Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
È in rapida crescita la popolazione di italiani che si affida a smartphone e tablet per piccole operazioni bancarie. Secondo l’ultimo report trimestrale eFinance di Nielsen sono circa 10 milioni gli italiani che utilizzano le aree online riservate ai clienti delle banche italiane. Erano 9,9 milioni lo scorso giugno e, di questi, 2,9 milioni avevano usufruito dei servizi informativi e dispositivi tramite mobile (+80% nell’arco dei 12 mesi).
Lo sviluppo del mobile banking, spiega Nielsen, è legato non solo alla diffusione di device evoluti, ma anche all’ampliamento dell’offerta da parte degli istituti bancari italiani che stanno progressivamente rendendo disponibili applicazioni per i tre principali sistemi operativi (iOS, Android e Windows Phone). Il 79% dei clienti mobile accede ai servizi tramite smartphone. Android si conferma il sistema operativo più diffuso, tuttavia iOS, il sistema operativo Apple, ha una penetrazione sui clienti bancari online doppia rispetto a quella registrata sull'utenza internet nel suo complesso (29% vs. 15%). "Prevediamo che nei prossimi mesi il tasso di adozione dei servizi bancari mobile continuerà a essere sostenuto", afferma Cristina Papini, R&A Director di Nielsen. "Il 75% di chi non ha ancora utilizzato smartphone o tablet per accedere ai servizi bancari non mostra resistenze all'adozione di questo canale".
PER COSA SI USA IL MOBILE BANKING. Il mobile viene utilizzato dai due terzi dei clienti per verificare saldo e movimenti e con regolarità per effettuare ricariche telefoniche o di carte prepagate. La quota di chi accede a questi servizi da smartphone o tablet è simile a quella di chi vi accede da Pc (come si vede dalla tabella). Il computer fisso resta invece la piattaforma preferita per effettuare bonifici, dove il valore della transazione è mediamente più elevato.
Via Business People
Le festività natalizie si avvicinano e con esse analisi e previsioni dei principali trend di shopping e comportamento di consumo degli utenti quando si parla di acquisti digitali. Quest’anno Dynatrace ha annunciato i risultati di una ricerca sul mobile shopping realizzata intervistando oltre 5.000 utenti mobile: ne emerge un quadro interessante con i giovani tra i 18 e 34 anni posti alla guida di una nuova richiesta di eccellenza nel campo delle prestazioni digitali.
I Millennials sono sempre più mobile, social e si aspettano una qualità superiore nell’esperienza online rispetto alle generazioni precedenti. Questo dato è certo: “quest’anno il mobile shopping batterà tutti i record e il prezzo da pagare per quei rivenditori che non forniscono esperienze digitali di qualità sarà molto più elevato. Siamo in grado di prevedere il futuro del retail, proprio guardando a quello che i consumatori da mobile di età compresa tra i 18 e i 34 anni stanno facendo adesso. Chiedono un’esperienza di acquisto impeccabile e se vengono delusi sono pronti a lamentarsi sui social media”, spiega Erwan Paccard, Director of Omnichannel Strategy di Dynatrace. “Questo ‘Ritorno al futuro’ guidato dai Millennials sta cambiato il mondo della vendita al dettaglio per sempre. Le aziende vinceranno o falliranno in base alla loro capacità di fornire grandi esperienze ai clienti rispetto a ogni possibile punto di contatto digitale”.
Le principali evidenze
Smartphone e tablet sono lo strumento preferito per lo shopping online attraverso web, mobile web e applicazioni mobile: il 60% dei Millennials e il 42% di tutti gli utenti mobile hanno in programma di utilizzare il proprio smartphone o tablet per lo shopping natalizio di quest’anno. Il sorpasso rispetto al negozio fisico tradizionale è vicino: globalmente il 50% dei giovani tra i 18 e 34 anni ha dichiarato che farà shopping più dal dispositivo mobile che fisicamente in negozio. In UK il dato raggiunge il 60%.
