Facebook è una vera e propria mania per gli adolescenti italiani. E' uno degli aspetti emersi dall'indagine su 'Abitudini e Stili di vita degli adolescenti', della Società italiana di Pediatria. I giovani internauti dello Stivale presidiano il social network più gettonato del momento per trovare più amici possibile, anche pescando fra gli sconosciuti, a patto "che siano fighi".
Ad avere un profilo su Facebook è il 50% degli adolescenti italiani. La percentuale cresce leggermente se prendono in considerazione solo ragazze (53%) e ad aggiungersi al popolo già attivo sarà un ulteriore 17%.
L'attività di social networking si iscrive in un più ampio contesto, all'interno del quale il 97% del campione analizzato ha un computer in casa (il 16% ne ha addirittura più di due) il 51% (55% delle femmine) si collega tutti i giorni a internet e il 16,7% lo fa per più di 3 ore al giorno. Chat e messenger sono utilizzati da oltre il 75% degli adolescenti e circa l’80% è abituale frequentatore di YouTube (il 22% ha già inviato un suo filmato). Il 41% ha un suo blog, nel quale inserisce prevalentemente foto e musica (e le femmine, molto più dei maschi, inseriscono anche proprie riflessioni sulla famiglia, le amicizie, l’amore).
Il computer è, inoltre, diventato sempre più 'personal': oltre il 54% lo ha nella propria camera e il 21,7% naviga in internet la sera tardi prima di addormentarsi. “Un aspetto - sottolinea Giorgio Rondini dell’Università di Pavia, già Presidente della Società Italiana di Pediatria e ideatore, con Gian Paolo Salvioli e Maurizio Tucci , dell’indagine SIP sugli adolescenti - che evidenzia come i ragazzi siano sempre più autonomi, e probabilmente poco controllati, nella navigazione in internet".
Quasi la metà degli internauti europei abbandonano una ricerca su Google e affini se non riescono a trovare quel che cercano tra i primi dieci risultati dell’interrogazione.
Il 70% dei navigatori abbandona dopo venti risultati. Il rapporto di Iab Europe e InSites Consultancy mostra l’impazienza degli utenti web, nonché una certa incapacità nell’usare i motori di ricerca, spesso interrogati con termini e modi troppo generici.
Questo post parte dalla lettura di un articolo di Repubblica.it, dove si riportavano dei dati Nielsen che segnalano il sorpasso dei social media (301,5 milioni di frequentatori ad agosto) rispetto alle email (276,9 milioni).
Un dato sicuramente rilevante, tanto più che i social media non sono una semplice modalità push come le mail: i miei follower infatti sono aggiornati delle mie attività e di quelle dei miei contatti anche senza un invio da parte mia di un messaggio individuale.
Questa caratteristica è un’ottima possibilità per comunicare ma nasconde un problema: il rumore.
Ne ho scritto un po’ di tempo fa, davanti alla quantità enorme di messaggi che riceviamo, quanto ancora la nostra mente e la nostra attenzione saranno in grado di gestire questo bombardamento? Non c’è troppo chiasso?
Di sicuro è impossibile limitare l’espressione di ciascuno, anche perché nel totale di questi scambi c’è sempre una parte di contenuti che ci interessano.
Fermarsi all’uso di un solo strumento poi sembra piuttosto difficile perché, a parte forse Facebook, ogni social media ha una sua specializzazione (messaggio di testo, foto, video etc.).
Per questo motivo lo stesso Google Wave, che sto testando con grande interesse, potrebbe non essere ancora la risposta, pur offrendo un bellissimo (e non immediato) ambiente di comunicazione e condivisione utile per l’enterprise 2.0.
Forse allora la soluzione sta in qualcosa che ancora non esiste, un web semantico in grado di farci avere, o creare, dei filtri che ci permettano in modo intelligente e dinamico di trovare quello che cerchiamo nel flusso di comunicazione, come per le merci della coda lunga.
immagine tratta da http://blogs.nesta.org.uk/
Voi che ne dite? E’ solo un problema di organizzazione e gestione dei contatti o anche secondo voi il prossimo futuro ci riserva dei nuovi strumenti di comunicazione, che siano una sintesi di ciò che già oggi esiste?
Di Altri Autori (del 16/12/2009 @ 07:05:12, in Mobile, linkato 2308 volte)
Fine anno, tempo di bilanci ma anche di pronostici per i mesi a venire. Così, Juniper Research ha approntato le linee guida per il prossimo anno per il settore dei dispositivi mobili e delle tecnologie wireless.
