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  mymarketing.it: l'isola nell'oceano del marketing... di Admin
 
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Errare è umano, ma per incasinare davvero tutto è necessario un computer.

Arthur Bloch
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\\ : Storico (inverti l'ordine)
Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Altri Autori (del 28/06/2012 @ 07:45:06, in Social Networks, linkato 2227 volte)

Bluefinlabs, società di ricerca specializzata in analisi dei trend della Social TV, compila una classifica dei video spot più discussi su Twitter. La classifica dell’ultima settimana (6/18 – 6/24) registra lo straordinario successo di Nike che ha stimolato più di 15mila tweet, anche grazie all’inserimento negli spot di un apposito hashtag (#GameOnWorld - #MakeTheRules).

Ovviamente il volume di conversazioni generato è da attribuire a numerosi fattori, tra i quali: la popolarità del brand, i testimonial famosi provenienti dal mondo sportivo, l’alto livello di realizzazione dei filmati e la creatività.

Nike è riuscita in questo modo a generare 6.3 milioni di impression aggiuntive per gli spot, registrando una crescita delle conversazioni sociali su di essi di quasi il 500% in una settimana. L’incremento maggiore del volume di conversazioni sociali, durante l’ultima settimana, l’ha ottenuto, però, Ford (+1094%, 4754 tweet).

Via Tech Economy

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Di Altri Autori (del 29/06/2012 @ 07:13:18, in Social Networks, linkato 2333 volte)

Pausa caffè al lavoro, oppure pausa Facebook. Ormai il break social network è entrato nelle abitudini di milioni di lavoratori in tutto il mondo, con il sito in blu a dominare la scena, inseguito però da Twitter.

 Secondo i dati Iab, sempre più persone preferiscono perdere qualche minuto sul micro-blog a 140 battute piuttosto che su Facebook. Il declino di Mark Zuckerberg e soci, però non ha le sembianze di una disfatto, quanto quelle di un normale piccolo calo d’interesse. In Italia, per esempio, gli internauti sono sempre più affascinati da video e navigazione mobile, che meglio si prestano a Twitter, con i suoi brevi link e la grafica snella, più veloce da caricare e leggere sugli smartphone.

Le percentuali di uso di Facebook sui luoghi di lavoro, secondo un’indagine che ha coinvolto oltre 2mila aziende in tutti i continenti, è scesa dal 54 al 37% rispetto a un anno fa, mentre quelle di Twitter sono salite dall’11 al 21%. Il flusso di traffico dei due siti è rimasto però quasi invariato, a dimostrazione che al di fuori dell’ufficio, Facebook continua ad attirare centinaia di milioni di utenti ogni giorno.

 Resta da capire se l’alto utilizzo dei social nelle compagnie sia una necessità oppure solo uno svago. Pare infatti che il 3,8% della banda larga aziendale sia sfruttata per la visione di video su YouTube. Difficile convincere il capo che sia per una questione di lavoro.

Via Quo Media

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Di Altri Autori (del 02/07/2012 @ 07:07:35, in Aziende, linkato 2643 volte)

La fedeltà ad un brand rappresenta uno dei suoi asset principali e può essere quantificata in termini economici. La lealtà dei consumatori Apple è cosa ben nota, ma un’analisi della banca d’affari Goldman Sachs, ne ha stimato il valore. Secondo l’analista di mercato Bill Shope, complessivamente il valore dei fedeli possessori di iPhone e iPad, è pari a 295 miliardi di dollari.

Ogni singolo consumatore Apple vale in media 1053 dollari, “questo implica – stando a quanto scritto da Shope in una nota agli investitori di Venerdì – un valore complessivo per la base clienti iOS attuale di quasi 295 miliardi dollari, senza alcuna considerazione per le entrate provenienti da  contenuti, servizi o periferiche, o per il potenziale di crescita della piattaforma.”

La stima è stata effettuata tenendo conto, del prezzo medio di un device Apple ($535 a Giugno), dei costi da sostenere per cambiare piattaforma mobile, e dei risultati di un’inchiesta effettuata dalla banca d’affari tra i clienti Apple (1000) per valutarne la fedeltà al brand e la disponibilità a cambiare ecosistema mobile.

I consumatori Apple, nella stragrande maggioranza dei casi, sono propensi a confermare la propria preferenza per i device della società, particolarmente quelli che posseggono due device mobili. I tre quarti (75%) di questi  ritiene, infatti, fortemente probabile che il prossimo device acquistato sarà ancora una volta Apple.

