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Errare è umano, ma per incasinare davvero tutto è necessario un computer.

Arthur Bloch
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Di Altri Autori (del 17/08/2011 @ 07:11:59, in Aziende, linkato 1866 volte)

È un'estate davvero calda per il mondo degli smartphone e del "mobile": l'operazione Google-Motorola potrebbe ridisegnare la geografia di questo mercato. Big G acquistando la divisione mobility dell'ex-colosso delle tlc e dei telefonini entra di fatto nel settore dei device con una mossa rischiosa: abbinare hardware e software, in una manovra tentata altre volte in diversi campi dell'ict da grandi colossi dell'hi-tech che però hanno, il più delle volte, scontato clamorosi insuccessi.

Finora Google si era "accontentata" di dominare il mondo smartphone proprio con il software, ovvero con Android, il suo sistema operativo libero, e ha tentato sortite nei device proponendo due prodotti, il Nexus One realizzato da Htc e il Nexus S costruito da Samsung. I due modelli non hanno avuto un successo travolgente, al contrario dei dispositivi con cuore "androide" costruiti proprio dai giganti coreani Samsung ed LG e dalla taiwanese Htc.

Motorola, invece, a partire da Milestone (Droid negli Usa) ha cercato di risalire la china nella telefonia mobile dopo la grave crisi che l'ha portata negli anni scorsi letteralmente a evaporare, incapace sia di replicare l'enorme successo del suo cellulare Razr sia di abbracciare in modo sensato e concreto il mercato degli smartphone. Ora Motorola potrebbe avere una possibilità in più, almeno negli Usa, dove il suo marchio ha ancora valore, meno in Europa e in Italia, dove la sua reputazione è ai minimi.

Il dubbio che l'abbinata non sia necessariamente vincente è legittimo, anche perché nel settore degli smartphone contano tantissimo il design (e Motorola non ha dato recetemente prove straordinarie) sia il fattore moda, perché lo smartphone "figo", leggasi iPhone o Android top di gamma, fa status e conta ben di più delle App.

Di sicuro con questa mossa Google si mette in casa un enorme magazzino di know-how, capacità progettuali, tecnologie e, soprattutto, rapporti con gli operatori, in grado di impensierire sia Apple, che con iPhone sta diventando un vero monopolista dai contorni messianici, sia quella Nokia che, per uscire dalla sua grave impasse nel settore dei cellulari evoluti, ha abbracciato Microsoft e il suo sistema operativo Windows Phone. Quest'ultimo deve ancora dimostrare di essere tecnicamente valido (la nuova edizione nota in codice come Mango sembra però migliore della precedente). La finlandese spegnerà i motori del suo leggendario Symbian a partire dal prossimo anno e sono in molti a credere che l'abbinata Microsoft-Nokia sarà deleteria anche perché al momento appare del tutto priva di una qualsiasi carica modaiola ed emozionale. Insomma non tocca quelle corde che Apple sa sapientemente toccare e che Google con Android sta imparando a comprendere.

Il colosso di Mountain View con l'operazione "Moto" accetta anche un grosso rischio: indispettire partner come Samsung ed Lg, vere superpotenze dell'hi-tech, che ,al contrario degli altri player, controllano l'intera catena del valore della tecnologia digitale, visto che producono direttamente quasi tutti gli ingredienti, dai pannelli touch lcd, alle memorie a gran parte dei chip più importanti. E fare arrabbiare i chaebol dell'elettronica che hanno portato sul podio Android non è detto che sia una buona idea.

di Mario Cianflone su IlSole24ORE.com

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Di Altri Autori (del 15/08/2011 @ 07:36:16, in Aziende, linkato 1906 volte)
Google si espande nella telefonia con l'acquisto di Motorola mobility, che produce i telefoni cellulari con il marchio Motorola. Secondo quanto ha reso noto Google stessa l'affare avverrà dietro pagamento di 40 dollari per azione in contanti, un totale di 12,5 miliardi di dollari ovvero un premio del 63 per cento rispetto alla chiusura del titolo Motorola mobility venerdì scorso.

