Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Segnalo ai lettori del blog questo libro, che credo interessante: Manuale operativo di relazioni pubbliche. Metodologia e case history, scritto da Giampietro Vecchiato e arricchito da diversi contributi e case history, edito da Franco Angeli.
Il volume vuole proporre prima di tutto una griglia metodologica per gestire in maniera organizzata e processuale un corretto ed efficace piano di comunicazione monitorandone e gestendone in modo professionale tutte le fasi.
Più in generale poi il libro si inserisce in un ambito tematico molto caro all’autore: il pieno riconoscimento istituzionale della disciplina delle relazioni pubbliche e la creazione di procedure metodologiche che diano spessore manageriale alla professione.
Si tratta quindi di una lettura interessante sia per il professionista che voglia migliorare la propria metodologia sia per il giovane che intenda accostarsi a questo campo.
Per una recensione dettagliata: http://www.comunitazione.it/leggi.asp?id_art=4362
Gianluigi Zarantonello
Che fai adesso? È la domanda essenziale. Una sorta di codice che attiva la comunicazione tra conoscenti. E online è diventata lo "status update". Una funzione che da tempo si diffonde sui social network. Lanciata da Twitter. Resa popolare da Facebook. Il flusso dei brevi messaggi che rispondono alla domanda «che fai adesso?» tiene insieme piccoli gruppi di amici. Diventa un'altra forma di socializzazione. È una nuova goccia nel mare delle novità? Per qualcuno è la prossima onda dell'innovazione internettara. Per altri è trascurabile. Forse è un fenomeno leggero, ma pone una domanda seria. «Internet: che fai adesso?».
Ebbene. I social network sono piattaforme che consentono alle persone di esprimere una personalità digitale e di connettersi ad altri. Se n'è parlato per le cifre astronomiche che NewsCorp ha pagato per MySpace, America Online per Bebo, la Microsoft per una piccola quota di Facebook. Centinaia di milioni di persone li usano: circa il 39% dei navigatori intervistati da Gartner in 18 paesi, tra i quali l'Italia. Si tratta di servizi che hanno conosciuto una crescita straordinaria e che ultimamente hanno dato segnali di rallentamento. Lo stesso era successo ai podcast. E ai blog. Sono fenomeni che seguono una curva logistica: partono piano, poi crescono in fretta, infine raggiungono il limite quando trovano un equilibrio nell'ambiente che li ospita. Ma ogni volta che un fenomeno rallenta, subito se ne presenta un altro che parte. Mauro Del Rio, di Buongiorno, pensa che la nuova onda sarà una sorta di "status update" pensato soprattutto per il cellulare.
Come valutare? La logica finanziaria spinge a interessarsi alle storie che promettono crescita veloce. Ma l'analisi decisiva è concentrata sulle esigenze delle persone: e quelle che contano hanno una storia di lunga durata. Solo le innovazioni vere sciolgono la contraddizione. Le innovazioni vere si mostrano nel punto in cui l'offerta tecnologica incontra ciò che la società comprende e vuole. Le persone vogliono – e comprendono l'importanza di – esprimersi e connettersi. Le loro relazioni fondamentali sono quelle di sempre e si sviluppano soprattutto nella vicinanza fisica. Lo dimostrava già un paper di David Liben-Nowell e altri, pubblicato su Pnas nel 2005: anche se le tecnologie digitali funzionano indipendentemente dalla distanza e anche se sono utili a chi voglia esplorare nuove conoscenze, gli utenti di network sociali si aggregano in cluster geograficamente precisi. D'altra parte, fino a che la società non comprende bene l'offerta tecnologica non le attribuisce grande importanza: in effetti, le persone intervistate da Gartner attribuiscono un valore relativamente basso ai social network (voto 5,74 su 10). Quasi tutti invece continuano a considerare fondamentale l'e.mail (voto 8,88). I social network sono più collegati al divertimento; la mail è un dovere necessario.
Lo status update e i social network via cellulare potrebbero essere le prossime storie di crescita se pensati e progettati come sistemi di messaggistica più ricchi, divertenti e convenienti, sdoganandoli dall'idea che li vede come sistemi per tenere blog semplificati, adatti a chi non ha tempo da perdere, ma offrendo loro la missione di contribuire alla qualità dell'intelligenza collettiva della rete. I social network possono migliorare la comunicazione online, affollata di mail inutili e di sms costosi. Ma occorre che diventino più seri senza perdere il loro carattere divertente, senza troppo spam, ma soprattutto con una buona gestione delle priorità. Questo potrebbe favorire lo sviluppo preconizzato da Julia Lin, ricercatrice di Gartner: «La sfida per i social network sarà quella di adattarli all'ambiente aziendale». Ma per restare anche coinvolgenti dovranno cambiare: «In futuro, i social network di oggi ci sembreranno arcaici» pensa Charlene Li, di Forrester Research. «Diventeranno facili da usare. Non ci chiederanno mille registrazioni. Saranno naturali come la mail».
