Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Frenata del mercato pubblicitario italiano nella prima parte dell'anno. Secondo i dati diffusi da Nielsen sugli investimenti pubblicitari, rispetto al 2010 il volume d'affari è sceso del 4,2%, con un valore complessivo di poco superiore ai 4,5 miliardi di euro. Se il recente passato non è stato roseo per l'advertising, il futuro potrebbe riservare ancora incertezze.
Gli analisti di Nielsen infatti prevedono che "la revisione al ribasso dell'Ocse e del Fondo Monetario Internazionale delle stime di crescita del Pil, freneranno molto probabilmente anche la ripresa del mercato pubblicitario auspicata per la seconda parte dell'anno".
Guardando le stime per i singoli mezzi, la televisione, considerando anche i marchi Sky e Fox e le tv digitali, ha chiuso i primi sei mesi in calo del 4,7%. Il confronto giugno su giugno è favorevole al 2010 anche considerato che l'anno scorso si sono disputati i Mondiali di Calcio, da sempre veicolo importante per la pubblicità televisiva.
Per quanto riguarda gli altri media, gli investimenti su internet hanno superato i 300 milioni di euro, continuando a crescere in doppia cifra (+14,1%) rispetto al 2010. Ma giugno resta anche per il web un mese scuro: il +4,7% rispetto allo stesso mese del 2010 è una delle crescite più basse degli ultimi anni.
E' poi continuato la sofferenza per la carta stampata. In particolare la free press ha registrato un autentico crollo: -49,9%. I quotidiani hanno seguito sostanzialmente il trend del mercato e hanno perso il 5,1%, mentre i periodici hanno limitato i danni con un -1,5%.
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L’internet italiana prosegue nella sua crescita. Anche un mese estivo come luglio mantiene la doppia cifra con il 10% di crescita e 26,2 milioni di utenti che si sono collegati alla rete almeno una volta tramite computer. Questi sono i dati emersi dalle rilevazioni di Audiweb per il mese di luglio. Cresce del 12,8% anche l’audience nel giorno medio, con 12,2 milioni di utenti attivi che hanno trascorso online in media 1 ora e 13 minuti al giorno, consultando 128 pagine per persona.
Per quanto riguarda più in dettaglio il profilo degli utenti attivi nel mese di luglio, risultano online nel giorno medio il 24,8% degli uomini e il 19,7% delle donne, più di 5 milioni. In particolare i giovani tra i 25 e i 34 anni, il 32,4% della popolazione, seguita dai 35-54enni: il 31,4% della popolazione che è anche quella più rappresentata online con il 47,3% degli utenti attivi nel giorno medio.
Il 31,5% della popolazione online nel giorno medio proviene dall’area Sud e Isole, 3,8 milioni di utenti attivi, il 30% dal Nord-Ovest, il 17,8% dal Centro e il 15,7% dall’area Nord-Est.
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Il commercio online o, meglio, le piattaforme per gli acquisti in offerta, sembrano patire il caldo estivo. Primo segnale d’allarme è la chiusura, a soli quattro mesi dall’esordio ufficiale, di Facebook Deals. Il servizio, che permetteva ai negozi presenti in rete di proporre offerte speciali agli iscritti al sito, non ha sfondato nel difficile mercato dell’e-commerce, nonostante un’utenza potenziale di 700 milioni di persone.
“Abbiamo imparato molto da questa sperimentazione e continueremo a cercare il sistema migliore per offrire un buon servizio agli imprenditori locali”, hanno dichiarato i responsabili di Facebook, che dovranno comunque tener conto di questo pesante passo falso per prossimi investimenti in materia.
Il (temporaneo?) fallimento del network diretto da Mark Zuckerberg dovrebbe favorire Groupon, già leader mondiale tra i siti per offerte commerciali. La compagnia americana, però, non riesce ancora a realizzare utili. Nel primo semestre dell’anno, nonostante i 600 milioni di dollari d’introiti, la società ha registrato un rosso di circa 100 milioni. La tanto attesa quotazione in borsa potrebbe aiutare a Groupon, che ha in pratica inventato un nuovo modello di business online, a uscire dalle sabbie mobili. Dovrà però fare attenzione alla concorrenza di LivingSocial, che in estate ha incrementato il proprio traffico web del 27% e ora vuole rimpolpare in maniera altrettanto cospicua il proprio giro d’affari.
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