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Errare è umano, ma per incasinare davvero tutto è necessario un computer.

Arthur Bloch
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Di Altri Autori (del 24/05/2013 @ 07:30:04, in Brand, linkato 1872 volte)

Millward Brown Optimor ha rilasciato la sua lista annuale BrandZ sui marchi più prestigiosi a livello mondiale per quest’anno, e Apple e Google risultano i marchi che valgono di più al mondo, ricoprendo rispettivamente il primo e il secondo posto della classifica. Confrontando i dati, entrambe le società hanno visto un aumento del valore del marchio nel 2012, mentre IBM – che è arrivato terzo nella lista – ha visto una leggera diminuzione.

Il valore del brand Apple per il 2013 si è attestato intorno ai 185 miliardi di dollari, con un aumento dell’1% rispetto ai 182 miliardi del 2012. Google vale un po’ di meno arrivando ad un valore di 113 miliardi di dollari nel 2013, in rialzo dai 107 miliardi del 2012. Nonostante sia al secondo posto, la società di Mountain View ha registrato il più grande aumento annuo rispetto alle altre compagnie. IBM, che si attesta a terzo, presenta un valore di 112 miliardi di dollari nel corso del 2013 in diminuzione del 3% rispetto al 2012 dove il suo brand valeva 115 miliardi.
Apple ha mantenuto inalterata la sua posizione rispetto all’anno scorso mentre Google ha fatto n balzo in avanti passando dal secondo al terzo posto e spodestando IBM.

Al quarto della lista c’è McDonald, che ha mantenuto la stessa posizione rispetto all’anno precedente. Male invece il marchio Microsoft, che vede scendere di due posizione dalla quinta alla settima.

Peter Walshe, direttore di BrandZ ha dichiarato: “il valore del marchio [di Apple] è aumentato solo dell’1% quest’anno, ma detiene ancora il record per il marchio più prezioso. E sembra lo sarà ancora per molto tempo. L’altro marchio in graduatoria, Google, ha un valore di 113 miliardi di dollari, passando dal 3% dell’anno scorso ad un guadagno del 5%, ma Apple è comunque avanti di 71 miliardi , quasi l’intero valore di Coca-Cola, il che dimostra quanto sia forte e potente questo brand”.

Le aziende tecnologiche di vario genere rappresentano un totale di 40% di tutte le aziende nella Top 100, con 5 nella parte superiore della Top 10. Qui è possibile controllare la classifica completa del 2013.

Via Tech Economy

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Di Altri Autori (del 28/05/2013 @ 07:29:04, in Social Networks, linkato 1918 volte)

Per i più “multitasking”  utilizzare Twitter mentre si segue la trasmissione di programmi televisivi è diventato un rituale; ecco perché alcuni dirigenti  Twitter si sono riuniti per valutare come sfruttare al meglio questa abitudine dei propri utenti, consentendo agli inserzionisti di inviare messaggi pubblicitari durante la trasmissione di determinati programmi Tv.

Il nuovo prodotto aiuterà le aziende a rintracciare le pubblicità visionate dai telespettatori grazie ai loro commenti: “Quando le persone si sintonizzano con la tv lo fanno anche con Twitter”, ha commentato Matt Derella, direttore del settore brand and agency strategy di Twitter, che ha presentato il nuovo servizio a Manhattan.

Twitter ha anche annunciato di voler lavorare con alcune società – tra le quali figurano Time Inc., Bloomberg, Discovery, Vevo, Vice Media, Condé Nast Entertainment e Warner Music Group – per creare “Twitter Amplify”, una media-partneship volta alla vendita di contenuti video e clip che potranno essere condivisi sulla propria piattaforma; gli inserzionisti potranno inserire i loro annunci pubblicitari prima del contenuto che si andrà a visualizzare.
Il format è simile a quello che l’azienda ha annunciato di voler mettere in pratica, in collaborazione con ESPN e Ford, tramite l’inserimento di spot pubblicitari  nei replay di football lanciati sul social.

Jim Nail, analista di Forrester Research, mette in guardia Twitter sul numero di annunci pubblicitari consentiti sulla sua piattaforma: inserendo troppi annunci durante un programma televisivo “rischiano di perdere utenza e di farla perdere al programma.” Un portavoce di Twitter ha annunciato che, in tal senso, la società aveva già previsto dei limiti al numero giornaliero di spot proposti ad ogni utente.