L'operazione è stata approvata all'unanimità dai consigli di amministrazione di entrambe le società. Motorola produce già oggi telefoni che girano con il sistema operativo Android prodotto da Google: l'integrazione tra le due aziende dà a Google la possibilità di produrre per la prima volta in proprio i telefoni, oltre a fornire il software che fa funzionare il telefono. Uno sviluppo che mette Google sullo stesso piano di apple, che produce in proprio l'iphone.

Secondo Google, Motorola mobility sarà gestita come un'azienda separata. L'amministratore delegato di Google, Larry Page, ha scritto in un comunicato che "l'impegno totale di Motorola mobility per Android ha creato una combinazione naturale tra le nostre due aziende".

L'ANNUNCIO DI PAGE SUL SUO BLOG 1

L'acquisto di Motorola Solutions, il ramo di Motorola che produce Smartphone, telefoni cellulari e tablet,  permetterà a Google di diventare un concorrente di tutti i produttori di dispositivi mobili, inclusa la Apple di Steve Jobs. Secondo i dati a disposizione di Bloomberg si tratta della più grande operazione nel settore almeno nell'ultimo decennio.

"L'acquisizione di Motorola Mobility, già partner di Android - si legge nella nota - permetterà a Google di sviluppare ulteriormente l'ecosistema di Android (il sistema operativo per dispostivi mobili di Google, ndr) che resterà comunque un sistema aperto", a cui potranno quindi continuare ad avere accesso gli altri produttori di smartphone e telefoni mobili. Motorola Mobility resterà "un business separato" all'interno del gruppo di Mountain View.

Secondo l'amministratore delegato di Google, Larry Page, che parla di "una naturale complementarietà" tra Google e Motorola, lo sviluppo del sistema Android porterà "beneficio ai consumatori, ai partner e agli sviluppatori. L'acquisto di Motorola difenderà Google e il suo sistema operativo per dispositivi mobili, Android, dalle minacce anti concorrenziali della Apple e di Microsoft. "L'acquisizione - ha spiegato Page - aumenterà la competizione rafforzando il portafoglio di brevetti di Google, fatto che ci permetterà di proteggere meglio Android dalle minacce anti concorrenziali di Microsoft, Apple e altri gruppi. La combinazione di Google e Motorola - ha aggiunto - non solo migliorerà Android ma rafforzerà anche la competizione e offrirà ai consumatori una maggiore innovazione".

"L'operazione - ha spiegato Sanjay Jha, amministratore delegato di Motorola Mobility - offre una valutazione significativa per gli azionisti e nuove stimolanti opportunità per i nostri azionisti, clienti e partners nel mondo. Abbiamo condiviso una proficua partnership con Google per migliorare la piattaforma Android e adesso attraverso questa unione saremo in grado di fare ancora di più per realizzare straordinarie soluzioni mobili.

L'operazione resta soggetta alle ordinarie condizioni sospensive, tra cui l'approvazione delle autorità competenti negli Usa, in Unione Europea e in altre giurisdizioni. La transazione dovrebbe chiudersi definitivamente "entro la fine del 2011 o all'inizio del 2012".

Google aveva recentemente perso una battaglia con Microsoft e Apple per l'acquisizione dei brevetti della Nortel, azienda fallita ma che aveva oltre 6000 "esclusive tecnologiche" nel mondo della comunicazione Internet e "mobile", esclusive acquisite invece da un consorzio fra Apple stessa e Microsoft, oltre ad altre aziende del settore della telefonia cellulare, come RIM (BlackBerry).

Con il suo sistema operativo Android, il colosso di Mountain View già detiene il primato del software istallato sui telefoni cellulari venduti in tutto il mondo. Ma Apple detiene ancora il primo posto come produttore diretto di smartphone. Ora Google è in grado di contrastare frontalmente la leadership di Apple con i suoi iPhone immettendo sul mercato telefonini col proprio marchio esclusivo. E la battaglia si sposta anche sui "tablet". Non a caso Apple aveva iniziato in questi giorni una causa contro il Motorola Xoom, la "tavoletta" prodotta dall'azienda americana che, secondo l'azienda di Cupertino, "copia" molte delle funzioni e dei sistemi del suo iPad.

