Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
La penetrazione dei televisori connessi alla rete è cresciuta notevolmente negli ultimi anni e le Connected Tv rappresentano una quota sempre più consistente del totale dei televisori in uso.Nel 2010 le TV connesse ad Internet erano ‘soltanto’ 105 milioni, ma già alla fine di quest’anno dovrebbero raggiungere i 212 milioni di unità, per poi toccare i 596 milioni nel 2017, stando alle stime di Digital TV Research (40 paesi).
Il forte incremento dovrebbe portare la quota di televisori connessi alla rete al 21.4% del totale nel 2017, a partire da una quota attuale molto minore di penetrazione (4.75 nel 2010, 8.9% nel 2012).
Le Connected TV si diffonderanno, senza sorprese, più rapidamente negli USA, dove rappresenteranno il 38.1% del totale nel 2017, seguono la Norvegia (37.7%) e la Corea del Sud (37.2%). In termini assoluti, e non di penetrazione, sarà la Cina, però, il secondo paese per numero di TV connesse (93 milioni nel 2017 contro i 147 milioni degli USA); seguita dal Giappone (43 milioni). Gli USA, inoltre, rappresenteranno nei prossimi anni una quota minore del totale di Connected Tv mondiali, scendendo dal 45% del 2010 al 25% del 2017; a testimonianza di una progressiva diffusione di questi dispositivi in tutto il mondo. L’autore del report, Simon Murray, conclude eloquentemente sostenendo che le “Connected TV stanno diventando mainstream”.ù
Via Tech Economy
L’ascolto di musica in mobilità sarà sempre più dominato da servizi remunerati tramite advertising, stando alle previsioni di eMarketer.
Si parla molto di servizi di streaming o download a pagamento, ma già attualmente la maggioranza delle entrate del settore derivano dalla pubblicità. Il mercato della musica in mobilità genererà, infatti, il 69% del fatturato USA dall’advertising; contro il 17.2% proveniente da abbonamenti a servizi di streaming e il 14.1% dal download. Nel 2016, la pubblicità dovrebbe generare addirittura l’86% del fatturato.
Contemporaneamente, il settore, nel periodo in esame, attraverserà una fase di forte espansione, passando dai 429.3 milioni del 2012 agli 1.68 miliardi del 2016 (eMarketer non tiene conto dei servizi multipiattaforma).
Nonostante il trend positivo la musica continuerà a generare meno risorse sia rispetto ai mobile game che ai contenuti video, arrivando, però, a rappresentare una quota più consistente del fatturato (+7%). I contenuti video attraversano, al contrario, una fase opposta e, mentre nel 2010 generavano più della metà delle entrate, nel 2016 scenderanno a circa un terzo. I mobile game, dopo una fase di espansione della propria quota di mercato negli ultimi anni, nei prossimi vedranno la stabilizzazione di questa. Rappresentano, in ogni caso, e continueranno a rappresentare la fonte maggiore di entrate (1.8 miliardi nel 2012 vs 1 miliardo da contenuti video).
Il settore dei mobile game attraverserà, inoltre, nei prossimi anni, una sostanziale trasformazione delle modalità di remunerazione degli sviluppatori. Mentre attualmente la fonte principale di entrate è il download a pagamento, in futuro la quota maggiore di fatturato proverrà dagli acquisti all’interno delle app. Fatturato che nel 2016 dovrebbe toccare, negli Stati Uniti, i 3.02 miliardi di dollari.
Via Tech Economy
Gli italiani, nel 2011, hanno speso di più per navigare su internet dal cellulare che per inviare sms. A certificare lo storico sorpasso, frutto del boom di smartphone e tablet, è l'Agcom nella Relazione annuale. Nel 2011 i ricavi da sms sono stati pari a 2,33 miliardi (+1,5%), mentre quelli relativi a internet sono balzati del 17,7% a 2,41 miliardi.
Sui telefonini, smartphone e tablet, dunque, i ricavi da servizi dati continuano a crescere, seppure in misura meno intensa rispetto allo scorso anno (+8,9% contro il +9,6% del 2010), ma la Relazione dell'Agcom evidenzia che nel 2011 hanno superato la soglia del 50% degli introiti da servizi vocali, valore che risulta più che doppio rispetto a quanto corrispondentemente rilevabile per il 2005 (25,1%).
