Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Se la battaglia per informatizzare i Paesi poveri vale miliardi di dollari non deve stupire che si creino dissapori tra gli attori coinvolti nelle operazioni.Nicholas Negroponte, fondatore del Massachusetts Institute of Technology, già da tempo ha proposto un progetto di pc low cost, alimentato a manovella, che potrebbe costare un centinaio di dollari. Questo rivoluzionario dispositivo, caratterizzato da uno speciale schermo visibile chiaramente anche alla luce del sole, sarebbe in grado di collegarsi a internet senza linea telefonica e avrebbe in dotazione il sistema operativo Linux, gratuito ed open source. L’assemblaggio dell’innovativo computer low cost, secondo il New York Times, potrebbe essere commissionato alla taiwanese Qanta, che già produce quasi un terzo di tutti i portatili in circolazione.Nelle intenzioni di Negroponte questo pc dovrebbe essere distribuito gratuitamente ai bambini dei Paesi poveri, perchè possano accedere alla rete senza essere tagliati fuori dalla moderna rivoluzione tecnologica. Il progetto ha già riscosso molto interesse ed è stato apertamente supportato dall’Onu e da sette nazioni (Argentina, Brasile, Cina, India, Nigeria e Thailandia) che hanno dichiarato di essere disposte ad ordinare 7 milioni di macchine per un controvalore di 700 milioni di dollari.L’avversario diretto di Negroponte si chiama Bill Gates il quale, dopo aver bocciato questo pc, ha presentato la propria ricetta per colmare il divario tecnologico con i Paesi poveri. La soluzione del fondatore della Microsoft consiste in uno speciale telefono cellulare che, collegato ad una tastiera ed ad un televisore, diventerebbe una sorta di computer. Le motivazioni addotte per sostenere questa controproposta si fondano sulla presunta insostenibilità nel lungo termine del progetto di Negroponte. A detta di Gates la sua sarebbe invece una soluzione di più facile attuazione, visto che prima o poi tutti avranno un cellulare, anche nei Paesi emergenti. L’accoppiata del telefono, il cui costo non è però stato finora reso noto, con le reti mobili sempre più diffuse rappresenterebbero quindi il migliore strumento di alfabetizzazione informatica per le popolazioni più povere. La sfida per l'informatizzazione del Terzo Mondo può dirsi ufficialmente iniziata. Una sfida giocata a colpi di soluzioni high tech che secondo gli analisti vale diversi miliardi di dollari e che non piace a tanti esponenti dell’industria, timorosi delle implicazioni derivanti dalla distribuzione a prezzo stracciato di prodotti che potrebbero invece essere forniti, creando enormi opportunità di business, a valori “di mercato.Negroponte intanto ha già raccolto 20 milioni di dollari per il suo progetto e sostiene che non trarrà alcun utile da tutte le operazioni legate alla produzione e distribuzione del pc.
Ron Garriques, Presidente della divisione portatili di Motorola, l’aveva detto a chiare lettere: i tempi non sono ancora maturi per l’affermazione dell’UMTS. Il tema viene affrontato anche da Il Sole 24 ORE.
La tecnologia 3G si imporrà sul mercato europeo dei telefoni cellulari, ma non subito: ci vorrà ancora qualche anno. La stima proviene dalla società di ricerca Forrester Research, secondo la quale il 3G non sarà la tecnologia dominante nell'ambito della telefonia mobile almeno fino al 2010. Il decennio in corso rimarrà predominio dei sistemi Gprs, mentre i telefonini Gsm dovrebbero essere superati tempo due anni. L'uso di telefonini 3G appare effettivamente in crescita, tuttavia il ritmo di penetrazione di questa tecnologia in Europa risulta più lento di quanto preventivato.La ricerca di Forrester analizza i principali passaggi del mercato dei cellulari da qui al 2010. Si parte dal tramonto dei Gsm, che entro il 2008 saranno ridotti al 3% del totale, e nel 2010 non supereranno l'1% del totale. Il Gprs inizierà a perdere terreno rispetto alla tecnologia 3G solamente a partire dal 2007, mentre alla fine del 2010 gli utenti di telefonini Gprs non oltrepasseranno la quota del 38% (oggi sono utilizzati al 70%). La penetrazione dei sistemi 3G aumenterà, invece, progressivamente già dalla fine dell'anno in corso, fino al raddoppio dell'attuale quota di mercato. La riduzione dei prezzi e dei modelli (oggi ancora piuttosto ingombranti) oltre al miglioramento delle prestazioni faranno sì che, secondo Forrester, tre utenti su cinque avranno nel 2010 un cellualre a tecnologia 3G.Sono l'Italia e il Regno Unito i Paesi maggiormente indiziati per una crescita di questi modelli di telefonia mobile. Il grande interesse dei consumatori di queste nazioni per i telefoni cellulari, oltre all'accesa competizione tra gli operatori del settore (che si concretizza anche in martellanti campagne pubblicitarie) farà registrare un incremento della penetrazione di queste tecnologie (sempre nel 2010) pari, rispettivamente, al 72% e al 68%: molto più della media europea del 61 per cento. Abbastanza moderato l'interesse per i telefonini 3G in Germania e in Francia: la prospettiva per l'ingresso in questi mercati va dal 55% al 65%, in linea, quindi, con la media europea. In Belgio, Finlandia, Grecia e Lussemburgo, la crescita sarà più lenta, intorno al 50% entro la fine del decennio. In Irlanda, Spagna e Norvegia, invece, la copertura Umts risulta ancora irregolare e le attività promozionali degli operatori su 3G sono limitate. (...)