Lo scorso mese Twitter ha firmato, inoltre, un accordo pluriennale con Starcom per permettere alle aziende di incrementare il numero di risorse disponibili per misurare e monitorare i dati riguardanti la pubblicità.

Via Tech Economy

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Di Altri Autori (del 30/05/2013 @ 07:39:17, in Social Networks, linkato 2117 volte)

Diciamo subito una cosa. Se Pinterest è il social network più amato dai marketer e dagli amanti del food&beverage, i trend di settore confermano nel 2013, la crescita inarrestabile dell’utilizzo di  Instagram da parte degli utenti sempre più coinvolti nella generazione e condivisione delle loro food experience in real time.
Ormai è  assodato che nella cultura dei nostri giorni, non si concepisce più il concetto di mangiare soltanto per necessità, non si vuole trascurare il piacere culinario, assaporare i gusti, vivere il cibo come un’esperienza che coinvolge tutti i sensi. E, con la tecnologia mobile che ci accompagna ogni giorno con i nostri inseparabili smartphone e tablet, diventiamo fotografi in tempo reale delle nostre food experience. Nato e ideato per gli smartphone, Instagram è diventato oggi il protagonista indiscusso nelle logiche di visual marketing virale e senza dubbio l’introduzione dei filtri, che permettono di dare uno stile e un effetto speciale alle foto rendendole delle piccole opere d’arte, ha contribuito indubbiamente al successo dell’applicazione.

Il fenomeno Instagram in numeri
I numeri riportati nell’infografica parlano chiaro e cancellano ogni perplessità: danno un’idea del fenomeno Instagram in continua crescita, che vede coinvolto maggiormente l’universo femminile con il 55% dei 100 milioni di utenti attivi al mese, i quali generano quotidianamente 40 milioni di foto che vanno a nutrire anche le altre piattaforme social, stimolando 8500 likes al secondo. Un altro elemento rilevante riguarda le generazioni coinvolte, che vedono protagoniste indiscusse le fasce d’età tra il 18-24 al 34% e quella tra i 25-34 al 33%, a conferma di come il fenomeno di catturare quello che si sta vivendo in quel dato momento per poi condividerlo attraverso gli appositi hastag identificativi, sia un’attrazione irresistibile soprattutto per la Millenium generation.

E non possiamo trascurare la scelta di un filtro piuttosto di un altro perché rappresenta un elemento fondamentale capace di influenzare l’aumento di engagement. Lo conferma una ricerca condotta da SymplyMeasured, che ha prodotto un report davvero interessante dove si evince che Lo-fi è il filtro più utilizzato dai brand (figura2) ma non quello che fa riscuotere più engagement che è Hefe che tuttavia si attesta come il meno adottato con solo il 5%, pur avendo coinvolto con il 4.515 likes degli utenti. E ogni filtro ha la sua efficacia visiva e comunicativa.

I filtri Instagram del food impegnati nel sociale
“Se vuoi condividere il tuo cibo, fallo sul serio”. E’ il claim della campagna  dell’associazione “Manos Unidas” ha sviluppato il primo “filtro solidale per Instagram” (a pagamento a 0,89euro) disponibile per iPhone e Android, che permette di raccogliere fondi per sfamare gli affamati, ovviamente. Strategia giusta che non fa una piega e che ci piace.

Gli hashtag del food&beverage più utilizzati
Anche i food lovers non potevano non farsi travolgere dall’irresistibile tentazione di raccontare e condividere le loro food&beverage experience con amici ed altri appassionati del settore, tanto è vero che l’hastag #food è collocato al 55esimo posto con 9.699.039 milioni di  foto nella classifica dei 100 hashtag più utilizzati dal popolo di Instagram.
Tuttavia nella classifica dei top 100, non è l’unico legato al mondo del foods&beverage, poiché sono posizionati:
al 70esimo posto con 8.605,901 foto l’hastag #breakfast
al 71esimo posto  con 8.575,261 foto  l’hastag #instafood
all’86esimo posto con 7.803,003 foto l’hastag #cake
al 92 esimo posto con 7.578,029 foto l’hastag  #coffee