Altra evidenza: gli acquisti in store sono ormai integrati nel digital shopping. Più di un utente mobile su quattro (27%), infatti, e quasi 4 su 10 nel caso dei Millennials (37%) userà il proprio dispositivo per fare acquisti quando si trova in un negozio in cerca di regali. Il 62% dei Millennials utilizzerà il dispositivo per confrontare i prezzi, leggere le recensioni sui prodotti e scaricare coupon. Negli Stati Uniti in trend è più forte e il 71% dei consumatori entrerà nei negozi con il proprio smartphone per questo motivo.
Attenzione, suggerisce la ricerca, alle prestazione tecniche di app e siti: il 75% degli intervistati e l’81% dei Millennials abbandoneranno l’acquisto e si rivolgeranno altrove se il sito mobile o l’applicazione mobile presenteranno bug, saranno lenti o soggetti a crash. Gli utenti mobile in Germania perdoneranno ancora meno e l’abbandono dell’acquisto avverrà nell’87% dei casi. Considerando che, in caso di malfunzionamento, solo il 68% proverà in futuro a riutilizzare ancora una volta il sito mobile o l’app, la perdita dei possibili acquirenti si rivela immediata e consistente: il 32% di essi.
Il che dimostra come le app mobile si riveleranno una parte importante delle strategie omnicanale per chi fa commercio online: il 54% dei Millennials preferisce utilizzare le applicazioni specifiche dell’azienda scaricate da un app store per lo shopping online, invece che i siti web aziendali. La motivazione indicata dal 62% di essi è che le applicazioni mobile specifiche dell’azienda garantiscono una migliore esperienza utente rispetto alle prestazioni di un sito web. In UK anche questa percentuale è più elevata con il 71% dei Millennials che ha indicato le mobile app come preferenza.
Via Tech Economy
I problemi finanziari del nostro paese sono sempre stati un ostacolo difficile da scavalcare per investire sulle infrastrutture pubbliche, comprese quelle per aggiornare le reti dei sistemi di comunicazione e purtroppo c’è ancora tanto da lavorare: per fortuna però, la maggior parte dei consumatori non utilizzano più l’insoddisfacente connessione a rete fissa, ma si basano soprattutto sulle connessioni veloci dei dispositivi mobili.
È quanto emerge da una ricerca di Ofcom, l’“International Communications Market Report 2015” e riportata da eMarketer, che quale fotografia il mercato della comunicazione mondiale prendendo in esame nove paesi: oltre l’Italia, l’Australia, il Giappone, la Svezia, gli Stati Uniti, la Francia, la Germania, la Spagna e il Regno Unito.
Nella zona europea, l’Italia offre il caso più evidente, spiega e-marketer, di come i dispositivi mobili stanno “facendo tramontore le connessioni più tradizionali” e questo è dovuto alla progressiva perdita di importanza delle infrastrutture fisse per l’accesso ad Internet, ma non è tutto. Nel mese di ottobre 2015, solo il 68% degli utenti web in Italia ha fatto uso settimanale della connessione fissa a banda larga per andare online, contro il 79% nel Regno Unito e l’84% in Francia. Allo stesso modo, in Italia solo 6 utenti su 10 hanno fatto telefonate settimanalmente con un telefono di rete fissa in casa, rispetto al 70% in Spagna e 78% in Germania.
Nel complesso, sempre secondo la ricerca di Ofcom, l’89% degli utenti web in Italia ha utilizzato uno smartphone o un device mobile per accedere a Internet ogni settimana durante il mese di ottobre; solo la Spagna ha registrato una maggiore incidenza sull’uso del mobile in quel mese, fissando la propria percentuale di accesso al 91%.
E ancora, l’Italia è stata è stata l’unica nazione europea in cui più della metà (51%) degli adulti online ha utilizzato uno smartphone almeno una volta a settimana per accedere al web; la Spagna ha quasi eguagliato il risultato con il 49%. Quello che impressiona di più è il divario con gli altri paesi: in Francia, Germania, Svezia e Regno Unito, la quota di coloro che accedono online con un lo smartphone almeno una volta a settimana non supera più del 33%.
