto buoni risultati, tanto da consentire all’azienda di ottenere una market share in Italia pari al 28%, conquistando la seconda posizione alle spalle di Unichips-San Carlo, leader incontrastato di mercato con il suo 45%.Visti i buoni risultati ottenuti, con la consulenza dell’agenzia Leo Burnett, Amica Chips ha deciso di continuare a cavalcare l’onda del doppio senso, utilizzando come testimonial televisivo il famoso attore a luci rosse Rocco Siffredi. Questo inusuale testimonial si aggira con una busta di patatine nei pressi di una piscina di qualche hotel popolato di belle ragazze in bikini, rimarcando la propria assodata competenza in materia di patatine.La scelta di un personaggio come Rocco Siffredi rappresenta senza dubbio una novità nel mondo della pubblicità televisiva italiano, anche se già da tempo Striscia la Notizia aveva utilizzato come presentatrice/spalla del Gabibbo l’ex pornostar Eva Henger, che ha riscosso un immediato successo tra tutti i bambini e molto probabilmente anche tra i loro papà.Il nuovo claim è quindi diventato “A chi piace la patatina?” e abbastanza inaspettatamente è rivolto prevalentemente ad un target femminile. Secondo le parole di Laura Moratti, figlia dell’azionista di riferimento di Amica Chips, questa campagna è indirizzata alle giovani mamme, cioè le persone che nella maggior parte dei casi effettuano gli acquisti per i loro bambini. Secondo la Moratti le mamme di oggi sono molto diverse da quelle di venti o trenta anni fa e si identificano con facilità nei personaggi di serie disinibite come Sex & the City o Desperate Housewives. Per questo motivo hanno un atteggiamento più scanzonato nei confronti del sesso e non si fanno certo mettere in imbarazzo da un gioco di parole o dalla presenza sul video di un personaggio come Rocco Siffredi.Questo approccio “non convenzionale” alla comunicazione di prodotto darà i risultati sperati? Per ora si direbbe di si: il ricorso a questi slogan “sopra le righe” è riuscito ad attirare l’attenzione su una marca che fino a qualche anno fa molti non conoscevano, con buoni risultati anche in termini di quote di mercato.
Del resto quando si è piccoli, all’interno di un mercato molto competitivo e dominato da grandi player, la strada della provocazione, se azzeccata, può essere un modo per attirare su di sé l’attenzione dei consumatori. Ovviamente ci sono anche potenziali risvolti negativi legati a questo tipo di strategia, sia in termini di posizionamento che di gradimento di pubblico ma a quanto pare la patata è riuscita ad attirare l’attenzione.
Google ha lanciato un nuovo servizio, chiamato Page Creator: uno strumento online AJAX-based gratuito che consente a chiunque di creare e pubblicare pagine web in pochi minuti e senza dover conoscere alcun linguaggio di programmazione.Vi ricordate all'inizio del web quanti servizi promettevano, con alterni successi, di far creare un proprio sito in pochi minuti? Ecco, Google Editor riprende la stessa idea, ma seppur ancora in formato beta; il servizio sembra, al solito di Google, molto ben fatto e con numerose potenzialità di crescere. L'idea di base è quella di offrire un modo semplice per creare pagine web, più o meno nello stesso modo in cui si creano testi usando un word processor.Justin Rosenstein, project manager per Google Page Creator, sostiene che l'applicazione è destinata agli utenti che desiderano poter pubblicare pagine semplici, relativamente statiche, al contrario di Blogger, piattaforma di blogging sempre di Google, che è destinato invece a coloro che aggiornano di frequente il contenuto del loro spazio web. Da sottolineare che nessuna conoscenza tecnica è richiesta.Lo slogan è immediato (e crediamo il sogno per molti): What you see is what you'll get. E poi: Create pagine web di alta qualità senza imparare l'HTML od usare software complessi. Eseguite editing delle vostre pagine direttamente dal browser, vedendo ad ogni modifica esattamente come apparirà il prodotto finale.Certo, non è proprio facile creare pagine web così come gli stessi slogan di Google affermano, ma per creare delle pagine statistiche senza tante pretese, Google Editor è un ottimo strumento.Page Creator presenta la classica interfaccia pulita e easy-to-use che contraddistingue tutti i servizi del colosso della ricerca, ma tutto sommato non offre una vasta gamma di funzionalità. Si può scegliere tra 4 differenti layout e 41 stili di combinazioni di colore, che permettono di aggiungere elementi alla pagina da una sorta di sidebar. L'interfaccia WYSIWYG consente agli utenti di selezionare facilmente fonts, formattazione del testo e colori ed inserire immagini i link.Google Page Creator si occupa inoltre di salvare automaticamente le modifiche fatte alla pagina, quindi gli utenti non risecheranno di perdere il lavoro fatto se per esempio dovessero chiudere accidentalmente il browser. Le pagine create saranno visitate automaticamente dal crawler di Google entro poche ore dalla pubblicazione e quindi indicizzate nel motore di ricerca del colosso.Ma Google non si preoccupa di dare solo uno strumento per creare pagine web, ma offre anche lo spazio per pubblicarle con ben 100 mega di spazio web.Le proprie pagine web saranno ospitate all'indirizzo: http://[username gmail].googlepages.comPer usufruire del servizio occorre, quindi, prima di tutto disporre di un accoun Gmail e successivamente recarsi all'indirizzo http://pages.google.com ed eseguire il login nel proprio account Gmail. Mentre vi stiamo scrivendo Google Page Creator, che come abbiamo già detto si trova ancora in una fase di testing iniziale, sembra attualmente avere qualche problema forse dovuto all'alto traffico sul server generato dai curiosi navigatori della rete.Attualmente, infatti, Google ha bloccato la possibilità di effettuare nuove registrazioni e mostra questo messaggio ai tentativi di login:Thank you for your interest in Google Page Creator! Google Page Creator has experienced extremely strong demand, and, as a result, we have temporarily limited the number of new signups as we increase capacity. In the meantime, please submit your email address and we will notify you as soon as we are ready to add new accounts. Thank you for your patience.
