Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
La console per videogiochi Wii di Nintendo ha superato le vendite della PlayStation 3 di Sony di oltre 3-1 in Giappone durante il mese di luglio, secondo quanto riferito da un editore di riviste del settore giochi. Nintendo ha venduto 171.851 di unità della Wii nelle quattro settimane terminate il 27 luglio, rispetto alle 54.823 della PS3, ha spiegato Enterbrain.
Nel mercato dei giochi portatili, Sony ha venduto 256.765 unità della PlayStation Portable a luglio, mentre le vendite di DS di Nintendo sono arrivate a 217.639 unità.
Via Quo Media
Il 4% dei beni Hi-tech acquistati in Europa viene reso al negozio o rispedito al produttore costando alle aziende 7,3 miliardi di euro. Lo rivela una ricerca di Accenture che mostra le difficoltà delle strategie di customer care.
Secondo il rapporto, tre quarti dei resi (pc, telefoni cellulari, lettori mp3, Gps o lettori dvd) sono stati comprati presso negozi al dettaglio e il 16% online. Il 30% di coloro che hanno restituito un prodotto in negozio affermano di voler cambiare marca in futuro.
Al primo posto fra i motivi dei resi il malfunzionanamento (44%). Altri motivi sono: funzionamento sotto le aspettative (28%), prodotti trovati rotti o danneggiati nel pacco (20%), ripensamenti successivi (6% contro il 27% degli Usa).
Via Quo Media
Microsoft pronta a stringere un accordo con Facebook. Obiettivo: lanciarsi alla conquista della rete e ripartire all'assalto del numero uno della pubblicità online al mondo, Google.
Accordo con Facebook. Per sviluppare le attività on line, secondo quanto riporta il Wall Street Journal, Microsoft starebbe per stringere un accordo con Facebook, in base al quale renderà disponibile sul sito di social-networking il proprio motore di ricerca «Windows Live», oltre a gestire anche gli annunci pubblicitari. L'interesse di Microsoft per Facebook non è nuovo: la società, infatti, ha già investito 240 milioni di dollari per acquistare l'1,6% del sito. Al momento le chance di un accordo con Yahoo! sembrano invece svanite, anche se Ballmer incontrando gli analisti non ha escluso che, magari, in un futuro le trattative potrebbero essere riaperte.
Cambi al vertice. Microsoft, intanto, annuncia l'uscita di Kevin Johnson, l'uomo che da anni gestiva le attività di Windows e internet, e la scissione della divisione in due aree, ognuna guidata da un capo a tempo pieno. Una decisione, questa, che consentirà al colosso informatico di disporre di una divisione dedita esclusivamente alla gestione di Windows, compresa la preparazione di Windows 7, e i servizi in linea Windows Live. Nell'unità internet, per la quale Microsoft è a caccia di un dirigente, confluiranno invece il motore di ricerca Live Search, il portale Msn e le attività pubblicitarie. La riorganizzazione era largamente attesa dagli analisti, convinti che un unico numero uno non potesse consacrarsi sufficientemente e contemporaneamente allo sviluppo delle attività online e al lancio del sistema Windows Vista, che gode di una pessima immagine fra i consumatori e che incontra ancora notevoli difficoltà a rimpiazzare Windows XP. Ad assumersi la guida della divisione Windows-Windows Vista sarà lo stesso amministratore delegato della società Steve Ballmer, insieme a tre dirigenti, Steven Sinofsky, Jon DeVaan e Bill Veghte.
Alla rincorsa di internet. La grande sfida per il colosso informatico si gioca però sull'online: Microsoft nella ricerca in rete resta un nano, con solo il 3% del mercato delle ricerche a fronte del 62% di Google. L'uscita di Johnson riflette in qualche modo la frustrazione di Ballmer di fronte alle deludenti performance delle attività online che, nonostante investimenti e spese miliardarie, continua a essere in rosso senza neanche conquistare quote di mercato. La divisione internet, infatti, nell'esercizio annuale chiusosi lo scorso giugno ha registrato perdite per 1,2 miliardi di dollari, il doppio rispetto all'anno precedente.
Via ILSOLE24ORE.COM
“Fuorionda”, il primo free press da spiaggia per l’estate 2008. Il nuovo prodotto editoriale, a cura dell’Osservatorio Giornalistico Mediawatch, ha una cadenza quindicinale ed è stato distribuito per la prima volta sabato scorso, il 26 luglio, nei lidi di Liguria, Toscana, Lazio, Emilia Romagna e Triveneto. Ha una tiratura di 800mila copie e sono previste altre due uscite, il 9 e il 23 agosto. Sono venti pagine a colori ricche di informazioni, rubriche, curiosità, anticipazioni, approfondimenti e passatempi.