 Tra i consumatori possessori di un unico device la percentuale è leggermente minore, ma comunque molto alta (62%). Quasi nessun consumatore ritiene improbabile (1%) o fortemente improbabile (0%) l’acquisto di un altro device della società.

Lealtà al brand davvero consistente, se si considera anche che il 21% dei clienti non sarebbe disposto a cambiare piattaforma, neanche in presenza di sconti di qualsiasi entità. Tra quelli disposti a cambiare dispositivo e brand in caso di sconti, più della metà lo farebbe solo nel caso fossero superiori al 30%.

Un simile rapporto con i propri clienti rappresenta un asset economico davvero significativo per la società.

Via Tech Economy

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Di Altri Autori (del 03/07/2012 @ 07:35:39, in Internet, linkato 2494 volte)

Le compagnie internet e gli addetti marketing bramano i dati dei navigatori per attirare investimenti pubblicitari e non solo, ma devono vincere la resistenza dei consumatori, che ancora non si fidano totalmente delle aziende e del trattamento riservato alle informazioni custodite dai siti.

Secondo una ricerca condotta da Econsultancy e Adobe, il 38% degli internauti americani non è convinto delle norme sulla privacy adottate dalle compagnie, mentre il 15% è totalmente contrario a rilasciare dati personali ai siti web.

Via Quo Media

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Di Roberto Venturini (del 04/07/2012 @ 07:24:30, in Social Networks, linkato 3325 volte)

Funziona così:  per promuovere i nuovi telefonini di LG, si mettono in palio biglietti VIP per grossi concerti.


Il trucco è che più si twitta con l'hashtag  #LGTicketHunter (e quindi si collabora a promuovere il concorso), più sul sito, la mappa si ingrandisce.


E più si ingrandisce, più diventa facile capire quale sarà la location misteriosa... e la prima persona che la individua, ci si fionda e twetta da lì vince i biglietti.


La promozione ha portato l'hashtag in Trending Topic per UK, il che per un'iniziativa promozionale non è male...


http://lgtickethunter.com/

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Di Altri Autori (del 09/07/2012 @ 07:22:56, in Prodotti, linkato 2289 volte)

Una ricerca evidenzia come i consumatori utilizzino sempre più di frequente i tablet per svolgere le loro attività giornaliere, e sempre meno i pc.
I consumatori usano sempre più i tablet invece dei personal computer per svolgere le loro personali attività giornaliere. Una tendenza rivelata dalla società Gartner grazie ad unaricerca condotta nel 2011 su un campione di 510 persone in 3 diversi paesi: Stati Uniti, Gran Bretagna e Australia.

Gli utenti intervistati utilizzano i tablet per 5 principali attività: controllo della posta elettronica (81%), lettura delle notizie (69%), controllo delle previsioni del tempo (63%), social networking (62%) e giochi (60%). Il sondaggio fa inoltre emergere che il 45% degli interpellati non intende condividere il proprio device con altre persone, trattandolo come se fosse un telefonino. Di norma il tablet viene usato a casa, di sera e nel fine settimana. Gli uomini tendono ad acquistarlo per se stessi, mentre le donne a riceverlo come regalo.

"La rapida adozione dei media tablet sta cambiando il modo in cui i consumatori accedono, creano e condividono contenuti", ha dichiarato Carolina Milanesi, research vice president di Gartner. "L'indagine ha rilevato che più del 50% dei proprietari di questi dispositivi preferisce leggere notizie, riviste e libri sullo schermo piuttosto che su carta. In media, uno su tre degli intervistati ha usato il tablet per leggere un libro, rispetto al 13% dei possessori di pc portatili, e il 7% di quelli dei telefoni cellulari".

I vari dispositivi elettronici (tablet, Tv, pc, smartphone) sembrano essere impiegati in modo intercambiabile e non in sostituzione l'uno dell'altro. Il cellulare è comunque il mezzo più utilizzato durante la giornata, 8 volte al giorno in media per attività che richiedono accesso alla rete. Più frequentemente lo smartphone serve per controllare posta elettronica e accedere ai social network.

Tuttavia, anche qui esistono significative differenze tra uomini e donne: entrambi i gruppi si collegano a Internet con il telefono cellulare, più a casa che altrove, per cercare informazioni, fare acquisti on line, apprendere e socializzare. Ma mentre gli uomini sembrano preferire la ricerca di informazioni, le donne usano i loro dispositivi più per attività di intrattenimento e socializzazione via Facebook o Twitter.

