Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Aria di crisi in casa Ikea Italia. Per il secondo anno da quando ha aperto i suoi negozi nel Belpaese, il colosso dell’arredamento svedese ha registrato una contrazione del fatturato (-4,5%) scendendo a 1,5 miliardi di euro nel bilancio italiano chiuso ad agosto 2013. Ma il gruppo ribadisce la volontà di restare con i piedi ben piantati nel nostro Paese, confermando l’intenzione di proseguire il suo piano di espansione retail nello Stivale e di scommettere sul nostro made in Italy. Nel tempo, infatti il nostro Paese è diventato il terzo fornitore dopo Polonia e Cina: gli approvvigionamenti in Italia, che oggi valgono circa 1 miliardo, sono destinati a crescere.
Utili e margini operativi, come sempre per la multinazionale, rimangono top secret. La flessione del fatturato è del 4,5%, ma senza considerare il nuovo punto vendita aperto in Abruzzo sarebbe del 7,8%. “L’interesse per i nostri prodotti rimane forte, i visitatori nei punti vendita sono calati solo del 2% – commenta Lars Petersson, amministratore delegato Ikea Italia – solo che spendono meno o comprano prodotti meno cari”.
Così a scendere sono soprattutto le vendite di mobili (-6,8% a 847 milioni di euro), mentre tengono quelle dei più economici complementi d’arredo. Nonostante questo Ikea prevede di salire nel 2013 a una quota di mercato del 9,1% nel settore legno arredo, rispetto all’8,7% del 2012. Facendo quindi meglio della concorrenza, anche se non con la crescita spettacolare che tra 2008 e 2012 l’aveva vista salire dal 4,8 all’8,7% del totale. Mentre la ristorazione nei punti vendita, in calo del 6,4%, paga le rivelazioni su carne di cavallo e batteri fecali: “Abbiamo rafforzato le misure di controllo”, replica la società.
Petersson ha annunciato la data di apertura del nuovo negozio di Pisa: sarà il 5 marzo 2014, a oltre 7 anni di distanza dal primo progetto, per 62 milioni di euro di investimento. Una frazione dei 400 milioni che l’anno scorso la società aveva annunciato di voler puntare sull’Italia entro il 2015. “Vogliamo crescere, confermiamo quella cifra – ha detto l’amministratore delegato – anche se i tempi potrebbero essere più lunghi”. Sul terzo store di Roma infatti la società non ha ancora ottenuto dall’amministrazione date certe, mentre quelli di Verona e Milano (il quarto) per ora restano sulla carta. “Ci vorrebbe maggiore certezza per chi investe in Italia: di tempi, di leggi, di tutto”, ha concluso l’amministratore delegato. “Qui si sa quando si parte, mai se e quando si arriva, in 20 anni la situazione non è migliorata così tanto”.
Via PambiancoNews
Cala vertiginosamente il fatturato della pubblicità sulla carta stampata nel periodo gennaio-agosto 2013: secondo i dati raccolti dall’Osservatorio Stampa Fcp, il settore ha perso il 23,4% su base annua, registrando un giro d’affari di 519 milioni di euro.
A patire maggiormente l’emorragia pubblicitaria sono i mensili, con un calo del fatturato pari al 25,3%, e i settimanali, in discesa del 25,1%. Di poco sotto media i quotidiani.
Via Quo Media
Apple ha spodestato Coca Cola nella classifica dei marchi più apprezzati, aggiudicandosi il titolo di brand più influente al mondo. Secondo lo studio Top 100 brands di Interbrand, infatti, la società di Cupertino sarebbe adesso leader nella progettazione e nello sviluppo, rappresentando di conseguenza il brand con il maggiore valore sul mercato.
