Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Il numero di Dicembre di GQ, quello dedicato all'"uomo dell'anno", vedrà la luce anche come applicazione iPhone - al modico costo di 2.99 $ (mi sa solo per gli americani: sull'appstore italiano non ce n'è traccia).
Interessante tentativo di far passare un pay per content - che sul PC fa fatica - attraverso il mobile. Che è in realtà una piattaforma molto più pratica (e usata, sopratutto in prospettiva futura) per fruire di contenuti informativo/testuali...
Si tratterà di una copia fedele dell'edizione cartacea, una versione della rivista che invece di essere acquistata in edicola si compra su iTunes... e rappresenta probabilmente un test per capire se e come andare avanti su questa strada.
Su questo tema interessante anche quanto fatto (app a pagamento) da Men's Health - ho scritto una cosa in merito su Apogeo, che potete leggere qui.
Intanto una versione iPhone di Wired a me non dispiacerebbe...
(Approfondimento sul blog del Wall Street Journal).
Mi chiedo però se questa frammentazione di sistemi operativi, applicazioni, sviluppatori sia di reale giovamento per lo sviluppo di servizi evoluti e di larga diffusione, da fruire via web mobile, soprattutto in vista delle ulteriori potenzialità prospettate con l’arrivo dello standard LTE.
Negli ultimi due anni infatti la palla dell’evoluzione del web mobile (e dell’uso evoluto della telefonia) è passata dagli operatori telefonici ai produttori di device, fermo restando, almeno in Italia, una stretta ‘collaborazione’ che sta all’origine, ad esempio, del costo dell’iPhone.
Da un lato questa forte concorrenza, trainata dall’arrivo di Apple come ipotizzato qualche tempo fa, sta consentendo uno sviluppo vivace e ricco di novità, dall’altro però il modello di business basato sull’ecosistema chiuso (molto redditizio) è una barriera per lo sviluppo di strumenti trasversali ai vari tipi di sistemi operativi.
Chi conosce un po’ questo mondo infatti sa che già oggi, con pochi player davvero importanti (essenzialmente Symbian, Windows, iPhone, Rim e Android), lo sviluppo di applicazioni per il mobile richiede una miriade di varianti, con costi e tempi che lievitano.
In comune resta solo la rete su cui ci si appoggia per navigare (costi degli operatori permettendo) ma già il fatto che esistano siti fatti solo per iPhone mi sembra un indizio che anche il web mobile possa diventare non realmente cross platform.
Senza nulla togliere ai leciti profitti degli apps store temo dunque che alla lunga si possano creare delle barriere tra i vari os tali da impedire lo sviluppo di strumenti di larga diffusione, specie per quanto riguarda la pubblica utilità.
La soluzione? Potrebbe essere un protocollo analogo a quello che sta sotto il web e l’html, derivante dalla collaborazione di più player, in grado di bypassare le differenze, non solo nei siti (dove il linguaggio è ancora comune) quanto negli strumenti.
In alternativa i produttori potrebbero competere per rendere uno standard di fatto una loro applicazione o suite, per tutti i vari sistemi esistenti.
Utopia? Fine della festa per i produttori e per gli apps store?
Non è detto, e prova ne è il recente accordo Office Mobile e Symbian, con il quale Nokia guadagna un prezioso strumento di lavoro e Microsoft espande esponenzialmente l’ecosistema della sua suite di programmi.
I profitti degli sviluppi dei software nati in un certo ecosistema, per le applicazioni di un certo interesse, potrebbero aumentare grazie alla diffusione mentre gli apps store avranno sempre senso e mercato per applicativi molto specifici, come possono essere ad esempio quelli legati al multitouch dell’iPhone.
Sia come sia, credo che la competizione giovi molto al settore, mentre la frammentazione in ambienti chiusi no.
Voi che ne dite?
Gianluigi Zarantonello
via http://webspecialist.wordpress.com
Un’indagine di globale sviluppata da Synovate ha svelato come ormai il telefono cellulare sia considerato essenziale dalla maggior parte delle persone. I ‘malati da telefonino’, dunque, sarebbero ormai maggioranza: non escono mai senza e, dovendo proprio scegliere, preferirebbero perdere il portafogli.