E Facebook non rimane a guardare
Un potenziale simile non poteva sfuggire agli occhi di “Paperon de Paperoni” del social media, sir. Zuckerberg, comprando Instagram nel 2012 a un miliardo di dollari tra contanti e azioni, più del doppio del suo valore economico riconosciuto.  Il CEO del social network ha spiegato che Facebook lavora da sempre per offrire ai propri utenti la miglior esperienza di condivisione delle foto e che l’acquisizione di Instagram ha perseguito quest’obiettivo.
Perché l’acquisto al doppio del suo valore? Domanda alla quale non è difficile rispondere, poiché tale operazione ha comportato in sostanza l’acquisizione di più di decine e decine di milioni di utenti, tanti quanti sono quelli che al momento usano Instagram sia su piattaforma iPhone che Android. Inoltre secondo Zuckerberg, la condivisione delle foto è uno dei motivi principali per cui la gente usa Facebook e Instagram è stata finora l’unica applicazione in grado di offrire agli utenti uno strumento alternativo a Facebook per condividere le proprie foto con gli amici in real time,  potendo commentare e a loro volta ri-condividere. Come su Facebook, appunto.
I brand del settore ci insegnano come fare social media marketing con Instagram
E le aziende l’hanno proprio capito, che la forza del visual storytelling è la chiave vincente sulle diverse strategie che si possano mettere in atto per creare engagement e relazioni di valore con le proprie community. Con l’utilizzo di numerosi hashtag specifici (in base al contenuto/emozione che vuole comunicare l’immagine) e la possibilità di condivisione della foto su Facebook, Twitter e Foursquare, Instagram permette al contenuto di ottenere un’esposizione tale e una diffusione virale che permette al brand di estendersi al di là dei suoi confini territoriali. E anche per questa ricetta di Instagram, è consigliabile seguire delle regole che possono aiutare un’azienda a gestire in maniera efficace una presenza sul portale di photosharing.
Regola#1: Postare immagini di valore che incarnano il life style del brand  - in altre parole non focalizzarsi troppo nelle foto del brand e del prodotto ma piuttosto postare immagini che rappresentino le passioni e il life-style che ruota intorno alla personalità dell’azienda e degli utenti/clienti o di tutti quelli che potrebbero essere i potenziali consumatori del brand.  In tutte le sue presenze nei canali social, Redbull fa chiave del suo successo, l’essere non autoreferenziale, scegliendo di rinunciare anche nella propria presenza su Instagram, a sponsorizzare la sua bevanda energetica e di dare invece grande spazio a tutti le passioni e alle attività del consumatore tipo e quello potenziale, che incarnano e che rientrano nello stile di vita della bevanda.  Redbull da voce agli sport estremi e agli eventi sportivi che annualmente sono organizzati in tutto il mondo, a dimostrare che non è il prodotto al centro della comunicazione, ma il mondo delle passioni sportive dei consumatori facenti parte del suo target.Redbull: 679.406 seguaci e il suo lifestyle negli sports

Regola#2: Coinvolgere gli utenti a produrre contenuti – Motivare fan a inviare foto di come utilizzano il prodotto o semplicemente come vivono la loro storia nel quotidiano con il marchio.  Non c’è da meravigliarsi se Starbucks si prenda ancora il merito su come un brand debba coinvolgere gli utenti a produrre loro stessi contenuti sulle loro esperienze con il marchio ed instaurarvi un legame affettivo al punto di essere ricordato e presente nella quotidianità della vita delle persone.  E i risultati si vedono, piazzandosi al terzo posto della classifica dei brand più popolari su Instagram. Il motto diventa “Let customers generate some of that content” e così la bacheca di Starbucks su Instagram si è popolata di una quantità incredibile d’immagini prodotte dai fans stessi del brand che raccontano le loro Starbuck’s experiences, nonché sugli eventi che si tengono presso la sede aziendale in Seattle e nei punti vendita sparsi in tutto il mondo.Starbucks – 1.196.941 seguaci e la sua forza nell’User-generated content marketing.
Parlando di coinvolgimento degli utenti capaci di fare del viral marketing efficace, non possiamo non ricordare l’iniziativa di un ristorante       latino americano a New York, Comodo, che ha recentemente creato un “menù Instagram”, stimolando i clienti a scattare foto delle food experience nel locale e condividerle in Instagram con l’hashtag #comodomenu. Ora, i clienti (e i potenziali clienti curiosi) sono in grado di cercare l’hashtag #comodomenu per vedere le foto dei piatti presentati dal ristorante e stuzzicare l’appetito dei più curiosi.