Una delle cause di questi risultati potrebbe essere la penetrazione degli smartphone in Italia: secondo Cisco, gli smartphone rappresenteranno il 68% di tutta la fonte di traffico dei dati in Italia entro il 2019, mentre la quota di traffico che passa attraverso laptop e desktop si ridurrà del 5%.
Via Tech Economy
Il nuovo strumento di shopping? Lo smartphone. Stando infatti a un’analisi sui mobile surfer (coloro che navigano su Internet tramite smartphone) condotta dall'Osservatorio Mobile B2c Strategy del Politecnico di Milano, più di 3 utenti su 4 utilizzano il proprio device mobile per prendere le decisioni di acquisto. Nella maggior parte dei casi, si utilizza lo smartphone prima di comprare, per valutare i prezzi e scegliere il negozio giusto (60%), ma molti lo utilizzano anche all’interno del negozio (40%). Alta anche la percentuale di chi si avvale in seguito del telefonino per ricevere assistenza, consultare i servizi sottoscritti o monitorare la propria raccolta punti fedeltà: 29%. In particolare, ci si avvale dello smartphone soprattutto per acquistare prodotti di elettronica, (57%), abbigliamento (53) e alimentari (27%). «Il mercato pubblicitario guarda con attenzione a questa fascia di utenza», afferma Marta Valsecchi, Direttore dell'Osservatorio Mobile B2c Strategy del Politecnico di Milano. «Il Mobile Advertising è cresciuto del 53% tra il 2014 e il 2015 raggiungendo un valore di 462 milioni di euro e una quota pari al 21% dell’Internet Advertising e al 6% del totale dei mezzi pubblicitari». ECOMMERCE MOBILE. Buono anche il trend dell’ecommerce attraverso il telefono: se alla fine del 2014 solo il 32% dei mobile surfers compravano con il cellulare, a fine 2015 la percentuale è salita al 41%, al punto che il valore delle vendite online tramite smartphone è arrivato a rappresentare il 10% del totale ecommerce italiano. «Il crescente utilizzo dello smartphone da parte degli utenti impone alle aziende di pensare “Mobile First” », commenta Raffaello Balocco, responsabile scientifico dell’Osservatorio Mobile B2c Strategy del Politecnico di Milano. «Questo non significa semplicemente realizzare siti o spp progettati per dispositivi mobili, ma ripensare completamente l’esperienza di interazione tra azienda e utente sfruttando le opportunità messe a disposizione dal mobile. Per andare in questa direzione occorre una forte trasformazione dei processi e dell’organizzazione, quindi un cambiamento culturale notevole». Via Business People
Secondol’Osservatorio Mobile B2c Strategy della School of Management del Politecnico di Milano, lo smartphone non è utilizzato dagli italiani solo per attività sui social network e per l’entertainment, ma anche per prendere decisioni di acquisto: più di 3 su 4 dei navigatori Internet da smartphone (i cosiddetti Mobile Surfer) lo utilizzano, infatti, anche a questo scopo. Più nel dettaglio, il 60% lo sfrutta nella fase di pre-acquisto (cioè per decidere quale prodotto acquistare e dove comprarlo), il 40% all’interno del punto vendita e il 29% nella fase di post-acquisto (per le attività di richiesta assistenza, consultazione dei servizi sottoscritti, gestione della carta fedeltà). E, ancora, il 41% degli utenti Smartphone è un Mobile Shopper, ossia effettua acquisti tramite cellulare; per questo, il valore delle vendite online provenienti da Smartphone nel 2015 è arrivato a valere il 10% del totale eCommerce italiano [1] e si attendono ulteriori crescite significative nei prossimi anni. “Il crescente utilizzo dello smartphone da parte degli utenti impone alle aziende di pensare ‘Mobile first’. Questo non significa semplicemente realizzare siti o App progettati per dispositivi mobili, ma ripensare completamente l’esperienza di interazione tra azienda e utente sfruttando le opportunità messe a disposizione dal Mobile“, afferma Raffaello Balocco, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Mobile B2c Strategy. “Per andare in questa direzione occorre una forte trasformazione dei processi e