Gli uffici marketing delle aziende guardano sempre di più a smartphone e tablet come un canale privilegiato di comunicazione, alla luce dell’utilizzo crescente di questi device tra la popolazione mondiale, italiani in testa. Secondo un report previsionale di Cisco, nel 2019 nel nostro Paese gli smartphone utilizzati saranno ben 63 milioni e, soprattutto, da questi dispositivi passerà il 68% di tutto il traffico dei dati. E la pubblicità sui canali mobile trainerà, fra il 2015 e il 2018, il mercato globale dell’advertising con un incremento medio annuale del 32%, raggiungendo l’87% di tutti i nuovi investimenti in advertising in questo periodo (dati ZenithOptimedia). Una percentuale bulgara, dunque, che lascia pochi dubbi sulla direzione che il comparto della pubblicità sta prendendo. Il mobile advertising, termine che racchiude tutte le formule di comunicazione su questi canali, dal display al search sino alle applicazioni a pagamento, passerà dunque da un giro d’affari di 50 miliardi di dollari registrato nel 2015 ai 113 miliardi previsti nel 2018. E arriverà a pesare per oltre il 50% di tutta la pubblicità su Internet.
Quali saranno dunque i trend da tenere d’occhio per adattarsi ai nuovi modelli di comportamento dei consumatori mondiali? Le marche dovranno prestare attenzione, per esempio, allo sviluppo delle funzioni di ricerca vocale sui supporti mobile, così come al native advertising, destinato a ridurre il peso del digital display advertising poiché meno efficace su smartphone e tablet. Per non parlare poi degli emoji, le icone digitali ormai imprescindibili nel linguaggio di scrittura di millennials (le persone di età compresa tra i 18 e i 35 anni) e generazione Z (i nati alla fine degli anni Novanta). Le grandi aziende, inoltre, punteranno sempre di più sui servizi di personal shopping, prenotabili via web e mobile: una rivoluzione che non riguarderà solo gli operatori del lusso, ma anche tante altre categorie merceologiche. E il ricorso ai temporary store aiuterà i brand a costruire esperienze d’acquisto più stimolanti con i consumatori approcciati sui device mobili.
Ci sarà poi un’evoluzione del mobile wallet, che da strumento di pagamento diretto dal telefono diventerà una vera piattaforma di marketing dove i marchi potranno proporre i loro contenuti. La stampa 3D inoltre prenderà sempre più piede tra la popolazione, mentre i tempi di consegna dei prodotti acquistati attraverso la rete saranno molto più rapidi. Da capire invece fino a che punto avrà successo la diffusione della realtà virtuale su dispositivi mobile, anche se i produttori si stanno muovendo fortemente in questa direzione.
Il futuro continua a correre dunque più velocemente di quanto avremmo mai potuto ipotizzare qualche anno fa. Per la comunicazione di marca, però, di strada da percorrere ne rimane ancora tanta. In particolare in Italia, dal momento che il mercato della pubblicità – secondo molti protagonisti – non ha ancora trovato le formule più idonee per sfruttare questi media.
I direttori marketing delle aziende intervistati da Business People lamentano il fatto che tanti operatori della pubblicità non hanno saputo ancora cavalcare la nuova onda. Sullo sfondo, rimane inoltre l’annoso problema della lentezza della rete, anche se paradossalmente è proprio la scarsità di infrastrutture tradizionali a spingere gli italiani a utilizzare i dispositivi mobile. Nel nostro Paese, infatti, solo il 68% degli utenti internet adulti usa una connessione fissa in banda larga per accedere a Internet, contro il 79% dei britannici e l’84% dei francesi.
Via
Business People