Naturali. Perché i social network che hanno senso non nascono come progetti finanziari, ma come umili piattaforme che agevolano le relazioni tra le persone che si donano tempo e attenzione. Magari con strutture aperte e standard. Riannodando il filo con l'insieme di internet. Ma questa è un'altra storia.
di Luca De Biase su ILSOLE24ORE.COM
Crolla sotto il peso della dea pubblicità uno dei suoi più acerrimi nemici: TiVo, divenuta famosa per aver lanciato una sorta di videoregistratori in grado di registrare programmi televisivi senza interruzioni pubblicitarie, ha annunciato un accordo con Amazon per trasformare il telecomando in uno strumento per acquistare prodotti reclamizzati e promossi durante alcuni show, quali The Oprah Winfrey Show e The Late show with David Letterman.
"Il nostro obiettivo è quello di lavorare con l'industria media per far sì che la pubblicità in Tv abbia maggiore effetto. Quello che stiamo cercando di fare - ha spiegato l'amministratore delegato di TiVo, Thomas S. Rogers - è gettare le basi per un nuovo modello di business in televisione".
Via Quo Media
L'emittente musicale Mtv ha presentato il suo nuovo palinsesto autunnale, che fa ancora una volta dei giovani il suo centro nevralgico e punta sul cambiamento e sull'innovazione. Tra le novità dell'area musica, ci sarà Lazarus, viaggio on the road di Alessandro Cattelan e Francesco Mandelli nell'anima musicale dell'America, e il Videojukebox, in cui grazie a una piattaforma crossmediale sarà il pubblico a decidere tramite sms i video da mandare in onda. È sempre la musica protagonista di Girlicious, l'evoluzione del reality Pussycat Dolls, che andrà alla ricerca di nuove band, tutte al femminile. L'Mtv Day 08, in programma il 13 settembre da Genova, darà inizio alla stagione degli appuntamenti con la musica dal vivo, come il Chupa Chups Live in onda da Barcellona previsto per fine settembre, il Coca Cola Live@Mtv, a Roma a ottobre; e ancora concerti a casa degli spettatori come i Live@your place, e gli Emas che quest'anno si svolgeranno a Liverpool. Sul fronte delle serie tv, arriva il realyity Paris Hilton's my new bff, in cui venti giovani ragazzi proveranno a diventare il miglior amico della bionda ereditiera, Reaper è una nuova serie americana che mescola ironia, fantasy e horror, Clueless vedrà protagonista una teenager di Bevery Hills, alle prese con le tematiche dell'età adolescenziale, mentre Buzzin seguirà le avventure di due giovani musicisti che vogliono diventare famosi a Malibu. Altra novità del prossimo palinsesto è Mtv Confidential che, ambientato in 5 istituti superiori della nostra penisola, racconterà la vita quotidiana dei ragazzi di oggi. Tra le conferme, Il Testimone di Pif che ritorna con 14 puntate a parlare ai giovani e a farli confrontare su tematiche scomode e spiazzanti e Very Victoria, il talk di Victoria Cabello. Per le inizitive pro-social del palinsesto, Mtv Italia si concentra quest'anno sui diritti umani. Dal 17 al 19 ottobre si terrà lo Stand Up Day contro la povertà nel mondo mentre con La legge di Mtv, per la prima volta in televisione, una rete si farà carico di progettare, proporre e sostenere un progetto di legge che sarà presentato al Parlamento.
Il gruppo si sta preparando anche a realizzare un altro ambizioso progetto: creare una catena di ostelli per i giovani con il proprio marchio. "Abbiamo costruito il progetto Mtv Hostels - ha detto l'ad Antonio Campo Dall'Orto durante la presentazione del palinsesto autunnale per l'Italia - e stiamo sondando diversi imprenditori alberghieri a livello internazionale. Non siamo ancora alla fase operativa, serve un partner con la necessaria capacità finanziaria e concretezza". Il progetto prevede una "facile accessibilità", cioè prezzi bassi, "ma anche attenzione alla forma e allo stile". Le strutture, per esempio, avranno i soffioni della doccia a forma di microfono e un'area dedicata alla musica.