L’indagine definisce il cellulare ‘telecomando della vita’, sintesi inquietante ma non azzardata dei risultati della ricerca: il 75% oltre 8 mila intervistati (da 11 paesi diversi) hanno dichiarato di portare il telefonino con sé ovunque, mentre i cittadini risultati più legati all’oggetto sono quelli di Russia e Singapore.
Inoltre, più di un terzo ha dichiarato di non poter vivere senza telefonino, mentre il 66% non riesce a spegnerlo nemmeno durante la notte, per timore di perdere sms o chiamate importanti.
“Il cellulare ci dà sicurezza e accesso immediato all'informazione. E’ lo strumento di comunicazione più utilizzato, a volte supera addirittura la comunicazione faccia a faccia” dice Jenny Chang, managing director di Synovate.
Via Quo Media
Tra cinque anni oltre un terzo degli utenti europei di telefonia mobile (39%) sfrutterà il proprio cellulare per accedere a internet. L'analisi, che prende come riferimento i consumatori della sola Europa occidentale, è stata stilata da Forrester Research ed evidenzia un forte incremento per un settore, quello dell'internet mobile, potenzialmente molto redditizio per produttori ed operatori. Nel 2008 è stato solo il 13% ad accedere al web con cellulari e smartphone. La scarsità del dato è da imputarsi a tariffe proibitive e a dispositivi non sempre integrati con il servizio. Una mutazione di tendenza in questo senso dovrebbe portare a fine 2009 la percentuale al 17%.
L'Italia, paese europeo leader per la penetrazione di telefonini, giocherà un ruolo da protagonista in Europa, toccando nel 2014 una percentuale del 40%, a fronte dell'11% attuale.
Via Quo Media
Quasi un miliardo di dollari in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno per quanto riguarda il fatturato e utili in costante crescita. È lo stato di salute di Apple, soprattutto grazie al successo del nuovo iPhone 3G S. Secondo gli ultimi dati disponibili, infatti, i terminali commercializzati finora sono oltre 5 milioni. Un successo davvero importante, se si pensa che nel settembre dello scorso anno, alla fine della produzione dell'iPhone 3G, i touchscreen devices venduti erano stati oltre 6 milioni. I melafonini 3G S, in meno di un mese, ha quasi raggiunto tale cifra, trainando la mela morsicata di Cupertino verso l'olimpo della telefonia mobile. L'ottimo risultato del modello era forse annunciato, ma i numeri raggiunti vanno oltre le aspettative, segnando un record assoluto per un periodo non festivo. Se a questo si aggiungono le vendite dell'App Store (oltre un miliardo e mezzo di applicazioni scaricate), si può notare l'enorme importanza commerciale dello smartphone.
Via Cellulari.it
AppStore, in negozio online di Apple che raccoglie le application per iPhone e iPod Touch, compie un anno. Per celebrare l’evento, iTunes (discoteca virtuale della Mela) pubblica una pagina speciale che racconta l’ascesa dello store, con tanto di hit list dei software più quotati.
AppStore aprì i battenti il 10 luglio del 2008. Il premio di applicazione più inutile e costosa va senza dubbio a ‘I am rich’, un programma messo in vendita a 690 euro lo scorso mese di agosto, il cui solo scopo era mostrare di poterselo permettere (come da titolo).
Il negozio ha superato il miliardo di download in questi dodici mesi e conta 55.732 app. Il valore totale necessario per scaricarle tutte? Circa 103.650 euro, centesimo più, centesimo meno.
Via Quo Media
La pubblicità sui cellulari, entro cinque anni, costituirà il 5-10% della spesa pubblicitaria globale sui media, grazie anche alla domanda dei paesi in via di sviluppo. A sostenerlo è Microsoft, per voce dell’alto dirigente Scott Howe. La casa di Redmond ha lanciato di recente Bing, motore di ricerca all’avanguardia nello sfruttamento della pubblicità su internet.
Via Quo Media
L’uso del telefonino per navigare online è in crescita anche in Italia, anche se a tassi inferiori rispetto a quelli europei. Oltre sette milioni di utenti italiani hanno utilizzato i cellulari per accedere ad internet. L’alto livello di penetrazione in Italia, della navigazione internet tramite cellulare, è stata sicuramente favorita dalla diffusione dell’ i-Phone e in generale dei 3G.