Il traffico vocale risulta in crescita anche nel 2011, sfiorando nel complesso 136 miliardi di minuti, valore che ormai supera di oltre il 60% quello relativo alla rete fissa. Dall'analisi dei dati relativi al traffico per direttrice emerge un ulteriore rafforzamento della componente mobile-mobile, ossia il traffico originato da rete mobile è destinato, in prevalenza, verso altre numerazioni mobili. In particolare, nel 2011 l'82% del traffico originato da cellulari ha raggiunto altre utenze della rete mobile.
Via Quo Media
ABIresearch, società specializzata in ricerche di mercato anche in campo tecnologico, ha rilasciato le sue stime riguardanti le quote di mercato e le vendite previste nel 2012. Secondo i dati, si stima che saranno venduti più di 100 milioni di tablet in tutto il mondo, sottolineando la forza e la capacità di espansione di questo mercato.
“Il mercato dei tablet potrebbe attestarsi attorno ai 102-110 milioni di unità vendute nel mondo durante tutto il 2012″ ha, infatti, dichiarato Jeff Orr, analista di ABIresearch.
Il mercato dei tablet si sta espandendo così rapidamente che, secondo gli esperti, potrebbe superare in pochi anni il mercato dei computer portatili. A farla da protagonista, secondo gli studi presentati, sarebbe ancora una volta la Apple con il suo iPad.
Dei 25 milioni di tablet venduti nel secondo trimestre del 2012, infatti, ben 17 milioni sono stati iPad. Praticamente i due terzi del totale. Il suo principale concorrente, la sudcoreana Samsung, si attesta nello stesso mercato al 9,6%; che equivale a 2,4 milioni di unità vendute.
Il mercato dei tablet è in fermento, visto che Google e Microsoft hanno recentemente introdotto nuovi prodotti, proprio allo scopo di detronizzare l’iPad di Cupertino. Ma l’azienda dei record potrebbe facilmente rifarsi con l’imminente lancio dei “mini iPad” previsto, secondo recenti indiscrezioni, per la fine di Ottobre.
Via Tech Economy
Nel Regno Unito la vendita online degli e-book ha superato quella dei libri cartacei. Lo dicono i dati che Amazon ha riportato riguardo alle sue vendite in Gran Bretagna, in base ai quali emerge che per ogni 100 libri cartacei venduti si vendono 114 e-book. Un dato in linea con il trend mondiale che ha visto già gli Stati Uniti fare il “giro di boa” verso il digitale già nel 2011.
Amazon sostiene inoltre, che il rapporto tra libri cartacei e digitali è ridotto rispetto alla percentuale reale, poiché nel calcolo non sono conteggiati i libri disponibili gratuitamente sulla piattaforma nella versione “Free Kindle”.
Secondo Amazon, il salto nelle vendite è stato dettato anche dalla crescita delle vendite proprio del Kindle, un prodotto che sta prendendo così tanto piede in Gran Bretagna da convincere la catena di librerie Waterstones a mettere in vendita il Kindle nei suoi 300 punti vendita.
Ma i dati di Amazon evidenziano come l’azienda stia a poco a poco diventando anche un web editor forte, in grado di diventare poco a poco un editore a tutti gli effetti.
Alcuni degli autori più apprezzati dal pubblico britannico sono editi dalla stessa Amazon e questo, col tempo, potrebbe diventare un fattore non trascurabile. Tre di essi (Nick Spalding, Katia Lief e Kerry Wilkinson), rientrano addirittura nella top 10 dei libri per Kindle più popolari nel 2012.
Via Quo Media
A distanza di poche ore Sharp e Sony si trovano costrette ad annunciare un pesante taglio nelle prospettive per il 2012. Sony ha delineato introiti per 20 miliardi di yen contro i 30 previsti in precedenza, Sharp ha registrato una perdita di 1,2 miliardi di yen nel solo primo trimestre dell’anno e sta pensando a 5000 licenziamenti per ristrutturare i conti aziendali.
Entrambi i gruppi, colossi mondiali della produzione di apparecchi televisivi, si trovano infatti a fare i conti con un prodotto che nonostante l’innovazione non è più in grado di trainare gli acquisti e stimolare il ricambio. Chi ha un tv, insomma, se lo tiene: il passaggio all’alta definizione è stato l’ultimo grande traino, il 3D ha incespicato in difetti tecnici e costi eccessivi e la grande macchina televisiva si è così arenata in una baia nella quale i grandi produttori hanno attraccato in attesa di idee.
