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Errare è umano, ma per incasinare davvero tutto è necessario un computer.

Arthur Bloch
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Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Altri Autori (del 23/05/2007 @ 07:33:50, in Pubblicità, linkato 2699 volte)

Nielsen Media Research, l’azienda di riferimento nel monitorare e valutare la comunicazione delle imprese, ha divulgato i dati riguardanti gli investimenti pubblicitari del primo trimestre 2007.
In generale, la spesa pubblicitaria (superiore a 2.174 milioni) ha chiuso con un valore negativo nei mesi di gennaio e febbraio (-1,1% rispetto al periodo corrispondente del 2006), mentre il mese di marzo ha fatto registrare una inversione di tendenza con un recupero di +4,4%. La televisione ha avuto un calo di -4,7% e la radio di -3,5%. Bene, invece, la stampa, cresciuta del +5,1% (i risultati più positivi vengono dai quotidiani a pagamento, dalla Free Press e dai mensili, in calo invece i settimanali con -3,1%), e Internet che segnala un +44,2%, con un tasso di +50,4% per il mese di marzo.
Infine, le prime rivelazioni del monitoraggio dei canali Sky indicano, per aprile, un passaggio pubblicitario di 53.000 annunci, per un totale di 256 aziende.
Tra i maggiori investitori Ferrero, Wind e Unilever.

Via Lillo Perri

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Di Roberto Venturini (del 25/05/2007 @ 07:31:45, in Marketing, linkato 2435 volte)

Secondo me Internet continuerà a cambiare molto, anche a breve termine.
Uno dei principali fattori di cambio sarà la diffusione dell'accesso alla Rete attraverso terminali mobili. In parte PDA, Smart Phones, tablets o navigatori. Ma lo strumento principe sarà il classico telefonino.

Il telefono - almeno per un bel po' - resterà primariamente uno strumento per parlare e solo secondariamente per navigare e inviare email... almeno per l'utente medio, quello si deve portare sull'Internet Mobile per fare i volumi, la massa critica, innescare l'effetto di rete (Italia esclusa, credo - visto le attuali tariffe della connessione mobile, tali da impedire qualsiasi diffusione "popolare" del mobile browsing).

Il telefonino Internet per le masse dovrà fare i conti con le limitazioni insite nel suo form factor - la difficoltà di inserire testi per il tramite di una tastiera che resterà nella maggior parte dei casi minuscola e poco ergonomica.

D'altra parte, modi nuovi di fare interagire il telefono con la Rete e con l'ambiente circostante potranno aprire nuove opportunità di servizio, di business.

Da tempo si sta lavorando per usare uno strumento "antico" come il codice a barre per attivare una connessione sul nostro cellulare.

Il principio di questi sistemi è banale: se il cellulare dispone di una macchina fotografica, con un apposito software lo si può trasformare in un lettore di codici a barre. E nel codice a barre si può codificare un indirizzo Internet o un qualche set di istruzioni.

In questo modo, puntando il telefono verso uno di questi simboli e premendo un tasto o due, si può attivare una connessione ad un sito. Si può permettere ( e sopratutto incentivare) la connessione immediata ad un sito aziendale semplicemente "fotografando" un codice posto sulla confezione, su una pubblicità, su un catalogo.

Permettendo un semplice e rapido passaggio dalla fase di awareness / interesse verso un prodotto alla fase di approfondimento, di avanzamento verso la decisione d'acquisto, presa "in movimento". Uno strumento dunque di servizio, di informazione ma sicuramente anche molto di marketing.

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Di Gianluigi Zarantonello (del 26/05/2007 @ 12:05:35, in Internet, linkato 2823 volte)

Articolo a cura di Giovanni Quaglino

Il click fraud si sta rilevando uno dei fenomeni più incisivi sulle dinamiche di redditività degli investimenti pubblicitari online. Recentemente un'approfondita ricerca realizzata da ClickForensic™ ha rivelato un incremento generalizzato del fenomeno a livello mondiale, individuando nel 15% l'impatto medio dei click fraudolenti sul totale del fatturato di settore, con un aumento di oltre 20 punti percentuali rispetto a soli 12 mesi fa.

Va tuttavia considerato che su alcuni settori ad alto tasso di competitività tra gli inserzionisti (come quello turistico o dei servizi web), i valori rilevati di Click Fraud salgono drasticamente, abbattendo così in modo netto il ROI atteso sulle campagne.

Le responsabilità del Click Fraud sono da attribuire a diverse fonti:
œ Click robots
œ Competitors dell'inserzionista
œ Reti di contenuto, cioè partner dei fornitori del servizio adv
e benchè i controlli di Click Fraud Detection si stiano via via affinando, gli escamotage utilizzati dai Click Frauders sono sempre più efficaci (sostituzione dell'indirizzo IP successivamente al click, attesa del tempo di default del fornitore prima del click successivo, etc ...).