dell’organizzazione, quindi un cambiamento culturale notevole”. “Lo smartphone non è un touch point qualunque ma un punto di contatto unico“, afferma Marta Valsecchi, Direttore dell’Osservatorio Mobile B2c Strategy del Politecnico di Milano. “È, infatti, l’unico device sempre a disposizione dell’utente in qualsiasi momento della giornata e il dispositivo più utilizzato davanti alla Tv. Questo consente di creare nuove modalità di ingaggio con gli utenti, di avviare attività di real time marketing, di instaurare un dialogo personalizzato con il cliente, di migliorare la shopping experience. Le aziende sono chiamate alla sfida di una Mobile Transformation che orienti tutti i propri processi di comunicazione e fidelizzazione dei clienti verso l’utilizzo dello Smartphone come potenziatore degli altri punti di contatto, siano questi l’ADV su altri mezzi, il customer care o l’esperienza nel punto vendita”. I DATI NEL DETTAGLIO Sono 22 milioni gli italiani tra i 18 e 74 anni che accedono ogni mese a Internet da dispositivi mobili (Smartphone e Tablet), pari alla metà della popolazione di riferimento. Inoltre, più del 70% del tempo trascorso giornalmente a navigare è legato a dispositivi mobili e, se per i giovanissimi (18-24enni) questa percentuale sale all’85%, persino per gli over 55 ha superato ormai quota 50% . Il 77% dei Mobile Surfer utilizza lo Smartphone nelle varie fasi del processo d’acquisto: il 57% lo impiega nel percorso di acquisto di prodotti di Elettronica, il 53% per Abbigliamento e accessori e il 27% per la Spesa alimentare. Ne consegue che anche il mobile adverstising stia cambiando: è cresciuto del 53% tra il 2014 e il 2015 raggiungendo un valore di 462 milioni di euro e una quota pari al 21% dell’Internet Advertising e al 6% del totale dei mezzi pubblicitari, spiega Valsecchi. In particolare, a guidare la crescita sono i Social Network, il cui valore è più che raddoppiato, e che raccolgono quasi il 60% degli introiti pubblicitari grazie agli annunci visualizzati su Smartphone. Raddoppia in valore assoluto anche il formato video e rich media, sia con investimenti ad hoc per il Mobile, sia in termini di pianificazioni multi-piattaforma. Il keyword advertising cresce meno del mercato, perché il Mobile mostra nella gran parte dei casi dei tassi di conversione inferiori al desktop e, conseguentemente, la quota degli investimenti associati al Mobile rimane inferiore rispetto al traffico generato; tuttavia il peso del keyword advertising sul totale del mercato è significativo (circa il 30%). “Complessivamente il 2015 può essere considerato l’anno del cambio di rotta nell’approccio al Mobile da parte delle medio-grandi imprese italiane” afferma Marta Valsecchi. “È infatti aumentato in maniera decisa il numero di aziende in cui si è iniziato a definire puntualmente le strategie Mobile e a riprogettare i propri siti web e Mobile App in questa direzione; se per anni il Mobile è stata una leva nelle mani del marketing o dell’IT – e ancor più spesso del solo team digital –, ora, in un numero crescente di aziende, è un tema trasversale a più funzioni dell’organizzazione. Inoltre si è iniziato a riprogettare alcuni processi (Crm, vendite, customer care, ecc.) con l’obiettivo di avere una vista unica sul cliente e integrare i diversi touch point aziendali. In queste realtà il cambio di rotta è influenzato dal crescente commitment del vertice aziendale che ha iniziato a considerare la Mobile Transformation un fattore chiave per il proprio business nei prossimi anni”. Via Tech Economy