Anche secondo Forrester quindi l’attesa esplosione della telefonia di terza generazione sarà decisamente più lenta e graduale rispetto alle ottimistiche previsioni di molti operatori. Terminali relativamente ingombranti e poco funzionali, limitata offerta di contenuti realmente a valore aggiunto e costi di accesso tutt’altro che convenienti sembrano essere tre delle cause principali destinate a creare qualche grattacapo a produttori di cellulari e operatori di telefonia mobile.
Nonostante i massicci investimenti di marketing di molte aziende che esaltano le infinite possibilità offerte dai nuovi telefonini dovremo quindi aspettare ancora qualche anno a mettere in un armadio pc e collegamenti tradizionali. Sarà la mobile tv questa volta a farci cambiare il cellulare?
Di Eli (del 03/02/2006 @ 06:29:10, in Internet, linkato 3220 volte)
Secondo il Financial Times la World Association of Newspapers starebbe organizzando una campagna per chiedere a Google e altri motori di ricerca una sorta di indennizzo per aver utilizzato e proposto i contenuti di libri e riviste coperti da diritti d’autore, senza lavere ottenuto le necessarie autorizzazioni.Il gruppi di editori coinvolti in questa protesta comprende International Publishers Association, European Federation of Magazine Publishers e Agence France Presse, uniti dalla comune intenzione di fissare un incontro con Charlie McCreevy (il commissario europeo per il mercato interno) e Viviane Reding (la responsabile per i media), in modo da definire nuovi standard e politiche per la difesa dei diritti d’autore.Tra i servizi discussi c’è anche Google News, in quanto la preview degli articoli indicizzati, secondo alcuni di loro, dissuade i navigatori dal visitare la corrispondente pagina. L’anticipazione proposta in molti casi sarebbe infatti giudicata sufficiente senza bisogno quindi di approfondire la notizia.Il motore di ricerca più famoso nel mondo, inoltre, è criticato per un atteggiamento giudicato di chiusura e per portare avanti il principio secondo il quale tutte le informazioni dovrebbero essere rese disponibili gratuitamente, come dichiarato da Gavin O'Reilly, presidente della World Association of Newspapers.Non è la prima volta che Google si trova messo in discussione per aspetti legati al copyright. Le 5 più grandi biblioteche del mondo, lo scorso ottobre, avevano presentato un esposto presso un tribunale americano per ostacolare l’avanzata di Google Print, timorose che i propri libri venissero scansionati e messi a disposizione gratuitamente su internet.Continua quindi la battaglia tra editori e motori di ricerca, per la regolamentazione dell’accesso alle informazioni nel rispetto dei diritti d’autore. Il navigatore avrebbe solo da guadagnare dalla possibilità di consultare libri da casa tramite il proprio pc, ma questo progetto potrebbe funzionare anche pagando in qualche modo i diritti ai legittimi proprietari?