Via ManagerOnline

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Di Admin (del 10/07/2012 @ 07:00:26, in Social Networks, linkato 2718 volte)

Il cerchio 2.0 si chiude. The Fancy, start up americana ribattezzata il 'Pinterest del commercio elettronico', paga gli utenti per condividere i propri contenuti. In sostanza, il sito vuole incentivare la circolazione di prodotti, commenti, visualizzazioni, e per farlo ha deciso di mettere mano al portafogli.

Gli utenti non sono perciò solo oggetto di marketing, ma anche agenti per lo stesso. Ogni volta che uno degli iscritti condividerà un oggetto, riceverà un link con un codice unico che consentirà di ottenere uno sconto del 2% sul prodotto in questione (ad acquisto avvenuto).

La cifra non è granché, ma così facendo The Fancy pensa di incrementare sensibilmente il proprio traffico. E, per quanto non innovativa (il marketing ‘affiliato agli utenti’ già viene proposto da Amazon e altri portali), questa formula potrebbe determinare il salto definitivo dei social network verso il commercio.

Via Quo Media

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Di Altri Autori (del 17/07/2012 @ 07:19:32, in Media, linkato 2255 volte)

La diffusione della social TV e l’incremento delle conversazioni sociali sui programmi televisivi non arresta la sua corsa e non smette di impressionare.

Trendrr, società di ricerca specializzata sulla tematica, ha riscontrato circa 350 milioni di conversazioni sociali nei primi sei mesi dell’anno (intendendo per conversazioni sociali primariamente aggiornamenti Twitter e Facebook e interazioni su social media tematici come GetGlue e Viggle).

Tre picchi risaltano particolarmente nel grafico relativo alle attività sociali e danno conto dell’incremento di conversazioni intorno a tre grandi eventi mediali: il Super Bowl, i Grammys e gli Oscar. Il Super Bowl continua ad essere, secondo Trendrr, l’evento televisivo capace di suscitare un numero maggiore di commenti nei social media (17.5 milioni). Una seconda società di ricerca, Bluefin Labs, non è, però, d’accordo nell’assegnare il titolo di programma più social all’evento sportivo. Le differenze nei dati dipendono essenzialmente dai social media analizzati e da differenti sistemi di tracciamento. Entrambe le società concordano sul fatto che l’evento sportivo e l’evento musicale sono i programmi che hanno suscitato un numero maggiore di conversazioni, ma Bluefin Labs ritiene che i Grammy, grazie ad un’attenta strategia di approccio ai social media, siano riusciti a generare un numero maggiore di conversazioni (13 milioni vs 12.2 milioni).

Il trend di crescita della social TV, al di là delle differenze nei sistemi di analisi, è in ogni caso impressionante. Trendrr riporta una crescita delle conversazioni sociali nel secondo trimestre dell’anno, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, pari ad uno straordinario +487%. La cifra è, però, ingannevole visto che la società di ricerca, rispetto al passato, ha preso in considerazione un numero maggiore di piattaforme e utilizzato più dati. Tenendo conto di questi fattori, la crescita non è meno straordinaria ed è pari al 171%. Il trend sembra, inoltre, aver accelerato ulteriormente. Nel solo mese di Giugno le interazioni sociali intorno a prodotti televisivi sono state 81 milioni, con un incremento rispetto al mese precedente del 15% e rispetto a Giugno 2011 del 681% (anche in questo caso si deve tener conto, però, delle espansione delle piattaforme considerate).

Un dato interessante riguarda la maggiore capacità della televisione via cavo di suscitare commenti nei social media. A Giugno le conversazioni sociali a ridosso di programmi TV delle televisioni via cavo rappresentano il 68% del totale, con un incremento rispetto al mese precedente (55%). Nell’ultimo mese, infatti, i commenti sulla cable TV sono cresciuti del 45% rispetto a Maggio, mentre quelli su programmi dei broadcast sono diminuiti del 18%, anche a causa dei molti finali di stagione trasmessi nel mese precedente.

Per quanto riguarda le differenti piattaforme sociali, queste vengono utilizzate in modi molto differenti. La maggiore differenza di utilizzo riguarda i giorni della settimana in cui i diversi social media raggiungono picchi di attività rispetto a programmi TV. Il volume di conversazioni sociali è, ad esempio, stabile durante la settimana su Facebook, ad esclusione del Sabato quando si riduce di quasi la metà. GetGlue, al contrario, registra l’attività maggiore la Domenica. Twitter, che rappresenta da solo il 50% delle conversazioni sociali complessive intorno a programmi TV, ha un’attività maggiore la Domenica, il Martedì e il Giovedì.

