Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Tre dei nomi più rilevanti del world wide web recente stanno indirizzando una parte dei propri investimenti verso il medesimo mercato: quello della musica online.
Google prova a rimpolpare bilanci e le aspettative di guadagno delle case discografiche, con un servizio chiamato OneBox, uno spazio online in cui si possono cercare canzoni o artisti preferiti, ascoltare in anteprima il pezzo e poi acquistarlo. Secondo fonti interne alla compagnia, la ratificazione dell’accordo dovrebbe avvenire la prossima settimana. Niente di rivoluzionario, ma il coinvolgimento di Mountain View potrebbe portare il pre-ascolto in streaming a una diffusione più capillare.
Emi, Warner, Sony e Universal vorrebbero dunque sfruttare l’abilità e la fama di Google per meglio promuovere i loro prodotti, agevolando la ricerca e l’acquisto da parte degli utenti-appassionati. OneBox fornirà anche informazioni varie legate all’artista ricercato (date di concerti, foto, articoli da giornali online eccetera).
Il search engine americano ha inoltre incorporato LaLa, servizio musicale del social network MySpace, nonché iLike di Facebook, per permettere ai propri internauti di godere degli ascolti-anteprima. Il database che attinge a MySpace consta di 8 milioni di canzoni, mentre iLike raccoglie più che altro videoclip.
La vera novità del servizio OneBox consiste però nel pulsante ‘Buy’, che reinderizzerà i navigatori direttamente sulle pagine dei negozi iTunes o Amazon, per permettere loro di acquistare le singole tracce audio. Google avrà una percentuale sulle vendite, mentre le discografiche verranno retribuite per ogni ascolto in streaming, oltre a una percentuale sulle vendite.
LaLa, che ha trovato a sua volta un accordo con Facebook che permetterà agli utenti del social network più popolare l’accesso al proprio catalogo, al momento fa pagare 10 centesimi per ogni canzone ascoltabile unicamente su internet, mentre per un dollaro i brani possono essere trasferiti su file Mp3, e ascoltati su lettori come iPhone.
Via Quo Media
L'idea è buona.
Twitter, così come lo abbiamo conosciuto fino ad adesso, serve per seguire persone che hanno delle cose da dire che ci sembrano interessanti.
Ma persone che "conosciamo" (in senso lato) e la cui posizione geografica può esserci benissimo ignota.
Quando però andiamo in viaggio può invece interessarci capire "what's cool" nel posto in cui siamo e che magari non conosciamo.
Twaller ci permette, intervenendo sui flussi di Twitter, di avere accesso a tweet di persone di cui non siamo follower ma che parlano del posto che ci interessa. Di cose da vedere, da fare.
Insomma, una specie di motore di ricerca geolocalizzante per Twitter. Molto interessante.
Google continua ad essere protagonista dell’universo web con una serie di innovazioni a ritmo frenetico. La novità, attiva da oggi, è costituita da un servizio per facilitare gli amanti della musica nella ricerca della musica da ascoltare e comprare su internet.
Il colosso delle ricerche online, associatosi con i servizi web Lala e iLike di MySpace, permetterà a chi intende ascoltare un frammento di una canzone di ascoltarla in una finestra pop-up per 30 secondi, o, in alcuni casi, per intero. Nella finestrella inoltre saranno presenti informazioni circa le date dei tour, link ai video e sarà possibile anche acquistare biglietti per i concerti o acquistare la canzone ascoltata. La nuova funzione inoltre permetterà agli ascoltatori di rintracciare canzoni tramite titolo, album, artista o con due versi del testo. Pandora, iMeem e Rhapsody poi forniranno link ai siti musicali per agevolare i consumatori nella scoperta di musica collegata alle richieste nelle ricerche. Al momento il servizio è disponibile negli States, mentre Google nega di aver preso contatti con alcune case discografiche come Sony Music Entertainment e Warner Music Group, pur avendo l’appoggio dell’industria del settore.
La società fondata da Larry Page e Sergey Brin però non si ferma qui. E' di oggi il lancio di Google Maps Navigation, sistema di navigazione stradale gratuito per smartphone collegato ad Android. Il promettente software, dotato di un sistema di riconoscimento vocale, avrà la possibilità di pubblicare fotografie della strada e lanciare una navigazione direttamente osservando il nome di una società o di un settore di attività (e non un indirizzo completo). Il tutto con interfaccia grafica 2D o 3D.
Ieri invece è stato il giorno di Android 2.0, nuova versione del software open source per dispositivi mobili il cui approdo sugli scaffali è rimandato all’inizio del 2010. Il servizio multitouch screen, la possibilità di utilizzare il wireless Bluetoot 2.1, la ricerca estesa a sms e mms e la gestione multipla degli account di posta elettronica fanno di questo software una ghiottà novità destinata a far concorrenza all’iPhone.