Così, la battaglia tra Google e Apple ormai si svolge su diversi fronti: quello del mercato, ora anche sui telefonini e tablet prodotti dalle due aziende, quello dei tribunali, dove da tempo Mountain View e Cupertino sono ai ferri corti per i brevetti e le funzioni inserite nei modelli dotati dei due sistemi operativi e, infine, quello dei notebook e del Cloud computing, dove Google sembra comunque avere acquisito punti di vantaggio sul rivale con i suoi "GoogleChrome" portatili che sono sempre connessi a Internet. A dichiarare eventualmente chi risulterà sconfitto dalla battaglia che si sta svolgendo su questi tre fronti, saranno però i consumatori che nei prossimi mesi potranno scegliere se dotarsi di un "Googlefonino" o di un "Melafonino", di un "iPad" o di un "Google Xoom Motorola", di un "GoogleChrome"  o di un Mac portatile.

Via Repubblica.it
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Di Admin (del 05/08/2011 @ 07:09:16, in Social Networks, linkato 1801 volte)

Venticinque milioni di utenti in un mese di attività. Questo l’ottimo ruolino di marcia di Google+. Il social network di BigG cresce molto in fretta, tanto che, secondo comScore, potrebbe presto insidiare Twitter.

Difficile invece far tremare Facebook e i suoi 700 milioni di contatti, anche se il ritmo di sviluppo di Plus fa ben sperare i responsabili di Mountain View. La compagnia, nel frattempo, continua nella sua strategia fatta di acquisizioni e lancio di servizi.

L’ultima annessione, avvenuta poche ore fa, è quella di Dealmap, start up che propone agli utenti offerte scontate provenienti da tutto il mondo.

Via Quo Media

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Di Altri Autori (del 02/08/2011 @ 11:58:38, in Mobile, linkato 1766 volte)

Il commercio mobile, entro il 2015, raggiungerà la quota di 119 miliardi di dollari di valore.  Questa la stima BitWizards, che definisce una crescita pari a 100 volte maggiore, rispetto al precedente valore di 1,2 miliardi di dollari, registrato nel 2009.
 
Secondo lo studio, il generale il commercio online sta registrando un tasso di crescita, ma il ritmo del m-commerce è decisamente più significativo. In assoluto infatti il commercio online nel 2009 valeva 210 miliardi di dollari, e si prevede che cresca di 6 volte tanto entro il 2015, raggiungendo quota 1,4 trilioni. Attualmente, la metà dei consumatori americani utilizza il cellulare come strumento per acquistare, mentre circa il 40% pur possedendo un mobile con la tecnologia adeguata, non lo utilizza per acquisti.

BitWizards ha poi esaminato l’e-commerce che si sviluppa attraverso Facebook: il 90% dei consumatori presta attenzione ai consigli degli amici, e un altro 70% ripone fiducia nelle pagine dedicate e sponsorizzate da un determinato marchio.

La stessa fiducia non è invece riposta nella tv, alla quale presta attenzione solo il 62% dei consumatori, e negli annunci visualizzati dai motori di ricerca: solo quattro consumatori su dieci, il 41%, presta attenzione a questi consigli.

Via Quo Media

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Notizie e fotografie: gli iscritti di Facebook trascorrono la metà del loro tempo nel social network a leggere gli aggiornamenti più recenti e a guardare le immagini. L'ago della bilancia pende di poco verso la bacheca dove le persone condividono messaggi e link. Inoltre, investono un quarto dei minuti su Facebook nell'esplorazione dei profili: si tratta delle pagine dove gli utenti descrivono sé stessi, aggiungono una loro fotografia e segnalano cosa stanno facendo in tempo reale. Giochi e altre applicazioni software, invece, occupano un decimo del tempo.