I consumatori utilizzano sempre di più i loro smartphone mentre fanno shopping negli store fisici e, secondo una ricerca riportata da eMarketer, vorrebbero ricevere promozioni e offerte in real time sul proprio device durante la ricerca e la scelta dei prodotti: il dato arriva da Accenture che ha intervistato 10.096 utenti di smartphone in tutto il mondo che hanno effettuato acquisti sia in digitale che negli store fisici negli ultimi 3 mesi. Quasi la metà degli intervistati ha dichiarato che non vede l’ora di ricevere promozioni in real time presso i rivenditori sul proprio smartphone; inoltre, il 42% degli intervistati ha anche affermato che desirerebbero avere la possibilità di accreditare automaticamente coupon e sconti; il 37% ha anche espresso di voler avere la possibilità di ordinare merci che non sono più in magazzino tramite il loro smartphone. Sempre secondo Accenture, però, gli store che offrono questo tipo di servizi si attestano attualmente solo sul 7% del totale, mentre la domanda è visibilmente più alta; l’indagine ha inoltre rivelato, però, che quasi la metà dei rivenditori di tutto il mondo permettono di ordinare merci che non sono più in magazzino tramite il WiFi del negozio e quasi un terzo offre la possibilità di effettuare una “lista della spesa mobile”, in modo da trovare in cassa al momento del pagamento i prodotti richiesti. Via Tech Economy
Gli uffici marketing delle aziende guardano sempre di più a smartphone e tablet come un canale privilegiato di comunicazione, alla luce dell’utilizzo crescente di questi device tra la popolazione mondiale, italiani in testa. Secondo un report previsionale di Cisco, nel 2019 nel nostro Paese gli smartphone utilizzati saranno ben 63 milioni e, soprattutto, da questi dispositivi passerà il 68% di tutto il traffico dei dati. E la pubblicità sui canali mobile trainerà, fra il 2015 e il 2018, il mercato globale dell’advertising con un incremento medio annuale del 32%, raggiungendo l’87% di tutti i nuovi investimenti in advertising in questo periodo (dati ZenithOptimedia). Una percentuale bulgara, dunque, che lascia pochi dubbi sulla direzione che il comparto della pubblicità sta prendendo. Il mobile advertising, termine che racchiude tutte le formule di comunicazione su questi canali, dal display al search sino alle applicazioni a pagamento, passerà dunque da un giro d’affari di 50 miliardi di dollari registrato nel 2015 ai 113 miliardi previsti nel 2018. E arriverà a pesare per oltre il 50% di tutta la pubblicità su Internet. Quali saranno dunque i trend da tenere d’occhio per adattarsi ai nuovi modelli di comportamento dei consumatori mondiali? Le marche dovranno prestare attenzione, per esempio, allo sviluppo delle funzioni di ricerca vocale sui supporti mobile, così come al native advertising, destinato a ridurre il peso del digital display advertising poiché meno efficace su smartphone e tablet. Per non parlare poi degli emoji, le icone digitali ormai imprescindibili nel linguaggio di scrittura di millennials (le persone di età compresa tra i 18 e i 35 anni) e generazione Z (i nati alla fine degli anni Novanta). Le grandi aziende, inoltre, punteranno sempre di più sui servizi di personal shopping, prenotabili via web e mobile: una rivoluzione che non riguarderà solo gli operatori del lusso, ma anche tante altre categorie merceologiche. E il ricorso ai temporary store aiuterà i brand a costruire esperienze d’acquisto più stimolanti con i consumatori approcciati sui device mobili. Ci sarà poi un’evoluzione del mobile wallet, che da strumento di pagamento diretto dal telefono diventerà una vera piattaforma di marketing dove i marchi potranno proporre i loro contenuti. La stampa 3D inoltre prenderà sempre più piede tra la popolazione, mentre i tempi di consegna dei prodotti acquistati attraverso la rete saranno molto più rapidi. Da capire invece fino a che punto avrà successo la diffusione della realtà virtuale su dispositivi mobile, anche se i produttori si stanno muovendo fortemente in questa direzione. Il futuro continua a correre dunque più velocemente di quanto avremmo mai potuto ipotizzare qualche anno fa. Per la comunicazione di marca, però, di strada da percorrere ne rimane ancora tanta. In particolare in Italia, dal momento che il mercato della pubblicità – secondo molti protagonisti – non ha ancora trovato le formule più idonee per sfruttare questi media. I direttori marketing delle aziende intervistati da Business People lamentano il fatto che tanti operatori della pubblicità non hanno saputo ancora cavalcare la nuova onda. Sullo sfondo, rimane inoltre l’annoso problema della lentezza della rete, anche se paradossalmente è proprio la scarsità di infrastrutture tradizionali a spingere gli italiani a utilizzare i dispositivi mobile. Nel nostro Paese, infatti, solo il 68% degli utenti internet adulti usa una connessione fissa in banda larga per accedere a Internet, contro il 79% dei britannici e l’84% dei francesi. Via Business People