Via Quo Media
Alcuni lo indicano come il futuro killer di Twitter. Si tratta di MobJet, nuovo networking mobile fondato da James Skinner e volto alla conquista dell’Asia. Inviando una semplice e-mail, senza restrizioni sul numero di caratteri si potranno condividere foto, video, audio, notificando gli aggiornamenti anche agli altri social network.
Via Quo Media
L’apertura della 7° edizione dello IAB Forum ha messo drammaticamente in evidenza lo stato delle cose: Internet cresce di anno in anno, di mese in mese e quasi di giorno in giorno, ma il potere politico, economico e mediatico che potrebbe sfruttare questa crescita come volano per una ripresa del paese e un’accelerazione del tasso di innovazione dell’intero ‘Sistema Italia’ sembra non accorgersene.
Nella prima parte del suo intervento di apertura dei lavori, Layla Pavone (nella foto), presidente di IAB Italia, ha mostrato attraverso una serie di numeri e fatti incontrovertibili lo sviluppo di un mercato che, unico fra i suoi pari, continua a conquistare terreno, a crescere e a erodere quote ai competitor.
Provocatorio fin dall’apertura, lo speech si è domandato - e ha domandato alle oltre 7.000 persone iscritte online all’evento che si tiene in questi due giorni a Milano -, se Internet possa veramente risollevare le sorti dell’economia italiana.
La prima risposta è nella fotografia del popolo del web: quasi 23 milioni di utenti, pari al 43% della popolazione, concentrati al 55% nella fascia fra i 25 e i 54 anni (quindi non così giovani come si dice, o almeno non soltanto), all’88% collegati in banda larga per 50 ore al mese e 102 minuti al giorno nella fascia oraria fra le 8 del mattino e le 11 di sera.
La presidente di IAB ha quindi sottolineato “Il ruolo crescente e centrale di Internet nella ricerca di informazioni su prodotti e servizi da parte di utenti sempre più multitasking - proprio perché l’uso del web è complementare a quello degli altri media e in particolare della tv - ma al tempo stesso più volubili nelle proprie scelte d’acquisto”.
Fondamentale anche il quadro delle attività online degli italiani: 13,1 milioni (il 57% degli utenti di Internet) si informano e leggono news - e molti di loro non sono lettori abituali di carta stampata; 17,6 milioni (il 77%) partecipano ai social network e intrattengono relazioni interpersonali con i propri amici in una logica peer to peer; 18,3 milioni (l’80%) adoperano il web per intrattenimento.
“Tutto ciò - ha ribadito Pavone - richiede una riflessione approfondita sui concetti di qualità e autorevolezza dei contenuti”.
E ancora: 13,5 milioni sono gli unique viewers dei video online, un audience a tutti gli effetti di dimensioni televisive, e 11,8 milioni sono gli utilizzatori di smartphone (il 27% dei quali usa il web in mobilità, mentre il 20% utilizza la mail sul suo dispositivo).
Pavone ha quindi disegnato uno scenario ‘virtuoso’ caratterizzabile e riassumibile attraverso 7 fenomeni: la crescita del consumo dei media; la frammentazione delle audience; la partecipazione; la personalizzazione; l’evoluzione delle tecnologie; il cambiamento generazionale; e per finire, lo sviluppo di nuovi modelli di business e nuove fonti di revenue.
Di più, nel momento in cui tutte le piattaforme saranno finalmente integrate - dal pc al satellite, dal digitale terrestre televisivo fino all’Iptv - idealmente attraverso un unico set-top box, si apriranno le porte al salto successivo,
“Quello del behavioural targeting, che consentirà di seguire le persone non dipendendo dalle piattaforme ma in funzione delle loro abitudini e dei loro bisogni”.
Un’integrazione che, peraltro, sta già avvenendo sul fronte mobile.
Per quanto riguarda il 2009, Pavone conferma la stima elaborata lo scorso giugno insieme ad Assocomunicazione per un tasso di crescita del 10,5% rispetto all’anno scorso.
“Oggi siamo al +6%, ma sono convinta che l’ultimo trimestre ci permetterà di risalire e recuperare” ha detto Pavone, che non ha del resto alcun dubbio sul fatto che la crescita continuerà anche in futuro: “In particolare, grazie al sempre maggiore impatto dei rich media, misurato e certificato dalle indagini sul ricordo, potrà e dovrà crescere la quota di investimenti dedicata al branding rispetto a quanto si investe oggi nell’area del direct response.
Sarebbe anche ora di superare il luogo comune secondo il quale il clickthrough è l’unico indicatore della performance di una campagna online, cominciando piuttosto a ragionare - salvo casi specifici e particolari - in termini di acquisizione dei clienti”.