È il risultato di uno studio della società d'analisi ComScore negli Stati Uniti. Che mostra il valore dell'effetto rete: se una persona diventa "fan" di un'azienda, in media è possibile raggiungere gruppi 34 volte più ampi. Eppure, secondo il report, le singole vetrine delle "fan page" richiamano meno visite rispetto alla pagina di "notizie", che mostra le segnalazioni inviate dai brand accanto alle discussioni degli amici. Ma ComScore ricorda un limite nella diffusione delle informazioni attraverso il social network. In media un messaggio pubblicato da un utente raggiunge il 12% dei suoi contatti. È una restrizione dovuta a un formula matematica, EdgeRank: seleziona su quali profili apparirà un aggiornamento di status a partire, per esempio, dalla frequenza di interazioni come i "mi piace".

Facebook investe sulla creatività di imprese e professionisti. Da poco ha lanciato una sorta di manuale online in inglese per le aziende. E pubblica a puntate una guida dedicata ai giornalisti: per esempio, ha ricordato che i lettori sono interessati soprattutto alle pagine personali dei reporter dove segnalano gli aggiornamenti in tempo reale durante gli eventi.

di Luca Dello Iacovo su IlSole24ORE.com

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Di Altri Autori (del 28/07/2011 @ 07:16:54, in Internet, linkato 1572 volte)

Lo shopping online? Questione di tempo. Già, è il tempo risparmiato nel fare acquisti via internet il vero propulsore del commercio digitale. A dirlo è una ricerca svolta da Invesp, secondo cui per il 73% degli utenti che fanno compere sul web sono mossi dalla volontà di ridurre al minimo lo spreco di tempo.

Niente lunghe code nei negozi a trovare, provare e infine scegliere gli articoli preferiti, ma piuttosto una rapida ricerca online su portali specifici e siti di comparazione, che permettono di identificare i prodotti migliori tra quelli sulla lista della spesa. Oltre al tempo risparmiato, prezzi inferiori alle rivendite fisiche (nel 55% dei casi) e una maggiore varietà di scelta (per il 67% degli intervistati) sono alla base della sempre maggiore diffusione dell’e-commerce.

Quest’anno, il giro d’affari globale delle compere online dovrebbe raggiungere i 680 miliardi di dollari, per poi salire fino a 1,4 trilioni di dollari nel 2015, con una crescita del 106% nel prossimo triennio.

Via Quo Media

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Di Altri Autori (del 27/07/2011 @ 07:33:16, in Aziende, linkato 1706 volte)

Il più grande sito di e-commerce al mondo, Amazon, progetta a breve lo sbarco in India. La compagnia di Seattle sta trattando l’acquisizione dei principali rivenditori web locali, tra cui Flipkart, LetsBuy ed Exclusively, per poter arrivare sul mercato in condizioni ottimali e con una base di clienti utile a competere da protagonista sul mercato indiano.

Tra i rivali più importanti vi sono eBay, che ha acquisito Baaze, e Groupon, che ha messo le mani su SoSasta prima di lanciare il proprio sito indiano. Ma il mercato locale dell’e-commerce è in forte crescita, ragion per cui i costi delle operazioni relative ad Amazon potrebbero alzarsi rispetto alle prime stime.

Via Quo Media

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Di Altri Autori (del 26/07/2011 @ 07:17:28, in Social Networks, linkato 1942 volte)

Brucia le tappe Google+ il social network lanciato alla fine di giugno: ha raggiunto venti milioni di visitatori unici dopo tre settimane dal debutto su internet.

A rilevarlo è stata la società di analisi ComScore. Un quarto degli utenti che approda nella rete sociale online proviene dagli Stati Uniti: 2,8 milioni, invece, arrivano dall'India. Al momento l'accesso è possibile soltanto con un invito da parte delle persone già registrate. Gli iscritti possono riunire i loro contatti attraverso gruppi chiamati "circles".

 Ma è in corso un dibattito sull'apertura di profili business gestiti dalle aziende: Google ha chiesto di aspettare perché ha bisogno di tempo per sviluppare la sua piattaforma, eppure alcune imprese hanno già aperto una loro pagina dove comunicano con il pubblico sul web.

di Luca Dello Iacovo su IlSole24ORE.com

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Di Altri Autori (del 25/07/2011 @ 07:28:52, in Aziende, linkato 1659 volte)

Google ha annunciato che offrirà a un selezionato numero di utenti statunitensi una nuova carta di credito. La carta, che non avrà spese annuali, avrà tassi di interesse per il rimborso in linea con la concorrenza (8,99%). Unica condizione è che questa carta, emessa sul circuito MasterCard, potrà essere utilizzata soltanto per acquistare prodotti AdWord su Google.

