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Errare è umano, ma per incasinare davvero tutto è necessario un computer.

Arthur Bloch
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Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Altri Autori (del 06/10/2011 @ 07:16:17, in Aziende, linkato 2058 volte)

Oggi Apple è la seconda azienda in America e la prima nel settore dell' hi-tech a livello mondiale davanti a Google e Microsoft. In soli dieci anni la società raggiunge i 2 miliardi di dollari di fatturato e vanta quattromila dipendenti.

A Jobs si deve il lancio del primo Macintosh risale al 24 gennaio del 1984. Un computer diverso e innovativo. Il primo computer commerciale di successo a introdurre l'interfaccia grafica e l'unico che è resistito allo strapotere dei Pc che montavano il sistema operativo Windows e i chip di Intel.

 Un anno dopo lascia l'azienda, dopo essere stato messo all'angolo da John Sculley ex Ceo della Pepsi Cola chiamato al timone della Apple l'anno precedente. L'imprenditore californiano due anni dopo dà vita alla Pixar (che poi cede alla Disney). A lui si deve la visione di un cinema di animazione naturale e perfetto in ogni dettaglio. Spinge per l'adozione di programmi in grado di migliorare il lavoro degli animatori e artisti digitale. Nasce così Renderman, un software proprietario tutt'ora considerato una standard per il cinema di animazione.

E da lì capolavori come Toy Story. Alla fine del 1998 viene richiamato a Cupertino per risollevare le sorti della Apple. Nel 2003 lancia l'iPod e inventa il mercato della musica digitale legale. L'intuizione è nell'abbinata iTunes-iPod, servizio e prodotto, hardware e sofrware: un sistema che diverrà una caratteristica fondante della Apple. Nel 2004 i numeri della Apple raggiungono livelli da capogiro: le vendite dell'Ipod superano quota 10 milioni di pezzi e le canzoni scaricate su Itunes arrivano a 200 milioni. Il sistema ritenuto sicuro dalla case discografiche le forza a scommettere sulla musica digitale.

Tre anni dopo è la volta della telefonia. Anche in questo caso l'intuizione è doppia: 'iPhone-AppStore, Un telefonino diverso nel designe e nella interfaccia ma innovativo come nessun altro nel software. Nasce l'app store, il negozio delle applicazioni digitali capaci di trasformare un telefono in qualche cosa di diverso. Il multi-touch, gli schermi tattili entrano a far parte del mondo della telefonia così come il concetto di app store. Gli stessi operatori telefonici sono costretti a inseguire perché si trovano disintermediati da internet e da un ecosistema di sviluppatori che diventano il vero motore degli smartphone. Nel 2008 i primi segni della malattia.

Due anni dopo arriva l'iPad, un'altra innovazione, l'ultima. Una nuova generazione di computer tattili. Il tablet rivisto alla luce di internet e della filosofia Apple. Un successo, l'ìPad come l'iPod controllano più del 70 per centro dei rispettivi mercati. Il 25 agosto le dimissioni dalla guida della Apple. Oggi l'annuncio della scomparsa. Sulle spalle di Tim Cook, l'attuale ceo una eredità pesantissima. La sua prima uscita, poco più di 24 ore fa è stata accolta con freddezza dai fan e dal mercato. Nel pomeriggio a parlare saranno le Borse.

di Luca Tremolada su IlSole24ORE.com

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Di Altri Autori (del 04/10/2011 @ 07:26:24, in Tecnologie, linkato 1561 volte)

I consumatori di età matura utilizzano ampiamente la tecnologia. Secondo lo studio A.T. Kearney Global Maturing Consumer l’87% dei consumatori di età compresa tra i 60 e i 64 anni utilizzano un telefono cellulare, così come il 74% della fascia 65-79 e il 50% degli ultraottantenni.

Il tasso di utilizzo di Internet e la frequenza dello shopping online in queste fasce d’età non appaiono così elevate, ma comunque questi strumenti stanno aumentando il loro tasso di penetrazione tra i sessantenni. Per esempio, il 68% degli utenti tra i 60 e 64 anni usano internet, ma il dato scende al 46% per il gruppo 65-79 anni, fino a toccare il 19% tra coloro che hanno più di 80 anni.

Il 69% degli intervistati ha telefoni di rete fissa e mobile. Inoltre metà esatta degli intervistati utilizza internet,  e in particolare il 20% di loro lo fa per shopping, ricerca e per mantenere i contatti

Via Quo Media

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Di Altri Autori (del 03/10/2011 @ 07:28:42, in Grande Distribuzione, linkato 1897 volte)

A partire dal 2003 lo sviluppo degli ipermercati in Italia si è arrestato. Se, infatti fino alla seconda metà degli anni Novanta gli ipermercati guadagnavano circa un punto di quota ogni anno, la crescita negli ultimi otto anni è stata molto lenta e la quota è rimasta pressochè invariata dal 2008 ad oggi.

Si è assistito inoltre ad una importante trasformazione dell’offerta degli ipermercati. In particolare, negli utlimi anni, le principali Catene hanno preferito aprire negozi di superficie mediamente più piccole rispetto alle grandi strutture aperte nei primi anni duemila ed il forte sviluppo degli ipermercati con metrature superiori agli 8.000 mq si è arrestato.

Negli ultimi anni i più importanti attori del canale ipermercati, per fronteggiare la crisi, stanno trasformando i negozi esistenti, razionalizzando e rivedendo l’offerta in particolare dei reparti non food.

Il richiamo delle promozioni
Nel periodo di suo massimo sviluppo, l’ipermercato aveva tra i suoi principali elementi di attrattività l’offerta di prodotti in promozione. Viceversa, i supermercati presentavano una minore incidenza delle vendite promozionali. Oggi, a distanza di circa sette anni, la differenza di offerta promozionale tra un supermercato e un ipermercato si è ridotta drasticamente.

Assortimenti e prezzi
La semplicità della spesa ha assunto una sempre maggiore importanza per i clienti; l’ipermercato per far fronte a questa esigenza ha razionalizzato i propri assortimenti. In particolare, nell’ultimo anno, si è osservato una riduzione del numero di articoli a scaffale per le grandi superfici, in controtendenza rispetto ai trend registrati negli altri canali.

Assortimenti e prezzi
La semplicità della spesa ha assunto una sempre maggiore importanza per i clienti; l’ipermercato per far fronte a questa esigenza ha razionalizzato i propri assortimenti. In particolare, nell’ultimo anno, si è osservato una riduzione del numero di articoli a scaffale per le grandi superfici, in controtendenza rispetto ai trend registrati negli altri canali.

Concorrenza: category killer e mercati di prossimità
Le flessioni di fatturato più significative degli ipermercati si sono registrate sull’area del non food, in particolare sulle categorie merceologiche del bazar pesante (es.: grandi elettrodomestici) per le quali i consumatori si sono sempre più spesso rivolti alle grandi superfici specializzate. Un’altra criticità per gli ipermercati è stata rappresentata, negli ultimi cinque anni, dall’affermarsi dei “mercati” di prossimità. Una forte espansione dei discount e una riqualificazione dei punti di vendita con superfici medio-piccole, localizzate in bacini densamente popolati, hanno costituito un disincentivo alla visita delle grandi superfici, mediamente localizzate più lontane dai centri urbani.


Alla luce delle evidenze sopra citate, le grandi superfici di vendita non sembrano più avere una grossa forza attrattiva sul consumatore; le esigenze dei consumatori dovranno quindi rappresentare il punto di partenza per dare una nuova spinta al canale.

Via Nielsen

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