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La moneta virtuale di Facebook diventa ufficiale
Di Altri Autori (del 28/01/2011 @ 07:58:14, in Social Networks, linkato 2349 volte)

Facebook credits" è la moneta digitale del social network da un anno. Gli utenti acquistano oggetti da utilizzare in giochi che, per esempio, simulano la vita in una fattoria o in una città. Dove comprano semi, materiali da costruzione, trattori: possono spendere i punti guadagnati nel gioco oppure i "credits", pagati con transazioni elettroniche. E da luglio diventeranno la valuta unica nei giochi e in altre applicazioni.

Per Facebook la moneta digitale è ancora un esperimento: trattiene il 30% su ogni transazione, secondo il modello di iTunes, il software della Apple per gestire le canzoni su ipod. Finora i beni digitali hanno avuto successo soprattutto in Estremo Oriente, per esempio nella chat cinese QQ e nel social network giapponese Gree. Diventano una fonte di ricavi alternativa alle inserzioni pubblicitarie che appaiono nei profili degli utenti, ma in Europa e negli Stati Uniti sono ancora agli esordi. È un mercato stimato globalmente in 835 milioni di dollari l'anno scorso dalla società d'analisi Inside Network.

Alcuni giochi hanno superato le aspettative: in due mesi dal lancio, per esempio, CityVille ha raggiunto cento milioni di utenti. È una sorta di monopoli dove i partecipanti costruiscono una città passo dopo passo. E riuniscono un pubblico di potenziali utenti interessati alle "monete digitali". Sono in corso progetti anche per applicazioni nel commercio elettronico.

La macchina da soldi, però, resta nella pubblicità: l'anno scorso Facebook ha guadagnato dalle inserzioni commerciali 1,86 miliardi di dollari, secondo le stime di eMarketer, spesi soprattutto da piccole e medie imprese. E adesso punta sull'integrazione dei messaggi promozionali con la rete sociale online. Ha appena varato il programma Sponsored Stories: , ad esempio, gli utenti possono vedere nei riquadri pubblicitari (spazi grandi quanto un francobollo accanto ai loro profili) se un amico ha segnalato il suo ingresso in un caffè di Starbucks.

di Luca Dello Iacovo su IlSole24ORE.com