Sono innumerevoli, in tutto il mondo, i testi che si sono occupati di contribuire a quest’argomento con teorie, analisi, check-list operative, guide e una lunga lista di consigli e “best practises”. Poniamo qui la nostra attenzione soltanto sulla centralità dell’atteggiamento di orientamento al cliente, nel momento stesso della vendita.L'aspetto psicologico della gestione della relazione di vendita è importante per il successo della stessa. Quanto più il venditore riesce in breve tempo a scoprire “l'IDEA (precostituita)” che l’interlocutore ha dentro di sé tanto più facilmente sarà in grado di destrutturare la “VISIONE (derivata)” dai suoi dati d’esperienza e di “RIPROPORRE (una nuova idea)” attraverso la "proposta", con riferimento ai significati attribuiti dal cliente al prodotto o al servizio, consentendogli di intravederne i benefici in maniera più immediata. La pedissequa attuazione di questa teoria, basata su un’efficace conoscenza dei processi decisionali esperiti dalla mente umana e sulla nostra capacità di intercettarli, potrebbe essere addirittura controproducente se non si considera, sempre e comunque, un altro fattore: quello esperienziale e proiettivo. Ed infatti, posto che il venditore sia in grado di 1) prendere informazioni sul modo di pensare del cliente; 2) capire quali esigenze abbia; 3) comprendere quale ritiene sia una soluzione vantaggiosa; 4) formulare un’offerta assolutamente in linea con le sue aspettative 5) convincerlo all’acquisto; 6) prendere l’ordine; quale aspetto psicologico della mente umana e quale aspetto di questa relazione garantiscono al venditore di vedere ripetuto l’acquisto?Se l’esperienza che il compratore farà in seguito all’acquisto ri-confermerà "l'IDEA", in altre parole il suo punto di vista precostituito (quello su cui il venditore ha dovuto lavorare), probabilmente egli ricaverà un’idea negativa sia del venditore che del prodotto, proiettando anche su altre situazioni la stessa esperienza.Se l’esperienza sarà positiva probabilmente ciò consentirà ulteriori acquisti, a parità di valore percepito del prodotto/servizio.L’iterazione di questo processo può consentire di raggiungere gli obiettivi numerici di vendita, questo è quello che è insito nel senso stesso della vendita. Ciò che non abbiamo ancora rilevato è che nel contempo “l’esperienza positiva” del cliente-consumatore genera un altro risultato non di tipo economico ma che su di esso può impattare notevolmente: “l’accrescimento della fiducia!”.
Antonia Santopietro
Quando tre anni fa Steve Jobs ebbe l’idea di un sito dedicato al download legale di brani musicali ci furono manifestazioni di scetticismo da più parti, prevalentemente a causa della convinzione che pochi avrebbero deciso di pagare per accedere ad un servizio che i vari netwoork peer to peer offrivano (illegalmente) già da tempo.Ma il numero uno della Apple, come è emerso in altre occasioni, raramente si sbaglia e proprio in questi giorni il suo iTunes può festeggiare l’invidiabile traguardo di un miliardo di downloads musicali.Nei suoi tre anni di vita l’offerta di iTunes si è allargata notevolmente, fino a comprendere oltre due milioni di canzoni delle principali case discografiche, 3.500 video musicali, numerosi episodi di serie di successo quali Desperate Housewives e Lost, 35.000 podcast e 16.000 audiolibri, con un’offerta da fare impallidire il più fornito punto vendita tradizionale. Proprio questa ampia offerta lo scorso anno ha consentito al sito di entrare nella Top Ten dei rivenditori musicali in USA, posizionandosi di davanti a operatori del calibro di Tower Records, Sam Goody e Borders.Ma quali sono i fattori che hanno decretato il successo di iTunes?Un primo fattore va attribuito alla scelta di un pricing particolarmente competitivo, contestato più di una volta da musicisti e major discografiche in quanto ritenuto inadeguato a garantire un sufficiente guadagno a tutte le parti in causa.Il secondo è una conseguenza della perfetta integrazione con il diffusissimo iPod, lettore MP3 incontrastato leader di mercato nella fascia di prodotto medio-alta. Proprio la facilità con la quale è possibile effettuare l’acquisto e caricare i brani scelti nel proprio player ha determinato la popolarità sia del lettore che del sito, contribuendo ad avvicinare alla musica digitale anche una fascia di consumatori con minore dimestichezza con la tecnologia.Terzo motivo direttamente legato al prestigio del brand: Apple ha saputo nel tempo crearsi un seguito di fedeli e affezionati utenti che vedono nell’utilizzo dell’iPod uno status symbol da esibire come un accessorio.Tutti questi aspetti, uniti a comodità di fruizione e vastità di scelta, non potranno che continuare a giovare al successo di iTunes, protagonista di quello che sarà chiaramente uno dei principali canali distributivi del prossimo futuro per la musica.