Secondo la società di analisi, il traffico crescente e la diffusione sempre più capillare cominceranno ad affossare la rete 3G, vecchia solo di dieci anni. Altra tendenza sarà l’eco-sostenibilità del settore, che si aprirà alla produzione ‘verde’. Le application continueranno la loro ascesa, ma sfruttando piattaforma cloud-based e software aperti, mentre nasceranno app store ovunque nel web.
Emergeranno infine, secondo Juniper, nuovi dispositivi mobili: ibridi tra smartphone e netbook ma più a buon mercato di questi ultimi, abilitati alla rete 3G+/HSDPA e perennemente connessi.
Sempre più promozioni sugli scaffali della distribuzione moderna. A sostenerlo è Nielsen. Lo scenario che emerge da una recente ricerca di mercato sull’argomento mostra una decisa accelerazione del ricorso alla leva promozionale nella prima parte dell’anno, sia in termini di volumi che di valori movimentati.
Un fenomeno particolarmente sentito, a livello di aree geografiche, nelle regioni del Sud Italia. La pressione promozionale, in verità, è in crescita da una decina d’anni a questa parte. Ma nel 2009, sostenuta da una domanda piuttosto debole specie nei primi mesi, ha subìto una significativa impennata.
Il cambio di marcia nell’intensità delle iniziative promozionali da parte della Gdo (che arriva dopo un biennio di relativa stabilità) è durato fino alla fine del primo semestre di quest’anno, per poi “tirare un po’ il fiato”. Nel frattempo, però, i valori interessati alle promozioni sono letteralmente schizzati all’insù, raggiungendo il 24,2% del fatturato totale (rispetto al 22,7% dell’anno precedente). Anche il numero di referenze ha registrato un aumento, passando da un’incidenza del 10% del 2008 al 10,8% di quest’anno
Nei supermercati, tra le tipologie di promozioni maggiormante utilizzate dalle catene distributive, sono stati soprattutto i tagli prezzo a distinguersi per l’incremento: +1,6% nell’anno terminante ad agosto 2009. Più in generale, si sono fatte notare le promozioni con sconti “importanti”, quelli cioè compresi tra il 20% e il 30%.
Una fascia di sconto, questa, che non ha risparmiato nemmeno i prodotti a marchio, con la sola eccezione dei prodotti ortofrutticoli. Nel complesso, il peso del taglio prezzo all’interno del canale super è passato dal 20 al 21,9%. Non da meno le performance delle iniziative promozionali legate alle fidelity card, aumentate dall’11,3 al 12,7%. In crescita, infine, anche il sottocosto.
Il principale veicolo utilizzato dalle varie insegne per comunicare le promozioni - il volantino - non ha manifestato particolari cambiamenti. Sia a livello di ipermercati che di supermercati è diminuito leggermente il numero medio di pagine (rispettivamente a 23 e 15), tornando ai livelli del 2007.
Quanto alle referenze medie promozionate, a seguito di un maggiore affollamento di referenze nei volantini degli iper, tra i due canali si è ampliata la forbice (193 contro 161 item). Fatto questo che evidenzia una controtendenza dopo la convergenza dei valori nella seconda parte del 2008.
La hit parade delle categorie merceologiche più presenti a volantino nei supermercati vede sempre primeggiare la drogheria alimentare, stabile a quota 28,2%. E’ il fresco, tuttavia, che registra la maggiore crescita, passando dal 27,3 al 27,9% del totale.
Un aumento avvenuto probabilmente a scapito dei liquidi, terza categoria per importanza, la cui presenza nei volantini ha accusato una flessione dello 0,6% (dal 13 al 12,4%). Più in particolare, le tipologie di prodotto maggiormente “gettonate” nel canale super mostrano in testa i salumi, seguiti dal vino, detersivi casa, carni rosse, gastronomia, verdura fresca, l’aggregato yogurt-dessert-fomaggi alla frutta, formaggi duri e semiduri, detergenti vari e pesce fresco
Secondo comScore, il 28% degli acquisti natalizi negli Stati Uniti dipenderà dai social media.
Le pubblicità, il viral marketing e le modalità per comprare online veicolate attraverso le pagine dei più celebri social network influenzano direttamente gli utenti e hanno dunque un impatto economico sul commercio di fine anno. Nella prima settimana di dicembre, gli americani hanno speso 4,6 miliardi di dollari in regali per le festività.