Molto differente, inoltre, il successo ottenuto da differenti programmi sulle varie piattaforme, con le conversazioni sociali a ridosso di alcuni programmi che sembrano concentrarsi in uno specifico social media, quasi come se le audience e i fan si dessero appuntamento.

Il Drama resta, in ogni caso, il genere di programmi maggiormente discusso sia per quanto riguarda i programmi trasmessi dai canali broadcast che cable.

Via Tech Economy

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Di Altri Autori (del 19/07/2012 @ 07:54:36, in Internet, linkato 2221 volte)

Internet, come è noto, può essere una miniera di informazioni per gli utenti che cercano sul Web le risposte alle loro domande o le ultime notizie di cronaca, ma purtroppo non è tutto oro quello che luccica.

Lo sanno bene i 1900 cittadini statunitensi intervistati per uno studio redatto da Harris Interactive, che si dichiarano in maggior parte diffidenti riguardo a quanto viene pubblicato online.

Ben il 98% degli utenti interpellati nel sondaggio dichiara di dare scarsa fiducia alle informazioni che trovano sulla Rete, e il 94% di questi afferma che “si possono determinare spiacevoli inconvenienti ed errori professionali gravi a causa dell’utilizzo di informazioni inesatte prese da Internet”.

La  principale motivazione che causa distorsioni nella realtà che si vuole ricercare online è frutto della troppa pubblicità, indicata dal 59% del campione, a cui segue nella lista dei problemi più grandi la mancanza di aggiornamento nei dati pubblicati, con il 56% delle preferenze, e le informazioni auto-promozionali, che vengono riscontrate nel 53% dei casi.

Il 45% degli utenti dichiarano di prestare molta attenzione quando navigano su forum che non conoscono, mantenendo alta la diffidenza sui contenuti pubblicati all’interno delle loro pagine.

Tra il 94% di quelli che temono risultati spiacevoli dall’utilizzo di informazioni errate, la preoccupazione principale è rappresentata dalla possibilità di aver sprecato il proprio tempo (67%), seguita da quella di essere colpiti da un virus informatico (63%), perdere i propri soldi e rischiare frodi telematiche (51%) e danneggiare la loro credibilità e reputazione (36%).

Via Tech Economy

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Abbiamo visto negli scorsi articoli come qui in giappone gli smartphone stiano rapidamente diventando un vero e proprio centro di accesso universale e personale a messaggistica, servizi e contenuti grazie all’abbondante disponibilita’ di connessioni mobili senza limiti di consumo a prezzi ragionevoli.

Le generazioni dei giovani adulti giapponesi iniziano a preferire lo smartphone ad ogni altro media o dispositivo. Basta guardare ai dati raccolti da Google sul giappone su Our Mobile Planet  – tra i giovani giapponesi dai 18 ai 29 anni, il 48% delle donne e il 45% degli uomini preferiscono rinunciare all TV piuttosto che al proprio smartphone. Sempre piu’ connesso e integrato in una varieta’ di prodotti e servizi – non solo gli utenti ma anche numerose aziende e produttori hanno trovato nella crescita degli smartphone un ‘compagno’ ideale per l’espansione del business.

Utilizzando gli smartphone come ‘device di interconnessione’ ci sono numerosi vantaggi per aziende che offrono prodotti che tradizionalmente non hanno nulla a che fare con internet e i cellulari.

La scoperta e’ che, combinando l’offerta di un prodotto con un’estensione per smartphone, si eliminano ad esempio la necessita’ di complicati settaggi, per l’accesso alla rete come le configurazioni Wi-Fi (rete senza fili locale), e svaniscono i lunghi tempi necessari alla stipula di contratti a servizi a valore aggiunto. Basta scaricare un’applicazione che include il contratto di servizio, i metodi di connessione ai propri dati e servizi personali, e le autorizzazioni ai pagamenti necessari – pochi ‘tap’ e il servizio a valore aggiunto e’ pronto all’uso, connesso e disponibile in tasca.

Per i produttori di prodotti e servizi interconnessi, in ballo non e’ solo la sopravvivenza: se si connette al proprio smartphone, si vende.

In atto e’ un cambiamento piu’ grande, che parte dalla relazione tra produttori e consumatori: lo smartphone ha reso piu’ semplice creare una connessione diretta e costante con l’utente/consumatore tramite accesso ad internet mobile.