Mytech riporta la notizia di un regista sudafricano che ha girato un film utilizzando come unico strumento di ripresa un telefono cellulare, anzi otto. Chi ci legge da un po’ si ricorderà forse che anche Nokia, con l’iniziativa Play the Lab, aveva tentato una strada simile per promuovere il nuovo N90.A dispetto della trama poco impegnata bisogna riconoscere al regista Aryan Kaganof un certo fiuto almeno per il marketing, visto che grazie a questa idea è riuscito non solo a stare in un budget bassissimo, ma anche a procurarsi un bel po’ di pubblicità a costo zero.JOHANNESBURG (Reuters) - Otto telefoni cellulari, 160.000 dollari ed una buona idea: potrebbe essere questo il futuro del cinema? Il regista sudafricano Aryan Kaganof la pensa così e per dimostrarlo ha fatto SMS Sugar Man, il primo film al mondo girato interamente su telefoni cellulari. SMS Sugar Man è stato girato su otto telefonini in 11 giorni con tre protagonisti principali per meno di 164.100 dollari. Il film sarà poi trasmesso ai cellulari in tre episodi da 30 minuti nel corso di un mese. Kaganof ha detto che il film, che racconta di un pappone e di due prostitute di alto bordo in crociera a Johannesburg alla vigilia di Natale, è la prova di un nuovo e democratico approccio ai film, che taglia i costi sia per chi fa che per chi vede le pellicole. "Penso che il cinema in Sud Africa non sia il mezzo appropriato a rappresentare chi siamo...è soprattutto un fenomeno bianco. Poi sono rimasto impressionato dal fatto che il mezzo che gli africani amano più di ogni altro è il cellulare", ha detto a Reuters. Kaganof -- che ironicamente ha acquistato il suo primo cellulare l'anno scorso per girare il lungometraggio -- ha respinto le preoccupazioni per la qualità ed ha detto che le riprese sono apparse "favolose" nel riversamento allo standard cinematografico della pellicola a 35mm. SMS Sugar Man -- che dovrebbe debuttare a maggio -- è costato solo una frazione dei 6 milioni di rand che di norma vengono spesi per un film locale a basso budget. Per paragone, un film di Hollywood costa in media tra i 40-50 milioni di dollari e spesso supera i 100 milioni. "Volevamo fare un film decisamente a basso budget per dimostrare che tutti possono farlo", ha detto il produttore Michelle Wheatley. "Ci sono molte persone in Africa che vogliono fare film e non se lo possono permettere".
Google e FIAT uniscono le forze per una divertente iniziativa di marketing in occasione delle Olimpiadi Invernali di Torino 2006.Dopo essersi iscritti sul sito www.sedicicontest.it i navigatori, tramite Google Earth, potranno esaminare tutto il comprensorio Olimpico per scovare le 4 Fiat Sedici nascoste (si tratta del nuovo fuoristrada FIAT, modello ufficiale dei Giochi Olimpici ), indicando con esattezza il punto in cui ritengono siano collocati i veicoli.L’ubicazione sarà rivelata solo il 31 marzo 2006, e in questa occasione i quattro fortunati che avranno indicato con maggiore precisione dove si trovano le Sedici nascoste si aggiudicheranno una macchina ciascuno.L’idea è di di TestawebEdv, la società del Gruppo Armando Testa specializzata nei media digitali e rappresenta un interessante esempio di comarketing: con una sola iniziativa si fanno pubblicità FIAT, Google e la manifestazione olimpica, il tutto con una formula di concorso originale e divertente. Sarà possibile anche vedere le gare?
Leggevo su Adverblog della campagna "Du bist Deutschland" [a.k.a.: Tu sei la Germania] che, in chiave ironica, mira a rilanciare la Germania tra i tedeschi...
...tutto sommato noi non siamo da meno, che dite?
Se il mondo della musica grazie a internet sta vivendo una profonda rivoluzione dei canali distributivi anche nel settore della cinematografia qualcosa sta cambiando.Warner Bros, colosso americano dell'entertainment ha recentemente annunciato l'intenzione di voler vendere film e programmi utilizzando la tecnologia peer to peer, a partire dal prossimo marzo. Inizialmente questo esperimento è limitato a Germania, Austria e Svizzera, ma potrebbe allargarsi ad altri Paesi se darà i risultati sperati.Il servizio si chiamerà "In2Movies", e darà la possibilità di scaricare film e serie televisive dell'azienda, compresi molti prodotti di successo, come Batman Begins e Harry Potter e il calice di fuoco, oltre a programmi realizzati per la televisione tedesca.Il meccanismo di funzionamento di In2Movies dovrebbe essere molto simile a software peer-to-peer come BitTorrent, che tanti dispiaceri hanno causato alle case discografiche, per cui lo scambio di contenuti non avverrà passando attraverso un server centrale, ma utilizzando direttamente iil materiale presente nei computer collegati al network. Basato su una piattaforma sviluppata da Arvata nelle intezioni degli ideatori dovrebbe essere "blindato", per evitare che possa favorire lòa circolazione non autorizzata dei contenuti.La maggiore disponibilità di connessioni veloci senza dubbio contribuisce all'affermazione di queste nuovi canali distributivi, specie per i contenuti multimediali. Finora però questa maggiore rapidità nel downnload ha giocato soprattutto a favore della pirateria e dello scambio illegale di materiale. Secondo le stime di alcuni analisti infatti oltre il 60% del traffico su banda larga è legato allo scarico illegale di film e musica.L'utilizzo di questa tecnologia potrebbe quindi rappresentare, se opportunamente implementato, uno strumento per sconfiggere o quantomeno limitare la pirateria on-line, soprattutto se abbinato a modelli di pricing competitivi.Il prezzo per ora è uno dei principali punti deboli della soluzione, in quanto secondo le prime indiscrezioni film e telefilm così distribuiti avranno un costo vicino a quello dei normali DVD. Considerando che non ci sono più da affrontare i costi relativi al packaging e alle attività sul punto vendita, oltre ad una notevole riduzione di costi di distribuzione, stupisce che tutti questi risparmi non si traducano almeno in parte in benefici per gli acquirenti.Proprio la limitata convenienza dell'iniziativa potrebbe quindi rivelarsi come uno dei principali ostacoli delprogetto, che però sembra evidenziare come anche secondo le aziende la maggiore disponibilità di banda possa portare ad una crescente importanza del canale elettronico come alternativa alla distribuzione tradizionale, in maniera in parte analoga a quanto già avviene per la musica.