Arrivano nuovi dati sull'uso della Rete da parte delle navigatrici italiane - con i risultati della ricerca EIAA su Donne & Web e la conferma che Internet ha sorpassato la TV perlomeno sul target femminile 16-34. E bloggare è l'attività che cresce di più (qui il pdf, qui alcune slides di presentazione) .
Qualche highlight della ricerca Digital Women:
EIAA stima in 20 milioni gli italiani su Internet (un po' meno di quanto dica Nielsen) e di questi ne conta 8,3 milioni come donne (41.5% - contro il 46% rilevato da Nielsen) con una crescita nell’uso di Internet pari al 7% anno su anno. In alcuni casi, il pubblico delle italiane ha percentuali di utilizzo ben al di sopra dell’andamento medio europeo. Per esempio, mentre è del 60% la media di utilizzo fotografata in tutta Europa (sia uomini sia donne) la fascia demografica delle 16-34nni viaggia su una media ben superiore, pari cioè al 76%, affermandosi come la generazione decisamente più geek in Italia.
Le donne italiane registrano un primato, raggiungendo il terzo posto a livello europeo per l’ammontare di tempo trascorso in Rete: 12 ore settimanali online (vs media europea di 11 ore). Il 20% delle donne nel nostro Paese dichiara inoltre di accedere a Internet anche nei fine settimana, con una crescita decisiva pari al 54% negli ultimi 2 anni. Il 29% è dichiaratamente heavy user, cioè collegata a Internet più di 16 ore a settimana.
Le donne spengono la TV e accendono il pc
Oggi la televisione perde terreno a favore di Internet e le donne in Europa confermano l’incalzare di un trend inarrestabile. Sono poco più di 15 le ore trascorse settimanalmente davanti alla TV, tallonata dall’online con una media europea al femminile di 11 ore abbondanti.
Anche in questo caso, le 16-34nni italiane contribuiscono ad accelerare i trend nel nostro Paese. Infatti, rispetto a tutte le donne digitali italiane, questo target trascorre il 14% di tempo in meno davanti alla televisione, ma il 13% in più su Internet.
Il sorpasso della Rete è una realtà: ogni settimana le 16-34nni spendono una media di 13,7 ore settimanali su Internet, contro le 12,5 guardando la TV.
Il 67% delle donne italiane intervistate naviga su banda larga. Parliamo di 5 milioni e mezzo di persone e, più in dettaglio, il 71% delle 16-34nni naviga con una connessione broadband.
Il 45% delle 16-34nni nel nostro Paese ha una connessione wireless.
Le donne italiane ed europee usano il web primariamente per comunicare.
L’email è lo strumento più importante, tanto che l’uso medio delle intervistate coincide esattamente con la media europea: 79%. Stessa coerenza per gli strumenti di instant messaging: 36% in entrambi i casi.
E’ interessante notare che l’attività a più forte aumento nell’universo geek femminile sia bloggare, con 21% di crescita anno su anno.
Il 76% delle intervistate in Italia dichiara che grazie a Internet può gestire le proprie finanze, mantenere il contatto con amici e parenti, accedere a informazioni legate alla salute, prenotare vacanze, scegliere prodotti o servizi più competitivi, prepararsi meglio a eventuali cambiamenti nel proprio stile di vita.
In particolare, le donne digitali italiane ammettono che l’utilizzo di Internet le faciliti nella gestione di determinati aspetti della propria vita. Ai primi 3 posti troviamo: mantenere il contatto con amici e parenti (68%) accedere a informazioni su salute e benessere (44%) e prenotare viaggi o vacanze (43%).
Se è vero che in generale le donne in Europa visitano volentieri i siti di moda (45%) non è questa la categoria merceologica più cliccata online. Vincono i siti di informazione (55%) i viaggi (50%) e la finanza (48%).
eShopping in aumento
Il 93% delle donne digitali italiane cerca in Rete prodotti e servizi, il 59% procede anche all’acquisto online. A conferma del ruolo strategico di Internet nelle scelte e nella costruzione delle proprie opinioni, emerge un dato interessante: il 31% delle donne italiane coinvolte nel sondaggio dichiara di cambiare idea sul brand da acquistare al termine di una ricerca online.
Dall’interessante ricerca “2009 Woman and Social Media Study” condotta da BlogHer, iVillage e Compass Partner risulta che le donne che utilizzano i Social Media condividono un forte desiderio di connettersi e intrattenersi, infatti utilizzano queste piattaforme come fonte di informazioni (64%), consigli/suggerimenti (43%), condivisione di opinioni (55%).