Si occupa di hi-tech, sport, società e benessere. Una sezione apposita, “Spazio Regione”, informa sulle occasioni offerte dal territorio in città e al mare: tour gastronomici, mostre, concerti e festival musicali, iniziative sportive, spettacoli di danza e teatro. Le tre uscite previste per quest’estate sono un trampolino di prova per un progetto editoriale di dimensioni molto più ampie da sviluppare il prossimo anno. “Per l’estate 2009 – spiega il direttore Carlo Vittorio Giovannelli – puntiamo a trasformare “Fuorionda” in un quotidiano di 90 numeri con una tiratura di 2.400.000 copie distribuite su tutto il territorio nazionale, isole comprese”.
Via Marketing Journal
Nokia, primo produttore mondiale di cellulari, ha tagliato fino al 10% i prezzi di diversi modelli di telefonini, in particolare degli apparecchi con funzioni musicali e multimediali. I tagli operati dal produttore finlandese, che controlla circa il 40% del mercato dei cellulari, metteranno ulteriormente sotto pressione i suoi rivali più piccoli come Sony Ericsson, che tenta di specializzarsi sui modelli dotati di fotocamera e di funzioni per la riproduzione di musica.
Una fonte europea del settore ha confermato che Nokia ha tagliato i prezzi dei suoi prodotti, mentre i dati relativi al mercato domestico finlandese mostrano che la riduzione più consistente dei prezzi nella vendita al dettaglio sono stati operati sui modelli 5310 e 5610, e sul telefono multimediale N81 8GB.
Nokia non ha voluto rilasciare commenti sulla modifica dei prezzi: "Se cominciassimo a commentare ogni variazione dei prezzi non finiremmo più, visto che cambiano talmente spesso", ha detto il portavoce della Nokia.
Via Quo Media
Al Massachusetts Institute of Technology di Boston si inventa e si sperimenta (le innovazioni) e anche si studia. Cosa? In particolare i fenomeni che caratterizzano il vivere quotidiano di privati individui e grandi multinazionali in relazione alla disponibilità e all'utilizzo delle nuove tecnologie. E così facendo i ricercatori del Mit, fra cui non mancano vari docenti italiani, hanno disegnato a più mani quello che potrebbe essere il futuro prossimo che ci circonda mettendo sotto la lente di ingrandimento protagonisti emergenti e scenari macroeconomici.
Le Google di domani
Dieci start up hi-tech: qualcuna di loro potrebbe in futuro dare battaglia a Google o dare fastidio a Microsoft e questo perché, a detta del Mit, sono le più promettenti del panorama tecnologico mondiale, le società che potrebbero (come ha fatto la compagnia californiana) rivoluzionare lo scacchiere del Web. La classifica pubblicata sulla rivista "Technology Review" edita dal prestigioso istituto americano mette al primo posto tale Pinger, una piccola società californiana che ha sviluppato un software open source per poter comunicare via voce tramite i messaggi (una sorta di sistema di e-mail vocale evoluta) senza fare telefonate e ascoltarli tramite cellulare o computer. Altra candidata a un futuro radioso è Pownce, la cui tecnologia permette di mettere in comunicazione i servizi di microblogging (di cui Twitter, utilizzato anche da Barak Obama in campagna elettorale, è il più noto) - o di instant messaging con piattaforme capaci di condividere contenuti molto più voluminosi. Alle spalle delle prime due, nella lista del Mit c'è Qik, start up che ha creato un programma per abilitare la trasmissione in diretta di dati da telefoni cellulari in formato Flash, dando l'opportunità a chi è collegato in Rete di comunicare via sms con chi sta inviando i filmati. A quelle citate fanno quindi compagnia altre "sette sorelle" non meno meritevoli di attenzioni – sempre che sopravvivano alle difficoltà di un mercato sempre più pressante – e fra queste vi sono realtà (come Peer39.com) che si dedicano a tool per gestire la pubblicità sui siti Web semantici o altre (Anagran.com) che invece si sono focalizzate sullo studio di sistemi per monitorare e razionalizzare il percorso che le informazioni compiono on line (viaggiando per esempio in streaming sulle reti a banda larga) da una parte all'altra del mondo. Il futuro del cyberspazio, secondo il Mit, avrà anche la loro firma.