L’obiettivo del motore di ricerca è aiutare tutte le piccole aziende a effettuare campagne pubblicitarie sul circuito AdWord, pur avendo scarsa disponibilità di liquidità. "Si tratta  speso di aziende con risorse limitate e sono spesso a corto di liquidità”, ha dichiarato Claire Johnson, vice presidente delle vendite online di Google.

Via Quo Media

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Di Altri Autori (del 22/07/2011 @ 07:15:18, in Internet, linkato 2315 volte)

Coupon, quanto mi costi. Inseguire in rete l'offerta migliore è un'attività alla quale gli italiani continuano a dedicare sempre più tempo. Ricorrere al social shopping online è diventato per tantissimi una necessità, anche quando si tratta di concedersi uno sfizio come la cena nel ristorante chic o lo sbiancamento dei denti. Intanto negli Stati Uniti il fenomeno dei classici coupon, quelli che si ritrovano tra le pagine dei giornali locali, nei volantini pubblicitari, o che sono scaricabili dai siti, sta assumendo le dimensioni di una dipendenza vera e propria. Che però in Italia non attecchisce.

Il boom italiano del social commerce
In principio fu Groupon. Il sito di social commerce americano, fondato a Chicago nel 2008 da Andrew Mason, è stato il pioniere dello sviluppo del business "deal of the day". Con un successo così rapido e visibile che oggi la sua formula è imitata da oltre 500 aziende nel mondo. Groupon ha trainato anche il boom italiano: il fenomeno dei gruppi d'acquisto in rete è letteralmente esploso a partire dal luglio 2010, quando si è registrato il primo dato significativo di visitatori sui due principali siti della categoria: Groupon, appunto, e Groupalia, fondata in Spagna nel maggio 2010. Il business è stato immediatamente seguito da una serie di altri portali anche in Italia. Dove oggi, spiega Ombretta Capodaglio, marketing manager della divisione online di Nielsen, «sono circa 15 i siti con un volume superiore ai 50mila utenti unici».

Come funziona il deal
Ma come funziona questo social commerce? L'unione fa lo sconto, si potrebbe dire. Il sito propone ogni giorno acquisti a prezzi scontati, dal 50 al 90%: che sia la cena in un ristorante, un trattamento in un spa, una vacanza in hotel o una seduta dal dentista. Il deal è locale e viene proposto tramite email, perché chi si iscrive (gratuitamente) al servizio deve indicare il proprio indirizzo di posta elettronica e la città di residenza, per poter ricevere le offerte relative alla sua area. A quel punto si sottoscrive il deal, si paga (tramite carta di credito o PayPal) e si riceve un voucher da poter utilizzare entro 6 mesi dall'acquisto, previa prenotazione del servizio. Unica avvertenza: se non viene raggiunto un numero minimo di richieste, salta l'offerta.

«Groupon ricava il 50% del valore della vendita del servizio, già scontato. Qualche altro sito – osserva Capodaglio - tiene invece per sé il 30 per cento. I margini di guadagno per gli esercenti sono comunque bassi, perché oltre alle royalty bisogna tagliare il prezzo per renderlo appetibile all'internauta. Anzi, a volte si rischia di andare in perdita: la filosofia sottostante è spesso quella di farsi conoscere, come una sorta di pubblicità locale, nella speranza che il cliente rimanga soddisfatto, sparga la voce o torni a far visita». Lo conferma anche un sondaggio di Groupalia sui suoi clienti italiani: l'87% non conosceva il locale o il servizio prima di comprare la proposta, il 55% di chi lo conosceva non lo avrebbe mai provato senza l'offerta del sito, e il 60,2% ha dichiarato che farà probabilmente ritorno o usufruirà di nuovo del servizio.

di Dario Aquaro su IlSole24ORE.com

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