Google sta testando un nuovo servizio di pagamento mobile separato da Android Pay. Il nuovo sistema consente ai clienti di pagare nei negozi senza dover tirare fuori lo smartphone, cosa utile qualora si avessero le mani occupate (bisogna tenere i bambini o le buste della spesa) o semplicemente non si ha voglia di tirare fuori il device. Come funziona il nuovo servizio è semplice ma il telefono deve avere Bluetooth e Wi-Fi attivi (due caratteristiche ormai presenti in ogni telefono): la connessione Bluetooth Low Energy in combinazione con la localizzazione fornita dal Wi-Fi permettono allo smartphone di effettuare un pagamento stando nella tasca comunicando con la cassa del negozio tramite beacons. Il cliente deve semplicemente dire al cassiere che sta "pagando con Google", poi il cassiere con il suo terminale comunica con lo smartphone del cliente per verificare che il pagamento avviene effettivamente con la persona che si trova di fronte (sul telefono si imposta una propria foto, che il cassiere vede nel display del suo sistema) e conferma il pagamento. Una notifica viene poi inviata direttamente al dispositivo, con la conferma del pagamento appena fatto. I beacons sono dispositivi che sfruttano la connettività BLE a basso consumo energetico, la stessa che usano gli smartband o smartwatch, che hanno una sola funzione: trasmettere pacchetti di dati contenenti solo informazioni per notificare la propria presenza a dispositivi vicini. Nel caso del nuovo servizio di Google, un beacons viene integrato nella cassa del negozio, così la tecnologia consente ad uno smartphone o ad un altro dispositivo di comuicare in automatico quando si trova nelle vicinanze. Il comando "pago con Google" deve essere pronunciato dal cliente per dire al cassiere di attivare il beacons della cassa, così da ricevere dallo smartphone le informazioni utili per la conferma dell'identità del compratore. Un esempio di come funziona il nuovo servizio si puo' vedere nel video qui sotto realizzato da Google. Al contrario di sistemi di pagamento come Samsung Pay o Apple Pay, tuttavia, la nuova soluzione a cui Google sta lavorando obbligherà i negozianti ad acquistare un dispositivo apposito che supporti la tecnologia, non bastano i tradizionali POS. La piattaforma è comunque gia' in funzione, è attualmente disponibile nella South Bay Area in California presso due commercianti: McDonald's e Papa John's. Via PianetaCellulare
Secondo i dati emersi dall’Osservatorio Mobile B2c Strategy di Doxa, lo smartphone è diventato fondamentale nel processo di acquisto. La percentuale di Mobile Surfer che fanno acquisti di beni e servizi dal proprio smartphone passa dal 32% al 41% tra fine 2014 e fine 2015. Chi invece utilizza il device fuori dal negozio per controllare prezzi e promozioni passa dal 45% al 55%, mentre chi lo usa all’interno del negozio cresce dal 31% al 34% del totale. Il 77% dei Mobile Surfer utilizza lo Smartphone nelle varie fasi del processo d’acquisto: il 57% lo impiega nel percorso di acquisto di prodotti di elettronica, il 53% per abbigliamento e accessori e il 27% per la spesa alimentare. Vista la tendenza cresce del 53% tra il 2014 e il 2015 anche il Mobile Advertising che raggiunge un valore di 462 milioni di euro e una quota pari al 21% dell’Internet Advertising e al 6% del totale dei mezzi pubblicitari. Via Tech Economy
