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Stando agli ultimi dati forniti da Nielsen, i consumatori multicanale in Italia hanno superato la soglia dei 20 milioni. La progressiva diffusione delle nuove tecnologie pone nuove sfide per il marketing delle aziende.
Non conosce sosta l'aumento dei consumatori multicanale in Italia. Stando alle ultime rilevazioni condotte da Nielsen, in collaborazione con Connexia e la School of Management del Politecnico di Milano, i consumatori multicanale nel Bel Paese hanno superato quota 20,4 milioni. La ricerca riferita al 2009 ha consentito di mettere in evidenza i principali trend e gli effetti della crisi nell'approccio strategico delle imprese italiane sul terreno della multicanalità.
«Il claim di questa edizione, "Multicanalità: Orgoglio o Pregiudizio?" racchiude in sé il doppio atteggiamento nei confronti della multicanalità che vede contrapposti il consumatore e le aziende. Da un lato l'orgoglio dei Reloaded, consumatori multicanale e sociali, fortemente coinvolti e interattivi nei processi di relazione con le imprese, con i blog e forum, che raggiungono quota 8,6 milioni, e degli Open Minded, consumatori multicanale che usano tutte le fonti media per raccogliere informazioni, ma non diventano parte attiva, che sfiorano gli 11,8 milioni. Dall'altro il pregiudizio, l'approccio della media delle aziende italiane che cercano di stare al passo con i nuovi trend, ma non hanno ancora messo a punto strategie mirate su questi target» si legge nel rapporto da poco messo a disposizione da Nielsen.
La ricerca statistica è stata condotta su un campione di 3mila famiglie pari a 7mila individui con età superiore ai 14 anni. I dati ottenuti sono stati successivamente confrontati e integrati con le informazioni raccolte nei database Nielsen e contestualizzati grazie al lavoro degli esperti di Connexia e della School of Management del Politecnico di Milano. Il rapporto mette in evidenza come i consumatori Open Minded siano cresciuti del 4% circa rispetto all'anno precedente, mentre i Reloaded hanno fatto registrare una crescita complessiva pari al 19%. Il sensibile aumento rilevato è stato reso possibile dalla progressiva diffusione delle nuove tecnologie e dalla loro evoluzione.
Stando ai dati forniti da Nielsen, nel corso del 2009 gli utenti unici della Rete sono stati pari a 23,6 milioni di individui con un incremento di tempo speso online di circa l'11% per ogni utente. Il Web si è così rivelato uno dei principali strumenti di informazione e di socialità. Su base annua, per esempio, gli utenti dei social media sono aumentati di 13 punti percentuali a dimostrazione delle grandi potenzialità della Rete per rispondere a parte delle istanze di socialità di chi naviga online.
Il telefono cellulare continua a essere il dispositivo elettronico maggiormente diffuso tra gli italiani: le utenze attive sono oltre 50 milioni e gli smartphone nella fascia di età tra i 25 e i 34 anni raggiungono un livello di penetrazione pari al 35%. L'introduzione di tariffe e offerte promozionali più vantaggiose per collegarsi alla Rete in mobilità hanno portato a una rapida crescita degli utenti del Web mobile, stimati intorno agli 8,5 milioni di individui. Nel 13% dei casi, la connessione mobile viene utilizzata per l'accesso ai social network come Facebook.
L'avanzamento delle tecnologie e la possibilità di visualizzare i medesimi contenuti su piattaforme diverse ha portato a una progressiva contaminazione e ibridazione dei media tradizionali. Secondo Nielsen, l'11% circa degli italiani guarda almeno una volta al mese un programma televisivo attraverso Internet, mentre il 14% ascolta almeno una volta su base mensile la radio via Web.
Sul fronte dell'approccio delle aziende italiane alla multicanalità, la ricerca mette in evidenza come sussista «una percezione molto elevata dell'importanza della multicanalità nell'ambito delle strategie aziendali e dell'impatto della multicanalità su tutte le performance aziendali: efficacia dell'attività di marketing per l'87% delle aziende, sinergie positive tra i canali per il 68%, maggior soddisfazione dei clienti per il 64%». L'adozione di strategie di multicanalità si rivela maggiormente tangibile nelle imprese dove viene realizzata una integrazione tra le unità organizzative come Marketing e IT, mentre si conferma ancora poco matura la consapevolezza dell'importanza della co-creazione. «Il 52% delle imprese rispondenti non percepisce la possibilità che il consumatore finale possa partecipare attivamente ai processi di creazione del valore, a dimostrazione che le strategie di co-creazione sono ancora embrionali o limitate ad alcuni casi di imprese italiane» sottolineano gli analisti nel rapporto.
Dalla comprensione della possibile evoluzione della società italiana, verso consumatori Open Minded o Reloaded, dipenderà la possibilità per le aziende di mettere in campo strategie e linguaggi efficaci per cogliere l'attenzione degli utenti. Una sfida complessa che passerà anche attraverso il sistema di interazione multicanale per la creazione di modelli di business vincenti in grado di dare risultati positivi anche nel lungo termine.