L'idea, ha proseguito l'ad, risponde alla strategia di allargare sempre di più le fonti di reddito del gruppo partendo dal tentativo di "concretizzare l'esperienza" del telespettatore allargandola a nuove forme di comunicazione. Una scelta, abbinata all'espansione su nuovi mercati come il lancio di Mtv Grecia e Mtv Africa, che in Italia ha portato a ricavi che per il 50% derivano già oggi da fonti diverse dalla pubblicità televisiva tradizionale e che nel giro di tre anni raggiungeranno il 70%. E' un dato, ha detto Campo Dall'Orto, che oggi "ci fa stare più sereni" rispetto ad altri gruppi televisivi, nonostante le difficoltà del mercato.
"Per fare comunicazione in una fase di stallo - ha continuato - occorre puntare ancora di più sugli elementi di innovazione". Da questo punto di vista l'Italia, ha concluso l'ad, darà un contributo molto importante con due strutture interne: il centro di produzione Playmaker e il gruppo di lavoro "Milan Design Studio". Quanto all'iniziativa italiana Mtv Mobile, offerta di telefonini e servizi in collaborazione con Tim, Campo Dall'Orto ha detto che "i primi segnali sono positivi e oltre le attese": 30mila apparecchi distribuiti ai negozi in due settimane.
Via Quo Media
L'editore Scribner and Simon & Schuster Digital ha siglato una partnership con Marvel Entertainment e CBS Mobile per offrire l'inedito "N" come sotto forma di 25 episodi video da vedere su cellulare o web.
Ogni episodio dura circa due minuti e non costerà nulla agli urenti mobili. Sul web è possibile acquistare blocchi di cinque episodi su CBS Audience Network e NisHere.com 0,99 centesimi oppure acquistare l'intera stagione a 3,99.
"Mi sono sempre interessato ai nuovi sistemi di distribuzione per i racconti - spiega King - e sono sempre stato curioso su come funzionano questi sistemi con la realtà del raccontare storie. Secondo me questa funziona estremamente bene".
Via Quo Media
Lo scorso aprile è stato il mese dello storico sorpasso da parte di Facebook ai danni di MySpace, in termini di visitatori unici mondiali, ma il duello tra i due social-network per eccellenza è più che mai attivo.
I dati dell'istituto di ricerca comScore hanno evidenziato che Facebook, nato nel febbraio del 2004 da una geniale idea dello studente diciannovenne Mark Zuckenberg, ha raggiunto il più datato portale di proprietà di New Corp, che ha debuttato in rete nel novembre 2003, superando quota 100 milioni di visitatori unici in tutto il mondo.
Diversa la situazione negli Stati Uniti, che continuano a premiare MySpace con 72 milioni di visitatori unici al mese, contro i 36 milioni del social network di Zuckerberg e Moskovitz. Negli ultimi 12 mesi Facebook ha aggiunto ben 75 milioni di visitatori unici mensili, ma solamente 13 di questi erano localizzati suolo americano. Secondo una stima approssimativa, saranno necessari oltre 4 anni perché Facebook possa raggiungere il suo nemico MySpace negli States.
Quali sono le differenze e i valori aggiunti dell'una o dell'altra piattaforma che li rendono competitivi l'uno con l'altro e nei confronti dei nuovi astri nascenti del settore?
PRIVACY: si tratta della questione più spinosa per ciò che concerne il social networking in generale. Fra i due contendenti è Facebook ad aver la peggio: la sezione 'home' permette infatti di visualizzare tutti movimenti dei propri contatti e dei contatti dei propri contatti. In parole povere le informazioni personali e soprattutto le foto degli utenti, anche protette da privacy, sono visibili da tutti i contatti a essi collegati anche tramite un contatto comune e non per scelta diretta. Su MySpace è invece possibile 'chiudere' il proprio profilo e renderlo accessibile esclusivamente ai contatti autorizzati.
POPOLARITA': il sistema studiato da Facebook secondo il quale l'unico modo per visualizzare le pagine del sito è attivare una rapida registrazione fa schizzare il numero dei profili coinvolgendo anche persone inizialmente non interessate a partecipare al progetto. Registrarsi a MySpace non è una condizione necessaria per visualizzare i profili, se essi sono aperti al pubblico ovviamente, e diventa quindi una scelta autonoma dell'internauta.
FOTO: si tratta di una prerogativa di Facebook e lo elegge quindi vincitore a priori. Fin dalle prime versioni è possibile caricare foto, dividerle in album e 'taggare', segnalare le altre persone presenti sia nella foto sia nella community, i propri amici. Anche MySpace si è adeguato ma la distribuzione caotica della home dei profili non rende giustizia a questa possibilità. Unico punto a favore del social network di News Corp è relativo alla sovracitata questione della privacy, che non difende a dovere gli scatti pubblicati su Facebook.