Gli italiani sono sempre più connessi. Nell’arco del 2015 è cresciuta del 18% la fruizione del web in modalità “multipiattaforma”, e del 36% l’accesso al web esclusivamente tramite mobile (smartphone e/o tablet). Ma mentre i possessori di smartphone dichiarano di accedere alla rete via smartphone tramite App in percentuale maggiore rispetto al browser, si assiste nel contempo a una forte concentrazione nell’utilizzo di App. WhatsApp, Google e Facebook viaggiano ognuna tra il 50% ed il 60% di penetrazione sulla popolazione utilizzatrice di smartphone. Sempre più connessi. Con sempre più dispositivi A gennaio 2016 sono stati rilevati in Italia 37,5 milioni di utenti connessi al web, per la maggior parte in modalità Multipiattaforma (oltre il 45%). Gli utenti che hanno effettuato l’accesso alla rete con utilizzo contestuale sia da dispositivi mobili che da PC risultano in crescita (+18%). In maniera analoga cresce la fruizione del web in modalità esclusivamente Mobile: con un incremento annuo del 36%, interessa una quota prossima agli 8 milioni di utenti unici mensili. A cedere il passo è la navigazione esclusiva da PC, che pur confermandosi come il metodo di accesso al web per oltre 12 milioni di utenti unici, ha subito un calo dell’11% in un anno. La navigazione tramite App supera quella da browser Secondo i dati della ricerca Mobilens di comScore, nel mese di gennaio 2016 l’87% di chi ha navigato in rete da uno smartphone dichiara di averlo fatto attraverso una App, mentre la modalità di navigazione tramite browsing si attesta all’83%. “Lo spostamento della navigazione da browser ad app rende cruciale l’implementazione di sistemi di misurazione in grado di riattribuire agli editori il cosiddetto traffico “in app browser” (ovvero il traffico sui siti degli editori proveniente da app di terzi)” afferma Fabrizio Angelini, CEO di Sensemakers e rappresentante per l’Italia di comScore “attività che comScore realizza regolarmente in diversi paesi nel mondo cosi come in Italia. Con la stessa logica e dato l’elevato grado di concentrazione del traffico mobile siamo in grado di riattribuire agli editori il traffico generato da soluzioni quali Instant Articles e Google AMP”. L’utilizzo delle App risulta inoltre molto concentrato. La lotta per monopolizzare i servizi di messaging, social network ed email premia i leader del mercato. Il 60% dei possessori di smartphone dichiara infatti di aver usato WhatsApp, mentre il 50% ha usato le app di Google o quelle di Facebook. Considerando le variazioni anno su anno, cresce il numero di italiani che dichiarano di avere utilizzato almeno una App nel corso del mese precedente, attestandosi sui 27 milioni di utenti, con un incremento del 19% rispetto allo stesso mese del 2015. In merito alle performance delle singole App, i “soliti noti” fanno registrare crescite percentuali a doppia cifra, con +19% per WhatsApp e Google (entrambe oltre i 15 milioni di utenti) e +12% per Facebook per proseguire con Skype ed Outlook.com, entrambe sopra quota 5 milioni e con tassi di crescita rispettivamente del 17% e del 12%. Sono tre App profondamente diverse tra loro quelle ad aver fatto registrare i più ampi tassi di crescita nel corso dell’ultimo anno. Instagram evidenzia una crescita del 27%, quasi pareggiando gli utenti di Outlook, mentre Amazon si conferma il nome di punta per l’eCommerce anche per le App (oltre quota 4 milioni, +37%). La crescita più consistente (+43%) riguarda Libero.it, che ha saputo raccogliere le preferenze di oltre 3 milioni di utenti collegando ai propri servizi di e-mail contenuti relativi a news, intrattenimento, informazione e meteo. “Il mercato ADV è chiamato quindi a un’evoluzione” conclude Fabrizio Angelini “oggi è fondamentale sviluppare la misurazione dell’efficacia dell’adv mobile e a tal fine abbiamo appena rilasciato la rilevazione della viewability in app e realizzato una dashboard di analisi delle campagna che evidenzia le differenti performance di mobile, desktop e fornisce un dato cumulato di Total Digital Audience”. Via Spot and Web
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