Emanuele Menietti su ManagerOnline.it
Arrancano tv, stampa e radio. Cresce internet. Questa la sentenza emersa dalla rilevazione Nielsen relativa agli investimenti pubblicitari del 2009. Il dato totale ha visto un calo del 13,4%, a 8.515 milioni di euro, rispetto al 2008.
Nel corso dello scorso anno la televisione, tenuti in considerazione sia i canali generalisti che quelli satellitari targati Sky e Fox, ha riportato una flessione del 10,2%, il trend ha invertito la rotta a dicembre quando si è registrata una crescita del 2,5%.
Per quato concerne la carta stampata nell'intero anno ha riportato una contrazione del 21,6%, segno meno anche per la radio che ha ceduto il 7,7%.
Buone notizie sono giunte, invece, dall'universo virtuale che ha visto gli investimenti pubblicitari aumentare del 5,1% lo scorso anno.
Via Quo Media
Gmail assorbe molte funzioni tipiche delle reti sociali per rintuzzare il sempre più numeroso popolo di Twitter, Facebook & co. Secondo Nielsen, gli utenti di social network sono ormai oltre 300 milioni, contro i circa 280 milioni di persone che fanno uso della posta elettronica. Tuttavia i social network stanno vivendo una situazione simile a quella degli albori di Internet: tante informazioni disponibili, ma poco ordine. Così diventa difficile individuare quello che conta dal rumore di fondo. Ovvero c'è un eccesso di dati disorganizzati e disgregati che non sono in grado di esprimere al 100% il valore che hanno. E questo bombardamento di informazioni è in continuo aumento. C'è bisogno di un nuovo approccio per capire ciò che è rilevante da quello che non lo è. La soluzione?
Google Buzz, l'evoluzione, anzi la rivoluzione, di Gmail. Che già nel corso degli anni è andata espandendosi in fatto di funzioni: dalla posta elettronica alla videochat. Buzz è una nuova era nella comunicazione e condivisione delle informazioni. Ha ben poco a che vedere con la classica e-mail. Per esempio, c'è l'auto-following, per rispondere subito alle persone con cui parliamo più di frequente.
Oppure offre un modo più semplice e veloce per condividere file e per trovare quali informazioni sono pubbliche e private. Senza dimenticare che si visualizza in tempo reale gli aggiornamenti allo stato degli amici e permette di inserire contenuti audio e video. Buzz è integrato in Gmail: si attiva non appena si apre la propria casella di posta elettronica on-line. Basta scegliere i contatti e gli amici con cui utilizzare la funzione perché messaggi, file multimediali, contenuti e collegamenti in Internet vengano aggregati in un unico flusso. Una colonna di informazioni che va crescendo con il tempo. Sulla falsariga di ciò che è già stato sperimentato con Google Wave. Anzi, per dirla tutta, si tratta di portare in Gmail gli strumenti sviluppati in Wave, solo con un occhio di riguardo per la parte multimediale. Per aggiungere nuovi contributi basta rispondere con un metodo simile a quello di Facebook: si apre uno spazio bianco per replicare al messaggi oppure per inserire un collegamento a un sito o a un video. Tutte le informazioni contenute in questa sorta di chat sono modificabili in qualsiasi momento e possono rimanere private oppure pubbliche. In quest'ultimo caso chiunque acceda al nostro profilo pubblico vedrà la colonna di messaggi scambiati con gli altri utenti.
La privacy è tenuta in forte considerazione: si possono scegliere i gruppi di utenti che possono contribuire alla conversazione oppure individuare chi è escluso. Dunque, spariscono le e-mail? No, sono solo organizzate in modo profondamente diverso da quanto siamo stati abituati finora. Non più posta elettronica statica bensì un aggregato di informazioni che danno origine a un nuovo flusso di dati complesso e articolato. E in continua espansione. La cosa interessante è che si può iniziare a partecipare a qualsiasi flusso perché invitati o raccomandati da un qualsiasi contatto o amico che è già parte del Buzz in questione. Alla resa dei conti, ciò che Google cerca di ottenere è di creare una nuova forma di conoscenza partendo da e-mail inerti. Va da se che Buzz, essendo parte di Gmail, è supportato anche dai dispositivi mobili non appena attivato nella propria casella e-mail.
Non solo: arriverà all'interno di Maps (aggiornato con nuove funzioni) a iniziare dalle versioni del software per Symbian, Windows Mobile e Android (le altre piattaforme saranno supportate a breve).