Idee che, però, rischiano di non arrivare. Ed è questo il contesto nel quale si va ad incastonare il maggior pericolo per i vecchi equilibri del settore: l’avvento di nuovi grandi nomi che potrebbero sparigliare le carte e far proprio il mercato in tempi estremamente rapidi.
Via Quo Media
Il mercato della tecnologia di consumo è in recessione. Fa eccezione la telefonia mobile, che però in Italia non ha infrastrutture adeguate per dar vita a un’economia virtuosa.
Gli smartphone piacciono a tutti, anche in periodo di crisi. Nel primo trimestre 2012, la telefonia mobile ha registrato un +7,3%, a dispetto del calo che ha colpito i piccoli elettrodomestici, -5,6%, l’informatica, azzoppata del 9,7%, e gli apparecchi legati alla tv, in ribasso del 25%. Il mercato urla recessione, ma non per i cellulari, che nel complesso hanno fatturato 780 milioni di euro tra gennaio e marzo: questo grazie alle vendite di iPhone, Android e dei nuovi Windows Phone. In Italia circolano circa 95 milioni di telefonini: molti di questi sono di ultima generazione e necessitano di una rete adeguata e veloce.
Il problema sono proprio le infrastrutture che non consentono agli utenti italiani di sfruttare a pieno i loro dispositivi: wifi latitante, connessioni lente, siti non ottimizzati per la visione sui display mobili. La questione infrastrutturale è ancora irrisolta: si discute dei problemi del 3G, quando altrove si diffonde il 4G; la rete senza pubblica fili resta un miraggio; e Agcom, che dovrebbe deliberare in materia, è invischiata nel rinnovo del consiglio. Le aziende, dal canto loro, mancano di siti e servizi pensati per i sistemi mobili.
La mania degli italiani per gli smartphone, se supportata da strutture adeguate, potrebbe creare un circolo tecnologicamente ed economicamente virtuoso, basato su e-commerce, servizi pubblici e privati. Ma ad oggi si può solo parlare di consumo compulsivo o, forse, di onanismo hi-tech.
Via Quo Media
Il fatturato della musica digitale ha raggiunto l'anno scorso, in tutto il mondo, 5,2 miliardi di dollari, segnando una crescita dell'8% sul 2010. Sono i dati dell'Ifpi, International federation of the phonographic industry, contenuti nell’annuale report.
Musica virtuale che ormai pesa il 32% su tutti i ricavi delle case discografiche ma che negli Stati Uniti e in Corea del Sud ha superato il 50%. Più che raddoppiati anche i Paesi nei quali sono stati resi disponibili i servizi di musica legale, dai 23 del gennaio 2011 ai 58 di oggi.
Ma il numero più significativo è forse quello degli utenti paganti, che ha toccato quota 13,4 milioni, segnando un +65% sull'anno precedente. Parlando di difesa del copyright l'Ifpi sostiene che la pirateria rimane “un'enorme barriera per la crescita sostenibile” di questo business.
Via Quo Media
Come sarà il mercato dei tablet in futuro? Quello che è certo è che sarà sempre più affollato da produttori e modelli diversi, mentre una costante sembra essere costituita da Apple con iPad, che continuerà a essere il dispositivo più venduto in questo segmento di mercato almeno fino al 2015.
Secondo una previsione di mercato di Informa Telecoms & Media, sarà solo tra circa quattro anni che i produttori che si sono affidati al sistema operativo Google Android vedranno riconosciute le proprie fatiche per primeggiare proprio a scapito di Cupertino.
Attualmente iPad detiene il 75% del mercato dei tablet, e si pensa passerà dai 20 milioni di unità nel 2010 a oltre 230 milioni nel 2015. In quell'anno però Apple avrà solo, si fa per dire, il 38% del mercato grazie all'arrivo di diversi tablet Android che saranno meno costosi e più vari in forme e contenuti, mentre nel 2016 ci sarà il sorpasso da parte di Google.