Una recente ricerca pubblicata da ACNielsen su oltre 21.000 consumatori di 42 Paesi ha eletto Giorgio Armani e Gucci i marchi della moda più desiderati al mondo, a testimonianza del fascino e dell’attrazione esercitata dal made in Italy.Questo sondaggio, condotto on-line coinvolgendo utenti di Europa, Asia Pacifico, Sud Africa, Medio Oriente, Stati Uniti e America Latina, mostra una sostanziale convergenza in termini di consensi a dispetto dell’eterogeneità delle zone considerate. Solo il 12% degli intervistati acquista effettivamente capi dei brand vincitori, ma ben il 30% dichiara che comprerebbe volentieri se potesse permettersi la spesa.Il richiamo all’evocatività dell’immagine e alle sensazioni che questa è in grado di provocare nell’acquirente costituisce un'arma competitiva fondamentale per emergere nel volubile mondo della moda, dove tendenze e stili mutano con estrema rapidità. I valori rappresentati dai due marchi rappresentano invece un punto fermo, superando differenze di età e cultura avvicinando i consumatori di tutto il mondo.
I motivi del successo di Armani e Gucci, secondo Frank Martell, Presidente e CEO di ACNielsen Europa, sono legati alla capacità dei due marchi di proporre un’immagine forte e apprezzata, andando quindi oltre l’essere una semplice griffe di moda. Indipendentemente dalla localizzazione geografica molti consumatori quando comprano un prodotto Armani o Gucci sono condizionati (o meglio ispirati) dall’immagine e dal forte appeal globale che questi brand posseggono. Armani in particolare sembra proporre un vero e proprio stile di vita, differenziando la propria linea di offerta fino a comprendere la ristorazione, l’arredamento e gli alimentari. Oltre a costituire un’utile strategia in termini di business in questo modo lo stilista esercita un forte fascino sul proprio pubblico, proponendo uno stile di vita raffinato e contemporaneo in grado di fidelizzare un consumatore sempre più esigente e difficile da conquistare.
Stamattina ho pubblicato un post in merito a Blogging4Business, evento che si terrà il prossimo 4 aprile a Londra e che sarà totalmente concentrato sul mondo dei corporate e business blog. Per cui se vi troverete da quelle parti, fateci un salto. L'evento si terrà presso l'hotel Marriott.
Come piccola anticipazione posso dirvi che verranno toccati temi come podcast, video podcast, rapporto tra blog e media, e molti altri ancora.
Di Eli (del 02/03/2006 @ 19:03:42, in Blog, linkato 9503 volte)
Tra le numerose aziende che decidono di cimentarsi in un blog possiamo contare anche Dior, che ha recentemente lanciato Plastique De Reve , uno spazio monotematico dedicato principalmente ai profumi ma più in generale a tutti i prodotti griffati Dior.La gestione è dedicata ad un’agenzia esterna (Je suis unique), mentre 12 bloggers hanno il compito di recensire, in francese, i prodotti di volta in volta presentati. Inaugurato poche settimane fa ha collezionato oltre 220 commenti in una sola settimana, anche se, come qualche addetto ai lavori ha avuto occasione di rilevare, provengono in buona parte dagli stessi indirizzi IP.
Via adverblog
Heineken, multinazionale olandese leader nel settore della birra, continua a macinare utili, con un incremento nello scorso anno del 19% a 761 milioni di Euro. Anche le vendite hanno segnato un deciso miglioramento, aumentando del 7,3% per un totale di 10,8 miliardi di Euro.L’introduzione nel mercato di nuovi prodotti, in particolare delle birre Premium Light nel mercato americano, insieme ad una grande attenzione agli aspetti legati al marketing, hanno consentito ad Heineken di archiviare un eccellente 2005. Terzo produttore europeo, il noto marchio è riuscito anche a ridurre sensibilmente i costi operativi e questo spiega il sensibile incremento di utili.
Heineken vanta inoltre il primato di birra più esportata al mondo: è presente in oltre 170 Paesi e con i suoi 105 milioni di ettolitri è uno dei primi produttori mondiali anche in termini di volumi.
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