Comodo
Regola#3: Tenere un concorso – Organizzare un concorso è un’ottima soluzione per stimolare le persone a usare l’hashtag creato dall’azienda su un contest di valore capace di stimolare la creatività degli utenti, dando in premio un prodotto o un servizio.
Da Aprile 2012, Whole Foods, il noto retail americano di prodotti biologici, conosciuto anche come tra le imprese più socialmente responsabili, organizza ogni mese un contest su tematiche ambientali, da sempre uno dei valori fondamentali del brand. Da poche settimane un nuovo contest con l’hashtag #WFMearthling è partito, e mette in palio un premio settimanale di una carta regalo dal valore di $150. Whole Food Markets ha compreso molto bene che fornire l’occasioni ai consumatori di esprimere la loro creatività attraverso la condivisione di valori comuni, in questo caso legati al rispetto per l’ambiente, ricompensandoli per la loro partecipazione e condivisione delle foto, è senza dubbio una delle strategie più efficaci per rafforzare e costruire relazioni solide con la propria community.

WholeFoodMarket
Regola#4: Mostrare come i prodotti sono realizzati. Mettere in evidenza su Instagram come i prodotti sono realizzati, soprattutto nel settore enogastronomico, sicuramente a molti interessa.  Di conseguenza, perché non raccontare e documentare le fasi più rilevanti del processo di realizzazione del prodotto e condividerle su Instagram? L’azienda vitivinicola Oliver Winery, con sede nello stato americano dell’Indiana, risponde a questa domanda, mostrando le fasi della vendemmia e della vinificazione dei propri vini, pubblicando delle foto di “backstage” sul proprio Instagram  account. E’ un modo semplice ed efficace per far comprendere agli utenti, quali sono i processi di produzione, le tecniche moderne utilizzate e il personale coinvolto ad ogni fase della vinificazione.
Regola#5: Mostrare le persone che lavorano in azienda.Pubblicare le foto dei dipendenti dello staff è un modo per dimostrarsi trasparenti nei confronti dei propri followers oltre a rendere più umana l’azienda, raccontando tramite delle foto i momenti di vita lavorativa quotidiana dei dipendenti del brand. L’azienda produttrice di birre Rogue Ales, fotografando momenti di lavoro del suo personale, ha applicato questa regola dimostrando che il valore della trasparenza e comunicare il volto umano di chi lavora dietro all’azienda, sono leve indiscusse nella fidelizzazione e credibilità di un brand nei confronti dei propri fan.
Regola#6: Mostrare i nuovi prodotti che si stanno per lanciare.
Mostrare in esclusiva i nuovi prodotti che si stanno per lanciare , dando all’utente uno stimolo in più per seguire quel brand su Instagram, per la curiosità di conoscere quello che presto potrà acquistare, è un altro modo per mantenere l’attenzione dei followers. Alla maggior parte dei fans piace essere tra i primi a sapere le ultime novità, poiché fa sentire loro speciali.  Proprio come fa Oliver Winery con i suoi vini, che premia i suoi fans fotografando anteprime esclusive di nuovi vini con immagini relative al processo di produzione del nuovi prodotti.

Instagram e la ciliegina sulla torta
A Instagram mancava solo una cosa, fondamentale per il suo essere un perfetto portale di photosharing: poter taggare anche le persone nelle foto. Se alle domande “Cosa?” e “Dove?” Instagram ha risposto dapprima con gli #hastag per rispondere a “Cosa?”, alla geocalizzazione per di rispondere a “Dove?”, dal 16 Maggio finalmente, con la versione 3.5.0 Instagram può rispondere alla domanda che rappresenta la ciliegina sulla torta, ovvero “Chi?”, perché parliamoci chiaro, in ogni visual storytelling che si deve, ci sono sempre dei protagonisti. Sarà possibile con la nuova versione poter taggare nelle foto dalle persone ai locali preferiti, ovviamente se presenti su Instagram, potendo finalmente raccontare e condividere una storia in tutte le sue parti.
Con i suoi 100 milioni di utenti al mese, Instagram è la piattaforma di photosharing più virale del momento e rappresenta ormai per il settore un ristorante a cielo aperto, un vero è proprio ritrovo di gourmet e appassionati di food&beverage che, attraverso la produzione e la condivisione di una delle loro passioni, entrano in contatto. A questa immensa tavolata apparecchiata, le aziende del settore, fotografi, food blogger, chef, ristoranti e semplici appassionati consumatori si siedono e si ritrovano a dialogare con lo stesso linguaggio, dove l’appetito non vien mangiando, ma nella generazione e condivisione delle loro food experience.

Via Tech Economy

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