Vanno dunque adottate strategie apposite e strumenti dedicati per verificare in maniera sistematica il Click Fraud sui propri investimenti pubblicitari online. Dotare il proprio sistema di tracciamento di statistiche individuali, verificare i trend di traffico e di conversione, seguire gli 8 principi del Click Quality Council e disporre di una reportistica indipendente nel caso in cui si riscontri click fraud sui propri annunci sono alcune delle azioni richieste ai web marketing manager per marginare questo rischio.

Le statistiche individuali ottenute tramite “cookie”, “IP” e “associazione anagrafica” consentono infatti di tracciare il comportamento del singolo visitatore, permettendo così di verificare in maniera dettagliata eventuali fenomeni di Traffico Anomalo attraverso l'analisi diacronica dei trend di traffico sui click a pagamento.
Anche la verifica sui tassi di conversion dei diversi canali può costituire un indice abbastanza indicativo di eventuale Click Fraud.

Recentemente, inoltre, il Click Quality Council ha indicato 8 linee guida utili a tutelare gli inserzionisti pubblicitari online:

1. Non pagare i click ripetuti nella stessa sessione

2. Non pagare il traffico derivante dai Bots

3. Verificare dove, quando e come sono visualizzati i propri annunci pubblicitari

4. Richiedere una gestione semplice ed efficace delle liste di esclusione di domini e indirizzi IP

5. Richiedere al fornitore informazioni dettagliate su tutti i click addebitati.

6. Non pagare per traffico con origini diverse da quelle definite nelle specifiche di geotargeting

7. I fornitori dovrebbero adottare soluzioni di verifica indipendente sulla qualità dei propri click generati

8. I fornitori dovrebbero fornire un meccanismo semplice per armonizzare il costo dei click su base mensile

Il disporre o meno di un'accurato report documentale in grado di testimoniare da un punto di vista tecnico l'effettivo click fraud subìto rappresenta quindi un fattore fondamentale perchè l'inserzionista possa sperare di ottenere dal fornitore un rimborso sul danno stimato.

Il fornitore, che è da considerarsi quindi a tutti gli effetti anch'esso una vittima di questo fenomeno, può così verificare l'effettiva contestazione ricevuta, confrontando i propri dati di traffico con il report inviato dall'inserzionista, e procedere, eventualmente, al rimborso dell'addebito ingiustificato (solitamente attraverso click supplementari disponibili).

Il rischio infatti di danneggiare la propria immagine, di deludere le aspettative di ROI dei clienti o di dover fronteggiare insidiose questioni legali, induce il fornitore a scegliere soluzioni di collaborazione con i propri inserzionisti, rispettando così la mission della loro attività: fornire utenza qualificata.

In definitiva, fidarsi del proprio fornitore è bene, ma controllare è meglio ...
E meglio ancora è affidarsi a sistemi affidabili ed indipendenti di click fraud detection, in grado di ottimizzare realmente il ROI sui propri PPC.

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Di Altri Autori (del 31/05/2007 @ 07:41:03, in Pubblicità, linkato 2567 volte)

Sembra un partito preso e invece no. La propensione a ignorare (o a cercare di ignorare) campagne come Fastweb, Infostrada e Vodafone nasce dal senso di sazietà che tali campagne provocano. Come aver mangiato un maiale intero. Si accende la televisione ed è certo che un Fiorello, un Bongiorno, un Valentino Rossi, o un Totti ci ricorderanno che, da italiani, non possiamo sfuggire alle due figure di riferimento della televisione generalista italiana: il campione sportivo e il presentatore TV.
Un intero sistema di valori è affidato a questi personaggi, che rappresentano la storia (quella della televisione, naturalmente, perché anche vestito da Garibaldi e da Alighieri, Mike racconta solo se stesso), mentre Fiorello rappresenta l’entertainment ben educato, Valentino Rossi l’ardire sbarazzino e Totti – pensavate il calcio? macchè: Totti rappresenta la famiglia, con moglie sempre incinta o appena sgravata.
E la famiglia, ancora e sempre la famiglia, è la protagonista dell’altra serie di spot cugini, quelli di Telecom per Alice e Aladino.
Non c’è nessun merito a produrre questo tipo di commercial: basta avere le risorse necessarie per i testimonial e per raggiungere un GRP da fastidio. Poco importa che testimonial e provider si confondano fra loro.
Non sarà un caso che candidati al Big Brother Award 2007 (premio assegnato a chi ha più danneggiato la privacy), nella categoria “Peggior Azienda Privata”, siano proprio tre telefonici: Infostrada, Wind e Telecom Italia. Un premio in negativo ben meritato.

Via Lillo Perri

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