Sembra invece che Rim che dovrà attendere il supporto alle applicazioni di Android, a nuove modalità di connessione per riuscire a migliorare le proprie vendite, che comunque rimarranno minori rispetto agli altri colossi del mercato.
Via Quo Media
Il social game assedia l'industria delle console portatili. E dopo Nintendo anche Sony taglia i prezzi
Più che una fiera pare una seduta psicanalitica. L'industria delle console che si è data appuntamento a Colonia per il Gamescon l'evento che si apre oggi dedicato all'intrattenimento elettronico made in Europe sembra proprio non voler accettare l'esistenza di nuovi e temibili concorrenti. Ai tablet, smartphone, notebook e iPad vari si è aggiunta Google+ che punta con decisione a diventare a breve anche piattaforma videoludica. Tiri diritta per la sua strada nonostante la complicata crisi dei consumi che sta investendo non solo il mercato europeo ma almeno qui a Colonia ha preso coscienza di aver perso il monopolio del videogame.
E individuato la terapia: in attesa di produrre nuovo hardware tocca rilanciare le vendite di console, a ogni costo. Così, a poche settimane dalla decisione di Nintendo di ridurre drasticamente il prezzo della propria3DS - con tanto di scuse, inchino e taglio dello stipendio da parte del management – è il turno di Sony a mettere mano al proprio parco macchine. La Playstation 3 passerà da 299 circa a 249 euro, una riduzione prevista per arrivare al Natale con qualche carta in più.
Per contrastare la 3Ds Sony ha anche annunciato il lancio di un nuovo modello della Psp, l'E-100, a 99 euro, senza wi-fi e con una vocazione più fanciullesca. Niente regalo di Natale invece per PS Vita. La nuova console portatile di Sony debutterà in Europa non prima di febbraio, con grande disappunto del management che perde così una occasione per spingere le vendite durante le festività.
Ma per i tre grandi produttori di hardware il problema è un'altro. «Il mercato delle console rappresenta ormai soltanto il 40% dell'industria, solo dieci anni fa era l'80%», ha detto John Riccitiello, big boss di Electronic Arts nel corso di una intervista a Gamesindustry.org. Dalle parole poi è passato ai fatti con uno shopping milionario che ha portato all'acqusizione nel giro di poche settimane di PopCap Games e Bights due sviluppatori per iPad e iPhone. Due colpi non isolati. Gli editori di videogame sembrano guardare con maggiore interesse ai nuovi mercati. E si stanno attrezzando di conseguenza.
Di fatto, quello dell'intrattenimento mobile è un mercato che vale da solo 33 miliardi dollari. I giochi rappresentano 8 miliardi ma il business salirà a 11,4 nei prossimi tre anni. Per gli sviluppatori videoludici quello su tablet e smartphone è un modello di business completamente diverso. Pochi, anzi pochissimi i titoli che finora hanno saputo sfruttare al meglio le potenzialità di questi dispositivi. I più noti però mostrano cifre incredibili. Come il milione di dollari al mese raccolta da Angry Birds in versione gratuita solo con la pubblicità. Senza contare i 232 milioni di utenti attivi che usano ogni mese i giochi di Zynga su Facebook.
Ora che anche Google+ ha deciso di credere nel social gaming, per le piccole case di sviluppo si apre un ulteriore mercato di sbocco. Che promette di fare bene a tutta l'industria ma di ridurre il monopolio delle console. Anche se, a sentire ieri sviluppatori emergenti come Kellee Santiago, fondatrice di Thatgamecompany e produttrice del bellissimo Journey, le console continueranno a essere il centro dell'intrattenimento quantomeno per chi è intenzionato a innovare. Un modo per dire che accanto agli uccelli grassi di Angry Bird buoni per tutti gli schermi servono anche luoghi deputati a sperimentare.
Tuttavia, l'eco di questi nuovi e rabbiosi birds è arrivato con forza anche a Colonia. Nel corso della presentazione di Ps Vita, Jim Ryan, il nuovo capo di Sony Computer Entertainment Europe ha insistito molto sull'anima social della nuova console, la connessione wireless e il collegamento con il mondo delle reti sociali (Facebook, Twitter ecc). Sono infatti le macchine da gioco portatili quelle più in discussione in questo momento. E Nintendo e Sony lo sanno bene.
di Luca Tremolada su IlSole24ORE.com
|