Una risorsa preziosa per la raccolta dati sulle attivita’ di uso, e per la possibilita’ di guadagnare finalmente una connessione non mediata all’utente. La raccolta di preziose informazioni sull’uso di apparati, sui gusti e sulle necessita’ degli utenti combinata alla capacita’ di inviare aggiornamenti personalizzati: grazie al contemporaneo co-accesso ai network sociali, e’ molto piu’ semplice offrire prodotti piu’ personalizzati. Lo smartphone si conquista così un ruolo da ‘mobile hub personale’ – un intelligente, universale, economico.

Vedremo nei prossimi mesi quale sara’ l’impatto reale sui dati di vendita dei questa nuova generazione di prodotti: per avere un primo assaggio di quanto sta avvenendo e’ sufficiente fare un giro oggi in un negozio di elettronica di consumo giapponese al centro di Tokyo.

Attraversando le diverse categorie di prodotti, il numero di nuovi prodotti che reclamizzando la connessione al proprio smartphone come principale innovazione e’ cresciuto esponenzialmente rispetto al 2010-2012.

Per fare alcuni esempi, basti vedere l’ultima generazione di telecamere digitali, che sono vendute praticamente in ‘coppia’ con applicazioni per smartphone, offrono controllo remoto ed accesso ai contenuti. Ci sono le nuove stampanti, fax e scan multifunzione, pronte a connettersi direttamente con il proprio smartphone per la stampa o scansione in remoto di documenti e foto, rendendo il possesso di un Personal Computer superfluo. Gli apparati televisivi e video registratori digitali che offrono applicazioni smartphone per il controllo remoto – iPhone e Android diventano un super-telecomando universale in grado anche di riprodurre contenuti. Si arriva poi alle piu’ recenti novita’ in termini di elettrodomestici da casa: Condizionatori d’aria, Frigoriferi, regolatori di umidita’, i forni elettrici che guadagnano la loro connessione agli smartphone e servizi online.

In un mercato come quello dei prodotti elettronici, la pressione per l’innovazione e’ sempre forte, specie per la competizione aggressiva della vicina Korea.

Samsung e’ inarrestabile, e spinge l’offerta di innovativi elettrodomestici interconnessi sper il mercato internazionale: nostante la tradizionale preferenza dei giapponesi per i loro prodotti e marchi nazionali, offrire la connessione allo smartphone puo’ non essere sufficiente a differenziarsi – specie se i prezzi sono piu’ altri della controparte coreana.

I nuovi elettrodomestici rappresentano un mercato molto interessante – ma per differenziarsi dalla competizione i grandi marchi giapponesi iniziano ad offrire piattaforme online integrate, combinando l’accesso online e via smartphone con servizi online a valore aggiunto piu’ sofisticati.

Panasonic in particolare si sta focalizzando sull’offerta combinata di servizi connessi per la gestione ‘totale ed ecologica’ degli elettrodomestici e apparati casalinghi, combinata con funzionalita’ di network sociale dedicato ai clienti. E’ l’esempio della piattaforma ‘Econavi‘ di Panasonic, con un messaggio piu’ sofisticato e personale: porta anche la tua famiglia a far parte della nostra comunita’ – insieme, acquistando i nostri prodotti interconnessi – possiamo abbassare i consumi di energia e l’impatto ambientale.

A seguito del grande terremoto del 2011, alle campagne ‘Eco’ si sono rapidamente combinate quelle legate al ‘Setsuden’ – una delle parole chiavi piu’ popolari nell’ultimo anno (‘Risparmio Energetico’ dai Kanji giapponesi ‘Setsu’ = Risparmio e ‘Den’ = Elettricita’ o energia) reso necessario dalla ridotta capacita’ di produzione elettrica. Con sistemi come Econavi, si combina in questo modo la comodita’ dell’accesso mobile, la conquista di una spazio intimo (l’applicazione che sta sempre in tasca con me) con un certo appagamento del bisogno – molto giapponese – di rispondere anche richieste di responsabilita’ sociale.

Semplice da usare, sempre con me: anche un’attivita’ poco attraente come controllare gli apparati di casa per risparmiare energia diventa piu’ attraente: quasi come un gioco, parte delle attivita’ di meta-intrattenimento personale.

Vedremo nei prossimi articoli come questa ondata di innovazione di prodotti e servizi legata alla diffusione degli smartphone stia influenzando anche le modalita’ di utilizzo e consumo di prodotti e servizi in ‘bit-size’, in modalita’ sempre piu’ nomadica e frammentaria.

Via Tech Economy

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