APPLICAZIONI: si tratta dell'escamotage che porta gli utenti a fare un uso più ingente della piattaforma. Da un parte MySpace permette una rudimentale attività di blogging e la possibilità di dare ampia visibilità a file audio e video. Dall'altra Facebook offre una miriade di applicazioni più o meno utili e più o meno serie che permettono di coinvolgere i propri contatti e di avere un ruolo attivo sulla propria pagina quotidianamente.
COMMUNITY: questa la caratteristica che divide maggiormente i due contendenti. MySpace si è progressivamente trasformato in una vetrina per i gruppi musicali emergenti, dando loro visibilità e, in alcuni casi, portandoli al successo. Questa caratteristica fa sognare i giovani complessi di tutto il mondo ma diventa una scocciatura per gli utenti privati e riduce le intenzioni di chi contatta a semplice auto-promozione. Diversa la questione per ciò che riguarda Facebook, che mette in contatto amici di vecchia data, attraverso le reti legate a Istruzione e Professione, e promuove contatti 'spontanei'.
Per le agenzie coinvolte nel programma spaziale americano, la comunicazione col pubblico è sempre più una priorità, un elemento che determina il loro successo: in un clima di taglio di fondi l’interesse del pubblico è un fattore importante nel determinare quale progetto avrà i soldi per continuare.
Chi ha visto Apollo 13 (il film) si ricorda che per mancanza di audience TV il programma Apollo fu cancellato anticipatamente.
Per evitare questo rischio, gli addetti ai lavori stanno cercando di sviluppare progetti di comunicazione destinati alle persone, sempre più engaging. Dopo lo straordinario successo di interesse del primo robottino su Marte (vi ricordate? Sojourner…) che seppe usare molto bene un Internet agli albori, dopo una comunicazione ben confezionata per i due rover Spirit e Opportunity che ancora adesso scorazzano sulla superficie di Marte, ora tocca a Phoenix innovare.
Phoenix è una roba noiosissima. Non va in giro, non compie imprese epiche. Tutto quello che sa fare è fare foto, scavare da ferma con una paletta e analizzare i campioni presi. Ma sa fare una cosa innovativa: sa parlare in prima persona. Su Twitter.
L’idea di Rhea Borja, Media Relations Officer al Jet Propulsion Laboratory è stata quella di costruire una sorta di personalità artificiale per la macchina… nel senso che è Veronica McGregor, manager dello stesso ufficio, a impersonare la sonda, tenendo aggiornato il mondo non (solo) con le consuete release stampa per addetti ai lavori ma anche con un linguaggio più fresco, sintetico, umano.
Sparando fino a 10 messaggi al giorno su Twitter, in cui la macchina (virtualmente) dà informazioni, aggiorna, risponde alle domande del pubblico… e si abbandona alle emozioni. Con messaggi quali «Are you ready to celebrate? Well, get ready: We have ICE!!!!! Yes, ICE, *WATER ICE* on Mars! w00t!!! Best day ever!!» o «And the great news is, the soil shaking finally worked! I've got an oven full of Martian dirt to analyze, and a lot of happy scientists».
Ci sono già oltre 28.000 “ascoltatori”, senza poi contare quelli che seguono la pagina di Facebook messa su dal JPL.
Un pubblico giovane, tecnofilo, che potrebbe trovare noioso interagire con la NASA, porre le proprie questioni e curiosità a un ente, ma che può trovare normale e affascinante parlare (anche se solo metaforicamente) con una macchina, specialmente se dotata di tratti caratteriali simpatici, divertenti, contemporanei.
E sono spesso persone che non sono particolarmente appassionate di spazio, non sono dei tecnici, sono solo persone che apprezzano una bella storia, apprezzano avere uno spiraglio attraverso il quale origliare quello che succede su Marte, avere uno sguardo sul dietro le quinte, prima che lo pubblichino sui giornali, sapere in tempo reale come sente, che cosa pensa, che cosa combina quel robottino piantato sul gelido polo marziano, con brevi messaggi accessibili anche dal cellulare, dal palmare, da dovunque.
Fatto non disprezzabile, per la sua natura di sinteticità e di informalità, un flusso di Twitter è infinitamente più semplice, rapido e meno costoso da gestire di un sito o di un blog. Poco sforzo, un bel risultato.
Di conseguenza, dato il successo di pubblico è possibile che si sia solo all’inizio di un trend di comunicazione che vedrà le macchine “famose” (o destinate a diventarlo) assumere una propria personalità, un carattere...? (diventando quindi di conseguenza un Brand....)
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