Secondo la ricerca-presentata al Convegno “Mobile Content & Internet: niente è più come prima!”- l’accesso a notizie e informazioni via browsing guadagna il 12% di reach a gennaio, una penetrazione leggermente inferiore alla media europea, il 14%.
La crescita del mobile internet in Italia è tuttora penalizzata dalla preponderanza delle prepagate e delle tariffe a consumo, a scapito di piani tariffari a traffico illimitato il cui utilizzo si diffonde lentamente a differenza del resto d’Europa.
Dal punto di vista socio-demografico, gli utilizzatori di Internet su mobile si rivelano più adulti rispetto alla media europea, tra i 37 e 38 anni in media in Italia, tra i 33-34 della media europea, e evidenziano una marcata componente maschile.
I principali consumi dei navigatori, ad eccezione di e-mail e social networking, riguardano motori di ricerca (43% di chi naviga news ed info), informazioni meteo (30%), news in generale (29%), dice lo studio. Bene anche i contenuti/servizi a carattere meno informativo e più ludico come lo sport (24%) e l’entertainment (19%).
Tra le prime posizioni si collocano anche le mappe (26%) e i contenuti/servizi a carattere tecnologico (23%) e finanziario (financial news 20%, accessed financial account 19%).
Dalla ricerca, basata sull’analisi di un campione di 3.200 individui rappresentativo della popolazione italiana, spiega in una nota l’Osservatorio Mobile Content & Internet della School of Management del Politecnico di Milano - che ha organizzato l’incontro - è emerso anche l’elevato livello di conoscenza dei Mobile Content nella popolazione italiana. Il 94% ha dichiarato di essere a conoscenza della possibilità di fruire di almeno una tipologia di Mobile Content tramite il proprio telefono cellulare.
Per alcune tipologie di contenuti, come, ad esempio, suonerie, giochi, informazioni via sms, televoto, sfondi - tale percentuale è superiore all’80%.
Oltre il 25% della popolazione italiana, pari a oltre 13 milioni di individui, dichiara di aver acquistato almeno un Mobile Content nell’ultimo anno. Poco più del 14% (circa 7,7 milioni di persone) dichiara di aver acquistato più di una tipologia di contenuto.
Quasi il 6% (3,1 milioni di individui) dice di aver comprato Mobile Content almeno una volta al mese.
“Il telefonino rappresenta il social media per eccellenza; basti pensare a quanti sms vengono scambiati tra utenti tutti i giorni”, dice in una dichiarazione Filippo Renga, responsabile della Ricerca dell’Osservatorio Mobile & Internet.
“Il Mobile Internet oggi abilita nuove forme di relazione tra utenti, come l’accesso ai servizi di instant messaging e di social networking. Indubbiamente una sempre maggiore penetrazione dei telefonini di nuova generazione darà ulteriore stimolo alla diffusione della fruizione del mondo Internet tramite cellulare, rendendo sempre più semplice e naturale navigare il Web”.
Via Marketing Journal
SingTel, principale compagnia di telecomunicazioni del sudest asiatico, ha lanciato a Singapore un servizio di music-mobile che permette agli utenti di scaricare file musicali e video sui propri cellulari. Sviluppata con Universal Music, la funzione dovrebbe attirare nuovi clienti. Oltre il 50% degli utenti telefonici di Singapore, infatti, ascoltano musica sui loro apparecchi. SingTel spera di estendere prossimamente il servizio ad altri paesi asiatici. Via Quo Media
Il mercato del mobile advertising è in forte espansione, almeno stando al rapporto specifico ‘Mobile advertising: canali di distribuzione, modelli di business e previsioni’ della società d’analisi Jupiter Research, secondo cui la pubblicita’ sui cellulari dovrebbe arrivare ad un volume d’affari di 5,7 miliardi di dollari entro il 2014.
La crescita dell’advertising nel settore mobile ha portato all’aumento in questa fetta del mercato di molte start-up che cercano di capitalizzare. Molte le imprese che hanno mirato all’iPhone della Apple come piattaforma per i propri utenti.
Via Quo Media
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