Una nuova net "economy" all'orizzonte, all'insegna dei robot e del green tech
La storia recente dell'economia americana dice che in concomitanza della nascita di tecnologie innovative anche consumi e Pil hanno registrato un salto in avanti non indifferente. È successo, l'ultima volta, agli inizi degli anni '90, con il Web che iniziava a farsi prepotentemente largo e gettare le basi di quella che tutti abbiamo conosciuto come "net economy". Visti i tempi grami in cui versa l'economia Usa, le previsioni elaborate da un gruppo di ricercatori del Mit (raccolte nella collana di scritti "Hope on the horizon" fanno ben sperare un po' tutti, all'insegna di tecnologie che potrebbero fare da scintilla a nuovo boom. Una di queste è quella che guida e muove i robot. Secondo il visionario professore di robotica al Mit (nonché Chief technology officer di iRobot) Rodney Brook le macchine trasformeranno le nostre vite domestiche nei prossimi 25 anni, in quanto diventeranno dei concreti aiuti fra le mura domestiche a prezzi accessibili a molti. Già oggi, sottolinea il professore, di robot con funzionalità di vario genere al servizio dell'esercito americano e delle famiglie americane ve ne sono migliaia e migliaia.
Città intelligenti , cellule solari low-cost e tecnologie da indossare
La visione di William Mitchell, invece, è qualcosa di molto più prossimo ai nostri tempi: una città in cui le persone si muovono con auto elettriche comunicanti fra loro in modalità wireless per evitare incidenti e ingorghi di traffico e che genera e distribuisce energia "pulita" per i propri abitanti. Il tutto grazie a sensori che inviano informazioni operative a sistemi e apparati in funzione dei cambiamenti climatici. Le reti intelligenti e ubique di nuova generazione saranno quindi il valore aggiunto di una nuova fase di (ri)costruzione delle città, votate al verbo della totale sostenibilità ambientale e più vicine alle mutate esigenze dei suoi abitanti. Shuguang Zhang, che di mestiere fa l'Associate director del Center for Biomedical Engineering al Mit, ha invece una ricetta in tema di tecnologie "verdi": ridurre il costo dei pannelli solari sarà essenziale per assicurare il futuro della produzione energetica. E lui ci sta mettendo del suo lavorando allo sviluppo di cellule fotovoltaiche biologiche (basate cioè sui principi che regolano la fotosintesi di alghe, piante e batteri) a bassissimo costo, nano strutture ad alta conduzione adatte a essere prodotte facilmente su scale industriale anche dai Paesi emergenti.
L'orizzonte hi-tech tracciato dai ricercatori del Mit è inoltre costellato da ulteriori innovazioni più o meno già intraviste. Quella dell'hi-tech da indossare, per esempio, è una rivoluzione annunciata (e toccata con mano) da tempo ma ciò a cui hanno pensato Michael Strano e il suo staff è effettivamente qualcosa di nuovo. E cioè abiti e fogli elettronici flessibili che cambieranno il modo attraverso il quale ogni persona potrà ricevere informazioni personalizzate, grazie ad oggetti e indumenti capaci di rilevare e controllare temperature, luci e rumori che caratterizzano l'ambiente di vita di un singolo individuo. Oggetti che riempiranno le nostre case e che (diamolo per sottointeso) farà guadagnare milioni di dollari a chi li venderà con i panni del "market leader".
di Gianni Rusconi su ILSOLE24ORE.COM
State aspettando che l'azienda risponda alla vostra mail di richiesta o protesta? Aspetterete a lungo, dice un'inchiesta australiana, secondo cui circa il 60% delle grandi società non risponde affatto alle domande dei clienti. La casa di consulenza Strike Force Sales ha inviato 460 richieste di informazioni, per e-mail o posta tradizionale, a un vasto spettro di aziende e organizzazioni.
Dpo più di una settimana, il 59% delle compagnie doveva ancora mandare una replica, come ha affermato Darren Cox, il dirigente operativo della casa, e coloro che hanno riposto si sono presi almeno un giorno e mezzo di tempo.
I settori più reticenti sono stati il commercio al dettaglio e l'edilizia."Le società dicono che siete liberi di contattarle, ma questo non vuol dire che loro contatteranno voi", ha aggiunto Cox. Secondo l'inchiesta, soltanto il 50% delle aziende che risponde con e-mail automatiche alle domande online dei clienti invia poi una mail con spiegazioni dettagliate sul caso.
Meno del 7% chiama il cliente che ha un forte interesse nel loro prodotto.
"Considerando che internet ha rivoluzionato il mondo degli affari e le cifre che vengono spese in pubblicità, ignorare le e-mail dei clienti è una vera negligenza".
"Le società ricevono molto spam, l'80% di spam e il 20% di vere richieste, ma nessuno si mette lì a dividere le une dalle altre".
Via Quo Media
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