Utilizzo dei Social Media
Secondo la ricerca il 55% delle donne intervistate utilizzano i blog (leggono, commentano o postano articoli), mentre il 75% utilizza i social network. Proprio perchè considerati fonte di informazione, i blog esercitano una grande influenza nelle scelte di acquisto, infatti secondo BlogHer il 45% del campione ha deciso di acquistare un oggetto, dopo essersi informato sui blog.
Secondo la ricerca, le principali motivazioni che spingono le donne a pubblicare post sui blog sono il divertimento (79%), l’espressione di se stesse (73%) agli altri (59%), mentre quasi un quinto (17%) lo fà per guadagnare qualcosa.
Declino dei media tradizionali
Un ulteriore aspetto riscontrato dalla ricerca riguarda il minor tempo trascorso dalle donne nella fruizione dei media tradizionali.
Il “2009 Woman and Social Media Study” è il secondo sondaggio annuale pubblicato da BlogHer, iVillage e Compass Partner, e si è sviluppato mettendo a confronto due campioni di utenti:
1. il campione di BlogHer è costituito da 1.008 intervistate. 2. un campione di popolazione in generale, costuito da 2.821 donne americane di età compresa tra i 18-77 anni. Di queste, 1505 sono da considerarsi “utenti attivi” dei social media, in quanto li utilizzano almeno una volta a settimana.
I dati di quest’analisi sono stati comparati, e non combinati tra loro.
Di Altri Autori (del 09/12/2009 @ 09:16:22, in Media, linkato 2459 volte)
Ancora si contano vantaggi e disfunzioni del cambio di piattaforma televisiva, dall’analogico al digitale terrestre, ma già si pensa al passo successivo: la tv interattiva su internet.
A tracciare la rapida evoluzione tecnica del mezzo video per eccellenza è Giovanni Stella, vice presidente di Telecom Italia Media, che ha presentato la nuova piattaforma web La7.tv. “La linea strategica che il gruppo Telecom Italia Media sta seguendo è quella di trasformare la tv da strumento totalmente passivo che ti prende quando vuole a strumento che si possa dominare. Presto saremo in grado di far interagire l’utente con chi in quel momento sta facendo il contenuto” ha detto Stella.
Su La7.tv saranno disponibili tutti i programmi dell’emittente, da Otto e mezzo di Lilli Gruber a Niente di personale di Antonello Piroso, passando per Victor Victoria di Victoria Cabello. In aggiunta sara' disponibile l'Archivio cult, con le puntate più significative di ogni show, a disposizione online a partire dalla seconda settimana di programmazione.
Il servizio, completamente gratuito, cercherà di sfruttare al meglio gli spazi pubblicitari online: banner e spot virali accompagneranno i navigatori lungo la perlustrazione del sito, fino alla scelta del video da caricare.
“Il digitale terrestre è un passioggio intermedio - ha spiegato Stella - il punto di arrivo è la tv interattiva. La7 rimarrà legata al gruppo Telecom perchè ha una missione da compiere: favorire il know how ai clienti per rendere più facile e meno ingegneristico questo passaggio”.
Credo che in Italia sia piuttosto diffusa una falsa percezione della diffusione del web e delle nuove tecnologie in genere, che porta spesso le aziende a fare errori più o meno gravi.
Come ho scritto più volte un corretto approccio strategico tiene presente della penetrazione del web presso il proprio target e parte dagli obiettivi che ci poniamo nel comunicare con esso per poi, solo alla fine, scegliere la tecnologia.
Va benissimo allora prendere a riferimento le tecnolgie più trendy ma rendiamoci conto che l’Italia non è un paese all’avanguardia: secondo l’Osservatorio Italia Digitale 2.0 solo il 47% della popolazione tra 15 e 74 anni accede tramite internet ai servizi disponibili on-line; 1/3 delle aziende continua a non essere in rete, e tra le microimprese il tasso sale al 43%.
il vostro sito causa queste reazioni?
Questo dato non deve scorraggiare la ricerca dell’innovazione ma richiede equilibrio, non dobbiamo innamorarci delle nostre teorie ma capire, ascoltando molto, che cosa gli utenti già utilizzano per puntare prima di tutto su questi strumenti. Solo su questa base si potranno poi aggiungere servizi ed opportunità per proporli ai navigatori, magari diventando un tramite per far sperimentare. In caso contrario ci troveremo a chiederci, ad esempio, perché nonostante tutti i nostri clienti non conversano con noi sul nostro sito.
Purtroppo le mode influenzano invece molto le scelte aziendali, puntando su tecnologie di cui tutti parlano ma che gran poche persone usano davvero (ricordate Second Life?).