E ha proposto una metafora: come nessuno di noi vorrebbe vivere esclusivamente in una sola stanza di casa, così le aziende dovrebbero essere presenti in tutte le “stanze” del web, quella (guidata dalla distribuzione) dei portali, della search e dell’advertising online, ma anche quella (guidata dal brand) dei siti web aziendali, e quella (guidata dai consumatori) dei social network, dei blog e degli UGC…
E l’Italia resta a guardare La parte finale del discorso, partita ancora una volta da dati reali e fatti concreti, è stata rivolta a una questione squisitamente “politica”.
“Poco più di un mese fa - ha ricordato il presidente di IAB Italia -, in Gran Bretagna si è assistito a un fenomeno storico: gli investimenti web hanno superato quelli televisivi.
Certo il mercato è diverso, ci sono meno reti tv generaliste e la BBC non accetta pubblicità, ma il dato rimane importante è va letto in termini di trend.
I fattori chiave di quel successo sono molti: lo sviluppo di nuovi formati, l’interattività, il boom dell’e-commerce e dell’offerta di prodotti e servizi online, la banda larga disponibile al 92% della popolazione e la sua penetrazione, al 76%, fra i navigatori…
Ma soprattutto una cultura che ha portato, nel maggio di quest’anno, al Digital Britain Act di Gordon Brown, che fissa proprio nella Rete e nella digitalizzazione infrastrutturale del paese le linee guida per il suo sviluppo futuro”.
Via Marketing Journal
eBay.it si rinnova, ridisegna la home page e lancia gli annunci locali gratuiti per i suoi utenti. Nella pagina d’apertura di eBay.it si potrà dunque scegliere un percorso ‘Classico’, per quale vendere o acquistare oggetti a prezzo fisso e su aste on line, oppure cliccare su ‘Annunci’, per postare o leggere inserzioni locali, offerte di prodotti e opportunità di lavoro. Per lo sviluppo della nuova area del portale è stata preziosa l’esperienza di Kijiji, sito di annunci tra i più capillari in Italia.
Via Quo Media
Il numero di Dicembre di GQ, quello dedicato all'"uomo dell'anno", vedrà la luce anche come applicazione iPhone - al modico costo di 2.99 $ (mi sa solo per gli americani: sull'appstore italiano non ce n'è traccia).
Interessante tentativo di far passare un pay per content - che sul PC fa fatica - attraverso il mobile. Che è in realtà una piattaforma molto più pratica (e usata, sopratutto in prospettiva futura) per fruire di contenuti informativo/testuali...
Si tratterà di una copia fedele dell'edizione cartacea, una versione della rivista che invece di essere acquistata in edicola si compra su iTunes... e rappresenta probabilmente un test per capire se e come andare avanti su questa strada.
Su questo tema interessante anche quanto fatto (app a pagamento) da Men's Health - ho scritto una cosa in merito su Apogeo, che potete leggere qui.
Intanto una versione iPhone di Wired a me non dispiacerebbe...
(Approfondimento sul blog del Wall Street Journal).
Pare aver trovato finalmente una conclusione lo scontro tra il sito di vendite online eBay e i fondatori di Skype.
eBay ha annunciato che il gruppo di investitori guidati da Silver Lake, che aveva firmato un contratto per acquisire una quota di maggioranza in Skype, ha raggiunto un accordo con Joltid Limited e Joost N.V. che concede a Skype la proprietà dei software su cui Joltid aveva dato la licenza.
I fondatori di Joltid e Skype diventeranno investitori con una cospicua quota di capitale in cambio del 14% della partecipazione in Skype e contribuendo così allo sviluppo del software Joltid. eBay deterrà il 30%di Skype e riceverà 1,9 miliardi di dollari in contanti.
Via Quo Media
Google stringe la presa sulla pubblicità digitale in mobilità grazie all'accordo per l'acquisto di AdMob, la start-up americana che fornisce tecnologia per pubblicità sui telefoni cellulari, per 750 milioni di dollari in azioni.
L'operazione permetterà al motore di ricerca di farsi spazio nel segmento più promettente del mercato pubblicitario online. Il colosso americano crede inoltre che l'acquisizione possa aiutare la compagnia a introdursi nel proficuo mercato dei telefoni cellulari. "Consideriamo la tecnologia mobile come una grande opportunità di crescita per la nostra azienda", ha dichiarato Susan Wojcicki, vicepresidente del management dei prodotti Google.
AdMob è uno dei principali venditori di banner per applicazioni iPhone e pagine web che possono essere diffuse su cellulari. Nel mese di settembre ha diffuso 10,2 miliardi di messaggi, più del doppio dell'anno scorso.
Via ILSOLE24ORE.COM
Nel momento di mettere mano al portafoglio, solo il 33% delle persone si affida ai social network mentre il 23% dice di non crederci affatto.
A stabilirlo è una ricerca condotta dalla Lightspeed Research per conto della rivista Marketing. Il 68% si affida ad altre risorse online, come le recensioni, per un buon consiglio. Internet sta prendendo il posto di amici e famiglia.
Via Quo Media
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