Sky Italia dal 1° febbraio ha lanciato una nuova offerta, ideata specificatamente per il mondo del business. Sky Ufficio è la prima serie di canali tematici all news che si propone come strumento di informazione per tutti quei settori all’interno dei quali la possibilità di ricevere in tempo reale notizie e informazioni mirate è fondamentale per lo svolgimento dell’attività.Composta da 12 reti, di cui due interattive, consente di avere una panoramica sempre aggiornata di quanto succede nel mondo, avvalendosi dei contributi di canali come Sky Tg24, Sky Meteo24, Sky News, Fox News Channel, Bloomberg Television e Cnbc Europe. Questi canali tematici, da tempo utilizzati nei paesi anglosassoni, rappresentano invece una novità in Italia, dove solo recentemente molte aziende hanno cominciato a manifestare interesse per i servizi al news.Il pricing, anche grazie alla fase di lancio, è molto aggressivo: un singolo ufficio che voglia utilizzare il servizio scegliendo almeno 9 pacchetti spende 14 Euro al mese, mentre l’estensione da 10 a 99 prevede un costo aggiuntivo di 12 Euro. Anche la possibilità di allargare l’accesso alle informazioni a 100 e più uffici è decisamente economica, con un’ulteriore spesa di 10 Euro, mentre i decoder necessari per la ricezione sono offerti in comodato d’uso gratuito.Mentre prosegue inesorabile la sfida tra i vari operatori per l’affermazione della TV digitale Sky, impegnata su più fronti, ha individuato un nuovo e interessante segmento di mercato, al quale proporre servizi informativi di carattere professionale. L’offerta è decisamente competitiva, ma è prevedibile a breve una contromossa dei competitor, interessati a non farsi sfuggire un settore che, se opportunamente seguito, potrebbe rivelarsi ricco di nuovi e interessanti sviluppi.
Fondamentalmente con giornalismo sociale o di servizio s'intende tutto quel settore dell'informazione che si occupa delle problematiche sociali denunciando al contempo disservizi e abusi, un campo che spazia dalle dipendenze da droghe alla disabilità, dall'emarginazione ai grandi problemi socioeconomici dei paesi in via di sviluppo passando per tutte le iniziative di volontariato e del mondo del “no-profit” e delle ONG.Il raggio d'azione, qui delineato in modo assolutamente incompleto, è dunque vasto e diversificato ma incontra problemi e opportunità comuni.
Questo tipo di giornalismo vive sulla rete una particolare vivacità, sia grazie a operatori professionisti sia tramite una molteplicità di altri soggetti di varia estrazione e collocazione.Alla figura tradizionale del giornalista professionista, infatti, si affiancano quella del bloggers, quella del volontario di vario orientamento e formazione, quella dell'utente che si attiva dando luogo ad un'interazione dialogica con il media e tante altre ancora.
Sicuramente nel momento in cui si viene a parlare dei professionisti del giornalismo sociale in rete non si può prescindere da quella che è la principale e più innovativa realtà italiana: l'agenzia Redattore Sociale.Si tratta di un'agenzia di stampa quotidiana nata tre anni fa e dedicata al disagio e all'impegno sociale in Italia e nel mondo, nata dalle sollecitazioni delle centinaia di giornalisti che dal 1994 partecipano a Capodarco al seminario di formazione "a partire dai temi del disagio e delle marginalità". L'agenzia dunque integra attualità e documentazione, notizie e banche dati, dando la possibilità di seguire gli avvenimenti del giorno e nel contempo di svolgere ricerche. È consultabile in abbonamento all'indirizzo internet http://www.redattoresociale.it/, la scelta di essere solo sul web deriva da motivi di costo ma anche da alcuni vantaggi del mezzo, come l'ipertestualità che consente di collegare alle notizie diversi tipi d'approfondimenti o anche solo altre news presenti sul tema, favorendo quel lavoro d'indagine giornalistica che troppo spesso è omesso per scarsità di tempo.