Il valore del marchio Apple è saltato al 28% raggiungendo i 98,3 miliardi di dollari, lasciando Google al secondo posto con 93,3 miliardi di dollari. Coca Cola, invece, è scivolata, dopo 13 anni di primato, al terzo posto con un valore di 79,2 miliardi di dollari. ”Capita spesso che una società cambi la nostra vita, non solo con i suoi prodotti, ma anche con i suoi valori” ha commentato Jez Frampton, CEO di Interbrand. “Tim Cook ha riunito un team solido e ha mantenuto intatta la visione di Steve Jobs, una visione che ha permesso ad Apple di mantenere le sue promesse di innovazione invariate nel tempo”.
Lo studio annuale di Interbrand, sotto stretta sorveglianza da parte delle industrie, determina il valore di una marca, esaminando la sua performance finanziaria, il ruolo che ha nell’influenzare l’acquisto dei consumatori e la capacità di garantire guadagni . La Top 10 è completata in ordine decrescente da IBM, Microsoft, GE, McDonald, Samsung, Intel e Toyota.
Le società tecnologiche sono quelle che più spesso salgono la vetta, ma allo stesso tempo anche quelle che scendono più facilmente. Se da un lato, infatti, Google è salita del 34%, dall’altro Nokia ha avuto un rapido declino arrivando dal 19° posto al 57°, con il peggior calo nella storia del marchio. I cambiamenti all’interno della classifica dei marchi riflettono ovviamente il fermento creatosi nel settore della tecnologia nel corso dell’anno. Nokia, ad esempio, che per lungo tempo ha avuto la maggiore quota di mercato nel settore della telefonia mobile fino al superamento di Samsung nel 2012, ha subito questo mese un radicale cambiamento quando è stata comprata da Microsoft per 7,32 miliardi di dollari. Il che potrà forse portare vantaggi a lungo termine ad entrambe le aziende, ma per il momento fa scendere il brand Nokia nella classifica dei valori. Male anche BlackBerry che, se nel 2012 era già scesa al 93° posto, quest’anno addirittura non compare nella Top 100.
Nella classifica c’è anche un po’ di Italia che, con Prada e Ferrari, si colloca nella parte bassa della classifica: la prima al 72° posto, la seconda al 98°.
Via Tech Economy
L’innovazione è sempre più uno degli asset più importanti per le imprese per rimanere ai vertici dei mercati, a maggior ragione in quello hi-tech, dove la velocità della concorrenza impone di rimanere costantemente competitivi. A tal proposito dal 2005 il Boston Consulting Group ha esaminato più di 1.500 dirigenti a livello mondiale per ricavare, dalle loro valutazioni, una fotografia delle aziende più innovative al mondo, confrontandole nel tempo e tra le regioni e industrie.
Ogni anno la ricerca si è tradotta in una “Most Innovative Companies” che, nell’edizione 2013, per la nona volta consecutiva vede Apple prima in classifica, seguita da Samsung, Google e Microsoft. Quattro aziende tecnologiche ai primi quattro posti, dunque, mentre il quinto è appannaggio di Toyota. Non solo. Altri rappresentanti del mondo hi-tech – comeIbm, Amazon, Sony e Facebook – fanno parte della top 20, a conferma che il mondo di Internet, del software e dell’elettronica, è sempre e un luogo di sperimentazione e di forte innovazione.
Per quanto riguarda la presenza tra i top 50 di aziende automobilistiche, 14 case automobilistiche fra le prime 50 posizioni, e nello specifico nove fra le prime 20, e tre (con Toyota ci sono Ford e BMW) nella top 10, dimostrano quanto le case automobilistiche siano impegnate nella corsa all’adozione delle nuove tecnologie (mobili e di connettività) per migliorare i sistemi di infotainment di bordo. L’automobile si sta evolvendo nella direzione delle “smart-auto” usando la definizione di Forrester il “quarto ambiente per l’informatica”.
Nella ricerca vengono esplorati altri cinque fattori che sostengono la capacità di innovazione: l’impegno del senior management , la capacità di sfruttare proprietà intellettuale (IP), un orientamento al cliente, forte gestione del portafoglio di innovazione, e processi di sviluppo ben definiti.
Via Tech Economy
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