L'innovativo servizio di Google individua in tempo reale dove mi trovo e indica nel mio contributo alla conversazione la posizione da cui è stato inviato il post. Così il messaggio è geolocalizzato ed è possibile vedere sulla mappa da dove si scrive. Inoltre, dallo smartphone si attiva la funzione Nearby che mostra i Buzz rilevanti con il luogo in cui mi trovo. Per esempio, indicando i contatti vicini a dove sono oppure le conversazioni che contengono riferimenti a servizi nei dintorni. E su questo fronte Buzz rappresenta un'evoluzione senza precedenti nell'utilizzo della tecnologia Gps: gelolocalizzare dati in un modo pressoché rivoluzionario.
Via ILSOLE24ORE.COM
Google apre una nuova era della sua politica di marketing. Domenica notte, durante il Super Bowl, negli Usa è andato in onda il primo spot televisivo dedicato al più popolare dei motori di ricerca.
60 secondi, intitolati Parisian Love, in cui i servizi di Big G sono presentati in una storia d’amore virtuale. Costo stimato dell’operazione, 5 milioni di dollari. Termina così l’ostracismo di Mountain View verso la pubblicità su piccolo schermo, dopo la presentazione a metà 2009 di un breve spot dedicato al browser Chrome. Google sente la pressione dei rivali e il tubo catodico rispolvera il marchio per le masse
Via Quo Media
Sono i clienti, soprattutto donne, che hanno un’età compresa tra i 25 e i 35 anni quelli che apprezzano maggiormente i loyalty program di aziende e retailer. A metterlo in luce è stata una recente ricerca realizzata dal Customer&service science lab dell’Università Bocconi in collaborazione con la multinazionale Affinion International.
L’analisi, nello specifico, rileva che il 60% dei clienti che mostrano un’attitudine neutra o positiva verso i loyalty program sono donne e oltre il 50% sono persone tra i 25 ei 35 anni d’età.
Piace al 38% degli utenti di programmi fedeltà la classica raccolta punti, seguita dalla possibilità di far parte di un club sconti (27%), di partecipare a estrazioni e, infine, di entrare in una community on line.
Per sottrarre i clienti alla diretta concorrenza i buoni sconto sono gli strumenti principali. Inoltre i consumatori mostrano un spiccato interesse per primi utilitaristici ed edonistici, come ad esempio un massaggio in una Spa.
Via Marketing Journal
Con la sempre più capillare diffusione di internet e delle nuove tecnologie, in Italia proliferano i consumatori multicanale: +4% nella categoria dei ‘navigatori solitari’ e +19% per gli individui che sfruttano la rete in ottica di co-creazione con le aziende. Sono più di 20 milioni gli italiani consapevoli delle potenzialità del web in fase di ricerca e acquisto dei beni più svariati.
Questo dice il rapporto stilato da Nielsen con il Politecnico di Milano e Connexia. Altro fattore importante per l’ampliamento dei consumatori su internet nel 2009 è stata la crisi economica, che ha spostato l’attenzione degli utenti verso i lidi spesso meno costosi della rete, vincendo le residue ritrosie sul mercato digitale.
E’ in crescita anche la fiducia verso il medium internet, con i frequentatori delle news online e dei social media in aumento del 20% e del 13% nell’ultimo anno. Gli acquisti online si giovano inoltre della sempre più folta categoria degli internauti mobili, con cellulari connessi in rete.
Via Quo Media
Il 2010 sarà l’anno degli smartphone. La sentenza è dell’istituto di ricerca Strategy Analytics, che ha registrato nel 2009 un rialzo del 30% e ha disegnato uno scenario in cui la competizione sarà sempre più serrata e il prezzi tenderanno al ribasso.
Il mercato dei cellulari intelligenti ha fruttato durante l’anno passato 53 milioni di euro e ha confermato lo strapotere di Nokia (20,8 milioni di dispositivo distribuiti, +28% a/a, 39,2% del mercato), che da sola ha venduto più di Rim e Apple. La casa canadese produttrice del Blackberry ha respinto l’attacco di Cupertino ed è rimasta sul secondo gradino del podio, in virtù di 10,7 milioni di telefoni cellulari venduti e una quota di mercato pari al 20,2%.
Il gruppo di Steve Jobs ha invece venduto 25,1 milioni di iPhone, chiudendo il 2009 con il 14,4% del mercato in tasca. La percentuale è degna di nota se si considera che Apple gioca la partita con un dispositivo solo. Il rapporto dedica una menzione a Samsung e Lg, che hanno piani ambiziosi per il futuro, e a Dell e Huawei, pronte a debuttare nel settore.
Via Quo Media
Gli internauti spendono sempre più tempo tra le spire dei social network. Secondo una ricerca di Nielsen, globalmente i minuti dedicati a Facebook & Co. sono aumentati dell’82% nel 2009, rispetto all’anno precedente, mentre gli accessi unici sono cresciuti del 27% (fino a 307,4 milioni).
Nel mese di dicembre, ogni utente ha passato tra le pagine dei propri account circa 5 ore e 35 minuti.
Via Quo Media
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