Esistono poi molte altre realtà professionali che si dedicano ai temi del sociale, tra queste possono citare:
Aggiornamenti sociali - Mensile di ricerca sociale, d'ispirazione cristiana.
Carta - Settimanale dei cantieri sociali
Città Nuova - Quindicinale del Movimento dei Focolari
Fuoriluogo, mensile di Forum Droghe (esce come supplemento del Manifesto)
Il Giornale di San Patrignano - Mensile della Comunità di recupero per tossicodipendenti di San Patrignano (Rimini)
Italia Caritas - Mensile della Caritas Italiana
Narcomafie - (Legalità, diritti, cittadinanza) Mensile del "Gruppo Abele"
Rivista del volontariato - Mensile della Fondazione Italiana per il Volontariato
Vita - Non profit magazine settimanale
Social News - Giornale d'informazione sociale dell'Associazione @auxilia
Piazza Grande - Giornale di Strada di Bologna
Terre di Mezzo - Giornale di Strada di Milano
Socialinfo – Orientarsi nel mondo del sociale
Nel panorama giornalistico sociale on line s'inseriscono poi a pieno titolo anche bollettini di enti pubblici e organi ufficiali d'informazione di movimenti ed associazioni. In Rete infine trovano spazio piccoli siti di denuncia d'abusi o disservizi, sulla scia di Striscia la notizia o di Mi manda Raitre, gestiti da giornalisti indipendenti e che diventano autentici amplificatori di problemi che poi possono essere ripresi da realtà più grandi.
Tuttavia per apprezzare a pieno le potenzialità di Internet applicate al composito mondo dell'informazione sociale e di servizio bisogna spostarsi nell'ambito degli operatori non professionisti e per capire molto della loro logica si può citare l'home page di Indymedia, network di media collegato al “popolo di Seattle”. Il sito infatti consiglia ‘'Don't hate the media – Become the media'': non odiare i media, diventa tu stesso media.
Internet dunque permette di saltare la tradizionale mediazione degli organi di stampa (e dei relativi siti) e così piccole realtà si affacciano su scenari internazionali enormi in modo autonomo creando fittissimi network. Oltre al superamento del problema dei costi e dell'annullamento del nodo della distribuzione un altro vantaggio delle rete si lega all'innovazione tecnologica, che permette di affrontare la rete senza dover conoscere neppure un “tag” html, tutti possono aprire un blog (grazie a Splinder o Wikipedia) e pubblicare notizie.
Per tutti questi motivi dunque la grande rete ormai è sicuramente il canale numero uno per tutti coloro che si occupano di giornalismo sociale e di denuncia. Una voce che è sempre più difficile non ascoltare.
Per saperne di più Penne digitali. Dalle agenzie ai weblog: fare informazione nell'era di Internet, Centro di Documentazione Giornalistica, 2005.
Gianluigi Zarantonello
Chi frequenta abitualmente le pagine di eBay avrà probabilmente avuto occasione di notare la crescente presenza di prodotti griffati di dubbia origine. A partire dagli orologi di marche prestigiose venduti a poche decine di Euro fino ad arrivare all’abbigliamento e alla gioielleria, c’è un proliferare di repliche più o meno fedeli che animano un mercato parallelo. Molte aziende già da tempo lamentao questa situazione, ma Tiffany & Co, è andata oltre, accusando formalmente il popolare sito di aste di agevolare il commercio di prodotti Tiffany contraffatti.Secondo la testimonianza del New York Times l’iniziativa potrebbe avere un effetto dirompente sulle future attività di eBay, incentivando simili azioni legali da partesi altre griffe, con conseguenze molto pesanti per il sito d’aste che potrebbe essere costretto a rivedere profondamente le proprie procedure di sicurezza e policy di controllo, finora abbastanza permissive.Le difficoltà appaiono ancora più evidenti se si considera che la base utenti sfiora ormai i 180 milioni di persone, con un numero elevatissimo di transazioni quotidiane e quindi con volumi tali da rendere oggettivamente difficoltosa un’efficace procedura di controllo. Ma al buon successo di questa iniziativa potrebbe essere legata la stessa sopravvivenza di eBay, che nei prossimi mesi si troverà ad affrontare importanti decisioni.
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